RASSEGNA STAMPA 20 MAGGIO 2020

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GIOVEDÌ 20 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

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Coronavirus: il rischio sanitario In tre settimane positivi quasi dimezzati, scesi drasticamente in ricoveri in terapia intensiva: si deve completare l’opera

Grazie alle vaccinazioni la zona gialla non ha fatto partire di nuovo l’epidemia L’ANALISI GIANPIERO DALLA ZUANNA

elle ultime tre settimane nel Veneto i positivi conclamati per Covid-19 sono passati da 22 mila 800 (27 aprile) a 14 mila 500 (18 maggio). Nello stesso periodo, sono calati drasticamente anche i ricoverati Covid-19 in terapia intensiva, l’indicatore più sensibile dell’epidemia (da 183 a 103). Questi dati sono incoraggianti, perché dal 26 aprile il Veneto è stato sempre in zona gialla, con le scuole tutte aperte e un discreto movimento delle persone. Per questa diminuzione dei positivi e per l’ancor più accentuata diminuzione dei ricoveri gravi, il Veneto si comporta come le altre regioni Italiane, ormai quasi tutte gialle. Grazie a questi positivi andamenti, il governo ha potu-

N

to allentare tutta una serie di prescrizioni e – ancor più importante – ha disegnato una sequenza progressiva, che potrebbe portarci verso la (quasi) normalità a partire da inizio luglio. Come mai – questa volta – la zona gialla non si è tradotta in crescita dei positivi conclamati e dei casi gravi, come era successo in marzo? Le risposte sono almeno tre. In primo luogo, i vaccini hanno abbattuto i contagi (e di conseguenza i ricoveri e i morti) per le categorie più a rischio, in particolare fra le persone con più di 70-80 anni. È infatti fra di loro che sono concentrate la grande maggioranza delle persone morte di Covid-19 nel corso di questi 15 mesi di pandemia. Queste persone se vaccinate non si ammalano quasi più, anche se vengono a contatto con una persona positiva al virus. Ciò accade anche solo con la prima dose, che si è dimostrata in grado di produrre una difesa immuni-

Il momento della vaccinazione, la vera svolta nella lunga e tragica lotta all’epidemia

taria superiore alle attese. In secondo luogo, l’effetto dei vaccini è anche indiretto, perché all’aumentare dei vaccinati diminuisce il rischio di incontrare persone in grado di infettare e di infettarsi. È la strada per raggiungere l’immunità di gregge, che sarà però completa solo se si supererà la soglia del 70% delle persone completamente vaccina-

te. Una soglia da cui siamo ancora assai lontani. Infine, negli ultimi mesi, alcuni studi hanno mostrato in modo chiaro che i contagi si verificano soprattutto negli assembramenti nei luoghi chiusi, anche se le scuole – quando vengono rispettati criteri prudenziali – non sono particolarmente pericolose. Il Governo ha modificato le

contagi allo 0,96% sui tamponi

Coprifuoco abolito dal 7 giugno per il Veneto è quasi sicurezza Zaia persevera nella vaccinazione da garantire anche ai turisti che la richiedano «Bisogna eliminare i paletti pure per gli stranieri: basta il certificato su carta»

precauzioni tenendo conto di questi nuovi risultati di ricerca, aprendo tutte le scuole e la ristorazione all’aperto, ma evitando di riaprire la ristorazione al chiuso, le consumazione al banco dei bar, le palestre, le piscine, le sale-scommesse e le sale da ballo. Anche il coprifuoco non è stato adottato in quanto tale, ma per sfavorire gli assembra-

a distanza tra il Doge di Godega, leader dell’autonomia “fasso-tuto-mi” e il generale supercommissario Covid che ha avocato a sé tutti i poteri in nome dello Stato sovrano, è solo l’ultimo capitolo del braccio di ferro tra Governo e Regioni sulla pandemia. L’invito a vaccinare con priorità gli over 60 e le categorie fragili, viene tacitato con le statistiche prontamente esibite, che includono anche i prenotati non ancora “siringati”.

menti al chiuso, soprattutto in ambito familiare e amicale. I fatti stanno dando ragione a questa strategia, anche se forse per alcuni settori si sarebbe potuto osare di più, per esempio per le piscine indoor, che potranno aprire – a meno da modifiche in corsa del recente decreto – solo dal primo luglio, ossia dopo i ristoranti al chiuso e dopo le palestre. Rispetto alle ondate precedenti, il Governo ha potuto anche giovarsi dell’esempio di alcuni grandi paesi, che per primi hanno messo in atto poderose campagne di immunizzazione con vaccini ad alta efficacia, in primo luogo Regno Unito e USA. Draghi ha potuto (farci) correre un “rischio calcolato”, perché ha visto qual è stato l’effetto della vaccinazione di massa in quei paesi, dove i casi si sono ridotti drasticamente anche se milioni di persone restavano ancora da vaccinare, o avevano ricevuto solo la prima dose. Ora bisogna completare l’opera, ossia continuare a vaccinare gli italiani al ritmo di almeno mezzo milione al giorno, in modo da ridurre drasticamente la circolazione del virus nel corso delle prossime settimane, avvicinando l’immunità di gregge. Per vivere un’estate veramente serena, e non assistere poi – in autunno – a una ripresa dei contagi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

vaccino in vacanza noi vogliamo esserci. I governo tolga i paletti, se alcune regioni non hanno l’anagrafe elettronica si procede con il documento in carta. E così con gli stranieri: quando mr Schmit torna a casa registra la vaccinazione. Si può utilizzare lo stesso meccanismo che oggi consente a chi lavora in Veneto ma risiede fuori regione di vaccinarsi nelle nostre Usl». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

I PRENOTATI

Valga per tutti questo esempio: la fascia 60-69 anni pari a 603 mila persone ne vede 471.860 con la prima dose già iniettata, a patto che si includano anche i 37 mila prenotati fino al 16 giugno. 77.857 i cicli completi, 355.092 quelli della prima dose. La statistica è sempre una scienza esatta, ma per dirla con Crozza, le percentuali in Veneto si fanno con il metodo Zaia.

Albino Salmaso / VENEZIA

La scommessa di Zaia è lanciata: abolire il coprifuoco dal 7 giugno, quando il Veneto spera di entrare in zona bianca con due settimane di anticipo sulla data fissata dal Governo Draghi. Un regalo a bar, ristoranti e ai turisti. C’è un solo parametro da rispettare: restare sotto la soglia di 50 positivi ogni 100 mila abitanti. Sterilizzato su ordine di Fedriga l’Rt, vero incubo del passaggio dalla fascia gialla all’arancione e al rosso, non resta che attendere il verdetto del Cts, ma i dati di ieri inducono all’ottimismo: ci sono 339 nuovi “malati” in Veneto su 34.455 tamponi, pari allo 0,96%. Migliora il quadro ospedaliero: i ricoverati sono 941 (-18) dei quali 828 (-17) in area non critica e 113 (-13) in terapia intensiva. Qual è il segreto? Ovviamente il vaccino, che sta dando grandi risultati con il crollo della mortalità, dice il presidente nel suo tg web. LOCALI APERTI FINO ALLE 23

E allora ha ragione chi vuole abolire il coprifuoco subito? Attimo di riflessione: da ieri si

VOGLIO VACCINARE I TURISTI

Da sinistra: il generale Figliuolo, Luca Zaia e Manuela Lanzarin al centro vaccini in fiera a Padova

torna a casa alle 23 ma non c’è motivo per brindare. «Ha senso parlare di coprifuoco se dal primo giugno passerà a mezzanotte e dal 21 giugno sparirà? I rischi arrivano dagli assembramenti che di notte sono meno frequenti che di giorno. Mi chiedo da un punto di vista sanitario che senso abbia ancora il coprifuoco. Questo è un ta-

bù da eliminare. Io non sono per un “ liberi tutti” ma di fronte al cittadino è difficile giustificare il coprifuoco». Insomma, mai s’era visto Zaia scavalcare Salvini e la Meloni. BOTTA E RISPOSTA CON ROMA

E se a Roma il generale Figliuolo invita a fissare le ferie in base alla data di prenotazione

del vaccino, la replica di Zaia suona così: «Venite in vacanza in Veneto in assoluta libertà, siamo pronti a garantire la prima dose e anche i richiami non solo ai turisti italiani, ma anche agli stranieri. Il vaccino è un farmaco e va garantito a tutte le persone che ne fanno richiesta». Sia chiaro, nessuna polemica diretta. Ma il duello

