RASSEGNA STAMPA 20 MAGGIO 2021

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VIII

Primo Piano

Giovedì 20 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Virus, la sanità I ricoveri Ospedali

Ricoverati Covid positvi in reparto ordinari

Ricoverati Covid positvi in Terapia intensiva

Ricoverati in ospedale di comunità Covid

Treviso

6

0 (2 negatvizzati)

5

San Camillo di Treviso

0

-

-

Oderzo

0

Conegliano

0

1 (2 negatvizzati)

-

Vitorio Veneto -Covid hospital

5

0

9

Montebelluna

3

1 (3 negatvizzati)

-

Castelfranco

0

0

-

14

2

14

TOTALE

L’Ego-Hub

LA SVOLTA I reparti Covid degli ospedali trevigiani si stanno svuotando. Secondo Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl, nel giro di una settimana potrebbe chiudersi la fase emergenziale

Gli ospedali si svuotano: solo 14 ricoverati per Covid A Treviso, Vittorio e Montebelluna gli ultimi pazienti positivi, in due nelle terapie intensive `

IL DATO TREVISO Ospedali Covid-free. Non è più un miraggio. A Oderzo non ci sono più pazienti positivi. Così come restano Covid-free sia l’ospedale di Castelfranco che il San Camillo di Treviso. Anche i reparti ordinari Covid dell’ospedale di Conegliano si sono svuotati. E gli altri seguono a ruota. Ad oggi in tutta la Marca rimangono ricoverati 14 pazienti positivi: 6 a Treviso, 5 a Vittorio Veneto e 3 a Montebelluna. La frenata del virus si vede pure nel settore più delicato: la Terapia intensiva. Dopo la chiusura dell’unità aggiuntiva, anche nella Rianimazione centrale dell’ospedale di Treviso

non c’è più nessun paziente positivo. E nemmeno nella Terapia intensiva di Vittorio Veneto. Sono solo due le persone colpite dal coronavirus che hanno ancora bisogno di cure intensive: una a Conegliano e una a Montebelluna. Si è ai minimi storici.

IN MIGLIORAMENTO Il quadro aggiornato alle ultime ore è stato fatto dall’Usl della Marca. «Stiamo andando bene – conferma il direttore generale Francesco Benazzi – solo ieri abbiamo avuto dieci dimissioni. Nel giro di una settimana potremo superare l’emergenza del tutto». Il ritorno della Terapia intensiva del Ca’ Foncello ad area Covid-free è stato celebrato anche da Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità.

Benazzi: «Nel giro di una settimana chiuderemo l’emergenza. Rischia chi non si vuole vaccinare» `

«La Rianimazione di Treviso si svuota: tutti i pazienti sono negativi – sottolinea – chi ci lavora lo definisce un “giorno di sole”. È la fine di un incubo durato oltre 15 mesi, nei quali dalla Rianimazione sono passate 300 persone. Momenti duri, di sconforto, la paura di non farcela, il dolore di vedere vite spegnersi. Ma nessuno del personale di Treviso, come quello di tutte le

«RESTIAMO PRONTI MANTENIAMO SEMPRE ATTIVI NOVE POSTI LETTO NON POSSIAMO CHIUDERE TUTTO»

altre Rianimazioni e dei reparti dei nostri ospedali, ha mai mollato. Grazie a tutti. Se il sole torna a splendere è merito vostro».

IL PERICOLO Non significa che si possa abbassare definitivamente la guardia. Nelle Terapie intensive della Marca ci sono anche 7 pazienti entrati per infezione da coronavirus che nel frattempo si sono negativizzati. E nelle aree semi-intensive delle Pneumologie si stanno ancora curando delle persone con quadri clinici complessi. Un eventuale peggioramento potrebbe rendere necessario il trasferimento in Rianimazione. «Il miglioramento generale è evidente. Ma restano dei pazienti a rischio

tra chi non si era ancora vaccinato e chi non aveva voluto vaccinarsi – spiega Antonio Farnia, direttore dell’unità di Anestesia e rianimazione del Ca’ Foncello – noi restiamo pronti: terremo 9 posti letto dedicati al Covid per almeno un’altra settimana. Non ci possiamo ancora permettere di chiudere tutto. Meglio procedere con prudenza».

