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giovedì 27 maggio 2021
Rassegna del 27/05/2021 PRIMO PIANO 27/05/2021 27/05/2021
Corriere della Sera Stampa
27/05/2021
Messaggero
27/05/2021
Corriere della Sera
27/05/2021
Corriere della Sera
27/05/2021
Stampa
27/05/2021
Messaggero
27/05/2021
Corriere della Sera
27/05/2021
Messaggero
27/05/2021
Stampa
27/05/2021
Corriere della Sera
27/05/2021
Repubblica
27/05/2021 27/05/2021
Repubblica Stampa
27/05/2021
Repubblica
27/05/2021
Corriere della Sera Corriere della Sera
27/05/2021 27/05/2021 27/05/2021
Repubblica Stampa
Non ci sarà più il coprifuoco, intesa sulle regioni bianche Nelle nuove zone bianche non scatterà il coprifuoco Mascherina al ristorante «Pass per chi lavora nei locali» L'ultima sfida tra Cts e regioni - Il Cts: pass obbligatorio per i lavori senza distanze In bianco via il coprifuoco Dal 10 giugno vaccinazioni libere per tutti - Addio alle fasce d'età Dal dieci giugno vaccini liberi per tutti Intervista a Massimiliano Fedriga - «Ora concentriamoci sul Recovery Roma ci coinvolga in modo adeguato» Intervista ad Attilio Fontana - Stop al coprifuoco nelle zone bianche Parla Fontana: "Ora basta restrizioni" - "Meritiamo meno restrizioni non è solo merito di Moratti" Intervista ad Alessio D'Amato - D'Amato «Ora acceleriamo da metà giugno i dodicenni» - «Il Lazio vaccina i 12enni le liste da metà giugno» «Hanno tolto i freni per soldi» - Tre fermi per la strage in funivia «Hanno scelto di bloccare i freni» Intervista a Teresa Bellanova - Bellanova «Risorse in più per i controlli» - «Più organici per le verifiche Le riaperture? In sicurezza» Intervista a Olimpia Bossi - "Il guasto era noto a tutti i dipendenti" - La procuratrice "La scelta era nota a tutti i dipendenti" «Lì sono saliti i miei figli» - Nerini, le accuse e lo sfogo: «Sono saliti pure i miei figli» Intervista a Valeria Ghezzi - "Sicurezza violata in nome dei soldi È stato un attentato come per il Morandi" L'editoriale - La sicurezza e il capitale Nomine, Draghi taglia fuori i partiti - Cassa depositi e Fs Draghi azzera i vertici e taglia fuori i partiti Ribaltone Cdp Inizia l'era Scannapieco - Nomine, il ribaltone di Draghi Scannapieco alla guida di Cdp Semplificazioni, la mossa di Draghi L'eredità che ci penalizza - Governi e maggioranze: l'eredità che ci penalizza Il punto - La rotta di Draghi e le spinte del Pd L'analisi - I competenti alla prova
Savelli Fabio Russo Paolo
1 3
Fra. Mal.
5
Sarzanini Fiorenza
8
Cremonesi Marco
10
Colonnello Paolo
11
D'Amato Alessio
13
Pasqualetto Andrea
16
Jerkov Barbara
17
Pastore Cristina
19
Imarisio Marco
21
Visetti Giampaolo
23
Mauro Ezio Monticelli Luca
25 27
Bennewitz Sara - Andrea greco Marro Enrico Galli della Loggia Ernesto
29
Folli Stefano Zatterin Marco
34 35
Lombardo Ilario Bianconi Giovanni
36 38
Bei Francesco
39
Bruti Liberati Edmondo Franco Massimo Ferrara Giuliano Malpica Massimo
41 42 43 44
Merlo Giulia Arachi Alessandra Casadio Giovanna
46 50 51
Cremonesi Marco
52
Pucci Emilio
53
Lauria Emanuele Battistini Francesco
55 56
Ila.Pro.
58
31 32
POLITICA 27/05/2021 27/05/2021
Stampa Corriere della Sera
27/05/2021
Repubblica
27/05/2021
Corriere della Sera Corriere della Sera Foglio Giornale
27/05/2021 27/05/2021 27/05/2021 27/05/2021
27/05/2021
Domani Corriere della Sera Repubblica
27/05/2021
Corriere della Sera
27/05/2021
Messaggero
27/05/2021 27/05/2021
Repubblica Corriere della Sera
27/05/2021
Il Fatto Quotidiano
27/05/2021
Giustizia, Bonafede vede Cartabia e prova a difendere la sua riforma Muro del M5S sulla prescrizione La difficile mediazione di Cartabia per non rompere la maggioranza Intervista a Marcello Pera - Pera "È la Costituzione la prima riforma da votare Si può fare in due anni" Giustizia, una «mappa» da ridisegnare La Nota - Il Campidoglio metafora di un'alleanza che non decolla La giustizia sociale spiegata a Letta Quattro assoluzioni in un mese Crolla la congiura anti-Salvini Salvini, cadono le accuse: in un mese 4 archiviazioni Da accusatore ad accusato Tutti i passi falsi di Davigo Pillon, un caso le frasi su donne e studi Pd e 5S scrivono a Casellati: "Ddl Zan in aula a luglio" Ma i renziani si sfilano Intervista ad Andrea Ostellari - «Pronto a tagliare le 170 audizioni Ma arriviamo a un testo condiviso» «Berlusconi, più patologie» Il pm chiede una perizia L'allarme di Forza Italia Con Brugnaro e Toti subito 24 deputati Forza Italia ne perde 12 Intervista a Simone Uggetti - Uggetti, assolto dopo 5 anni: più del carcere pesò l'onta Ero sindaco, divenni nessuno L'ultima idea: dare il malloppo in base ai reati commessi
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art
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art
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27-MAG-2021 Estratto da pag. 1-10 /
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art
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3043
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27-MAG-2021 Estratto da pag. 15 /
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27-MAG-2021 Estratto da pag. 12 /
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art
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POLITICA
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27-MAG-2021 Estratto da pag. 11 /
art
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3043
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POLITICA
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27-MAG-2021 Estratto da pag. 11 /
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3043
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POLITICA
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art
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art
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ISTITUZIONI
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ISTITUZIONI
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ISTITUZIONI
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ECONOMIA
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Primo Piano
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La lotta al Covid LE MISURE ROMA Mancano appena 5 giorni all’inizio del mese di giugno e l’Italia non sembra pronta alla ripartenza. Tra meno di una settimana Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna entreranno nella fascia di rischio più bassa ma ancora non è chiaro quali regole dovranno rispettare. Lo stesso si dica per le attese riaperture del 15 giugno. La sola certezza è che torneranno matrimoni, parchi tematici e congressi, ma non si ha un’idea precisa sul come ciò debba accadere. Proprio per questo, quelli in corso sono giorni intensi in cui si susseguono trattative e incontri.
LE RICHIESTE Le Regioni, dopo essersi incontrate ieri in Conferenza, hanno avanzato nuove proposte al ministero della Salute per quanto riguarda le zone bianche (in serata Speranza - «soddisfatto dall’intesa, c’è la consapevolezza che serve ancora prudenza e gradualità» - ha fatto sapere che le ha accolte parzialmente di concerto con l’Iss e lunedì arriverà un’ordinanza). I governatori, guidati dal friulano Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, sostengono sia necessario accelerare con la ripartenza in zona bianca e quindi hanno ottenuto non solo che da subito il coprifuoco venga eliminato in queste aree ma anche la ridefinizione del calendario delle riaperture. L’idea è che in bianco non si seguano i paletti fissati dal governo: sale bingo, casinò, fiere, wedding, parchi tematici riprendono le loro attività da subito senza attendere - come il resto del Paese il 15 giugno. Quanto al coprifuoco, a chiederne l’abolizione è stato anche il governatore del Veneto Luca Zaia che dal 7 giugno dovrebbe vedere la propria regione in “bianco”: «Il coprifuoco è diventato un totem ideologico, ricordo che il virus si avvantaggia negli assembramenti, è inevitabi-
Il coprifuoco non vale più se si entra in zona bianca Sancita l’intesa tra Regioni e ministero della Salute `Dal 1° giugno Friuli, Molise e Sardegna nella fascia per le riaperture delle attività economiche e sociali di rischio più bassa. Ma si attendono le linee-guida
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le che avvengano nelle ore diurne, ma a pensare che sia più aggressivo da mezzanotte alle 5 del mattino mi vien da ridere. Sarebbe devastante spiegare che il coprifuoco rimane fino al 21 giugno e la zona bianca non porta nessuna utilità». La richiesta di ripartenza immediata (rigettata dalla Salute) sarebbe stata avanzata anche per l’utilizzo della doccia in palestra e piscina al chiuso, oltre che per le discoteche. Per queste ultime
le Regioni pressano perché si consenta di riprendere da luglio col green pass e anche perché dal primo giugno venga loro consentito di lavorare come ristoranti. Accantonata, a seguito di alcuni scontri tra i governatori l’idea di imporre il coprifuoco alle 24 in zona bianca. È stato invece stabilito che le attività nella fascia di minor rischio - per quanto alcune saranno anticipate appunto dovranno seguire gli stessi protocolli della zona gialla. Per cui, ad
Rilanciato dalle principali testate giornalistiche, in poche ore il documento ha fatto il giro dei cinque continenti. Non c’è
Intanto il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha pubblicato le sue raccomandazioni sulle linee gui-
Nuovi criteri per i colori INCIDENZA CONTAGI SETTIMANALE PER 100.000 ABITANTI
Bianca
inferiore a 50 per 3 settimane di fila
Gialla
da 50 a meno di 150 se da 150 a meno di 250
Arancione Rossa
da 150 a meno di 250
TASSO OCCUPAZ. TASSO OCCUPAZ. POSTI LETTO T. INTENSIVA PER COVID-19 PER COVID-19
fino a 30%
o
fino a 20%
oltre 40%
e
oltre 30%
salvo
250 e oltre se da 150 a meno di 250
Fonte: dl 18 maggio 2021, n. 65
L’Ego-Hub
La richiesta
«Discoteche, la sperimentazione si faccia in anche in Veneto»
LA LETTERA
LA RITORSIONE
IL FRENO DEL COMITATO
da per le riaperture redatte la scorsa settimana dalle Regioni. Gli esperti chiedono ai tecnici degli enti locali di modificare il vademecum in diversi punti (andrà ridiscusso e poi, in caso, validato dal ministero della Salute). Nel lungo elenco di modifiche si evidenzia, ad esempio, come negli spogliatoi delle piscine o delle palestre al chiuso «deve essere preclusa la fruizione delle docce» o anche che per cinema e spettacoli dal vivo si debba «consentire
Quando le regioni cambiano automaticamente area di rischio
SPERANZA: «SODDISFATTO DELL’ACCORDO MA SERVONO ANCORA PRUDENZA E GRADUALITÀ»
VENEZIA Lo scandalo del rapporto Covid ritirato diventa a tutti gli effetti un caso politico internazionale. Ieri l’ong anti-corruzione Transparency International, insieme ad altre 40 realtà impegnate nella tutela dei segnalatori di illeciti all’interno delle istituzioni, ha inviato una lettera aperta all’Assemblea mondiale della sanità (Wha) in corso a Ginevra, per denunciare a livello globale la vicenda di Francesco Zambon, il coordinatore del contestato dossier sulla prima risposta dell’Italia alla pandemia, diffuso un anno fa da Venezia e rimasto online solo per venti ore. Al principale organo di governo dell’Oms, composto da 194 Stati membri, viene chiesto di adoperarsi per «garantire che vi sia una revisione indipendente delle rivelazioni» fatte dal medico trevigiano e di assumere «l’impegno a riformare i meccanismi» di denuncia all’interno dell’Organizzazione.