«Il generale Figliuolo sta pensando a qualche realtà che ha qualche problemino, non certo al Veneto. Con gli over 60 oggi siano al 78%: se fossimo stati lì ad attendere che prenotassero non avremmo fatto il 66% dei 50-59 anni e il 45% dei 40-49 anni. Noi siamo abituati a programmare, prenotare giorno dopo giorno per noi è impensabile». E poi parte la richiesta politica vera al governo: il via libera alla vaccinazione a chi sceglie le vacanze in Veneto. «Il turismo per il Veneto è sacro, siamo i primi in Italia. Se volete parlare di petrolio fatelo con quelli che hanno il pozzo, se volete parlare di turismo venite in Veneto e se qualcuno ha bisogno di fare il

l’assessore lanzarin

A giugno riaprono i centri estivi per i bambini L’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, che ieri si è vaccinata a Bassano, ha spalancato una finestra sui centri estivi e sulla a possibilità di vaccinare gli operatori di queste attività. «Dai primi dati sono circa 20 mila, tra operatori e volontari, coloro che sono impegnati nei centri estivi. Ho già incontrato la Pastorale delle diocesi venete per decidere le linee guida all’esame della ministra Bonetti. A giugno vogliamo essere pronti» ha detto la Lanzarin. Ultima questione. A Belluno ci sono medici e infermieri che rifiutano il vaccino. Per loro non c’è scampo: «C'è un decreto legge, approvato il 26 aprile, che prevede l'obbligatorietà del vaccino per gli operatori sanitari» dice Zaia «Ho l’impressione che quella dei no vax nelle strutture sanitarie sia materia dei tribunali per gli aspetti giuslavoristici e penali».


XII

Cortina Cadore

Giovedì 20 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Giro d’Italia, sarà un lunedì da leoni Ampezzo e alto Agordino si preparano ad accogliere la carovana rosa: «Un’occasione mediatica irripetibile» `

CORTINA Cortina si sta tingendo di rosa, per accogliere l’arrivo della tappa regina di questa edizione del Giro d’Italia, lunedì. Ieri in municipio sono stati presentati i dettagli di queste giornate, che anticipano e accompagnano la “corsa rosa”.

L’ESPERIENZA Il sindaco Gianpietro Ghedina, presidente del comitato tappa, ha spiegato: «Per noi è un’esperienza nuova, ma ora siamo una delle tre città venete del Giro, con Verona e Cittadella. Il traguardo a Cortina è un evento fortemente voluto dal presidente veneto Luca Zaia, perché il Giro è sempre più un evento internazionale che scopre il nostro Paese. La tappa di lunedì sarà una bella cartolina, darà una grande visibilità a Cortina, al Veneto, alle Dolomiti. Si inserisce in un contesto più ampio, dai Mondiali di sci 2021 alle Olim-

piadi invernali 2026; questo percorso, che ci avvicina ai Giochi, è una grande occasione di interesse mediatico su di noi». Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, conferma l’ampiezza della prospettiva: «La tappa attraverserà una quindicina di comuni bellunesi, dal Cansiglio alle Dolomiti, dall’Alpago a Livinallongo, Colle, San Vito e Cortina, passando per Ponte, Belluno e Agordo. L’obiettivo è portare il Giro più frequentemente possibile, nel Bellunese, perché il ciclismo è una forte opportunità di promozione. Quest’anno, oltre alla tappa di Cortina, avremo anche una tappa del Giro Under 23 con l’arrivo a Pian Longhi, sul Nevegal. Sono forti segnali di ripartenza, dopo le difficoltà dell’ultimo anno». Roger De Menech, presidente dei Fondi comuni di confine, che sostengono ‘organizzazione della tappa, è entusiasta: «Il ciclismo è un patrimonio nazionale. La passione per la bici può essere motore per lo sviluppo di un territorio.

Sindaco e presidente della Provincia concordi nel ruolo strategico della kermesse sotto il profilo della promozione `

Con i nostri Fondi abbiamo erogato contributi per 35 milioni di euro per piste ciclabili: le infrastrutture sono importanti, ma poi bisogna far vedere al mondo che le abbiamo. In questo, il Giro è uno strumento straordinario. Non dobbiamo aver paura dei grandi eventi: ne abbiamo bisogno. L’appassionato vede i luoghi alla televisione, poi decide di venirci. Certo, lavorare con Cortina è più facile, perché è conosciuta. Così il Giro consente di far arrivare la montagna veneta nel mondo». Per la Regione Veneto ha lavorato Enrico Specchio, che si occupa dei grandi eventi: «Con Rcs c’è una collabo-

razione di lunga data, non soltanto per l’organizzazione del Giro, ma anche per la promozione della filiera del cicloturismo nel Veneto. Quest’anno è emersa la possibilità di un traguardo a Cortina, che è un faro per tutta la montagna veneta, modo per valorizzare questo territorio, con una pratica sportiva di base, con un ciclismo diffuso. Si guarda inoltre all’opportunità offerta dalle Olimpiadi invernali 2026». Per la Usl 1 Dolomiti di Belluno è intervenuta Maria Grazia Carraro, direttore generale, che ha portato il progetto social “Aspettando il Giro”, con il coinvolgimento di alcuni me-

PER GHEDINA IL TRAGUARDO NELLA CONCA È IL SECONDO TASSELLO DI UN TRIS PLANETARIO CON MONDIALI E OLIMPIADI

PADRIN RICORDA ANCHE L’ARRIVO DELLA MANIFESTAZIONE CICLISTICA RISERVATA AGLI UNDER 23 A PIAN LONGHI SUL NEVEGAL

dici, a sottolineare nei loro video in pillole l’importanza della promozione di uno stile di vita sano, improntato alla pratica sportiva.

QUI ALTO AGORDINO Non c’è soltanto Cortina che si sta attivando per il passaggio della tappa di lunedì. Ad Arabba, il paese tra i passi Pordoi e Giau, le ultime due ascese della frazione, ci si sta attivando per accogliere la corsa. Sarà occasione per dare il via alla stagione del turismo in bicicletta, che ogni anno porta migliaia di appassionati sui valichi che hanno fatto la storia del ciclismo. Per gli amatori il primo appuntamento è con Dolomites bike day di sabato 19 giugno, con 51 chilometri tra i passi Campolongo, Falzarego e Valparola. Poi ci sarà il Sellaronda bike day, 53 chilometri attorno al gruppo montuoso del Sella, il 27 giugno e il 18 settembre 2021. Marco Dibona © riproduzione riservata

IL NUVOLAU fa da sfondo al passaggio del Giro nel 2012 mentre i ciclisti scollinano verso Cortina: la scena si ripeterà lunedì con traguardo a Cortina (foto concessa da Dolomiti Review)

In municipio gadget rosa per decorare vie e piazze CORTINA Oggi e domani si può andare nel municipio di Cortina, all’ingresso, dove alcuni volontari distribuiscono i gadget rosa per ornare le case del paese, in attesa dell’arrivo del Giro. È uno dei tanti modi con cui ci si appresta a vivere il grande evento. «Abbiamo coinvolto gli albergatori, per creare pacchetti di ospitalità in questi giorni – spiega Paola Coletti, assessore comunale – e i commercianti del centro, per iniziative coinvolgenti. I bambini delle scuole elementari hanno espresso la loro fantasia sui disegni esposti alla Cooperativa. Abbiamo coinvolto 24 artisti di Cortina e del Cadore, che ora hanno le loro opere esposte nelle vetrine dei negozi. Lo scultore Andrea Gaspari sta realizzando grandi scritte a Pocol e Pierosà, che si vedranno dall’alto, con le riprese degli elicotteri. I bar e i ristoranti proporranno un piatto rosa, dagli aperitivi ai dolci. Gli operai del comune, cuore pulsante dell’amministrazione, stanno collocando bandierine e altri simboli, tra cui scoiattoli rosa: preghiamo tutti di lasciarli esposti sino a lunedì, poi si potranno prendere». Sabato pomeriggio l’attesa del Giro rientrerà in un momento di festa, per la chiusura dei Mondiali di sci alpino dello scorso febbraio. Sono previste pedalate accompagnate in bike, in montagna, sui percorsi già liberi dalla neve. Domenica mattina si salirà a ritroso la parte finale della tappa, pedalando dal centro di Cortina al passo Giau, con una crono finale, di un chilometro, e premi per i migliori. Domenica pomeriggio sarà presentato il libro di Beppe Conti sulle leggende del ciclismo. Lunedì, in piazza, al traguardo, altri incontri animeranno l’area degli ospiti dell’amministrazione comunale, fra le 14 e le 17. (MDib.) © riproduzione riservata

Nessuna usura: assolto il funzionario della Volksbank `La banca: «Confermato

il comportamento corretto dei nostri collaboratori» SANTO STEFANO Assolto perché il fatto non sussiste. Ha tirato un sospiro di sollievo, ieri mattina in tribunale a Belluno, Arthur Walcher, 69enne di Brunico, residente a Campo Tures (Bolzano) ed ex responsabile dell’area mercato della banca popolare dell’Alto Adige, filiale di Santo Stefano di Cadore. L’imputato, difeso dagli avvocati Antonio Prade e Valerio Piller Roner, era accusato di aver praticato tassi di interesse superiore al limite stabilito

dalla legge antiusura nei confronti di un 56enne del Comelico (parte civile con l’avvocato Raffaella Mario).