LE STRUTTURE Il quadro è completato dagli ospedali di comunità Covid. Nelle strutture dell’Usl della Marca ce ne sono due: quello di Treviso conta 5 pazienti e quello di Vittorio Veneto 9. C’è poi l’ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene, mentre il settore isolato della rsa Tomitano Boccassin di Motta verrà chiu-

so a fine mese. «Non rientrano però nel quadro dell’emergenza Covid perché si tratta di situazioni in via di risoluzione», specifica il direttore generale dell’azienda sanitaria. A fronte di questi numeri, non preoccupano troppo i 40 casi di variante appena evidenziati nel territorio dell’Usl dal centro di Microbiologia di Treviso. I laboratori dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie hanno confermato 10 casi di contagio di variante indiana (un uomo di 60 anni è ricoverato in Malattie infettive a Treviso dopo aver avuto contatti con persone rientrate dall’India), 7 di brasiliana, 8 di sudafricana e 15 di nigeriana. La maggior parte delle ultime mutazioni rilevate è rappresentata da casi singoli. Solo alcuni contagi sono risultati legati tra loro. «I casi sono stati gestiti al meglio: le persone non hanno avuto contatti con altri – chiarisce Benazzi – non ci aspettiamo problemi legati a questi casi». Le varianti potrebbero moltiplicarsi. Ma è anche vero che il numero generale dei contagi è sempre più basso. Attualmente sono 1.357 i trevigiani che stanno combattendo contro l’infezione. Il bollettino regionale di ieri, infine, ha registrato quattro nuovi decessi. «Si è trattato di un riallineamento», spiegano dall’azienda sanitaria. Con questi ultimi, sale a quota 1.809 la triste lista dei lutti contati nella Marca in un anno e tre mesi di epidemia. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Giro fa saltare duemila vaccinazioni Riese e Godega sabato mattina chiusi LA CAMPAGNA TREVISO Il Giro d’Italia fa saltare oltre 2mila vaccinazioni anti-Covid. Sabato i centri di Riese e Godega verranno aperti solo alle 15. Nel corso della mattinata diverse strade resteranno chiuse per consentire ai ciclisti di attraversare la Marca, transitando per Castelfranco, Montebelluna e Conegliano. E l’Usl ha scelto di limitare i disagi aprendo i due centri vaccinali in questione direttamente dal primo pomeriggio. Gli orari dei punti tampone, invece, restano confermati. Oggi verranno complessivamente eseguite 8.200 vaccinazioni. Domani 8.140. Sabato si scenderà a 6mila proprio per far spazio al Giro. E domenica si tornerà a 7.500. Si continua con questo passo, con la speranza di poter presto acce-

lerare ulteriormente. Ieri sono arrivate oltre 37mila dosi di Pfizer. A giugno, poi, dovrebbero arrivarne altre 90mila. «A luglio raggiungeremo l’immunità di gregge», assicura Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl. Dopo il rinvio negli ultimi due giorni di 4mila appuntamenti per i richiami a causa del ritardo nella consegna dei vaccini Moderna, ieri pomeriggio la campagna anti-Covid è tornata a regime.

LE STRUTTURE VACCINALI APRONO SOLO AL POMERIGGIO DALLE 15: L’USL VUOLE COSI’ LIMITARE I DISAGI

GLI SMS

I DATI

«Abbiamo avvisato gli interessati inviando degli Sms. Purtroppo, però, non tutti hanno letto il messaggio. Ieri un centinaio di persone si sono comunque presentate ai centri vaccinali – spiega il direttore generale – non abbiamo potuto far altro che dire loro che l’appuntamento era stato rinviato. Le iniezioni saltate verranno recuperate il 26 maggio». Ieri pomeriggio, comunque, sono state eseguite 4.800 vaccinazioni con Pfizer. Comprese le prime dosi per i trevigiani tra i 40 e i 49 anni. Nel portale online continuano a esserci posti disponibili. «Procedendo con le classi di età via via più giovani registriamo anche un progressivo calo nelle adesioni – avverte Benazzi – ma le cose potrebbero cambiare con l’introduzione del passaporto vaccinale».

