RASSEGNA STAMPA DEL 21 MAGGIO 2021

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24-APR-2021 Estratto da pag. 17

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DAL 1887

il Quotidiano

€ 1,20

y(7HB1C0*QKOOLQ( +=!z!,!”!&

del NordEst

ANNO 135- N° 105

VENEZIA MESTRE

Martedì 4 Maggio 2021

Venezia Schiacciata del letto in casa Una morte nel mistero

Il libro Il Divin codino, il ritratto del mito che non amava la luce dei riflettori

Ciclismo Recupero lampo, Nibali sarà al Giro: «Voglio lasciare un segno»

Pederiva a pagina 16

Munaro a pagina VII

www.gazzettino.it

Gugliotta a pagina 20

Vaccini, la “fuga” dei 60enni Poche prenotazioni, forse per paura del siero `Resta confermata l’impossibilità di scegliere La Regione: «Fatele altrimenti si passa ai 50enni» il “marchio”: «J&J previsto solo per gli over60» `

Le idee

La storia. San Martino, vibrazioni pericolose

La sfida di triplicare la velocità del Paese Francesco Grillo entoquindici volte viene citata la parola semplificazione nel Piano che Mario Draghi ha trasmesso venerdì scorso a Bruxelles affidandogli buona parte delle possibilità che l’Italia esca da una crisi lunghissima. Ma per capire la natura della sfida di rendere più semplice un’economia estremamente complicata, può essere utile raccontare uno degli episodi di ordinaria follia che segnano la quotidianità di tutti. Ad un mio amico è capitato di recente vedersi richiedere dalla Regione Campania il pagamento di una tassa di bollo per una Vespa prodotta nel 1988 dalla Piaggio, da lui acquistata nel 1995 e rottamata nel 1997. Nel 1997 non c’erano ancora gli sms e però quell’amico – diventato nel frattempo manager ed economista – ha scoperto di dover andare a denunciare dai carabinieri quella demolizione avvenuta un quarto di secolo fa, incaricare un’agenzia che faccesse registrare al Pubblico Registro Automobilistico il “decesso” del mezzo e, comunque, di dover pagare le tasse relative ad un fantasma uscito dalla fabbrica 33 anni fa quando(...) Continua a pagina 23

C

I sessantenni veneti non vogliono vaccinarsi? Tergiversano perché non vogliono AstraZeneca? O sono solo pigri e tardano a prenotare? In ogni caso vorrà dire che ne approfitteranno gli 800mila cinquantenni. La Regione del Veneto è decisa ad accelerare la campagna di profilassi e ad anticipare le classi di età. Lo ha confermato ieri il governatore Zaia: «I veneti di età compresa tra i 60 e i 69 anni hanno tempo fino al 19 maggio per prenotare la vaccinazione, ma il nostro invito è di non prenotare all’ultimo minuto. Se così fosse, dovremmo anticipare la chiamata dei 50-59 anni». Vanzan a pagina 3

Decreto ristori ecco le novità per le imprese Un “piatto” da 14,1 miliardi per assicurare nuovi ristori alle aziende che hanno già presentato istanza e ottenuto i contributi a fondo perduto introdotti con il primo decreto. È la novità del decreto Sostegni-bis. Amoruso e Di Branco alle pagine 2 e 3

Caos sulla A4 nell’“imbuto” tra San Stino e Portogruaro: autostrada chiusa tre volte `

Chiesa in bilico, il vescovo silenzia anche le campane BOITE La chiesa di San Martino vista dal drone. Pederiva a pagina 9

Commissione d’inchiesta sulla seconda ondata: sì di Zaia Alda Vanzan

Le misure

Nel tratto maledetto dell’A4 tre incidenti fra Tir in dodici ore Una sequenza incredibile, nel solito “imbuto” dell’autostrada A4: tre schianti tra Tir in poche ore, e autostrada chiusa per tre volte in un lunedì che si è rivelato infernale sulle strade del Nordest. Per fortuna, stavolta non si devono registrare vittime: sono 5 le persone rimaste ferite. Tutto è accaduto lungo il solito tratto maledetto dell’autostrada, macchiato dal sangue in almeno 20 incidenti dall’inizio dell’anno: quello tra Portogruaro e San Stino. Corazza a pagina 16

Il Covid in Veneto

Il processo

La morte di Astori, medico sportivo condannato: 1 anno Per la morte del capitano della Fiorentina, Davide Astori, è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo il medico che ne certificò l’idoneità sportiva. A pagina 19

stituire una commissione speciale di inchiesta sull’aumento in Veneto dei contagi e dei decessi da Covid-19 nel periodo compreso tra l’ottobre 2020 e il marzo 2021. È la richiesta dei gruppi di opposizione in consiglio regionale che ieri si sono presentati a Marghera per illustrare la proposta di deliberazione amministrativa lanciando la sfida al governatore Zaia: «Gli chiediamo di mettere anche la sua firma». Zaia non si è opposto all’istituzione della commissione, ma ha detto chiaramente che non metterà il suo nome. Segue a pagina 2

I

L’intervista

Il capo delle Rsa «Coi test rapidi evitata marea di positivi» «Abbiamo intercettato una marea di positivi con i test rapidi. Su 342 strutture per anziani, più di 100 sono rimaste free Covid, senza nessun contagio e senza nessun decesso. E i controlli li facevamo con i test rapidi». Non ha dubbi Roberto Volpe. Lui è il presidente di Uripa, l’Unione regionale istituti per anziani del Veneto: «Ma avete idea di cosa avrebbe significato affidarsi ai soli tamponi molecolari del professor Crisanti? Almeno otto giorni di attesa per l’esito, se non addirittura dieci». A pagina 3

Credito

Interviste parallele

Una legge liberticida o che colma lacune? Duello Zan-Ostellari

Forbes: Volksbank tra le migliori banche in Italia

È una legge che colma i vuoti della legge Mancino e che «tutela dimensioni della personalità come l’orientamento sessuale, il sesso e l’identità di genere», come sostiene il deputato Pd Zan? O «mette a rischio la libertà di espressione e di educazione» come afferma il senatore leghista Ostellari? I due sfidanti padovani a confronto in due interviste parallele.

I nuovi servizi digitali spingono in alto Volksbank nel gradimento dei clienti. L’istituto di credito con sede a Bolzano è stato inserito da Forbes tra le 500 migliori banche a livello mondiale in base all’apprezzamento dei consumatori nel 2021. La realtà altoatesina, presente nel Nordest, tra le province di Trento, Belluno, Treviso, Pordenone, Vicenza, Padova e Venezia, è la terza in Italia. Forbes ha stilato la classifica su un sondaggio condotto su 43mila persone in 28 paesi. Zanardo a pagina 15

Pipia a pagina 8 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “La Serenissima e le epidemie” + € 8,80 ∆ “Serenissima: Anno Zero - vol. 4” + € 7,90

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Attualità

Martedì 4 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Le vaccinazioni in Veneto DOSI SOMMINISTRATE IERI

di aprire in anticipo i calendari agli over 50.

+37.037 Totale

CHIAMATE

Dosi fornite

1.750.522 86,4% PRIME DOSI

+ 26.098 Totale

Popolazione

1.205.217 24,2% CICLI COMPLETATI

+ 10.939 Totale

Popolazione

545.305

10,9%

Popolazione OVER80 con almeno una dose

95,7% NB: La popolazione di riferimento è la popolazione ISTAT

Dettaglio per Azienda Delta ultimo giorno

Totale

ULSS n. 1 Dolomiti

2.247

84.612

ULSS n. 2 Marca Trevigiana

7.521

299.942

ULSS n. 3 Serenissima

4.906

227.695

ULSS n. 4 Veneto Orientale

1.953 1.767

98.788

ULSS n. 6 Euganea + AOUPD

325.491

ULSS n. 7 Pedemontana

2.670

125.584

ULSS n. 8 Berica

2.947

170.056

ULSS n. 9 Scaligera + AOUIVR

5.490

327.444

Istituto Oncologico Veneto

424

12.532

TOTALE 37.037

Ultimo avviso agli over 60: prenotate o tocca ai 50enni Vaccini, la Regione punta ad accelerare `La classe più giovane anticipata a metà «Non tardate a fissare l’appuntamento» maggio per non rischiare giorni “vuoti” `

78.378

ULSS n. 5 Polesana

7.112

PADOVA L’apertura di un nuovo centro vaccinale in Fiera (foto NUOVE TECNICHE)

1.750.522

Fonte: Regione del Veneto Direzione Prevenzione, Sicurezza L’Ego-Hub alimentare, Veterinaria

