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XVII
IL DIRETTORE FILIPPI: «VORREMMO CREARE ALTRI PUNTI VACCINALI A BIBIONE E CAVALLINO PER COPRIRE LE ESIGENZE DEGLI OPERATORI TURISTICI»
Portogruaro
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
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Palaexpomar, apre l’hub da mille vaccini al giorno
Sicurezza idraulica Maxi-intervento da cento milioni `Presentato ai sindaci con obiettivi di sostenibilità
il master-plan del Consorzio di Bonifica PORTOGRUARO
L’Ulss 4 propone il sito anche come centro di somministrazione per turisti `
CAORLE Inaugurato l’hub vaccinale di Caorle. Con le vaccinazioni a circa 200 residenti, tutti over 50, da ieri è divenuto operativo il quarto centro vaccinale dell’Ulss 4, ricavato all’interno del Palaexpomar. Come ha illustrato il sindaco Luciano Striuli, il nuovo centro vaccinale è stato attivato grazie a un accordo a tre siglato tra Azienda sanitaria, Comune e la Venezia Expomar Caorle srl, proprietaria del complesso fieristico di Via Aldo Moro. Il Comune ha conferito tutte le risorse necessarie al funzionamento dell’hub (realizzazione degli ambulatori e delle postazioni per l’inoculazione del siero, fornitura di computer e stampanti) e per la remunerazione del personale sanitario che opererà all’Expomar.
SPAZI ORGANIZZATI All’interno dell’ampio padiglione è stata predisposta la collaudata organizzazione prevista nei centri vaccinali dell’Ulss 4: percorso di ingresso dedicato, accettazione, postazioni per la consegna delle schede anamnestiche e per il colloquio con il medico che, valutato lo stato di
salute dell’utente, decide la tipologia di vaccino da inoculare. A questo punto la persona da vaccinare viene invitata ad accomodarsi in una delle cinque postazioni allestite per l’inoculazione del siero che verranno attivate a seconda dei flussi previsti (ieri erano 2 le postazioni attive). Infine un’area attrezzata con posti a sedere accoglie le persone che devono attendere in genere 15 minuti per l’osservazione post-vaccinale. Presente, infine, un’infermeria, qualora la persona vaccinata dovesse manifestare reazioni avverse.
LE POTENZIALITÀ Ad oggi l’hub vaccinale di Caorle ha la possibilità di inoculare 100 vaccini l’ora, per un totale di 600 vaccini al giorno (essendo l’orario di apertura della struttura calibrato su sei ore), ma a pieno regime si potrebbe arrivare a mille vaccini al giorno. Come ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 4 Mauro Filippi, l’hub di Caorle dovrebbe diventare in futuro un punto di riferimento per la vaccinazione non solo dei residenti, ma anche dei lavoratori in ambito turistico. «Per noi si tratta di una priorità – ha detto Filippi –, ma stiamo attendendo le indicazioni da
INAUGURAZIONE Ieri mattina in via Aldo Moro la presentazione del centro vaccinale ricavato al Palaexpomar di Caorle
parte del Governo. Sappiamo che il presidente Zaia caldeggia questa possibilità e ci auguriamo che ci venga dato il via libera al più presto. Vorremmo in futuro creare altri punti vaccinali più piccoli anche a Bibione e Cavallino proprio per coprire le esigenze degli operatori turistici. La campagna vaccinale, in ogni caso, sta andando bene. Nel nostro territorio siamo arrivati a quasi 110mila dosi somministrate, sostanzialmente siamo a metà rispetto all’obbiettivo della campagna vaccinale».
RICHIAMO AI TURISTI
Passo ulteriore sarebbe quello di permettere anche ai turisti in vacanza a Caorle di poter ricevere la seconda dose, con l’obiettivo di presentare Caorle come zona Covid-free, ma su questo punto dal Governo non sono arrivate aperture. Soddisfazione per l’apertura dell’hub di via Moro è stata espressa anche dalla delegazione di Caorle di Confcommercio e Federalberghi, che confidano nell’attivazione di linee di somministrazione dedicate proprio agli operatori del turismo. Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Entro il 2025 addio littorine diesel sulla linea Portogruaro-Casarsa `Quindici milioni
per l’elettrificazione della tratta ferrovioaria PORTOGRUARO «Rfi attiverà la linea elettrificata Portogruaro-Casarsa entro il 2025». Lo scrive il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondendo a un’interrogazione della deputata della Lega, Ketty Fogliani. Nel documento ispettivo, la Fogliani aveva evidenziato che «tra la cittadina friulana di Casarsa della Delizia (Pn) e quella di Portogruaro esiste una tratta ferroviaria di antica data, ma di enormi potenzialità per lo sviluppo dei traffici commerciali e turistici» e che da «almeno vent’anni si parla di un intervento volto alla sua elettrificazione», che consentirebbe di ridurre le emissioni inquinanti provocate dalle motrici diesel.
RETE REGIONALE La linea ferroviaria Casarsa-Portogruaro serve un traffico regionale quasi esclusivamente di tipo passeggeri effettuato con circa 26 treni/giorno. Nell’ambito dell’Addendum 2018 al Protocollo d’Intesa tra Rfi e Regione Friuli per lo sviluppo delle infrastrutture ed accessibilità ai servizi ferroviari di interesse regionale, la stessa Regione aveva chiesto al gestore uno studio di fattibilità dell’elettrificazione della linea. Lo studio, che ha previsto
ELETTRIFICAZIONE La stazione dei treni di Portogruaro
approfondimenti per il potenziamento della linea per la circolazione anche dei treni merci a maggiori standard prestazionali, è stato ultimato nel mese di giugno 2019. L’intervento di elettrificazione, con un costo stimato di circa 15 milioni disponibili nel Contratto di programma tra Rfi e Mit, consentirà la riorganizzazione dei servizi di Trasporto pubblico locale e l’efficientamento dei collegamenti regionali e interregionali.
FUTURO SOSTENIBILE «Il Ministero – ha detto Fogliani – ci ha garantito che solleciterà il gestore a una accelerazione dei lavori, ricorrendo anche a procedure semplificate. La linea ferroviaria Casarsa-Portogruaro avrà un futuro sostenibile con un evidente beneficio per il territorio. Un risultato possibile grazie alla sensibilità del Governo sul tema ambientale. Un risultato concreto». T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Un Masterplan da 100 milioni con opere idrauliche che mettano in sicurezza l’intero ambito del Consorzio di Bonifica. Si è riunita mercoledì, in videoconferenza, la Consulta dei Sindaci del Consorzio di bonifica Veneto Orientale, l’organismo presieduto dal sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto, che rappresenta 30 Comuni, 22 in provincia di Venezia e 8 in provincia di Treviso. In rappresentanza del ente consortile, il vicepresidente Andrea Colla, che ha sottolineato come «sia nel pieno interesse del Consorzio, e di conseguenza di un comprensorio idraulicamente fragile come quello del Veneto Orientale, mettere a disposizione struttura e competenze per sviluppare azioni in sinergia con i Comuni che portino alla realizzazione di progetti condivisi».
L’OBIETTIVO «Riconoscendo - spiega il sindaco Gasparotto - al Consorzio di bonifica il ruolo di ente di riferimento per le questioni idrauliche, si è stabilito di partire dai Piani comunali delle acque per avviare dei protocolli di intesa con il Consorzio stesso, stanziando risorse per affidare all’ente di bonifica la predisposizione di studi di fattibilità e progettazioni delle opere di sicurezza idraulica
ambientale di cui ciascun Comune necessita». Ad oggi 24 Comuni del comprensorio hanno dato adesione al programma e si prevede di raggiungere complessivamente 1 milione di euro di affidamenti per servizi di progettazione «L’intento - ha proseguito il sindaco di Gruaro - è quello di realizzare un Masterplan delle opere idrauliche del Veneto Orientale, che abbiamo stimato in circa 100 milioni di euro e che speriamo possa trovare risorse nei fondi del Next Generation Ee, considerando che tanto il Piano nazionale di ripresa e resilienza quanto quello regionale destinano quote significative al dissesto idrogeologico. Inoltre, anche senza fare completo affidamento sui piani di ripresa post-pandemia, il territorio disporrà di un portafoglio di progetti pronto per intercettare qualunque fonte di finanziamento che in futuro potrà rendersi disponibile. Questa è una grande scommessa, ma i 30 comuni della Consulta e il Consorzio di bonifica Veneto Orientale sanno che, lavorando in simbiosi, può essere vinta, diventando un esempio virtuoso per altri territori della nostra Regione».