LE DUE TESI Per questi fatti il pubblico ministero Roberta Gallego aveva chiesto 2 anni di reclusione e 5mila euro di multa. L’arringa della difesa è partita dalle dichiarazioni del consulente tecnico che in dibattimento aveva spiegato come il profilo di usura, ove calcolato con il sistema alla francese piuttosto che con quello all’italiana, potesse aver sforato di poco il limite previsto. Gli avvocato Prade e Piller Roner hanno valorizzato questo punto: bastava poco, una variazione minima, per cambiare la portata dei dati. Il secondo

aspetto, sottolineato durante la discussione, è che la querela contro la banca era stata presentata dalla parte offesa sei giorni prima che ci fosse l’asta dell’immobile, ossia nel 2016, su un contratto di mutuo stipulato nel 2003. Infine la posizione dell’imputato. Arthur Walcher, secondo la difesa, non era incaricato di determinare i tassi (ove fossero stati usurari) ma colui che, eventualmente, interveniva laddove la filiale avesse avuto clienti che chiedevano tassi migliorativi rispetto a quelli praticati dalla filiale stessa. La domanda, ieri mattina, è stata ripetuta spesso in aula. Chi aveva il compito di decidere il tasso di interesse? L’imputato ha dichiarato di non aver avuto nessun ruolo nella stipula del

contratto e che «il tasso veniva deciso dall’ufficio Prodotti». Perché allora, ha chiesto il pm, quando era venuto a conoscenza dell’indagine che lo riguardava Walcher non aveva chiesto spiegazioni alla banca? Nessuna risposta. Le indagini si erano concentrate su di lui perché l’allora responsabile dell’area legale aveva spiegato che il direttore della filiale non aveva alcuna autonomia nella gestione dei tassi, come invece aveva il responsabile dell’area mercato, ossia Walcher (che proprio ieri ha detto di non c’entrare nulla).

IL PRECEDENTE Un passo indietro. Tutto inizia quando il 56enne comeliano si ritrova in ginocchio. Secondo la pubblica accusa, la banca lo

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sa e scrive nero su bianco: «Sono alla frutta». E ancora: «Il valore del mutuo di 107mila euro è troppo alto, si necessita di un versamento da parte di terzi per almeno 10mila euro e la vendita di quote dei beni (della moglie, ndr)». Perché allora la banca decide di proseguire con il finanziamento? Per gli inquirenti la decisione viene presa con «l’unica finalità di recuperare, attraverso la successiva e preventivata vendita all’incanto dell’immobile a garanzia (cioè la casa della coppia, ndr), la quota dei finanziamenti concessi». Anzi la Guardia di Finanza, incaricata di svolgere le indagini, scrive nel rapporto che tutti sapevano che la coppia del Comelico non sarebbe riuscita a pagare il mutuo: «Dal modus

operandi degli organi dell’istituto bancario emergerebbe una condotta preordinata, finalizzata alla concessione del finanziamento pur nell’assoluta consapevolezza che il richiedente non sarebbe riuscito a sostenere a lungo il peso delle rate». Ed è per questo che il pm ha chiesto 2 anni di reclusione per l’imputato. Il giudice però l’ha assolto e si è preso 60 giorni per le motivazioni. «Accogliamo con soddisfazione l’esito del giudizio che ripristina la realtà dei fatti e riconferma il corretto operato dei collaboratori e nel contempo la reputazione della banca» ha commentato il direttore generale della banca, Alberto Naef. Davide Piol © riproduzione riservata


GIOVEDÌ 20 MAGGIO 2021 - ANNO XIX - N. 118

REDAZIONE: Via della Valverde, 45 - 37122 Verona - Tel 045 - 80591 - Fax 045 - 8030137 E-mail: corrierediverona@corriereveneto.it

La giornata

I parchi

Giardino Giusti, porte aperte e visite gratuite

Il concerto

Riapre Gardaland con la novità 2021 Ecco «Legoland»

a pagina 5 Bertoni

Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

23°

Il Volo in Arena «Ci sarà la deroga al coprifuoco»

a pagina 15 Peluso

Sereno

2.88 Km/h 62%

VEN 9°/ 24°

SAB

DOM

LUN

11°/ 22° 16°/ 25° 14°/ 20° Bernardino, Anastasio

a pagina 5

corrieredelveneto.it

CORRIERE DEL VENETO Le altre edizioni: Vicenza-Bassano, Venezia-Mestre, Padova-Rovigo, Treviso-Belluno

Il virus e l’estate Il governatore insiste e trova una sponda nel sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «Si può fare». Perplesso Fedriga

Vaccini ai turisti, il Veneto va avanti Zaia dopo il no del commissario Figliuolo: macchina pronta, ci diano le dosi. Il Pd: è solo propaganda

INVESTIRE NEI BENI COMUNI di Tommaso dalla Massara

È

certamente al centro del dibattito degli ultimi mesi. Il tema dei beni comuni, un tempo ristretto a un confronto tra giuristi, oggi è all’attenzione di tutti. Questo tanto più dopo che Papa Francesco ha invocato il superamento dell’attuale sistema dei brevetti per i vaccini anti-Covid. Si giustifica che i colossi dell’industria farmaceutica mondiale traggano enormi profitti dalla pandemia? Nient’affatto a margine, peraltro, è il dubbio: in realtà di quale entità di profitti parliamo? Perché, al momento, nessuno conosce numeri certi. In ogni caso, la questione più ampia e culturale è se alcuni beni, ritenuti di utilità più o meno generale, meritino di essere sottratti ai criteri di gestione tipici della proprietà esclusiva. Nel caso dei vaccini, ci si è chiesti se senza (quanto adeguati?) profitti le case farmaceutiche avrebbero fatto i necessari investimenti. In altri casi, la prospettiva appare ribaltata: chi è proprietario di un bene che ha una valenza per la collettività merita di essere aiutato nella gestione dei costi di quel bene? Si pensi a chi è proprietario di un palazzo storico aperto al pubblico o di un parco naturalisticamente prezioso o, ancora, di un’opera d’arte che necessita di cure costanti e onerose. Nel corso degli anni il dibattito sui beni comuni ha coinvolto i giuristi, fortunatamente senza davvero assumere coloriture politiche.

Nonostante la contrarietà del commissario per l’emergenza Figliuolo e le perplessità del presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, Luca Zaia non molla e insiste nel voler introdurre in Veneto la possibilità di vaccinazione per i turisti. «I problemi relativi all’anagrafe vaccinale e le dosi? Assolutamente risolvibili» assicura. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ritiene la proposta «percorribile» purché ci sia un accordo tra Regione, mentre il Pd attacca: «Zaia la smetta di a pagina 2 Bonet cercare visibilità». LO STUDIO

«La vacanza? Più vicina a casa e all’aria aperta» di Andrea Rossi Tonon

a pagina 2

IL CALO RECORD DEI CONTAGI

Incidenza, la più bassa di sempre: «Un positivo ogni cento tamponi»

SOMMINISTRAZIONI ANCHE AI QUARANTENNI

Prima dose Pfizer in fiera per il sindaco Prima dose del vaccino Pfizer per il sindaco Federico Sboarina e il suo vice Luca Zanotto ieri in Fiera. «È andata bene, l’attesa è stata molto c o n te n u t a » , d i c o n o . Entrambi gli amministratori rientravano nel «turno dei cinquantenni», anche se, da lunedì, l’Usl ha cominciato a vaccinare i quarantenni. a pagina 5 Orsato

VERONA

di Michela Nicolussi Moro

D

ati da fascia bianca. Ieri è arrivato al valore di incidenza più basso della seconda e terza ondata epidemica: 0,96%. «È record - ammette il governatore Luca Zaia - e questo ci fa ben sperare, soprattutto perché non parliamo di uno screening sulla popolazione di massa ma di test mirati su cittadini a stretto contatto con infetti». Il merito, secondo gli esperti, è a pagina 3 delle vaccinazioni.

