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ECONOMIA
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VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
Coronavirus: il rischio sanitario la lotta alla pandemia
Al lavoro 6.312 operatori sanitari veneti che non si sono ancora vaccinati Filippo Tosatto / VENEZIA
Il personale della sanità pubblica non è insensibile alle sirene No Vax. Dei sessantamila camici bianchi in servizio negli ospedali e nella rete assistenziale del Veneto, oltre il 10% è tuttora privo di ogni copertura vaccinale: 6.312 le donne e gli uomini che non hanno aderito alla pressante campagna delle Ulss, talora per contingenze indipendenti dalla loro volontà, più spesso - parrebbe - per scelta pregiudiziale. A documentarlo
Nel Veronese sospesi dal lavoro 19 addetti alle Rsa che hanno rifiutato l’antivirale è un’indagine conoscitiva della Regione, che analizza l’andamento in dettaglio, a cominciare dalla categoria più numerosa - il “comparto” di infermieri, oss, amministrativi, tecnici - che ha completato il ciclo quasi all’80% mentre una piccola quota ha ricevuto la prima dose e l’11,6% (5243 dipendenti) resta fuori dal radar. I RISCHI PER OSPITI E COLLEGHI
Meno vistoso il passo indietro dei medici ospedalieri; all’appello manca il 7%, 735 su 10.455, percentuale in linea con la tendenza dei colleghi che operano in ambulatorio: medici di fami-
PERSONALE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE - AGGIORNAMENTO 20.05.2021 - ORE 15
Infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi Medici ospedalieri Medici di medicina generale, guardia medica, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali
glia, guardie, pediatri, specialisti. La divulgazione dei dati coincide con il “botto” echeggiato nel Veronese, a San Giovanni Lupatoto, dove la Pia Opera Ciccarelli settecento dipendenti, nove Rsa e 640 posti letto per non autosufficienti - ha sospeso dal lavoro 19 operatori sociosanitari in applicazione del decreto Covid che impone loro l’obbligo di profilassi. Secondo la Pia Opera, il rifiuto opposto al vaccino costituisce un potenziale pericolo sia per gli ospiti che per i colleghi: «Abbiamo agito a fronte di un atteggiamento grave, in alcuni istituti ci sono già stati focolai di contagio causati da lavoratori che non avevano voluto sottoporsi alla vaccinazione», argomenta la direttrice, Elisabetta Elio. I PRECEDENTI NEL VENETO
Al riguardo, l’assessore alla Sanità e al welfare Manuela
Prima dose 3.830
Percentuale copertura prima dose 8,5%
10.455
541
4.641
262
Numero Totale dipendenti 45.107
Cicli completi 36.034
Percentuale copertura cicli completi 79,9%
Numero operatori da vaccinare 5.243
Percentuale dipendenti da vaccinare 11,6%
5,2%
9.179
87,8%
735
7,0%
5,6%
4.045
87,2%
334
7,2%
TOTALE 6.312
nei centri vaccinali
Tampone gratuito per i parenti degli anziani ospiti Sono stati allentati i vincoli che per quasi un anno hanno segregato gli anziani ospiti delle case di riposo per evitare la diffusione del contagio e poi proteggerli dal virus. Le visite sono ora consentite ai parenti vaccinati o guariti e a quelli che hanno un tampone negativo, eseguito nelle 48 ore precedenti. Che però è a pagamento. Per non imporre loro un nuovo balzello, la Regione ha deciso di sottoporli gratuitamente al test rapido nei centri vaccinali. Basterà sottoscrivere un’autocertificazione in cui si attesti che si chiede il tampone per far visita a un ospite di Rsa. Attenzione: dichiarare il falso è reato.
Il richiamo somministrato alla prima vaccinata: l’infermiera Alivernini
Lanzarin, ieri protagonista solitaria del briefing di Marghera in assenza di Luca Zaia calamitato dagli impegni a Palazzo Balbi, non cela la preoccupazione: «Certo la legge nazionale prevede la sospensione dalle mansio-
il libro del coordinatore dello studio
Oms, Zambon sul rapporto ritirato «Si potevano evitare delle vittime» VENEZIA
Non ci fossero stati più di 125mila decessi e oltre 4 milioni di casi, solo in Italia, accompagnati da una crisi economica senza precedenti, la trama di questa intricata vicenda sarebbe degna di un romanzo di Dan Brown. Ma, appunto, le 125 mila persone che non ci sono più impongono una domanda. Se il rapporto sulla prima risposta dell’Italia alla pandemia, redatto dall’allora funzionario dell’Oms Francesco Zambon, non fosse stato repentinamente ritirato, si sarebbero potute evitare delle vittime? «Sì, credo di sì». La risposta è la conclusione della presentazione del libro “Il pesce piccolo–Una storia di
virus e segreti”, a palazzo Ferro Fini. Conferma della parte che la Regione ha deciso di appoggiare. Del resto, le pressioni per modificare il rapporto avevano a oggetto anche le parole troppo lusinghiere verso il Veneto. «Mi è stato detto che non si poteva scrivere che questa regione ha risposto meglio della Lombardia» spiega Zambon «Ma il Veneto ha disinvestito meno sul territorio, mentre le altre hanno investito molto di più sugli ospedali. Dovevo dire agli altri Paesi che il virus si combatte sul territorio e che, quando i malati arrivano negli ospedali, è già tardi. E infatti nel piano di ripresa e resilienza si punta sulla medicina territoriale». Ecco cos’era il report, secondo Zambon: un ma-
CROMASIA
Un migliaio i medici fra gli ospedalieri e quelli attivi nel territorio: ora devono spiegare se hanno motivi validi o sono No Vax
Francesco Zambon e, a destra, Roberto Ciambetti alla presentazione
nuale utile agli altri Paesi, per rispondere all’emergenza, proveniente dal primo Stato europeo che aveva conosciuto l’emergenza. Quello che è succes-
so è ormai di pubblico dominio. Il rapporto epurato del “China box”, «ma perché non aggiungeva nulla alla storia italiana» precisa Zambon. Il fa-
ni fino all’assolvimento dell’obbligo, tuttavia questa scelta diventa difficile nelle strutture residenziali per anziani dove già si manifesta una carenza cronica di dipendenti. Il problema si avverte anche negli ospe-
stidio di Ranieri Guerra per l’esplicitazione del mancato aggiornamento dal 2006 del piano pandemico: «Ho capito che voleva coprire qualcos’altro, essendo stato direttore della Prevenzione in Italia». Il dossier che, finalmente, viene pubblicato in rete e, dopo meno di 24 ore, ritirato. Ufficialmente, per una modifica che avrebbe richiesto un paio d’ore. Dopo pochi minuti, la telefonata da Pechino: «Mi hanno detto che non mi sarei più potuto occupare della nuova pubblicazione, perché erano necessarie due ulteriori modifiche. A cosa si riferissero, l’ho scoperto dalle chat emerse con il lavoro della magistratura di Bergamo». Il clima intanto era diventato irrespirabile. Poi le dimissioni, quindi la causa, a Ginevra. « L’ho deciso dopo aver letto il contenuto delle chat. Certo è che, nei primi due gradi di giudizio, gli atti saranno valutati dall’Oms stesso...». Tanti i punti da chiarire. A partire dal coinvolgimento del ministro Speranza. «Non so quanto sapesse. Certo, il suo capo di gabinetto sapeva». E