esempio, al fine di evitare assembramenti, anche nella fascia di minor rischio ristoranti e bar dovrebbero poter effettuare il proprio servizio solo ai clienti seduti al tavolino. Tuttavia, proprio quei protocolli a cui si fa riferimento, non sono ancora definiti del tutto.
CONTROLLI Carabinieri impegnati a far rispettare le restrizioni
VENEZIA Sperimentare l’apertura delle discoteche in Veneto. È quanto chiede il governatore Luca Zaia. «Chiedo che si parta dalla nostra regione - ha detto il presidente del Veneto -. So che ci sono proposte in tal senso in altre località, ma noi chiediamo che una sperimentazione venga fatta qui. Non serve aprire tutti i locali, noi pensiamo a una sorta di prova in una, due, tre discoteche. Ovviamente con i ragguagli del Cts, il Comitato tecnico scientifico». Al di là della richiesta del Veeto, sono già due le sperimentazioni in calendario: il prossimo 5 giugno un gruppo di duemila persone
si ritroverà a ballare in discoteca, senza distanziamento ma all’aperto e con la mascherina, a Gallipoli, in Puglia. È poi prevista una sperimentazione al chiuso, al Fabrique di Milano. Per accedere alle discoteche ‘covid-free’, secondo le regole del green pass, occorrerà essere vaccinati o avere un tampone negativo effettuato nelle 24 ore precedenti. I biglietti saranno nominali e acquistati online, in modo da poter rintracciare tutti i presenti. I locali verranno sanificati e verrà utilizzato solo materiale monouso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Zambon diventa internazionale All’Oms la denuncia di Transparency da stupirsi, considerato l’ampio raggio d’azione della Wha, riunita questa settimana per affrontare la gestione finale dell’emergenza sanitaria e definire le strategie per prevenirne ulteriori in futuro. Transparency e gli altri firmatari rimarcano
L’ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA CHIEDE DI INDAGARE SUL DOSSIER DELLO SCIENZIATO RITIRATO DOPO POCHE ORE
che Zambon «ha riferito di aver subìto un trattamento di ritorsione dopo essersi opposto all’interferenza indebita del direttore generale aggiunto dell’Oms, il dottor Ranieri Guerra, per sopprimere i risultati-chiave della relazione» e «di essere stato progressivamente indebolito, patendo un progressivo isolamento e demansionamento finché le intollerabili condizioni di lavoro lo hanno costretto alle dimissioni».
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BANCHETTI E CERIMONIE, OBBLIGATORIO DEFINIRE IL NUMERO MASSIMO DI INVITATI
dell’Onu da due punti di vista: «Primo, ci preoccupa quella che sembra essere la soppressione di un rapporto scientifico di grande valore sul piano dell’interesse pubblico al momento della pubblicazione, e ancora prezioso per l’apprendimento continuo. Secondo, la presunta ritorsione contro il dottor Zambon per aver segnalato le sue preoccupazioni sulla soppressione del rapporto evidenzia gravi fallimenti nella politica di segnalazione delle irregolarità dell’Oms, un elemento essenziale del buon governo di qualsiasi istituzione».
L’INCHIESTA
LA PREOCCUPAZIONE Ma al di là del caso personale, secondo le organizzazioni anti-corruzione è in gioco la credibilità complessiva dell’agenzia
l’accesso solo tramite prenotazione». Oppure che «per tutte le attività, soprattutto laddove si punta progressivamente alla saturazione dei posti disponibili, e per tutti i lavoratori che non possono mantenere il distanziamento interpersonale previsto, bisogna considerare il possesso di uno dei requisiti per il green certificate». Camerieri e personale di sala ad esempio, qualora il testo venga validato così com’è, dovrebbero dotarsi della certificazione pur indossando la mascherina. Ma le novità per i ristoranti sono diverse. Così «i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie tranne nei momenti del bere e del mangiare» (il testo originario riportava solo quando «non sono seduti al tavolo»). Il Cts non cita il numero massimo di persone per tavolo - oggi il limite è di 4 - ma si limita ad indicare le distanze minime tra i tavoli («almeno un metro»). Rigettata inoltre la possibilità che banchetti e cerimonie non abbiano limiti alle partecipazioni: nel ribadire l’obbligo del green pass il Comitato rimarca infatti come occorra «definire il numero massimo di presenze contemporanee (all’aperto e soprattutto al chiuso) in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria». Fra.Mal.
A FERRO FINI Francesco Zambon con Roberto Ciambetti a Venezia
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Oltretutto viene ricordato che all’ex funzionario «è stato vietato di rispondere a una convocazione della magistratura italiana, nell’ambito di un’indagine penale in corso sui potenziali responsabili di inadempienze che possono aver contribuito a morti che avrebbero potuto essere evitate». Si tratta dell’inchiesta di Bergamo sulla strage del Covid in Val Seriana, in cui Zambon è testimone dell’accusa e Guerra è indagato per false informazioni ai pm. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano Vaccinazioni in Veneto DOSI SOMMINISTRATE IERI
+ 26.230 Totale
Dosi fornite
2.616.800 96,2% PRIME DOSI
+10.637 Totale
Popolazione
1.750.118
35,8%
Giovedì 27 Maggio 2021 www.gazzettino.it
«Vaccini, magazzini a secco e un taglio sulle forniture» L’allarme del Veneto: «Dal 10 al 16 giugno `E in Friuli prenotazioni esaurite fino al 2 annunciata una diminuzione di consegne» Zaia insiste: «Immunizzare anche i turisti»
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CICLI COMPLETATI
+15.592 Totale
Popolazione
866.663
17,3%
CON ALMENO 1 DOSE Popolazione OVER80
97,8% Popolazione 70-79 anni
85,3% Popolazione 60-69 anni
76,1% Popolazione 50-59 anni
36,8% Popolazione 40-49 anni
14,5% Disabili
74,2% Vulnerabili
71,8% NB: Popolazione di riferimento ISTAT
Andamento giornaliero ∆
Totale campagna ULSS n. 1 Dolomiti
1.169
118.459
ULSS n. 2 Marca Trevigiana
4.788
459.184
ULSS n. 3 Serenissima
4.503
352.364
ULSS n. 4 Veneto Orientale
1.496
120.342
ULSS n. 5 Polesana
1.511
137.607
ULSS n. 6 Euganea + AOUPD
5.138
486.591
ULSS n. 7 Pedemontana
677
188.835
ULSS n. 8 Berica
974
264.459
ULSS n. 9 Scaligera + AOUIVR
5.900
475.415
Istituto Oncologico Veneto
74
13.544 TOTALE
26.230
2.616.800 L’Ego-Hub
LA PROFILASSI VENEZIA Giugno il mese della svolta, aveva detto il generale Francesco Paolo Figliuolo nella sua visita a Mestre lo scorso 13 maggio, annunciando consegne massicce di sieri anti-Covid. Peccato che alle annunciate forniture per il Veneto si stiano associando forti riduzioni. L’ultimo aggiornamento è di ieri mattina, riferito in diretta social e televisiva dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin: «Ci hanno detto che nella settimana dal 10 al 16 giugno avremo delle diminuzioni delle forniture. Di quanto? Non lo sappiamo, non ci è stato detto». I tagli non riguardano solo il Veneto: in Friuli Venezia Giulia le agende fino al 2 giugno sono piene con la previsione di 90mila vaccinazioni, il che significa che adesso sono possibili prenotazioni solo dopo quella data perché altri spazi liberi non ce ne sono.
ché vive di turismo», ha detto ieri il governatore Zaia. Che ha lamentato la scarsità di forniture e sostenuto la necessità di vaccinare gli ospiti: «Il coordinamento nazionale con il Commissario Figliuolo è vitale perché occorre connettere le regioni. Però è una questione di civiltà, non solo certificare come vaccinato il cittadino che non è del tuo territorio. E poi mancano i vaccini, per avere un magazzino più “elastico” da adattare alle esigenze. Si potrebbero aprire agende specifiche per i turisti».
IL BOLLETTINO Intanto continuano ad attenuarsi gli effetti della pandemia. In Veneto sono 188 i casi di coronavirus registrati nelle ultime
Contratto nel mirino La Ue, maxi causa ad Astrazeneca Sdoganato (quasi) dall’Aifa, secondo cui i rischi di trombosi non sono esclusi ma si tratta di fenomeni «molto rari», per il vaccino Astrazeneca sono in arrivo guai da Bruxelles. Secondo la Reuters, la Ue ha chiesto all’azienda un risarcimento di circa 10 euro a dose per ogni giorno di ritardo accumulato nelle forniture e una multa da 10 milioni per ogni violazione del contratto.
