RASSEGNA STAMPA 19 MAGGIO 2020

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MERCOLEDÌ 19 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA - CADORE

san vito: ieri il consiglio

Scoter, convenzione approvata: entro breve i primi 200mila euro L’assessore al Bilancio, Belli: «Il Comune chiude al meglio una lunga partita» Il sindaco Caruzzo polemico: «Ora chi ci ha insultato nei bar faccia il mea culpa» SAN VITO

Approvata all’unanimità la convenzione per l’erogazione delle somme per il sostegno ed il risanamento della società Impianti Scoter. Ieri sera in consiglio si è trattato esclusivamente questo tema, col Comune che verserà alla società che gestisce la ski area 600 mila euro (in tranche da 200 mila l’anno). Ora ci sarà la verifica prevista dalla legge che dovrà attestare che la Scoter è in regola

con gli adempimenti normativi e poi, entro 7 giorni, si potrà erogare la prima tranche di 200 mila euro. Il 30 giugno la società approverà poi il bilancio. Si chiude così un iter amministrativo iniziato il 16 settembre 2020 con l’approvazione del piano di risanamento e proseguito il 16 febbraio con l’approvazione del patto para-sociale. «È stato un percorso lungo e molto delicato», ha spiegato l’assessore al Bilancio Diego Belli, «per il quale ci siamo av-

dalle 20.30 sul canale youtube di “voci di cortina”

Il logo delle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina

Giochi, pro e contro Tre serate online per farsi un’idea CORTINA

Il Comitato Civico Cortina organizza oggi e nei prossimi due mercoledì un ciclo di incontri in streaming su YouTube nell’ambito del già annunciato “Progetto Bene comune” . Si tratta di incontri mirati ad informare la popolazione sull’impatto che i Giochi invernali 2026 potrà avere sulla comunità ampezzana. «Per “bene comune” si intende il contesto ambientale

nel quale viviamo, le risorse pubbliche a disposizione, la cultura e la tradizione locali, la rete sociale; è un concetto che si riallaccia a quello di sviluppo sostenibile della montagna e della qualità del nostro vivere», si legge in una nota. Scopo dell’associazione è da sempre quello di far partecipare attivamente i cittadini alle scelte della pubblica amministrazione. «Attraverso la diffusione delle informazioni, i cittadini

pieve di cadore

Magnifica, premi di studio Le domande entro il 31 PIEVE DI CADORE

Gli studenti cadorini e ampezzani hanno tempo fino a lunedì 31 maggio per presentare le domande per ottenere i premi di studio annuali messi in palio dalla Magnifica. Chi è interessato, può accedere al link dedicato (dove è possibile leggere il bando e compilare la domanda) http: //www. magnificacomunitadicadore. it/cadore/borse-di-studio. html. I premi erogati

dall’ente sono 24. Tra questi ci sono quindici borse di studio; i premi alla memoria dei fratelli De Lorenzo Varonego, di Osvaldo Golin (per neolaureati con una tesi sul tema della sicurezza sul lavoro), del dottor Nemes Schiesaro (per neolaureati in Medicina e Chirurgia o in Scienze Infermieristiche, con preferenza per tesi aventi come oggetto l’argomento pediatrico o pneumologico o oncologico); di Mirco De Col

Un momento del consiglio di ieri sera

acquisiscono un nuovo senso civico, una maggiore consapevolezza e un maggiore senso di appartenenza comunitaria, e non saranno solamente soggetti passivi di fronte alle politiche di gestione dei grandi eventi che troppo spesso sono strumentalizzati e diventano pretesto per operazioni di speculazione fine a se stessa. Le Olimpiadi per Cortina sono una grande opportunità, e devono essere gestite al meglio per il bene della comunità». Le date sono oggi, il 26 maggio e il 2 giugno: si inizia alle 20, 30 in diretta sul canale YouTube di Voci di Cortina. L’incontro di stasera tratterà il tema: “Milano-Cortina 2026: analisi di una piccola comunità di fronte ad un grande evento”, relatore il sociologo Diego Cason; il secondo, mercoledì 26, avrà come relatrice l’architetto Ambra Piccin che parlerà di “Nuovi volumi alberghieri a Cortina: esiste un enorme potenziale senza consumo di territorio”; chiuderà il ciclo Cesare Lasen, botanico e membro del comitato tecnico scientifico della Fondazione Unesco, su “Criteri di sostenibilità per gli interventi dei Giochi Olimpici 2026 in riferimento al patrimonio naturalistico del territorio di Cortina». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

(per neolaureati in Scienze Forestali e Ambientali), di Rossana Marchese (per neolaureati in Digital Marketing Managment), degli sportivi Valter e Donato (neolaureati con una tesi inerente le tematiche sportive). La Magnifica eroga inoltre tre premi dedicati: Club Serenissima, riservato ad una tesi di laurea in ingegneria; in memoria di Giuseppe D’Andrea, riservato a tesi di laurea in materia forestale o turistica; in memoria di Aldo Silvestri, riservato a una tesi di laurea inerente l’agricoltura biologica, l’agricoltura di montagna. Possono presentare domanda tutti gli studenti nati o residenti in Cadore e a Cortina. — V.D. © RIPRODUZIONE RISERVATA

valsi anche di una consulenza legale in quanto questa convenzione impegna il Comune da qui a 3 anni. Come ha specificato il revisore dei conti, che ha dato parere favorevole, ora sarà necessario aggiornare il piano industriale della Scoter che è alla base della convezione, alla luce della pandemia che ha modificato i dati attuali della società. Le somme dirottate alla Scoter, come previsto dalle normative, dovranno essere oggetto di investimenti, e la società dovrà avere un equilibrio economico finanziario. Auspico che lo sforzo fatto sia massimo da qui in poi per tenere questo equilibrio». A più riprese è stata sottolineata la valenza della società che gestisce la ski area e che crea un indotto per la comunità sanvitese, ma anche per i Comuni della valle del Boite. Ringraziati infine i dipendenti comunali, sia dalla maggioranza e sia dalla minoranza, e l’assessore Belli per il grande lavoro fatto. A chiuder il sindaco Emanuele Caruzzo si è tolto un sassolino dalle scarpe.

valle: protesta dell’opposizione

Lo sbarramento comparso ieri sulla strada Venas-Forti di Landro

Ordinanza del 2019 fa chiudere la strada per i Forti di Landro VALLE

Chiusa da ieri la strada che da Venas porta ai Forti di Landro: e gli abitanti di Venas si sono rivolti ai consiglieri della “Civica Valle-Venas” per chiedere spiegazioni. Matteo Toscani, Stefano Del Favero e Igor Olivo hanno quindi protocollato un’interpellanza al sindaco Marianna Hofer per avere a loro volta notizie. «Alcuni cittadini di Venas», spiegano

