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VENERDÌ 30 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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CORTINA
Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
sport e turismo
Coppa e Olimpiadi La Fondazione 2021: serve un gestore per gli eventi di sci Giacobbi e Benetton usciranno di scena a giugno «Ma la nostra squadra è formata da giovani preparati» Alessandra Segafreddo CORTINA
La Fondazione Cortina 2021 cesserà di esistere tra fine giugno e i primi di luglio. Sarà approvato il bilancio consuntivo che ammonta a 49 milioni di euro (e non 50 come previsto prima della pandemia) e che vedrà un leggero avanzo. Ma, archiviati i Mondiali, Cortina non smetterà di organizzare gare internazionali e la Fondazione sollecita il Comune a indicare chi dovrà gestirle. A settimane la Federazione internazionale dello sci stilerà infatti il calendario di Coppa del mondo e Cortina avrà una tappa di gare femminili a gennaio. Oltre alle gare di Coppa c’è poi la strada verso le Olimpiadi 2026 quando Cortina organizzerà le gare di sci alpino femmine, curling, bob, slittino e skeleton e le Paralimpiadi. «Il nostro obiettivo era quello di lasciare un’eredità materiale e una immateriale al territorio», dice Valerio Giacobbi, amministratore delegato della Fondazione, «e ritengo che lo abbiamo centrato. I Mondiali hanno portato infrastrutture sulle piste, progetti di viabilità che sono sì in ritardo ma sono finanziati e partiranno, la fibra ottica, una visibilità incredibile. Hanno innescato un volano di riqualificazioni e ristrutturazioni, attirato l’atten-
La partita dei Mondiali si chiuderà con l’ok al bilancio consuntivo da 49 milioni di euro
Valerio Giacobbi e Alessandro Benetton
zione di sponsor. Ma hanno anche e soprattutto formato una squadra capace, di giovani, che possono lavorare per le future tappe di Coppa e per Cortina 2026. Qui abbiamo grandi professionalità e abbiamo la necessità che qualcuno gestisca i prossimi eventi». «Io termino il mio impegno con la chiusura della Fondazione a giugno», dice Giacobbi, «e anche il presidente, Alessan-
dro Benetton, ha reso nota l’intenzione di chiudere qui. Ma lo staff resta. Ora c’è a necessità e direi anche l’urgenza che il Comune prenda una decisione in merito a chi dovrà organizzare i prossimi eventi». «Ho già avuto modo di ricordare a tutti, Comune, albergatori, impiantisti, che è bene che Cortina si muova», spiega Giacobbi, «perché la tappa di Coppa è prossima. Qui c’è
l’inziiativa ambientale
Frutteto “digitale” di 65 piante adottato da Cortina Express CORTINA
Cortina Express, la società di trasporto di persone su gomma guidata dal socio e amministratore Federico Mattioli, dopo aver messo in campo tutte le azioni per l’ottenimento delle certificazioni di sostenibilità ambientale e sociale ha varato un altro progetto di connessione tra presente e futuro: l’adozione di un “frutte-
un’organizzazione capace portare avanti con successo i prossimi eventi, ma si deve dare avvio alla macchina. Le Olimpiadi sono una grande opportunità, ma anche un grande rischio. Vanno gestite preparando la strada correttamente. Abbiamo ottenuto l’evento 2 anni fa e ad oggi a Cortina non si sa ancora chi gestirà l’organizzazione delle gare». Giacobbi si dice fiducioso che anche i prossimi eventi internazionali possano avere il successo dei Mondiali, ma si deve partire con la macchina organizzativa. «Dei Mondiali sono particolarmente soddisfatto», aggiunge, «abbiamo realizzato un evento internazionale in piena pandemia e siamo riusciti a tenere i conti in ordine nonostante ci siano venuti a mancare 6 milioni di euro di indotto che prevedevamo dalla vendita dei ticket. Abbiamo coinvolto il territorio investendo 10 milioni di euro tra albergatoti, lavoratori, fornitori, ristoratori e altro. Il Covid lo abbiamo gestito al meglio con 24 mila