24 ore, con il totale di casi a 422.599 da inizio dell’emergenza sanitaria. L’incidenza sui tamponi effettuati martedì, che sono stati 34.754, è dello 0,73%. I decessi sono stati 5, con il totale a 11.545. Negli ospedali si registra un forte calo, con 667 ricoverati (-30) in area non critica e 88 (-4) nelle terapie intensive. Ieri in Friuli Venezia Giulia su 5.098 tamponi molecolari sono stati rilevati 22 nuovi contagi, per una percentuale di positività dello 0,43%. Sono inoltre 2.206 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 8 casi, per una percentuale di positività dello 0,36%. Non si sono registrati decessi. I ricoveri nelle terapie intensive sono stati 10, mentre quelli in altri reparti sono scesi a 46. I decessi complessivamente ammontano a 3.782, con la seguente suddivisione territoriale: 812 a Trieste, 2.006 a Udine, 673 a Pordenone e 291 a Gorizia. I totalmente guariti sono 92.321, i guariti clinici 5.668 e le persone in isolamento scendono a 5.007. Dall’inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 106.834 persone. Alda Vanzan
IL MAGAZZINO «Siamo a secco di magazzino, abbiamo poca roba, oggi arrivano 167 mila dosi di Pfizer, mercoledì e giovedì sono le giornate più critiche. Ma dal 10 al 16 giugno ci è segnalata una diminuzione delle consegne», ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia. «Erano previsti - ha aggiunto - 259.436 vaccini. Noi facciamo conto di averne 200 mila a settimana. Lunedì abbiamo avuto 29 mila dosi di Moderna e 10 mila di AstraZeneca». Con queste, scarse, scorte, non è che si possa implementare la campagna di profilassi. Quindi si andrà avanti per classi di età e, dalla settimana prossima, la vaccinazione anti-Covid sarà allargata agli operatori turistici. Per quanto riguarda, invece, gli ospiti, si è ancora in attesa di disposizioni nazionali: «La Conferenza dei presidenti delle Regioni discuterà questo tema, il Veneto lo pone per primo per-
Commissione d’inchiesta lavori aperti al pubblico `Per la presidenza
in pole position la dem Zottis LA DECISIONE VENEZIA Via libera alla commissione d’inchiesta sul Covid-19 in consiglio regionale del Veneto. Ieri la Prima commissione - presidente Luciano Sandonà (Zaia Presidente), vicepresidente Vanessa Camani (Pd) - ha approvato la costituzione di questo organismo di inchiesta per fare luce su quanto avvenuto in Veneto. Il testo base è quello presentato dall’opposizione, primo firmatario il capogruppo del Pd Giacomo Possamai. Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente, ha ritirato la sua proposta perché l’intesa prevedeva di emendare il testo dell’opposizione. La sintesi: la commissione cercherà di fare luce su quanto avvenuto nella seconda ondata, cioè da ottobre a dicembre 2020, senza trascurare quanto avvenuto nelle case di riposo nella prima ondata della pandemia, cioè da
febbraio all’estate 2020; la commissione sarà composta da 15 membri, 10 di maggioranza e 5 di opposizione; il presidente spetterà alla minoranza (in pole position la dem Francesca Zottis); le sedute, come richiesto dalla Lega, saranno pubbliche a meno che le persone audite non chiedano la segretezza delle conversazioni; la relazione conclusiva dei lavori - il termine fissato è novembre 2021 - sarà inviata all’autorità giudiziaria. «Siamo soddisfatti, la maggioranza ha ritirato la propria proposta, convergendo sulla nostra che è stata modificata», hanno commentato i rappresentanti delle forze di opposizione a Palazzo Ferro Fini. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati: creare una commissione d’inchiesta che faccia luce sull’emergenza sanitaria, trovando una posizione condivisa con le opposizioni per il bene dei veneti», ha detto lo zaiano Alberto Villanova. Ora serve il via libera del consiglio regionale: la commissione potrebbe iniziare a lavorare da metà/fine giugno. (al.va.)
Perdersi ogni giorno tra sentieri, panorami e possibilità.
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ATTUALITÀ
GIOVEDÌ 27 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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Coronavirus: la ripartenza in regione
Intesa sulla zona bianca cancellato il coprifuoco e riaperture anticipate Ampia adesione alla proposta veneta, ma stesse linee guida previste per il giallo Zaia: «Sì ai matrimoni, chance alle discoteche. Le mascherine? Restano» tutto aperto inclusi i matrimoni, resta l’obbligo delle mascherine in pubblico, anche per i vaccinati: chi è immunizzato non si ammala ma può contrarre il virus e trasmetterlo. Le discoteche? Purtroppo non è prevista alcuna data di riapertura, stiamo lavorando a un progetto di monitoraggio insieme al Cts, l’idea è di campionare 2-3 locali e verificarne l’effettivo grado di pericolo, non è giusto condannare un intero comparto alla chiusura sine die».
Filippo Tosatto / VENEZIA
Il coprifuoco in zona bianca? Posticiparlo alla mezzanotte, come prevede il decreto Covid del Governo, sarebbe inaccettabile: va cancellato tout court perché «è diventato un totem ideologico, una sfida tra guelfi e ghibellini del tutto insensata». Luca Zaia scaglia l’ennesimo sasso nello stagno e lo fa intervenendo alla conferenza delle Regioni, riunita nel pomeriggio da Massimiliano Fedriga in vista del confronto con il Governo. «Il virus», argomenta «si avvantaggia negli assembramenti che, inevitabilmente, avvengono nelle ore diurne. È ridicolo pensare che diventi più aggressivo dalle 24 alle cinque del mattino, in questa fascia oraria l’affollamento è ridotto a zero e comunque i locali notturni sono chiusi. Certo, l’epidemia non è finita ma, in vista dell’estate e della stagione turistica, mantenere i divieti sarebbe un segnale devastante, equivarrebbe ad ammettere che l’approdo in zona bianca non porta nessuna utilità». La tesi raccoglie il consenso unanime dei presidenti e, circostanza decisiva, è accolta dal ministro della salute Roberto Speranza: in zona bianca anticipo delle riaperture ma stesse linee guida della zona gialla. PER NON ABBASSARE LA GUARDIA
Restrizioni condivise? «Alle attività nessuna, vogliamo
TURISMO E CENTRI ESTIVI NEL RADAR
Luca Zaia incontra i giornalisti in un hub vaccinale del Trevigiano
quesito sollevato dai lettori
Sanitari no vax e tutela dei pazienti «Nodo reale, parlerò al ministro» La sanità ha accertato che sono circa seimila i sanitari del servizio pubblico privi, spesso per scelta, di copertura vaccinale. In assenza di identificazione, chi tutela il paziente dall’eventuale contatto indesiderato con medici, infermieri e operatori No vax? Più lettori hanno rivolto l’interrogativo al nostro giornale che l’ha trasmesso a Luca Zaia nel corso del briefing a Marghera: «Il vac-
cino è volontario, chi lo rifiuta non viene marchiato, c’è il diritto alla privacy ma anche quello dei cittadini-pazienti ad evitare rischi indesiderati, tanto che la legge prevede il trasferimento dal altre mansioni, laddove possibile, per i non vaccinati in ambito sanitario. Questo quesito è legittimo e importante, ne parlerò al ministro della salute, la replica del presidente del Veneto.
La commissione di Palazzo Ferro Fini si riunirà in seduta pubblica con focus sulla seconda ondata. Relazione finale alla magistratura
Patto maggioranza-opposizione via libera all’inchiesta sui contagi L’ACCORDO
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alle parole grosse ai miti consigli. Le forze politiche del consiglio regionale hanno raggiunto l’accordo che consente il decollo della Commissione speciale d’inchiesta sull’andamento dei contagi e dei decessi in Veneto durante la pandemia, con particolare attenzione alla seconda ondata. L’organismo, composto da
dieci esponenti della maggioranza e cinque dell’opposizione (alla quale spetterà la presidenza) si riunirà in sedute pubbliche, salvo i casi in cui l’ufficio di presidenza «con decisione motivata» disponga diversamente. Il termine dei suoi lavori è indicato al 30 novembre 2021 con la possibilità di una proroga “una tantum” e l’impegno a recuperare il lavoro svolto dall’analoga commissione investigativa istituita nella precedente le-
Il leghista Luciano Sandonà
Domani, l’Istituto superiore di sanità riclassificherà gli indicatori epidemiologici – indice Rt trasmissibilità del Covid, percentuale di contagi ogni centomila abitanti, tasso di occupazione ospedaliera – ma il copione sembra già scritto: «Per la seconda settimana consecutiva abbiamo numeri da zona bianca, il trend si sta confermando, confido che centreremo l’obiettivo dal 7 giugno». Nel frattempo la campagna vaccinale entra nella fase decisiva: intercettate le fasce di popolazione a rischio elevato, ora nel radar ci sono i soggetti fragili e le categorie più esposte: «Oltre ai target dei quarantenni degli esenti da ticket perché affette da patologie, fin dalla prossima settimana ci dedicheremo agli operatori del turismo e quelli dei centri estivi, circa centomila cittadini». E la dose di ri-
gislatura e focalizzata sulle case di riposo. La relazione finale, come richiesto dal governatore Luca Zaia che ha avallato l’operazione, sarà inviata per conoscenza all’autorità giudiziaria. Preceduta da vivaci schermaglie, l’intesa unanime è maturata nella prima commissione (Affari istituzionali) presieduta da Luciano Sandonà: «Una convergenza istituzionale utile», la valutazione del leghista «che riflette l’essenza dei due progetti in discussione ed è coerente con la nostra volontà di accertare, alla luce del sole, la verità dei fatti». Comprensibile la soddisfazione del “cartello” costituito da Pd, Veneto che Vogliamo, Europa Verde, 5 Stelle e Lorenzoni; detengono loro la primogenitura dell’iniziativa, illustrata nel corso di una protesta insce-
i nuMeri
26.230
Le dosi somministrate nelle ultime 24 ore in Veneto: da inizio campagna siamo a 2,6 milioni.
866.663
I cicli vaccinali completati in regione da inizio campagna.
96,2%
Percentuale delle dosi somministrate in Veneto sul totale delle forniture arrivate in regione al 25 maggio 2021.