Toscani e i suoi, «ci hanno segnalato con stupore e disappunto che da oggi (ieri per chi legge, OES) è stata posizionata una transenna sulla strada comunale tra via Marconi e i Forti di Landro e vi è stata apposta una ordinanza, firmata dal sindaco Hofer, datata gennaio 2019. Il 28 gennaio di due anni fa infatti era stata emessa l’ordinanza con la chiusura, fino a revoca, per pericolosità nel transito veicolare e pedona-

pieve di cadore

Green Deal: a Zambelli il “Tavolo paesaggio” PIEVE DI CADORE

Daniela Zambelli, architetto di Comelico Superiore (dov’è presidente della Cooperativa Lassù) è stata scelta dalla giunta della Magnifica come coordinatrice del “Tavolo paesaggio”, uno dei 14 del progetto “Green Deal Cadore 2030”. Zambelli è anche presidente del museo Algudnei di Dosoledo. Con un breve video sul sito della Magnifica, Zambelli ha presentato il suo

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«Siamo finalmente arrivati a questo consiglio che è estremamente importante per il nostro paese», ha detto, «ed è frutto di mesi di lavoro dell’assessore Belli e dei dipendenti. L’argomento era molto delicato e tutti hanno lavorato con estrema attenzione. Si parla infatti di dare soldi pubblici. Abbiamo sempre avuto la volontà di aiutare la Scoter e di portare avanti il lavoro fatto dall’ex sindaco De Bon, che ringrazio per il supporto. Ma devo dire che in questi mesi ci sono stati anche insulti gratuiti, per lo più rivolti al bar. Si sono innescate sterili polemiche perché la convenzione non era ancora pronta. Qualcuno ha voluto far credere che noi non stessimo dalla parte della Scoter. Oggi dimostriamo con i fatti che non era così. Invito chi ci ha insultati nei bar a farsi un’esame di coscienza», ha concluso, «perché queste sterili polemiche non fanno bene al paese e alla sua armonia e fanno soffrire chi si impegna per risolvere situazioni delicate come questa». — ALESSANDRA SEGAFREDDO © RIPRODUZIONE RISERVATA

le per la formazione di ghiaccio e per il pericolo di distacchi da monte della coltre nevosa. Poco tempo dopo, segnaletica e copia dell’ordinanza sono state rimosse e la strada è stata normalmente aperta. Ora è stata rimessa la transenna di chiusura ed è stata inspiegabilmente “riesumata” l’ordinanza del 2019. La strada era stata chiusa per pericoli legati agli eventi meteo dell’inverno 2018/2019, che oggi riteniamo abbondantemente superati visto che la strada era stata riaperta. Ora, il 18 maggio 2021, non si capisce perché ci dovrebbe essere pericolo per la formazione di ghiaccio o distacchi di neve peraltro non più presente in zona. Riteniamo che questa azione», concludono Toscani e i suoi, «sia irrazionale, immotivata ed estemporanea, oltre che dannosa per gli abituali numerosi frequentatori di boschi e baite a monte della strada, ora interdetta. Pertanto abbiamo chiesto lumi al sindaco per conoscere le ragioni che hanno portato all’azione amministrativa in premessa». Il sindaco Hofer, come da regolamento, darà risposta durante la prossima seduta del consiglio comunale. — A.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA

impegno, che svilupperà nel corso dei lavori che inizieranno sabato. «Il paesaggio», afferma Zambelli, «è il principale bene comune del Cadore: è identità e risorsa. Si costruisce e si modifica di continuo, come diretta conseguenza della vita ambientale e antropica di un luogo. Coniugare la tradizione con l’innovazione sarà uno degli obiettivi del tavolo. La tradizione è qualcosa che si tramanda in forma riconoscibile ma c’è bisogno dell’innovazione per garantire un futuro al Cadore. L’obiettivo si raggiunge attraverso analisi e obiettivi chiari e condivisi e grazie a un percorso di consapevolezza identitaria della comunità». — V.D.

Daniela Zambelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 19 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

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Coronavirus: il rischio sanitario

«Noi, medici emarginati e mortificati» Accusa Fimmg contro la Regione: «Sistema informatico inadeguato e forniture di vaccini incerte, perdiamo troppo tempo» Laura Berlinghieri / VENEZIA

Mortificati ed emarginati. Si sentono così i medici veneti, di fronte alla Regione, nella gestione del loro ruolo nella campagna vaccinale. I toni della polemica sempre più aspri, il punto comune sempre più lontano. Per il momento l’accordo non salta. Certo è che la corda è tesa e, senza risposte certe, potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. «La fornitura di vaccini è sempre incerta per tipo e per numero di dosi. E poi manca un sistema che ci permetta di gestire le agende, individuando le persone che sono già prenotate. Questo costringe i medici di famiglia a impegnare ore del loro tempo per individuare e contattare i pazienti da vaccinare» tuona Maurizio Scassola, presidente regionale. L’automatismo, che Zaia assicura essere tra le priorità per gli informatici della Regione, per il momento è proprio del solo sistema dell’Usl 3 veneziana. Altrove, i medici di famiglia non riescono a individuare, a partire dal portale, i rispettivi pazienti che abbiano già prenotato la seduta negli hub vaccinali.

Il risultato: telefonate, telefonate e telefonate. Una continua rincorsa che ha esasperato i medici padovani, che hanno deciso di sfilarsi dall’accordo, continuando a vaccinare soltanto i pazienti già prenotati, gli allettati, quanti devono fare il richiamo e altri in condizioni particolari. «E non creda che rispondere “No” a un tuo paziente che ti chiama per chiederti “Dottore, allora mi vaccina lei?” sia semplice» dice con amarezza Domenico Crisarà, a capo della Fimmg pro-

l’accesso ai grandi hub, costringendo la popolazione a rivolgersi al proprio medico di medicina generale in via residuale, lasciando indietro una percentuale significativa di persone in tutte le classi di età» tuona Scassola. In pratica, i vaccini ci sono, ma non in quantitativi tali da saturare la macchina sanitaria regionale. Macchina che quindi decide di tenere per sé le dosi, lasciando ai medici di famiglia le briciole. Sostiene poi Scassola che la relativamente bassa percentuale di vaccinati tra fragili e disabili gravi – con una copertura ferma rispettivamente al 69,8% e al 72,8% – si spieghi anche con questa scelta. «Tendono a non vaccinarsi proprio le persone in difficoltà per problemi di salute, condizione sociale o familiare, residenti nei territori più dispersi» spiega infatti il rappresentante regionale dei medici. Ma la polemica corre anche su un altro binario. «Moltiplicare i soggetti vaccinatori al di fuori del rapporto medico-paziente e del rapporto fiduciario rischia di creare caos nella gestione della campagna vaccinale e di far saltare il modello di medicina di