Ad oggi quasi il 40% dei circa 750mila trevigiani vaccinabili (dai 16 anni in su) ha già ricevuto la prima dose. Nello specifico, è stato vaccinato il 62,5% delle persone con più di 50 anni: la copertura tra i 50enni è al 33,5% (effettiva, senza contare le prenotazioni); tra i 60enni al 70,1%; tra i 70enni si è all’84,6%; tra gli over 80 si sfiora il 90%. Sempre ieri si è conclusa la due giorni che ha visto l’80% degli ambulatori dei medici di famiglia chiusi per consentire ai dottori di andare a eseguire i richiami a domicilio con Pfizer sui 3.500 anziani con più di 80 anni che avevano ricevuto la prima dose tra il 20 e il 22 aprile. Oggi gli ambulatori torneranno alla normalità. Con in più la possibilità di eseguire direttamente le vaccinazioni anti-Covid: ai medici di famiglia è già

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DECISIONE I centri vaccinali di Riese e Godega chiusi sabato mattina

IERI SONO ARRIVATE 37MILA DOSI DI PFIZER A GIUGNO ATTESE ALTRE 90MILA. BENAZZI: «PRESTO L’IMMUNITA’ DI GREGGE»

stata distribuita una serie di dosi del vaccino Johnson & Johnson (monodose). Di pari passo, continua a calare l’incidenza dei contagi. Il livello medio della Marca ora è sceso a 37 casi settimanali per 100mila abitanti (44 nel distretto di Treviso Nord, 36 a Treviso Sud, 40 ad Asolo e 32 a Pieve di Soligo). (m.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


VIII

Venezia

Giovedì 20 Maggio 2021 www.gazzettino.it

I “nodi” del Cvn vanno dal prefetto E slitta la seduta per i soldi al Mose

La Lega: 80 milioni per il Porto di Venezia L’APPUNTAMENTO VENEZIA «Venezia, la sua laguna e la città metropolitana richiedono attenzione e progettualità e per raggiungere gli obiettivi che la Lega si è prefissata è necessario coinvolgere e aprire un dialogo con tutti i livelli delle istituzioni». Così i deputati leghisti Giorgia Andreuzza, Alex Bazzaro, Ketty Fogliani commentano l’incontro con il viceministro delle infrastrutture Alessandro Morelli. «Nel Pnrr saranno previsti 80 milioni per il porto di Venezia, il settore della portualità rappresenta uno degli elementi più importanti per il rilancio economico e turistico della nostra regione. Ma non solo, entro il 2026 essendo opera prevista per le Olimpiadi di Milano e Cortina verrà realizzato il collegamento ferroviario tra la stazione di Mestre e l’aeroporto Marco Polo di Venezia. Insieme al Viceministro, inoltre, sì è posta grande attenzione sul completamento dei lavori della terza corsia su l’A4 e quindi su tutta la viabilità locale strategica anche in funzione del turismo»

Domani Zappalorto ha convocato Miani, Spitz e Zincone Rinviato a Roma il Cipess che deve stanziare 538 milioni `

L’INCONTRO VENEZIA Il grido d’aiuto lanciato

dalle imprese che gravitano intorno alla realizzazione del Mose, che vantano crediti per circa 20 milioni e che denunciano di essere ormai sull’orlo del fallimento, è stato accolto dal prefetto Vittorio Zappalorto, che per domani mattina alle 11 ha convocato un tavolo tecnico a cui sono invitati anche il commissario liquidatore del Cvn Massimo Miani, il provveditore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone, il commissario sbloccacantieri Elisabetta Spitz. Si tratta della prima occasione ufficiale in cui anche le aziende, che lamentano il rischio della perdita di oltre 2mila posti di lavoro, avranno l’occasione di presentare le loro rimostranze rispetto al percorso intrapreso da Miani, ovvero il deposito in Tribunale di una procedura di ristrutturazione del debito per evitare il fallimento. Istanza che prevede che i creditori rinuncino in una percentuale variabile alle rispettive pretese, in modo da evitare il default del Cvn. Invitata solo una delegazione dell’Ance, l’associazione dei costruttori.