L’iniziezione Il sindaco Sboarina

Inserto speciale Domani la corsa rosa. L’analisi delle tappe e i personaggi

L’ARRESTO IL TRENTENNE ORA È IN CARCERE

Parrucchiera picchiata dall’ex davanti alla cliente di Laura Tedesco VERONA L’ha massacrata di botte all’interno del

suo negozio di parrucchiera, per poi allontanarsi in tutta fretta in Audi. L’ha «aggredita spingendola per terra e colpendola con calci e pugni su tutto il corpo» e l’ha lasciata dolorante sul pavimento. «A picchiarmi e ridurmi in questo stato è stato il mio ex convivente» ha denunciato la vittima 37enne all’arrivo dei carabinieri. Ora l’ex partner è in carcere.a pagina 8 PREVISTI ANCHE I PROTOCOLLI COVID

I bandi per i profughi senza più le «quote»

Da Dante alle Dolomiti, arriva il Giro Con l’arrivo domani a Verona della tappa dedicata a Dante, il Giro d’Italia entra nel vivo nella nostra regione.

da pagina I a pagina VIII

continua a pagina 3

Il rider sfregiato è tornato al lavoro

Dal Forno a un mese dall’aggressione: «L’operazione più avanti, ora il diploma» VERONA L’operazione dovrà aspettare, almeno fino all’autunno inoltrato. Ma intanto, ieri sera, Michele Dal Forno è tornato a consegnare pizze. «Non c’era nessun motivo per non ritornare a farlo. Ho aspettato che finissero i giorni di malattia e mi sono rimesso all’opera», racconta, come se nulla fosse mai accaduto. Ma il suo viso, invece, rivela esattamente il contrario. Nascosto sotto la mascherina c’è ancora quel solco profondo che ha impressionato meza pagina 6 Orsato za Italia.

URBANISTICA

La giunta mette mano alPat: ecco cosa cambia VERONA Tre variazioni al Piano di assetto del territorio approvate ieri in giunta. Si tratta dei progetti che riguardano la zona Campagnetta a San Michele Extra, le acciaierie di Galtarossa e Villa Pullè al Chievo. a pagina 5 Aldegheri

VERONA I bandi per l’accoglienza di 1.200 richie-

denti asilo nel Veronese sono stati pubblicati ieri mattina sul sito della prefettura, in tutto 53 milioni di euro per tre gare. In rispetto delle normative anti-Covid, serviranno spazi più ampli per il distanziamento tra gli ospiti e anche stanze per il confinamento in caso di contagio. Le realtà più piccole potrebbero risultaa pagina 7 re svantaggiate.


III

Primo Piano

Giovedì 20 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Dal Ben: «Il super policlinico può essere pronto nel 2028»

INIZIO CANTIERI 2024 ATTIVAZIONE 2028

POSTI LETTO AREA PER FUTURI SVILUPPI

Per il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, cantieri al via nel 2024 Sarà un concentrato di tecnologia, con i robot al lavoro in sala operatoria `

963

Sono 90 i posti letto di area critica, divisi in 60 per la terapia classica, 10 per la cardiochirurgia, 12 per la cardiologica e 8 per i grandi ustionati. Molto importanti i 36 posti di terapia semintensiva a servizio dei blocchi operatori, visto che hanno salvato molti dal Covid.

LA STRUTTURA

COSTI PER LA PROGETTAZIONE DIREZIONI LAVORI E SICUREZZA

FATTIBILITÀ TECNICA

4,2

13,1

35,4 milioni €

PROGETTO ESECUTIVO

PROGETTO DEFINITIVO

7,3

10,8

P1

PADOVA Per capire la grandezza dell’operazione bisogna fare una premessa. L’Accordo di programma firmato due anni fa con la Regione non prevede un ospedale ma... tre. Al centro ovviamente il nuovo policlinico a Padova est, specializzato al punto da curare i casi ritenuti impossibili grazie al legame strettissimo con la ricerca. Poi il Giustinianeo rinnovato, che resterà l’ospedale di padovani con il nuovo pronto soccorso nuovo, la torre del policlinico, il centro Gallucci. E infine l’ospedale della mamma e del bambino, con la nuova pediatria e le nuove Ostetricia e Ginecologia (343 posti). Stiamo parlando di oltre 1,2 miliardi di euro e del più grande ospedale d’Italia, 1.732 posti letto, più del Gemelli o del S. Raffaele. Dieci anni per finire tutto. Ma Dal Ben è convinto: «Nel 2028 apriamo Padova est».

LE DEGENZE La previsione è di realizzare moduli da 12 posti letto estendibili fino a 48 posti. La grande novità è che i laboratori agiranno dall’altra parte della parete in cui si trova il malato. In ogni caso il 25 per cento dei posti letto di degenza, dovrà avere le dotazioni per la terapia semintensiva.

LA DIDATTICA Sono previsti dei moduli separati e autonomi. Ciascuno sarà dotato di studi medici, multi postazioni per l’alta connettività, un’area multifunzione tra attività medico chirurgica e virtuale, un’area riservata alla ricerca clinica e due aule didattiche da 50 a 100 posti ciascuno, area living per i pazienti e un archivio informatizzato.

PADOVA EST

COSTO TOTALE : 590.212 OPERE MURARIE ATTREZZATURE

milioni € 481

109 L’Ego-Hub

siglieri comunali di maggioranza ha fatto e finalizzato quello che i padovani volevano vedere: produrre e votare tutti gli atti che consentiranno alla città di avere il nuovo ospedale. Sono altrettanto orgoglioso del progetto complessivo per cui ci siamo battuti e che, all’interno del dialogo con

Regione e Università, abbiamo conseguito dopo 6 mesi dal mio insediamento, come promesso ai cittadini. Progetto che prevede un grande ospedale dei padovani in centro storico, comprensivo del Polo della mamma e del bambino, di un nuovo grande Pronto Soccorso con piastra delle emergenze e di un Parco delle Mura bonificato. Ringrazio Zaia, abbiamo collaborato bene, nell’interesse della gente e della sanità e continueremo così». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

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fatto che il Veneto ha costruito, e sta continuando a sviluppare, un imponente macchina di prevenzione. Da un lato c’è la rete vaccinale e dall’altro il sistema di tracciamento dei contatti e di screening. Per cui se a ottobre diventerà necessario fare un richiamo di vaccino per tutti, credo che il co-

ronavirus ci troverà pronti. Probabilmente abbiamo maturato le capacità e abbiamo messo a punto gli strumenti per arrivare ad un’altra ondata con meno preoccupazione. Detto questo, non bisogna mai abbassare la guardia. La mascherina rimane fondamentale, sempre e comunque». Il bollettino aggiornato sull’andamento della pandemia mostra un drastico calo dei positivi al tampone in provincia di Padova, che scendono a quota 1.920 casi. I ricoveri negli ospedali sono sostanzialmente stabili, i pazienti nei reparti Covid sono 117, se ne conta uno in più nel giro di 24 ore. Di questi, 26 sono in terapia intensiva. Gli ospedali di comunità hanno in carico altri 27 assistiti, quattro persone in meno rispetto la precedente rilevazione. Le strutture ospedaliere si stanno lentamente svuotando, nell’ultima settimana infatti i ricoveri in via Giustiniani si sono quasi dimezzati. Tra il 4 e il 10 maggio in Azienda Ospedaliera si registravano 566 presenze complessive di pazienti Covid, mentre nell’ultima settimana il dato è sceso a 397 con una media giornaliera di 56 presenze. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ospedale in zona S. Lazzaro rappresenterà il futuro della scienza medica all’incrocio fra medicina, ricerca e didattica. Con sale operatorie comandate da robot per operazioni a distanza da parte di chirurghi per intenderci. Il Covid costringerà a ripensare tutto, a cominciare dalla larghezza di corridoi fino alla capacità di isolare intere sezioni senza fermare tutto il resto. L’idea di fondo è quella espressa dall’Università nel suo documento su “Il polo della salute di Padova”. Un ospedale con dei moduli dedicati alla ricerca (torri) alla medicina di precisione e personalizzata, a quella rigenerativa degli organi (laboratori) e alla sperimentazione clinica. Con cinque le aree di frontiera: Oncologia, neuroscienze, trapiantologia, malattie vascolari e medicina integrata.