CANTIERI APERTI Il Consorzio sta intanto portando avanti cantieri di lavori pubblici per 30 milioni di euro, in una situazione finanziariamente in equilibrio e con aumenti della contribuenza mediamente al di sotto del tasso di inflazione. Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
Coronavirus: il rischio sanitario la lotta alla pandemia
Al lavoro 6.312 operatori sanitari veneti che non si sono ancora vaccinati Filippo Tosatto / VENEZIA
Il personale della sanità pubblica non è insensibile alle sirene No Vax. Dei sessantamila camici bianchi in servizio negli ospedali e nella rete assistenziale del Veneto, oltre il 10% è tuttora privo di ogni copertura vaccinale: 6.312 le donne e gli uomini che non hanno aderito alla pressante campagna delle Ulss, talora per contingenze indipendenti dalla loro volontà, più spesso - parrebbe - per scelta pregiudiziale. A documentarlo
Nel Veronese sospesi dal lavoro 19 addetti alle Rsa che hanno rifiutato l’antivirale è un’indagine conoscitiva della Regione, che analizza l’andamento in dettaglio, a cominciare dalla categoria più numerosa - il “comparto” di infermieri, oss, amministrativi, tecnici - che ha completato il ciclo quasi all’80% mentre una piccola quota ha ricevuto la prima dose e l’11,6% (5243 dipendenti) resta fuori dal radar. I RISCHI PER OSPITI E COLLEGHI
Meno vistoso il passo indietro dei medici ospedalieri; all’appello manca il 7%, 735 su 10.455, percentuale in linea con la tendenza dei colleghi che operano in ambulatorio: medici di fami-
PERSONALE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE - AGGIORNAMENTO 20.05.2021 - ORE 15
Infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi Medici ospedalieri Medici di medicina generale, guardia medica, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali
glia, guardie, pediatri, specialisti. La divulgazione dei dati coincide con il “botto” echeggiato nel Veronese, a San Giovanni Lupatoto, dove la Pia Opera Ciccarelli settecento dipendenti, nove Rsa e 640 posti letto per non autosufficienti - ha sospeso dal lavoro 19 operatori sociosanitari in applicazione del decreto Covid che impone loro l’obbligo di profilassi. Secondo la Pia Opera, il rifiuto opposto al vaccino costituisce un potenziale pericolo sia per gli ospiti che per i colleghi: «Abbiamo agito a fronte di un atteggiamento grave, in alcuni istituti ci sono già stati focolai di contagio causati da lavoratori che non avevano voluto sottoporsi alla vaccinazione», argomenta la direttrice, Elisabetta Elio. I PRECEDENTI NEL VENETO
Al riguardo, l’assessore alla Sanità e al welfare Manuela
Prima dose 3.830
Percentuale copertura prima dose 8,5%
10.455
541
4.641
262
Numero Totale dipendenti 45.107
Cicli completi 36.034
Percentuale copertura cicli completi 79,9%
Numero operatori da vaccinare 5.243
Percentuale dipendenti da vaccinare 11,6%
5,2%
9.179
87,8%
735
7,0%
5,6%
4.045
87,2%
334
7,2%
TOTALE 6.312
nei centri vaccinali
Tampone gratuito per i parenti degli anziani ospiti Sono stati allentati i vincoli che per quasi un anno hanno segregato gli anziani ospiti delle case di riposo per evitare la diffusione del contagio e poi proteggerli dal virus. Le visite sono ora consentite ai parenti vaccinati o guariti e a quelli che hanno un tampone negativo, eseguito nelle 48 ore precedenti. Che però è a pagamento. Per non imporre loro un nuovo balzello, la Regione ha deciso di sottoporli gratuitamente al test rapido nei centri vaccinali. Basterà sottoscrivere un’autocertificazione in cui si attesti che si chiede il tampone per far visita a un ospite di Rsa. Attenzione: dichiarare il falso è reato.
Il richiamo somministrato alla prima vaccinata: l’infermiera Alivernini
Lanzarin, ieri protagonista solitaria del briefing di Marghera in assenza di Luca Zaia calamitato dagli impegni a Palazzo Balbi, non cela la preoccupazione: «Certo la legge nazionale prevede la sospensione dalle mansio-
il libro del coordinatore dello studio
Oms, Zambon sul rapporto ritirato «Si potevano evitare delle vittime» VENEZIA
Non ci fossero stati più di 125mila decessi e oltre 4 milioni di casi, solo in Italia, accompagnati da una crisi economica senza precedenti, la trama di questa intricata vicenda sarebbe degna di un romanzo di Dan Brown. Ma, appunto, le 125 mila persone che non ci sono più impongono una domanda. Se il rapporto sulla prima risposta dell’Italia alla pandemia, redatto dall’allora funzionario dell’Oms Francesco Zambon, non fosse stato repentinamente ritirato, si sarebbero potute evitare delle vittime? «Sì, credo di sì». La risposta è la conclusione della presentazione del libro “Il pesce piccolo–Una storia di
virus e segreti”, a palazzo Ferro Fini. Conferma della parte che la Regione ha deciso di appoggiare. Del resto, le pressioni per modificare il rapporto avevano a oggetto anche le parole troppo lusinghiere verso il Veneto. «Mi è stato detto che non si poteva scrivere che questa regione ha risposto meglio della Lombardia» spiega Zambon «Ma il Veneto ha disinvestito meno sul territorio, mentre le altre hanno investito molto di più sugli ospedali. Dovevo dire agli altri Paesi che il virus si combatte sul territorio e che, quando i malati arrivano negli ospedali, è già tardi. E infatti nel piano di ripresa e resilienza si punta sulla medicina territoriale». Ecco cos’era il report, secondo Zambon: un ma-
CROMASIA
Un migliaio i medici fra gli ospedalieri e quelli attivi nel territorio: ora devono spiegare se hanno motivi validi o sono No Vax
Francesco Zambon e, a destra, Roberto Ciambetti alla presentazione
nuale utile agli altri Paesi, per rispondere all’emergenza, proveniente dal primo Stato europeo che aveva conosciuto l’emergenza. Quello che è succes-
so è ormai di pubblico dominio. Il rapporto epurato del “China box”, «ma perché non aggiungeva nulla alla storia italiana» precisa Zambon. Il fa-
ni fino all’assolvimento dell’obbligo, tuttavia questa scelta diventa difficile nelle strutture residenziali per anziani dove già si manifesta una carenza cronica di dipendenti. Il problema si avverte anche negli ospe-
stidio di Ranieri Guerra per l’esplicitazione del mancato aggiornamento dal 2006 del piano pandemico: «Ho capito che voleva coprire qualcos’altro, essendo stato direttore della Prevenzione in Italia». Il dossier che, finalmente, viene pubblicato in rete e, dopo meno di 24 ore, ritirato. Ufficialmente, per una modifica che avrebbe richiesto un paio d’ore. Dopo pochi minuti, la telefonata da Pechino: «Mi hanno detto che non mi sarei più potuto occupare della nuova pubblicazione, perché erano necessarie due ulteriori modifiche. A cosa si riferissero, l’ho scoperto dalle chat emerse con il lavoro della magistratura di Bergamo». Il clima intanto era diventato irrespirabile. Poi le dimissioni, quindi la causa, a Ginevra. « L’ho deciso dopo aver letto il contenuto delle chat. Certo è che, nei primi due gradi di giudizio, gli atti saranno valutati dall’Oms stesso...». Tanti i punti da chiarire. A partire dal coinvolgimento del ministro Speranza. «Non so quanto sapesse. Certo, il suo capo di gabinetto sapeva». E
dali ma in questo caso parliamo di grandi numeri, ed è forse più facile convertire una figura professionale». LE FORNITURE DI DOSI IN ARRIVO
Né si tratta del primo esempio di sanzione a carico del personale No vax. Nelle scorse settimane, un medico della Rsa di Fregona (Treviso) è stato denunciato dall’azienda sanitaria per «pericolo contro l’incolumità»: aveva respinto il vaccino e proseguito l’attività nonostante la positività al virus. A Belluno, invece, il tribunale ha rigettato le istanze di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato la dose a febbraio e per questo erano stati sospesi dal lavoro. Che altro? In tema di somministrazioni Lanzarin precisa che i posti liberi, prenotabili dagli over 40 in su fino al 16 giugno, sono scesi a 50 mila dagli ottantamila iniziali e, soprattutto, non sono ripartiti in modo omogeneo ma concentrati nelle Ulss 2 (Marca trevigiana), 9 (Scaligera) e, in misura assai minore, nella 7 Pedemontana. Le altre hanno esaurito le disponibilità. Consegne all’orizzonte? Mercoledì sono giunte 160 mila dosi Pfizer e 18 mila Moderna, oggi arriveranno altre 38.600 Moderna e 17 mila J&J. Aspettando giugno e la valanga salvifica di flaconi annunciata dal generale Figliuolo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
poi ancora il Veneto, con un episodio che pure non è raccontato nel libro. Lo studio di Crisanti, con il secondo giro di tamponi a Vo’, che la direttrice dello Zooprofilattico Antonia Ricci sostiene essere stato tenuto nascosto per un anno. «Ricordo che si è discusso molto di questi dati. Ma non li ho mai visti, se non quando sono stati pubblicati in un articolo su Nature». Intanto, da lunedì a Ginevra si terrà l’assemblea mondiale della sanità, cui parteciperanno ministri di tutto il mondo. «Dovranno decidere se considerare il problema o non vederlo, saranno responsabili verso i loro cittadini» sostiene Zambon. «Di pandemie ce ne saranno ancora, dobbiamo far sì che non siano catastrofiche come questa. L’anno prossimo si eleggerà il nuovo dg dell’Oms. Bisognerebbe riflettere sulla modalità di voto e sui finanziamenti, che per l’80% arrivano da privati». La risposta dell’Oms? La diffida dall’utilizzare l’acronimo nel libro. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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olimpiadi
lavori pubblici
Cimitero da riqualificare Lavori al via a fine estate Approvato il progetto esecutivo ed esecutivo del primo dei tre stralci di intervento Sarà restaurata la cappella e saranno realizzate nuove cellette cinerarie
Infrastrutture Spa il Governo accelera Gemme al vertice sulla viabilità CORTINA
Alessandra Segafreddo CORTINA
Sarà riqualificato il cimitero di Cortina. La giunta comunale, ieri mattina, ha approvato il progetto definitivo ed esecutivo dei lavori di manutenzione straordinaria e di restauro del cimitero. Si tratta del primo stralcio delle opere per un valore di 400 mila euro su un progetto complessivo, diviso in tre stralci, che prevede un investimento totale di un milione 246. 500 euro. «È un progetto molto importante», spiega il sindaco Gianpietro Ghedina, «che vede una completa ristrutturazione del cimitero cittadino. Il progetto è stato redatto dall’architetto ampezzano Agostino Hirschstein, e il lavoro è suddiviso in tre stralci. Ora partiamo con il primo. Abbiamo acquisito tutti i pareri favorevoli della Sovrintendenza, dato che il bene avendo più di 70 anni è vincolato, dell’Ulss e degli enti competenti. Abbiamo poi approvato, a marzo, il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori ed ora con l’approvazione dell’esecutivo si potranno attivare le procedure per affidare i lavori. Il cantiere verrà aperto alla fine dell’estate». Il progetto si basa su una ricerca storica iniziata dalla prima costruzione del cimitero, inaugurato nel 1834. Sono state quindi analizzate le modifiche successive del 1929, che furono curate dall’ingegner Apollonio e dall’architetto Wenter Mari-
