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ECONOMIA
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XI
Mestre
MARIA ROSA PAVANELLO (MIRANO): «SIAMO SORPRESI PER LA TOTALE MANCANZA DI COINVOLGIMENTO»
L’ANTICIPAZIONE Cav sta studiando l’arretramento della barriera e un nuovo asse per i mezzi pesanti
Venerdì 28 Maggio 2021 www.gazzettino.it
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Casello a Vetrego, rivolta dei sindaci I primi cittadini della Riviera del Brenta e del Miranese `«I contenuti dell’accordo su Porto Marghera andranno chiedono un incontro urgente sul progetto autostradale ad impattare sui nostri territori, ma non ci è stato detto niente» `
che andranno ad impattare, se non addirittura a coinvolgere i territori da noi rappresentati, si chiede urgentemente un incontro congiunto». Il tutto firmato dalla presidente dei sindaci della Riviera, Federica Boscaro, e dalla sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello per il Miranese, mentre il sindaco di Pianiga, Federico Calzavara, si è mosso direttamente con Cav per avere un confronto immediato con la presidente Luisa Serato.
GRANDI OPERE MESTRE Quando hanno aperto Il
Gazzettino non ci volevano credere. Ma come, il casello di Villabona spostato tra Cazzago e Vetrego e il progetto di un nuovo asse per i mezzi pesanti a fianco dell’autostrada per far arrivare camion e Tir fino a Porto Marghera, senza nemmeno se non una comunicazione ufficiale - almeno una telefonata? E così i diciassette sindaci della Riviera del Brenta e del Miranese hanno iniziato a scambiarsi via WhatsApp lo screenshot dell’articolo e le loro considerazioni arrivando, nel giro di un paio d’ore, a firmare tutti insieme una lettera per chiedere un incontro urgente e un chiarimento a tutti i firmatari del Protocollo d’intesa siglato martedì da Regione Veneto, Città Metropolitana, Comune di Venezia, le ferrovie di Rfi, Autorità portuale e Cav, la società dell’autostrada che sta già lavorando al progetto di cui i primi cittadini di Riviera e Miranese non sapevano nulla.
LA LETTERA
«Abbiamo appreso dagli organi di stampa della firma di questo protocolo d’intesa che prevede, tra le altre cose , l’arretramento della barriera di Villabona e la realizzazione di una nuova viabilità dedicata allo scalo portuale e all’area industriale di Porto Marghera - scrivono la Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta e quelli dell’Unione del Miranese -. Dato che i nostri enti non sono a conoscenza di tale prospettiva e non conoscono in alcun modo i contenuti di questo protocollo
LETTERA CONGIUNTA DEI 17 COMUNI DEI DUE COMPRENSORI A REGIONE, CITTÁ METROPOLITANA, PORTO E VENEZIA
LA CONFERMA
Insomma, una reazione immediata (e anche prevedibile, visto che anche negli anni scorsi, ogni qual volta si ventilava l’ipotesi di spostare il casello di Villabona, si è scatenata la bufera) che la sindaca Pavanello di Mirano giustifica “per la mancanza totale di coinvolgimento”, in particolare da parte del Comune di Venezia e della Città Metropolitana. Eppure il protocollo d’intesa, ai punti 11 e 12 delle premesse d’accordo, è chiarissimo: “Cav, concessionaria del Ministero delle Infrastrutture (...) è interessata all’efficienVILLABONA Il casello di Marghera verrebbe trasferito poco prima del Passante, tra Vetrego e Cazzago, liberalizzando l’autostrada tamento dell’accesso all’area portuale, in quanto il traffico ivi diretto rappresenta uno dei Nel protocollo d’intesa gli scenari di sviluppo principali fattori di criticità per la tangenziale di Mestre e le aste di collegamento di tale infrastruttura a Mestre e a Marghera. Cav ha in corso di elaboMESTRE Ci sono i trasporti ancora: “Il potenziamento del ambientale sulle aree del Protocollo dovrà trovare razione una proposta di collegaanche anche in ambito “multimodali” (su gomma e su terminal Autostrade del Mare, comprensorio più prossime a mento autostradale - il cosiddetcomunitario) movimentano rotaia) per Porto Marghera la realizzazione di un nuovo quelle urbanizzate”. Si to “ultimo miglio stradale - al ferro differenti tipologie ma, soprattutto, nel Protocollo terminal container nell’area prevede quindi la Porto di Venezia”. E poi arriva merceologiche: prodotti si delineano gli scenari di Montesyndial e realizzazione di una nuova la prova provata: “Tale proposiderurgici (nel 2020 circa il sviluppo futuro di una l’insediamento di nuovi stazione merci intermodale sta comprende anche lo spostabella fetta dell’ex area terminal vedranno nella “Penisola della Chimica”, 57% in peso del traffico mento della barriera autostraindustriale. “La spostarsi a sud il a servizio delle aree di maggior complessivo), energetici (19%), dale di Venezia-Mestre dall’atagroalimentari (14%), chimici Regione del Veneto e baricentro dei sviluppo del Porto di Venezia tuale posizione, al km 1+750 del(7%) e semirimorchi e il Comune di Venezia traffici portuali. Tale sulla dorsale sud-ovest. Ed è la A57 (cioè tra Cazzago e Vetrecontainer (2%), e altre merci riconoscono Porto spostamento, già in infatti proprio a sud, in go, ndr.), intervento indispensa(1%) servendo il sistema Marghera quale uno atto, sommato connessione con la rotatoria bile a limitare le interferenze produttivo padano e il dei principali nodi all’andamento dei della Romea, che é prevista la con il futuro svincolo autostracentro-est Europa. logistici del territorio e, traffici ferroviari nuova “porta” di accesso al dale e di cui si terrà conto nella Attualmente i volumi di pertanto, condividono la dell’ultimo decennio, Porto per Tir e camion in progettazione di fattibilità”. Insomma, la conferma che una necessità di garantire il richiede lo sviluppo di arrivo dall’autostrada, mentre traffico i volumi di traffico si miglioramento dello scalo sia interventi infrastrutturali, via ferro i raccordi del Porto di attestano su circa 100 treni alla bozza di progetto c’era già, ma i settimana in prevalenza sindaci di Riviera e Miranese sotto l’aspetto dell’efficienza gestionali e tecnologici in Venezia (per i quali ci nazionali, ma con un 25% non ne sapevano nulla. gestionale che della dotazione grado di rispondere alla vorranno super-investimenti diretto oltreconfine. (f.fen.) Fulvio Fenzo infrastrutturale” si legge nelle domanda di trasporto e di che il gruppo di lavoro © RIPRODUZIONE RISERVATA premesse dell’accordo. E ridurre la pressione congiunto costituito con il © RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla chimica alla logistica, così cambierà l’area industriale
Stabilimento a Dese La Cgil chiede garanzie
Altolà ad Amazon: «No allo sfruttamento» L’ALLARME MESTRE «I depositi previsti di
Amazon a Dese, come quelli di Roncade e Casale sul Sile, avranno ricadute notevoli sulla nostra economia. È necessario un confronto urgente». La richiesta è arrivata ieri dalla Camera del Lavoro veneziana e dalla Filt Cgil, dopo un analogo allarme lanciato dalle segreterie trevigiane che hanno già chiesto l’apertura di un tavolo in vista dei progetti della multinazionale del commercio on line nei due Comuni comunque vicinissimi alla provincia di Ve-
nezia. «Riteniamo - scrivono la Cgil metropolitana e Filt - che serva aprire un confronto urgente rispetto al progetto di nuovi insediamenti di Amazon nel Comune di Venezia». In merito al deposito di smistamento che dovrebbe aprire a Dese in
IL SINDACATO: «SERVE LAVORO DI QUALITÁ. CON I NUOVI DEPOSITI RICADUTE SULL’ECONOMIA E SUL TERRITORIO»
autunno, il sindacato mette le mani avanti chiedendo che si concretizzi subito una “contrattazione di anticipo” al fine di garantire lavoro di qualità, stabilità occupazionale, applicazione corretta dei contratti di lavoro e garanzie che riguardino tutta la filiera che si determinerà con l’arrivo di Amazon. «Non saremo disposti ad accettare quanto abbiamo visto in altri territori dove sono emerse condizioni di lavoro inaccettabili, sia per i lavoratori diretti che in appalto - attacca la Cgil -. Siamo ovviamente convinti che proprio in questa crisi economica servano nuovi posti di lavoro
e per questo nuove opportunità occupazionali sono positive, ma si devono scongiurare condizioni di lavoro disagiate, contratti a breve termine spesso non rinnovati, un altissimo tasso di turn-over o l’ostilità alla presenza del sindacato». Amazon sta costruendo sugli 11 ettari di Dese, a due passi dalla tangenziale e in collegamento con le strade che portano nei centri urbani, un centro di smistamento da dove partiranno le consegne finali ai clienti che dovrebbe essere pronto fra circa quattro mesi. «Riteniamo anche urgente che il Comune di Venezia chiarisca la compatibi-
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CANTIERE L’area di Dese dove sorgerà il centro di Amazon
lità con la viabilità e la salvaguardia ambientale per i residenti - riprende il sindacato -, viste anche le preoccupazioni dei cittadini di quell’area e le dichiarazioni di rappresentanti istituzionali. Per tutte queste ragioni le Istituzioni devono ren-
dersi protagoniste di un tavolo di confronto urgente che metta al centro la qualità del lavoro, il rispetto dei diritti contrattuali e sindacali, nonché la compatibilità ambientale di questi nuovi insediamenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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JesoloMeoloEracleaMusile
Venerdì 28 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Autostrada del Mare, la Regione pronta ad aprire le buste solo con la possibilità di prose-
ormai sono passati dieci anni
giorni scorsi il Nucleo per la valutazione degli investimenti pubblici della Regione ha approvato l’atto convenzionale e schema di contratto che recepisce le modifiche normative nel frattempo intervenute. Il percorso ora dovrebbe concludersi nelle prossime settimane per concretizzarsi con la verifica della Regione della volontà da parte degli offerenti di confermare le proposte fatte al momento del bando visto che
«Siamo ormai all’ultimo miglio – dice l’assessore regionale al Bilancio, Francesco Calzavara per questa lunga vicenda che speriamo possa trovare dei soggetti attuatori capaci di dare una risposta attesa da decenni. Sarà fondamentale iniziare un dialogo anche con i comuni attraversati dal nuovo tracciato, con i quali credo sia doveroso avere un approccio collaborativo e comprensivo di eventuali disagi
`Approvato lo schema guire a Cavallino-Treporti. Nei dalla presentazione delle offerte.