to digitale”. Un frutteto che Cortina Express ha adottato in cinque regioni italiane: dai monti Erei della Sicilia centrale, al Piemonte sud occidentale, passando per i distretti agricoli di Calabria, Campania e Emilia Romagna. Su tratta di 65 alberi esclusivamente bio che producono nel pieno rispetto della stagionalità albicocche, arance, fichi, mele, melogra-
ni, che in un anno sono in grado di assorbire oltre 4 mila chilogrammi di CO2. «È un progetto insieme compensativo e curativo», afferma Ellen Broccolo, socia e direttore di Cortina Express, «perché ci consente di fornire frutta fresca, pura e stagionale ai nostri 65 dipendenti, ma anche di contribuire a tener viva bio-diversità, insieme ai temerari piccoli produttivi agri-
tamponi effettuati a 5 mila persone e solo 23 casi positivi individuati e allontanati prima che potessero contagiare qualcuno. I Mondiali hanno ottenuto una visibilità immensa». «Io posso dire grazie a Cortina», conclude Giacobbi, «perché è merito di tutti questo successo. Ma voglio anche sottolineare che un grandissimo merito è di Benetton che ha assunto l’incarico gratuitamente quando aveva tanto da perdere e poco da guadagnare. Mi auguro che la comunità riesca a dare un giusti riconoscimento a Benetton per l’impegno che ha messo per il solo amore per Cortina, per lo sport e per la montagna. Ringrazio anche il mio staff e mi auguro che possa continuare ad organizzare i grandi eventi futuri con competenza e professionalità come fatto sino ad oggi». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
coltori che altrimenti sarebbero stati stritolati dall’agricoltura intensiva e dalla richiesta che viene ad esempio dal mercato globale della grande distribuzione». «Da questa settimana ogni nostro dipendente in occasione del proprio compleanno riceverà in dono un albero del frutteto digitale», spiega, «ricevendo a casa frutta biologica, stagionale e fresca a 24/48 ore dalla raccolta quindi un vero e proprio benefit naturale di welfare aziendale». Cosa c’entra questo con gli autobus? «Con gli autobus nulla», continua Ellen Broccolo, «ma con le persone che li muovono e quelle che trasportiamo, promettendo svago o vacanza, tantissimo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Caner conferma i vincoli insuperabili Gli operatori economici studiano altre vie
La Regione dice no al collegamento tra Cortina e Arabba IL CASO
a Regione, per quanto di sua competenza, darà l’ok al collegamento tra Cortina, Cinque Torri, Caprile e monte Fertazza, quindi Alleghe. Quando, però, arriverà a Venezia il progetto di Mario Vascellari, Sergio Pra e gli altri impiantisti. Il secondo collegamento, ipotizzato dal passo Falzarego ad Andraz e, quindi a Cherz, sopra Arabba, «non si può fare». Parola di Federico Caner, assessore regionale al turismo. «L’ho spiegato anche agli investitori che hanno avanzato questa proposta», spiega Caner. «La loro idea era di attraversare un’area sottoposta a molteplici vincoli, impossibili da superare. Ho spiegato agli interessati che i vincoli imposti dalla legge Pecoraro Scanio non si possono cancellare, nemmeno modificare». Non si fa più, dunque, il secondo collegamento? «Si fa, trovando una soluzione diversa, più compatibile, salendo cioè dal Falzarego al passo Val Parola e scendendo verso i piani di Armentarola, per collegarsi con la rete della Val Badia e di Arabba, quindi con il Sellaronda». Caner spiega di averne parlato con l’Alto Adige e di aver ricevuto il loro consenso. Gli investitori hanno già annunciato nei giorni scorsi che stanno valutando altre soluzioni. «In ogni caso», precisa Caner, «non esiste alcun progetto, ma solo c’è qualche idea. E noi, insieme all’Alto Adige, siamo d’accordo (come con Trento) di procedere ad una
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razionalizzazione degli impianti esistenti, per promuovere una rete di collegamenti tra hub che possa consentire di muoversi in quota senza l’uso di auto o di moto». Una razionalizzazione, insomma, sotto il segno della sostenibilità. Temi che Caner ha chiarito anche nelle audizioni convocate alla commissione Ambiente alla Camera. È intervenuto anche il segretario generale della commissione italiana Unesco, Enrico Vicenti, che ha manifestato la preoccupazione per la salvaguardia dell’area dolomitica protetta come patrimonio dell’umanità. «È infatti difficile immaginare che la realizzazione di ampliamen-