Il progetto per la manutenzione straordinaria del cimitero di Cortina
ni. L’ultimo intervento ha ormai una cinquantina d’anni, risale al 1971, quando fu costruito un ulteriore ampliamento, nella parte a sud. Gli interventi che partiranno a fine estate e che compongono il primo stralcio delle
Saranno ripavimentati i porticati del 1834 Il sagrato sarà ampliato e si interverrà sui bagni opere sono undici. I lavori approvati prevedono che venga restaurata la cappella del ’29 e la sua copertura e che siano realizzati dei parapetti sulla balconata. Con la volontà di abbattere le barriere ar-
arriva il giro
Escursioni su due ruote e iniziative in piazza Cortina attende la tappa CORTINA
Al via un fine settimana di pedalate e attività organizzate aspettando il tappone dolomitico del giro d’Italia in arrivo a Cortina lunedì. Un week end tutto in rosa, dedicato ai ciclo amatori, per vivere l’emozione di pedalare per le Dolomiti Unesco e dare il benvenuto a un’estate tanto attesa. Per gli appassionati delle
due ruote sono in programma escursioni previste per domani e domenica , pensate per gli amanti di Mtb, E-bike e gravel, che porteranno gli amatori su percorsi dedicati ad attraversare boschi, malghe, cime e rifugi in alta quota. L’appuntamento per chi vuole vivere l’emozione di un “road bike” che percorre , a ritroso, l’ultimo tratto della 16° tappa del Giro, è per domeni-
chitettoniche sarà anche creata una rampa sulla scalinata centrale. Verrà creata anche un’apertura di passaggio a sud-est che dal porticato del 1834 porta al magazzino verso il torrente Bigontina, saranno poi realizzati dei blocchi per 360 cellette cinerarie nel porticato del 1929 e altri blocchi per altre 90 cellette nel cinerario comune nel porticato del 1929, sfruttando parte del deposito seminterrato. Per mantenere il decoro e ridare antico splendore al cimitero sarà anche realizzata una nuova pavimentazione nei porticati del 1834, con la riapertura di due arcate verso sud-ovest; verrà inoltre completamente rifatto il manto di copertura comple-
to. Sarà poi ampliato il sagrato della cappella e saranno create 4 nuove aperture per rendere utilizzabile il locale seminterrato nel porticato sud-ovest. Infine si interverrà sul servizio igienico con l’adeguamento dei bagni all’utilizzo per i portatori di handicap e saranno anche spostati i quadri elettrici principali. Ora che il progetto esecutivo è stato formalmente approvato, sarà avviata la procedura per l’appalto delle opere. A fine estate partirà il primo stralcio, a seguire il secondo stralcio, che prevede una spesa di 354.974 euro; e a chiudere il terzo stralcio per un investimento di 491.525 euro. —
ca. Si parte alle 10 con le guide, da piazza Angelo Dibona, si arriva al Passo Giu. L’ultimo chilometro verrà cronometrato per redigere una classifica tra i partecipanti. Alle 17 in piazza Angelo Dibona i vincitori verranno premiati. Per partecipare chiamare lo 0436 866252. Intanto domani alle 17.30 la piazza vedrà nuovamente protagonisti i Mondiali sci alpino di febbraio. La Fondazione Cortina 2021 racconterà il successo della rassegna iridata e ringrazierà Cortina con un evento di saluto. Domenica piazza Angelo Dibona ospita anche cultura e sport. Alle 17.30 Francesco Chiamulera in compagnia dell’autore Beppe Conti presenterà il libro “Dolomiti da
Leggenda”. A seguire talk show su “Le Dolomiti, Cortina e il ciclismo” con le leggende del ciclismo Marzio Bruseghin, Pippo Pozzato, Moreno Argentin. Spazio anche all’arte per tingere Cortina di rosa: i disegni dei ragazzi delle elementari sono già in mostra nelle vetrine e nel giro scale della Cooperativa, ci saranno poi due installazioni artistiche di Andrea Gaspari a Pierosà e Pocol, e sono 24 le opere di artisti di Cortina e del Cadore che vivranno nelle vetrine dei negozi del centro. Da domani a lunedì, infine, si potranno fare colazioni, pranzi e aperitivi itineranti nei locali che propongono dolci e stuzzichini gourmet rosa. —
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Improvvisa, ma sospirata accelerazione, per la società pubblica Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa. «È in fase di perfezionamento, sia per quanto concerne la designazione dei membri dell’organo di amministrazione della società da parte delle amministrazioni coinvolte, sia per quanto riguarda l’approvazione dello statuto societario», fa sapere il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, rispondendo ad una interrogazione dei parlamentari del Pd Roger De Menech e Gian Mario Fragomeli. L’attesa potrebbe essere di una settimana o poco di più, a sentire De Menech. Con l’agenzia è atteso anche il nome dell’amministratore delegato, con poteri commissariali. Ai piedi delle Tofane un po’ tutti incrociano le dita per Luigi Valerio Sant’Andrea, già commissario straordinario per i Mondiali. Dal commissario ci si attendono tempi più rapidi per la pista di bob e le circonvallazioni di Cortina e Longarone. «Una volta pervenute le anzidette designazioni e gli atti di assenso, lo schema di Dpcm sarà prontamente trasmesso per l’esame e l’approvazione del Consiglio dei ministri» , informa Morelli. Per quanto riguarda le infrastrutture, aggiunge il vice ministro. Al momento sono state individuati «59 interventi per un ammontare complessivo di 11,6 miliardi». Tra le infrastrutture esistenti e pianificate, tutte in-
teramente finanziate, ci sono l’Alta velocità Brescia est-Verona (primo lotto funzionale), la Pedemontana Veneta, il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia Marco Polo, che in futuro dovrebbe consentire il collegamento diretto con Cortina. Tra le opere infrastrutturali essenziali ci sono le varianti di Longarone e di Cortina, gli interventi in Val Pusteria (come la circonvallazione di Perca), il bus rapid transit nella Provincia di Trento; le opere infrastrutturali connesse e di contesto, in parte con finanziamenti già disponibili e con relativi soggetti attuatori, ed in parte previste in via programmatica e con possibilità di successivo finanziamento ai sensi del predetto decreto. In questo gruppo di interventi rientrano, ad esempio, il completamento della variante di Agordo e la bretella di Gallarate. Di infrastrutture si parlerà intanto lunedì direttamente a Cortina, ha annunciato ieri il sindaco Ghedina a margine della visita del nuovo prefetto Savastano. Lunedì il prefetto tornerà a Cortina e ci sarà anche il presidente di Anas, Claudio Andrea Gemme. «Parleremo dei progetti di viabilità legati alle Olimpiadi e di quelli da concludere previsti per i Mondiali», dice Ghedina annunciando la presenza anche del governatore Zaia. Per la viabilità intanto c’è una buona notizia: il cantiere Anas sulla circonvallazione è stato riaperto ieri. — F.D.M. - A.S.
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in municipio
Il nuovo prefetto in visita Il nuovo prefetto di Belluno, Mariano Savastano, in visita a Cortina. Ieri mattina il sindaco Gianpietro Ghedina, con il suo vice Luigi Alverà, l’assessore Benedetto Gaffarini e il segretario Giacomo D’Ancona hanno accolto in municipio il nuovo prefetto in visita istituzionale
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Primo Piano
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La lotta al Covid LA GIORNATA VENEZIA Eccome se conviene fare i bravi. E cioè rispettare le regole, indossare la mascherina, evitare gli assembramenti. Da quant’è che ce lo dicono? Ecco, adesso a Nordest siamo arrivati al tempo delle pagelle: se continueremo a tenere sotto i limiti i numeri dei contagi e dei ricoveri ospedalieri per altre due settimane consecutive, a breve saremo “bianchi”. Il Friuli Venezia Giulia dal 1° giugno. Il Veneto dal 7 giugno. A quelle date, nelle rispettive regioni, riapriranno in anticipo - le piscine: potremo riprendere a nuotare, anche se solo al chiuso, senza aspettare luglio. Potremo sposarci con tanto di ricevimento, sempre in anticipo rispetto alla data prevista del 15 giugno. È così: riaprirà tutto, purché - e la sottolineatura è fondamentale - per altre due settimane si continui a restare sotto la soglia di allarme.
Nordest, con il “bianco” subito piscine aperte e nozze libere Gli indici al livello più basso: se resteranno così `Ripartiranno in anticipo gli impianti al chiuso il Veneto riapre tutto il 7 giugno, il Friuli Vg dal 1° per nuotare e torneranno i pranzi di matrimonio `
Il verdetto, come ogni settimana, viene deciso il venerdì per il lunedì seguente. E, per essere bianchi, servono tre verdetti consecutivi. Ecco, oggi siamo al primo. In base ai dati che la Regione del Veneto ha presentato a Roma, questa settimana il Veneto sarebbe già in “bianco”:
l’indice di trasmissione del contagio Rt è sceso a 0.74 (in questo caso il dato è quello “vecchio” dei 21 parametri, non riguarda cioè l’indice di trasmissione ospedaliero); l’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti è precipitata a 44.9 (e per essere “bianchi” bisogna stare sotto il
limite di 50); il tasso di occupazione ospedaliera è 9% sia nelle aree non critiche (contro un tetto del 40%) che nelle terapie intensive (contro un tetto del 30%). Insomma, i dati sono più che buoni. Giusto per fare un esempio: nelle ultime 24 ore sono stati fatti 32.273 tamponi tra
L’AVVOCATURA La conferma arriva dall’Avvocatura regionale di Palazzo Balbi: il giorno in cui il Veneto, oggi “giallo”, diventerà “bianco”, ci saranno solo tre regole da rispettare e un divieto da osservare. Le regole (sono e) saranno: mascherine, distanziamento sociale, nessun assembramento. Il divieto: le discoteche. In sintesi: se il 7 giugno il Veneto diventerà “bianco”, tutti i divieti decadranno, non ci sarà più nessun coprifuoco, potremo muoverci senza dover dire perché e per come, potremo fare feste e festini, pur con l’accortezza di stare a debita distanza gli uni dagli altri. Ma, appunto, sarà un’altra vita. L’unico divieto che resterà in vigore - a meno di differenti pronunciamenti governativi - riguarderà le discoteche che continueranno a restare chiuse. Ma siamo sicuri che il 7 giugno tutto il Nordest sarà bianco?