di contratto aggiornato alle nuove norme JESOLO/MEOLO Un ulteriore passo in avanti per l’apertura delle offerte legate alla realizzazione dell’Autostrada del Mare. Si tratta della strada a scorrimento veloce che unirà il casello di Meolo al litorale di Je-
creati da questa importante infrastruttura per l’economia del Veneto orientale». Fiducioso il sindaco Valerio Zoggia: «Ci auguriamo – commenta – che questa sia davvero la volta buona e che si possa arrivare a breve all’apertura delle buste. Anche di recente c’è stata la conferma della necessità di avere una simile infrastruttura, utile per gli ospiti ma anche per i residenti. Per restare competitivi a livello internazionale sarà indispensabile realizzare quest’opera che sarà utile
anche agli altri comuni del litorale». La “Via del Mare” sarà una superstrada lunga circa 20 chilometri e collegherà il casello autostradale di Meolo sulla A4 alla rotonda Frova di Jesolo. Circa un anno fa il Cipe approvato a giugno scorso lo “schema di convenzione” del project financing che sosterrà la realizzazione dell’opera. In fase di valutazione anche la possibilità di far proseguire l’Autostrada da Jesolo al ponte di Cavallino. (G.Bab.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
A MEOLO L’uscita del casello
Laguna di Mort ripulita: c’erano 800 chili di rifiuti `All’opera
i volontari di Legambiente assieme al Vegal ERACLEA
LA CARICA DEI PRECARI Oltre 400 candidati ieri al PalaInvent hanno svolto la prima prova del concorso per tre posti in Comune a Jesolo
In 400 al concorso comunale per “contendersi” 3 posti fissi
Oltre 800 chili di rifiuti per un totale di 70 sacchi raccolti da 50 volontari. È il bilancio della giornata “Ripuliamo il litorale!” organizzata domenica scorsa alla Laguna del Mort dal Vegal, Agenzia di Sviluppo del Veneto Orientale, con Legambiente Veneto Orientale e col patrocinio del Comune. L’iniziativa ha aperto un ciclo di eventi nell’ambito del Progetto Europeo “Engreen”. I volontari si sono concentrati soprattutto nei camminamenti interni della pineta e dove giungono i rifiuti dal mare. Scarpe, bottiglie di vetro e di plastica, lattine, involucri di caramelle, fazzoletti, patatine e altri alimenti, mozziconi di sigarette e oggetti di plastica di
vario tipo sono stati raccolti nella mattinata. Ma anche rifiuti di volume molto ingombrante, tra cui un copertone, un boiler, diverse selle di biciclette e una boa restituita dal mare. «Il progetto europeo Engreen – spiega Cinzia Gozzo di Vegal - mira a valorizzare le aree umide, le aree protette, iniziative come questa servono da un lato a preservare il patrimonio paesaggistico, dall’altro a diffondere la coscienza ambientale necessarie per tutelare zone del nostro territorio davvero fragili dove l’ecosistema sopravvive se noi per primi facciamo la nostra parte». Presenti all’iniziativa anche il vicesindaco Luca Zerbini e l’assessore Elena Bottacin: «È stata una giornata importante per Eraclea – hanno ribadito – mantenere pulito l’ambiente è un dovere di tutti, per questo ringraziamo Vegal, Legambiente e tutti i volontari che ci hanno permesso di realizzare questa iniziativa». G.Bab. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ieri mattina tutti in coda al PalaInvent `Protocollo rigido e prova scritta scaglionata muniti di tampone e mascherina fp2 per i contratti da istruttore amministrativo `
JESOLO I primi si sono presentati di fronte al PalaInvent con quasi un’ora di anticipo. Giusto il tempo per un’ultima ripassata veloce, alternata a due chiacchiere nel tentativo di smorzare la tensione. Con il passare dei minuti si aggiunti tutti gli altri, mentre gli ultimi sono arrivati giusto in tempo per l’appello. Sono i partecipanti del “concorsone” indetto dal Comune di Jesolo per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di tre istruttori amministrativi contabili, categoria C. Si tratta di uno dei primi concorsi pubblici della provincia dopo il lockdown, per il quale ieri è stata effettuata la prova scritta.
L’OBIETTIVO DELLA VITA
In netta maggioranza le donne, la quasi totalità degli iscritti proveniva dal Veneto e in particolare dai Comuni limitrofi e con un’età media di circa trent’anni. Poche le persone più adulte, con alle spalle più concorsi. In ogni caso tutti avevano il sogno del posto fisso e, visti i tempi, meglio se nella pubblica amministrazione. Sulla carta gli iscritti sono stati 449, ma alla fine qualche defezione dell’ultimo momento c’è stata. Per garantire il rispetto del distanziamento, i concorrenti sono stati divisi in tre turni: il primo è iniziato alle 9, il secondo alle 11.30 e terzo alle
14.30, con blocchi di 150 candidati divisi in base all’ordine alfabetico. Quasi tutti sono arrivati da soli, pochi quelli che si sono fatti accompagnare dai genitori, parenti o amici rimasti comunque più defilati nell’attesa che la prova terminasse.
IL PROTOCOLLO
Rigorose le regole messe in atto dall’ufficio Risorse umane
del Comune: tutti i candidati prima di accedere al Palazzo del Turismo hanno dovuto esibire l’esito di un tampone molecolare o antigenico negativo effettuato nelle quarantotto ore antecedenti al concorso, consegnando anche un’ulteriore certificazione che attestava il compimento del test. E proprio questo potrebbe essere tra i motivi delle rinunce dell’ultima ora. Obbligatorio,
Jesolo
Premio nazionale intitolato a Giacchetto Un premio nazionale dedicato al mondo della notte. Per ricordare Renato Giacchetto, l’imprenditore jesolano, gestore di molte discoteche, compresa la storica Alla Villa, scomparso qualche settimana fa all’età di 72 anni. A essere ricordato sarà anche il suo impegno di una vita: quello di fare crescere, valorizzandolo, il mondo del divertimento notturno. Un’idea partita da ViviJesolo, il free press di Jesolo che sarà media partner dell’evento, che sta prendendo forma, condivisa con la famiglia e fatta propria dal Silb-Confcommercio, l’associazione che riunisce tutte le discoteche e i locali notturni d’Italia, con l’appoggio del Comune di Jesolo. Non sarà un “memorial” ma, piuttosto, uno strumento per valorizzare
le figure professionali che ruotano attorno al settore, quelle stesse figure per le quali Renato ha lavorato nella sua lunga attività sindacale all’interno del Silb: dagli imprenditori ai dj. Sede del premio sarà, ovviamente Jesolo, con un importante evento a fine estate. «Il grande consenso – dice il sindaco Valerio Zoggia - che si è raccolto attorno alla proposta di creare un premio nazionale rivolto al settore dell’intrattenimento, trova anche il pieno sostegno dell’amministrazione comunale. Il contributo che Renato ha portato a Jesolo è riconosciuto ancora oggi, siamo i primi a sostenere la fattibilità di intitolargli uno spazio della nostra città». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ovviamente, l’uso della mascherina fornita dall’organizzazione che ai partecipanti ha consegnato un modello di Fpp2 a tutti i partecipanti. Superate le formalità burocratiche, tra identificazione e consegna di certificati, i partecipanti sono potuti entrare: la prova si è svolta nell’atrio d’ingresso, con i tavoli distanziati. 45 i minuti necessari per rispondere alle 30 domande con risposta multipla, un tempo ritenuto idoneo anche per garantire la necessaria sanificazione del “foyer” tra una prova e l’altra.