35,8%
Quota della popolazione residente in regione a cui è stata somministrata almeno una dose.
76,1%
Percentuale della popolazione residente in regione compresa nella coorte 60-69 anni che ha ricevuto almeno una dose.
36,8%
Percentuale della popolazione residente in regione compresa nella coorte 50-59 anni che ha ricevuto almeno una dose.
chiamo offerta a quanti, italiani e stranieri, trascorreranno le vacanze in Veneto? DOSI SCARSE, ANNUNCIATI GIÀ RITARDI
«Confermo la volontà della Regione in questa direzione, è una battaglia di civiltà. Il vero problema è la scarsità di vaccini, siamo quasi a secco, lunedì abbiamo ricevuto 29 mila dosi di Moderna e 10 mila AstraZeneca, oggi ne arrivano 167 mila di Pfizer ma
nata davanti al quartier generale di Zaia, alla protezione civile di Marghera. «La maggioranza ha ritirato la sua proposta convergendo sulla nostra, che è stata modificata», il commento dei consiglieri di sinistra «riteniamo prioritario capire cosa è successo da ottobre a marzo, visto che nella prima fase il sistema veneto aveva retto. Perciò, il numero di soggetti da ascoltare in audizione è ampio: dai rappresentanti del personale sanitario e sociosanitario a quelli di comitati e associazioni dei familiari di persone morte per Covid; e ancora: virologi, epidemiologi, tecnici, esperti e chiunque possa apportare elementi conoscitivi utili». In effetti, Alberto Villanova, lo speaker zaiano firmatario della proposta rivale, ha scelto infine di ritirare l’e-
già è stata annunciata una diminuzione delle consegne dal 10 al 18 giugno. Sarebbe fondamentale un magazzino più “elastico” da adattare alle esigenze, con il coordinamento del commissario Figliuolo a garantire la connessione tra le regioni. Perché non prevedere agende specifiche per i turisti?» . Al riguardo si registra un’ampia e sostanziale convergenza tra i governatori, favorevoli però a limitare l’opzione vaccinale a quanti trascorrano fuori regione «periodi lunghi, almeno dalle tre settimane in su». I RICOVERI SONO IN CADUTA LIBERA
Che altro? La caduta libera dell’infezione -0,74% il rapporto positivi/tamponi nelle ventiquattr’ore - si traduce in un picco negativo dei ricoveri (-60) sia in area medica (681) che nelle terapie intensive (92): nel complesso i malati di coronavirus sono scesi a 773, con una crescita”lorda” didegenze in rianimazio-
Ribadita la volontà di offrire il richiamo vaccinale a chi trascorre le vacanze in Veneto ne dettata, esclusivamente, dalla riattivazione delle prestazioni ospedaliere ordinarie, inclusa la chirurgia programmata. CASO ZENNARO, COLLOQUI CON DI MAIO
Battute finali riservate al caso di Marco Zennaro, l’imprenditore veneziano arrestato in Sudan con una vaga accusa di frode e, dal primo aprile, detenuto in condizioni pessime: «Ho avuto più interlocuzioni con il ministro degli Esteri Di Maio, l’ho trovato disponibile e informato», rivela il governatore «ho l’obbligo della riservatezza ma, alle tante persone che ci chiamano sollecitando un aiuto, posso dire che è aumentata l’attività per arrivare ad una soluzione e riportarlo a casa. Ora il quadro è abbondantemente definito e, anche in loco, siamo sul pezzo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
mendamento, lesto però a rivendicare gli obiettivi conseguiti: riequilibrio nella composizione inizialmente ipotizzata in 6 a 5 (a fronte di un’assemblea dove Lega e centrodestra rappresentano l’80%); sedute pubbliche in diretta streaming anziché a porte chiuse «in nome della trasparenza»; raggio d’azione esteso all’intero fenomeno pandemico pur con un occhio di riguardo alla seconda, devastante, ondata; trasmissione alla magistratura dell’esito degli accertamenti compiuti. Dalle parole ai fatti. Incassato il via libera delle sei commissioni, il progetto approderà in aula con la nomina dei componenti: in corsa per la presidenza, secondo i rumors raccolti, figurano le dem Francesca De Zottis e Anna Maria Bigon. — FILIPPO TOSATTO
GIOVEDÌ 27 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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CORTINA
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La questione viabilità cortina
Governo-Anas, un vertice e due nodi da sciogliere Le circonvallazioni e il “supercommissario”: il tempo stringe, il viceministro Morelli e Simonini chiamati a dare risposte CORTINA
La visita giusta al momento giusto. Oggi arrivano a Cortina il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Alessandro Morelli, e l’amministratore delegato di Anas (gruppo FS Italiane), Massimo Simonini. A tema, i test per la sperimentazione della “Smart road Anas” sulla statale di Alemagna”. Forse sarà un bene, o forse un male, in zona non ci sarà il sindaco di Valle, Marianna Hofer, molto critica su questo investimento: sta completando il cammino verso Santiago de Compostela. VERTICE IMPORTANTE
Il vertice è però di una importanza unica per un altro motivo. Morelli è stato incaricato dal Governo di coordinare le opere olimpiche. Nei giorni scorsi, a Verona, incontrando governatori dell’area Milano-Cortina 2026, ha riferito di aver individuato 60 opere da recuperare perché sospe-
se, da completare o da iniziare da zero, per un totale di 11 miliardi di investimento. Sta di fatto che per Cortina 2026 due sono i cantieri più attesi: la circonvallazione ai piedi delle Tofane e la variante dell’Alemagna a Longarone. Poi c’è la pista da bob, finanziata dalla Regione con 95 milioni, che segue un suo proprio itinerario; è stata presa in carico dalla dirigente regionale Pellegrini che ha già risolto parecchi problemi relativi alla Pedemontana e saprà dare una risposta anche a quelli sulla “Eugenio Monti”, peraltro tutt’altro che semplici da superare con il Cio che insiste per portare le gare a Innsbruck. LA GRANA CIRCONVALLAZIONI
Quanto alle due circonvallazioni, i nodi sono superintricati. Almeno per una non ci sono tutti i soldi e per entrambe non ci sono, al momento, i tempi per arrivare a fine anno 2025 con i cantieri chiusi. Senz’altro aperti sì, ma non
Il rendering di un tratto della variantedi Cortina
completati. Oggi i sindaci di Cortina e di Longarone, Giampietro Ghedina e Roberto Padrin, torneranno a ribadire quanto raccomandato in questi giorni. E cioè che si acceleri, da una parte, la costituzione dell’Agenzia Infrastrutture Milano-Cortina che dovrà prendersi in corpo i lavori. E, soprattutto, che si nomini il commissario con poteri in de-
roga. S’era ipotizzato, mesi fa, il nome di Luigi Valerio Sant’Andrea, già commissario straordinario dei Mondiali 2021. Ma gli esperti sostengono che la situazione, in parte già compromessa come tempistica, richiede un commissario per ogni opera. E che abbia poteri “alla Morandi”: non solo di dribblare gli ostacoli lungo il percorso au-
torizzativo ma finanche, come è successo per il sindaco di Genova, di incaricare l’impresa meglio attrezzata senza dover ricorrere alla gara europea. L’IPOTESI “SUPERCOMMISSARIO”
Sarà interessante capire che cosa risponderà oggi il viceministro Morelli alle richieste in tal senso dei sindaci, che poi
damento al bordo della sede stradale, dove sono evidenti i cedimenti, con numerose fessure causate soprattutto dal peso dei mezzi in transito. L’opera, come hanno annunciato lunedì mattina in municipio i tecnici di Anas, sarà completata entro dicembre.