dali ma in questo caso parliamo di grandi numeri, ed è forse più facile convertire una figura professionale». LE FORNITURE DI DOSI IN ARRIVO
Né si tratta del primo esempio di sanzione a carico del personale No vax. Nelle scorse settimane, un medico della Rsa di Fregona (Treviso) è stato denunciato dall’azienda sanitaria per «pericolo contro l’incolumità»: aveva respinto il vaccino e proseguito l’attività nonostante la positività al virus. A Belluno, invece, il tribunale ha rigettato le istanze di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato la dose a febbraio e per questo erano stati sospesi dal lavoro. Che altro? In tema di somministrazioni Lanzarin precisa che i posti liberi, prenotabili dagli over 40 in su fino al 16 giugno, sono scesi a 50 mila dagli ottantamila iniziali e, soprattutto, non sono ripartiti in modo omogeneo ma concentrati nelle Ulss 2 (Marca trevigiana), 9 (Scaligera) e, in misura assai minore, nella 7 Pedemontana. Le altre hanno esaurito le disponibilità. Consegne all’orizzonte? Mercoledì sono giunte 160 mila dosi Pfizer e 18 mila Moderna, oggi arriveranno altre 38.600 Moderna e 17 mila J&J. Aspettando giugno e la valanga salvifica di flaconi annunciata dal generale Figliuolo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
poi ancora il Veneto, con un episodio che pure non è raccontato nel libro. Lo studio di Crisanti, con il secondo giro di tamponi a Vo’, che la direttrice dello Zooprofilattico Antonia Ricci sostiene essere stato tenuto nascosto per un anno. «Ricordo che si è discusso molto di questi dati. Ma non li ho mai visti, se non quando sono stati pubblicati in un articolo su Nature». Intanto, da lunedì a Ginevra si terrà l’assemblea mondiale della sanità, cui parteciperanno ministri di tutto il mondo. «Dovranno decidere se considerare il problema o non vederlo, saranno responsabili verso i loro cittadini» sostiene Zambon. «Di pandemie ce ne saranno ancora, dobbiamo far sì che non siano catastrofiche come questa. L’anno prossimo si eleggerà il nuovo dg dell’Oms. Bisognerebbe riflettere sulla modalità di voto e sui finanziamenti, che per l’80% arrivano da privati». La risposta dell’Oms? La diffida dall’utilizzare l’acronimo nel libro. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano Vaccinazioni in Veneto DOSI SOMMINISTRATE IERI
+ 29.564 Totale
Dosi fornite
2.395.791
91,0%
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La profilassi dei sanitari TOTALE DIPENDENTI
I DOSE
COPERTURA I DOSE
Personale sanitario (medici esclusi)
45.107
3.830
8,5%
36.034
79,9%
5.243
11,6%
Medici ospedalieri
10.455
541
5,2%
9.179
87,8%
735
7,0%
Medici territoriali
4.641
262
5,6%
4.045
87,2%
334
7,2%
CATEGORIA
PRIME DOSI
CICLI COMPLETI
COPERTURA CICLI COMPLETI
OPERATORI DA VACCINARE
+ 14.025 Totale
Popolazione
DIPENDENTI DA VACCINARE
LE PRENOTAZIONI
TOTALE
6.312
Aggiornamento 20.05.2021 - Ore 15
L’Ego-Hub
1.669.350 34,0% CICLI COMPLETATI
+ 15.539 Totale
Popolazione
726.428
14,5%
Vaccini, ancora 50mila posti Sanitari, in 6mila senza dose
CON ALMENO 1 DOSE
Popolazione OVER80
Non hanno avuto la prima iniezione `Over 40, non esaurite le prenotazioni 5.243 infermieri e oltre mille medici Ma alcune Ulss hanno già tutto occupato `
97,6%
Popolazione 70-79 anni 84,4%
Popolazione 50-59 anni 30,3%
Disabili 73,3%
Vulnerabili 70,3% NB: Popolazione di riferimento ISTAT
L’ANDAMENTO SETTIMANALE Incremento Tot. campagna
LA PROFILASSI VENEZIA Alla “Pia Opera Ciccarelli”, una casa di riposo di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, 18 operatori sono stati sospesi dal lavoro. Motivo: non hanno voluto vaccinarsi contro il Covid-19. È solo l’ultimo fatto di cronaca. Prima c’è stato Belluno, dove 61 dipendenti dell’Ulss Dolomiti e di 4 case di riposo sono ricorsi alle carte bollate pur di non farsi
somministrare il vaccino. E prima ancora era successo a Treviso con medici e infermieri che non volevano saperne del siero anti coronavirus. Ma quanti sono i no-vax sanitari in Veneto? Dai dati forniti ieri dalla Regione sono 5.243 gli infermieri non vaccinati (11,6%) su un totale di 45.107. Su 10.455 medici, ce ne sono 735 (7%) che non hanno avuto neanche una dose. Se invece si va a vedere i professionisti tra medici di base, i pediatri e gli specialisti am-
bulatoriali, i non vaccinati sono 334 su un totale di 4.641 (7,2%). In tutto 6.312 operatori sanitari tra medici e infermieri senza vaccino. Pochi? Tanti? «Nelle Rsa è sicuramente un problema - ha detto l’assessore regionale alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin - perché c’è una carenza cronica di dipendenti. Ma per chi non si vaccina, è prevista la sospensione dal lavoro: lo dice la legge». In Veneto, intanto, ci sono 50mila posti liberi per prenotare
Friuli Venezia Giulia Due hub riservati ai lavoratori
ULSS n. 1 Dolomiti 1.236 110.450 ULSS n. 2 Marca Trevigiana 4.295 418.042 ULSS n. 3 Serenissima 6.507 322.219 ULSS n. 4 Veneto Orientale 905 109.136 ULSS n. 5 Polesana 816 127.606 ULSS n. 6 Euganea + AOUPD 6.070 445.744 ULSS n. 7 Pedemontana 1.938 171.568 ULSS n. 8 Berica 2.447 241.482 ULSS n. 9 Scaligera + AOUIVR 5.320 436.124 Istituto Oncologico Veneto 30 13.420 TOTALE 29.564 2.395.791 L’Ego-Hub
Dopo le proteste e le lamentele giunte in questi giorni in redazione al Gazzettino, ieri l’assessore Lanzarin, ha confermato: i 70mila posti disponibili, nel frattempo diventati 50mila, non riguardano tutto il Veneto. «Ci sono Ulss che hanno esaurito le disponibilità ha detto l’assessore - e altre che invece hanno ancora posti disponibili». I 50mila posti liberi, pur a macchia di leopardo, riguardano la popolazione veneta dai 40 anni in su e sono prenotabili fino al 16 giugno. Le dosi disponibili, però, sono di più: ieri sono arrivate 160mila vaccini Pfizer e 18mila Moderna, oggi sono attesi altri 38.600 Moderna e 17mila Johnson & Johnson. Dunque, se i vaccini ci sono, perché limitare le prenotazioni? Ma, soprattutto, se i 50mila posti liberi non riguardano l’intera regione, com’è che restano ancora disponibili? Vuol dire che almeno 50mila veneti non vogliono saperne di vaccinarsi?
LA SCELTA
Popolazione 60-69 anni 72,9%
la seduta vaccinale, tutti rivolti agli over 40.
Confindustria, primi sieri per i dipendenti Al via ieri in Friuli Venezia Giulia la campagna vaccinale rivolta ai dipendenti delle fabbriche. Confindustria Udine ha inaugurato l’hub delle somministrazioni nello stadio Dacia Arena: sono circa 40 mila i lavoratori che si vaccineranno. A Pordenone, invece, è partita l’iniziativa di Confindustria Alto Adriatico (che si allargherà anche a Gorizia e Trieste) voluta con il sindacato e la Cri che ha visto l’installazione di sette poli vaccinali completamente a carico del sistema aziendale e del volontariato: ieri le prime cento dosi.