«La scarsa copertura di fragili e disabili è una conseguenza di questa situazione» vinciale. «Ma pensi che, solo nel mio studio, dove lavoriamo in sei, abbiamo impiegato 18 ore per chiamare 220 persone da vaccinare in due giorni e mezzo. Non si può lavorare in queste condizioni». Del resto, la profilassi corre velocemente lungo il binario della sanità regionale. «È palese che la Regione abbia fatto precisa scelta di favorire

L’hub vaccinale della Regione a Ponte di Piave, nel Trevigiano

Indagine curata da Swg: la media nazionale del 7% di no-vax convinti sale all’11 nel Triveneto È comunque nella fascia fra i 25 e i 34 anni che si annida il maggior numero di renitenti

Sono 11.500 le vittime del Covid da inizio epidemia

IL SONDAGGIO

LE RISPOSTE AL SONDAGGIO SWG

S

CROMASIA

Una manifestazione no vax

gioranza, anche a Nordest, al primo posto nella classifica delle ragioni che spingono alla scelta si colloca invece la copertura dal Covid, seguita dalla rassicurazione del non essere contagiosi e dal perseguimento dell’immunità di

gregge. Intanto, raccoglie molto favore la proposta del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha chiesto la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini. Il 66% degli italiani ritiene infatti che sarebbe una de-

cisione opportuna, essendo i vaccini un bene comune, soprattutto in un’emergenza globale. Intanto la pandemia ha cambiato anche il modo di pensare delle persone. Oltre la metà degli italiani, ad esempio, ritiene che le strut-

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il bollettino

Il movimento anti-vaccini ha forti consensi a Nordest ono i residenti nel Nordest i cittadini più “no vax” d’Italia. A dirlo è una ricerca di Swg (eseguita fra il 12 e il 14 maggio su un campione rappresentativo nazionale di 800 maggiorenni con metodo Cati-Cami-Cawi), secondo cui in questa fetta d’Italia la percentuale delle persone che ha rifiutato o che rifiuterà il vaccino è dell’11%, vale a dire quattro punti percentuali in più rispetto alla media nazionale, che è ferma al 7%. È poi nella fascia che va dai 25 ai 34 anni che si incontra il maggior numero di rifiuti alla dose: l’11% di loro. Il motivo principale, che accomuna il 29% dei “no vax”, consiste nel timore dell’insorgere di eventuali effetti collaterali. Seguono a stretto giro (27%) coloro che ritengono che questi tipi di vaccini non siano stati adeguatamente testati. Tra i favorevoli alla profilassi, che rimangono comunque la stragrande mag-

prossimità che ha fatto reggere, sino ad oggi, il modello di sanità nel Veneto durante questa pandemia». Il riferimento, evidentemente, è ai farmacisti, accusati dai medici di famiglia di non possedere le competenze necessarie alla redazione dell’anamnesi. Poco male, l’inizio della campagna vaccinale sembra essere al palo anche per loro. I medici di famiglia, comunque, per il momento non intendono far saltare l’accordo. Ma, dopo la lunga attesa, chiedono risposte certe e, soprattutto, chiedono che vengano sciolti i tanti nodi ripetutamente mostrati. «Abbiamo bisogno di forniture vaccinali certe per poter programmare le nostre agende. La Regione deve imporre alle direzioni generali il rispetto dell’accordo sottoscritto. Le aziende sanitarie devono impiegare gli stessi strumenti informatici per favorire la costruzione di liste corrette delle persone da sottoporre a vaccinazione dal loro medico di medicina generale» le richieste dei camici bianchi, per i quali è esaurito il tempo delle mediazioni. —

ture sanitarie debbano essere le prime destinatarie degli investimenti possibili con i 62 miliardi di euro che il Paese potrà spendere nei prossimi dieci anni per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibile, come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. A Nordest, invece, si chiede che vengano fatti importanti investimenti su strade statali e provinciali. Un tema sentito dal 26% degli italiani, dal 31% dei residenti nella porzione nord orientale del Paese. In ogni caso, un’altra richiesta che si leva a gran voce vuole evitare futuri sprechi e costi economici, energetici e sociali. E questa è una pretesa che non conosce distinzioni geografiche. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono 11.500 le vittime mietute dal Covid nel Veneto da quel 21 febbraio dello scorso anno che segnò l’inizio dell’epidemia. Gli ultimi decessi annotati ieri pomeriggio alle 17 (4 in più rispetto alla stessa ora di lunedì) hanno fatto raggiungere la cifra “tonda”, ma purtroppo ancora non definitiva della pandemia nella nostra regione. Di tutt’altro segno, e assai più positiva nei contenuti, la variazione del numero degli attualmente positivi, che è sceso in 24 ore di 1.013 persone, ma si tratta ancora della popolazione di un medio centro: 13.874 persone in tutto. Sono infatti tanti i guariti (1.381 quelli censiti ieri), ma ci sono anche i veneti che si ammalano ancora in questi giorni: i tamponi positivi nelle ultime 24 ore sono stati infatti 372, che hanno fatto salire il numero delle persone che hanno avuto contatto con il virus a 420.802. Valori in calo in tutto il fronte sanitario: i ricoverati nei reparti ordinari per malati Covid degli ospedali veneti sono infatti 839, 38 in meno del giorno precedente. Rispetto a lunedì ci sono anche 6 ricoverati in meno nelle terapie intensive: in tutto ora sono 114. Le strutture territoriali accolgono infine121 malati (-8).


II

Primo Piano

Mercoledì 19 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Il virus e l’economia

Medici no vax negli ospedali, il caso finisce in Parlamento Interrogazione del deputato Roger De Menech per chiedere chiarezza sui provvedimenti che sono stati presi dall’Ulss `

L’INTERVENTO BELLUNO Ha superato i confini provinciali la questione dei sanitari contrari al vaccino anti-covid, ed è sbarcata in Parlamento sotto forma di un’interrogazione al ministero della Salute. A depositarla, ieri pomeriggio, è stato il deputato bellunese del Pd Roger De Menech. «Credo fortemente che, al di là dei comportamenti virtuosi dei cittadini, l’unica soluzione per porre fine al disastro della pandemia sia la profilassi vaccinale – ha commentato De Menech – L’aspetto educativo che deriva dall’atteggiamento del personale sanitario è fondamentale. Abbiamo avuto seri problemi nelle case di riposo, vorremo evitare di averceli anche negli ospedali».