cortina
SI LAVORA ANCHE A CRIGNES
Prosegue anche il cantiere a Crignes, dove vedrà la luce un nuovo ponte. In questo ca-
A Crignes intanto si lavora per gettare le fondamenta per il nuovo ponte Il cantiere sul ponte della circonvallazione, in via Baron Franchetti, dove si lavora per ampliare il raggio di curvatura dei mezzi
Ripresi i lavori sul ponte Si rimodella la curva della Circonvallazione CORTINA
Gli operai sono tornati a lavorare lungo la circonvallazione. Dopo settimane in cui il cantiere era stato completamente abbandonato, ora la
strada è stata ristretta e si vedono operai in azione. Ieri pomeriggio solo uno, ma lunedì c’era una squadra intera. Prosegue dunque l’intervento di Anas sulla circonvallazione, lungo via Baron Fran-
chetti. Opera prevista nell’ampio piano per la viabilità di accesso a Cortina 2021. La strada che sale e passa sotto il ponte della ex ferrovia delle Dolomiti è tornata ad una corsia. Nell’altra gli
operai sono al lavoro. MODIFICA ALLA CURVATURA
L’intervento prevede la modifica del raggio di curvatura del ponte che oltrepassa il torrente Bigontina, appunto lungo via Baron Franchetti. L’attuale circonvallazione che da via Roma sale verso la stazione è infatti stretta sulla curva sotto il ponte e i Tir o le corriere per svoltare occupano due carreggiate. Anas ha quindi previsto di ampliare la curva per snellire il traffico, che potrà così salire in maniera più fluente. Sono poi previsti interventi di consoli-
so l’intervento è in capo al commissario di Governo per le opere sportive dei Mondiali, Valerio Toniolo, e viene portata avanti con Aans in accordo quadro. Gli interventi riguardano la viabilità comunale di Cortina. In particolare si tratta dei lavori di adeguamento della transitabilità lungo il Boite, che prevedono la realizzazione del nuovo ponte di Crignes. «Il progetto della realizzazione del ponte di Crignes», spiega l’ingegnere Fabiano Galofaro, esperto della struttura commissariale, «con il suo impalcato in acciaio rivestito in corten, si inserisce perfettamen-
sono anche le stesse della Regione. L’assessore Bottacin, che da titolare della tempesta Vaia ha affrontato la ricostruzione accanto al Commissario Zaia, ha sempre sostenuto la necessità dei “poteri in deroga” anche per le opere olimpiche. Il momento politico non è dei più favorevoli, considerando il dibattito che c’è sul codice degli appalti, con le organizzazioni sindacali schierate sul fronte della massima sicurezza. Comprensibilmente, è evidente. C’è chi sostiene che con Morelli e Simonini andrebbe contrattato almeno ciò che si può davvero realizzare nei tempi prestabiliti. Nel caso di Longarone, almeno la strada da Pian di Vedoia alla Fiera, in viadotto o in rilevato lungo il Piave. E, nel caso di Cortina, almeno le opere esterne alla galleria. Sono infatti i tunnel, nei due casi, a rappresentare evidentemente le maggiori incognite in fatto di tempi d’esecuzione. — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA
te nell’habitat di Cortina, integrando in modo armonico la viabilità, il paesaggio e l’insediamento urbano». Attualmente sono in corso di realizzazione le opere di fondazione, costituite da paratie provvisorie e da pali di grandi diametro, sui quali sorgeranno le pile della nuova struttura. L’impalcato del nuovo ponte avrà una luce libera di circa 60 metri e consentirà il passaggio anche dei Tir e delle corriere, togliendo quindi il traffico di attraversamento che oggi passa in centro a Cortina, ai piedi della Basilica. ASPETTA ANCHE BORCA
L’augurio unanime è che ripreda ad essere operativo anche il cantiere Anas a Borca, dove è stata realizzata una rotonda sull’Alemagna; ma mancano tutte le opere di rifinitura, dagli asfalti alle aiuole. Il sindaco Bortolo Sala ha sollecitato Anas per vedere ultimato il cantiere. Oggi di viabilità di parlerà ancora a Cortina con la visita del viceministro delle Infrastrutture Alessandro Morelli: vedrà il sindaco Ghedina per analizzare gli aspetti legati ai Giochi 2026 (di cui Morelli ha delega). In serata Morelli sarà alla casa cantoniera Bigontina con l’ad di Anas, Simonini, per discutere del progetto della “Smart road”. — ALESSANDRA SEGAFREDDO © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA VICEPRESIDENTE VENETA
Mestre
«Quello di Villabona verrà raso al suolo. Va migliorata l’accessibilità a Venezia e Marghera»
Giovedì 27 Maggio 2021 www.gazzettino.it
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GRANDI OPERE MESTRE Villabona addio, il casello autostradale verrà raso al suolo per “emigrare” poco prima dello snodo del Passante. E, con questa operazione, spariranno pure le barriere di Mirano-Dolo e di Oriago. Ma non basta, perché nei progetti - ancora abbozzati, ma non troppo - di Regione, Cav e Comune, c’è la realizzazione di un nuovo asse parallelo alla A57 (che diventerà tutta tangenziale) riservato al traffico pesante per arrivare fino al Porto di Venezia da sud. Insomma, è questa la traccia sulla quale lavorerà il “tavolo” costituito l’altroieri con il protocollo d’intesa siglato da Regione Veneto, Città Metropolitana di Venezia, Comune, Autorità di Sistema Portuale, la concessionaria dell’autostrada Cav e Rfi, cioé le ferrovie. E un primo passo sarebbe già arrivato a Roma, al Ministero dei Trasporti, per sondare proprio l’ipotesi dell’arretramento del casello di Villabona di cui si parla ormai da anni ma che, se arriveranno finanziamenti oltre a quelli che Cav ha già in cassaforte, sarebbe ormai quasi dietro l’angolo.
Il casello andrà a Vetrego poi addio a tutte le barriere I primi progetti per l’autostrada dopo l’intesa `Un nuovo asse riservato ai camion e ai Tir tra Regione, Comune, Cav, Porto e Ferrovie correrà parallelo alla A57 che sarà liberalizzata `
per l’arretramento della barriera di Venezia ci sarebbe già un progetto pronto (che però aspetta l’okay da Roma), puntando a portarlo all’altezza di Cazzago di Pianiga o, più probabilmente, a Vetrego: in pratica, procedendo verso Padova, dopo l’uscita di Mirano-Dolo e prima dell’innesto del Passante dove la A57 diventa la A4. E la stessa De Berti lo aveva detto nell’estate scorsa, durante l’inaugurazione del
ACCESSO A SUD La rotatoria della Romea con la freccia che indica l’accesso a sud per il Porto. Sotto, il casello di Villabona
by-pass di Campalto: «Vogliamo migliorare la viabilità d’ingresso a Marghera. Oggi la rotonda di raccordo tra A4 e Romea è intasata. Il casello di Villabona verrà raso al suolo e la porta d’ingresso arretrata di molti chilometri».
IL “BAFFO” PER I TIR La vicepresidente si era spinta anche oltre, affermando che «Cav ha pronto un progetto da
IL DISEGNO La proposta sul tavolo - e in Comune ci stanno da tempo lavorando il sindaco Luigi Brugnaro e l’assessore alla Mobilità Renato Boraso - è quella di “ribaltare” accesso e uscita su gomma dal Porto facendo passare le merci a sud, quindi più o meno “sotto” alla grande rotatoria della Romea, liberando la rotatoria dell’uscita di Marghera della tangenziale ed anche lo svincolo della Carbonifera. Un progetto che Elisa De Berti, vicepresidente veneta con delega alle infrastrutture, ha dichiarato ieri di condividere per “far uscire dal cuore della città il traffico delle merci, sfruttando al meglio il grande potenziale del trasporto intermodale e ambientalmente sostenibile, valorizzando anche i raccordi ferroviari”. Se il tavolo di lavoro appena costituito dovrà ora mettere nero su bianco i progetti ed andare a caccia di finanziamenti, il primo “punto fermo” è però quello del casello autostradale che non potrà più restare a Villabona. E
IL PROGETTO DELL’ARRETRAMENTO DEL CASELLO NEI COMUNI DI MIRANO O DI PIANIGA SAREBBE GIÁ A ROMA
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«Traffico pesante oltre i limiti» L’emergenza anche nel Pums LO STUDIO MESTRE Se il super-gruppo di lavoro costituito per studiare come collegare meglio il Porto alle reti transeuropee dei trasporti riguarda anche le ferrovie, la ne-
cessità di rivoluzionarne radicalmente l’accessibilità su gomma era già evidenziata negli studi del Pums, il Piano della Mobilità sostenibile: «Attualmente dei 16mila mezzi pesanti, registrati giornalmente al cordone comunale sulla viabilità ordinaria, cir-
ca 11.700 sono concentrati lungo la viabilità stradale collocata nel quadrante sud (Sp81, Sr11, Ss309, Sp24 “via Malcontenta) - si legge nello studio -. Di gran lunga la Ss309 Romea rappresenta l’asse più trafficato stigmatizzato dalla grande rotatoria della Romea
PORTO La movimentazione dei container a Marghera
Il Pd: «Caos trasporti, si vada in commissione» TRASPORTI MESTRE L’opposizione punta i pie-
di sui trasporti. I disservizi e la vertenza sindacale portano il Pd a chiedere urgentemente che la discussione approdi in commissione consiliare: «Durante lo scorso Consiglio comunale è stata bocciata dalla maggioranza la nostra richiesta di discussione del tema dei trasporti», affermano Alessandro Baglioni e la capogruppo del Pd Monica Sambo. Dopo la scelta della maggioranza di prendere tempo, in attesa che la vertenza giungesse al termine, il gruppo ha però scelto di
un miliardo per migliorare l’accessibilità a Venezia e Marghera». Ma, al di là delle cifre che sono stratosferiche, arretrata la barriera tra Vetrego e Cazzago, da lì dovrebbe partire una nuova strada riservata al traffico pesante (il “baffo”) diretto alla zona industriale e, soprattutto, portuale, che correrà parallela all’autostrada trasformata in tangenziale che, all’altezza più o meno di Oriago dovrebbe “virare” verso sud per connettersi alla grande rotatoria della Romea e, da qui, procedere verso Porto Marghera nell’area della chimica. Resta da vedere come sarà accolta da Mirano, Pianiga e dagli altri Comuni della Riviera l’ipotesi dello spostamento del casello a Vetrego o a Cazzago, come la realizzazione del nuovo asse affiancato alle sei corsie dell’autostrada. Ma la strada, a questo punto, appare davvero segnata. Fulvio Fenzo
imporsi, richiedendo urgentemente la «convocazione della Commissione trasporti per discutere dei gravi disagi dei mezzi pubblici, richiesta che è stata sottoscritta anche dagli altri gruppi di opposizione», aggiungono Sambo e Baglioni. La commissione può essere convocata dal presidente del Consiglio comunale se, in seguito a mancate risposte, un terzo dei commissari lo richiede. E così è stato, l’opposizione ha scelto il pugno di ferro per ottenere chiarezza su quanto sta accadendo sul trasporto pubblico locale: «Attendiamo che la presidente la convochi al più presto come stabilito dal regolamen-
to». Al centro della questione posta dal Pd ci sono la situazione di stress che si sta verificando tra lavoratori e residenti, con aggressioni, carenza di collegamenti soprattutto da e per le isole, che di sera rendono difficoltoso il rientro a casa.
LA REPLICA L’assessore ai Trasporti Renato Boraso spiega perché è stato preso del tempo: «Abbiamo messo in stand-by la convocazione non per fare un dispetto, ma per rispetto alla trattativa sindacale tra azienda e lavoratori. Abbiamo deciso di sospenderla, per evitare polemiche che possano
inficiare trattative che vanno avanti da mesi. Ma se è così importante, chiederò la convocazione per dare le risposte, pur ritenendo che ci sia un problema di opportunità, visto il momento delicato. Sindacati e azienda viaggiano con 6-8 ore di riunione al giorno per trovare un accordo. Ripeto, la scelta di sospendere era dettata dal principio di buonsenso, ma se viene vista come violazione del regolamento sono a disposizione».