IL PIANO VENEZIA I sessantenni veneti non vogliono vaccinarsi? Tergiversano perché non vogliono AstraZeneca? O sono solo pigri e tardano a prenotare? In ogni caso vorrà dire che ne approfitteranno gli 800mila cinquantenni. Date, ancora, non ce ne sono, ma la Regione del Veneto è decisi ad accelerare la campagna di profilassi anti Covid-19 e ad anticipare i periodi riservati alle coorti, cioè alle classi di età. Lo ha confermato ieri il governatore Luca Zaia: «I veneti di età compresa tra i 60 e i 69 anni hanno tempo fino al 19 maggio per prenotare la vaccinazione, ma il nostro invito è di non prenotare all’ultimo minuto, altrimenti rischiamo di trovarci con dei giorni “vuoti”. Se così fosse, dovremmo anticipare la chiamata per la classe di età

Alpini

L’adunata nazionale slitta al 2022 L’adunata nazionale degli Alpini, prevista per settembre fra Rimini e San Marino, è stata spostata al maggio del 2022. Il consiglio direttivo dell’associazione delle penne nere, dopo essere una consultazioni con le autorità locali, ha valutato che per quel mese non sarà ancora possibile garantire le indispensabili condizioni di sicurezza sanitaria. Condizioni peraltro difficili da ottenere in una manifestazione che in pochi giorni concentra in una località centinaia di

migliaia di persone. Anche l’adunata successiva, già assegnata a Udine, si sposta avanti di un anno. «Una scelta ha detto il presidente Sebastiano Favero - che aggiunge un’ulteriore nota di tristezza al difficile periodo che stiamo vivendo, ma che non può prescindere dal grande senso di responsabilità che la nostra associazione ha sempre dimostrato e continua a dimostrare ogni giorno, con migliaia di volontari impegnati nelle strutture che combattono per uscire da questa emergenza».

50-59 anni». Anticipare a quando? «Pensiamo che a metà maggio possano già partire le vaccinazioni per i cinquantenni». Il che significa che tra una settimana, al massimo 10 giorni, verrebbero aperte le prenotazioni per i nati dal 1962 in giù. Ma perché i sessantenni non prenotano? Da giorni il governatore rinnova l’invito ai nati fino al 1961 a collegarsi al portale della Regione e delle Ulss, o ad andare in farmacia, per prenotare la seduta vaccinale. Tutte le Ulss hanno posti liberi: «Volendo anche per domani», ha ripetuto Zaia. Il presidente ha escluso che i sessantenni stiano disertando la profilassi, l’impressione semmai è che se la stiano prendendo comoda sapendo di avere tempo fino al 19 maggio. Solo che questo comporta problemi nell’organizzazione, con il rischio che ci siano giornate “vuote”. Di qui l’idea

Il Veneto mantiene la disposizione delle classi di età: dai più vecchi ai più giovani. L’ipotesi circolata a livello nazionale di chiamate libere - tutti al Centro vaccinale, chi prima arriva prima alloggia - al momento non è declinata a livello veneto. «Non abbiamo indicazioni in tal senso, se dal Comitato tecnico scientifico non arrivano disposizioni precise noi continuiamo per classi di età», ha detto Zaia. Quindi oggi i sessantenni, poi i cinquantenni, quindi i quarantenni. Le fasce di età 50-59 e 40-49 sono tra le più numerose, rispettivamente 800mila e 742mila veneti. Resta l’impossibilità di scegliersi il siero: capita quel che capita. «Johnson & Johnson è raccomandato per gli over 60, il medico potrebbe anche decidere di somministrarlo a una persona più giovane, ma in Veneto abbiamo previsto nel Piano di sanità pubblica che sia previsto per chi ha più di 60 anni».

I NUMERI

Nella giornata di domenica 2 maggio sono state somministrate 37.037 dosi. Complessivamente, dallo scorso 27 dicembre, in Veneto sono state fatte 1.750.522 iniezioni per complessive 1.205.217 prime dosi e 545.305 richiami. Alla mezzanotte di domenica il 24,2% della popolazione veneta (1.182.698 persone) aveva avuto la prima somministrazione e il 10,9% (529.777) il ciclo completo. Aggiornamento sulle prime dosi e percentuale di popolazione coperta: over 80 95,7%, 70-79 anni 72,4%, 60-69 anni 30,4%, disabili 67,5%, vulnerabili 58,8%.

IL BOLLETTINO

«La curva dell’infezione è in calo, da giorni, ma non in un modo così importante sopratutto nelle terapie intensive. L’algoritmo ci dice che continuerà il calo, ma non bisogna abbassare la guardia», ha detto Zaia. Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 539 nuovi casi positivi e ci sono stati 14 decessi, per un totale dall’inizio della pandemia di 11.380 morti. I reparti ospedalieri continuano a svuotarsi: 1.201 i posti letto occupati nelle aree non critiche (-8) e 182 nelle terapie intensive (-1). Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista Roberto Volpe on ha dubbi: «È il lockdown che la scorsa primavera ci ha protetti». E lo stesso dicasi in merito al dibattito relativo ai tamponi: molecolari o antigenici? «Ma avete idea di cosa avrebbe significato affidarsi ai soli tamponi molecolari del professor Crisanti? Almeno otto giorni di attesa per l’esito, se non addirittura dieci». Schietto, pragmatico, allergico alle lungaggini, Roberto Volpe è il presidente di Uripa, l’Unione regionale istituti per anziani del Veneto.

N

Presidente Volpe, in consiglio regionale l’opposizione vuole una commissione speciale di inchiesta per fare luce sui decessi avvenuti tra l’ottobre 2020 e il marzo 2021. Nelle vostre case di riposo come spiegate i tanti decessi? «Semplice, lo scorso autunno non c’era il lockdown. Nella prima fase della pandemia avevamo 20mila operatori e infermieri che alla fine del turno di lavoro andavano a casa e trovavano il marito, il fidanzato, il figlio, tutti a casa, blindati. Io partivo da Bassano per venire a Valdagno e trovavo in strada mediamente una macchina, ci mettevo 24 minuti, oggi il doppio. Nella seconda on-

«Grazie ai test rapidi nelle case di riposo abbiamo fermato una marea di positivi» data quegli stessi 20mila operatori e infermieri arrivavano a casa e trovavano il marito, il fidanzato e il figlio che erano andati al lavoro e a scuola. Nella prima ondata nel territorio di Valdagno c’erano 27 contagiati, nella seconda ondata sono stati 550. E vogliamo dire quanti sono stati gli ospedalieri, nella prima e nella seconda fase, che si sono contagiati? Uno a dieci».

URIPA Roberto Volpe

È stato sbagliato utilizzare i test rapidi al posto dei molecolari? «Assolutamente no. Noi abbiamo intercettato una marea di positivi con i test rapidi. Su 342 strutture per anziani, più di 100 sono rimaste free Covid, senza nessun contagio e senza nessun decesso e i controlli li facevamo con i test rapidi. Del resto, come avremmo potuto con i tamponi molecolari a garantire i servizi? A maggio mandavi i tamponi dal professor Crisanti e avevi i refer-

ti dopo 8, 10 giorni. Non era possibile garantire l’organizzazione del servizio se restavi “sospeso” per più di una settimana». Neanche le altre Regioni hanno avuto il lockdown lo scorso autunno e però il Veneto ha pianto più morti. Che spiegazione vi siete dati? «Rispetto alle altre Regioni qual era l’incremento dei contagi nei territori? È la stessa proporzione. Dopodiché il Veneto ha un numero di strutture importante, non lo puoi paragonare ad altre realtà, basti pensare che in tutto il Lazio ci saranno più o meno le stesse strutture della provincia di Vicenza». Però i morti ci sono stati. «Perché c’erano i contagi nel territorio. È l’immagine della pioggia: se esci ti bagni. Nella prima ondata siamo stati la migliore regione d’Europa con 600 decessi e solo 60 strutture colpite su 342,

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IL PRESIDENTE DELL’UNIONE DEGLI ISTITUTI PER ANZIANI: «CON I TAMPONI DEL PROFESSOR CRISANTI ESITI 8/10 GIORNI DOPO» «SOLO IL LOCKDOWN CI HA SALVATO IN PRIMAVERA OGGI NON RIAPRIAMO ANCORA LE STRUTTURE PERCHÉ MANCANO REGOLE CHIARE»

quando non avevamo neanche dispositivi di sicurezza, le mascherine le facevamo con la carta da forno e gli elastici delle mutande. Come è possibile che sei mesi dopo, quando eravamo forniti di Dpi e avevamo informazioni, la situazione sia cambiata? Perché sono cambiate le situazioni». E non c’entra l’utilizzo dei test rapidi? «Quella è una baggianata, oggi il tampone rapido incrocia anche le varianti del Covid. Il punto è un altro: perché si parla sempre delle case di riposo e non si fanno i paragoni con il personale degli ospedali? Nella seconda ondata anche gli amministrativi ospedalieri avevano il Covid». Riapertura delle case di riposo, come siamo messi? «Abbiamo un ministro che con una mano il 2 marzo scrive un Dpcm che dice di chiudere le Rsa e con l’altra mano alza la spada attraverso la Comunità di Sant’Egidio per dire di riaprire. Quando i Nas vengono in ispezione leggono i Dpcm e vogliono i certificati medici: o il Governo fa un decreto oppure delega le Regioni, ma serve chiarezza». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVII

L’ASSESSORA MARIN: «AGLI ESERCIZI COMMERCIALI DAREMO CINQUE ANNI DI TEMPO PER POTERSI ADEGUARE»

San Donà di Piave

Martedì 4 Maggio 2021 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Il Comune detta le regole per il decoro nel centro

Corriere della droga per gli albanesi dalla Lombardia `Il ventiduenne

arrestato a San Donà collabora alle indagini SAN DONÀ DI PIAVE

Si lavora alle norme per l’arredo urbano in corso Trentin e nelle strade limitrofe `

SAN DONÀ DI PIAVE «Un regolamento per l’arredo urbano di corso Silvio Trentin e del centro città». Ad annunciarlo è stata l’assessora ai Lavori pubblici Lorena Marin durante il consiglio comunale di giovedì scorso. Il Comune, infatti, sta lavorando alla stesura di un regolamento per la nuova area pedonale e le strade vicine: le vie Battisti, Ancillotto, XIII Martiri, Del Campanile, il resto di corso Trentin fino al ponte, le piazzette Trevisan e Delle Grazie. Uno degli aspetti, infatti, più volte sottolineati dal sindaco Andrea Cereser, è il carattere attrattivo che deve acquistare il centro città, che comprende anche l’arredo urbano. «Il regolamento serve per trovare un’idea armoniosa per l’arredo urbano – ha spiegato Marin – Si tratta di linee-guida che stiamo elaborando in collaborazione con il Distretto urbano del commercio “Fare centro, fare città”, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo di fioriere, ombrelloni, le capottine e i tendaggi degli esercizi commerciali».

COLLABORAZIONE «Il Comune sarà il primo a realizzare questi abbellimenti – continua Marin - Si punta a creare un riconoscimento per il centro per cui si serve individuare degli elementi caratterizzanti e coordinati tra loro. Non chiederemo ai commerciante di cambiare l’arredo in questa fase. Ci potranno essere dei cambiamenti nel corso dei prossimi cinque anni, in base alle tempistiche che di regola sono legate all’usu-

ra dell’arredo. Ma già qualche operatore ha chiesto al Comune di fornire delle informazioni in merito, come già accaduto per piazza Indipendenza. Stiamo raccogliendo dei suggerimenti, alcuni commercianti ne hanno già forniti e ne terremo conto in modo positivo». Il regolamento sarà pronto nei prossimi mesi «ma le prime indicazione potranno essere fornite già nei prossimi giorni – precisa Marin - abbiamo già fatto alcuni incontri con gli esercenti, soprattutto coloro che dispongono di plateatici. Non vogliamo uniformare tutto, si interverrà dove è possibile e utile, è giusto che ogni esercizio mantenga la propria identità e il titolare possa caratterizzarlo come vuole».

IL CANTIERE C’è qualche perplessità diffusa tra commercianti e cittadini sul termine dei lavori di pedonalizzazione di corso Trentin. «La parte relativa ai sottoservizi è stata completata, serve solo qualche opera di finitura – precisa Marin - Confidiamo che per giugno la parte più vicina al duomo possa essere pavimentata e sia fruibile. Non attenderemo che sia ultimata tutta la zona pedonale, in modo che gli spazi una volta completati, possano essere usati dalle attività e dai cittadini. Se il tempo lo permette e le squadre saranno rinforzate si potrà procedere in modo celere. Si lavora per terminare il cantiere prima possibile, il termine previsto è di 240 giorni» ossia alla fine della primavera di quest’anno. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN CORSO TRENTIN Procedono i lavori di pedonalizzazione e l’idea è di procedere all’apertura della prima parte entro giugno

Giunta Susanna scossa dalle elezioni d’autunno MUSILE DI PIAVE La frattura interna alla Giunta di Musile è emersa su una applicazione, ma è da tempo che vi sono tensioni tra i componenti dell’amministrazione comunale. Il voto di tre a tre sulla delibera per istituire l’app del Comune rispecchia in pratica i due gruppi che sembrano ormai essersi instaurati in giunta: da un lato i sostenitori del sindaco Silvia Susanna, rappresentati dal vicesindaco Vittorino Maschietto, fino a poco tempo fa grande amico di Forcolin che di recente ha invece giurato fedeltà a Susanna, e dall’assessore Luciano Carpenedo; dall’altro i fedelissimi di Gianluca Forcolin, già sindaco di Musile ed ex vicegovernatore: gli assessori Francesca Simiele, compagna di Forcolin, Giovanni Ferrazzo ed Elisa Pierobon. Sul-

lo sfondo le elezioni amministrative d’autunno. La sindaca uscente Susanna ha l’appoggio della Lega, che da tempo ha ufficializzato la sua ricandidatura. «Il partito corre in maniera compatta a sostegno del sindaco uscente» ha sostenuto la deputata Ketty Fogliani, referente della sezione della Lega di Musile. Ma a farle la guerra pare siano proprio alcuni leghisti legati a Forcolin, che settimane fa avevano pure lanciato l’idea di una lista separata, idea sempre viva. La spaccatura interna finora è rimasta sotterranea. La stessa Susanna ha gettato acqua sul fuoco in consiglio comunale, non volendo offrire il destro a una crisi di Giunta. Ma, a meno di un riavvicinamento tra le due fazioni che per il momento non si vede, è possibile che la Lega si spacchi alle prossime elezioni. (E.Fur.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Saluta i carabinieri dopo 42 anni SAN DONÀ DI PIAVE «A nome di tutta la città ringrazio il luogotenente per avere rappresentato e difeso il nostro Paese, diventando un esempio per molti di noi». Le parole sono del sindaco Andrea Cereser, rivolte al luogotenente Carica Speciale Luigi Catania, che dopo 42 anni di servizio va in pensione. Il momento di ringraziamento, diventato di tutta la città, oltre che dello stesso corpo, è stato l’alzabandiera di domenica mattina, in piazza Indipendenza. «Una persona che, per contrastare l’illegalità e il malaffare, ha dato molto della sua vita e lo testimoniano anche le recenti notizie di stampa, dove

le del capitano Daniele Brasi: «Sicuramente l’operato del luogotenente Catania è sempre stato votato al sacrificio, al servizio e al bene nostro e del cittadino. Un militare che con il suo ascendente e riuscito a conquistare la lealtà dei propri uomini. Qualità non scontata, che si guadagna sul campo giorno per giorno, con qualità umane e professionali». Queste le parole nella targa che gli ha consegnato: “Ci lasci l’orgoglio, la lealtà e l’esempio che il vero Comandante CONGEDO Il sindaco Andrea Cereser e il luogotenente Luigi Catania deve saper dare ai suoi collaboratori”. Il luogotenente Caemerge il costante lavoro a di- adesso raccolgono il suo testi- tania si è detto orgoglioso confesa della città e anche delle mone», ha aggiunto il primo divida gli stessi ideali dell’Argenerazioni più giovani. Ma cittadino, che gli ha consegna- ma. ha dato molto anche alle per- to un attestato al merito. Fabrizio Cibin sone con cui ha lavorato e che Significative anche le paro© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Faceva il corriere per conto terzi, non era un’attività che aveva messo su in proprio. Il giovane agente immobiliare arrestato dai carabinieri di San Donà di Piave venerdì scorso, sorpreso con sei chilogrammi e tre etti di marijuana nell’automobile, ha ottenuto gli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, avendo dato ampi segnali di disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria. Ieri mattina in tribunale a Venezia, di fronte al giudice Gilberto Stigliano Messuti, il ventiduenne ha detto di essere solo depositario della droga e ha dato indicazioni sull’organizzazione albanese che gestiva lo spaccio. Lui, ha spiegato, era solo il corriere e ha raccontato che quello era il suo terzo viaggio a Cinisello Balsamo, Comune della cintura milanese, dove era stato mandato dagli albanesi come trasportatore dello stupefacente. In sostanza, faceva la spola dal Veneto