Turismo Oltre 2 milioni di contributi alle imprese VENEZIA «Un aiuto concreto rivolto a chi ha fatto del turismo la propria attività e che, in questo anno e mezzo difficile, ha sofferto a causa delle conseguenze tragiche dell’epidemia da Covid19». Così l’assessore regionale veneto al turismo Federico Caner in merito al bando approvato dalla giunta regionale per la concessione di contributi a supporto delle professioni turistiche colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid19. Il bando può contare su una dotazione finanziaria complessiva di 2 milioni 645 mila euro e prevede la concessione di un contributo a fondo perduto, in misura forfettaria e una tantum, a tutti i professionisti che siano in possesso di partiva Iva, in regola con la dichiarazione dei redditi 2019 e con gli adempimenti fiscali e con l’iscrizione negli elenchi approvati dalla direzione turismo. La presentazione della domanda potrà essere effettuata a partire dalle ore 10 del 25 maggio 2021 e fino alle ore 17 del 24 giugno. L’istruttoria delle domande sarà a cura dell’Agenzia Veneta per i pagamenti (Avepa). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Stiamo valutando se aprire le prenotazioni a tutti e di questo si è parlato anche in Conferenza delle Regioni», ha detto l’assessore Lanzarin. Una discussione interlocutoria: le Regioni hanno chiesto un incontro tra i governatori e il commissario per l’emergenza coronavirus Figliuolo. «Ho incontrato il mondo del turismo ha detto Lanzarin - sono tutti disponibili a vaccinare i propri addetti ma al riguardo stiamo attendendo il via libera nazionale per le vaccinazioni nelle aziende. Anche per le vaccinazioni ai turisti si vorrebbero indicazioni uniformi». Per quanto riguarda le visite nelle case di riposo del Veneto, la Regione ha dato disposizione alle Ulss perché vengano effettuati i tamponi ai parenti che andranno a fare visita ai propri cari nelle Rsa: «Saranno tamponi gratuiti, gli interessati dovranno presentare una autocertificazione».
I DATI In Veneto sono state somministrate 2.395.791 dosi di vaccino. Idati per categoria riferiti ad almeno una dose: over 80 97,6%; 70-79 anni 84,4%; 60-69 anni 72,9%; 50-59 anni 30,3% (con le prenotazioni si arriva al 60%); 40-49 anni 13% (40% considerando anche le prenotazioni). Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL 97,6 PER CENTO DEGLI OVER 80 HA AVUTO ALMENO UNA DOSE I QUARANTENNI FERMI AL 13 PER CENTO
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VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
E mail belluno@corrierealpi.it
Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
olimpiadi
lavori pubblici
Cimitero da riqualificare Lavori al via a fine estate Approvato il progetto esecutivo ed esecutivo del primo dei tre stralci di intervento Sarà restaurata la cappella e saranno realizzate nuove cellette cinerarie
Infrastrutture Spa il Governo accelera Gemme al vertice sulla viabilità CORTINA
Alessandra Segafreddo CORTINA
Sarà riqualificato il cimitero di Cortina. La giunta comunale, ieri mattina, ha approvato il progetto definitivo ed esecutivo dei lavori di manutenzione straordinaria e di restauro del cimitero. Si tratta del primo stralcio delle opere per un valore di 400 mila euro su un progetto complessivo, diviso in tre stralci, che prevede un investimento totale di un milione 246. 500 euro. «È un progetto molto importante», spiega il sindaco Gianpietro Ghedina, «che vede una completa ristrutturazione del cimitero cittadino. Il progetto è stato redatto dall’architetto ampezzano Agostino Hirschstein, e il lavoro è suddiviso in tre stralci. Ora partiamo con il primo. Abbiamo acquisito tutti i pareri favorevoli della Sovrintendenza, dato che il bene avendo più di 70 anni è vincolato, dell’Ulss e degli enti competenti. Abbiamo poi approvato, a marzo, il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori ed ora con l’approvazione dell’esecutivo si potranno attivare le procedure per affidare i lavori. Il cantiere verrà aperto alla fine dell’estate». Il progetto si basa su una ricerca storica iniziata dalla prima costruzione del cimitero, inaugurato nel 1834. Sono state quindi analizzate le modifiche successive del 1929, che furono curate dall’ingegner Apollonio e dall’architetto Wenter Mari-
Il progetto per la manutenzione straordinaria del cimitero di Cortina
ni. L’ultimo intervento ha ormai una cinquantina d’anni, risale al 1971, quando fu costruito un ulteriore ampliamento, nella parte a sud. Gli interventi che partiranno a fine estate e che compongono il primo stralcio delle
Saranno ripavimentati i porticati del 1834 Il sagrato sarà ampliato e si interverrà sui bagni opere sono undici. I lavori approvati prevedono che venga restaurata la cappella del ’29 e la sua copertura e che siano realizzati dei parapetti sulla balconata. Con la volontà di abbattere le barriere ar-
arriva il giro
Escursioni su due ruote e iniziative in piazza Cortina attende la tappa CORTINA
Al via un fine settimana di pedalate e attività organizzate aspettando il tappone dolomitico del giro d’Italia in arrivo a Cortina lunedì. Un week end tutto in rosa, dedicato ai ciclo amatori, per vivere l’emozione di pedalare per le Dolomiti Unesco e dare il benvenuto a un’estate tanto attesa. Per gli appassionati delle
due ruote sono in programma escursioni previste per domani e domenica , pensate per gli amanti di Mtb, E-bike e gravel, che porteranno gli amatori su percorsi dedicati ad attraversare boschi, malghe, cime e rifugi in alta quota. L’appuntamento per chi vuole vivere l’emozione di un “road bike” che percorre , a ritroso, l’ultimo tratto della 16° tappa del Giro, è per domeni-
chitettoniche sarà anche creata una rampa sulla scalinata centrale. Verrà creata anche un’apertura di passaggio a sud-est che dal porticato del 1834 porta al magazzino verso il torrente Bigontina, saranno poi realizzati dei blocchi per 360 cellette cinerarie nel porticato del 1929 e altri blocchi per altre 90 cellette nel cinerario comune nel porticato del 1929, sfruttando parte del deposito seminterrato. Per mantenere il decoro e ridare antico splendore al cimitero sarà anche realizzata una nuova pavimentazione nei porticati del 1834, con la riapertura di due arcate verso sud-ovest; verrà inoltre completamente rifatto il manto di copertura comple-
to. Sarà poi ampliato il sagrato della cappella e saranno create 4 nuove aperture per rendere utilizzabile il locale seminterrato nel porticato sud-ovest. Infine si interverrà sul servizio igienico con l’adeguamento dei bagni all’utilizzo per i portatori di handicap e saranno anche spostati i quadri elettrici principali. Ora che il progetto esecutivo è stato formalmente approvato, sarà avviata la procedura per l’appalto delle opere. A fine estate partirà il primo stralcio, a seguire il secondo stralcio, che prevede una spesa di 354.974 euro; e a chiudere il terzo stralcio per un investimento di 491.525 euro. —
ca. Si parte alle 10 con le guide, da piazza Angelo Dibona, si arriva al Passo Giu. L’ultimo chilometro verrà cronometrato per redigere una classifica tra i partecipanti. Alle 17 in piazza Angelo Dibona i vincitori verranno premiati. Per partecipare chiamare lo 0436 866252. Intanto domani alle 17.30 la piazza vedrà nuovamente protagonisti i Mondiali sci alpino di febbraio. La Fondazione Cortina 2021 racconterà il successo della rassegna iridata e ringrazierà Cortina con un evento di saluto. Domenica piazza Angelo Dibona ospita anche cultura e sport. Alle 17.30 Francesco Chiamulera in compagnia dell’autore Beppe Conti presenterà il libro “Dolomiti da
Leggenda”. A seguire talk show su “Le Dolomiti, Cortina e il ciclismo” con le leggende del ciclismo Marzio Bruseghin, Pippo Pozzato, Moreno Argentin. Spazio anche all’arte per tingere Cortina di rosa: i disegni dei ragazzi delle elementari sono già in mostra nelle vetrine e nel giro scale della Cooperativa, ci saranno poi due installazioni artistiche di Andrea Gaspari a Pierosà e Pocol, e sono 24 le opere di artisti di Cortina e del Cadore che vivranno nelle vetrine dei negozi del centro. Da domani a lunedì, infine, si potranno fare colazioni, pranzi e aperitivi itineranti nei locali che propongono dolci e stuzzichini gourmet rosa. —
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A.S.