IL CIPESS A Roma invece slitta ancora di qualche giorno la convocazione del Cipess, l’organismo che dovrebbe deliberare lo sblocco dei 538 milioni deri-

LE IMPRESE RECLAMANO CREDITI PER 20 MILIONI A RISCHIO CIRCA 2MILA POSTI DI LAVORO

vanti dai minori interessi dei mutui contratti dallo Stato decenni fa, per la realizzazione del Mose e che non possono essere utilizzati per coprire tout court la voragine di 200 milioni di debito del Consorzio. La seduta del Cipess è attesa entro la fine del mese, e potrebbe essere un segnale di apertura da parte dello Stato. Anche se la data non è stata ancora calendarizzata.

La nomina

LA TRATTATIVA Dunque tra Roma e Venezia, la trattativa sarà operazione da condurre con le pinze: è necessario che almeno il 60 per cento del debito venga cancellato, indipendentemente dal numero dei creditori coinvolti. E qui di innesca un gioco di potere, perché il rimanente 40 per cento avrà la soddisfazione totale della propria spettanza. E non bisogna poi dimenticare che, tra i creditori, c’è lo stesso Stato, rappresentato dal Provveditorato alle Opere pubbliche: dai dati di bilancio avanzerebbe circa 130 milioni dal Cvn, sui 200 la fetta sicuramente più consistente. Il Provveditorato, tra l’altro, dopo l’incontro di venerdì scorso avrebbe dimostrato una disponibilità alla trattativa in un’ottica di lungimiranza, aggiungendo che anche le imprese hanno «un maggior interesse ad avere prospettive per il futuro piuttosto che salvare adesso fino all’ultimo centesimo» come ha riferito Zincone. Ammesso che sopravvivano. E proprio sulla disponibilità dei creditori a trattare sulle percentuali sotto cui non è possibile scendere si basa la procedura ex articolo 182 bis per evitare il fallimento del Consorzio, che dovrà essere omologata dal Tribunale entro fine mese. Anche se è facile immaginare che sia necessario un rinvio. Raffaella Vittadello © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Domani vertice in Prefettura sulla situazione del Cvn

Incarico al ministero per Ilaria Bramezza LA NOMINA Incarico prestigioso a Roma per Ilaria Bramezza, 57 anni, nominata nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, capo del dipartimento per le opere pubbliche, le risorse umane e strumentali. Bramezza era già stata al ministero con incarichi di rilievo ai tempi del primo governo Prodi e del primo governo D’Alema. Il suo nome è legato a Venezia, tra l’altro, per aver ricoperto il ruolo di direttore generale del Comune della città lagunare, guidata dal sindaco Paolo Costa, tra il 2000 e il 2005. La manager di origini trevigiane è stata anche presidente del consiglio di amministrazione del Casinò di Venezia Gioco Spa da gennaio a ottobre 2015, subito dopo le dimissioni di Massimo Miani, che se n’era andato a causa della mancanza di convergenza sul piano di ristrutturazione della casa da gioco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Polizia locale e indagini informatiche Accordo coi pm di Venezia e Padova LA FIRMA VENEZIA Costituire un laboratorio forense diffuso per investigazioni con la tecnologia e rafforzare la rete di collaborazioni tra istituzioni giudiziarie e forze dell’ordine. Questo il senso del protocollo d’intesa firmato ieri tra la polizia locale di Venezia, le procure di Venezia e Padova e Agenfor, ente no-profit che si occupa di sicurezza, con l’obiettivo di condividere competenze e tecnologie per la raccolta, l’analisi e lo scambio di informazioni. Si tratta di contenuti investigativi, che vengono trattati nel rispetto di tutte le norme per la tutela della segretezza dei dati raccolti. A siglare l’accordo il comandante della polizia locale di Venezia, Marco Agostini con il sostituto procuratore di Venezia, Giovanni Gasparini; il sostituto procuratore di Padova, Silvia Golin e Sergio Bianchi, director of International Research di Agenfor, mentre la parte operativa del progetto per quanto ri-

guarda la polizia locale è stata seguita dal commissario capo Gianni Franzoi. Nella sostanza, l’accordo prevede che Agenfor metta a disposizione delle due procure e della polizia locale di Venezia una serie di strumenti forensi di ultima generazione e di software specifici, occupandosi della formazione del personale di polizia giudiziaria individuato dalle varie componenti che firmano la convenzione e che andrà a far parte del laboratorio forense. In particolare, le attività di polizia scientifica riguarderanno le analisi delle memorie interne dei dispositivi digitali e le analisi dei tabulati e delle celle telefoniche. È