STALLO E SCIOPERO Nel frattempo, i sindacati fanno sapere che negli ultimi tre giorni di incontri non si sono pe-
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DISAGI, CHIESTA LA CONVOCAZIONE URGENTE MENTRE SI VA VERSO LO STOP DI MARTEDÍ 1 GIUGNO
verso il Porto. Il suo significato è evidentemente quello di richiedere la valutazione di una strategia che consenta di alleggerire significativamente, dal traffico pesante, la viabilità attorno al quartiere di Marghera, ma anche ridurre la sovrapposizione del traffico di scambio del Porto con le attività industriali e artigianali che sono schiacciate tra la 307 e il Porto e anche quello di attraversamento, non marginale, che interessa la 309 verso la A57». Rispetto poi alla razionalizzazione delle ferrovie, c’è chi ipotizza che - oltre alla sistemazione dei fasci di binari già esistenti potrebbe perfino rientrare in gioco la “linea dei bivi” che passa attorno alla città. Ma, rispetto alle ipotesi per le strade che sono già sul tavolo, per le ferrovie è ancora tutto in discussione. (f.fen.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
rò fatti grandi passi avanti. L’azienda ha preso tempo per elaborare una proposta che integri alcune considerazioni avanzate dai lavoratori, il che è ritenuto positivo dai sindacati, ma tutto è rimandato alla prossima convocazione. Proseguirà quindi la precisa osservanza delle regole di sicurezza tra cui il rispetto dei limiti di velocità, mentre per l’1 giugno rimane la proclamazione dello sciopero di 24 ore, sia per la parte nazionale (contratto nazionale) che per quella locale (disdetta unilaterale della contrattazione di secondo livello), con i servizi minimi garantiti per fasce pendolari e le isole. Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 27 Maggio 2021
REGIONE Un “filo diretto” con il porto Il Veneto salta il nodo di Mestre L’ACCORDO Approvato un protocollo di intesa per un “bypass” ferroviario e stradale con l’hub delle merci di Venezia
Intesa tra Regione, Comune di Venezia, Rfi, Autorità portuale, Cav e Città metropolitana: nuovi binari e anche vie per i mezzi pesanti
Viabilità congestionata. Un “bypass” che trova tutti con-
cordi di fronte al fatto che attorno al Porto di Venezia (che si compone di due ambiti principali: quello di Porto Marghera per le attività logistiche e industriali e quello di Venezia per le attività passeggeri) gravitano, sia su gomma che su ferro, diversi tipi di merci che favoriscono la congestione della viabilità. Per quanto riguarda il trasporto su ferro i volumi si attestano su circa 100 treni alla settimana, mentre il traffico su gomma rimane uno dei maggiori problemi per la Tangenziale di Mestre. Il Tavolo tecnico avrà anche il compito di trovare risorse in ambito europeo per la progettazione dell’intervento e di seguirne poi le fasi approvative. RFI si farà carico della progettazione ferroviaria, CAV della progettazione stradale e l’Autorità delle infrastrutture complementari in ambito portuale. Il potenziamento del’Hub portuale di Venezia prevede anche altri interventi da realizzare nei prossimi anni. Tra questi una piattaforma intermodale nella penisola della Chimica e un ponte ferroviario di collegamento tra la dorsale sud-ovest del Porto e la stazione di Venezia Marghera. L’Autorità portuale ha poi emanato il bando per il progetto di fattibilità del nuovo terminal crociere.
De Berti: «Progetto utile a fare uscire il traffico merci dal cuore della città» Mariotto: «Primo passo importante»
L’impegno di Regione e Comune. «Il Porto di Venezia è uno dei principali snodi della rete ferroviaria europea e punto di collegamento fra i corridoi terrestri e marittimi mediterranei – osserva la vicepresidente e assessore ai trasporti e infrastrutture De Berti -. Fra le principali criti-
Stefano Tomasoni
Chissà quanti operatori e •• addetti ai lavori sognano da
decenni di poter raggiungere l’area portuale di Marghera “saltando” il nodo di Mestre, con il suo sovraccarico di traffico ferroviario e stradale. Ora si comincia a vedere la possibilità che il sogno diventi realtà. “Bypassare” il nodo di Mestre è proprio l’obiettivo con il quale nasce un Tavolo tecnico per lo studio e la progettazione di un nuovo collegamento “multimodale” che metta in relazione diretta il porto di Venezia con le reti stradali e ferroviarie, evitando le interferenze con la stazione ferroviaria di Mestre e la rete stradale urbana. La giunta regionale da un lato e la giunta comunale di Venezia dall’altro hanno approvato ieri uno schema di protocollo di intesa tra Regione, Rete Ferroviaria Italiana Spa, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, CAV Concessioni Autostradali Venete, Comune di Venezia e Città Metropolitana di Venezia, che di fatto istituisce un Tavolo con il compito di progettare la nuova infrastruttura.
Commissione d’inchiesta sul Covid: è sì Trovata l’intesa zaiani-minoranze Sedute pubbliche, molti convocati È arrivato ieri in commis•• sione “Politiche istituzionali” L’areaportualedi Venezia èilpunto diarrivo diuncentinaio ditreni merciogni settimana
cità ci sono le interferenze con il sistema stradale, che grazie a questo nuovo collegamento saranno superate a beneficio della viabilità urbana e della messa in sicurezza della circolazione ferroviaria. Con questo progetto facciamo uscire dal cuore della città il traffico delle merci sfruttando al meglio il grande potenziale del trasporto intermodale e valorizziamo i raccordi ferroviari». Per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro il nuovo collegamento consentirà al traffico merci che gravita sul nodo di Mestre di avere connessioni migliori con l’infrastruttura ferroviaria nazionale e di rendere più efficienti le manovre ferroviarie all’interno del porto. «Così dimostriamo quanto stiamo investendo per potenziare uno dei principali snodi della rete ferroviaria europea».
Intermodalità necessaria. Esprime soddisfazione anche il mondo economico vicentino per voce di Rodolfo
Mariotto, consigliere delegato alle infrastrutture della Camera di Commercio berica. «Quello di Venezia è il porto naturale del Veneto - dice -. Il protocollo d’intesa è un passo importante per un collegamento che si aspetta da tanto tempo e che va in direzione dello sviluppo dell’intermodalità, essenziale anche alla luce degli sviluppi dei traffici e delle crescenti difficoltà che hanno i camion nell’attraversare i confini. Si aggiunge anche all’accelerazione data al quadruplicamento dei binari della Milano-Venezia, che una volta terminato darà sviluppo al traffico intermodale sia con il porto di Venezia sia con l’Interporto di Padova». Per Mariotto, però, serve che a questo passo ne seguano anche altri: «Mi auguro che tutti gli enti, Comuni, Province e categorie economiche, spingano nella stessa direzione per la realizzazione delle infrastrutture di cui abbiamo bisogno».
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«restano centrali nell’agenda politica del Governo». E Più che pensare a nuove riforme «bisogna concentrarsi sull’attuazione di quella prevista dalla Costituzione, approfittando anche di questo contesto di un Governo di unità nazionale, che dovrebbe aiutare il dibattito, e in dialogo con le Regioni. Ora bisogna correre». È il messaggio molto concreto portato dalla ministra agli Affari regionali
Legge-quadro. L’anno di pandemia ha rallentato tutto, e per causa di questo il deficit del bilancio dello Stato è peggiorato, ma Gelmini ha spiegato che non è certo rimasta ferma e ha nominato un gruppi di lavoro guidato dal prof. Beniamino Caravita di Toritto oltre ad altri team che lavorino alla defini-
zione dei fabbisogni standard. In pratica, spiega Gelmini l’articolo 119 della Costituzione «è ancora inattuato» perché bisogna definire i “Livelli essenziali delle prestazioni” cui ogni cittadino ha diritto, con i relativi “fabbisogni standard” necessari per istruzione, trasporto e assistenza, e quindi anche il meccanismo di perequazione delle risorse tra territori (certo serviranno più risorse nazionali). Il lavoro continua: «Non siamo lontani dal tra-
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Patto sull’idrogeno Un hub a Porto Marghera. C’è un altro
punto per cui il sistema del porto di Venezia è chiamato a fare da apripista a livello nazionale: l’accordo siglato tra Autorità portuale e Gruppo Sapio con Hydrogen Parkper realizzare a Porto Marghera «un hub per l’idrogeno verde che possa essere replicato in altri grandi distretti industriali regionali altamente energivori. L’obiettivo è realizzare un centro di produzione di idrogeno e stazione di rifornimento stradale nell’area portuale, grazie allo sviluppo di «un sistema di distribuzione innovativo di ammoniaca verde dal quale derivare l’approvvigionamento di idrogeno verde, azzerando le emissioni di anidride carbonica».
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Gelmini: «Autonomia Ora bisogna correre» Mariastella Gelmini ieri alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.
CONSIGLIO REGIONALE Ora si andrà in aula
Unoscorcio dell’aulaconsiliare a palazzoFerro Fini
E ARRIVA LA COMMISSIONE BICAMERALE Sarà a Venezia lunedì
Il federalismo fiscale e •• l’autonomia differenziata
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MariastellaGelmini
guardo, ma dobbiamo lavorare tutti assieme», ribadisce Gelmini. La scelta è chiara: proprio per cercare un dialogo tra tutti, Gelmini ha deciso di ripartire dalla proposta di “legge quadro” sull’autonomia tracciata dall’ex ministro Francesco Boccia.
La visita. Che la questione autonomia torna in pista lo dimostra anche la conferma giunta al presidente Roberto Ciambetti delConsiglio regionale dell’imminente visita di una delegazione della “Commissione parlamentare per le questioni regionali”, che sarà l’istituzione decisiva proprio per il varo della legge-quadro da sottoporre al Parlamento (dopo un dialogo tra Governo e Regioni) per dare attuazione alle richieste di autonomia differenziata giunte dalle Regioni, Veneto in testa. Con la presidente Emanuela Corda giungeranno a Venezia quindi alcuni componenti della commissione, della quale fa parte la senatrice vicentina Daniela Sbrollini (Iv) più altri cinque veneti. P.E.
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del Consiglio regionale il via libera alla “Commissione speciale d’inchiesta sull’andamento in Veneto dei contagi e dei decessi da Sars-Cov 2 durante la pandemia, con particolare attenzione alla seconda ondata”. Già il titolo è la prova del compromesso raggiunto tra la maggioranza zaiana e le minoranze dopo che la Lega aveva deciso di ritirare la sua controproposta di documento da votare e aveva accettato di dialogare su modifiche al documento presentato dal Pd col capogruppo Giacomo Possamai e dagli altri partiti.