Orientale alla Lombardia, e ritorno, per rifornire un’organizzazione che si occupava poi di smerciare la droga al dettaglio. Ventidue anni, rampante, il giovane era già noto alle forze dell’ordine sempre per reati legati agli stupefacenti. E, proprio per questo, tenuto d’occhio dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia sandonatese. Venerdì 30 aprile era stato notato in via Calnova, a pochi passi dal centro cittadino, dove aveva avviato il suo ufficio. I militari dell’arma erano intervenuti dopo avere notato che aveva prelevato dal bagagliaio della sua auto un voluminoso sacco nero dell’immondizia. Considerato il suo ingiustificato atteggiamento nervoso, i carabinieri hanno deciso di procedere alla perquisizione. E il loro intuito ha centrato ancora una volta l’obiettivo. Nel sacco di plastica, infatti, era stato trovato un borsone contenente a sua volta sei buste sottovuoto, contenenti marijuana per un totale di 6,3 chilogrammi; mentre in una tasca della giacca gli erano state trovate due mazzette di denaro per 9.990 euro. In ufficio aveva altri 2 etti di “maria”, uno di hashish e altri 7mila euro in contanti, oltre all’attrezzatura per il confezionamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Per fare il terzo ponte serve un iter rapido» `L’ex sindaco Sensini: anni non ci si deve scoraggia-

«Un’opera necessaria, si mobiliti la politica» SAN DONÀ/FOSSALTA «Il terzo ponte sul Piave sarebbe una soluzione per la viabilità nel Veneto orientale e consentirebbe di prorogare la concessione del ponte di barche tra Fossalta e Noventa». A rilanciare la proposta è Massimo Sensini, ex sindaco di Fossalta ed ex vicesindaco della Città metropolitana, che evidenzia come questa soluzione potrebbe risolvere insieme due problemi: quello della mobilità pubblica nella zona e quello del passaggio in quel punto del fiume, la cui concessione riguardante il passaggio scade il 19 giugno del 2021, per cui i tempi stringono. Dell’ipotesi del terzo ponte si è parlato di recente in sede di Conferenza dei sindaci, nell’ambito del masterplan della mobilità del Veneto orientale. Secondo Sensini «una soluzione per una viabilità più scorrevole passa il terzo ponte e il raddoppio della Statale 14, che metterebbero insieme, appunto, una visione strategica del Veneto orientale. Anche se del terzo ponte si parla da 30

re. Quando vuole lo Stato può realizzare un’opera in tempi brevi, come dimostrato con il ponte Morandi, ricostruito in due anni. Il terzo ponte sul Piave avrebbe costi più contenuti. Il costo stimato in passato andava dai 50 ai 60 milioni di euro, compresa la viabilità collegata». Il progetto del nuovo ponte, inoltre, consentirebbe di ottenere una proroga per quello di barche, rispettando la direttiva europea che regola i passaggi fluviali. «Quest’ultima contempla la possibilità di una prospettiva diversa e alternativa al passaggio del traffico – continua Sensini – e consentirebbe di rinnovare la convenzione alla società Zamuner che lo gestisce da sempre. Questa soluzione è la più semplice, viste alcune difficoltà oggettive. Tutti gli enti interessati ossia i Comuni di Fossalta e Noventa, la Città metropolitana e la Regione devono tenere conto anche della manutenzione del manufatto». L’attraversamento, infatti, interessa tutti coloro che ogni giorno si spostano sulle due sponde del Piave, compreso il traffico dell’autostrada che, quando è bloccata, viene scaricato sul ponte. Ddb © RIPRODUZIONE RISERVATA


BASSANO 35

IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 4 Maggio 2021

IL CASO Nuovo scontro sul centro per le associazioni, l’opposizione denuncia lo stallo

IL BILANCIO Grande afflusso di visitatori nel primo fine settimana

Sulla Casa della musica Tanta voglia di musei Riaperture con il botto il Consiglio stona ancora Il centrosinistra rilancia il progetto per l’ex ospedale La maggioranza lo boccia ma la lista Pavan sindaco si astiene: «Non lì, però una sede va trovata in fretta» Lorenzo Parolin

La Casa della musica en•• tra in consiglio comunale ed

è scontro tra maggioranza e opposizione. Questa volta con un distinguo politicamente rilevante, perché la civica “Pavan Sindaco” si astiene e lancia un segnale al governo cittadino. «Volevamo richiamare l’attenzione su un tema importante – ha detto la capogruppo Ilaria Brunelli –: la nostra astensione vale come stimolo perché la Giunta la affronti». Il centrosinistra ha visto comunque respinto il proprio emendamento che puntava ancora all’ex ospedale come sede, aumentando lo stanziamento, ma i distinguo in seno alla maggioranza non sono passati inosservati.

Il progetto Nella primavera di due anni fa l’amministrazione Poletto rese pubblico uno studio di fattibilità che avrebbe dovuto trasformare gli ultimi due piani della palazzina dell’ex ospedale di viale delle Fosse. Al costo di 500 mila euro, nello stabile avrebbero trovato posto una scuola di musica, tre sale per le prove e una per le registrazioni. Il tutto su una superficie di 750 metri quadri, potendo contare anche sulla vicinanza del teatro-auditorium progettato nell’ex chiesa di S. Bonaventura e su alcuni servizi come il parcheggio “Le Piazze” e la ferrovia.

IpotesiLachiesa diSanGiovanniera una dellepossibilisedi

A fare da padrini all’operazione, la Bassano BlueSingers and Orchestra, rappresentata dal presidente Alberto Strobbe e la Filarmonica, con il presidente Domenico Baggio. Alle elezioni del mese successivo, però, il colore politico della città è cambiato. Poi è arrivata l’emergenza covid e l’agenda è stata stravolta.

Centrosinistra Tempo di tornare gialli, e i gruppi di centrosinistra hanno fatto riemergere dai cassetti il progetto sub judice. Prima in una conferenza stampa preparatoria del consiglio comunale, poi direttamente in assemblea, con l’emendamento al bilancio che riproponeva il progetto, contestualmente chiedendo di aumentarne la

TURISMO E IGIENE Il Partito democratico ha girato un video in centro

Bagni pubblici, dossier Pd «Sporchi o inaccessibili» «In questo periodo l’igiene dovrebbe essere massima invece lascia a desiderare» Arduo entrare per i disabili» Enrico Saretta

Tre bagni pubblici, tre si•• tuazioni di degrado che se da una parte danneggiano la vivibilità della città dall’altra nuocciono al suo appeal turistico. L’ultima iniziativa del Partito Democratico è stata controllare da vicino la situazione dei servizi igienici della città, a seguito di diverse segnalazioni da parte di cittadini preoccupati. Gli esponenti dem sono usciti in avanscoperta e hanno controllato i bagni di piazzale Cadorna, di Parco Ragazzi del ’99 e di via Marinali, girando anche un video. Ci sono scritte quasi ovunque e una situazione in generale poco edifi-

DegradoL’internodiuna delletoilettepubbliche delcentro

cante, a cui contribuiscono gli strumenti di pulizia abbandonati all’interno. «Questi bagni sono tre punti focali non solo della vita bassanese, ma anche del turismo della nostra città - afferma Luigi Tasca, segretario del circolo bassanese del Pd -. Li abbiamo trovato spor-

chi, inaccessibili e spesso col materiale che servirebbe a pulire lasciato lì a marcire. È una situazione indecorosa per i turisti e per i cittadini bassanesi». Il Pd chiede all’amministrazione Pavan di aumentare i turni di pulizia, intensificandole e segnalando con appo-

dotazione a 800mila euro. «Ne avevamo parlato più di un anno fa – commenta l’ex candidato sindaco Angelo Vernillo – e l’amministrazione ha risposto di voler approfondire. Abbiamo atteso, non sono arrivate proposte, ci siamo ripresentati con un’idea che arricchirebbe la città. Così, almeno, se la maggioranza ha la proposta alternativa della quale parla da un anno e mezzo, finalmente ce la dirà». Ancor più critico l’ex sindaco Riccardo Poletto per il quale «assistiamo a una forma di schizofrenia politica incomprensibile: da un lato esponenti della maggioranza definiscono strategica l’area che dovrebbe accogliere la Casa della musica, dall’altro proposte già in fase avanzata ed economicamente sostenibili vengono bocciate. Dicano chiaramente che il progetto non interessa».