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Improvvisa, ma sospirata accelerazione, per la società pubblica Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa. «È in fase di perfezionamento, sia per quanto concerne la designazione dei membri dell’organo di amministrazione della società da parte delle amministrazioni coinvolte, sia per quanto riguarda l’approvazione dello statuto societario», fa sapere il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, rispondendo ad una interrogazione dei parlamentari del Pd Roger De Menech e Gian Mario Fragomeli. L’attesa potrebbe essere di una settimana o poco di più, a sentire De Menech. Con l’agenzia è atteso anche il nome dell’amministratore delegato, con poteri commissariali. Ai piedi delle Tofane un po’ tutti incrociano le dita per Luigi Valerio Sant’Andrea, già commissario straordinario per i Mondiali. Dal commissario ci si attendono tempi più rapidi per la pista di bob e le circonvallazioni di Cortina e Longarone. «Una volta pervenute le anzidette designazioni e gli atti di assenso, lo schema di Dpcm sarà prontamente trasmesso per l’esame e l’approvazione del Consiglio dei ministri» , informa Morelli. Per quanto riguarda le infrastrutture, aggiunge il vice ministro. Al momento sono state individuati «59 interventi per un ammontare complessivo di 11,6 miliardi». Tra le infrastrutture esistenti e pianificate, tutte in-
teramente finanziate, ci sono l’Alta velocità Brescia est-Verona (primo lotto funzionale), la Pedemontana Veneta, il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia Marco Polo, che in futuro dovrebbe consentire il collegamento diretto con Cortina. Tra le opere infrastrutturali essenziali ci sono le varianti di Longarone e di Cortina, gli interventi in Val Pusteria (come la circonvallazione di Perca), il bus rapid transit nella Provincia di Trento; le opere infrastrutturali connesse e di contesto, in parte con finanziamenti già disponibili e con relativi soggetti attuatori, ed in parte previste in via programmatica e con possibilità di successivo finanziamento ai sensi del predetto decreto. In questo gruppo di interventi rientrano, ad esempio, il completamento della variante di Agordo e la bretella di Gallarate. Di infrastrutture si parlerà intanto lunedì direttamente a Cortina, ha annunciato ieri il sindaco Ghedina a margine della visita del nuovo prefetto Savastano. Lunedì il prefetto tornerà a Cortina e ci sarà anche il presidente di Anas, Claudio Andrea Gemme. «Parleremo dei progetti di viabilità legati alle Olimpiadi e di quelli da concludere previsti per i Mondiali», dice Ghedina annunciando la presenza anche del governatore Zaia. Per la viabilità intanto c’è una buona notizia: il cantiere Anas sulla circonvallazione è stato riaperto ieri. — F.D.M. - A.S.
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in municipio
Il nuovo prefetto in visita Il nuovo prefetto di Belluno, Mariano Savastano, in visita a Cortina. Ieri mattina il sindaco Gianpietro Ghedina, con il suo vice Luigi Alverà, l’assessore Benedetto Gaffarini e il segretario Giacomo D’Ancona hanno accolto in municipio il nuovo prefetto in visita istituzionale
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Primo Piano
Venerdì 21 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Serenissima tra presente e futuro
Le 3 questioni cruciali del “mosaico” Venezia Da Mose alla rivitalizzazione della `«L’Autorità per la laguna va, da subito, città: le proposte del ministro Brunetta drasticamente riformata e semplificata» `
segue dalla prima pagina
Con umiltà, ma anche mettendoci tutta la mia storia - nel 2010-2011 sono stato ministro con delega a riformare la legge speciale - e il mio amore di veneziano di Cannaregio. Detto questo, dove eravamo rimasti?
LA SALVAGUARDIA Innanzitutto i 538 milioni di euro destinabili dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) al completamento del Mose vanno sbloccati subito per far sì che un nuovo, ultimo, “atto aggiuntivo” definisca i lavori dei quali si occuperanno ancora il Consorzio Venezia Nuova, gestito dal Commissario liquidatore, e le sue imprese, sotto l’attenta regia del Commissario sbloccacantieri, prima che il completamento del “sistema Mose” passi al Provveditorato alle Opere Pubbliche, in attesa che il tutto rientri nella competenza della neo istituita Autorità per la laguna, magari ridisegnata come si dirà più avanti. Ma questo deve anche essere l’ultimo finanziamento straordinario. La nuova stagione di gestione della salvaguardia, quella affidata all’Autorità per la laguna, deve uscire dal regime di finanza derivata unicamente soggetta all’altalenante buon cuore del bilancio dello Stato e contare anche su risorse fiscali proprie, endogene, legate alle attività che prosperano grazie alla laguna, all’Adriatico e al nome di Venezia. Insomma più responsabilità. Occorre uscire poi al più presto da uno stallo insostenibile, durato troppo tempo – i cinque anni che vanno dallo scoppio delle vicende giudiziarie del 2014 alla disastrosa acqua granda del 12 novembre 2019, per far sì che la Repubblica – cioè lo Stato, la Regione e gli enti locali, Città metropolitana di Venezia su tutti, in leale collaborazione – la Repubblica, dicevamo, torni, con nuovi protagonisti, a garantire la salvaguardia e la vitalità socioeconomica di Venezia e della sua laguna, come recita l’articolo 1 della legge speciale del 1973: un impegno assunto di fronte al mondo che in questo momento di possibile agognata uscita dalla crisi da Covid-19 si presenta più delicato che mai. Basta caos delle competenze. Un obiettivo oggi possibile purché si metta ordine con decisione nel mosaico di provvedimenti che si è andati componendo dopo la disastrosa acqua alta del 12 novembre 2019. Dalla nomina di un Commissario sbloccacantieri alla costituzione dell’Autorità per la laguna, fino al lancio del concorso di idee per la realizzazione di punti di attracco fuori laguna per le grandi navi da crociera e le navi portacontenitori oceaniche. Provvedimenti accelerati dal 3 ottobre 2020, quando il successo del primo vero impiego dell’intero sistema di paratie alle tre bocche ha scardinato, con i fatti, tutte le insinuazioni sulla “inutilità” del Mose. Onore al merito a chi nel Mose ha sempre creduto. Il mosaico, però, ha oggi bisogno di correttivi drastici e di essere completato lavorando su norme e organizzazioni che riguardano tutte le tessere: in pri-
BASTA FONDI STRAORDINARI LEGATI AL BUON CUORE DELLO STATO: LA CITTÀ DEVE CONTARE SU ENTRATE FISCALI PROPRIE C’È UN DISPERATO BISOGNO DI DIVERSIFICARE LA BASE ECONOMICA: SI PUNTI SU ATTIVITÀ MARITTIME-PORTUALI, AMBIENTE E TECNOLOGIE
mis quella della neonata (male) Autorità per la laguna, che assorbirà le competenze del Magistrato alle acque e, in parte, degli enti locali con i quali dovranno essere ricercati elementi di convergenza, ma anche della sua “società in house” che non disperderà le competenze accumulate dal Consorzio Venezia Nuova in liquidazione; il Comitato Istituzionale per la salvaguardia di Venezia, che rimpiazzerà il Comitatone; e l’Autorità di Sistema portuale, che dovrà essere messa in sintonia con quella per la laguna, anche con appositi interventi normativi, e ridisegnare, dentro e fuori la laguna, le sue infrastrutture nel segno della sostenibilità. Chiarezza e tempestività. Tre dunque sono le questioni cruciali da affrontare per ritornare a una politica attiva di protezione e valorizzazione del bene culturale Venezia, delle sue “pietre” e delle donne e degli uomini che la abitano e che meritano una città “vivibile”. La prima è che si ritorni orgogliosamente al programma originario di salvaguardia incentrato sul sistema Mose. Un programma che non è fatto solo di paratie mobili, ma di attività funzionali alla loro gestione e manutenzione; e poi di rialzi e interventi diffusi, a partire dalla difesa locale della Basilica di San Marco; di opere complementari di mitigazione e compensazione ambientale, quelle richieste dall’Unione Europea, che rimandano al completamento delle opere di disinquinamento della laguna, a cominciare dalla rete di marginamento delle macroisole di Porto Marghera; di rifinanziamento di un nuovo ciclo trentennale di manutenzione del patrimonio edilizio di Venezia insulare etc.