I PAZIENTI Il

direttore

generale

LOTTA AL VIRUS PADOVA Prosegue la campagna vaccinale sul territorio padovano, finora sono state somministrate quasi 440mila dosi. Con un ritmo di circa 7mila vaccini inoculati ogni giorno, la Fiera e gli altri hub vaccinali ora attendono l’arrivo di nuove forniture di siero immunizzante. Già da martedì pomeriggio gli ultimi 8mila posti messi a disposizione dall’Ulss 6 Euganea sono stati bruciati in poche ore. Prossimamente verranno riaperte le liste. In questo momento possono vaccinarsi i 40-49enni, si tratta di 143 mila persone in tutta Padova e provincia. Possono aderire anche i 50-59enni, la decade in questo caso conta circa 155 mila persone. Non manca la categoria dei disabili gravi e dei pazienti fragili, che al momento ha raggiunto una copertura del 70%. Buone notizie arrivano dalla Fondazione Patavium dell’Anffas di Padova, associazione che gestisce vari alloggi e strutture dedicate alle persone con disabilità. «Siamo molto soddisfatti, tutte le 140 persone, di tutte

LA DIAGNOSTICA

IL FUTURO Nel nuovo ospedale interventi chirurgici con i robot

dell’Azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben ieri lo ha ribadito. La superficie totale è stimata in 200 metri quadri per letto, una risultante di 150 per il malato e 50 aggiunti per la didattica. Per i pazienti ospitati solo temporaneamente, area Cup, day hospital medico e chirurgico: blocco operatorio con 6 sale, 200 ambulatori e 200 ambulatori chirurgici.

LA CHIRURGIA Saranno 45 le sale operatorie, organizzate su 5 blocchi au-

tonomi, per sfuggire ai virus. Un sesto blocco sarà dedicato ai pazienti giornalieri. Fra loro, 6 saranno ibride, 5 per la chirurgia di elezione, quella programmata, 4 per la chirurgia robotica e 6 già predisposte per la trasformazione in ibride. In queste sale si lavora con scanner o strumenti di alta precisione d’immagine che consentono minor invasività. Ci saranno aree di risveglio per ciascun blocco operatorio.

TERAPIE INTENSIVE

La corsa al siero: ogni giorno 7mila somministrazioni IN FIERA È il principale centro della provincia. Complessivamente ogni giorno vengono fatte 7mila vaccinazioni

PATAVIUM ANFFAS: «SIAMO SODDISFATTI, IMMUNIZZATE TUTTE LE 140 PERSONE ASSISTITE NEI NOSTRI CENTRI»

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le età con disabilità, seguite dai nostri servizi, i centri diurni e le comunità alloggio, sono già state vaccinate - sottolinea Davide Schiavon, direttore della Fondazione Patavium dell’Anffas -. La Regione Veneto aveva messo nel suo piano di vaccinale tra le categorie prioritarie le

Un presidio che avrà sempre maggiore impatto quello della diagnostica per immagini. Previste 5 tac, 4 risonanze magnetiche da 1 a 3 Tesla e una risonanza con campo magnetico da 7 tesla. Infine 4 sale angiografiche. La medicina nucleare avrà 3 gamma camere, 2 pet, 1 pet-rmn, 1 ciclotrone e laboratori per la preparazione di radiofarmaci.

LA TORRE Il vero cuore dell’ospedale ospiterà i laboratori per studiare nuove cure con banconi di lavori e spazi separati per la strumentazione: stanze calde, autoclavi, stanze fredde robot. Poi aree di stoccaggio per materiali biologici, studi per ricercatori e aule per incontri. M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

persone fragili, e le vaccinazioni sono state fatte secondo i tempi previsti, speditamente, nonostante qualche difficoltà iniziale per la mancanza di forniture, poi risolta». Il responsabile spiega che «qualche problema iniziale si è avuto per le persone con disabilità non seguite direttamente dai nostri servizi, per poter accedere al portale della Regione per le prenotazioni». Ancora qualche giorno e la sanità padovana inizierà a prendere provvedimenti contro coloro che rifiutano la vaccinazione. Il decreto-legge del primo aprile ha introdotto uno specifico obbligo vaccinale nei confronti delle professioni sanitarie e degli operatori che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali. Seimila i sanitari residenti in provincia di Padova che hanno ricevuto la lettera di richiamo perché non vaccinati. Di questi, appena 1.300 hanno risposto prenotandosi per il vaccino. E.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA


2

PRIMO PIANO

GIOVEDÌ 20 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario verso l’intesa

Le Regioni vogliono le dosi in vacanza Patto tra Piemonte e Liguria, si studiano le regole. Altri presidenti pronti a seguirli: «Così si può fare» Niccolò Carratelli / ROMA

Il vaccino in vacanza si può fare. Di fronte ai dubbi operativi del commissario Figliuolo, alcuni presidenti di Regione insistono sulla necessità di garantire ai turisti una dose di vaccino, se ne fanno richiesta. Anzi, c’è chi è pronto a organizzarsi con accordi bilaterali, come la Liguria e il Piemonte. Regioni vicine, «con un grande interscambio a livello turistico», dice Giovanni Toti, che avverte: «Non bisogna trasformare la campagna di vaccinazione nel Giro d’Italia. Se qualcuno pas-

sa molte settimane in Liguria avrà a disposizione il servizio sanitario. Se uno viene per un weekend è bene che lo faccia compatibilmente con le sue date di vaccinazione». Sabato, Toti incontrerà il collega piemontese Cirio, per affrontare la questione e definire un «accordo di reciprocità, che prevede di fare il vaccino a chi viene in vacanza nel periodo estivo e si ferma almeno una settimana – spiega Cirio – I liguri sono i nostri sciatori e amanti delle montagne e i piemontesi sono i turisti balneari della Liguria». Sarebbe il pri-

mo accordo di questo tipo a livello nazionale, con altre Regioni decise a non essere da meno. «Per noi il turista è sacro, la Regione più turistica d’Italia non può girarsi dall’altra parte di fronte a un’istanza che io sono convinto sia minimale – spiega il presidente del Veneto Luca Zaia – non immaginiamo un assalto alla diligenza, uno non va in vacanza per farsi la seconda dose; ma, se dovesse servire, vogliamo esserci». E anche dal Lazio l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, è possibilista, «ma ci devono dare le dosi – precisa – abbiamo

già somministrato il vaccino a 63mila residenti in altre regioni e non c’è stato alcun riequilibrio nella fornitura». Il coordinatore della Commissione politiche per il turismo della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario, aggiunge che, nel caso, «l’ipotesi è di concentrarsi sul richiamo: chi va in vacanza dovrebbe comunicare, quando fa la prima dose, in quale città fuori dalla propria regione potrebbe ricevere la seconda, in modo che le Asl possano dialogare tra loro». C’è da sperare che non si aspettino di vaccinarsi in va-

canza anche i turisti stranieri, non solo europei. Gli ambasciatori Ue, rappresentanti degli Stati membri, hanno dato infatti il loro via libera alla raccomandazione della Commissione di Bruxelles sulle riaperture coordinate per i viaggi turistici da Paesi terzi. Prevede di rimuovere tutte le restrizioni per le persone immunizzate con vaccini approvati dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e definisce criteri meno rigidi nello stilare la lista dei Paesi extra Ue considerati sicuri. L’elenco sarà preparato dal Consiglio europeo che dovrà