I contenuti. La conclusione quindi è che la commissione dovrà indagare sulla gestione dell’intera pandemia, pur approfondendo la seconda ondata che è quella che ha visto più vittime in Veneto. Le sedute della commissione saranno pubbliche, come chiedeva il governatore Luca Zaia, ma con la possibilità dettata dal buon senso che in alcuni momenti per specifiche motivazioni l’Ufficio di presidenza secreti la seduta. I lavori dovranno terminare entro il 30 novembre, salvo una sola proroga che la Commissione stessa potrà darsi. L’elenco dei soggetti da chiamare in audizione potrà essere integrato rispetto a una prima stesura. Cambiano anche gli equilibri in commissione rispetto alla composizione ipotizzata all’inizio: ci saranno 10 consiglieri di maggioranza (e non sei) assieme ai 5 di minoranza di cui uno sarà il presidente. Si dovrà recuperare anche il lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta istituita alla fine della precedente legislatura sulla gestione della pandemia nelle case di
La maggioranza: «Accolte le nostre richieste». Il Pd e gli altri: «Riflettori soprattutto sulla seconda ondata»
riposo. Infine la relazione finale sarà inviata all’autorità giudiziaria, come avvenuto anche con le commissioni d’inchiesta sul disastro delle banche venete e sui pfas. La proposta è stata approvata a larghissima maggioranza, senza voti contrari e con la sola astensione tecnica del capogruppo zaiano Alberto Villanova: che gli consente di essere correlatore in aula per il voto finale sulla commissione, assieme al relatore Possamai.
Reazioni. Il presidente di commissione, lo zaiano Luciano Sandonà, sottolinea che è stato dato il via «a un testo nel quale sono state accolte, nella sostanza, tutte le nostre richieste e che rappresenta una sorta di fusione delle due proposte». «C’è stato un passo avanti significativo per definire la commissione. Apprezziamo - dice la vicepresidente Vanessa Camani (Pd) - la rimozione da parte del capogruppo Villanova dell’ostacolo politico vero, cioè il documento di maggioranza: abbiamo potuto comporre le nostre rispettive posizioni nell’ambito di alcune modifiche concordate. Il punto di mediazione ci sembra accettabile». Villanova, portavoce di maggioranza e protagonista della trattativa, rivendica: «Abbiamo raggiunto l’obiettivo che, fin da subito, ci eravamo prefissati: creare una commissione d’inchiesta che faccia luce sull’emergenza sanitaria che, ancora adesso, stiamo attraversando, trovando una posizione condivisa con le opposizioni per il bene dei veneti. La minoranza ha accolto le richieste che noi consiglieri dei gruppi Zaia presidente e Liga veneta consideravamo imprescindibili. Non escludiamo, comunque, di apportare ulteriori modifiche in Consiglio». E Pd, Vcv, Verdi, M5s e Lorenzoni: «Siamo soddisfatti dell’accordo. Capire cosa è successo da ottobre a marzo, visto che nella prima fase il sistema veneto aveva retto, resta per noi la priorità. E per questo il numero di soggetti da ascoltare in audizione è ampio». P.E.
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CRONACA 15
L'ARENA Giovedì 27 Maggio 2021
ALTO ADIGE Addio fasce d’età, via anche ai 18enni
CoronaPass altoatesino anche con una sola dose. L’Alto Adige dice addio alle fasce d’età per le vaccinazioni anti-Covid. Oggi da mezzogiorno tutti i cittadini e le cittadine della Provincia di Bolzano che hanno compiuto i 18 anni potranno infatti prenotarsi per la vaccinazione.
La decisione è stata presa perché ormai più della meta degli altoatesini tra i 40 e 49 anni hanno ricevuto la prima dose, sono prenotati per la vaccinazione o sono guariti dall’infezione. Sempre da oggi sarà anche possibili effettuare il download del
CoronaPass altoatesino per coloro che si sono vaccinati anche solo con la prima dose. Quanto al Trentino, ieri per il settimo giorno consecutivo non è stata registrata alcuna vittima per infezione da Covid -19 e il numero dei nuovi contagi risultava pari a 45.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Continua intanto la campagna. «Molte richieste dagli over 40»
«Pronti alla zona bianca Ma senza il coprifuoco» Il presidente Zaia non valuta altre prospettive a partire dal 7 giugno «Via ai vaccini per operatori turistici e a una prova nelle discoteche» Luca Mazzara
luca.mazzara@larena.it
Quasi una certezza. La •• speranza di passare in zona
IN CONSIGLIO REGIONALE Intesa raggiunta fra maggioranza e minoranza
Via alla commissione d’inchiesta «Chiarire cause seconda ondata» Intesa raggiunta ieri alla •• Prima commissione del Con-
siglio regionale del Veneto, per la costituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. La proposta, presentata dai gruppi di minoranza, è stata approvata con i voti favorevoli di tutte le forze politiche, e il ritiro della Proposta di deliberazione amministrativa della maggioranza di centrodestra. «Il compito - affermano in una nota le opposizioni consiliari - sarà quello di accertare cause ed eventuali responsabilità in particolare per quanto riguarda l’aumento dei contagi e dei decessi nella seconda ondata. Capire cosa è successo da ottobre a marzo, visto che nella prima fase il sistema veneto aveva retto, resta per noi la priorità. E per questo il numero di soggetti da ascoltare in audizione è ampio: dai rappresentanti del personale sanitario e sociosanitario, a quelli di comitati e associazioni rappresentative di familiari di persone morte per Covid e ancora virologi, epidemiologi, tecnici ed esperti del settore sanitario e chiunque possa apportare elementi conoscitivi». La Commissione, che dovrà concludere i lavori entro il 30 novembre con una sola possibilità di proroga, sarà composta da 10 consiglieri di maggioranza e cinque di opposizione, a cui spetta la presidenza. Dovrà verificare, tra l’altro, se l’uso dei tamponi rapi-
bianca dovrebbe presto diventare realtà ed è soltanto una questione di giorni. Dal 7 giugno infatti il Veneto passerà nella fascia senza restrizioni, almeno secondo le previsioni degli amministratori, con Luca Zaia in testa. Il presidente regionale infatti anche ieri ha snocciolato dati che conferma la tendenza positiva sul nostro territorio in tema di nuovi contagi e terapie intensive, numeri che se confermati anche nella prossima settimana daranno il via libera per abbandonare la zona gialla. Con l’idea però di abbandonare anche il coprifuoco, uno dei temi di cui più si è discusso nelle ultime settimane e su cui proprio Zaia non vuole sentire discussioni. «Sono parametri molto buoni che se venissero confermati - domani ci sarà la comunicazione da parte del comitato tecnico scientifico sull’assegnazione delle fasce alle varie Regioni, ma il Veneto non rischia nulla di diverso dalla zona gialla - rimanendo cioè quelli delle ultime due settimane con l'incidenza dei contagi sotto i 50 su 100mila abitanti, è verosimile che si vada in zona bianca dal 7 giugno. Per zona bianca intendo applicare le aperture, in pratica si torna alla vita di sempre naturalmente continuando ad indos-
I governatori chiederebbero al governo maggiori libertà per locali serali, palestre e piscine
sare la mascherina e senza creare assembramenti». Ma abbandonando il coprifuoco, almeno nelle intenzioni del governatore. «Il coprifuoco è da cancellare, non ha senso passare in zona bianca se rimane il coprifuoco fino al 21 giugno come previsto dal governo», il pensiero di Zaia che proprio ieri pomeriggio dopo la conferenza stampa ha avuto un incontro con gli altri presidenti regionali. «Porterò l'idea che ci sia la possibilità di applicare le aperture, il coprifuoco è da cancellare perchè ormai la questione è diventata un totem ideologico e su questo non sono d’accordo. Ma ricordo che il virus si avvantaggia negli assembramenti, è inevitabile che avvengano nelle ore diurne, ma a pensare che sia più aggressivo da mezzanotte alle 5 mi vien da ridere. In quegli orari gli assembramenti sono ridotti a zero e comunque i locali notturni sono chiusi». Proprio su questi potrebbe partire una sperimentazione del Veneto, anche se l'apertura delle discoteche è regolata da un decreto nazionale. «Come Veneto vogliamo provare a fare una sperimentazione con aperture mirate di alcune discoteche e monitoraggio di quello che accade. Noi stiamo preparando un progetto che poi ovviamente dovrà avere l'approvazione del comitato tecnico scientifico». Sulle discoteche tra l’altro la conferenza delle Regioni vorrebbe anticipare la riapertura magari utilizzando il green pass, ma i governatori chiederebbero anche regole meno rigide per palestre e piscine ad esempio nell’utilizzo degli spogliatoi. I numeri intanto continuano ad essere confortanti, con 255 nuovi contagi in Veneto nelle ultime 24 ore, con il totale di casi a 422.488 da ini-
La posta della Olga Silvino Gonzato
Attentiall’oca indiana vettore diun virus “letale“ VeneziaUnaseduta delConsiglio regionale
Si vuole accertare anche se ci sono responsabilità I lavori dovranno finire entro il 30 novembre
di di prima e seconda generazione per testare il personale sanitario e sociosanitario, e le minori restrizioni alla mobilità personale rispetto ad altri territori, possano aver inciso sull’elevato numero di contagi e decessi. Le sedute saranno pubbliche, ma l’Ufficio di Presidenza in alcuni casi potrà disporre le porte chiuse, motivando la decisione.