274
6
44.9
I nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore. In tutto ci sono stati 421.374 casi
Le vittime nella giornata di ieri. I morti da Covid-19 in Veneto sono stati 11.515
L’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti: per essere “bianchi” il limite è 50
IL VERDETTO
Con 16 clienti nel ristorante perché piove: multato LA SANZIONE MOGLIANO «Sono stato multato in quanto domenica sera ho fatto accomodare all’interno del ristorante sedici avventori, compresa una disabile, perchè si era scatenato il diluvio. I carabinieri, che hanno eseguito il controllo, hanno elevato una sanzione di 280 euro e, in più, rischio la chiusura del locale da 5 a 30 giorni. Sarebbe una mazzata proprio ora che possiamo ripartire». Federico Zacchello, titolare del ristorante Before a Zerman di Mogliano, ha deciso di presentare ricorso in Prefettura. «I clienti si erano offerti di dividersi la multa e pagarla al posto mio. Ma ho rifiutato. Adesso spero nella clemenza del prefetto».
CRISI La sanzione è stata comminata al ristoratore in quanto non ha rispettato le misure previste per la pandemia sa-
PER LA PRIMA VOLTA DOPO MESI I RICOVERATI IN TERAPIA INTENSIVA SONO SCESI SOTTO QUOTA 100. IERI SOLO 274 CONTAGI
«HO BRUCIATO I RISPARMI DI UNA VITA ORA FARÒ RICORSO»
molecolari e rapidi, tutti test effettuati a contatti ravvicinati di persone trovate positive; ebbene i contagi trovati sono stati solo 293, lo 0.9% per cento.
ATTENZIONE I dati del Veneto sono buoni (il Friuli Vg ancora meglio: l’incidenza è a 29 casi su 100mila abitanti), ma, appunto, serviranno altre due settimane di numeri in “bianco” per essere così catalogati a partire da lunedì 7 giugno e vedere, dunque, riaprire in anticipo parchi tematici (Gardaland, tanto per fare un nome), piscine al coperto, fiere, congressi. E veder celebrare matrimoni. È la dimostrazione che i comportamenti individuali alla fine incidono sulla situazione complessiva.
IL BOLLETTINO Quanto all’aggiornamento quotidiano, l’ultimo bollettino diramato ieri sera dalla Regione del Veneto registra un dato importante: per la prima volta dopo molti mesi il numero dei ricoverati in terapia intensiva è sceso sotto le 100 unità. I contagi nelle ultime 24 ore sono stati 274. I decessi sono stati 6. Il totale degli infetti da inizio epidemia sale a 421.374, quello delle vittime a 11.515. Scende significativamente il numero dei ricoverati per Covid negli ospedali: 801 (-21) nelle aree non critiche e 98 (-11) nelle terapie intensive. Le persone attualmente positive e in isolamento sono 12.108. «Non bisogna abbassare la guardia ha detto l’assessore Manuela Lanzarin - ma il virus sta circolando in modo molto limitato». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Federico Zacchello
IL LIBRO VENEZIA Siccome Il pesce piccolo non è muto, a domanda risponde. E così, quando gli viene chiesto se gli risulta che Andrea Crisanti non abbia presentato al Comitato tecnico scientifico regionale la relazione che gli era stata sollecitata sul secondo giro di tamponi a Vo’, operazione pur finanziata da Palazzo Balbi con 150.000 euro, Francesco Zambon ripercorre i fatti con la stessa precisione mostrata nel suo libro, durante la presentazione a Palazzo Ferro Fini. «Ho iniziato – riepiloga – a far parte del Cts a marzo. Ricordo che abbiamo discusso relativamente a Vo’ se estendere o meno i tamponi a una specie di screening di massa, una cosa che non era mai stata fatta prima da nessuna parte. Ricordo che si è discusso di questi dati, però io non li ho mai visti, cioè li ho visti dopo, quando sono stati pubblicati nell’articolo su Nature».
SLOVENIA, VIA LIBERA AGLI INGRESSI DA TRE REGIONI
Zambon: «Test a Vo’, Crisanti non presentò i risultati al Cts» durre l’editore Feltrinelli a un’immediata ristampa. «Un riconoscimento del Consiglio regionale al professionista, e all’uomo, che con la sua pubblicazione un anno fa aveva svelato negazione, scelte sbagliate, mancanza di coordinamento,
IL RAPPORTO L’evento si è tenuto ieri in prima nazionale a Venezia, la città in cui è esploso lo scandalo Oms e dove il volume è andato rapidamente esaurito, tanto da in-
Da domani sarà permesso l’ingresso in Slovenia, senza obbligo di quarantena o tampone, per chi proviene da tre regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Per chi rientrerà in Italia permane l’obbligo di essere in possesso di un test eseguito non più di 48 prima del ritorno.
A FERRO FINI Francesco Zambon
L’EX FUNZIONARIO OMS CON “IL PESCE PICCOLO” IN CONSIGLIO REGIONALE CIAMBETTI: «IL NOSTRO RICONOSCIMENTO PER LA SUA DENUNCIA»
insipienza, finendo poi per venire isolato dai vertici di un’Organizzazione mondiale della sanità che non tutta vede il Veneto come un interlocutore che dovrebbe esser trattato lealmente», ha dichiarato il presidente Roberto Ciambetti. «Il rapporto censurato – ha rimarcato Zambon – mandava dei messaggi ad altri Paesi, che erano tutti indietro rispetto l’Italia nella curva epidemica. Quindi io credo che non dovesse assolutamente far paura, ma essere un aiuto. Invece negli ultimi mesi è stato strumentalizzato, venendo descritto come fosse assolutamente critico nei confronti dell’Italia, mentre in realtà metteva in luce
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nitaria da Covid che prescrivono la consumazione dei pasti esclusivamente all’esterno dei locali pubblici, ristoranti compresi. Lui si giustifica adducendo il mal tempo. Racconta, inoltre, le difficoltà enormi per superare un anno di chiusure dettate dall’emergenza sanitaria. «Ho bruciato i risparmi di una vita. E alle volte non sono bastati. Abito sopra al locale e quando mi hanno tagliato la fornitura del gas perchè non avevo pagato entro i termini, sono rimasto senza riscaldamento e senza acqua calda anche in casa. Erano i mesi più freddi di novembre e dicembre. Ho quattro figli e non è stato facile spiegare loro che dovevano andare dai nonni per lavarsi con l’acqua calda». Zacchello conclude: «Se la Prefettura aggiunge la chiusura del locale alla multa sarò costretto a non riaprire più e, a quel punto, non so come farò a sbarcare il lunario per me e la mia famiglia. Ci trasferiremo in un campo a bordo di una roulotte». Valeria Lipparini © RIPRODUZIONE RISERVATA
le cose che sono andate bene e quelle che sono andate male».
L’ASSEMBLEA Lunedì prossimo su Le Temps, quotidiano di Ginevra, uscirà un editoriale dello stesso ex funzionario Oms dedicato all’assemblea mondiale della salute, che inizierà proprio quel giorno. «I ministri – ha osservato – dovranno scegliere se considerare o non vedere il problema dell’Organizzazione mondiale della sanità. È una scelta di cui devono essere responsabili nei confronti dei cittadini. Bisogna usare questa opportunità, perché il prossimo anno ci sarà l’elezione del nuovo segretario generale. Oggi dobbiamo interrogarci su come usare questa catastrofe, che è stata definita la “Chernobyl del ventunesimo secolo”. Per fortuna adesso è uscito il nuovo rapporto della commissione indipendente, coordinata dall’ex presidente della Liberia, il cui titolo è molto indicativo. Dice: facciamo in modo che questa sia l’ultima pandemia. Di pandemie ce ne saranno ancora, ma quello che possiamo fare è cercare che non siano così catastrofiche come il Covid». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Serenissima tra presente e futuro
Le 3 questioni cruciali del “mosaico” Venezia Da Mose alla rivitalizzazione della `«L’Autorità per la laguna va, da subito, città: le proposte del ministro Brunetta drasticamente riformata e semplificata» `
segue dalla prima pagina
Con umiltà, ma anche mettendoci tutta la mia storia - nel 2010-2011 sono stato ministro con delega a riformare la legge speciale - e il mio amore di veneziano di Cannaregio. Detto questo, dove eravamo rimasti?