Per l’Unesco si rischia un forte danno all’immagine di tutto il territorio ti dei comprensori sciistici già esistenti della dimensione ventilata possa essere compatibile con la tutela dell’integrità del sito patrimonio dell’umanità. Di conseguenza sarebbe forte per il sito il rischio, in caso di realizzazione, di venire iscritto nella lista del patrimonio mondiale in pericolo con un conseguente forte danno di immagine per il territorio e l’intero Paese», ha detto Vincenti. La Regione ne ha preso atto, anticipandolo. E le associazioni ambientaliste continueranno a fare da sentinella. — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Venerdì 30 Aprile 2021 www.gazzettino.it
Le carte dell’inchiesta L’ESPOSTO VENEZIA Cos’hanno in comune Andrea Crisanti e Galileo Galilei? Non solo la cattedra a Padova, secondo il direttore dell’unità operativa di Microbiologia e Virologia, ma anche le attenzioni della magistratura, che nel caso del padre della scienza moderna si chiamava Tribunale dell’Inquisizione. «Non ci voglio credere e mi sembra assurdo. È dai tempi di Galileo che una procura non si occupa di giudicare un articolo scientifico», ha affermato ieri l’autore del discusso studio sui tamponi antigenici, indagato a Padova per l’ipotesi di diffamazione dopo una segnalazione di Azienda Zero.
IL FASCICOLO Aperto all’inizio di marzo, il fascicolo si affianca all’inchiesta avviata proprio sull’attendibilità dei test rapidi e riguarda le numerose dichiarazioni rese da Crisanti, in occasione di interviste, dirette social e convegni, tutte poi riportate da svariati quotidiani locali e nazionali. Sono proprio decine di pagine dei giornali a corredare il corposo allegato all’esposto, curato dall’avvocato Fabio Pinelli e presentato dal direttore generale Roberto Toniolo. In quanto ente di governance della sanità veneta, evidentemente Azienda Zero ha ritenuto di agire in difesa del Servizio sanitario regionale, ritenendo che le critiche dello scienziato vi abbiano gettato discredito. Ha commentato Crisanti all’Adnkronos Salute: «Si stanno coprendo di ridicolo con questa denuncia. Credo sia la prima
Crisanti: «Indagato? Assurdo L’ultima volta fu con Galileo» Padova, ipotesi di diffamazione dopo `Tamponi rapidi, test fai-da-te, vaccini: la segnalazione di Azienda Zero ai pm le critiche del microbiologo al Veneto `
volta che un argomento scientifico viene usato a scopo diffamatorio». Quanto alla volontà di difendersi dalle accuse, il docente universitario ha tagliato corto: «Non me ne preoccupo e non farò proprio nulla». Parole che sembrano destinate ad alzare ulteriormente il livello della tensione con la Regione, dal momento che il dossier al vaglio degli inquirenti non contiene solo le valutazioni del pro-
fessore sui tamponi rapidi, ma anche molte altre opinioni sulle strategie di sanità pubblica.
LE AFFERMAZIONI Eccone una carrellata. Il 13 ottobre: «I responsabili di questo disastro hanno un nome e un cognome. Sono tutti quelli che per mesi hanno detto che andava tutto bene». E ancora: «È inqualificabile che l’app Immuni non sia sta-
ta attivata in Veneto e in altre regioni». Il 25 ottobre: «I tamponi rapidi? Hanno un effetto distruttivo. Se poi prendessero piede quelli fatti in casa, allora diventerebbe davvero il caos più totale perché verrebbe completamente persa la tracciabilità, e sarebbe un disastro inimmaginabile». Il 25 ottobre: «Quelli rapidi hanno problemi giganteschi, ho dati per dimostrare che hanno una sensibi-
1° marzo
L’OPPOSIZIONE
SI ALZA IL LIVELLO DELLO SCONTRO CON LA REGIONE E IL CENTROSINISTRA SI SCHIERA CON IL PROF: «PARERI DI ESPERTO»
Ore 12.39 La prima mail dopo un’intervista in cui il professor Andrea Crisanti afferma che una variante del Covid non viene rivelata dai test rapidi: il coordinatore del Cts del Veneto, Mario Saia, chiede conto al direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova delle sue posizioni.