Maggioranza Dal centrodestra arriva il no, ma con posizione “eretica” di Pavan Sindaco. Brunelli, in una nota, ribadisce che Bassano «ha effettivamente bisogno di una Casa della musica». La proposta del centrosinistra, però, anche per gli astenuti resta irricevibile: «Il progetto richiederebbe di sacrificare la sistemazione di viale delle Fosse, vale a dire una priorità assoluta, destinata ad andare a beneficio dell’intera cittadinanza». Il secondo motivo è che l’area del vecchio ospedale è zona strategica «e qualsiasi sua destinazione va pensata entro un progetto che prenda in considerazione la città nel suo complesso. Le risposte dovrebbero arrivare piuttosto dallo studio sull’area Santa Chiara-Vittorelli».

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siti adesivi quando vengono eseguite. Inoltre, di tenere lontano dalla portata di tutti, e dalla vista, i prodotti che servirebbero per le pulizie. «I bagni sono lasciati sporchi in un periodo in cui, causa Covid, andrebbero sanificati e disinfettati anche più spesso rispetto ai normali turni - prosegue il segretario dei dem -. Fa specie che in questo momento storico in cui le norme igieniche dovrebbero essere più stringenti e i commercianti bassanesi sono costretti a rispettare le regole per diminuire i contagi, nei bagni pubblici vengano invece lasciati all'aperto gli stracci, i secchi e le scope che servono per le pulizie. Questi servizi sono caratterizzati da una pessima gestione. È una situazione che si protrae da diverse settimane: è giunto il momento che l’amministrazione faccia il suo lavoro. Ci vuole più cura per questi bagni e per le persone che li frequentano». Il Pd chiede inoltre di rendere i bagni accessibili ai disabili, abbattendo le barriere architettoniche che ne impediscono l'ingresso agevole a chi è in una situazione di svantaggio.

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Hemingway e Civici, successo dei tour organizzati «È come tornare a casa e rivedere i vecchi amici» È stato boom di visite ai •• musei nel primo fine settima-

na giallo. Visite propiziate da un’astinenza di mesi, ma anche dal tempo incerto che ha spinto gli appassionati di arte e storia a rifugiarsi al chiuso. Il risultato è il tutto esaurito registrato al Museo Hemingway e della Grande Guerra di Ca’ Erizzo Luca per il ritorno dei percorsi guidati sabato pomeriggio, abbinato alle oltre 250 persone in due giorni ai musei civici. A fare la parte del leone, in questo secondo caso, le visite con guida promosse da associazioni e club service cittadini. Hemingway, per aprire la sequenza, sabato alle 16 per un gruppo di 20 persone (il massimo consentito dalle restrizioni anti-covid) arrivate da tutto il Veneto e condotte dalla guida naturalistica ed esperto di storia del Grappa, Loris Giuriatti. Il quale, alla ripresa dell’attività dopo mesi di silenzio, non ha nascosto l’emozione, condivisa con i presenti. «È come tornare a casa e trovare dei vecchi amici – ha detto - e di colpo si sente il desiderio di comunicare tutto ciò che non siamo riusciti a far conoscere in queste settimane di chiusura». Per questo, la visita si è protratta un po’ oltre l’orario stabilito con una visita ai giardini di Ca’ Erizzo Luca: un gradito fuori programma dopo la parte storica dedicata al quadro geopolitico del primo ‘900 e al primo conflitto mondiale, per passare poi al fronte del Grappa-Piave e all’arrivo di Ernest Hemingway in Italia come volontario della Croce Rossa americana, alloggiato a Ca’ Erizzo. Dal canto loro i musei civici, tra sabato e do-

Ca’ErizzoLuca Un momentodella visita guidataal MuseoHemingway

Museicivici Gruppiopportunamente distanziati nellesale FOTO CECCON

menica, sono stati frequentatissimi sia da gruppi organizzati che da singoli visitatori. Numerosi i passaggi alla mostra “Marinali e Bassano con uno sguardo di Fabio Zonta” che l’assessore alla cultura, Giovannella Cabion, ha prolungato fino a domani. A richiamare l’attenzione, accanto alla sale dedicate a Da Ponte e a Canova, è stata anche la

sezione che racconta la storia della città, visitabile solo a sprazzi negli ultimi mesi. Messi alla prova da presenze superiori alle attese, i protocolli di sicurezza basati sulle prenotazioni e sul tetto dei 15 partecipanti per gruppo, hanno funzionato, consentendo una ripartenza in grande stile. L.P.

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LAVORI PUBBLICI L’incarico affidato a un gruppo di professionisti

Ascensore dal park Prato Inizia la progettazione Requisito fondamentale è il basso impatto estetico La previsione è di ultimare l’opera a primavera 2023 Un altro passo in avanti •• in vista della realizzazione

del nuovo ascensore. L’Amministrazione ha affidato infatti a un team di professionisti la progettazione del nuovo trasporto meccanico previsto dal parcheggio del prato Santa Caterina a viale dei Martiri: un impianto destinato a rivoluzionare l’accesso alla città dai parcheggi del Margnan. Dopo i rilievi piano-altimetrici dell’area, ora si passa alla progettazione vera e propria del sistema, per il quale sono stati previsti circa 300mila euro di spesa. A occuparsi della progettazione sarà un raggruppamento di professionisti, che ha vinto l’appalto poiché ha presentato la percentuale di sconto maggiore (il

50 per cento) rispetto agli altri contendenti. Il raggruppamento temporaneo è formato dallo Zanata Group (società che fa capo a Felics Zanata, progettista dell’ampliamento del Caffè Italia), dall’ingegner Nicola Faggion, dalla Dedalo sas di Rosario Salerno e C., dallo Studio Geologia ambiente e dallo studio Immagine acustica di Marco Andreotti. Otterranno un compenso di circa 50mila euro. A loro spetterà quindi il compito di trovare una soluzione che oltre a essere praticabile sia anche sostenibile dal punto di vista dell’impatto estetico. «L’obiettivo è realizzare un trasporto meccanico - afferma l’assessore ai lavori pubblici Andrea Zonta -. Vedremo la soluzione che ci presenteranno i professionisti: potrebbe anche non essere un ascensore in senso stretto. Un aspetto che dovranno tenere assolutamente in consi-

derazione è il basso impatto che l’opera dovrà avere sull’estetica. Su questo, si confronteranno anche con la Soprintendenza». L’idea di massima è di prevedere un sistema che in basso parta dall’inizio del marciapiede ovest (vicino ai bagni) e che in alto arrivi più o meno di fronte al teatro Astra. Sulle tempistiche, l’assessore Zonta precisa che l’obiettivo è di arrivare ad avere il progetto per la fine dell’anno. «Poi ci vorrà circa un anno di lavori riferisce l’amministratore Contiamo di concludere l’opera per la primavera del 2023». Una volta pronto, il sistema di trasporto permetterà innanzitutto alle persone con difficoltà motorie ma anche a cittadini e visitatori di raggiungere il centro storico dal Margnan in modo più agevole, evitando la scarpinata sulle due scalinate esistenti.

• E.S. .

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Attualità

Martedì 4 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Le vaccinazioni in Veneto DOSI SOMMINISTRATE IERI

di aprire in anticipo i calendari agli over 50.

+37.037 Totale

CHIAMATE

Dosi fornite

1.750.522 86,4% PRIME DOSI

+ 26.098 Totale

Popolazione

1.205.217 24,2% CICLI COMPLETATI

+ 10.939 Totale

Popolazione

545.305

10,9%

Popolazione OVER80 con almeno una dose

95,7% NB: La popolazione di riferimento è la popolazione ISTAT

Dettaglio per Azienda Delta ultimo giorno

Totale

ULSS n. 1 Dolomiti

2.247

84.612

ULSS n. 2 Marca Trevigiana

7.521

299.942

ULSS n. 3 Serenissima

4.906

227.695

ULSS n. 4 Veneto Orientale

1.953 1.767

98.788

ULSS n. 6 Euganea + AOUPD

325.491

ULSS n. 7 Pedemontana

2.670

125.584

ULSS n. 8 Berica

2.947

170.056

ULSS n. 9 Scaligera + AOUIVR

5.490

327.444

Istituto Oncologico Veneto

424

12.532

TOTALE 37.037

Ultimo avviso agli over 60: prenotate o tocca ai 50enni Vaccini, la Regione punta ad accelerare `La classe più giovane anticipata a metà «Non tardate a fissare l’appuntamento» maggio per non rischiare giorni “vuoti” `

78.378

ULSS n. 5 Polesana

7.112

PADOVA L’apertura di un nuovo centro vaccinale in Fiera (foto NUOVE TECNICHE)

1.750.522

Fonte: Regione del Veneto Direzione Prevenzione, Sicurezza L’Ego-Hub alimentare, Veterinaria