LA SALVAGUARDIA Innanzitutto i 538 milioni di euro destinabili dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) al completamento del Mose vanno sbloccati subito per far sì che un nuovo, ultimo, “atto aggiuntivo” definisca i lavori dei quali si occuperanno ancora il Consorzio Venezia Nuova, gestito dal Commissario liquidatore, e le sue imprese, sotto l’attenta regia del Commissario sbloccacantieri, prima che il completamento del “sistema Mose” passi al Provveditorato alle Opere Pubbliche, in attesa che il tutto rientri nella competenza della neo istituita Autorità per la laguna, magari ridisegnata come si dirà più avanti. Ma questo deve anche essere l’ultimo finanziamento straordinario. La nuova stagione di gestione della salvaguardia, quella affidata all’Autorità per la laguna, deve uscire dal regime di finanza derivata unicamente soggetta all’altalenante buon cuore del bilancio dello Stato e contare anche su risorse fiscali proprie, endogene, legate alle attività che prosperano grazie alla laguna, all’Adriatico e al nome di Venezia. Insomma più responsabilità. Occorre uscire poi al più presto da uno stallo insostenibile, durato troppo tempo – i cinque anni che vanno dallo scoppio delle vicende giudiziarie del 2014 alla disastrosa acqua granda del 12 novembre 2019, per far sì che la Repubblica – cioè lo Stato, la Regione e gli enti locali, Città metropolitana di Venezia su tutti, in leale collaborazione – la Repubblica, dicevamo, torni, con nuovi protagonisti, a garantire la salvaguardia e la vitalità socioeconomica di Venezia e della sua laguna, come recita l’articolo 1 della legge speciale del 1973: un impegno assunto di fronte al mondo che in questo momento di possibile agognata uscita dalla crisi da Covid-19 si presenta più delicato che mai. Basta caos delle competenze. Un obiettivo oggi possibile purché si metta ordine con decisione nel mosaico di provvedimenti che si è andati componendo dopo la disastrosa acqua alta del 12 novembre 2019. Dalla nomina di un Commissario sbloccacantieri alla costituzione dell’Autorità per la laguna, fino al lancio del concorso di idee per la realizzazione di punti di attracco fuori laguna per le grandi navi da crociera e le navi portacontenitori oceaniche. Provvedimenti accelerati dal 3 ottobre 2020, quando il successo del primo vero impiego dell’intero sistema di paratie alle tre bocche ha scardinato, con i fatti, tutte le insinuazioni sulla “inutilità” del Mose. Onore al merito a chi nel Mose ha sempre creduto. Il mosaico, però, ha oggi bisogno di correttivi drastici e di essere completato lavorando su norme e organizzazioni che riguardano tutte le tessere: in pri-
BASTA FONDI STRAORDINARI LEGATI AL BUON CUORE DELLO STATO: LA CITTÀ DEVE CONTARE SU ENTRATE FISCALI PROPRIE C’È UN DISPERATO BISOGNO DI DIVERSIFICARE LA BASE ECONOMICA: SI PUNTI SU ATTIVITÀ MARITTIME-PORTUALI, AMBIENTE E TECNOLOGIE
mis quella della neonata (male) Autorità per la laguna, che assorbirà le competenze del Magistrato alle acque e, in parte, degli enti locali con i quali dovranno essere ricercati elementi di convergenza, ma anche della sua “società in house” che non disperderà le competenze accumulate dal Consorzio Venezia Nuova in liquidazione; il Comitato Istituzionale per la salvaguardia di Venezia, che rimpiazzerà il Comitatone; e l’Autorità di Sistema portuale, che dovrà essere messa in sintonia con quella per la laguna, anche con appositi interventi normativi, e ridisegnare, dentro e fuori la laguna, le sue infrastrutture nel segno della sostenibilità. Chiarezza e tempestività. Tre dunque sono le questioni cruciali da affrontare per ritornare a una politica attiva di protezione e valorizzazione del bene culturale Venezia, delle sue “pietre” e delle donne e degli uomini che la abitano e che meritano una città “vivibile”. La prima è che si ritorni orgogliosamente al programma originario di salvaguardia incentrato sul sistema Mose. Un programma che non è fatto solo di paratie mobili, ma di attività funzionali alla loro gestione e manutenzione; e poi di rialzi e interventi diffusi, a partire dalla difesa locale della Basilica di San Marco; di opere complementari di mitigazione e compensazione ambientale, quelle richieste dall’Unione Europea, che rimandano al completamento delle opere di disinquinamento della laguna, a cominciare dalla rete di marginamento delle macroisole di Porto Marghera; di rifinanziamento di un nuovo ciclo trentennale di manutenzione del patrimonio edilizio di Venezia insulare etc.
LA PORTUALITÀ
SI DEVE METTERE ORDINE ALLA PLETORA DI PROVVEDIMENTI PRESI DOPO LA DISASTROSA ACQUA ALTA DEL 12 NOVEMBRE 2019
Ma, e questa è la seconda questione cruciale, occorre che la “salvaguardia” non confligga tragicamente con la “rivitalizzazione”. Per farlo occorre porre mano alla realizzazione delle opere complementari portuali: quelle conca di navigazione a Malamocco e punto di attracco fuori laguna per le navi portacontenitori
oceaniche (non per niente oggetto del decreto legge “grandi navi” già ricordato) - necessarie a garantire, secondo quanto prescritto ancora in sede di approvazione del progetto Mose, la piena accessibilità al porto anche a barriere mobili sollevate. Una prescrizione che ci si era “dimenticati” di includere nel “prezzo chiuso” della convenzione Mav-Cvn e dei suoi atti aggiuntivi, ma che è stato oggetto di più convenzioni Mav-Autorità portuale, e addirittura oggetto di finanziamento per l’avvio della sua realizzazione. Tema cruciale, lo ribadisco, perché il vento del Covid che ha messo in crisi la filiera turistica delle città d’arte ha reso evidente che la città di Venezia – quella metropolitana più ampia nella quale la laguna è risorsa preziosa - ha disperato bisogno di diversificare la sua base economica, tornando ad arricchirla di quelle attività marittimo-portuali che hanno fatto grande la Serenissima. È intervenendo sapientemente sulla laguna che Venezia può dimostrare al mondo che rispetto dell’ambiente e uso di nuove tecnologie possono interagire proficuamente per disegnare la città, l’economia e la società, verdi e digitali, di domani.
LE REGOLE Ma, terza e decisiva questione, occorre che l’intero processo di “salvaguardia e rivitalizzazione” sia affinato per essere stabilmente affidato a istituzioni “repubblicane”, a partire dall’Autorità per la laguna di Venezia, da riformare, ancor prima che entri in funzione, per metterla in condizione di comporre obbligatoriamente tre “faglie”: quella del potenziale conflitto “verticale” tra Stato, Regione del Veneto, Città metropolitana e Comune di Venezia; quella del potenziale conflitto “orizzontale” tra amministrazioni statali, ossia tra l’ammi-
Rovigo non tornerà al voto: il sindaco ritira le dimissioni IL CASO ROVIGO All’ultimo giorno utile, il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo ha ritirato le dimissioni, chiudendo così, almeno formalmente, la crisi che si era aperta il 30 aprile con il suo gesto di rimettere il proprio mandato, a poche ore dal consiglio comunale che aveva bocciato - grazie al voto di parte del Pd - una mozione sulla possibile nuova sede del Tribunale presentata dalle forze di maggioranza. Non un finale scontato, viste le tensioni con le quali ha dovuto fare i conti il “facilitatore” Achille Variati, inviato nel capoluogo polesano dalla segreteria nazionale del Pd con il compito di evitare le elezioni
in autunno. «Non ho nessuna voglia di mollare – erano state le parole di Gaffeo nella sua ultima apparizione pubblica, il 5 maggio - sono consapevole di quello che abbiamo fatto come amministrazione e della gravità dell’atto che ho firmato. Mi sento addosso una responsabilità enorme ma ci sono cose che vanno affrontare in un certo modo: ci sono forze di maggioranza che devono decidere come organizzarsi per trovare le modalità di prosecuzione questa esperienza. Cosa chiedo? Non sono io a dover chiedere ma chi ha creato questa situazione a proporre atti concreti che confermino la volontà di proseguire in questa esperienza».
ECONOMISTA Renato Brunetta, 70 anni, veneziano
IL PATTO La richiesta avanzata dal gruppo che ruota attorno alla lista civica di Gaffeo, una delle esperienze che hanno poi portato alla nascita per le Regionali del movimento “Il Veneto che Vogliamo” di Arturo Lorenzoni, era del commissariamento del Pd provinciale e della rimozione dei dem dissidenti. Una richie-
«LA RITROVATA UNITÀ FA BEN SPERARE PER I PROSSIMI TRE ANNI» Edoardo Gaffeo
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sta esterna di “autodecapitazione” inaccettabile per il Pd, primo partito della coalizione, con 11 consiglieri a fronte dei 5 della Lista Gaffeo e dei 4 dell’altra lista, il Forum dei Cittadini. La strada percorsa unitariamente, sotto la guida di Variati, è stata di una sorta di “terapia di coppia”, con incontri e confronti approdati alla sottoscrizione di due diversi documenti, uno del Pd in una sua ritrovata unità, e un secondo, un “nuovo patto di coalizione”, firmato da tutti i consiglieri delle tre formazioni di maggioranza. Un “rinnovo della promessa matrimoniale” che, almeno per ora, sembra essere stato sufficiente. «Il lavoro per la città non si è mai interrotto – ha detto Gaffeo - Ringrazio per l’affetto che la cittadinanza ha manifestato nei miei confronti in un momento complicato e ringrazio le forze di maggioranza per la ritrovata unità, che fa ben sperare per il lavoro che ci aspetta nei prossimi tre anni». Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA
nistrazione attiva, oggi il Ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili, e quelle di controllo, oggi il Ministero della Transizione ecologica e il Ministero della Cultura; e quella tra Autorità che “proteggono” la laguna, come quella appena costituita, e Autorità che la laguna la “valorizzano” nel solco della tradizione, come l’Autorità di sistema portuale. Per ottenere il risultato occorre reintervenire drasticamente sulle norme istitutive dell’Autorità per la laguna prevedendo, allo stesso tempo, una loro semplificazione e un rafforzamento della loro specialità. Un obiettivo delicato che impone una imputazione esplicita e diretta della definizione delle direttive strategiche dell’Agenzia per la laguna alla Presidenza del Consiglio, a garanzia della cessione di potere da imporre ai ministeri e del riequilibrio tra poteri centrali e locali che valorizzi il ruolo della Città metropolitana e con esso la voce e la volontà democratica dei veneziani. La nuova Autorità e il suo comitato istituzionale devono essere dotati dei poteri che eliminino le prime due faglie: i conflitti potenziali verticali e orizzontali. E l’Autorità per la laguna, drasticamente semplificata, deve poter farsi carico terza faglia - sia della tutela che della valorizzazione della laguna (leggi il suo uso a fini portuali ammodernati con le proiezioni extra-lagunari). Solo così potranno essere eliminati i conflitti striscianti che continuano a costituire la causa principale dei ritardi su ogni intervento di salvaguardia fisica, di salvaguardia ambientale e di valorizzazione economica (la vicenda pluriennale di incapacità di modificare il protocollo fanghi per l’escavo dei canali lagunari ne è solo un esempio). È una intera architettura istituzionale che va dunque ripensata nelle competenze e nelle forme di finanziamento, nel nome di quella “leale collaborazione” che Venezia e la sua laguna hanno il diritto-dovere di pretendere. Proprio per questo farò il possibile affinché il Governo si impegni finalmente a rifinanziare in modalità strutturale e pluriennale l’attuale legge speciale, con risorse da conferire direttamente ai bilanci del Comune di Venezia e degli altri comuni di gronda. Da subito però pensiamo ai veneziani tutti, alla base economica della città messa in ginocchio dalla pandemia e alle imprese che hanno lavorato al Mose e che rischiano di fallire: non ci possiamo permettere di perdere gli uni e le altre. Insomma, ricominciamo a guardare al futuro partendo dal presente. E che Dio ci aiuti, “dienaì, dienaì, dienaì”, in mare e in terra. Renato Brunetta Ministro per la Pubblica amministrazione
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PRESENTATI DALL’ENI I NUOVI IMPEGNI SULLA SOSTENIBILITÀ
Economia
Claudio Descalzi Ad dell’Eni
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«Alta velocità a Padova entro il 2030» Annuncio del ministro delle Infrastrutture Giovannini, ottimista `Finanziato con 160 milioni l’ammodernamento della linea sul nodo Vicenza: «Opere previste dal Pnrr completate nel 2026» tra il Veneto e Bologna. Morelli: «Lavori di Rfi finiti nel 2025» `
GRANDI LAVORI VENEZIA L’Alta velocità ferroviaria arriverà a Padova entro il 2030 ma i lavori su Verona e Vicenza inseriti nel Piano di rilancio nazionale dovrebbero concludersi nel 2026. Per la Padova-Bologna ci sono 160 milioni, solo per l’ammodernamento. Infine, tunnel del Brennero: il completamento potrebbe non arrivare prima del 2032 mentre è sempre più complicato il passaggio dei Tir in autostrada. Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ieri ha fatto il punto sulle grandi opere ferroviarie nel Nordest: «L’alta velocità/alta capacità Salerno-Reggio Calabria e la Brescia-Vicenza-Padova, visto che sono interventi finanziati al di fuori del Pnrr, si tratta di realizzazioni il cui completamento è previsto entro il 2030». Ma anche nel Pnrr ci sono fondi per alcune di queste tratte: «10,3 miliardi riguardano il completamento dell’Alta velocità della Salerno Reggio Calabria e l’attraversamento di Vicenza», ha sottolineato Giovannini. In totale sul binario veloce il governo punta 62 miliardi: «41 dal Next generation Eu, 10,3 miliardi del fondo complementare e altri 10,3 dallo scostamento di bilancio». «Il 10 settembre sarà pronto il progetto di attraversamento di Vicenza e il governo ha già finanziato con 25 milioni lo studio sulla Vicenza-Padova», ha aggiunto il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, rispondendo a una domanda del deputato veneziano Nicola Pellicani, riferisce l’Agenzia Dire. Morelli poi ha rilevato che sulla Padova-Bologna sono previsti «investimenti per 160 milioni. Rfi prevede upgrade tecnologico per
migliorare la regolarità di circolazione dell’intera direttrice. In particolare, c’è il rinnovo di tutti gli impianti della linea Bologna-Padova Campo Marte, con la realizzazione di un apparato multistazione e di un nuovo sistema di regolazione della circolazione con posto centrale ubicato a Bologna. Poi previste attività finalizzate all’ammodernamento del sistema di distanziamento e all’integrazione dei sistemi di informazione al pubblico, nonché a modifiche puntuali del piano del ferro ed eliminazione dei passaggi a livello».