I COMMENTI
All’uscita tutti si sono detti soddisfatti e hanno elogiato l’organizzazione. «La fase di identificazione – dicono alcune ragazze – è stata veloce, non ci sono stati intoppi o perdite di tempo. Nulla è stato lasciato al caso». Sempre all’uscita in molti hanno evidenziato che il tempo messo a disposizione dalla commissione per completare la prova era sufficiente: «Il tempo a disposizione era corretto – racconta uno jesolano – ora attendiamo i risultati». Nei prossimi giorni nel sito istituzionale del Comune verranno pubblicate le graduatorie e nei primi giorni di giugno verranno fissate le prove orali. La graduatoria finale sarà valida per 3 anni e potrà essere usata anche da altri Comuni. Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA SCORSA I volontari che hanno pulito la Laguna di Mort
Telecamere in tutto il territorio per scoraggiare la criminalità MUSILE Un ulteriore potenziamento del sistema di videosorveglianza a Musile. Nove telecamere arriveranno entro fine estate in città. Strumenti di ultima generazione, grazie a un bando regionale a cui il Comune ha partecipato nei mesi scorsi. I nuovi dispositivi si aggiungono agli attuali 48 dislocati tra centro cittadino e frazioni. Le nuove telecamere saranno posizionate in via San Giovanni, in via Martiri, nell’area verde di via Bellini, in via 29 aprile, ai giardini di via Montagner e agli impianti sportivi; a Croce verranno installate nel parco scuole di via Simionato, nei pressi della chiesa e vicino alla scuola Tito Acerbo in via Bosco. «Se sommiamo le nove in arrivo- precisa il sindaco Silvia Susanna - arriveremo ad avere ben 57 dispositivi
in totale, ottenuti grazie a fondi comunali e alla partecipazione a bandi statali e regionali, nonché all’adesione del Protocollo d’intesa sulla sicurezza siglato con la Prefettura di Venezia e la costituzione del Distretto con San Donà di Piave e Noventa. Nel 2008 ne avevamo solo 5, di cui una anche da sostituire. Negli anni abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo risultato: la sicurezza è un tema a cui siamo molto sensibili e in questo senso le videocamere sono un deterrente utile per la microcriminalità e non solo. Possono essere determinanti per la ricostruzione di un incidente e soprattutto rappresentano un valido aiuto per tutte le forze dell’ordine. A questi strumenti tecnologici si aggiunge l’operato della nostra polizia locale e una pattuglia di vigilanza privata notturna».(E.Fur.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Portogruaro
IL SINDACO FAVERO «L’AREA DIVENTERÀ PIÙ APPETIBILE: PENSO ANCHE A UNA TORRE PER START UP E SERVIZI DEL MANDAMENTO» Venerdì 28 Maggio 2021 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Ex Perfosfati, ecco altri 3,7 milioni `Il nuovo intervento partirà entro l’anno mentre si cercano Con fondi della Regione si proseguirà con la bonifica dei terreni contaminati dalla presenza di ceneri di iprite altri 5 milioni per procedere con la staticità dei capannoni `
PORTOGRUARO Per proseguire con la bonifica dell’ex Perfosfati l’amministrazione comunale ha centrato l’importantissimo obiettivo di ottenere dalla Regione un finanziamento di 3 milioni e 734mila euro, per la messa in sicurezza dell’ultima area dell’ex stabilimento portogruarese in cui sono ancora presenti nel terreno le ceneri di pirite.
RISULTATO E OBIETTIVI L’ottenimento del contributo è stato possibile grazie a un bando per le bonifiche ambientali di siti inquinati, che metteva a disposizione in totale 10 milioni di euro. Con i fondi regionali che arriveranno nelle casse del Comune si interverrà in particolare nella cosiddetta “Area Laghetti”, 11mila metri quadrati a sud dei capannoni, in cui sono presenti le ceneri di pirite fino a due metri di profondità. L’intervento prevede a grandi linee l’asportazione dei terreni contaminati nelle aree con minore profondità di contaminazione e la realizzazione di un diaframma e rivestimento superficiale a sconfinamento delle aree maggiormente interessate in profondità.
SODDISFAZIONE «Essere destinatari di più di un terzo del finanziamento a bando – commenta il sindaco Florio Favero – riconosce la valenza regionale del nostro progetto, che consentirà di chiudere la partita della bonifica dell’ex Perfosfati e di rendere più funzionale un ambito strategico per tutto il mandamento e oltre. Gli uffici comunali hanno correttamente presentato l’istanza alla
Regione, che sta riconoscendo alla Venezia orientale, attraverso la legge 16, un ruolo sempre più importante. Ringrazio in particolare l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, per la disponibilità e grande attenzione riservata a Portogruaro».
Traghetto dall’Isola dei Pescatori a Bibione
I PROSSIMI PASSI Entro giugno, dopo l’affidamento di un incarico tecnico per il quale sono già disponibili le risorse, dovrebbe iniziare la caratterizzazione del terreno e la fase di progettazione. Le opere di bonifica saranno avviate invece entro fine anno e concluse entro il 2022. Verrà completata la bonifica dell’intero ambito, i cui costi avevano tra l’altro reso vano ogni precedente tentativo di vendita delle aree.
CAORLE
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IL FUTURO «Ora – conclude il sindaco – andremo alla ricerca dei 5 milioni necessari alla staticità sismica dei capannoni: il progetto di riconversione è inserito nell’Intesa programmatica d’area della Conferenza dei sindaci della Venezia orientale; potrebbe anche essere rivisto se si dovessero prospettare altri percorsi di finanziamento. Prevede la realizzazione di una torre da 60 metri, che sostituisca simbolicamente la vecchia ciminiera e ospiti all’interno attività pubbliche di ambito sovracomunale quali la sede dei Comuni del mandamento, il Giudice di Pace e start up. Nei capannoni si potrebbe realizzare un anfiteatro all’aperto per grandi eventi musicali e teatrali e un centro intermodale a sostegno del turismo, dove poter anche noleggiare veicoli elettrici». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
A PORTOGRUARO L’amministrazione Favero ha progetti ambiziosi per l’area dell’ex Perfosfati
Portogruaro e Cinto Caomaggiore
Parco del Lemene e del Reghena, la nuova convezione slitta Slitta ancora il rilancio del Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto. Il consiglio ha approvato la delibera che rinvia a fine anno la scadenza della convenzione tra il Comune di Portogruaro, di Cinto Caomaggiore e Città Metropolitana con cui è stato istituto il Consorzio di gestione del Parco. La prima convenzione risale al 2009. Allo scadere dei 10 anni si era deciso di rivederne lo statuto ma anche di verificare la possibilità di ricorrere all’adozione di nuovi e diversi
strumenti di gestione. Nel 2019 è stata così deliberata la proroga di due anni, funzionale sia all’adozione del Piano Ambientale che al rinnovo delle amministrazioni locali. La pandemia ha rallentato tutto. «La nuova convenzione sarà semplificata. Entro l’estate - ha garantito l’assessore all’Ambiente Pietro Rambuschi - verrà posta all’attenzione del consiglio». La proroga, con qualche puntualizzazione, è stata approvata all’unanimità. «I parchi – ha detto il capogruppo
Danni ai vigneti, lettera a Roma SAN MICHELE AL T. Distrutto il vigneto Doc del Lison-Pramaggiore, a rischio decine di aziende agricole. La violenta grandinata che si è abbattuta sul Portogruarese nei giorni scorsi, in particolare tra le campagne di Portogruaro e Pramaggiore ma anche più a est nel Sanmichelino, ha raso al suolo i vigneti, tanto che i tecnici inviati da Coldiretti stiamo perdite tra il 70 e l’80%. «Vanno pensati nuovi strumenti per velocizzare e rendere certi i risarcimenti agli agricoltori che subiscono danni dal maltempo». Lo ribadisce in una lettera l’assessore alle attività produttive del Comune di San Michele-Bibione Annalisa Arduini inviata al ministro delle politiche agricole Patuanelli. «Ormai gli eventi climatici avversi fuori stagione sono diventati qualcosa di ordinario scrive l’assessore Arduini - un esempio concreto le grandinate e le abbondanti precipitazioni fuori stagione che si sono abbattute sui campi dei territori del Portogruarese e Sanmichelino che hanno causato ingenti dan-
del centrosinistra, Marco Terenzi - sono un driver formidabile dal punto di vista naturalistico e dell’attrattività turistica. Dobbiamo mettere in atto un pensiero su come valorizzare questo parco». Il timore di Riccardo Rodriquez è di ridurre il progetto a una semplice convenzione intercomunale, timore in parte condiviso dalla Lega. La proroga verrà discussa proprio oggi anche dal Consiglio metropolitano. (t.inf.)
Servizio navetta tra Caorle, Vallevecchia e Bibione: si parte domani. Dopo alcune fasi sperimentali, si arriva finalmente all’avvio di questo importante servizio per gli ospiti di Caorle che permetterà di conoscere l’oasi naturalistica di Vallevecchia e arrivare fino alla vicina spiaggia di Bibione. Il servizio sarà attivo tutti i giorni fino al 3 ottobre con due corse di andata e due di ritorno, per un massimo di 40 persone con bici al seguito. Dal 4 ottobre all’1 novembre il servizio sarà garantito nelle sole giornate di sabato e domenica. L’imbarcadero a Caorle si trova nell’Isola dei Pescatori e il costo per la tratta singola fino a Vallevecchia sarà di 3 euro, 5 euro per l’andata e ritorno. La corsa da Caorle a Bibione avrà un ticket di 6 euro per la sola andata o di 10 euro per l’andata e ritorno. Viaggeranno gratis i bambini sotto al metro di altezza. «Vogliamo che i nostri ospiti scoprano il nostro entroterra ricco di eccellenze enogastronomiche e di paesaggi mozzafiato – spiega l’assessore al turismo Alessandra Zusso - vivendo vacanza in tutta sicurezza, immersi nella natura». (r.cop.)