L’AZIENDA SANITARIA NON RISULTA AVER PRESO DECISIONI FORMALI E SI TRINCERA: «NO COMMENT»

L’INTERROGAZIONE

I CONTRARI AL VACCINO Sono stati i due ricorsi “no-vax”, depositati al Tribunale del lavoro di Belluno, a catalizzare l’attenzione nazionale sulla provincia ai piedi delle Dolomiti. Nei giorni scorsi è intervenuto sull’argomento anche il virologo milanese Roberto Burioni: «Di nuovo: non è tollerabile avere un primario no-vax (si riferisce a Sergio Bissoli che, nel frattempo, ha deciso di vaccinarsi, ndr). Cacciatelo subito per il bene suo e dei suoi pazienti». Il primo ricor-

so, proposto da 10 operatori socio-sanitari dipendenti di Sedico Servizi e Sersa, è stato rigettato il 19 marzo dal giudice Anna Travia. La stessa sorte è capitata al reclamo (depositato in quell’occasione da 7 oss). Quanto al secondo ricorso si attende la discussione fissata per il 25 maggio. I ricorrenti sono 61 dipendenti dell’Ulss Dolomiti e di 4 case di riposo del territorio (erano 62 ma il primario di Medicina Nucleare di Belluno Sergio Bissoli ha deciso di rinunciare al ricorso e vaccinarsi). Nella lista, spiccano i nomi della dottoressa Federica Zanatta di Cure Palliative, del dottor Cosimo Damiano Smiraglia, dirigente sanitario in Psichiatria (entrambi lavorano a Feltre), e quello di ben 19 infermieri.

DEPUTATO Roger De Menech Partito Democratico

«L’Ulss Dolomiti non sembra aver preso ancora nessun provvedimento nei confronti del personale sanitario non vaccinato – ha scritto De Menech – Nemmeno verso coloro che non solo hanno rifiutato il vaccino per libera scelta ma hanno anche fatto ricorso contro la stessa azienda». L’interrogazione parlamentare si conclude con due richieste. La prima: quanti sono ad oggi i sanitari sospesi dal servizio o affidati ad altra mansione per aver rifiutato, volontariamente,

ULSS Il parlamentare del Pd chiede conto dei provvedimenti presi per sospendere i no vax in corsia di sottoporsi alla vaccinazione contro il covid-19? La media nazionale è di poco superiore al 4% del totale ma in alcune regioni si arriva anche al 15%. Infine, viene chiesto al ministero della Salute se è al corrente dei fatti avvenuti presso l’Ulss Dolomiti e «se intende intervenire urgentemente, per quanto di sua competenza, al fine di fare chiarezza sulla situazione e tutelare tutto il personale e i pazienti nelle strutture sanitarie».

«NO COMMENT» L’azienda sanitaria, interpellata ieri, prosegue con il consueto “no comment”. Con il decreto legge 44 del primo aprile il personale sanitario ha l’obbligo di vaccinarsi (esclusi i soggetti con

patologie importanti). Chi rifiuta di farlo deve essere sospeso dal servizio o spostato di mansione fino al 31 dicembre. «L’esempio del medico che rifiuta il vaccino è devastante – ha sottolineato Roger De Menech – Perché poi il pensiero della gente è questo: se non lo fa il primario, perché devo farlo io? Già abbiamo avuto difficoltà comunicative nel far accettare i diversi tipi di vaccino (vedi AstraZeneca, ndr). Se poi aggiungiamo anche questi dubbi creiamo ancora più confusione tra i cittadini».

QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA Il problema, come si può intuire, va al di là della posizione del singolo medico: «Tutti quelli che mettono in dubbio l’importanza

BELLUNO Mentire è un’arte. Ma non tutti sono in grado di farlo in modo convincente, soprattutto quando a chiedere informazioni sono due militari dell’arma dei carabinieri: «Ah, c’è ancora il coprifuoco? Non ne sapevo nulla». Oppure: «La mascherina? Quando incontro qualcuno metto la mano davanti alla bocca». E ancora: «Sono uscito perché dovevo cambiare il cavallo». Poi ci sono i puritani. Coloro che, a dire una menzogna, proprio non riescono (anche perché gliela si leggerebbe in faccia): «Dove sto andando? – ha ripetuto un uomo tra un singhiozzo e l’altro durante le feste natalizie, quindi in pieno lockdown – Mi ascolti, a casa abbiamo finito la grappa e ne sto andando a prendere dell’altra».

LE REGOLE Il fatto è che non cambia nulla. Che sia una menzogna o una verità, chi non rispetta le misu-

re restrittive varate dal governo per contrastare la diffusione del virus va incontro a delle sanzioni che possono variare da caso a caso. Come stabilisce l’articolo 4 del decreto numero 19 del 2020, qualsiasi violazione dei provvedimenti anti-covid è punita con una multa che oscilla dai 400 ai 3.000 euro, a meno che il fatto non costituisca reato. Tuttavia, “se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo, le sanzioni sono aumentate fino a un terzo”. È previsto uno sconto della sanzione se questa viene pagata entro 5 giorni. I minimi scendono allora tra i 280 e i 560 euro. Ovviamente

1876 SANZIONI: «LA MASCHERINA? QUANDO INCONTRO QUALCUNO METTO LA MANO DAVANTI ALLA BOCCA»

sono previste multe anche per gli esercizi commerciali che non rispettano le disposizioni di chiusura o altre norme anti-contagio. In questo caso si può incorrere, oltre che nella sanzione amministrativa pecuniaria, anche nella chiusura forzata dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, al fine di impedire la prosecuzione o la reiterazione dei comportamenti vietati dalla normativa.