anche approvare formalmente il provvedimento, in cui è inserito il nuovo meccanismo del cosiddetto freno di emergenza, per limitare il rischio che nuove varianti del virus entrino in Europa. Di certo, non verranno in Europa i turisti britannici: il governo di Londra ha confermato il divieto di muoversi verso i 170 Paesi e territori inseriti nella lista arancione, in cui figurano tutti quelli Ue, tranne il Portogallo. Stop ai viaggi, «se non in circostanze eccezionali, come la visita a familiari malati, comunque non per turismo. E con 10 giorni di quarantena obbligatoria al rientro», avverte il premier Johnson. E agli italiani, secondo una stima della Coldiretti, l’estate senza inglesi rischia di costare un miliardo e mezzo di euro per mancate spese di alloggio, pasti, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL DOSSIER

a cura di Paolo Russo

Il vaccino dei bambini

Per le famiglie degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni la data cerchiata in rosso dal Ministro Speranza è quella del 28 novembre. Perché per quel giorno, ha annunciato il Titolare della salute alla Camera, «si prevede che l’Ema rilasci l’autorizzazione al vaccino Pfizer». «È un fatto molto importante - ha aggiunto il Ministroperché vaccinare i giovani è altamente strategico, essenziale per la riapertura in sicurezza del prossimo anno scolastico». Parole che lasciano presagire un’accelerazione della campagna di immunizzazione tra i giovanissimi, visto che in un primo momento l’Ema, pur avendo già avviato la procedura veloce di revisione dei dati della sperimentazione, aveva messo in calendario l’approvazione del vaccino “under 16” solo per fine giugno. Ma Commissione Ue e Stati membri hanno pressato per stringere i tempi e riuscire a coprire anche gli studenti di elementari e medie prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. Non perché il Covid rappresenti una minaccia così grave per gli adolescenti, quanto per impedire poi l’accendersi di nuovi focolai nelle scuole, che favorendo la replicazione del virus lo spingono in qualche modo anche a mutare. Generando nuove varianti che potrebbero anche aggirare le difese anticorpali. Per gli stessi motivi un po’ tutti stanno lavorando anche ai vaccini per i più piccoli, con l’obiettivo di stroncare la circolazione del virus nella fascia di età dai 6 mesi agli 11 anni. Intanto si parte con gli adolescenti, esclusi a priori finora dalla campagna vaccinale perché a parte l’antidoto di Pfizer somministrabile dai 16 anni in su gli altri sono riservati esclusivamente agli over 18. E da quanto si deduce dalle parole di Speranza prima del “tutti al mare”. – © RIPRODUZIONE RISERVATA

la sperimentaZione

l’utilità

Pfizer si dimostra valido al 100% nei soggetti sotto i 16 anni

Immunizzare i più giovani per evitare nuove varianti

Diciamo subito in premessa che prima dell’atteso via libera dell’Ema è stata l’omonima agenzia statunitense del farmaco, la prestigiosa Fda, la Food and drug administration, a dare il via libera al vaccino Pfizer. E gli esperti dell’ente regolatorio americano sono forse persino più severi di quelli europei nel concedere le autorizzazioni. I dati presentati da Pfizer all’Ema sono gli stessi e dicono che il vaccino in versione “under 16” non solo è sicuro come per i più grandi, ma persino più efficace. La sperimentazione di fase III, quella che si conduce su un più ampio numero di volontari sani, è stata condotta su 2.260 adolescenti americani di

Vaccinare adolescenti e bambini e importante per almeno tre ordini di motivi. Il primo è proteggere chi sta loro intorno, perché gli adolescenti e più piccoli quasi sempre escono indenni dal contagio ma sono un eccezionale serbatoio di virus. Andando a consultare i dati dell’Iss si vede infatti che la percentuale dei contagi cala tra gli adulti e sale tra i più giovani. Si dirà che genitori e nonni saranno a loro volta immunizzati, ma sicuramente una fetta non secondaria resterà fuori dalla campagna vaccinale. E poi nessuno può dire quanto duri in ciascun individuo la copertura anticorpale. Secondo motivo: raggiungere la

età compresa tra 12 e 15 anni e il vaccino è risultato «sicuro ed efficace» nel 100% dei casi a prevenire la malattia con sintomi anche non gravi. In particolare, le risposte anticorpali sollecitate dal vaccino un mese dopo la somministrazione della seconda dose sarebbero state addirittura superiori a quelle registrate nei giovani di età compresa tra 16 e 25 anni. I ricercatori dell’azienda riportano di aver osservato 18 casi di Covid-19 tra i 1.129 partecipanti a cui è stato somministrato un placebo e nessun caso tra i 1.131 volontari che hanno ricevuto il vaccino, da cui il calcolo dell’efficacia al 100%. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sospirata immunità di gregge, che impedisce al virus di continuare a circolare, fissata per ora al 70% della popolazione generale. Obiettivo più difficile da centrare escludendo gli under 16. Terzo, ma non ultimo motivo, impedire il sorgere di nuove varianti. Perché come spiega la ricercatrice dell’Iss Paola Stefanelli, che cura il rapporto periodico sulle varianti, «quando il virus si moltiplica copiando se stesso a volte commette degli errori che generano le varianti, tra le quali nessuno può mettere la mano sul fuoco che non ne spunti malauguratamente una in grado di neutralizzare le difese del vaccino». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

la tempistica

la ricerca

Da giugno a settembre vaccini all’hub o dal pediatra

Negli Stati Uniti pronti a partire con la fascia tra 6 mesi e 11 anni

«La vaccinazione dei più giovani è essenziale per la riapertura in sicurezza del prossimo anno scolastico», ha detto il ministro Speranza rispondendo ieri a una interrogazione parlamentare alla Camera. Quindi gli adolescenti andranno immunizzati prima di settembre. E poiché per molti di loro la stagione delle vacanze, magari solo con mamme e nonni, inizia già da fine giugno bisognerà iniziare presto, ai primi del prossimo mese. «I luoghi più adatti sono gli attuali hub vaccinali ma soprattutto gli studi dei pediatri di famiglia», spiega l’infettivologo Roberto Ieraci, referente scientifico per la campagna vaccinale

Gli adolescenti negli Stati Uniti si stanno vaccinando già e «a settembre potrebbero essere avviate anche le immunizzazioni dei bambini delle elementari», ha annunciato l’immunologo e consigliere della Casa Bianca, Anthony Fauci. Una previsione supportata dal fatto che le sperimentazioni sui più piccoli sarebbero a buon punto, anche se i dati devono ancora essere sottoposti all’esame degli scienziati indipendenti. Pfizer ha avviato le tre fasi di sperimentazione su bambini compresi tra 6 mesi e 11 anni, ma bisognerà aspettare un paio di mesi prima che le agenzie regolatorie esprimano un verdetto. Moderna, dal canto suo, ha avviato una speri-

del Lazio. Da sempre ascoltato da tutti i ministri in materia di immunizzazioni. «Fare il vaccino anti-Covid dal pediatra- spiega ancora- consentirebbe anche di convincere le tante famiglie ancora riluttanti a vaccinare i propri figli anche per altre gravi patologie, come il papilloma virus e il meningococco che provoca le meningiti. Due minacce per gli adolescenti spesso sottovalutate». Più difficile coinvolgere le scuole «perché i medici Asl referenti per il Covid negli Istituti previsti da un precedente decreto- rivela Ieraci- sono rimasti quasi ovunque solo sulla carta». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

mentazione in fase 2 e 3 a dicembre 2020, condotta su 3mila ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni, e più recentemente con lo studio KidCov ha avviato un secondo trial sempre di fase 2 e 3, su 6.750 bambini di età compresa tra 6 mesi e 11 anni. CNovovax, azienda di biotecnologie statunitense il cui vaccino costituito da proteine spike del coronavirus e adiuvanti per stimolare il sistema immunitario non è stato ancora approvato, ha fatto sapere di aver avviato la sperimentazione del proprio preparato su 3mila ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni. L’efficacia riportata sarebbe dell’89,3%. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Giovedì 20 Maggio 2021 www.gazzettino.it

La lotta al Covid LA GIORNATA VENEZIA «Programmare le vacanze in funzione dell’appuntamento vaccinale», ha detto il commissario per l’emergenza coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo. Ma il freno del generale sulle seconde dosi ai turisti direttamente nelle località di villeggiatura è contestato dal Veneto, prima regione turistica d’Italia. «Qualcuno si è un po’ agitato per la storia della vaccinazione dei turisti - ha detto il governatore Luca Zaia ma io continuo a dire che per noi il turista è sacro. Se volete andare di petrolio andate a farlo con quelli che hanno il pozzo, se volete parlare di turismo venite in Veneto».