LA PORTUALITÀ
SI DEVE METTERE ORDINE ALLA PLETORA DI PROVVEDIMENTI PRESI DOPO LA DISASTROSA ACQUA ALTA DEL 12 NOVEMBRE 2019
Ma, e questa è la seconda questione cruciale, occorre che la “salvaguardia” non confligga tragicamente con la “rivitalizzazione”. Per farlo occorre porre mano alla realizzazione delle opere complementari portuali: quelle conca di navigazione a Malamocco e punto di attracco fuori laguna per le navi portacontenitori
oceaniche (non per niente oggetto del decreto legge “grandi navi” già ricordato) - necessarie a garantire, secondo quanto prescritto ancora in sede di approvazione del progetto Mose, la piena accessibilità al porto anche a barriere mobili sollevate. Una prescrizione che ci si era “dimenticati” di includere nel “prezzo chiuso” della convenzione Mav-Cvn e dei suoi atti aggiuntivi, ma che è stato oggetto di più convenzioni Mav-Autorità portuale, e addirittura oggetto di finanziamento per l’avvio della sua realizzazione. Tema cruciale, lo ribadisco, perché il vento del Covid che ha messo in crisi la filiera turistica delle città d’arte ha reso evidente che la città di Venezia – quella metropolitana più ampia nella quale la laguna è risorsa preziosa - ha disperato bisogno di diversificare la sua base economica, tornando ad arricchirla di quelle attività marittimo-portuali che hanno fatto grande la Serenissima. È intervenendo sapientemente sulla laguna che Venezia può dimostrare al mondo che rispetto dell’ambiente e uso di nuove tecnologie possono interagire proficuamente per disegnare la città, l’economia e la società, verdi e digitali, di domani.
LE REGOLE Ma, terza e decisiva questione, occorre che l’intero processo di “salvaguardia e rivitalizzazione” sia affinato per essere stabilmente affidato a istituzioni “repubblicane”, a partire dall’Autorità per la laguna di Venezia, da riformare, ancor prima che entri in funzione, per metterla in condizione di comporre obbligatoriamente tre “faglie”: quella del potenziale conflitto “verticale” tra Stato, Regione del Veneto, Città metropolitana e Comune di Venezia; quella del potenziale conflitto “orizzontale” tra amministrazioni statali, ossia tra l’ammi-
Rovigo non tornerà al voto: il sindaco ritira le dimissioni IL CASO ROVIGO All’ultimo giorno utile, il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo ha ritirato le dimissioni, chiudendo così, almeno formalmente, la crisi che si era aperta il 30 aprile con il suo gesto di rimettere il proprio mandato, a poche ore dal consiglio comunale che aveva bocciato - grazie al voto di parte del Pd - una mozione sulla possibile nuova sede del Tribunale presentata dalle forze di maggioranza. Non un finale scontato, viste le tensioni con le quali ha dovuto fare i conti il “facilitatore” Achille Variati, inviato nel capoluogo polesano dalla segreteria nazionale del Pd con il compito di evitare le elezioni
in autunno. «Non ho nessuna voglia di mollare – erano state le parole di Gaffeo nella sua ultima apparizione pubblica, il 5 maggio - sono consapevole di quello che abbiamo fatto come amministrazione e della gravità dell’atto che ho firmato. Mi sento addosso una responsabilità enorme ma ci sono cose che vanno affrontare in un certo modo: ci sono forze di maggioranza che devono decidere come organizzarsi per trovare le modalità di prosecuzione questa esperienza. Cosa chiedo? Non sono io a dover chiedere ma chi ha creato questa situazione a proporre atti concreti che confermino la volontà di proseguire in questa esperienza».
ECONOMISTA Renato Brunetta, 70 anni, veneziano
IL PATTO La richiesta avanzata dal gruppo che ruota attorno alla lista civica di Gaffeo, una delle esperienze che hanno poi portato alla nascita per le Regionali del movimento “Il Veneto che Vogliamo” di Arturo Lorenzoni, era del commissariamento del Pd provinciale e della rimozione dei dem dissidenti. Una richie-
«LA RITROVATA UNITÀ FA BEN SPERARE PER I PROSSIMI TRE ANNI» Edoardo Gaffeo
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sta esterna di “autodecapitazione” inaccettabile per il Pd, primo partito della coalizione, con 11 consiglieri a fronte dei 5 della Lista Gaffeo e dei 4 dell’altra lista, il Forum dei Cittadini. La strada percorsa unitariamente, sotto la guida di Variati, è stata di una sorta di “terapia di coppia”, con incontri e confronti approdati alla sottoscrizione di due diversi documenti, uno del Pd in una sua ritrovata unità, e un secondo, un “nuovo patto di coalizione”, firmato da tutti i consiglieri delle tre formazioni di maggioranza. Un “rinnovo della promessa matrimoniale” che, almeno per ora, sembra essere stato sufficiente. «Il lavoro per la città non si è mai interrotto – ha detto Gaffeo - Ringrazio per l’affetto che la cittadinanza ha manifestato nei miei confronti in un momento complicato e ringrazio le forze di maggioranza per la ritrovata unità, che fa ben sperare per il lavoro che ci aspetta nei prossimi tre anni». Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA
nistrazione attiva, oggi il Ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili, e quelle di controllo, oggi il Ministero della Transizione ecologica e il Ministero della Cultura; e quella tra Autorità che “proteggono” la laguna, come quella appena costituita, e Autorità che la laguna la “valorizzano” nel solco della tradizione, come l’Autorità di sistema portuale. Per ottenere il risultato occorre reintervenire drasticamente sulle norme istitutive dell’Autorità per la laguna prevedendo, allo stesso tempo, una loro semplificazione e un rafforzamento della loro specialità. Un obiettivo delicato che impone una imputazione esplicita e diretta della definizione delle direttive strategiche dell’Agenzia per la laguna alla Presidenza del Consiglio, a garanzia della cessione di potere da imporre ai ministeri e del riequilibrio tra poteri centrali e locali che valorizzi il ruolo della Città metropolitana e con esso la voce e la volontà democratica dei veneziani. La nuova Autorità e il suo comitato istituzionale devono essere dotati dei poteri che eliminino le prime due faglie: i conflitti potenziali verticali e orizzontali. E l’Autorità per la laguna, drasticamente semplificata, deve poter farsi carico terza faglia - sia della tutela che della valorizzazione della laguna (leggi il suo uso a fini portuali ammodernati con le proiezioni extra-lagunari). Solo così potranno essere eliminati i conflitti striscianti che continuano a costituire la causa principale dei ritardi su ogni intervento di salvaguardia fisica, di salvaguardia ambientale e di valorizzazione economica (la vicenda pluriennale di incapacità di modificare il protocollo fanghi per l’escavo dei canali lagunari ne è solo un esempio). È una intera architettura istituzionale che va dunque ripensata nelle competenze e nelle forme di finanziamento, nel nome di quella “leale collaborazione” che Venezia e la sua laguna hanno il diritto-dovere di pretendere. Proprio per questo farò il possibile affinché il Governo si impegni finalmente a rifinanziare in modalità strutturale e pluriennale l’attuale legge speciale, con risorse da conferire direttamente ai bilanci del Comune di Venezia e degli altri comuni di gronda. Da subito però pensiamo ai veneziani tutti, alla base economica della città messa in ginocchio dalla pandemia e alle imprese che hanno lavorato al Mose e che rischiano di fallire: non ci possiamo permettere di perdere gli uni e le altre. Insomma, ricominciamo a guardare al futuro partendo dal presente. E che Dio ci aiuti, “dienaì, dienaì, dienaì”, in mare e in terra. Renato Brunetta Ministro per la Pubblica amministrazione
VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Pfas: l’audizione del commissario
Miteni in Commissione Ecomafie Rapporto Arpav sulle bonifiche La prima fase dell’intervento si concluderà il 31 marzo 2022, gli impianti saranno trattati in India Eugenio Pendolini / VICENZA
L’inquinamento da Pfas in Veneto e la fabbrica dei veleni di Trissino finiscono sul tavolo della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali. Due ore di incon-
Scoperto un nuovo acido disciolto nelle acque di falda Se ne studiano gli effetti tro intenso, ieri pomeriggio, durante le quali l’organo presieduto dal deputato Stefano Vignaroli (M5S) ha ascoltato la relazione di Luca Marchesi, commissario straordinario di Arpav, e dei tecnici alle prese con le conseguenze sul territorio delle attività di Miteni. Vicenda che, oltretutto, corre in parallelo sui binari giudiziari e che sembra puntare sempre più verso un maxi processo (con due procedi-
menti riuniti) che servirà ad accertare la verità su uno più gravi inquinamenti di falde acquifere della storia italiana, con tre province coinvolte e 350 mila persone interessate. Tra cronoprogramma e ritardi legati alla pandemia, i tecnici di Arpav hanno illustrato alla commissione lo stato dell’arte su Miteni, azienda produttrice per decenni di Pfoa e Pfas e che dal 2018 versa in fallimento. Il primo intervento, in corso, è quello dello smantellamento dell’azienda il cui completamento è previsto per il 31 marzo del 2022. «In base a un recente sopralluogo» ha spiegato il commissario straordinario Marchesi «abbiamo riscontrato un ritardo di tre settimane sul programma prestabilito causato dalla pandemia». Già, perché ad occuparsi dello smantellamento dell’azienda sono due società: la IC3 Italia, a cui spetta la gestione della barriera idraulica e degli scarichi idrici; e la VivaLife, che
assessorato al sociale
Fenomeno impoverimento meno marcato nel Veneto grazie alle misure regionali VENEZIA
La pandemia da Covid ha impoverito le persone e le famiglie più al Nord che nel resto d’Italia. Ma in Veneto il fenomeno dell’impoverimento sembra essere di proporzioni meno impattanti rispetto alle regioni contermini, grazie anche alle misure di inclusione sociale e di sostegno messe in campo con il Piano regionale 2018-2020 e con i fondi di emergenza antiCovid attivati lo scorso anno. Lo ha sottoli-
neato l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, illustrando strategie e risultati il piano regionale di contrasto alla povertà 2018-2020 ai componenti della quinta commissione del Consiglio regionale del Veneto, guidata da Sonia Brescacin. Secondo i dati Istat, nel 2020 il numero delle famiglie sotto la soglia di povertà nelle regioni del Nord è aumentato del 30 per cento (dalle 726 mila del 2019 alle 944 mila del
Luca Marchesi e, a destra, la Miteni di Trissino da cui è partito l’avvelenamento da Pfas nel Veneto
si occupa delle emissioni atmosferiche. Quest’ultima, indiana, in queste settimane sta scontando ritardi causati proprio dal dilagare della pandemia in India, e dal conseguente divieto di ingresso in Italia dal paese asiatico. Blocco che, va da sé, ha interessato anche i tecnici incaricati di supervisionare le fasi
di smantellamento dell’azienda di Trissino. Le fasi di smantellamento, ad ogni modo, prevedono la disconnessione elettrica dei motori, il drenaggio degli impianti e il loro svuotamento. Poi la disconnessione elettrica delle apparecchiature come serbatoi e reattori che, una volta imballati, dovran-
2020), a fronte di un incremento medio nazionale del 20 per cento. I dati veneti dicono che nel 2019 le persone a rischio di povertà erano 11 su 100 (la media nazionale era del 25,6 per 100, quella europea del 21, 4 per cento); nel 2020 l’indicatore di povertà in Veneto è sceso a 9,4 per cento per le persone singole, 7,7 per cento per le famiglie. «Gli interventi coordinati e integrati tra Regione, Comuni, rete dei servizi, volontariato e cooperative sociali» ha affermato l’assessore «hanno consentito di governare le situazioni più critiche emerse nell’anno e mezzo di emergenza pandemica, Il Piano pluriennale di contrasto alla povertà, costruito in maniera partecipata con Comuni e terzo settore, ha una dotazione finanziaria di 26,7 milioni di euro assegnati direttamente
ai 21 Ambiti territoriali sociali, e ha messo in campo una serie articolate di misure “multidimensionali”: il Reddito di inclusione attiva di cui hanno beneficiato 3053 persone nell’ultimo anno; 26 Empori solidali (oltre 67 mila quintali di eccedenze distribuite dai volontari nel 2020, con un aumento del 27 per cento degli utenti); misure di sostegno per l’abitare (contributi affitti); servizi di trasporto sociale (progetto Stacco) resi nell’ultimo anno a 16. 616 anziani o persone non autosufficienti in 219 comuni veneti; interventi di contrasto alle marginalità storicamente più note, come i senza fissa dimora (3,3 milioni di finanziamento regionale per i piani di intervento dei comuni capoluogo) e le vittime della tratta, del caporalato e dello sfruttamento sessuale. —
no essere spediti proprio in India. Conclusa la fase di smantellamento, in commissione è stato spiegato che si darà il via alla fase operativa delle bonifiche. Fino ad oggi, l’attività di monitoraggio sui piezometri è stata costante. «Dal 2014 ad oggi il trend di progressiva riduzione di
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Pfas è stato costante» ha aggiunto Marchesi davanti ai commissari «ma nell’ultimo anno abbiamo notato una crescita inaspettata, poi rientrata a gennaio di quest’anno. C’è un problema di efficacia della barriera protettiva riscontrato da Arpav». Tra le spiegazioni di questa anomalia, hanno poi aggiunto gli ingegneri, ci sarebbe anche il ridotto apporto di acqua nel depuratore dell’azienda rispetto alla quantità per cui era stato progettato. «Siamo comunque in contatto con provincia di Vicenza affinché la ditta implementi miglioria gestionale per evitare altri picchi di Pfas oppure implementare altre metodologie di abbattimento» è stato aggiunto. Durante l’audizione è poi emerso il rilevamento - nel corso di monitoraggi estremamente accurati - di acido trifluoroacetico (ricavato dalla produzione di farmaci e pesticidi) nel territorio, tanto in Veneto quanto nel resto d’Italia. Sostanza i cui limiti nell’acqua non sono disciplinati dalla normativa: Arpav ha fatto sapere di aver dato il via ad approfondimenti per capire se possano esserci risvolti dannosi per la salute. «Siamo in una fase embrionale di individuazione di questa sostanza» le parole di Marchesi «abbiamo coinvolto i colleghi della sanità del Veneto e informeremo anche il ministero dell’Ambiente». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli aiuti