IL PIANO VENEZIA I sessantenni veneti non vogliono vaccinarsi? Tergiversano perché non vogliono AstraZeneca? O sono solo pigri e tardano a prenotare? In ogni caso vorrà dire che ne approfitteranno gli 800mila cinquantenni. Date, ancora, non ce ne sono, ma la Regione del Veneto è decisi ad accelerare la campagna di profilassi anti Covid-19 e ad anticipare i periodi riservati alle coorti, cioè alle classi di età. Lo ha confermato ieri il governatore Luca Zaia: «I veneti di età compresa tra i 60 e i 69 anni hanno tempo fino al 19 maggio per prenotare la vaccinazione, ma il nostro invito è di non prenotare all’ultimo minuto, altrimenti rischiamo di trovarci con dei giorni “vuoti”. Se così fosse, dovremmo anticipare la chiamata per la classe di età

Alpini

L’adunata nazionale slitta al 2022 L’adunata nazionale degli Alpini, prevista per settembre fra Rimini e San Marino, è stata spostata al maggio del 2022. Il consiglio direttivo dell’associazione delle penne nere, dopo essere una consultazioni con le autorità locali, ha valutato che per quel mese non sarà ancora possibile garantire le indispensabili condizioni di sicurezza sanitaria. Condizioni peraltro difficili da ottenere in una manifestazione che in pochi giorni concentra in una località centinaia di

migliaia di persone. Anche l’adunata successiva, già assegnata a Udine, si sposta avanti di un anno. «Una scelta ha detto il presidente Sebastiano Favero - che aggiunge un’ulteriore nota di tristezza al difficile periodo che stiamo vivendo, ma che non può prescindere dal grande senso di responsabilità che la nostra associazione ha sempre dimostrato e continua a dimostrare ogni giorno, con migliaia di volontari impegnati nelle strutture che combattono per uscire da questa emergenza».

50-59 anni». Anticipare a quando? «Pensiamo che a metà maggio possano già partire le vaccinazioni per i cinquantenni». Il che significa che tra una settimana, al massimo 10 giorni, verrebbero aperte le prenotazioni per i nati dal 1962 in giù. Ma perché i sessantenni non prenotano? Da giorni il governatore rinnova l’invito ai nati fino al 1961 a collegarsi al portale della Regione e delle Ulss, o ad andare in farmacia, per prenotare la seduta vaccinale. Tutte le Ulss hanno posti liberi: «Volendo anche per domani», ha ripetuto Zaia. Il presidente ha escluso che i sessantenni stiano disertando la profilassi, l’impressione semmai è che se la stiano prendendo comoda sapendo di avere tempo fino al 19 maggio. Solo che questo comporta problemi nell’organizzazione, con il rischio che ci siano giornate “vuote”. Di qui l’idea

Il Veneto mantiene la disposizione delle classi di età: dai più vecchi ai più giovani. L’ipotesi circolata a livello nazionale di chiamate libere - tutti al Centro vaccinale, chi prima arriva prima alloggia - al momento non è declinata a livello veneto. «Non abbiamo indicazioni in tal senso, se dal Comitato tecnico scientifico non arrivano disposizioni precise noi continuiamo per classi di età», ha detto Zaia. Quindi oggi i sessantenni, poi i cinquantenni, quindi i quarantenni. Le fasce di età 50-59 e 40-49 sono tra le più numerose, rispettivamente 800mila e 742mila veneti. Resta l’impossibilità di scegliersi il siero: capita quel che capita. «Johnson & Johnson è raccomandato per gli over 60, il medico potrebbe anche decidere di somministrarlo a una persona più giovane, ma in Veneto abbiamo previsto nel Piano di sanità pubblica che sia previsto per chi ha più di 60 anni».

I NUMERI

Nella giornata di domenica 2 maggio sono state somministrate 37.037 dosi. Complessivamente, dallo scorso 27 dicembre, in Veneto sono state fatte 1.750.522 iniezioni per complessive 1.205.217 prime dosi e 545.305 richiami. Alla mezzanotte di domenica il 24,2% della popolazione veneta (1.182.698 persone) aveva avuto la prima somministrazione e il 10,9% (529.777) il ciclo completo. Aggiornamento sulle prime dosi e percentuale di popolazione coperta: over 80 95,7%, 70-79 anni 72,4%, 60-69 anni 30,4%, disabili 67,5%, vulnerabili 58,8%.

IL BOLLETTINO

«La curva dell’infezione è in calo, da giorni, ma non in un modo così importante sopratutto nelle terapie intensive. L’algoritmo ci dice che continuerà il calo, ma non bisogna abbassare la guardia», ha detto Zaia. Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 539 nuovi casi positivi e ci sono stati 14 decessi, per un totale dall’inizio della pandemia di 11.380 morti. I reparti ospedalieri continuano a svuotarsi: 1.201 i posti letto occupati nelle aree non critiche (-8) e 182 nelle terapie intensive (-1). Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista Roberto Volpe on ha dubbi: «È il lockdown che la scorsa primavera ci ha protetti». E lo stesso dicasi in merito al dibattito relativo ai tamponi: molecolari o antigenici? «Ma avete idea di cosa avrebbe significato affidarsi ai soli tamponi molecolari del professor Crisanti? Almeno otto giorni di attesa per l’esito, se non addirittura dieci». Schietto, pragmatico, allergico alle lungaggini, Roberto Volpe è il presidente di Uripa, l’Unione regionale istituti per anziani del Veneto.

N

Presidente Volpe, in consiglio regionale l’opposizione vuole una commissione speciale di inchiesta per fare luce sui decessi avvenuti tra l’ottobre 2020 e il marzo 2021. Nelle vostre case di riposo come spiegate i tanti decessi? «Semplice, lo scorso autunno non c’era il lockdown. Nella prima fase della pandemia avevamo 20mila operatori e infermieri che alla fine del turno di lavoro andavano a casa e trovavano il marito, il fidanzato, il figlio, tutti a casa, blindati. Io partivo da Bassano per venire a Valdagno e trovavo in strada mediamente una macchina, ci mettevo 24 minuti, oggi il doppio. Nella seconda on-

«Grazie ai test rapidi nelle case di riposo abbiamo fermato una marea di positivi» data quegli stessi 20mila operatori e infermieri arrivavano a casa e trovavano il marito, il fidanzato e il figlio che erano andati al lavoro e a scuola. Nella prima ondata nel territorio di Valdagno c’erano 27 contagiati, nella seconda ondata sono stati 550. E vogliamo dire quanti sono stati gli ospedalieri, nella prima e nella seconda fase, che si sono contagiati? Uno a dieci».

URIPA Roberto Volpe

È stato sbagliato utilizzare i test rapidi al posto dei molecolari? «Assolutamente no. Noi abbiamo intercettato una marea di positivi con i test rapidi. Su 342 strutture per anziani, più di 100 sono rimaste free Covid, senza nessun contagio e senza nessun decesso e i controlli li facevamo con i test rapidi. Del resto, come avremmo potuto con i tamponi molecolari a garantire i servizi? A maggio mandavi i tamponi dal professor Crisanti e avevi i refer-

ti dopo 8, 10 giorni. Non era possibile garantire l’organizzazione del servizio se restavi “sospeso” per più di una settimana». Neanche le altre Regioni hanno avuto il lockdown lo scorso autunno e però il Veneto ha pianto più morti. Che spiegazione vi siete dati? «Rispetto alle altre Regioni qual era l’incremento dei contagi nei territori? È la stessa proporzione. Dopodiché il Veneto ha un numero di strutture importante, non lo puoi paragonare ad altre realtà, basti pensare che in tutto il Lazio ci saranno più o meno le stesse strutture della provincia di Vicenza». Però i morti ci sono stati. «Perché c’erano i contagi nel territorio. È l’immagine della pioggia: se esci ti bagni. Nella prima ondata siamo stati la migliore regione d’Europa con 600 decessi e solo 60 strutture colpite su 342,

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IL PRESIDENTE DELL’UNIONE DEGLI ISTITUTI PER ANZIANI: «CON I TAMPONI DEL PROFESSOR CRISANTI ESITI 8/10 GIORNI DOPO» «SOLO IL LOCKDOWN CI HA SALVATO IN PRIMAVERA OGGI NON RIAPRIAMO ANCORA LE STRUTTURE PERCHÉ MANCANO REGOLE CHIARE»

quando non avevamo neanche dispositivi di sicurezza, le mascherine le facevamo con la carta da forno e gli elastici delle mutande. Come è possibile che sei mesi dopo, quando eravamo forniti di Dpi e avevamo informazioni, la situazione sia cambiata? Perché sono cambiate le situazioni». E non c’entra l’utilizzo dei test rapidi? «Quella è una baggianata, oggi il tampone rapido incrocia anche le varianti del Covid. Il punto è un altro: perché si parla sempre delle case di riposo e non si fanno i paragoni con il personale degli ospedali? Nella seconda ondata anche gli amministrativi ospedalieri avevano il Covid». Riapertura delle case di riposo, come siamo messi? «Abbiamo un ministro che con una mano il 2 marzo scrive un Dpcm che dice di chiudere le Rsa e con l’altra mano alza la spada attraverso la Comunità di Sant’Egidio per dire di riaprire. Quando i Nas vengono in ispezione leggono i Dpcm e vogliono i certificati medici: o il Governo fa un decreto oppure delega le Regioni, ma serve chiarezza». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 4 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA

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acque

urbanistica

Centralina lungo il Boite No anche dalla Provincia

Riqualificazione dell’ex stazione Il Comitato civico chiede pareri

Palazzo Piloni ha dato parere negativo alla costruzione dell’impianto idroelettrico Il Comune e la Soprintendenza avevano già espresso la loro contrarietà

CORTINA

Marina Menardi / CORTINA

Dopo il Comune e la Soprintendenza, anche la Provincia di Belluno ha espresso parere contrario alla centralina idroelettrica su torrente Boite a Cortina d’Ampezzo. Il Servizio Acque della Provincia ha dato infatti parere negativo all’impianto idroelettrico sul torrente Boite che vorrebbe costruire la società Tofana srl. Il progetto prevede un impianto ad acqua fluente composto da una diga situata a 300 metri a nord del ponte sul torrente Boite a Cadin. Da qui l’acqua verrebbe convogliata in una condotta forzata completamente interrata di 1,6 metri di diametro e della lunghezza di 1.147 metri che porta alla centrale di produzione, vale a dire un cubo di 14 metri di lato di nuova costruzione, di fianco alla partenza della funivia Freccia nel Cielo. Con un collegamento di 117 metri, l’energia viene convogliata nelle centraline già presenti nel parcheggio della Freccia nel Cielo. La ditta proponente è la Tofana srl, rappresentata da Mario Vascellari, e tutta l’operazione ha carattere privato. Il 22 aprile 2021 la Provincia ha però espresso un giudizio di compatibilità ambientale non favorevole alla costruzione dell’impianto, dopo avere elaborato una valutazione scientifica obiettiva secondo i criteri

Il rendering dello sbarramento idroelettrico sul Boite previsto dal progetto

previsti dalla “Direttiva Derivazioni – approccio metodologico per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche”. Il documento è stato pubblicato sul sito della Regione, pochi giorni prima della

Il sindaco attende il verbale conclusivo della commissione Vas in Regione riunione della commissione Vas (Valutazione ambientale strategica). In pratica, il giudizio della Provincia di Belluno è che la derivazione richiesta dalla società Tofana srl non

risulta essere compatibile con gli obblighi di legge e le disposizioni degli obiettivi ambientali della Direttiva europea di riferimento. Un altro parere negativo, che si somma a quelli dello stesso tenore della Soprintendenza e del Comune di Cortina d’Ampezzo. In questo caso, la centralina è stata bocciata anche dal punto di vista tecnico per gli impatti sulle matrici ambientali. È infatti considerato “alto” il rischio che a seguito della realizzazione e della messa in esercizio dell’impianto in progetto si verifichi un deterioramento della qualità del torrente. Il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, durante il

consiglio comunale del 30 aprile scorso, ha anticipato l’esito della commissione Vas regionale sulla centralina idroelettrica sul Boite: «Ancora non sono in possesso del verbale, ma posso comunicare, in risposta anche all’interrogazione della Minoranza sulla centrale idroelettrica, che mercoledì 28 aprile si è riunita la commissione Vas della Regione dove tutti gli enti si sono espressi in maniera negativa e contraria alla centralina. Questa è una buona notizia sulla non procedibilità dell’intervento». Ora si aspetta il verdetto definitivo della Regione sul progetto idroelettrico che riguarda il Boite. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Comitato civico Cortina lancia un altro questionario tra la popolazione, questa volta sul progetto di riqualificazione dell’ex stazione. «L’amministrazione comunale sta portando avanti il progetto presentato dalla Pool Engeenering di Mareno di Piave per riqualificare l’area della stazione. Si passerà da 4.095 mq di costruzioni a 10.676 mq (+161%). Dal 100% di proprietà comunale, il 61% diventa privato e il 29% resta del Comune. Al Comune un nuovo auditorium di 450 metri quadrati; al privato 22 nuovi appartamenti e 2.853 metri quadrati di negozi. I parcheggi pubblici aumenteranno di 120 posti rispetto a quelli attuali. Con la cessione dei terreni, quasi tutta la zona sarà privatizzata ed edificata. Cosa ne pensi?». Questo il testo che precede il link per compilare il questionario. Come già avvenuto a marzo per l’operazione del “Borgo Col Tondo”, la proposta da parte di privati di costruzione di un albergo diffuso nella zona ora destinata ad area sportiva/sciistica in località Col Tondo, anche questa volta l’associazione di cittadini interpella la gente. Il comitato ha così elaborato il questionario da compilare on line, per poi lanciarlo sul sito dell’associazione vocidicortina.it, sulle pagine Facebook e Instagram. Il link sta girando anche via whatsapp. Alla fine del questiona-

comelico

Un anno di lavori sul Piave per metterlo in sicurezza SANTO STEFANO

Ancora un anno di lavoro per mettere in sicurezza il Piave, dalla confluenza del Cordevole di Visdende fino a Santo Stefano, passando per San Pietro. Un cantiere, però, si concluderà tra fine maggio e inizio giugno. «Dopo la pausa invernale abbiamo ripreso a pieno ritmo, tramite i nostri uffici del Genio Civile, i lavori di messa in sicu-

rezza del tratto del Piave lungo gli abitati del Comune di San Pietro che, a causa degli eventi alluvionali particolarmente intensi degli ultimi anni, aveva subito considerevoli danneggiamenti delle opere idrauliche», fa sapere l’assessore al Dissesto Idrogeologico Gianpaolo Bottacin. Si sta completando l’intervento di consolidamento della soglia trasversale in località Salafossa. I lavori da un milione

di euro consistono nella realizzazione di un diaframma con micropali verticali, realizzato lungo tutta la base della soglia trasversale e ancorato con un cordolo in calcestruzzo. È stata inoltre rinforzata la struttura in calcestruzzo della soglia, con una camicia di rinforzo in acciaio collegata alla soglia esistente con ancoraggi. Appena più a valle sono entrati nel vivo anche gli interventi di ricostruzione e poten-

I lavori in corso lungo il Piave in Comelico

ziamento del muro d’argine in sinistra idrografica del Piave nel tratto compreso tra la confluenza del torrente Cordevole di Visdende e il ponte di Pre-

senaio. Si tratta di un importante intervento, appaltato lo scorso autunno e per il quale abbiamo impegnato ben 3.850.000

rio, vengono riportate alcune informazioni più nel dettaglio sul progetto di finanza della stazione, informazioni che il Comitato Civico ha già pubblicato con vari articoli sul sito dell’associazione vocidicortina.it, nonché in un numero speciale della propria testata pubblicata nel dicembre scorso. L’associazione aveva anche presentato la richiesta di accesso agli atti per poter visionare il progetto nel dettaglio; richiesta che però era stata negata in quanto, essendo un’iniziativa privata, i “contro interessati”, ossia la Pool Engeenering, si sono opposti poiché all’of-

L’associazione lancia un sondaggio online sul progetto per l’area in centro ferta seguiranno le procedure di affidamento e di esecuzione di contratti pubblici. E quindi, in base all’artuicolo 53 del Dl 50/2016, l’accesso potrà avvenire solamente dopo la pubblica aggiudicazione. Il progetto di riqualificazione della stazione rientrerà tra quelli più significativi della storia di Cortina, andando ad toccare un’area centrale e molto vicina a corso Italia, ma non è stato condiviso con i cittadini, come inizialmente promesso dall’amministrazione comunale. Con il questionario, il Comitato ora vuole capire che cosa ne pensa la gente dell’operazione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

euro – come dettaglia l’assessore Bottacin – che si estende per un tratto di circa 600 metri parallelamente alla Sr 355. Sono poi previsti interventi in alveo di difesa trasversale consistenti nella realizzazione di alcune soglie in massi ciclopici. «Con l’obiettivo di dare piena sicurezza al tratto di fiume che scorre lungo il paese», conclude l’assessore, «verrà inoltre realizzata una difesa longitudinale di scogliera in massi ciclopici della lunghezza di circa 300 metri, recuperati dall’asportazione di materiale nell’ambito di un altro intervento che abbiamo in essere a Santo Stefano alla confluenza del Piave con il torrente Padola». — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