IN PRIMA LINEA In un anno di pandemia, i militari del Norm di Belluno, comandati dal capitano Giorgio Bergamo, ne hanno sentite di tutti i colori. Giustificazioni e scuse inventate all’ultimo momento pur di evitare la sanzione: «Non ho messo la mascherina perché mi irrita la barba»; «Invece io sto per accendermi la sigaretta». Sono talmente tante, le spiegazioni folli, che si potrebbe scrivere un libro. Il 22 marzo, ad esempio, è stato chiuso per 5 giorni il ristorante “Il Piacere”, in via Mezzaterra a

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I CARABINIERI I militari del nucleo operativo radiomobile in prima linea durante l’anno della pandemia

Un anno di scuse improbabili «Non sapevo del coprifuoco» NELLE STRADE

delle vaccinazioni fanno un danno alla collettività. Non serve solo a te che lo fai. Ma a tutti gli altri. Soprattutto a coloro che, causa malattie gravi, non possono vaccinarsi». De Menech tiene a precisare che l’interrogazione non ha lo scopo di punire qualcuno ma di lanciare un messaggio: «Non sono d’accordo con quelli che si attaccano all’aspetto giuridico. È più importante il messaggio che la sanzione. C’è una legge, va applicata. Ma sopra ad essa c’è la necessità di uscire dalla pandemia. E quindi deve esserci un principio di buon senso da parte di tutti, in particolar modo dal personale sanitario che ha il dovere di dare l’esempio». Davide Piol

Belluno, dopo che i carabinieri hanno visto uscire dal locale un cliente ubriaco e senza mascherina. Reggendosi in piedi a fatica ha bofonchiato: «Giuro che non sono andato a bere e nemmeno a mangiare. Dovevo consegnare dei libri alla titolare». L’uomo è stato denunciato per ubriachezza manifesta.

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I FIDANZATINI Più recente invece l’episodio della coppia, lei di Belluno e lui del Cadore, fermata dai carabinieri in una delle strade del capoluogo. La giovane, una Cenerentola dei tempi moderni, aveva dimenticato che in era covid il rintocco della campana non è più a mezzanotte (orario in cui

sono stati controllati) ma alle 22: «C’è un coprifuoco? – ha chiesto ai carabinieri – Non ne sapevo nulla». Verso le 23 di ieri, infine, i militari dell’arma hanno sanzionato due persone residenti a Ponte nelle Alpi (già note alle Forze dell’ordine) ferme all’auto-lavaggio che si trova vicino alla Motorizzazione di Belluno: «Stiamo lavando l’auto» hanno spiegato ai carabinieri, ma non è stata una scusa convincente. Anche se il virus, in provincia, è meno aggressivo rimangono alcune (meno dei mesi scorsi) regole da rispettare. Dal 16 marzo 2020 a domenica scorsa le forze dell’ordine hanno controllato più di 121mila persone. Il risultato sono state 1.876 sanzioni amministrative, 1 denuncia per falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale, 8 denunce per mancato rispetto delle misure di contenimento, 27 denunce per altri reati (legati sempre alle norme anti-contagio). DP © RIPRODUZIONE RISERVATA


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del NordEst

ANNO 135- N° 117

VENEZIA MESTRE

Mercoledì 19 Maggio 2021

Venezia Il prefetto: via il limite del 50% a bordo dei vaporetti

Il lutto Addio a Battiato si è spenta “La voce del Padrone”

Calcio Finale-show di Coppa Italia, la Dea nel destino della Juventus

Cotto a pagina 17

Tamiello a pagina V

www.gazzettino.it

A pagina 20

Nordest in “libertà vigilata”

L’Osservatorio

Zaia, consensi record: 85% Ma Draghi `Friuli e Veneto, conto alla rovescia per il bianco `Da oggi i primi allentamenti: coprifuoco alle 23 ma dovranno migliorare i due parametri-chiave Dal 22 maggio centri commerciali nel weekend lo tallona: 81% L’analisi

Treviso Parla uno dei ragazzi della banda

Pensioni come ottenere dieci anni di “pace” Alberto Brambilla onostante il pressing europeo, delle soluzioni per uscire da Quota 100 se ne parlerà probabilmente in autunno in occasione della legge di Bilancio. Viste alcune imminenti modifiche settoriali in funzione dello sblocco dei licenziamenti, vale però la pena di cominciare a parlarne ora, ancorché sarebbe stato meglio conoscere oggi le regole per il prossimo anno. Va detto subito che la prossima revisione, sia di Quota 100 sia di alcune parti della legge Fornero, dovrebbe garantire almeno per i prossimi dieci anni una “pace pensionistica”, una certezza delle regole senza ulteriori modifiche risolvendo almeno le due questioni principali. Primo: garantire un minimo di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro anche in vista della inevitabile fase di ristrutturazioni aziendali post Covid. Secondo: consentire ai giovani, i contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dopo il 31/12/1995, di avere le stesse regole e gli stessi requisiti di accesso alla pensione degli altri lavoratori, comprese le prestazioni di integrazione (...) Continua a pagina 23

N

Venti giorni all’alba in Veneto, solo due settimane in Friuli Venezia Giulia. È ufficialmente cominciato a Nordest il conto alla rovescia per l’ingresso in zona bianca. Un’attesa che però, come raccomandando i governatori Zaia e Fedriga, non dovrà essere passiva: l’attenzione dovrà rimanere alta per continuare a migliorare i due parametri-chiave (incidenza dei contagi sul totale della popolazione e tasso di occupazione dei letti in ospedale). Da oggi i primi allentamenti: il coprifuoco slitta alle 23. Dal 22 maggio aprono nel fine settimana i negozi nei centri commerciali. Pederiva a pagina 3

Vaccini

Anziani, Veneto ai vertici. Ma manca il 23% della scuola Secondo i report compilati dallo staff del generale Figliuolo, il Veneto è ai vertici tra le regioni italiane per le vaccinazioni a 70enno e 80 enni. Accusa invece qualche colpo a vouto nelle scuole: ancora da vaccinare il 23%. Pederiva a pagina 2

Minacce e pressioni, estorti 370mila euro a don Albino Bizzotto Padova, il fondatore dei “Beati costruttori di pace” defraudato da un gruppo di sinti

`

«Io, ex volontario finito per noia nella babygang» RAID «Lo abbiamo fatto per distrarci». Questo ha spiegato al gip uno dei ragazzi della baby gang di Treviso, con un passato come volontario nella Protezione civile. Pavan a pagina 10

Minacce e pressioni avevano fatto sprofondare don Albino Bizzotto in uno stato di ansia che ne stava minando la salute. E che alla fine l’hanno convinto a presentarsi dai finanzieri, spinto anche dai suoi collaboratori e dalla curia. Sono undici i nomadi che hanno ricevuto una misura cautelare a seguito dell’operazione “Ricatti e bugie” della guardia di finanza padovana. Sono accusati di aver estorto 370mila euro al fondatore dei “Beati costruttori di pace”. Lucchin a pagina 11