Professioni turistiche bando da 2,64 milioni VENEZIA
La giunta regionale ha approvato un bando per la concessione di contributi a supporto delle professioni turistiche colpite dall'emergenza Covid 19. Grazie a fondi disponibili nell'ambito del Por Fesr 2014 – 2020 e a risorse che si sono rese disponibile dal bilancio regionale, la giunta ha reperito la copertura necessaria per concedere un aiuto diretto ai professionisti in possesso di partita Iva che lavorano co-
me guida turistica, accompagnatore turistico, animatore turistico e guida naturalistico-ambientale. Il bando può contare su una dotazione finanziaria complessiva di 2,645 milioni. «Un aiuto concreto rivolto a chi ha fatto del turismo la propria attività e che, in questo anno e mezzo difficile, ha sofferto a causa delle conseguenze tragiche dell’epidemia da Covid19» le parole dell’assessore regionale al turismo Federico Caner. —
IL COMMENTO
MASSIMILIANO PANARARI
Anche i sindaci del Pd si accorgono della malaburocrazia
tito che sotto il profilo degli interessi difesi e del bacino elettorale di riferimento si identifica con l’impiego pubblico, e che presenta un’inclinazione tradizionalmente statalista dal punto di vista delle piattaforme politico-ideologiche. Ma che è anche divenuto, sempre di più, un partito di amministratori obbligati a confrontarsi e, di frequente anche a scontrarsi, con la burocrazia, ciascuno dei quali deve rispondere in prima persona ai propri cittadini-elettori. E se il Pd abbraccia convintamente questa posizione può anche aspirare a farsi competitivo su un terreno tipico del centrodestra.
E
ora – e si può dire: finalmente! – è stata messa nero su bianco. La critica alla burocrazia, tema molto presente nei territori del Nordest, è entrata in una lettera-appello firmata da 80 amministratori locali del Partito democratico, tra i quali i sindaci di Pesaro Matteo Ricci, di Firenze Dario Nardella, di Bergamo Giorgio Gori e di Bari (che è anche il presidente nazionale dell’Anci) Antonio Decaro. Un «manifesto» col quale si domandano sem-
plificazione, velocizzazione, dimezzamento dei tempi ed eliminazione dei controlli preventivi che frenano i permessi di realizzazione delle opere pubbliche. E, ancora, l’introduzione ovunque possibile e ragionevole dello strumento del silenzio-assenso come pure l’estensione del ricorso all’autocertificazione, procedendo invece a sanzionare con decisione chi trasgredisce e a intensificare i controlli ex post. Avendo quale cornice di riferimento l’assoluta necessità di salire
sull’«ultimo treno» per il rilancio del Paese, coincidente con i fondi del Next Generation Eu. Opportunità che vale, per l’appunto, come una sorta di ultima chiamata, e richiede l’esecuzione celere ed efficiente dei progetti contemplati nel Pnrr, rispetto ai quali la pubblica amministrazione svolge un duplice ruolo: soggetto attuatore, ma anche oggetto destinatario di un filone fondamentale delle riforme previste (e fortemente necessarie).
Uno dei rischi principali, evidenziato nel corso di queste settimane da diversi osservatori, è proprio che il Pnrr non raggiunga gli obiettivi prefissati – tra i quali, appunto, alcune grandi riforme, dalla giustizia alla Pa, sempre rinviate e ostacolate – a causa della zavorra rappresentata dalla burocrazia. Un fardello grave, che si è sedimentato in una vera e propria forma mentis, dal quale derivano moltissimi dei problemi che appesantiscono il sistema Paese (al netto della
buona volontà di tanti singoli operatori e funzionari della pubblica amministrazione). E, dunque, questa lettera dei sindaci dem costituisce un atto politico rilevante. In primo luogo, perché fotografa con nettezza la cronica difficoltà che l’Italia si trascina da moltissimo tempo (la burocrazia verticistica e distante dai bisogni del Paese reale è un filamento dello stesso codice genetico dell’Italia unificata). E, in secondo luogo, poiché questa riflessione viene da un par-
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REGIONE
VENERDÌ 21 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
infrasTrUTTUre
LINEA AV/AC VERONA - PADOVA
Tav Verona-Padova il 10 settembre progetto definitivo del nodo di Vicenza Il punto sull’alta velocità veneta del vice ministro Morelli «Potenziamento tecnologico della tratta per Bologna»
Il progetto fa parte del Corridoio Mediterraneo che attraversa il Nord Italia da Ovest a Est, da Torino a Trieste passan do da Milano, Verona, Venezia
ALESSANDRO MORELLI VICE MINISTRO ALLE INFRASTRUTTURE
il caso
Rovigo, Gaffeo ci ripensa Ritirate le dimissioni resta primo cittadino ROVIGO
Il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo (Pd), ha ritirato ieri mattina le dimissioni che aveva presentato il primo maggio. Aveva venti giorni di tempo per cambiare idea e proseguire nel proprio mandato, conferitogli dagli elettori dopo il ballottaggio del 9 giugno 2019. La decisione di lasciare seguiva di pochi giorni la bocciatura di una mozione promossa dalla maggioranza, che voleva vietare revisioni dello stru-
Edoardo Gaffeo
Valore totale investimento Primo Lotto Funzionale
Secondo Lotto Attraversamento Vicenza 6,2 km
Valore contatto Iricav due primo lotto funzionale
Terzo Lotto Vicenza - Padova 26,1 km
Nuovi posti di lavoro previsti - diretti e indiretti -
4.000
2,47 mld €
TS
MI TO
VR
VE
Verona
Padova
Corridoio Mediterraneo A4 A4
Il Primo Lotto attraverserà 13 Comuni
Adige
CONTRAENTE GENERALE
CONSORZIO IRICAV DUE 82,93%
L’alta velocità Verona-Padova procede a tappe serrate. Dopo l’avvio dei lavori del secondo e ultimo lotto costruttivo della tratta Verona-Bivio Vicenza per un valore di 1,59 miliardi, Rfi ha avviato contemporaneamente la progettazione definitiva dell’attraversamento di Vicenza. L’ultimazione della progettazione definitiva di questo tratto è prevista per il 10 settembre prossimo. Le tessere di un mosaico che da troppo tempo non trovavano collocazione, iniziano quindi ad andare al loro posto. E con il fondo complementare al Pnrr, approvato
Primo Lotto Verona - Bivio Vicenza 44,2 km
2,7 mld €
Webuild Group
VENEZIA
Lunghezza della Linea Verona - Padova 76,5 km
di cui Astaldi 37,49%
Hitachi Rail STS
17,05% Fintecna 0,01% Lamaro Appalti 0,01%
CARATTERISTICHE DEL PRIMO LOTTO Di 44,2 km 33 km
6,8 km
2,3 km
2,1 km
Rilevati
Viadotti
Trincee
Gallerie CROMASIA
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lo scorso 6 maggio, è stato inoltre autorizzato il finanziamento di 925 milioni e il riavvio della progettazione definitiva della tratta Vicenza-Padova per 25 milioni. A fare il punto è stato, ieri, il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, rispondendo a una interrogazione del deputato veneziano del Pd Nicola Pellicani. «Mi preme evidenziare come il finanziamento della progettazione del tratto tra Vicenza e Padova è una novità del Pnrr varato dall’attuale Governo, rispetto alle previsioni contenute originariamente nel Piano approvato dal precedente esecutivo, che prendevano in considera-