LA FORMAZIONE DEI CORSISTI SI SVOLGERA’ NELLA CONTROL ROOM DELLA POLIZIA LOCALE AL TRONCHETTO

inoltre stato allestito un sofisticato laboratorio per le esercitazioni di virtual reality. L’esigenza di creare ed implementare nel tempo il laboratorio forense diffuso trova la propria radice nelle «modalità di perpetrazione dei reati che, negli anni, si sono sempre più caratterizzate per l’impiego dei digital devices e che tali innovazioni impongono rivisitazioni ed aggiornamenti dei rapporti tra autorità giudiziaria e polizia giudiziaria, soprattutto con riferimento all’estrazione ed all’analisi della digital evidence». Altre procure e altri organi di polizia giudiziaria hanno già manifestato la propria intenzione di aderire al progetto. Dopo la firma della convenzione sono partite, e andranno avanti per quattro giorni, le attività formative di polizia scientifica presso il comando di polizia locale, a cui prendono parte investigatori di tutti i corpi di polizia e polizia locale, maestra sul campo grazie alla Control Room del Tronchetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La danza sospesa di Micol per i malati che non si vedono LA RIFLESSIONE VENEZIA Una danza sospesa, movimenti eterei che trasmettono un’idea di leggerezza, accompagnati da un sentito testo: capace di evidenziare come dietro ogni bellezza possano celarsi dolori e disagi legati a malattie invisibili, ma vissute attraverso il sacrificio da chi ne è affetto. Il rischio, per gli ammalati “non evidenti”, è pure quello di affrontare, nel proprio percorso scolastico e lavorativo, episodi di bullismo e mobbing. Torna a far riflettere la veneziana Micol Rossi, l’Angelo Guerriero, la Maria del Carnevale 2019, che grazie anche alla visibilità internazionale offerta dal Volo dal Campanile di San Marco, riuscì a trasmettere un importante messaggio di sensibiliz-

zazione nei confronti delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Ieri infatti, proprio in occasione della Giornata Mondiale delle MICI, grazie ad un video pubblicato su YouTube e diffuso dai canali social, la ventinovenne danzatrice, musicista e modella (e involontaria influencer), affetta dal Morbo di Crohn, ha colpito nel segno. «Il virus ci ha “allontanato” - spiega infatti ma questo non mi ha impedito di sensibilizzare ancora una volta su patologie invisibili, e rendere omaggio ad una giornata molto importante per me e per molti di noi, ricordando che parlarne non è mai abbastanza visto che sono patologie ancora poco conosciute e sottovalutate». «Quello che mi preme sottolineare prosegue la bionda Micol - è far capire come dietro ogni persona

possano nascondersi problemi fisici talvolta invalidanti che non vanno sottovalutati, ad esempio nel mondo della scuola e del lavoro, e che non palesandosi rischiano di non essere percepiti con la dovuta attenzione». Il video dura poco più di due minuti, ma la realizzazione, oltre ad essere costata parecchia fatica da parte della protagonista, vede un gran lavoro di equipe alle spalle. «Se ci sono riuscita - conclude

L’EX MARIA DEL CARNEVALE 2019 AFFETTA DAL MORBO DI CHRON RICORDA DI NON FERMARSI ALLE APPARENZE

VENEZIA Micol Rossi, ex Maria del Carnevale 2019, è diventata influencer delle malattie croniche intestinali

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Micol - è anche grazie a delle persone speciali che hanno creduto in me e che voglio ringraziare, la fotografa Giada, la mia super insegnante Isabella, che mi ha preparato al meglio, come pure la scuola Motion Studio Pole Dance che mi ha ospitata in palestra; infine Cristina per avermi reso bellissima con il suo trucco spaziale, la stilista Valentina e Andrea che mi fa sentire una principessa con le sue acconciature». Se a Venezia, Micol è famosa soprattutto come Angelo Guerriero del Carnevale, in tutta Italia lo è per un blog assai seguito e condiviso grazie alla forza dei canali social, che molto ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica: il “Diario di una Crohniana”. Riccardo Petito © RIPRODUZIONE RISERVATA


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