Il focus

I ragazzi e la noia di vivere: aumentano i tentativi di suicidio La pandemia sembra aver svuotato di significato la vita di molti giovani. Aumentano i tentativi di suicidio e si abbassa l’età di chi tenta di uccidersi. Arcovio a pagina 7

l Veneto di Luca Zaia e Mario Draghi: potrebbe essere questa l’espressione che meglio racconta i dati pubblicati oggi all’interno dell’Osservatorio sul Nord Est. Secondo le analisi di Demos, infatti, i politici (di gran lunga) più apprezzati dai veneti sono loro, il Governatore e il Presidente del Consiglio: entrambi raccolgono i voti positivi di oltre 8 rispondenti su 10 (rispettivamente: 85 e 81%). Dobbiamo scendere di oltre 20 punti per trovare il nome successivo, ed è quello dell’ex Premier, Conte, che si ferma al 59%. Bacchin e Porcellato a pagina 8

I

Tecnico e garante così il premier ha “conquistato” il Nordest Ilvo Diamanti er la prima volta, dopo molti anni, Luca Zaia, nelle preferenze dei veneti di fronte ai leader nazionali, non è “solo”. È questa la principale novità che emerge dal sondaggio di Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Certo, è sempre primo. Con l’85% di giudizi positivi (superiori a 6) dei cittadini veneti intervistati. Quasi l’unanimità, come avviene da tempo. Un consenso confermato alle elezioni regionali, nel settembre dell’anno scorso, quando è stato ri-confermato con oltre il 76% dei voti (validi). Contnua a pagina 23

P

Il caso

Brooks Brothers

Socio chiede i danni a Claudio Del Vecchio La replica: «Falsità»

Fotovoltaico, 24mila firme contro: c’è anche l’assessore regionale

La famiglia Del Vecchio è accusata di aver «sabotato» potenziali offerte d’acquisto per Brooks Brothers e di aver costretto la catena di abbigliamento maschile statunitense al fallimento per evitare di pagare decine di milioni di dollari all’unico investitore esterno del marchio controllato dalla famiglia italiana. Lo scrive il Financial Times.

Contro il fotovoltaico sui terreni agricoli, campagna promossa da Coldiretti Veneto per sollecitare la legge regionale in materia, sono state raccolte oltre 24.000 firme. Fra queste, anche quella dell’assessore Corazzari, polesano come l’impianto di Loreo da cui è partita la mobilitazione, ma anche titolare della delega all’Urbanistica. La contraddizione ha causato imbarazzo ieri nelle file della maggioranza in Consiglio regionale, dove si è conclusa la manifestazione degli attivisti. Pederiva a pagina 11

A pagina 16 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 D *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE D “I sentieri dell’acqua” + € 7,90

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8

Osservatorio

LA DOMANDA DELLA SETTIMANA Le chiediamo di dare il suo giudizio su alcuni personaggi politici in base al loro comportamento nell’ultimo periodo. Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a...

Nordest Pagina a cura di Adriano Favaro

Mercoledì 19 Maggio 2021 www.gazzettino.it

LA CLASSIFICA DEI LEADER

ZAIA E DRAGHI

I GIUDIZI IN BASE ALL’ORIENTAMENTO DI PARTITO

Le chiediamo di dare il suo giudizio su alcuni personaggi politici in base al loro comportamento nell’ultimo periodo. Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10 a… (valori percentuali di quanti assegnano un voto pari o superiore a 6 - VENETO)

Le chiediamo di dare il suo giudizio su alcuni personaggi politici in base al loro comportamento nell’ultimo periodo. Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10 a… (valori percentuali di quanti assegnano un voto pari o superiore a 6 - VENETO)

Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe in questo momento a… (Valori percentuali di quanti riservano un giudizio pari o superiore a 6 in base all’orientamento di partito - VENETO)

ZAIA DRAGHI Conte Gentiloni Meloni Franceschini Speranza Letta Salvini Bonino Berlusconi Zingaretti Calenda DiMaio Renzi Grillo

85 81 59 54 54 53 52 48 46 45 41 40 39 32

85

PD

97

M5s

Il Veneto di Luca Zaia e Mario Draghi: potrebbe essere questa l’espressione che meglio racconta i dati pubblicati oggi all’interno dell’Osservatorio sul Nord Est. Secondo le analisi di Demos, infatti, i politici (di gran lunga) più apprezzati dai veneti sono loro, il Governatore e il Presidente del Consiglio: entrambi raccolgono i voti positivi di oltre 8 rispondenti su 10 (rispettivamente: 85 e 81%). Dobbiamo scendere di oltre 20 punti per trovare il nome successivo, ed è quello dell’ex Premier, Conte, che si ferma al 59%. Poco lontano si collocano il Commissario Europeo per l’Economia Gentiloni e la leader di Fratelli d’Italia Meloni (entrambi 54%), il Ministro della Cultura Franceschini (53%) e quello della Salute Speranza (52%). Il segretario del Partito Democratico, Letta (48%), e quello della Lega, Salvini (46%), si spalleggiano sotto la soglia della maggioranza assoluta, e poco lontano troviamo anche la storica esponente dei radicali Bonino (45%), il leader di Forza Italia Berlusconi (41%) e il Presidente della Regione Lazio Zingaretti (40%). Chiudono la graduatoria il capo politico di Azione Calenda (39%), il Ministro per gli Affari Esteri Di Maio (32%), il segretario di Italia Viva Renzi (20%) e il fondatore del Movimento 5 Stelle Grillo (14%). Lo sguardo dei veneti sembra dunque inequivocabile e osserva oggi con fiducia tanto Venezia quanto Roma. Rispetto al febbra-