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Mentre non sappiamo ancora se ce la faremo a uscire del tutto da questa pandemia - scrive la Olga - si annuncia il possibile arrivo di un'altra che dicono ancora peggiore. Niente di nuovo: da sei anni vola con gli uccelli selvatici e colpisce prevalentemente i pollai, ma siccome sta calando l'interesse per quella ancora in circolazione, ecco che, per tenerci sul filo del terrore, ci
prospettano che la vecchia aviaria, finora ritenuta incapace di infettare gli esseri umani, potrebbe mutare da un giorno all'altro e spedirci al Creatore. Ci sono trasmissioni televisive, come quella di Floris, che cominciano a pomparci dentro: col Covid siamo ormai agli sbadigli, quindi bisogna tenere alta la tensione la quale, a sua volta, alza l'òdiens e, nello stesso
GovernatoreIlpresidentedella Regione LucaZaia
zio pandemia. L'incidenza sui tamponi effettuati martedì è dello 0,73 per cento con otto decessi, ben 60 ricoveri in meno di cui tre nelle terapie intensive. Prosegue intanto a pieno ritmo la campagna vaccinale, che dipende però sempre dalle forniture. E mentre il presidente Zaia in conferenza stampa sosteneva che «siamo a secco di magazzino, abbiamo poca roba», ecco l’annuncio dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin che ha confermato l’arrivo di 167mila dosi di Pfizer. «Ma dal 10 al 16 giugno ci è segnalata una diminuzione delle consegne quando invece erano previsti 259.436 vaccini. Noi facciamo conto di averne 200mila a settimana, se arrivassero altre dosi potremmo anche aprire nuove date per le vaccinazioni considerata l'elevata richiesta da parte dei 40enni, in questa fascia
di c’è grande voglia di prenotarsi». Poi un pensiero anche all'imprenditore veneziano Marco Zennaro, detenuto in Sudan ormai da una cinquantina di giorni: «ho avuto più interlocuzioni con il ministro Di Maio, abbiamo attivato tutte le forze in campo, anche a livello locale, per riportarlo a casa». A breve dovrebbe arrivare anche il via libera per la vaccinazione degli operatori turistici. «Partiamo appena possibile, credo già dalla prossima settimana ma daremo notizie più precise in questi giorni. Dosi ai turisti? Anche di quello parleremo nella conferenza dei presidenti regionali e poi con il governo. È fondamentale il collegamento con il commissario Figliulo e per unire le varie Regioni ma credo sia una questione di civiltà, non solo certificare come vaccinato il cittadino che non è del tuo territorio».
tempo, ci fa cascare le braccia. L'allarme era partito dalla Cina ma non era stato cavalcato abbastanza e allora ecco che a DiMartedì, la biologa Barbara Cavallotti rincara la dose dicendoci che le varianti dell'aviaria potrebbero essere «letali per la nostra specie». Il mio Gino ha misurato subito la temperatura al papagaléto. «L'è fresco e el gà l'òcio furbo» mi rassicura. La Cavallotti ci ha spiegato quello che già sapevamo: gli uccelli volano da un continente all'altro. Ma una cosa non sapevamo e cioè che dobbiamo aver paura soprattutto dell'oca indiana che, portatrice dell'aviaria, usa come scorciatoia la rotta himalaiana. Insoma no se pól star chieti gnanca par un
àtimo. Avevamo sperato che, sconfitto il Covid, non avremmo più visto in televisione i Galli, i Burioni e i Crisanti, ma mi sa che invece, nella prospettiva che gli uccelli possano infettarci, dovremo sorbirceli ancora per tanto tempo. Il mio Gino prevede che, invece della mascherina, porteremo tutti la baréta per evitare che gli uccelli, in particolare l'oca indiana, ci c... in testa trasmettendoci il virus attraverso il cuoio più o meno capelluto. Mio marito precorre i tempi ma la sua ipotesi non è poi tanto peregrina e sarà magari fatta propria dal Comitato tecnico-scientifico che si occuperà dell'eventuale nuova pandemia, la quale forse non arriverà mai ma che a DiMartedì già infuria.
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CRONACA 21
L'ARENA Giovedì 27 Maggio 2021
IN UDIENZA Mirko Altimari e Giulia Buccaro si trovano già in carcere per violenza sessuale
«Maltrattavano il figlio» Coppia diabolica assolta Il gup Paola Vacca ha archiviato l’accusa di aver «educato» il piccolo con le botte e di avergli insegnato a rubare: il bimbo ha negato tutto Il bimbo di dieci anni •• «copre» la madre durante le
sue deposizioni, nega le violenze subite in casa per mesi e al gup non resta che archiviare l’accusa di maltrattamenti rivolte a Giulia Buccaro e al suo compagno Mirko Altimari. Eppure il capo d’imputazione parla chiaro: il piccolo sarebbe stato spesso chiuso per ore nella sua stanza con una bottiglia per i suoi bisogni. Poi sarebbe stato picchiato con calci e pugni sempre da Altinari. E la madre? Non avrebbe fatto nulla per opporsi a questi maltrattamenti inflitti al figlio, avuto da una precedente relazione da quella con Altimari. I due sono già noti alle cronache: sono stati condannati (e ora sono in carcere) a sei anni e sei mesi il trentatreenne e cinque anni e sei mesi la Buccaro il 22 gennaio scorso dalla corte d’appello di Venezia per aver violentato tre giovani, avvicinate con la scusa di assumerle come baby sitter. Ieri, però, il gup Paola Vacca ha ritenuto che l’accusa di maltrattamenti ai danni del bimbo dovesse essere archiviata così come richiesto dal pm Valeria Ardito. A questa istanza, però, si era opposta il tutore del piccolo senza, però, ottener alcun risultato.
Il motivo? Il bimbo nega le
IluoghiUnavolante nelcampo dove siera consumatounodegli episodidiviolenza
violenze subite. Ha smentito agli inquirenti con l’atteggiamento di un adulto di aver mai sorpreso la madre mentre si trovava in atteggiamenti intimi con gli uomini che riceveva in casa mentre si prostituiva così come riporta il capo d’imputazione. Non ha confermato nemmeno che Altimari lo portasse in un supermercato per insegnargli a rubare. La deposizione del piccolo, ritiene il giudice Paola Vacca, «ha evidenziato un’assoluta determinazione del minore a riportare i fatti in un alveo di irrilevanza penale». L’avrebbe fatto, aggiunge an-
cora il gup, «per proteggere la madre». Agli occhi degli investigatori, appare «insormontabile la volontà del bambino di proteggere i propri famigliari». Non ci sono prospettive di sorta, quindi, in un eventuale processo in tribunale perchè sarebbe destinato a chiudersi con una sentenza assolutoria seppur in forma dubitativa. La deposizione del piccolo sarebbe determinante per inchiodare la madre e Altimari alle loro responsabilità «in quanto non si potrebbe mai prescindere dalle dichiarazioni del minore anche dopo aver sentito as-
sistenti sociali e visionato gli atti degli altri processi penali celebrati a carico della coppia per reati completamente diversi dai maltrattamenti», scrive la dottoressa Vacca.
Il giudice è convinto, infine, che il bimbo non sia stato vittima «di maltrattamenti dai due componenti della coppia» anche se resta fermo che il figlio di dieci anni, viveva in un contesto famigliare degradato». Ora il bimbo ha iniziato una nuova vita. È stato portato in una struttura protetta fuori provincia, lontano dai genitori. G.Ch.
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POLFER Giovane tenta di rubare monopattino Streaming alle 14.30
Fermato dagli agenti Li prende a pugni
La mafia in Veneto Arrestato per resistenza, •• porto di armi o di oggetti atti Parla Cherchi ad offendere e tentato furto con destrezza di un monopatdella Dda tino elettrico ad un viaggiatoLa mafia nel Veneto. Sarà oggi alle 14.30 in diretta sul canale streaming di Camera e Senato, il procuratore della Repubblica di Venezia, Bruno Cherchi a illustrare com’è la situazione a casa nostra. Un appuntamento che Nicola Pellicani, Pd, sollecitava da tempo che offrirà l’occasione per un approfondimento sulla presenza e il radicamento della criminalità organizzata nel Veneto. «Questo ciclo, di incontri punta a porre all’attenzione della commissione Antimafia sul caso Veneto», ha detto il deputato Pellicani. «Nella consapevolezza che il problema delle mafie non riguarda solo le regioni del sud del Paese, ma è un fenomeno globale, soprattutto economico, che interessa anzitutto il Nord del Paese e in particolare il Veneto». Quest’audizione, giunge due anni dopo la missione dell’Antimafia in Veneto, nel luglio 2019, con tappe a Verona e Venezia, dopo l’inchiesta di Eraclea e le altre inchieste tra le province di Venezia Padova e Verona che hanno portato nel giro di un anno a quasi 200 arresti, con accuse che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, al voto di scambio, oltre a truffe, rapine, spaccio, riciclaggio, false fatturazioni, usura e corruzione. A.V.
re, a bordo di un treno regionale proveniente da Milano. Un ventunenne tunisino è stato arrestato dalla Polfer poichè dopo la partenza del treno da Peschiera del Garda, ha avvicinato la vittima, un coetaneo, manifestando uno strano interesse per il monopattino che aveva con sé, chiedendogli, con insistenza, di provarlo all’arrivo a Verona Porta Nuova. Giunti in stazione, al rifiuto del giovane, il tunisino gli ha strappato di mano il veicolo tentando di scappare, ma lo straniero è stato bloccato dai poliziotti, che nel frattempo erano stati avvisati dalla vittima.Il giovane, che è stato tro-
vato in possesso anche di un grosso frangivetro senza un giustificato motivo, accompagnato negli uffici della Polfer si è rifiutato di collaborare e ha iniziato a tirare pugni, calci e testate contro il muro, opponendo resistenza nei confronti degli agenti che sono intervenuti per bloccarlo. Da un controllo nella banca dati è emerso che il ragazzo maghrebino, residente a Verona, oltre ad essere pluripregiudicato per vari reati, aveva l’obbligo di firma quotidiana presso la locale stazione carabinieri. L’uomo, comparso davanti al giudice, dopo la convalida dell’arresto è stato rimesso in libertà in attesa del processo. Dovrà continuare ad andare a firmare in caserma, cosa che non gli ha impedito di delinquere. A.V.
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CARABINIERI Fermano immigrato con droga
Un etto di cocaina nascosta nell’auto Arrestato marocchino •• con un etto di cocaina. I cara-
binieri di San Michele hanno fermato l’uomo, pregiudicato, che a bordo della sua auto viaggiava verso il centro. L’uomo, residente in Francia, era nervoso alla vista dei militari. Grazie all’esperienza maturata negli anni in strada, hanno così deciso di approfondire le verifiche, ed estendere i controlli del soggetto anche sull’auto che conduceva. In quel frangente, l’uomo si è praticamente im-
mobilizzato, tanto da sembrare davvero impaurito nel presagire quello che poco dopo i carabinieri avrebbero rinvenuto. Difatti, ben nascosto sotto il sedile della sua auto, vi era un involucro contenente ben 100 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina: sempre occultati nell’autovettura, 1200 euro in contanti, sequestrati anch’essi poiché ritenuti provento dell’illecita attività di spaccio. L’uomo domani sarà l’interrogato dal giudice. A.V.
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