Martedì 4 Maggio 2021 www.gazzettino.it

IMPAURITI I residenti di Conegliano chiedono più controlli in città dopo l’aggressione in piazza Cima. E c’è chi punta il dito sulla mancata integrazioni dei giovani stranieri di seconda generazione

LE REAZIONI CONEGLIANO Il commissario prefettizio Antonello Roccoberton che annuncia l’aumento dei controlli in città, il Pd che fa un appello alla comunità macedone e la Lega che chiede al Comune di costituirsi parte civile per il danno d’immagine alla città del Cima. Il giorno dopo la spedizione punitiva in piazza dominano rabbia e incredulità tra le vie del centro. Negli occhi dei residenti scorrono ancora le immagini dei tre giovani picchiati brutalmente davanti a mamme e bambini sotto il sole del pomeriggio domenicale. «Non ci sentiamo più sicuri - dice un residente -. Servono più controlli: cose del genere non possono essere tollerate». «La città è stata trasformata in un Far West - aggiungono i titolari dei bar della piazza -. Queste persone vanno individuate e punite. Chi si troverà ad amministrare la città dovrà porre il tema sicurezza al primo posto della sua agenda».

IL PUGNO DI FERRO Il commissario della Lega Gianangelo Bof chiede al Comune di costituirsi parte civile per il danno d’immagine alla città. Bortoluzzi, Pd, ha fatto un appello alle comunità straniere

ESTERREFATTO Giorgio Fabris, anima del Teatro Accademia, scosso e deluso dall’episodio di violenza: “Ho passato la vita a celebrare la bellezza, ma questo è peggio di Arancia Meccanica”

«È come il Far West servono più controlli» I cittadini: «Non ci sentiamo sicuri» `Bof: «Danno d’immagine alla città Garbellotto: «Rovinata la festa Imoco» il Comune si costituisca parte civile» `

FESTA ROVINATA Nei volti della gente si leggono perplessità e domande che cercano risposte ben precise. Piero Garbellotto, patron dell’Imoco che sabato ha regalato l’ennesima vittoria alla città e ai tifosi, esprime la sua rabbia per questo increscioso episodio: «Sono state le giocatrici le prime a chiedermi cosa fosse successo. Volevano sapere dell’accaduto che è stato vissuto da tutti noi in parallelo con la gioia di una grande vittoria e ha in parte gettato un’ombra spiacevolissima sull’immagine della nostra città in un giorno che doveva essere di festa. Un episodio che ha colpito tutti direttamente al cuore per l’inaudita violenza che non appartiene a questa comunità. Dobbiamo trovare il modo di sedere ad un tavolo con le for-

ze dell’ordine e tornare a dare alla nostra città quella pace che merita. Non era mai successo e mi auguro che non succeda più. Conegliano è da sempre un simbolo di arte cultura e sport, non di risse tra bande e pestaggi feroci, vogliamo ritornare a godere la nostra città in santa pace e faremo tutto il possibile con le autorità competenti perchè ciò avvenga».

LEGA E PD LE PATTUGLIE della polizia in piazza Cima. A destra il patron dell’Imoco Piero Garbellotto (Da Re / Nuove Tecniche)

Gli fa eco Gianangelo Bof, commissario provinciale della Lega di Treviso: «La Lega ha già

chiesto di poter discutere, in un tavolo con le autorità e le forze dell’ordine, e di per attivare le misure atte a contrastare episodi di questo tipo in tutto il territorio. La città ha subito un grave danno d’immagine: chiederemo che il Comune si costituisca parte civile. Inoltre, servono misure più severe e un’attenzione più mirata da parte di tutte le forze in campo per la sicurezza dei cittadini che non possono e non debbono subire questo tipo di efferatezze consumate in pieno giorno e sotto gli occhi di tutti». Giorgio Fabris, seduto di fronte al Teatro Accademia che per gli ultimi quarant’anni è stato il simbolo della cultura e dello spettacolo alza le braccia: «Il sentimento più forte che provo in questo momento è l’amarezza e la delusione. Ho passato la mia vita a celebrare la bellezza della vita e oggi mi trovo a commentare un tipo di violenza che fa sembrare Arancia Meccanica come acqua fresca». Anche l’avvocato Alessandro Bortoluzzi, ex capogruppo del PD concorda con le misure più severe per arginare questi inaccettabili episodi: «Sono molto scosso, è una brutta sensazione quella che ho provato vedendo quelle immagini. La città deve tornare ad essere sicura subito e vanno studiate delle dinamiche a medio e a lungo raggio per arrivare a risultati concreti». Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le autorità Governatore e prefetto IL PUNTO TREVISO «Chiunque si sia solo limitato a vedere quelle immagini è rimasto a di poco allibito. Ma se poi ci aggiungiamo la storia, una spedizione punitiva per una ragazza, tutto diventa ancora più assurdo e allucinante. Quanto accaduto porta a una sola conclusione: bisogna alzare la guardia». Il governatore Luca Zaia non credeva ai proprio occhi quando, domenica pomeriggio, ha visto i video della rissa di Conegliano. E non ci voleva credere: «Sinceramente, a memoria d’uomo, non si ricorda un’altra spedizione punitiva a Conegliano. Una pazzia».

IL SEGNALE Per il governatore quanto accaduto domenica, qui tavolini che volavano nella centralissima piazza Cima, quegli energumeni armati di bastoni che si picchiavano, sono un campanello d’allarme che sarebbe

Zaia: «Segnali di degrado bisogna alzare la guardia» molto pericoloso ignorare: «È un segnale di degrado - sottolinea - quanto accaduto è da condannare senza se e senza ma. Qui bisogna alzare la guardia e non continuare ad abbassarla. Sono scene che la nostra città non ha mai visto. A questo punto è più che necessario tornare a essere maggiormente incisivi sul territorio».

sione vera e propria fatta da persone molto violente che hanno creato panico e apprensione». Il prefetto adesso, in attesa di saperne di più, tenta di circoscrivere i confini di un fatto difficile da dimenticare: «Si tratta di un episodio molto grave, ma è anche un fatto a se stante - dice - Non possiamo dire che a Co-

negliano ci sia, globalmente, una gravissima situazione di pericolosità. Sicuramente adesso ci sono delle indagini, capiremo come sia potuto accadere. E poi penseremo a quali azioni adottare per prevenire fatti di questo genere. Mi auguro che sia un fatto isolato. In questo territorio non siamo abituati a quelle scene e a simili fatti».

L’ALLARME

LAGANÀ: «RAID VIOLENTO DALLE MODALITA’ PREOCCUPANTI, SPERIAMO RESTI UN CASO ISOLATO»

LA PAURA

Un’altra che non voleva credere a quanto vedeva è stato il prefetto Maria Rosaria Laganà: «Mi hanno girato il video verso le 17,30 di domenica. All’inizio non capivo, poi mi sono resa conto. Quanto è accaduto è inaccettabile. È stata un’incur-

Conegliano però diventa una sorta di sorvegliato speciale: «Conegliano è il secondo comune della provincia come dimensioni, presenta tutte le criticità di un centro urbano di una certa grandezza. C’è anche una concentrazione di cittadini stra-

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IL GOVERNATORE Luca Zaia

nieri e qualche banda di persone non perfettamente integrate. Sicuramente lo teniamo sotto controllo, ma le misure già ci sono: il territorio è da sempre molto presidiato. Del resto quanto accaduto è una cosa eccezionale: la repentinità dell’episodio e il luogo all’aperto, il pomeriggio tranquillo non facevano presagire nulla di questo genere». Sotto la lente ci finiscono, ancora una volta i giovani. A dire il vero quelli di domenica non sembravano adole-

scenti in crisi: «Qualche tempo fa - dice il prefetto - avevamo fatto un’indagine sui giovani in occasione delle polemiche per quel video di ragazzi con la pistola (poi risultata finta ndr) girato al Biscione. Avevamo fatto un ragionamento sui di ragazzi di seconda generazione, con problemi familiari, non in grado di gestire il periodo adolescenziale. Una situazione complessa, la loro, legata ad alcun i contesti particolari: la frequentazione di zone isolate, magari l’uso di sostanze stupefacenti, la famiglia. Nell’episodio di domenica invece si vede solo un commando, un gruppo di picchiatori, che va lì in piazza per farsi giustizia, poi capiremo per cosa. Osserviamo delle modalità più preoccupanti e che andremo ad esaminare nel dettaglio. Ma anche per questi motivi così particolari dico che si tratta di un episodio isolato». P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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