APPELLO AL MINISTRO Lo firma l’assessora Annalisa Arduini
ni. Bisogna fare in modo di accelerare le operazioni di sblocco dei contributi. I nostri imprenditori agricoli rappresentano una risorsa e ben lavorano per garantire prodotti di eccellenza sui mercati». Sui danni è intervenuto anche Andrea Pegoraro presidente Coldiretti Pegoraro: «Da Oderzo a Bibione, da Pramaggiore ai comuni limitrofi i danni sono stati consistenti e ancora in fase di stima. L’80% ha colpito la vite mentre sul seminativo in modo più leggero. È fonda-
mentale assicurarsi e continuare a fare gioco di squadra con gli amministratori locali a sostegno del mondo agricolo». Secondo Coldiretti la stima dei danni potrebbe superare già il milione di euro, ma solo a settembre si potrà avere un quadro più preciso. Fondamentale sarà il meteo estivo. «Il caldo farà la differenza - spiegano da Coldiretti - Abbiamo inviato i nostri tecnici con i colleghi di Condifesa per accertare la situazione. I vigneti hanno subito danni importanti. Tutto questo andrà inevitabilmente a influire sulla produzione con un calo importante del prodotto. Il caldo farà qualche differenza, ma il danno è enorme». Ora sono in bilico diverse aziende agricole a conduzione famigliare. «Le cantine più grosse si sono assicurate - spiegano da Coldiretti - Le più piccole, che rappresentano il tessuto del territorio, invece hanno perso davvero tutto. Per loro è un problema enorme. Oramai bisogna lavorare con la speranza di riuscire ad arrivare al raccolto, altrimenti si deve puntare solo sull’assicurazione». Marco Corazza
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ATTUALITÀ
VENERDÌ 28 MAGGIO 2021 LA NUOVA
Coronavirus: il rischio sanitario
Venezia, un bollino “Covid free” per gli hotel Gli albergatori dell’Ava: «Come in sanità vogliamo sospendere dal lavoro i dipendenti che rifiutano di vaccinarsi» VENEZIA
Un bollino “Covid-free” per gli hotel di Venezia. La proposta porta la firma dell’associazione Veneziana Albergatori (Ava) che si prepara a dialogare con le organizzazioni sindacali per favorire la totale vaccinazione dei lavoratori delle strutture alberghiere. Al tavolo, che riunirà le associazioni di categoria di albergatori e ristoratori, gli enti bilaterali per il turismo e i sindacati, siederà Daniele Minotto (vicedirettore Ava). Come capitato per gli operatori sanitari, anche in questo caso il nodo da scioglie-
re riguarderà gli scettici del vaccino. Per loro, il trattamento potrebbe essere lo stesso: demansionamento e tagli alla paga. Tema caldo, come dimostrato dalle recenti manifestazioni degli operatori sanitari che non intendono sottoporti alla puntura. “Vogliamo introdurre dei vincoli a privacy e libertà per quanto riguarda le scelte sanitarie di chi lavora a contatto con il pubblico, andando verso una sorta di obbligo vaccinale” spiega Minotto. Dal primo giugno si apre la vaccinazione a categorie che hanno un rapporto diretto con il cliente. “Il turismo è quindi
una categoria prioritaria e questa fase può essere decisiva per dare una spinta a un settore che ha l’urgenza di ripartire”, aggiunge il vicedirettore. I dubbi restano. Alcuni tribunali si sono già espressi sul personale sanitario, permettendo alle aziende di sospendere e mettere a “paga zero” i lavoratori che sono a contatto con i pazienti e rifiutano di sottoporsi alla vaccinazione. «Stiamo lavorando affinché questo possa essere applicato in analogia anche nel settore alberghiero», aggiunge Minotto. Ma se in un’azienda grande si può prevedere il cambio di mansione,
Daniele Minotto dell’Ava
il piano per la costa veneziana
spostando per esempio un cameriere a un’occupazione che non è a contatto con il pubblico, in una piccola azienda questo non è possibile. Allo stesso tempo tutte le aziende veneziane devono avere il diritto di proporsi al pubblico con il marchio “covid-free”. «Come rappresentanti delle aziende chiediamo quindi di tutelarle con la più severa presa d’atto e con la volontà di risolvere problema, garantendo la possibilità di sospendere dal lavoro il dipendente non vaccinato», aggiunge Minotto, “è un tema difficile da affrontare perché va in conflitto con alcune norma-
tive ma bisogna rendersi conto che siamo in una fase straordinaria, in una situazione da economia di guerra”. L’obiettivo è tutelare l’economia turistica veneziana e migliaia di posti di lavoro: inevitabilmente, un bollino “Covid free” garantirebbe un ritorno in termini di immagine e sicurezza. «Tanti albergatori vogliono quindi poter dare la massima tutela ai loro clienti», conclude Minotto, «ma basta anche un solo operatore non vaccinato per impedire alle aziende di proporre l’hotel con la garanzia “covid-free”». — EUGENIO PENDOLINI
a cinque mesi della campagna
Tasso di positivi all’1,1% I ricoverati sono 76 VENEZIA
La spiaggia di Jesolo si prepara ad accogliere migliaia di turisti in arrivo
Due operatori turistici su 3 in attesa del vaccino «I prossimi saranno loro» JESOLO
Piano vaccinale per il turismo, gli operatori della costa veneziana sono pronti a partire con le somministrazioni nei luoghi di vacanza e garantire una vaccinazione di massa per il personale. Anche ieri albergatori e commercianti hanno discusso in streaming con l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin. La Regione Veneto con il presidente Luca Zaia ha tra gli obiettivi del piano vaccinale quello di garantire la somministrazione anche al personale del turismo che l’Usl 4 del Veneto orientale ha calcolato in circa 60 mila
persone nel territorio del Veneto orientale, comprendendo però tutto l’indotto collegato, titolari e gestori di attività e loro famiglie. Verosimilmente, gli addetti al turismo in senso stretto saranno attorno a 40 mila-50 mila sul litorale veneto. Di questi, circa il 30-35 per cento è già stato vaccinato in quanto facente parte delle fasce di età per le quali è già stato possibile vaccinarsi. I restanti saranno vaccinati nelle prossime settimane, considerando che mancano all’appello ancora non meno di 15 mila addetti in vista della piena stagione e che molte professionalità sono oltremodo
difficili da reperire, soprattutto cuochi, camerieri, baristi. C’è poi tutto il capitolo degli stranieri che verranno a lavorare, soprattutto dal Bangladesh, molti dei quali sono già in fila per i tamponi e per i quali i controlli finora sono stati abbastanza elastici. Non sarà facile coordinare tutto. Il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon, ieri ha ascoltato con attenzione le parole dell’assessore regionale Lanzarin: «Mi pare ci sia piena sintonia, ora saranno i vari direttori generale dell’Usl della regione a coordinarsi con le categorie interessate». L’obiettivo è di avere degli hub
di riferimento che saranno ad esempio quelli di Jesolo, Caorle e Bibione sulla costa veneta, quindi rispettivamente all’ex bocciodromo e al palaInvent, poi al PalaExpomar e al centro termale. «Il presidente Zaia», ricorda il presidente di Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, «ha intenzione di aprire presto a tutte le fasce di età e basterà così la prenotazione e tutti potranno vaccinarsi. Questa apertura darà una spinta ulteriore anche per il settore turismo». «Resta il fatto», aggiunge Faloppa, «che siamo ancora alle prese con la ricerca della manodopera per la stagione 2021». Il presidente degli albergatori di Jesolo, Alberto Maschio, ha garantito il supporto dell’Aja e lo stesso Confapi Venezia con il presidente Marco Zecchinel e il delegato al turismo Roberto Dal Cin che hanno già iniziato con alcune aziende dell’entroterra a vaccinare gli operai. — GIOVANNI CAGNASSI © RIPRODUZIONE RISERVATA
Reparti svuotati, vaccinazione a ritmo spedito (oltre 10 mila la somma degli ultimi due giorni), e tasso di positività dei tamponi all’1,1%. A esattamente cinque mesi dall’inizio della campagna vaccinale – prima somministrazione il 27 dicembre – la lotta alla pandemia ha compiuto significativi passi avanti nel territorio dell’Usl 3 Serenissima. A partire, appunto, dal numero di ricoverati. «A fine dicembre ne avevamo quasi 400 in area non critica, con 55 pazienti in terapia intensiva», ricorda Luca Sbrogiò, direttore del dipartimento di prevenzione, «oggi abbiamo 68 ricoveri in totale in area non critica, 7 in area critica». Dati che parlano da soli. Ancor di più se si aggiungono al tasso di positività registrato ieri: di tutti i tamponi effettuati, solo l’1,1% è risultato positivo. E nei prossimi giorni, si arriverà ai primi comuni del territorio “Covid-free”, senza cioè nuovi casi nelle 24 ore (ieri 2 casi a Cona). Segni evidenti di una pandemia in ritirata, pur se evidentemente ancora non sconfitta del tutto. Ma sta di fatto che, insieme alle restrizioni dei mesi scorsi, l’accelerazione della campagna vaccinale ha fatto segnare inevitabilmente un cambio di passo. Dal 27 dicembre scorso, nell’Usl 3 sono state somministrate 357.704 mila dosi. Si viaggia più o meno a un ritmo di oltre 5 mila al giorno. «Ogni Usl», aggiunge Sbrogiò, «monitora insieme alla Regione il numero di vaccini che somministra ogni giorno, rapportato ai 10 mila. Abbiamo co-