Nuovi controlli, scoperte quasi 2.400 auto blu “fantasma”
INTERVENTI LOCALI Un piano che per ora non prevede l’alta velocità. «L’intero progetto si articola in due fasi funzionali: la prima relativa alla tratta Bologna-Ferrara, con un costo di 55 milioni e attivazione nel 2024, la seconda riguarda la tratta Ferrara-Padova Campo Marte, per un costo di 105 milioni e attivazione nel 2025». Ritornando all’Alta velocità, Morelli ha spiegato che «Rfi ha già avviato i lavori del secondo e ultimo lotto costruttivo della tratta Alta Velocità Verona-Bivio Vicenza per un valore di 1,76 miliardi, e ha avviato contemporaneamente la progettazione definitiva dell’attraversamento di Vicenza. L’ultimazione della progettazione definitiva è prevista per il 10 settembre 2021, e il fondo complementare al Pnrr approvato lo scorso 6 maggio ha autorizzato il finanziamento di 925 milioni e ha finanziato il riavvio della progettazione definitiva della tratta Av/Ac Vicenza-Padova per 25 milioni». Secondo i piani la linea fino a Vicenza dovrà essere completata entro il 2026. L’Alta velocità Verona-Padova costerà in totale circa 4,8 miliardi. M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
2018 e del 12,1% sul 2017. Ma è ancora presto per parlare di un calo delle supercar.
IL CASO
ALTA VELOCITÀ Partiti i lavori tra Verona e Vicenza
Terna
Consumi elettrici in crescita anche sul 2019 Consumi elettrici in ripresa nel mese di aprile, trainati dalla crescita dell’industria. Dati che confermano un recupero dell’attività delle imprese dopo la gelata dovuta alle restrizioni per l’emergenza Covid. Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, il mese scorso ha rilevato una domanda di energia elettrica in Italia pari a 24,3 miliardi di kWh, in aumento del 21,7% rispetto ad aprile del 2020, periodo di lockdown. I consumi risultano tuttavia
leggermente superiori (+0,4%) anche al 2019, in epoca pre-Covid dunque. Sostanzialmente stabile invece l’andamento rispetto a marzo. Se si considera il primo quadrimestre del 2021, la crescita è del 6,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma ancora in flessione dell’1,5% sul 2019. La variazione di aprile è stata ovunque positiva: + 25,8% al Nord, + 20,2% al Centro e +14,6% al Sud. Le rinnovabili hanno coperto il 37% della domanda.
ROMA Si sbloccano i controlli sulle auto blu, rimasti fermi per Covid e insabbiati dai Cinquestelle. Perlustrati, da febbraio a oggi sette garage dello Stato su dieci. Individuate 2.371 auto blu di cui si era perso traccia, 707 a uso esclusivo con autista e il restante a uso non esclusivo. Ammontano invece in tutto a 25 mila le auto di Stato rilevate con la nuova tornata di controlli, di cui quasi 20 mila di proprietà delle amministrazioni e 5 mila a noleggio. Nei cortili di ministeri, Palazzo Chigi e non solo, le auto blu sono più di 700, circa 600 nei Comuni e nelle città metropolitane, poco più di 300 nelle Regioni. «Nel 2010 ho avviato il primo monitoraggio per garantire la massima trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Allora eravamo al primo posto nel mondo per auto blu, con 10 mila per milione di abitanti», spiega il ministro della Pa Renato Brunetta. Palazzo Vidoni punta a recuperare il tempo perso dalla precedente ministra Cinquestelle Fabiana Dadone, che sulle auto blu aveva chiuso più di un occhio nonostante anni di narrazione anti-casta a trazione M5S. Fin qui emerge che il parco auto della Pubblica amministrazione si è ridotto nel suo complesso del 23,4% rispetto al
IL TERMINE Per avere un quadro più completo bisognerà aspettare il 30 giugno, termine entro cui le amministrazioni sono tenute a comunicare i dati relativi alle autovetture di cui disponevano (a qualunque titolo) al 31 dicembre 2020. Il censimento aggiornato al 31 dicembre del 2019 evidenzia nel frattempo che le auto blu nelle università pubbliche sono 65, negli enti pubblici nazionali 71, nelle province 89. Nelle agenzie fiscali arrivano a 24, bene le Authority dove sono solo 7. Nei Comuni, che possiedono da soli oltre 11 mila mezzi, le auto blu a uso esclusivo con autista sono quasi 300 e altrettante quelle non in esclusiva. Nella Sanità si contano 162 veicoli a uso esclusivo con autista e 217 con autista ma non esclusive. Francesco Bisozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOPO 2 ANNI DI GESTIONE GRILLINA IL MINISTRO BRUNETTA HA FATTO SCATTARE LE VERIFICHE IN TUTTE LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Rublo Russo Rupia Indiana Renminbi Cinese Real Brasiliano Dollaro Canadese Dollaro Australiano
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Min. anno
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14,736 19,217
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Terna
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0,84
5,686
6,528
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Safilo Group
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3,39
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12,924 15,248
2156987
10,246
0,43
7,500 10,342 17909388
Zignago Vetro
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0,94
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Unicredito
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Geox
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1,024 4480386
Italian Exhibition Gr.
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XVII
IL DIRETTORE FILIPPI: «VORREMMO CREARE ALTRI PUNTI VACCINALI A BIBIONE E CAVALLINO PER COPRIRE LE ESIGENZE DEGLI OPERATORI TURISTICI»
Portogruaro
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Palaexpomar, apre l’hub da mille vaccini al giorno
Sicurezza idraulica Maxi-intervento da cento milioni `Presentato ai sindaci con obiettivi di sostenibilità
il master-plan del Consorzio di Bonifica PORTOGRUARO
L’Ulss 4 propone il sito anche come centro di somministrazione per turisti `
CAORLE Inaugurato l’hub vaccinale di Caorle. Con le vaccinazioni a circa 200 residenti, tutti over 50, da ieri è divenuto operativo il quarto centro vaccinale dell’Ulss 4, ricavato all’interno del Palaexpomar. Come ha illustrato il sindaco Luciano Striuli, il nuovo centro vaccinale è stato attivato grazie a un accordo a tre siglato tra Azienda sanitaria, Comune e la Venezia Expomar Caorle srl, proprietaria del complesso fieristico di Via Aldo Moro. Il Comune ha conferito tutte le risorse necessarie al funzionamento dell’hub (realizzazione degli ambulatori e delle postazioni per l’inoculazione del siero, fornitura di computer e stampanti) e per la remunerazione del personale sanitario che opererà all’Expomar.
SPAZI ORGANIZZATI All’interno dell’ampio padiglione è stata predisposta la collaudata organizzazione prevista nei centri vaccinali dell’Ulss 4: percorso di ingresso dedicato, accettazione, postazioni per la consegna delle schede anamnestiche e per il colloquio con il medico che, valutato lo stato di
salute dell’utente, decide la tipologia di vaccino da inoculare. A questo punto la persona da vaccinare viene invitata ad accomodarsi in una delle cinque postazioni allestite per l’inoculazione del siero che verranno attivate a seconda dei flussi previsti (ieri erano 2 le postazioni attive). Infine un’area attrezzata con posti a sedere accoglie le persone che devono attendere in genere 15 minuti per l’osservazione post-vaccinale. Presente, infine, un’infermeria, qualora la persona vaccinata dovesse manifestare reazioni avverse.