zione la tratta Av da Brescia a Vicenza. Mancando il progetto del tratto tra Vicenza e Padova, il Governo ha pertanto deciso di disporre idoneo finanziamento a valere sul cosiddetto fondo complementare», ha detto Morelli. «Informo anche che il 10 agosto 2020 è stato firmato un addendum al protocollo d’intesa tra ministero dei Trasporti, Regione Veneto, Comune di Padova, Rfi e Fs Sistemi urbani per la valorizzazione del nodo ferroviario padovano, proprio nello spirito di supportare lo sviluppo eco-
nomico del territorio e la riqualificazione dell’area della stazione di Padova». Rfi prevede inoltre di effettuare interventi di upgrade tecnologico dell’intera direttrice Bologna-Padova, con lo scopo di migliorare la regolarità della circolazione. In particolare, è previsto il rinnovo di tutti gli impianti della linea Bologna-Padova Campo Marte, con la realizzazione di un apparato multistazione e di un nuovo sistema di regolazione della circolazione con posto centrale a Bologna. Sono poi in programma
mento urbanistico nel caso la nuova sede del tribunale fosse stata costruita sull’area dismessa della ex questura. Con l’opposizione avevano votato no cinque consiglieri del Pd e la mozione non è passata. «Le forze che sostengono l’amministrazione hanno, tutte assieme, confermato la volontà di mettere il progetto che le accomuna al di sopra delle sfumature e delle differenze che, comprensibilmente, ciascun soggetto può rivendicare – si legge in una nota del Pd Veneto –. Il progetto per Rovigo dell’amministrazione Gaffeo è ambizioso, e meritava di poter proseguire per i prossimi tre anni». « Sono felice di aver potuto mettere la mia esperienza di amministratore locale e uomo delle istituzioni al servizio della città di Rovigo», afferma Achille Variati che ha lavorato
in queste settimane per cercare una soluzione positiva alla crisi su incarico della segreteria nazionale del Pd. Anche sette anni fa un sindaco di Rovigo si era dimesso, per cambiare idea poi entro i termini di legge. Era marzo del 2014, in carica c’era Bruno Piva, del centrodestra. A luglio dello stesso anno terminò anticipatamente il suo mandato per le contestuali dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali. «A dir poco imbarazzante la retromarcia del sindaco Gaffeo» attacca il deputato Alberto Stefani, commissario della Lega in Veneto e sindaco di Borgoricco. «Variati, spedito da Letta a Rovigo per fare da paciere, avrà anche rattoppato alla meno peggio lo sgambetto dei consiglieri piddini ma resta lo strappo all’interno della maggioranza». —
IN BREVE
Agosto 2020
attività per il rinnovo del sistema di distanziamento e l’integrazione dei sistemi di informazione al pubblico, nonché l’eliminazione dei passaggi a livello. «L’intero progetto si articola in due fasi: la prima relativa alla tratta Bologna-Ferrara, con un costo di 55 milioni e attivazione nel 2024, la seconda riguarda la tratta Ferrara-Padova Campo Marte, per un costo di 105 milioni e attivazione nel 2025», ha concluso Morelli. — M.MAR. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Per due weekend Dal 26 giugno Lega in più di 160 piazze Nuovo volo estivo Klm per il tesseramento 2021 Verona-Amsterdam In Veneto, oltre 160 piazze ospiteranno i gazebo del Carroccio nei prossimi due week-end. La campagna tesseramento 2021 «è in piena attività in tutte le province venete, ovviamente nel pieno rispetto delle norme sanitarie, per confermare la vocazione della Lega sempre tra la gente e vicina al territorio. Ai banchetti saranno presenti parlamentari, europarlamentari, rappresentanti regionali e comunali del Movimento» sottolinea in una nota il deputato Alberto Stefani, commissario della Lega in Veneto.«È possibile consultare l'elenco dei banchetti sul profilo Facebook e sul sito della Liga Veneta – Salvini Premier».
In vista della progressiva ripresa dei viaggi, Klm aumenta i voli dall'Italia e collegherà, dal 26 giugno al 29 agosto, l'aeroporto Valerio Catullo di Verona ad Amsterdam Schiphol. «Siamo estremamente felici di inaugurare questo nuovo collegamento tra Verona e Amsterdam» dichiara Stefan Vanovermeir, dg Air France-Klm East Mediterranean. «Siamo fiduciosi che l'impegno congiunto nella promozione del volo produrrà risultati importanti per lo scalo e per l'intero territorio servito» afferma Monica Scarpa, amministratore Delegato di Catullo.
MAGGIORI INFORMAZIONI: Modalità di partecipazione, perizie, foto, planimetrie, avviso di vendita disponibili su www.tribunale.treviso.it, www.asteannunci.it, www.asteavvisi.it, www.canaleaste.it, www.asteonline.it, www.rivistaastegiudiziarie.it, www.ivgtreviso.it, www.entietribunali.it. Per visitare l’immobile rivolgersi al Custode Giudiziario o Curatore indicati sull’avviso. VENDITE PRESSO A.P.E.T.: Le vendite delegate ai notai, sia analogiche sia telematiche, si svolgono presso A.P.E.T. – Treviso, Via Camillo De Carlo n. 1, piano 1° (tel. 0422590556, fax 0422411322, e-mail apet@notariato.it. Modalità e termini di partecipazione come da avviso di vendita. VENDITE DELEGATE AD ASSET: Vendite analogiche presso la sede di “Asset – Associazione Esecuzioni Treviso” in Treviso, Viale Appiani n. 26/B, telematiche come da avviso di vendita. Modalità e termini di partecipazione come da avviso di vendita. VENDITE PRO.D.ES: Vendite analogiche presso il Tribunale di Treviso, Aula F, telematiche presso i locali di ASTE 33 Srl in Treviso, Strada Vecchia di San Pelajo n. 20. Per modalità e termini di partecipazione visionare l’avviso di vendita o contattare PRO.D.ES – Professionisti Delegati Alle Esecuzioni (Treviso, P.zza Ancilotto 8, tel. 04221847175, fax 04221847176, e-mail info@prodestreviso.it). VENDITE EXACTA: Vendite analogiche presso il Tribunale di Treviso, Aula C, telematiche presso i locali di ASTE 33 Srl in Treviso, Strada Vecchia di San Pelajo n. 20. Modalità e termini di partecipazione come da avviso di vendita. VENDITE TRE.DEL: Vendite analogiche presso il Tribunale di Treviso, telematiche presso i locali di ASTE 33 Srl in Treviso, Strada Vecchia di San Pelajo n. 20. Per modalità e termini di partecipazione visionare l’avviso di vendita o contattare TRE.DEL Associazione Professionale (Treviso, Via Dei Mille 1/D, tel. 0422424247, fax 0422424251, e-mail info@tredel.it). VENDITE IN TRIBUNALE: Le vendite si svolgono presso l’Aula F del Tribunale. Modalità e termini di partecipazione come da avviso di vendita.
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presso il medesimo Studio entro le ore 12:00 del giorno 6 luglio 2021. Maggiori informazioni presso il Curatore Fallimentare Dott. Mirco Nizzetto, con Studio in Treviso (TV), Via F.lli Benvenuto 1/A, tel. 0422 361807
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