Luca Sbrogiò (Prevenzione)
sì di giorno in giorno la misura della nostra efficienza. Negli ultimi due giorni il nostro risultato, pur in un quadro in cui tutte le aziende sanitarie vaccinano con il vincolo di forniture non piene, è stato ottimo: 71 e 82 vaccinazioni per 10 mila abitanti. Si tratta di un dato confortante anche se preferiremmo essere nella situazione di alcune settimane fa, quando con la piena disponibilità di vaccini si è riusciti più volte a superare il tetto delle 100 vaccinazioni per 10 mila abitanti». Va da sé che anche la percentuale di vaccinati per classi di età avanza: 85,3% tra i 70-79, 78,2% tra i 60-69, 68% tra i 50-59, 56,2% tra i 40-49. E ancora: 82,3% tra i disabili. Da oggi, poi, riparte il tour del camper per le vaccinazioni monodose (Johnson&Johnson) capillari sul territorio. Sarà il turno di Noale, poi Stra, Fiesso d’Artico, Fossò e Mestre. Ieri, infine, si sono registrati altri 42 casi e una vittima (2.007 il numero totale dei decessi nel Veneziano dall’inizio della pandemia). — E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 28 MAGGIO 2021 LA TRIBUNA
PRIMO PIANO
Coronavirus: il rischio sanitario in regione
Zaia: «Zona bianca dal 7 giugno In discoteca si beve ma non si balla» Calano i contagi: sono 29,8 casi su 100 mila abitanti Rt sceso a 0,69 e in terapia intensiva solo 84 ricoverati Albino Salmaso / VENEZIA
Il Veneto marcia verso la “zona bianca” che può arrivare dal 7 giugno con la fine del coprifuoco, per la felicità dei turisti che stanno prenotando le spiagge del litorale veneziano. È questo il miglior biglietto da visita da spendere in Germania e nei Paesi dell’Est: chi arriva in Veneto non dovrà andare a letto alle 11 di sera. Ancora un po’ di pazienza e tra una decina di giorni i ristoranti e i bar potranno lavorare non-stop. Se tutto fila liscio ci saranno anche i luna park per i bambini. Ultimo desiderio: le discoteche. Che stanno per riaprire i battenti nelle tre regioni con il bollino bianco: in Friuli, Molise e Sardegna i gestori avranno il via libera solo per i servizi di bar e ristorante, ma non sarà possibile ballare in pista. Basta per essere felici? I dati del report settimanale, che oggi il Cts guidato da Brusaferro vaglierà, sono decisamente positivi: i tre parametri base risultano tra i più bassi d’Italia con il virus che ha ingranato la retromarcia, dopo aver mietuto 11.546 vittime da febbraio 2020. L’indice Rt è sceso a 0,69 mentre l’inciden-
za dei positivi è pari a 29,8 casi su 100 mila abitanti: a dicembre erano 700. Ancora meglio per l’occupazione degli ospedali e delle terapie intensive: sono scese al 7%. In termini assoluti si tratta di 651 posti letto Covid in area medica e di 84 in terapia intensiva. «Sono convinto che questi dati verranno confermati oggi dall’Iss, dopo di che ci avvieremo all’ultima settimana di va-
Torna in ballo l’autonomia: Draghi può firmare la bozza elaborata da Boccia lutazione e invito tutti i cittadini a dei comportamenti responsabili per non pregiudicare i risultati che sono alla portata di mano dopo mesi e mesi di sacrifici. Si tratta di rispettare le norme di sicurezza: ho validi motivi per ritenere che tra una settimana il Veneto possa entrare a tutti gli effetti nella zona bianca e restarci tutta l’estate» ha spiegato il presidente Luca Zaia nel suo tg web a Marghera. La grande attesa è per la fine del coprifuoco. Co-
sa significa nel concreto? La fine di tutte le restrizioni imposte dal Covid con un paio di settimane d’anticipo rispetto al decreto varato dal governo Draghi, che fissa per il 21 giugno il “liberi tutti”. Grazie alla tenuta delle strutture ospedaliere il Veneto può anticipare al 7 giugno l’apertura di tutti i locali. Zaia indica la rotta: «Abbiamo deciso di formulare provvedimenti uniformi tra i governatori per le Regioni in zona bianca. Stiamo elaborando un’ordinanza ricognitoria per mettere ordine. L’unico aspetto creativo riguarda la legittimazione del settore dei luna park, degli spettacoli viaggianti e delle sagre. E poi il tema delle discoteche: si pensa di avviare la ristorazione e la mescita delle bevande al tavolo», spiega il presidente. Ultima questione: i vaccini: «Ci stiamo preparando alla campagna per la terza dose. L’autunno sarà un grande banco di prova. Verrà definito quando fare il richiamo, ma fino a quando non ne verremo fuori dobbiamo garantire la vaccinazione a chi ce lo chiede». E anche mercoledì sono state 29 mila le dosi inoculate
Verso la riapertura delle discoteche ma solo per servizi di bar e ristorante, ancora niente ballo in pista
in Veneto. La copertura sale così al 97,9% per gli over 80, all’85,5% per i 70-79enni, all’81% per i 60-69enni, al 72% per i 50-59enni, al 52% per i 40-49enni (tra vaccinati e prenotati). «Sta andando bene: abbiamo sempre detto che la messa in sicurezza della popolazione passa attraverso la vaccinazione degli over 60 e ora dove è andata peggio siamo all’81% di copertura». Ultima questione trattata: l’autonomia. Luca Zaia è convinto che il governo Draghi possa finalmente approvare la legge quadro sui Lep dell’ex ministro Boccia e poi le intese con Veneto, Lombardia ed Emilia. Lunedì a Venezia arriva la Commissione bicamerale delle Regioni e si riparte con il negoziato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
i dati dell’abi
Effetto Covid sulle rapine colpi in banca dimezzati VENEZIA
Più che dimezzate le rapine in banca in Veneto. Nel 2020, infatti, sono stati quattro i colpi allo sportello effettuati nella regione contro i nove del 2019, con un calo del 55,6%. È questa la fotografia dell’effetto Covid sulla criminalità che emerge dai dati di Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza, dai quali risulta
anche un calo del fenomeno a livello nazionale: complessivamente, infatti, le rapine allo sportello sono passate da 272 del 2019 alle 119 del 2020 (-56,3%). Cala anche il cosiddetto indice di rischio - cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli che è passato da 1,1 a 0,5 a livello nazionale e da 0,4 a 0,2 in Veneto. Delle quattro rapine commesse, 3 a Verona e 1 a Venezia. —
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Corriere del Veneto Venerdì 28 Maggio 2021
VE
Il virus
La fine dell’emergenza
VERSO IL 7 GIUGNO
La Regione conferma: tutti i dati sono da zona bianca All’Arena di Verona via il coprifuoco già il 5 giugno
Zaia: «Si vede la luce in fondo al tunnel ora ripartiamo col dossier autonomia» La vicenda
● In vista delle riaperture, il 7 giugno, il presidente della Regione Luca Zaia dovrà emanare un’ordinanza che recepisca le regole stabilite a livello nazionale. C’è la volontà di chiudere uno schema-tipo con le altre Regioni
VENEZIA «Vediamo la luce in fondo al tunnel e non è il treno. Con dati simili penso di poter dire che, finalmente, ci siamo gettati alle spalle questa brutta storia del Covid». I dati a cui si riferisce il presidente della Regione Luca Zaia sono quelli che il 7 giugno dovrebbero proiettare il Veneto in zona bianca: l’indice di contagio Rt è a 0,69; l’incidenza dei positivi ogni 100 mila abitanti a 29,8 (la soglia per la zona bianca è 50); l’occuapzione dei reparti in area non critica e terapia intensiva al 7% (con soglie d’allarme rispettivamente del 40% e del 30%). «Anche la campagna di vaccinazione procede bene - assicura Zaia - nonostante la penuria di dosi: tra gli over 80 siamo al 98%, tra gli over 70 all’85%, tra gli over 60 all’81%, tra gli over 50 al 72% e anche tra gli over 40, nonostante siano partiti da poco e con pochi slot, siamo già al 52%». La «zona bianca» tra dieci giorni, dunque, non sembra in discussione ed in tal senso Zaia ha rivendicato la vittoria della linea portata avanti dal Veneto mercoledì in Conferenza Stato-Regioni: «Apriremo in anticipo tutte le attività che, per decreto del premier Draghi, dovrebbero aprire a metà giugno o all’inizio di luglio, un segnale importante per la comunità - commenta il presidente -. Allo stesso tempo, è stato deciso che il coprifuoco cesserà del tutto e questo è un altro segnale di enorme importanza in chiave turistica, perché provate ad immaginare che effetto poteva avere sui turisti in fase di prenotazione la circostanza di non poter fare una passeggiata di sera o di dover scappare via dal ristorante alle 23». All’Arena di Verona, peraltro, il coprifuoco cesserà in ulteriore anticipo di due giorni, già il 5 giugno, quando con il via libera del ministero della Salute il concerto-tributo del Volo a Ennio Morricone, e le successive operazioni di deflusso degli spettatori, potranno protrarsi fino alle 2 di notte (il concerto inizierà alle 21.15 e
la conclusione è prevista intorno a mezzanotte). Si tratta, poi, sugli spettacoli di strada («le sagre» sintetizza Zaia) e sulle discoteche, su cui è in corso un’interlocuzione tecnica tra Regione, ministero e Comitato tecnico scientifico per verificare se sia possibile far ripartire del tutto i primi e consentire alle seconde quanto meno l’attività di somministrazione di bevande e alimenti, con le stesse regole seguite da bar e ristoranti, senza possibilità di ballare: «Si tratta di attività che completano la nostra offerta turistica - ribadisce Zaia - quindi sarebbe fondamentale rimettere in moto an-