LE POTENZIALITÀ Ad oggi l’hub vaccinale di Caorle ha la possibilità di inoculare 100 vaccini l’ora, per un totale di 600 vaccini al giorno (essendo l’orario di apertura della struttura calibrato su sei ore), ma a pieno regime si potrebbe arrivare a mille vaccini al giorno. Come ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 4 Mauro Filippi, l’hub di Caorle dovrebbe diventare in futuro un punto di riferimento per la vaccinazione non solo dei residenti, ma anche dei lavoratori in ambito turistico. «Per noi si tratta di una priorità – ha detto Filippi –, ma stiamo attendendo le indicazioni da
INAUGURAZIONE Ieri mattina in via Aldo Moro la presentazione del centro vaccinale ricavato al Palaexpomar di Caorle
parte del Governo. Sappiamo che il presidente Zaia caldeggia questa possibilità e ci auguriamo che ci venga dato il via libera al più presto. Vorremmo in futuro creare altri punti vaccinali più piccoli anche a Bibione e Cavallino proprio per coprire le esigenze degli operatori turistici. La campagna vaccinale, in ogni caso, sta andando bene. Nel nostro territorio siamo arrivati a quasi 110mila dosi somministrate, sostanzialmente siamo a metà rispetto all’obbiettivo della campagna vaccinale».
RICHIAMO AI TURISTI
Passo ulteriore sarebbe quello di permettere anche ai turisti in vacanza a Caorle di poter ricevere la seconda dose, con l’obiettivo di presentare Caorle come zona Covid-free, ma su questo punto dal Governo non sono arrivate aperture. Soddisfazione per l’apertura dell’hub di via Moro è stata espressa anche dalla delegazione di Caorle di Confcommercio e Federalberghi, che confidano nell’attivazione di linee di somministrazione dedicate proprio agli operatori del turismo. Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Entro il 2025 addio littorine diesel sulla linea Portogruaro-Casarsa `Quindici milioni
per l’elettrificazione della tratta ferrovioaria PORTOGRUARO «Rfi attiverà la linea elettrificata Portogruaro-Casarsa entro il 2025». Lo scrive il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondendo a un’interrogazione della deputata della Lega, Ketty Fogliani. Nel documento ispettivo, la Fogliani aveva evidenziato che «tra la cittadina friulana di Casarsa della Delizia (Pn) e quella di Portogruaro esiste una tratta ferroviaria di antica data, ma di enormi potenzialità per lo sviluppo dei traffici commerciali e turistici» e che da «almeno vent’anni si parla di un intervento volto alla sua elettrificazione», che consentirebbe di ridurre le emissioni inquinanti provocate dalle motrici diesel.
RETE REGIONALE La linea ferroviaria Casarsa-Portogruaro serve un traffico regionale quasi esclusivamente di tipo passeggeri effettuato con circa 26 treni/giorno. Nell’ambito dell’Addendum 2018 al Protocollo d’Intesa tra Rfi e Regione Friuli per lo sviluppo delle infrastrutture ed accessibilità ai servizi ferroviari di interesse regionale, la stessa Regione aveva chiesto al gestore uno studio di fattibilità dell’elettrificazione della linea. Lo studio, che ha previsto
ELETTRIFICAZIONE La stazione dei treni di Portogruaro
approfondimenti per il potenziamento della linea per la circolazione anche dei treni merci a maggiori standard prestazionali, è stato ultimato nel mese di giugno 2019. L’intervento di elettrificazione, con un costo stimato di circa 15 milioni disponibili nel Contratto di programma tra Rfi e Mit, consentirà la riorganizzazione dei servizi di Trasporto pubblico locale e l’efficientamento dei collegamenti regionali e interregionali.
FUTURO SOSTENIBILE «Il Ministero – ha detto Fogliani – ci ha garantito che solleciterà il gestore a una accelerazione dei lavori, ricorrendo anche a procedure semplificate. La linea ferroviaria Casarsa-Portogruaro avrà un futuro sostenibile con un evidente beneficio per il territorio. Un risultato possibile grazie alla sensibilità del Governo sul tema ambientale. Un risultato concreto». T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Un Masterplan da 100 milioni con opere idrauliche che mettano in sicurezza l’intero ambito del Consorzio di Bonifica. Si è riunita mercoledì, in videoconferenza, la Consulta dei Sindaci del Consorzio di bonifica Veneto Orientale, l’organismo presieduto dal sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto, che rappresenta 30 Comuni, 22 in provincia di Venezia e 8 in provincia di Treviso. In rappresentanza del ente consortile, il vicepresidente Andrea Colla, che ha sottolineato come «sia nel pieno interesse del Consorzio, e di conseguenza di un comprensorio idraulicamente fragile come quello del Veneto Orientale, mettere a disposizione struttura e competenze per sviluppare azioni in sinergia con i Comuni che portino alla realizzazione di progetti condivisi».
L’OBIETTIVO «Riconoscendo - spiega il sindaco Gasparotto - al Consorzio di bonifica il ruolo di ente di riferimento per le questioni idrauliche, si è stabilito di partire dai Piani comunali delle acque per avviare dei protocolli di intesa con il Consorzio stesso, stanziando risorse per affidare all’ente di bonifica la predisposizione di studi di fattibilità e progettazioni delle opere di sicurezza idraulica
ambientale di cui ciascun Comune necessita». Ad oggi 24 Comuni del comprensorio hanno dato adesione al programma e si prevede di raggiungere complessivamente 1 milione di euro di affidamenti per servizi di progettazione «L’intento - ha proseguito il sindaco di Gruaro - è quello di realizzare un Masterplan delle opere idrauliche del Veneto Orientale, che abbiamo stimato in circa 100 milioni di euro e che speriamo possa trovare risorse nei fondi del Next Generation Ee, considerando che tanto il Piano nazionale di ripresa e resilienza quanto quello regionale destinano quote significative al dissesto idrogeologico. Inoltre, anche senza fare completo affidamento sui piani di ripresa post-pandemia, il territorio disporrà di un portafoglio di progetti pronto per intercettare qualunque fonte di finanziamento che in futuro potrà rendersi disponibile. Questa è una grande scommessa, ma i 30 comuni della Consulta e il Consorzio di bonifica Veneto Orientale sanno che, lavorando in simbiosi, può essere vinta, diventando un esempio virtuoso per altri territori della nostra Regione».
CANTIERI APERTI Il Consorzio sta intanto portando avanti cantieri di lavori pubblici per 30 milioni di euro, in una situazione finanziariamente in equilibrio e con aumenti della contribuenza mediamente al di sotto del tasso di inflazione. Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
II
Primo Piano
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Crisi chiusa a Palazzo Nodari
Gaffeo non lascia: «Restiamo fedeli alle linee fissate» Ieri alle 9.14 è stato protocollato il ritiro delle dimissioni del sindaco `
Il primo cittadino, convalescente, non può parlare: ha scritto un messaggio
`
rio titolo impegnato nella gestione democratica della nostra comunità, è chiamato a svolgere nei confronti di chi ha l’enorme privilegio di servire».
MUNICIPIO ROVIGO Dopo un passo indietro, uno avanti. O viceversa, dipende dai punti di vista. In ogni caso, ieri mattina alle 9.14 è stata protocollata la “comunicazione di ritiro delle dimissioni” da parte del sindaco Edoardo Gaffeo, l’atto che chiude, almeno dal punto di vista formale, la crisi che si era aperta subito dopo la mozione sul Tribunale bocciata con i voti dell’opposizione e di cinque consiglieri del Pd. Decisiva l’ultima notte di “riflessione” che sembra aver convinto il sindaco Gaffeo della ritrovata unità politica della sua maggioranza e della possibilità di andare avanti.
I DUBBI Un passo non scontato, per nessuno. L’incertezza, infatti, regnava sovrana anche nelle prime ore della mattina, perfino fra persone a lui molto vicine. Perché, inevitabilmente, non si può pensare che due documenti, quello presentato unitariamente dal Pd e poi quello siglato fra le tre forze di maggioranza, abbiano sanato tutte le lacerazioni e le conflittualità che sono emerse in questi nemmeno due anni. La sottoscrizione del “nuovo patto di coalizione” sembra essere stato accolto positivamente dal sindaco. Che poi tutto sia alle spalle è un altro discorso. Probabilmente, poi, in au-
IL MEDIATORE
LA RIFLESSIONE L’ultima notte ha portato consiglio al sindaco
tunno ci sarà un nuovo “tagliando”.
LE PAROLE Gaffeo ha affidato a Facebook le proprie parole rivolte ai cittadini di Rovigo: «Uso questo mezzo in attesa di poter tenere, nei prossimi giorni e non appena la voce me lo consentirà, una vera e propria conferenza stampa», è la premessa del primo cittadino, ancora convalescente dopo la delicata operazione che ha affrontato la settimana scorsa. «Come è noto - aggiunge - ho deciso di ritirare le dimissioni dalla carica di sindaco e quindi di proseguire in questa stupenda avventura. Questi giorni sono serviti per analizzare i motivi che avevano portato alla mia de-
cisione precedente. Sono serviti a ritrovare le ragioni dello stare insieme e la condivisione di un metodo di lavoro da parte delle forze politiche che hanno supportato la mia candidatura di due anni fa. Sono serviti a ribadire i ruoli, le competenze e le modalità di assunzione di responsabilità politica e amministrativa che ognuno di noi, a va-
«SONO STATE RITROVARE LE RAGIONI DELLO STARE INSIEME CHE AVEVAMO AL MOMENTO DELLA CANDIDATURA»
Aspetti, spiega Gaffeo, richiamati nel documento, pubblicato in calce al post, che mercoledì gli è stato inviato dal “facilitatore” Achille Variati, «che ringrazio in modo tutt’altro che rituale per l’insostituibile e infaticabile lavoro di coordinamento». Il documento è stato firmato da tutti i consiglieri comunali dei tre gruppi consiliari di maggioranza, dai rappresentanti del Pd e delle associazioni politiche di riferimento. «Li ringrazio tutti, uno a uno - rimarca il sindaco - per aver compreso le ragioni del mio gesto, essersi messi a disposizione con spirito di servizio e aver ribadito la necessità di dare alla nostra città un governo forte, con uno slancio programmatico moderno, una visione del futuro solidale e inclusivo».