Vaccini, Zaia a Figliuolo: «Per noi il turista è sacro» Veneto, il governatore insiste sulla possibilità `«È un farmaco, se qualcuno lo chiede non penso di somministrare la seconda dose agli ospiti gli si possa dire no». Le categorie: ora i dipendenti `

no». Gli operatori turistici concordano. Roberta Alverà, presidente dell’associazione imprenditori Cortina D’Ampezzo: «Abbiamo già ricevuto telefonate da clienti che chiedevano se era possibile fare la seconda dose».

SECONDA DOSE Di quante dosi ci sarebbe bisogno? «Non immaginiamo un assalto alla diligenza, non è che uno va in vacanza per farsi l’iniezione della seconda dose - ha detto il governatore - ma se dovesse servire, noi ci vogliamo essere». Zaia ha detto che non forzerà la mano («Non siamo attaccabrighe, ma l’istanza è davvero minimale»), ma ha auspicato che a livello nazionale «vengano spianate tutte le paturnie mentali relative a fare la seconda dose di vaccino. Non mi sembra una cosa trascendentale, on serve scomodare la Silicon Valley o qualcuno che faccia nuovi progetti. È un servizio che è unico e solo noi possiamo darlo. Per anni abbiamo parlato delle vacanze sicure: il farmaco oggetto oggi di discussione è il vaccino. E - ha aggiunto - non sono convinto che ci si possa rifiutare di somministrare un farmaco se te lo richiedono, perché nel territorio europeo c’è la libera mobilità dei cittadini ed è previsto che in caso di cure il Paese ospitante verrà rimborsato da quello di residenza. Non voglio mettere in piedi storie di rimborsi, ma se il vaccino è un farmaco, e il farmaco è un diritto, penso che se qualcuno pone la questione sia difficile dire di

MARCO MICHIELLI (CONFTURISMO): «NON SERVE CHIEDERE IL CERTIFICATO AI NOSTRI CLIENTI»

GLI OPERATORI In Veneto l’imperativo è mettere in sicurezza l’intero comparto turistico, a partire dagli operatori. E cioè camerieri, cuochi, pizzaioli, bagnini, guide. Solo lungo la costa veneta si tratta di 60mila addetti e se si considera che le spiagge fanno circa la metà delle presenze turistiche della Regione, a spanne sono 120mila persone. Mica tutte venete, peraltro, perché in parecchi arrivano da altre regioni. Su questo tema, la politica e le categorie economiche fanno quadrato: tutti concordi nel sostenere che Roma deve autorizzare la Regione a vaccinare il personale di alberghi, campeggi, stabilimenti balneari, rifugi alpini, strutture ricettive, pubblici esercizi anche se non sono veneti. E, età permettendo, l’ideale sarebbe farlo con Johnson & Johnson: una dose e via. L’argomento ha tenuto banco ieri pomeriggio in un vertice tra l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, il direttore della Prevenzione Francesca Russo, la direzione del Turismo, i presidenti

SALUTO AI TEMPI DEL COVID Il generale Figliuolo e il governatore Zaia

Le vaccinazioni dai 60 ai 69 anni Prima dose 355.092

Da vaccinare 169.261

Vaccinati entro metà giugno

471.870 (78%)

PRENOTATI

tra dosi già fatte e prenotazioni

20.162 75%

8.191 78%

603.201 5.724 76%

37.911 3.384 78%

LA PROFILASSI VENEZIA E se fosse già domani? Il governatore del Veneto, Luca Zaia, non si è sbilanciato sulle date: «Qualche giorno», si è limitato a dire. Ma il dato di fatto è che se gli over 40 non prenoteranno la seduta vaccinale, le dosi attualmente in magazzino saranno destinate ai più giovani. E, stavolta, senza più fasce di età. Sarà il “liberi tutti”. «Abbiamo 70mila posti liberi in agenda da qui al 16 giugno», ha detto Zaia che ha rinnovato l’appello ai veneti con più di 40 anni: «Poi apriamo a tutti e a quel punto si va in coda». A ieri, in magazzino, c’era 80mila dosi. Oggi dovrebbe arrivare la fornitura doppia di Moderna, cioè le dosi previste per questa settimana e quelle delle settimana scorsa che hanno subìto un forte ritardo costringendo alcune Ulss a rimodulare gli appuntamenti già fissati. Tra l’altro il “liberi tutti” dovrebbe rispondere anche alle richieste delle parrocchie e dei Comuni che stanno organizzando i centri estivi per i ragazzi e che quindi devono vaccinare i propri educatori: «Stiamo raccogliendo i dati degli operatori, si tratta di circa 17mila persone secondo quanto riferito dalle Pa-

Totale fino al 16 giugno

450 78% Cicli completi 78.857

19-23 maggio

24-30 maggio

31 maggio 6 giugno

7-13 giugno

14-16 giugno L’Ego-Hub

Lo studio

Contaminazione da Pfas, i rischi sono più alti Chi abita nelle zone contaminate dalle sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti Pfas, è più esposto al contagio da coronavirus? Ed è vero che c’è un più alto rischio di mortalità? A chiedere «un approfondimento in ordine alla dedotta correlazione tra mortalità da Covid-19 ed esposizione alla contaminazione da Pfas» è la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) che ieri ha presentato una interrogazione. Alla base della richiesta dell’esponente dell’opposizione c’è uno studio dello scorso 8 marzo firmato da Dolores Catelan, Annibale Biggeri, Francesca Russo (che è il direttore della Prevenzione della Regione del Veneto), Dario Gregori, Gisella Pitter, Filippo Da Re, Tony Fletcher e Cristina Canova che ha la seguente conclusione: “Abbiamo osservato un rischio di mortalità più elevato per Covid-19 in una popolazione fortemente esposta a Pfas, che è stato probabilmente spiegato dall’immunosoppressione da Pfas, dal bioaccumulo nel tessuto polmonare o da malattie preesistenti correlate a Pfas”. Intanto, in consiglio regionale, maggioranza e minoranza hanno trovato una intesa politica per l’istituzione della commissione di inchiesta sui morti di Covid in Veneto: se ne riparla la settimana prossima. (al.va.) `VENEZIA

Ultime 70mila dosi da prenotare «Tra qualche giorno liberi tutti» storali giovanili venete, più altri tremila per i centri rivolti alla fascia di età 0-6 anni e poi ci sono tutte le attività organizzate dai Comuni», ha detto l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin.

MARGHERA Il centro vaccinale

CALANO I CONTAGI L’INCIDENZA PRECIPITA A 0,96 PER CENTO MA DI CORONAVIRUS SI MUORE ANCORA

I DATI Per quanto riguarda il report vaccinale, nella giornata di martedì sono state somministrate 25.797 dosi per un totale di 2.365.185 dall’inizio della campagna di profilassi, pari al 96,7% dei farmaci ricevuti. A ieri il 33,7% della popolazione veneta ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il 14,2% ha avuto il ciclo completato. Pochissimi gli ultraottantenni che non si sono ancora vaccinati: il 97,5% ha avuto almeno la prima dose. Nella fascia 70-79 anni si è arrivati all’84,2%. Nella fascia 60-69

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298 I nuovi casi positivi registrati nelle ultime ventiquattr’ore

9 I decessi di ieri. Dall’inizio della pandemia il Veneto piange 11.509 morti

di Confturismo veneto Marco Michielli, di Federalberghi Massimiliano Schiavon, di Faita Alberto Granzotto. «Un incontro positivo, c’è una comune volontà di intenti», ha commentato Michielli. «È chiaro che tanti temi viaggiano sull’asse Venezia-Roma, ma una prima risposta l’abbiamo avuta - ha detto Michielli -: non dovremo chiedere il certificato vaccinale ai turisti che si presenteranno nelle nostre strutture, il problema di privacy era evidente».

OVER 60

Quanto alle raccomandazioni del commissario Figliuolo di intensificare la vaccinazione degli over 60 prima di aprire ad altre categorie, Zaia non si è sentito chiamato in causa. «Figliuolo sta pensando a qualche realtà che ha qualche problemino. Noi abbiamo “sganciato” gli over 60, cioè tolto l’esclusiva delle prenotazioni, quando erano prenotati al 62% perché non c’erano prenotazioni ulteriori. Oggi sono il 78%: se noi fossimo stati lì ad attendere che prenotassero non avremmo fatto il 66% dei 50-59 e il 45% dei 40-49».