che queste». Paura che, come accaduto nei mesi scorsi in Sardegna, la zona bianca possa portare con sé un aumento dei contagi, un colpo di coda del virus? «Ovviamente andranno rispettate le linee guida e le regole di distanziamento, uso della mascherina, sanificazione delle mani e dei locali. Ma non credo occorreranno controlli speciali - dice Zaia - i sindaci sono sul pezzo e anche i cittadini credo che ormai abbiano chiaro lo scenario che li attende se pensano di scatenarsi al grido “liberi tutti”». In ogni caso, siccome la prudenza non è mai troppa, la Regione non
29,8
L’incidenza dei positivi ogni 100 mila abitanti in Veneto. La soglia per la zona bianca è 50
smantellerà gli hub vaccinali e si tiene pronta ad affrontare il ritorno dell’autunno, che l’anno scorso coincise con la ripresa dei contagi, in attesa di sapere se sarà necessaria la terza dose («Nei bollettini sui morti e i ricoveri evidenzieremo i vaccinati e i non vaccinati»). La fine dell’emergenza pandemica, infine, consente alla Regione di riprendere in mano vecchi dossier fin qui accantonati e in cima alla lista c’è ovviamente quello sull’autonomia: «Ad agosto ripartiamo - promette Zaia - e ripartiamo dalla legge quadro messa a punto dall’ex ministro agli Af-
fari regionali Boccia che il suo successore, il ministro Gelmini, ha già detto di voler riprendere in mano. Lunedì sarà qui la commissione per il Federalismo, guidata dalla presidente Corda con cui c’è un buon rapporto: noi siamo pronti ed io spero che questo governo, vista l’ampia maggioranza parlamentare, possa essere quello che finalmente darà al Veneto l’autonomia. Nel frattempo ci stiamo attrezzando: con l’università di Padova abbiamo dato vita ad un osservatorio che farà da contraltare allo Svimez, l’ufficio studi del Sud». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ricorso contro il decreto Rilancio da 200 milioni
Consulta, Regione sconfitta sugli aiuti alle «zone rosse»
Transenne sulle strade Il 22 febbraio viene istituita la zona rossa Vo’
VENEZIA «Un decreto offensivo nei confronti dei veneti». Così lo bollò il presidente della Regione Luca Zaia. Parliamo del decreto Rilancio del maggio 2020, che stanziò un maxi contributo di 200 milioni per ristorare i Comuni in cui furono istituite le prime zone rosse d’Italia, limitandolo però - dopo un avviso di rettifica pubblicato nella Gazzetta ufficiale il giorno successivo la sua entrata in vigore - ai soli Comuni «ricadenti nei territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza». Una modifica apportata nottetempo che escluse all’improvviso tutti gli altri Comuni colpiti dall’epidemia, anche quelli, come nel caso del Veneto, dichiarati «zona rossa» prima del 3 maggio in virtù di apposite ordinanze regionali. «Davanti a 200 milioni stanziati non puoi dire che vanno alle zone rosse di tutti tranne che del Veneto, che ha avuto 1.847 morti e 19 mila malati - si infuriò all’epoca Zaia -. Non abbiamo solo Vo’, ma anche Treviso, Venezia e Padova. Ma, magia… sono sparite tutte le zone rosse del Veneto e sono rimaste quelle di Lombardia ed Emilia Romagna». E il sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto,
Mario Conte, rincarò: «Se qualcuno a Roma ce l’ha con il Veneto, a questo punto, lo dica pure. Almeno sappiamo come regolarci e agire di conseguenza». Una reazione in effetti ci fu e fu l’incarico immediato al professore dell’università di Padova Mario Bertolissi e all’avvocato Andrea Manzi di impugnare il decreto della discordia davanti alla Corte costituzionale. Ieri, ad un anno di distanza, è stata pubblicata la sentenza, che dichiara inammissibili tutti i punti sollevati dalla Regione. Per i giudici, infatti, questa «non avrebbe prospettato la lesione di una propria sfera di attribuzioni, ma si sarebbe limitata a generiche recriminazioni», senza successivamente indicare «le ripercussioni reali, che si sarebbero verificate nell’esercizio delle proprie prerogative costituzionali, sull’autonomia amministrativa e finanziaria». Respinti tutti i motivi di impugnazione, compreso il contributo specifico di 500 mila euro, per il Comune di San Colombano al Lambro, che pure per Palazzo Balbi avrebbe discriminato i Comuni veneti. Ma non per i giudici Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inchiesta della procura di Padova
Test rapidi, la Finanza in Microbiologia da Rigoli TREVISO La domanda è sempre la stessa da settembre dell’anno scorso, quando i test antigenici rapidi sono stati introdotti nella diagnostica Covid: funzionano come dichiarato dalla casa produttrice? Sono attendibili? O come sostiene il professor Andrea Crisanti non sono riusciti a individuare le positività in misura sufficiente al contenimento dell’epidemia? Per questo la Guardia di Finanza di Padova mercoledì ha visitato il laboratorio di Microbiologia di Treviso, diretto dal dottor Roberto Rigoli, al tempo coordinatore delle Microbiologie del Veneto. Due ore di domande per avere contezza della sensibilità e attendibilità dei test Panbio Abbot, il tampone nasale che in pochi minuti rileva la presenza del virus. A
Rigoli gli investigatori hanno chiesto informazioni sull’efficacia di quei tamponi. Per confrontare i dati forniti dal docente padovano è stato scelto il laboratorio del microbiologo trevigiano, rilanciando un dualismo che dura ormai da un anno. La Procura di Padova ha aperto un’inchiesta per capire se i test di prima generazione (non quelli di terza, poi approvati dall’Iss) rispettino quanto promesso dalle case farmaceutiche: l’indagine è stata affidata al sostituto procuratore Benedetto Roberti, l’ipotesi è che si possa configurare una frode nelle pubbliche forniture. Non risultano persone indagate nell’Usl 2 di Treviso. Secondo lo studio di Crisanti i test rapidi di prima generazione potrebbero avere
un’affidabilità molto inferiore a quella dichiarata dalla Abbot: «Si lasciano sfuggire 3 positivi ogni dieci» e non rileverebbero le mutazioni. La Microbiologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso ha avuto un ruolo centrale durante tutte le fasi della pandemia Covid, in particolare nella sperimentazione dei test rapidi Abbot in collaborazione con lo Spallanzani di Roma; Rigoli è stato un punto di riferimento per la Regione e ha sempre difeso quei test. Sia l’azienda produttrice che le riviste scientifiche promuovevano l’attendibilità ed efficacia dei tamponi rapidi; Crisanti li ha confutati; i finanzieri vanno a caccia di nuove prove. Silvia Madiotto
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Il dotto Roberto Rigoli coordinava le Microbiologie venete
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Attualità
Venerdì 28 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Crac dei centri commerciali pianificati in serie: 4 arresti Fallimento da 36 milioni di una società che gestiva maxi struttura nel Padovano Ci stavano riprovando sfruttando i fondi del governo per l’emergenza pandemia
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L’OPERAZIONE PADOVA «Abbiamo richiesto e ottenuto una misura drastica come il carcere perché gli indagati hanno continuato a commettere gli stessi reati nonostante i provvedimenti cautelari degli ultimi due anni senza dimostrare alcuna resipiscenza». Così il procuratore rodigino Carmelo Ruberto ha tratteggiato la condotta di quattro imprenditori finiti dietro le sbarre per il crac da 36 milioni di euro legato a “Retail Park Megliadino”, la società che aveva in gestione il centro commerciale di Borgo Veneto, nella Bassa Padovana. I finanzieri della compagnia di Este, coordinati dal sostituto procuratore Andrea Bigiarini, hanno stretto le manette ai polsi dei fratelli Anto-
nio e Riccardo Miano, di 53 e 43 anni, entrambi romani, di Alessandro Muzzarelli, 57 anni, e Danilo Gasparotto, 63 anni, residenti a Brescia. Arresti domiciliari invece per la moglie di Antonio Miano, Paola Scorrano, per la convivente di Gasparotto, Maria Giovanna Paneroni, e per Mauro Agolino, direttore della filiale di un istituto di credito romano. Misure interdittive, con divieto di esercitare le rispettive
NOVE IN TUTTO ACCUSATI DALLA GDF DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA, EVASIONE FISCALE ED EMISSIONE DI FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI
professioni per dodici mesi, a carico di un architetto di Roma e di un imprenditore bresciano. I nove sono accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio. Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a sequestri preventivi per un ammontare di 1,7 milioni di euro, cioè la somma dei proventi derivanti dalle attività distrattive. Sono state bloccate disponibilità finanziarie su 63 conti correnti intestati a tre degli indagati e a 7 aziende compiacenti, beneficiarie delle distrazioni.