77

71

MAG 2021

FEB 2021

MAG 2021

ZAIA

FEB 2021

DRAGHI

68

Forza Italia

84 90

98

tutto sommato. Tra gli elettori del Partito Democratico, i giudizi positivi su Mario Draghi sfiorano l’unanimità (97%), ma la stessa valutazione raggiunge il 77% per Luca Zaia. I sostenitori di Fratelli d’Italia riservano un plebiscito di gradimento per il loro Governatore (100%), ma in 3 su 4 (75%) apprezzano anche il Presidente del Consiglio. Peculiare è la posizione di chi guarda al Movimento 5 Stelle: pur all’opposizione a Palazzo Ferro Fini e in maggioranza al Governo, i giudizi positivi verso il Presidente della Regione (84%) superano quelli riservati a Premier (68%). Così, il gradimento, ampio e trasversale, riservato oggi al contempo a Zaia e Draghi sembra quasi richiamare quell’Autonomia invocata dalla Regione, ma senza contrapposizione con lo Stato. Natascia Porcellato

e non ci sono leadership forti, non si cresce nei confronti delle idee». È uno dei pensieri di Mario Dalla Tor, una vita in politica: senatore, ex sindaco di Marcon, ex leader sindacalista, ex segretario provinciale di Forza Italia. Come si spiegano consensi così trasversali per Zaia e Draghi? «In Veneto dal ‘46 l’elettorato non è mai cambiato: quello di centro, destra e riformista escluso il partito comunista di allora, il Pd di adesso - è sempre stato il 70%. Le forze di sinistra si sono posizionate su una media del 30%, per cui il voto a Zaia, come poteva essere a Bernini, De Michelis, non è mutato negli anni, sono cambiate solo le sigle dei partiti. Zaia ha avuto un consenso importante perché rappresenta, gestisce il territorio. Il giudizio su Draghi è di una persona capace, che deriva dalla sua esperienza alla Bce e alla Banca d’Italia». Come mai la sinistra “ama” così tanto Zaia? «Si spiega perché l’elettorato del Veneto “è stabile”: ha votato 15 anni Galan e adesso vota, da 15 anni, Zaia. Ricordo anche le attenzioni per Pellicani, Cacciari, De Michelis: figure politiche che possono piacere o meno, ma di spessore, statura, riconosciute da tutti i partiti. Il Veneto guarda alle persone capaci». Come vede i progetti sul futuro del Veneto? «Dopo la Dc, col Psi viene attuato il piano regionale di sviluppo alla fine degli anni ’80. Chi è venuto dopo, Galan e Zaia, hanno realizzato quella visione, ma in trent’anni forse si doveva organizzare qualche strategia nuova che andasse oltre la Pedemontana, la terza corsia, la logistica. Il Veneto adesso ha bisogno di idee forti, deve guardare verso un vero salto di qualità: è la nuova sfida della politica e di qualsiasi leader, locale e nazionale». Filomena Spolaor

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Lega

79

Fratelli d'Italia

75

Altri partiti

78

Incerti, reticenti

80

TUTTI - Veneto

81

Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Maggio 2021 (Base Veneto: 606 casi)

IL SONDAGGIO

«All’elettore piacciono i leader forti»

A LUCA ZAIA

85 81

20 14

A MARIO DRAGHI

93 100 66 80 85 L’Ego-Hub

Il governatore e il presidente del Consiglio sono di gran lunga i politici più apprezzati con oltre l’80% di giudizi positivi anche da parte di chi vota per partiti all’opposizione

Zaia e Draghi, in Veneto un consenso trasversale io scorso, Zaia mantiene intatta la sua quota di gradimento, confermando uno stellare 85%. Nello stesso arco di tempo, Draghi che al momento della precedente rilevazione non era ancora Premier - sale dal 71 all’81%, segnando una crescita di 10 punti percentuali. Neanche la politica sembra di-

vidersi rispetto ai giudizi sui due leader: per entrambi, i valori si mantengono sempre al di sopra del 60% dei consensi. I sostenitori di Forza Italia che stimano Mario Draghi sono il 90%, e il medesimo apprezzamento raggiunge il 98% per il Governatore del Veneto. Tra quanti voterebbero per la Lega, poi, la stima per l’ex Pre-

sidente della BCE si attesta al 79%, mentre quella per Luca Zaia raggiunge il 93%. E fin qui abbiamo visto gli elettorati che si rivolgono a partiti attualmente appartenenti alla maggioranza, sia in Regione che al Governo. Cambiano gli orientamenti in chi è all’opposizione, a Venezia o a Roma? Non molto,

Nota informativa L’Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e il 7 maggio 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1003 persone (rifiuti/sostituzioni: 6940), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d’età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al

Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l’analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra. L’Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.sondaggipoliticoelettorali.it

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L’intervista

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Primo Piano

Mercoledì 19 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Il virus e il Nordest LA CLASSIFICAZIONE VENEZIA Venti giorni all’alba in Veneto, solo due settimane in Friuli Venezia Giulia. È ufficialmente cominciato a Nordest il conto alla rovescia per l’ingresso in zona bianca, che consentirà il pieno ritorno alla vita economica e sociale, fatte salve le misure di protezione quali la mascherina, il distanziamento e l’igienizzazione. Un’attesa che però, come raccomandando i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, non dovrà essere passiva: l’attenzione dovrà rimanere alta per continuare a migliorare i due parametri-chiave della nuova classificazione, vale a dire l’incidenza dei contagi sul totale della popolazione e il tasso di occupazione dei posti-letto in ospedale.

GLI INDICATORI

Zona bianca, ecco la via: i due parametri-chiave e le date delle riaperture È iniziato il conto alla rovescia in Fvg `Incidenza su 100.000 abitanti e ricoveri (dal 1° giugno) e in Veneto (dal 7) per tre settimane, poi l’alleggerimento `

Salute e dell’Istituto superiore di sanità.

Le aspettative sono elevate. «Dovremmo essere già questa settimana con un’incidenza sotto i 50 casi su 100.000 abitanti, ripetuta questa incidenza per tre settimane vuol dire che dal 7 giugno in Veneto saremo zona bianca, sparisce il coprifuoco e si torna, diciamo, alla normalità», ha detto Zaia a “Mattino Cinque” su Canale 5. «Dal 1° giugno il Friuli Venezia Giulia se tutto va bene sarà in zona bianca», ha dichiarato Fedriga a “Radio Anch’io” su Rai Radio 1. Le date sono diverse perché, in base alle regole fissate dal Governo e concordate con le Regioni, occorre che ciascun territorio mantenga appunto per tre settimane consecutive i due principali indicatori stabiliti dal decreto. Nel frattempo restano valide le prescrizioni della zona gialla, come ad esempio il fatto che bar e ristoranti possono lavorare solo all’aperto.