UNA SFIDA PER TUTTI Il primo cittadino sottolinea che «tutti noi siamo perfettamente consapevoli che le dichiarazioni di principio e le prese di posizione programmatiche sono fondamentali, perché delimitano il perimetro del sistema di valori e di visione del bene comune con cui ci presentiamo agli elettori. Ma siamo altresì perfettamente consapevoli che
GIUGNO 2019 Edoardo Gaffeo appena eletto: ora ricomincia
si tratta di una condizione solo sufficiente, che in assenza della condizione necessaria data da un agire quotidiano coerente con tali principi perde drammaticamente ogni senso. È sulla combinazione di queste due condizioni che chi riveste un ruolo politico e amministrativo è chiamato a farsi valutare, in egual misura, sia da chi gli ha accordato fiducia che da chi aveva democraticamente espresso scelte di rappresentanza diverse. È una sfida, prima di tutto con se stessi, che va affrontata con responsabilità e coscienza del fallimento cui ci si espone quando la si perde. Non mi è possibile dire che “ora si riparte”, perché in realtà il lavoro dell’amministrazione e del con-
siglio comunale non si è fermato un solo minuto, anche nei momenti più complicati di questa recente esperienza, posso solo dire “avanti come e più di prima”».
IL GRAZIE ALLA CITTÀ Il sindaco chiude il suo lungo intervento ringraziando ancora quanti gli sono stati vicini. «Non potrò, mai, trovare le parole giuste per ringraziarvi per lo straordinario affetto che mi avete regalato. È qualche cosa che non avevo messo in conto, che non mi aspettavo, spiazzante. E che mi carica positivamente di una ulteriore responsabilità e forza che non vedo l’ora di mettere al servizio della mia città». Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Consiglieri soddisfatti: «Ne usciamo rafforzati per proseguire il lavoro» LA MAGGIORANZA ROVIGO «Sono molto contento che il sindaco abbia deciso di andare avanti e che questo momento di confronto interno abbia rinsaldato il patto di coalizione, cosa che ci consentirà di affrontare con maggiore slancio e coralità le importanti sfide che abbiamo davanti». Così il consigliere comunale del Partito democratico Graziano Azzalin commenta l’annuncio del primo cittadino di ritirare le dimissioni. «In questi giorni ho scelto la via del silenzio per evitare che ogni mia dichiarazione potesse essere male interpretata o strumentalizzata - prosegue Azzalin - le dimissioni sono state un atto che mi ha spiazzato. Il fatto che l’esperienza amministrativa del centrosinistra, che era riuscito a presentarsi unitariamente alle elezioni ottenendo un successo importante e storico, potesse interrompersi dopo appena due anni, era per
me incomprensibile. Avrebbe compromesso le prospettive di questa città e vanificato il tanto lavoro fin qui svolto. A maggior ragione adesso, in un momento difficile, con la necessità di ripartire dopo la pandemia: tutto sarebbe stato più complicato e le conseguenze sarebbero ricadute sulla città». E aggiunge: «Spero che quanto accaduto serva a tutti per una rinnovata consapevolezza dell’importanza dell’impegno assunto con la città e della necessità che si lascino da parte i personalismi per superare gli ostacoli. Quando si arriva a un punto di rottura perché una corda è stata tirata trop-
LE PAROLE NEL PD TORNANO SERENE DOPO LE TENSIONI DI QUESTE SETTIMANE INSIEME A QUELLE DEGLI ALLEATI
po, ci sono più responsabilità. Quello che ritengo importante è che si mettano da parte definitivamente giochetti, strappi, forzature e atti di arroganza politica, che alla lunga si rivelano autodistruttivi».
PIÙ FORTI La maggioranza è uscita da questa crisi «rafforzata - le parole della presidente del consiglio comunale Nadia Romeo, il cui ruolo durante la crisi pare fosse stato messo in discussione dallo stesso sindaco - ora dobbiamo pensare a lavorare per rilanciare l’attività di governo, come speravamo accadesse. Non c’è mai stata la volontà, da parte di chi ha votato contro la mozione del sindaco, di mandare a casa qualcuno. La fiducia nei confronti di Gaffeo mai è venuta meno e continuerà a essere tale». La presidente sottolinea che «durante la crisi degli ultimi venti giorni, l’attività amministrativa non si è fermata. Giunta e consiglio comunale hanno
continuato con responsabilità a lavorare per la città. Siamo soddisfatti che tutto si sia risolto all’insegna dell’armonia e della collaborazione. Ci sentiamo forti come amministrazione, più di prima, dalle crisi si può ripartire al meglio. Ora andremo avanti spediti. Abbiamo tanti progetti per la città e li realizzeremo nel segno della collaborazione e della condivisione» Ottimismo per il futuro dell’amministrazione anche da parte dei Civici che lo sostengono. «È quello che tutti, dai dipendenti, agli amministratori e fino ai semplici cittadini, chiedevano, fin dall’annuncio delle dimissioni - interviene il capogruppo del Forum, Matteo Masin - sono stati giorni veramente convulsi: per quanto riguarda noi consiglieri, abbiamo tentato tutto quello che era nelle nostre possibilità, per far sentire il sindaco meno “solo”. Eravamo e siamo consapevoli che non si può governare “a vista”, quindi abbiamo riconfermato l’assolu-
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SORRISI In maggioranza si tira un sospiro di sollievo
ta volontà di riprendere a lavorare, per la nostra città, per cercare di affrontare al meglio le sfide che ci aspettano, una di queste è l’ Iras, garantendo l’assoluta “fedeltà” al sindaco».
IL PLAUSO REGIONALE «Senza la mediazione e la saggezza di una figura come quella di Variati, ora non potremmo salutare questo risultato» ha sottolineato il segretario regio-
nale del Pd Alessandro Bisato. «A lui il ringraziamento di tutto il partito regionale per aver portato a termine positivamente un impegno tanto delicato. Al sindaco Gaffeo, alla giunta e a tutti i componenti della maggioranza, oltre agli auguri di buon lavoro, l’auspicio di continuare ad agire nel solco del bene comune, come finora avvenuto». Roberta Merlin © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
11
Coronavirus: la pandemia nel Bellunese
Altri cento milioni per la montagna La metà andrà a Trento e Bolzano Rabbia bellunese sul decreto Sostegni bis: «Ancora discriminati, la montagna fragile va aiutata» Francesco Dal Mas / BELLUNO
Altri 100 milioni per la montagna, ma 46 finiscono alle province di Trento e Bolzano. Lo prevede il Decreto Sostegni bis, varato ieri dal Governo. E subito scoppia la polemica. Sono gli stessi parlamentari bellunesi a ricordare che dei primi 700 milioni, messi in conto dal Decreto Sostegni 1, solo 61 arriveranno in Veneto (si spera 55 nel Bellunese), mentre l’Alto Adige ne riceverà 228 milioni e la Provincia di Trento 140. Anche se il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, invita a considerare il bicchiere mezzo pieno, anziché quello mezzo vuoto. «Il Decreto “Sostegni bis” appena approvato dal Consiglio dei Ministri prevede ulteriori 10 milioni di euro, per il 2021, a favore dei comuni montani del Veneto. È un nuovo segnale di attenzione», secondo D’incà, «nei con-
fronti dei territori in cui le attività produttive hanno subìto restrizioni a causa della pandemia. Queste risorse si aggiungono a quelle già stanziate nel primo decreto Sostegni per gli operatori del turismo invernale». Si tratta, precisamente, di 10.068.310 euro di risorse per il sostegno alle imprese turistiche dei comuni a vocazione montana in regione. «Ho già protestato con il ministro delle Regioni, Mariastella Gelmini», fa sapere l’onorevole Dario Bond, di Forza Italia, «perché in questo modo si discrimina, ancora una volta, la montagna più fragile, quella che ha patito più gravemente le conseguenze della crisi e che in questa fase di ripartenza avrebbe maggiore diritto». Il DSostegni mette in conto 50 milioni anche per le città d’arte con siti Unesco: «Tagliate fuori, ancora una volta, le Dolomiti, guarda caso
Quest’inverno gli impianti sono rimasti chiusi
con prenotazioni da tutto il mondo», contesta il parlamentare forzista, «che vengono a contemplare le montagne più belle al mondo perché protette dall’Unesco. A Venezia o Verona non ci vanno per i richiami Unesco».
Per Luca De Carlo, parlamentare di Fratelli d’Italia, «appare evidente la disparità di trattamento tra Alto Adige e Veneto», per cui – afferma «vanno introdotte immediatamente anche le aree sciistiche e non solo i comprensori.
Se tra il Trentino Adige e il Veneto la differenza è quasi DI 37 milioni allora significa che le percentuali di assegnazione sono palesemente sbagliate. Se qualcuno è autonomo, lo sia sempre, non si faccia sentire solo quando è ora di mungere». Molto perplesso si dichiara anche l’on. Roger De Menech, convinto che in fase di dibattito parlamentare la distribuzione ipotizzata sia «radicalmente da cambiare». «Non si diceva che con questi 100 milioni», si chiede, «doveva essere aiutata la montagna più fragile, più periferica, a differenza di quella premiata con la prima distribuzione, la montagna cioè dei comprensori sciistici?». L’Uncem, l’Unione dei Comuni, assicura che con i suoi rappresentanti in Parlamento darà battaglia per correggere. «Vi sono correttivi da mettere in atto subito per evitare un complicato quadro al
nord, con uno sbilanciamento delle risorse sulle due province autonome», afferma il presidente nazionale Marco Bussone. «Inviterei anche a valutare di uscire dalla logica dei comprensori sciistici e individuare risorse - almeno altri 100 milioni - per le attività economiche nei Comuni montani dove non vi sono impianti di risalita, perché anche qui il turismo è andato in crisi per mancanza di flussi, arrivi, presenze». Il nuovo fondo – come spiega il ministro D’Incà – è istituito al Ministero del Turismo per essere erogato in favore delle imprese turistiche che si trovano nei Comuni presenti all'interno di comprensori sciistici, che saranno definiti dalle Regioni con un proprio provvedimento, così come i criteri e le modalità di assegnazione dei contributi a titolo di ristoro. «Nel primo decreto ‘Sostegni’, soltanto per le imprese turistiche, erano già stati stanziati quasi 25 milioni di euro», conclude il ministro D’Incà, per il quale la montagna ha bisogno di ripartire e di ritornare ad essere protagonista, superando questo difficile periodo provocato dalla pandemia, grazie anche alla campagna vaccinale che procede in maniera avanzata, alle nuove riaperture e ai sostegni alle attività produttive. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SABATO
22 MAGGIO 2021 DALLE 15.00 ALLE 17.00
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