L’INCHIESTA Gli accertamenti dei finanzieri estensi arrivano da lontano, e più precisamente dal dissesto finanziario di un altro centro com-
merciale, il Tiberinus di Capena, nella provincia romana, gestito dagli stessi soggetti. Il meccanismo era identico: spregiudicate operazioni finanziarie finalizzate a ritardare il più possibile il fallimento di società da tempo in stato di decozione. Scissioni e cessioni di rami d’azienda, utilizzo di fatture false per lavori edilizi inesistenti e appostamenti contabili artificiosi, con l’inevitabile conseguenza di depauperare sempre più i patrimoni aziendali. Nel tentativo di sfuggire alle verifiche ispettive dell’Agenzia delle Entrate e delle Fiamme gialle, gli indagati si avvalevano di perizie gonfiate, realizzate da un professionista a libro paga, e della complicità del direttore di banca che avrebbe consentito la distrazione di ingenti somme di denaro, trasferite in società costi-
Da venerdì 28 a domenica 30 maggio
VERIFICHE Il controllo dei documenti da parte dei finanzieri
tuite ad hoc e riconducibili agli stessi soggetti, senza mai inoltrare alcuna segnalazione all’organismo di vigilanza sull’antiriciclaggio. Già raggiunti da misure cautelari nel giugno 2019, e da sequestri di beni per un milione di euro l’anno scorso, gli amministratori di “Retail Park Megliadi-
VENEZIA Le Olimpiadi di Cortina. Ma anche Verona e Padova, il Veneto orientale e Vicenza. Non si ferma l’attività della procura antimafia di Venezia, che continua a monitorare con grande attenzione il Veneto “distratto”, «che ha solo una partecipazione formale, di convenienza alla lotta antimafia. Un anno fa il prefetto di Belluno ha firmato un protocollo con tutti i sindaci della zona, ebbene finora non è emerso nulla. Eppure su Cortina 2026 e sul bellunese noi abbiamo acceso un faro». Così il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi nell’audizione di ieri in Commissione parlamentare antimafia. Un racconto dettagliato delle infiltrazioni mafiose in Veneto che in parecchi passaggi ê stato secretato proprio perche ci sono importanti indagini in corso. «La criminalità organizzata in Veneto è rappresentata soprattutto dalla ndrangheta nella zona di
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CHERCHI IN COMMISSIONE PARLAMENTARE: «CAMORRA E ‘NDRANGHETA QUI NON FANNO ATTI VIOLENTI, COSI IL VENETO NE SOTTOVALUTA L’ESTREMA PERICOLOSITÀ»
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ALLARME Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi
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Infiltrazioni mafiose, faro della Procura anche sulle Olimpiadi di Cortina ANTIMAFIA
L’ESTATE STA ARRIVANDO.
no” erano in procinto di riprovarci. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso come fossero sul punto di acquisire altri centri commerciali beneficiando dei contributi stanziati dal governo durante l’emergenza sanitaria. Luca Ingegneri
Verona e Padova, mentre la camorra la fa da padrona nel litorale veneziano, come si è visto ai Eraclea. Ma ndrangheta e camorra qui non suscitano allarme perché vengono per riciclare e dunque gli episodi violenti sono rarissimi, qualche incendio, qualche danneggiamento, che comunque non vengono mai denunciati». Significa che ndrangheta e camorra non vengono viste come pericoli veri, «e a me pare che non ci sia l’attenzione necessaria da parte delle categorie produttive e delle associazioni di categoria dalle quali non è mai giunta alcuna segnalazione». E Bruno Cherchi si dimostra particolarmente preoccupato dalla crescita della cosiddetta area grigia, fatta di commercialisti, avvocati e notai che forniscono alle mafie il know now fondamentale per il riciclaggio. Ma il procuratore capo di Venezia ce l’ha anche con le mille normative che si traducono solo in un mucchio di scartoffie, quando non sono nocive per le indagini. «Le interdittive antimafia servono solo a mettere sull’avviso i criminali, non producono effetti veri perché si applicano di solito a piccole srl che possono tranquillamente essere chiuse dalla sera alla mattina per lasciare il posto ad altre piccole città. Secondo me invece bisogna andare verso l’amministrazione giudiziaria delle aziende in odore di mafia. In questo modo l’azienda continua a lavorare ma sotto il nostro controllo. Finora però solo in una occasione sono riuscito ad applicare questo meccanismo». Mentre si sprecano le interdittive. Basti dire che ne sono state emanate già quattro per i cantieri delle Olimpiadi di Cortina. «Servono più controlli e meno carte». E sollecitato dalle domande puntuali dell’.on Nicola pellicani, Bruno Cherchi ha ricordato il grande lavoro svolto dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia in questi ultimi due anni. «Solo con le tre maggiori inchieste di Verona, Vicenza e Eraclea sono state arrestate più di 200 persone e i processi in corso confermano la bontà delle nostre indagini. Che continuano. non solo nel veneziano». Maurizio Dianese © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mestre Marcon Quarto
Venerdì 28 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Il sindaco guidi l’Agenzia per la laguna» `Industriali e operatori marittimi attendono la ripartenza Asse Brugnaro-Brunetta per togliere a Roma la titolarità dell’ente che sovrintende anche allo scavo dei canali portuali delle crociere ferme da 16 mesi: «Per noi è un ritorno alla vita»
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PORTUALITÀ VENEZIA La mossa è già stata di-
scussa fra Luigi Brugnaro e il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta: la guida dell’Agenzia della Laguna potrebbe passare al sindaco di Venezia. Lo ha anticipato ieri lo stesso Brugnaro nel corso di un webinar moderato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti e promosso dal Propeller club di Venezia, con la presidente Anna Carnielli, sulla ripartenza della crocieristica alla presenza, fra gli altri, del viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova. «Proporremo con Brunetta la modifica dell’Agenzia perché sia data al sindaco», ha detto Brugnaro dopo avere lamentato «dieci anni di abbandono» del porto a causa del «groviglio di competenze» che ha impedito lo scavo dei canali portuali sui quali il Comune non ha competenza.
SCALO IN SECCA Portare il timone dell’Agenzia a Ca’ Farsetti, per Brugnaro, significa soprattutto garantire l’operatività del porto: «Stiamo uccidendo il porto - parole del
LO STOP AL COMPARTO CAUSATO DALLA PANDEMIA È COSTATO UN MILIARDO DI EURO ORA LA CONCORRENZA VIENE DALL’ESTERO
sindaco - e Venezia senza il porto non è una città di mare». Il problema, beninteso, non riguarda soltanto la città: per il porto, ha ricordato il presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese, passa il 65% dell’export di tutto il Veneto, e se non si procede allo scavo dei canali, il 10% delle imprese del Veneto rischia di andarsene, delocalizzando la produzione. Ciò nonostante, ha sottolineato Marinese, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non è previsto neppure un centesimo per lo sviluppo del porto». Intanto il blocco della crocieristica si è fatto già sentire, dal punto di vista economico. Il viceministro Bellanova ha ricordato che la pandemia ha già causato «un miliardo di perdite a causa del blocco dell’attività marittima. Per questo è importante sostenere la ripartenza anche con opportune politiche per un rilancio effettivo e duraturo». La linea del Governo, dettata dal Decreto legge 45 sulle Grandi navi, è com’è noto quella di promuovere un concorso di idee per portare il traffico marittimo al di fuori della laguna, e di adibire in una fase transitoria le banchine di Porto Marghera per accogliere le navi da crociera. «Venezia - per Bellanova - deve poter essere laboratorio mondiale dove realizzare il paradigma della sostenibilità, assicurando tempi certi e meccanismi chiari per il concorso d’idee».
IL MONDO ECONOMICO Ma la tesi non convince il mondo economico. Non tanto
Via Miranese
Restano gravi le condizioni del 18enne investito
RIPARTENZA Il 5 giugno un corteo acqueo saluterà il ritorno delle crociere a Venezia
L’iniziativa Il Propeller club su “Crociere e lavoro” Il webinar su “Cruising servizi, lavoro e sicurezza” è stato promosso dal Propeller club con il presidente nazionale Umberto Masucci e veneziano, Anna Carnielli, il direttore marittimo del Veneto Piero Pellizzari, il viceministro Teresa Bellanova, il presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese e il presidente di Federagenti Alessandro Santi con moderatore il direttore del Gazzettino Roberto Papetti.