I RICOVERI

LE INFEZIONI

LE IMPRESE

Il primo criterio è dato dal numero delle infezioni ogni 100.000 abitanti, calcolate sui 7 giorni precedenti. Sopra 250 scatterà la zona rossa, fra 150 e 249 l’arancione, fra 50 e 149 la gialla, fino a 49 la bianca. Attualmente il Friuli Venezia Giulia è già a 30,6 (addirittura la provincia di Udine è la migliore d’Italia con 20), mentre il Veneto è a 55, con la prospettiva di scendere ancora per venerdì, giorno di valutazione settimanale da parte del ministero della

ZAIA: «COSÌ SPARISCE IL COPRIFUOCO E TORNA LA NORMALITÀ» FEDRIGA: «SE TUTTO VA BENE CI SIAMO» MA RESTA LA CAUTELA

Il secondo requisito riguarda i ricoveri. Non sarà più preponderante l’indice di contagio per come l’abbiamo conosciuto finora: a contare sarà il cosiddetto “Rt ospedaliero”, per cui la zona rossa comincerà con il 40% di occupazione in area non critica e il 30% in Terapia intensiva, l’arancione fra il 30% e il 39% in area medica e fra il 20% e il 29%

per i pazienti intubati, la gialla rispettivamente sotto il 30% e sotto il 20%. Secondo la rilevazione di Agenas, aggiornata a ieri sera, al momento il Veneto è al 9% nelle due tipologie di reparto, mentre il Friuli Venezia Giulia è al 5% in area non critica e al 9% in Terapia intensiva.

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NELL’ATTESA RESTANO LE PRESCRIZIONI DELLA FASCIA GIALLA PERÒ DAL 22 MAGGIO INIZIANO GRADUALI ALLENTAMENTI

LE NOVITÀ Se la situazione si stabilizzerà su questi valori, a giugno il Nordest potrà finalmente tirare il fiato, a cominciare dallo stop

Minori restrizioni: quanto possono valere per il Nordest VENEZIA Una scossa da miliardi. Il governo allenta le restrizioni, il coprifuoco passa alle 23 e nelle regioni “bianche”, prima il Friuli Venezia Giulia e presto anche il Veneto, potrebbe scattare un ritorno alla vita di prima o quasi. Una svolta positiva per l’economia del Nordest. «Con la riapertura totale della ristorazione al chiuso e all’esterno dal primo giugno si prepara un’estate a tavola da 2,5 miliardi», il calcolo di Coldiretti Veneto riferito a 26mila bar, ristoranti, pizzerie, mille e più agriturismi del territorio regionale. «A beneficiarne sarà l’intero sistema agroalimentare che in Veneto vale 7 miliardi di euro – precisa Daniele Salvagno, presidente regionale dell’organizzazione -. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta il principale canale di commercializzazione e

un veicolo fondamentale per promuovere i prodotti tipici». «Nei prossimi due o tre mesi questa riapertura potrebbe valere 1,5 miliardi come aumento di giro d’affari e quindi di Pil - prevede Paolo Zabeo della Cgia di Mestre -, stimiamo dai 10 ai 12 miliardi in tutta Italia. È chiaro che è ossigeno soprattutto alle attività rimaste chiuse e semi chiuse per mesi: ristorazione, matrimoni, manifestazioni sportive, eventi. Ma bisogna mantenere gli aiuti fino a fine anno perché hanno subito una crisi pesantissima». C’è ottimismo anche tra gli albergatori. «A regime il nostro settore vale 8 miliardi di fatturato diretto stimato e 200mila dipendenti in tutto il Veneto. Sui 3 mesi estivi che potrebbero essere beneficiati dalla fine delle restrizioni (giugno-luglio e agosto) siamo sui 2 miliardi e almeno 100mila posti di lavoro con 4.500 alberghi che riprendono l’attività», avverte Massimiliano Schiavon, presi-

anticipato al coprifuoco (che già adesso è stato posticipato alle 23, mentre dal 7 giugno slitterà a mezzanotte e dal 21 giugno sparirà). La novità si inserirà in un calendario di progressivi alleggerimenti, che vale la pena di ricordare. Dal 22 maggio aprono nel fine settimana i negozi nei centri commerciali e gli impianti di risalita in montagna. Dal 24 maggio tornano operative le palestre. Dal 1º giugno via libera alle consumazioni nei bar e nei ristoranti, anche al chiuso, dalle 5 alle 18, nonché alla presenza del pubblico negli eventi sportivi (fino a 1.000 spettatori all’aperto e a 500 al chiuso). Dal 15 giugno ok alle feste al chiuso, così come ai parchi tematici e di divertimento. Dal 1° luglio ripartenza di piscine coperte, centri benessere, culturali, sociali e ricreativi, sale giochi e scommesse, corsi di formazione pubblici e privati. Angela Pederiva

PRESIDENTE DELLA REGIONE Luca Zaia indossa la mascherina: la precauzione resta anche in zona bianca

con quanti e quali passeggeri? Il superbonus edilizio come funzionerà? In ogni caso questi allentamenti fanno morale. E stiamo registrando già qualche segnale d’ottimismo dalle imprese ma c’è una nuova grande incognita: l’aumento delle materie prime». dente di Federalberghi Veneto: «Le imprese sono caute, ma i segnali sono buoni, le prenotazioni arrivano. Tra fine maggio e giugno, inoltre, inizieranno anche la vaccinazioni a tappeto degli addetti del turismo. Restano nodi sulla comunicazione riguardo il green pass: non è chiaro se e come verrà rilasciato, se avrà dei costi a carico dell’utente oppure no. In ogni caso i mille alberghi della costa veneta hanno pianificato le riaperture tra il 20 e il 28 giugno». «Sono convinto che nei primi giorni di giugno ci sarà un rimbalzo importante in termini di fatturato. Se ne gioveranno le strutture ricettive ancora chiuse, i negozi d’abbigliamento e quelli nei centri commerciali - spiega

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Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto - ma non torneremo come prima. La gente ha voglia di socializzare, ma la paura in certe fasce d’età continuerà, in tanti poi si sono abituati a comprare online». «Ci saremo aspettati qualcosa di meglio dal governo. Ci sono ancora dei limiti assurdi, per esempio quello sui ristoranti: se uno è vaccinato o ha avuto il Covid perché non può mangiare e bere il caffè dentro al banco? Il coprifuoco alle 23 o a mezzanotte cosa cambia per il virus? Alzare l’orario avrebbe fatto bene soprattutto per l’arrivo dei turisti stranieri - osserva Mario Pozza, presidente Unioncamere Veneto -. E poi ci sono ancora tante incertezze. L’aeroporto di Treviso apre il 2 giugno ma

SPETTACOLI «Lo stop al coprifuoco in Veneto vale oltre 20mila posti di lavoro nel settore degli spettacoli sottolinea Uecoop - e oltre 300mila a livello nazionale con cinema, teatri, sale da concerto e altri locali che potranno allungare gli orari». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

CGIA: NEI PROSSIMI DUE-TRE MESI 1,5 MILIADI DI ENTRATE IN PIÙ. SCHIAVON: LAVORO PER CENTOMILA ADDETTI NEGLI ALBERGHI


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