TRASPORTI

Sull’asse Venezia-Roma viaggia anche la richiesta di togliere il limite del 50% di capienza dei mezzi di trasporto, sia pubbici che privato, in quanto incompatibile con la ripresa delle attività economiche e, ovviamente, del turismo. Una richiesta avanzata dal prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, che Zaia si è impegnato a portare all’attenzione del Governo: «Ci stiamo interessando». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

anni 78% contando anche le prenotazioni e i cicli completati. Per i 50-59 anni attualmente si è al 29,6% ma con le prenotazioni si arriva al 66%, mentre per i 40-49 si è arrivati al 45%. Stabili le categorie dei disabili (73%) e dei vulnerabili (70%): uno su tre non ha ancora avuto la prima dose di vaccino e quel non si capisce è se si tratta di una scelta o di impossibilità di avere la prenotazione.

IL BOLLETTINO

Per quanto riguarda i contagi, in Veneto sono 298 i positivi registrati nelle ultime 24 ore per un totale, dall’inizio della pandemia, di 421.100 contagi. Altri 9 morti che portano il totale a 11.509. L’incidenza dei positivi sui tamponi (34.555) è pari allo 0,96%: «Un record, un dato bassissimo considerato che i tamponi li facciamo ai potenziali contatti di un positivo - ha commentato Zaia -. Forse tra qualche tempo qualcuno ci spiegherà la correlazione con il clima, di sicuro la vaccinazione sta dando buoni risultati». E continuano a svuotarsi gli ospedali: altri 17 posti letti liberati nelle aree non critiche e 5 nelle rianimazioni. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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del NordEst

ANNO 135- N° 118

VENEZIA MESTRE

Giovedì 20 Maggio 2021

Mestre Violenze e furti contro preti e anziani. Banda arrestata

Tendenze Cavallette a cena? Veneto apripista degli insetti da mangiare

Alle pagine IV e V

Le idee

Il messaggio del Colle per la futura maggioranza

www.gazzettino.it

Calcio Il “riscatto” bianconero, la Coppa Italia è della Juve Trani a pagina 19

Cozza e De Min a pagina 16

Vaccini, Zaia punge Figliuolo Il governatore sulle somministrazioni ai turisti `«Le critiche del generale sui 60enni? Non ci «Qualcuno si è agitato, ma noi vogliamo farle» riguardano: in questa fascia d’età siamo al 78%» `

Alessandro Campi attarella ha parlato ai piccoli perché i grandi intendessero: non è disponibile per un secondo mandato al Quirinale. Mandato peraltro temporaneo, visto che una simile soluzione sarebbe dovuta servire, nei piani un po’ cervellotici di chi nei giorni scorsi l’ha vagheggiata, a tenere calda la poltrona per Draghi: da eleggere Capo dello Stato dopo la fine del suo mandato come Presidente del Consiglio. La ragione ufficiale del diniego mattarelliano è la stanchezza legata all’età. La ragione vera, come anche i bambini a cui parlava hanno capito, è l’insostenibilità di una sua riconferma dal punto di vista politico-istituzionale. Un secondo mandato sostanzialmente a tempo (come è stato nei fatti con Giorgio Napolitano) suona già come un’offerta-richiesta irricevibile per ragioni di galateo costituzionale. Renderebbe poi il reinsediamento al Colle, un evento in sé politicamente eccezionale per quanto formalmente possibile, una procedura o prassi quasi ordinaria, da utilizzare come precedente per tutti i futuri inquilini del Colle. Sarebbe infine la certificazione, non della crisi profonda o dello stallo, ma del completo fallimento del sistema politico-partitico italiano dopo le attese (e le oggettive novità) prodotte dalle elezioni del marzo 2018 e andate, ahinoi, ben presto largamente deluse. Da allora, peraltro in una fase storica tra le più buie e dolorose per l’Italia (e il mondo), si sono alternati tre governi. (...) Continua a pagina 23

M

Il focus. A breve il via libera di Ema e Aifa

Il generale Figliuolo frena sulle seconde dosi ai turisti nelle località di villeggiatura ma viene contestato dal Veneto, prima regione turistica d’Italia. «Qualcuno si è un po’ agitato per la storia della vaccinazione dei turisti - ha detto il governatore Zaia - ma io continuo a dire che per noi il turista è sacro». Quanto alle raccomandazioni di Figliuolo di intensificare la vaccinazione degli over 60 prima di aprire ad altre categorie, Zaia non si è sentito chiamato in causa. «Figliuolo sta pensando a qualche realtà che ha qualche problemino. Noi siamo al 78%». Vanzan a pagina 2

Il caso

Friuli Vg, record no-vax: 5mila sanitari non protetti dal virus Sono oltre cinquemila i professionisti della salute non ancora vaccinati negli ospedali e nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia. Se il picco più alto si registra nell’Asugi di Gorizia e Trieste (con 3.707 casi su un totale di 6.887 dipendenti,

anche se delle persone invitate formalmente a vaccinarsi 978 lo hanno fatto), anche in provincia di Udine sono ancora molti i sanitari che non si sono ancora sottoposti alla somministrazione del siero. De Mori a pagina 3

Uccise un ladro, dura condanna al metronotte: 9 anni e 6 mesi Treviso, sparò all’auto dei giostrai in fuga. «Mi sono solo difeso»

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Pfizer anche ai 12-15enni ecco il piano del governo LA CAMPAGNA Il 28 maggio l’Ema darà il via libera per il vaccino Pfizer agli adolescenti tra i 12 e 15 anni, poi toccherà all’Aifa. Subito dopo scatterà il piano del governo. Evangelisti a pagina 4

Sparò al ladro, in fuga con due complici dopo gli assalti ai bancomat, ferendolo a morte. Un decesso sopraggiunto quattro giorni più tardi e ora qualificato, a quattro anni di distanza, come omicidio volontario: per questo il Tribunale di Treviso ha comminato ieri a Massimo Zen, metronotte di Cittadella, nove anni e sei mesi di reclusione, nonché una provvisionale di 180.000 euro a favore dei parenti di Manuel Major, giostraio di Giavera del Montello. «Non riesco a credere di essere stato davvero condannato per essermi difeso», è il commento della guardia giurata. Pederiva a pagina 11

La storia

Vittorio Veneto

All’asta il busto di un doge, l’ira dei venetisti

Fulmine sulla casa scoppia l’incendio: un morto e 2 feriti

«Il busto del doge Alvise Pisani torni a Venezia e il Comune si attivi affinché l’opera sia salvaguardata». A chiederlo è il Partito dei veneti dopo aver scoperto che la statua verrà battuta all’asta. Per i venditori, non si tratta però del busto di Pisani rubato dai francesi.

Un uomo di 68 anni di Vittorio Veneto (Treviso) è morto ieri nel pomeriggio a causa del fumo sviluppato nell’incendio della sua abitazione, provocato probabilmente dalla caduta di un fulmine sull’edificio. Due persone sono rimaste intossicate.

Borzomì a pagina 10

Beltrame e Borsoi a pagina 11

Processo BpVi

La politica

Mattarella: «Sono anziano, tra 8 mesi mi posso riposare»

Richiesta respinta, Sorato guidava l’auto può stare in aula

«La mia attività è impegnativa, ma tra otto mesi il mio mandato di presidente termina. Sono vecchio, tra qualche mese potrò riposarmi». Sergio Mattarella ha scelto una scuola elementare romana per stoppare le voci che scommettono su una sua rielezione al Quirinale a febbraio. Eppure, a dispetto del “no” del capo dello Stato, per molti l’ipotesi di una sua riconferma resta in campo.

Nessun legittimo impedimento, l’ex ad e direttore generale di Popolare Vicenza Samuele Sorato può stare nel processo a suo carico per falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. Lo ha stabilito ieri il collegio giudicante: la presidente Cuzzi ha dichiarato Sorato «assente», in quanto non impedito, già per l’udienza di ieri. In particolare, avrebbe pesato il fatto che la Guardia di Finanza lo abbia visto guidare da solo la sua auto ad alta velocità in autostrada. Crema a pagina 15

Gentili a pagina 6 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 D *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE D “I sentieri dell’acqua” + € 7,90

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