per la soluzione di Porto Marghera, per la quale il direttore marittimo del Veneto, l’ammiraglio Piero Pellizzari, ha garantito la validità dei terminal Tiv e Vecon per l’ormeggio temporaneo, quanto per la difficoltà di attrezzare un porto in mezzo al mare: «Una nave da crociera - ha ricordato Marinese con il managing director del Gruppo Bassani, Filippo Olivetti - deve essere rifornita con 40 Tir. Come si pensa di far arrivare questi mezzi in mezzo al mare»? Per questo il presidente degli industriali auspica che, prima di qualsiasi decisione, «si ascolti il territorio» e si decida insieme. Magari, come suggerito da più parti, con l’utilizzo del canale Vittorio Emanuele, una volta ripristinati i fon-
dali. Una necessità urgente, per il presidente di Federagenti Alessandro Santi: nonostante per lo scalo passi il 32% degli imbarchi nazionali, «il vero rischio è che settore finisca in mano ad altri Paesi», come la Turchia e l’Egitto». Uno scenario che in città riguarda il lavoro di migliaia di persone ferme ormai da 16 mesi, come ha ricordato in conclusione il rappresentante della cooperativa Portabagagli Antonio Velleca: «Per questo il 5 giugno accompagneremo con un corteo acqueo il ritorno della prima nave di Msc. Per noi sarà una festa, perché la ripartenza delle crociere per noi è un ritorno alla vita». Alberto Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
MESTRE Sono ancora gravissime le condizioni del ragazzo di 18 anni investito mercoledì sera in via Miranese. Ricoverato all’ospedale dell’Angelo, è stato sottoposto a un delicato intervento e la prognosi resta ancora riservato. L’automobilista che l’altra sera, intorno alle 21.30, l’ha investito, è indagato per lesioni stradali gravissime. L’uomo, un 57enne di Mira, era risultato positivo all’alcol test, ma con un tasso inferiore agli 0,8 grammi per litro, motivo per cui non gli verrà contestata l’aggravante per guida in stato di ebbrezza. Il ragazzo era appena uscito di casa e, in sella alla sua bicicletta, si stava dirigendo verso Mestre. Ad un certo punto, poco prima del supermercato Cadoro, ha lasciato la corsia ciclabile per attraversare la strada, in corrispondenza delle strisce. Forse distratto, si è trovato in mezzo alla carreggiata mentre arrivata la Toyota Auris, guidata dal cinquantenne di Mira. La macchina, pure diretta a Mestre, ha centrato in pieno il ciclista. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Elezioni, ultimi “tavoli” di Pagnin e centrosinistra
“Social start” Nuovo bando di Banca Marca
QUARTO D’ALTINO MARCON
A Quarto d’Altino continuano le “manovre” in vista della campagna elettorale. Si fa sempre più probabile, anche considerate le prese di posizione dei partiti, una ricandidatura del sindaco uscente con un testa a testa tra centrodestra e centrosinistra. Claudio Grosso non ha ancora ufficialmente sciolto le riserve, ma nessun altro candidato sembra pronto a scendere in campo per il centrodestra, mentre proseguono incessanti le attività del centrosinistra che continua a muoversi compatto a sostegno del progetto di Caterina Pagnin. La candidata nei mesi scorsi ha convocato diversi tavoli per affrontare di volta in volta le tematiche. Ora il programma entra nel vivo con nuovi appuntamenti che serviranno a completare il programma elettorale. «Proponiamo un ciclo di incontri rivolto alle famiglie e nato all’interno del tavolo sociale, un forum di
Torna il bando “Social Start”, decima edizione dell’iniziativa con cui, dal 2012, Banca della Marca assegna contributi a fondo perduto per lo sviluppo di progetti sociali. L’edizione di quest’anno del bando è stata presentata ieri nel contesto di un webinar gratuito presso la sede di Marcon. In palio ci sono 25mila euro di contributi per i migliori progetti di carattere sociale presentati da organizzazioni no profit del Terzo Settore, che verranno così ripartiti: 10mila euro al primo classificato, 5mila al secondo, 3mila al terzo e mille euro dal quarto al decimo. I progetti dovranno essere indirizzati a favore di cittadini residenti nel territorio di competenza della banca (province di Treviso, Venezia e Pordenone), per lo sviluppo di iniziative finalizzate all’inclusione sociale di persone svantaggiate e fragili (disoccupati, a rischio emarginazione, o con disabilità), al supporto alle famiglie in difficoltà con figli minori, all’educazione alla cittadinanza responsabile attraverso forme innovative di partecipazione sociale, alla formazione specifica di minori in difficoltà, allo sviluppo di forme di prevenzione, assistenza e cura che non rientrino nei servizi offerti dal servizio sanitario pubblico. «Saranno valorizzati particolarmente – sottolinea l’istituto di credito - quelle progettualità che propongano nuove formule organizzative e di partenariato diffuso, che creino occupazione e sviluppino reti sociali». (mau.d.l.)
discussione 2.0 che da oltre un anno lavora e si confronta per la realizzazione di un programma partecipato per Quarto d’Altino» spiega la candidata, invitando i cittadini agli appuntamenti del 15 e del 29 giugno, intitolati “Benessere ai tempi del Covid”. «Con il tavolo, composto da cittadine e cittadini attivi a sostegno della lista civica “Insieme è possibile. Caterina Pagnin sindaca” vogliamo analizzare le fragilità emerse in questo momento difficile e al contempo provare tramite questo momento di condivisione a trovare le risorse per affrontarle insieme» aggiungono dal centrosinistra. In fase di composizione delle liste il Movimento 5stelle sembrerebbe intanto intenzionato a rinunciare all’idea di proporre una candidatura autonoma. Anche in questo caso si attendono le posizioni ufficiali, ma è probabile che i 5stelle sceglieranno di entrare nella compagine che sostiene la candidatura di Pagnin. (m.fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Riparte la Raffineria Eni MARGHERA Terminate le attività di “fermata programmata” iniziate in marzo, la Raffineria Eni di Porto Marghera rende noto che si procederà ora con le operazioni di riavviamento dell’impianto. «Sarà quindi possibile l’attivazione del sistema di accensione delle torce senza che questo sia riconducibile a situazioni di cri-
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ticità» precisano dallo stabilimento. Questa fase di riavvio verrà completata entro il 21 giugno prossimo. «Nel corso della fermata – precisano da Eni - sono stati realizzati interventi che consentiranno l’incremento della lavorazione di materie prime come oli vegetali esausti, grassi animali e altri scarti di lavorazione, oltre che attività di manutenzione, ispezioni e verifiche». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 28 MAGGIO 2021 IL MATTINO
REGIONE
Allarme criminalità organizzata
«Mafia, il Veneto è ancora distratto 200 misure cautelari in due anni» Il procuratore Cherchi: «I protocolli con le categorie economiche non hanno prodotto segnalazioni» Carlo Mion / VENEZIA
«Il Veneto continua a rimanere distratto rispetto alle infiltrazioni criminali di stampo mafioso. I protocolli preventivi firmati dai prefetti con i rappresentanti di categoria dei piccoli imprenditori che rappresentano la maggioranza del Veneto produttivo, non hanno portato a nulla. Nessuna segnalazione è arrivata. Nemmeno a Belluno dove il Protocollo era stato firmato con i sindaci». Lo ha detto ieri, davanti la Commissione parlamentare Antimafia, il procuratore capo Antimafia di Venezia Bruno Cherchi. Il magistrato era stato invitato dopo la retata che due anni fa aveva portato in carcere una cinquantina di persone legate ai cosiddetti “casalesi di Eraclea”. Cherchi, in collegamento web da Venezia, è stato sentito per oltre un’ora e mezza. Parecchi gli omissis che ha voluto venissero messi alle sue risposte.
Anche perché riguardavano situazioni su cui la Dda veneziana sta indagando. «Tra il 2019 e il 2020 sono state emesse, in materia di mafie, circa 200 misure cautelari relative a persone vicine alla ’ndrangheta nella zona di Verona, del Garda e del Padovano, alla camorra nel Veneziano orientale». Ha esordito Cherchi. Sulla bontà dell’attività di inchiesta il pm ha ribadito come «i provvedimenti sono stati confermati sia dal Tribunale del Riesame che dalla Corte di Cassazione, tanto che numerosi processi sono in fase dibattimentale con il ricorso, per chi lo ha voluto, al rito abbreviato». E sono arrivate pure le prime condanne. Se da un lato il capo della Dda ha sottolineato l’impegno e i risultati ottenuti dagli investigatori, dall’altra si è detto rammaricato per «l’assenza di segnalazioni da parte delle categorie economiche. Anche
perché non percepiscono i gruppi criminali, soprattutto la ’ndrangheta, come pericoli in quanto non usano la violenza come in Calabria. Anzi in certi casi gli interessi dei criminali coincidono con quelli dei piccoli imprenditori che hanno la necessità di riciclare fondi in nero». «Dal Veronese e Veneziano si è passati anche al Padovano dove si sta andando a processo, mentre indagini con rilevanti risultati sono in corso nel Bellunese. Ma non sono immuni nemmeno le province di Vicenza e Treviso». Il reato prevalente è quello del riciclaggio di denaro. Nel ricostruire la propria attività Cherchi ha ricordato lo spostamento della responsabilità della Dda veneziana in capo a sé, rimodulando i magistrati dell’ufficio. Inoltre ha ricordato i numerosi incontri con i vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia. «Il traffico di sostanze stupe-
Bruno Cherchi, procuratore capo dell’Antimafia di Venezia
facenti in Veneto è in grande sviluppo. In particolare è gestito da soggetti di etnia albanese e in modo minore da nigeriani. Per contrastarlo» ha spiegato Cherchi «sono state create varie squadre con altre autorità di polizia a livello europeo, in particolare con l’Olanda da dove proviene la gran parte della cocaina che arriva da noi». «Grande attenzione serve sul Bellunese a rischio infiltrazioni mafiose per il lavori delle Olimpiadi invernali 2026» ha aggiunto Nicola Pellicani, parlamentare del Pd, al termine dell’audizione in Commissione di Cherchi. «È un problema che la Dda di Venezia» rileva Pellicani «ha colto da subito e per questo si è attrezzata per controllare che gli appetiti delle mafie, ormai radicate in Veneto, non entrino nel gioco dei sub e micro appalti. Un problema evidente perché, come riferito da Cherchi, nonostante i tanti protocolli tra Pa, imprese e Prefetture nulla viene segnalato lasciando l’azione alla sola Autorità giudiziaria e alle forze di polizia. Una scarsa sensibilità – sottolinea – perché in Veneto non è percepita la pericolosità delle mafie che agiscono come vere imprese, loro stesse, mascherando la pericolosità ma con grande capacità, in un secondo tempo, di minare il tessuto produttivo più fragile. — © RIPRODUZIONE RISERVATA