IL CARTEGGIO VENEZIA Articoli, tanti. Interviste, di più. Interventi in tv e in radio, a iosa. Ma pezzi di carta, il cosiddetto nero su bianco, firmati dal professor Andrea Crisanti, al Cts del Veneto non se ne sono visti. Neanche quando richiesti. «Appena avrò finito di scrivere l’articolo scientifico sarà mia premura condividerlo come ho sempre fatto», è stata l’ultima spiegazione fornita dal virologo. “Lei non ci ha fornito neanche uno straccio di bozza”, è la piccata replica del coordinatore del Cts. E fortuna che sono tutti scienziati che dovrebbero lavorare, o quantomeno collaborare, assieme. Ricapitoliamo. Il Cts è il Comitato tecnico scientifico istituito dalla Regione il 2 marzo 2020: si era all’inizio della pandemia, ancora non si aveva sentore di quel che sarebbe capitato. Il coordinatore è Mario Saia, tra i dieci componenti della prima composizione c’è come c’è tuttora - il professor Andrea Crisanti, il direttore della Microbiologia di Padova che di lì a poco sarebbe diventato famoso per lo screening alla popolazione di Vo’.
L’INTERVISTA Il 1° marzo 2021 i quotidiani del gruppi Gedi pubblicano un’intervista al professor Crisanti, nel frattempo divenuto consulente della Regione Sardegna, all’epoca ancora in fascia “bianca”, in cui sosteneva che la variante veneta del virus
lità del 70%». E la Regione che ha investito? «Se ne assumerà la responsabilità». Il 30 ottobre, sempre sulla gara da 148 milioni delle Regioni: «È pazzesco. Con quei soldi avremmo potuto potenziare e realizzare in tutta Italia i laboratori di Microbiologia per il presente e il futuro». Il 31 ottobre, sul fatto che i rapidi sarebbero affidabili perché intercettano le cariche virali alte: «Ma chi dice que-
sto non ha capito un cavolo». Il 1° novembre: «Sono un salto nel buio, un tuffo all’indietro. Follia usarli negli ospedali e nelle Rsa. Mi chiedo su che base scientifica è stata redatta questa gara. E l’assegnazione avverrà sulla base di un’autocertificazione della ditta?». E poi: «Nel Laboratorio che dirigo invece c’è meno lavoro perché la Regione Veneto sta sostituendo i tamponi molecolari con quelli antigenici. Una decisione sbagliata, a parer mio, perché i secondi vanno utilizzati soprattutto per prevenzione e sorveglianza e non per diagnosticare». Il 4 novembre: «Sarebbe bello (...) che i funzionari della Regione non si assegnassero meriti che non sono loro». Il 17 novembre: «Il tampone fai-da-te non credo sia una cosa seria. Stiamo banalizzando una cosa serissima di sanità pubblica, paragonandolo a un test di gravidanza». Il 18 novembre: «Sono una misura demagogica». Il 12 dicembre: «Io l’avevo detto già tempo fa che sarebbe finita con più casi e più morti. Semplicemente perché a mio avviso ha sbagliato strategia». Il 21 dicembre: «I posti di terapia intensiva di cui parliamo sono come i carri armati di Mussolini: ci sono sulla carta, ma non basta per attivarli e renderli pienamente operativi». Il 14 febbraio: «Disgustoso ed errato comprare vaccini sul mercato parallelo».
Ore 15.14 PROFESSORE Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova
Quando il docente rifiutò di fornire al Cts regionale la ricerca sui test antigenici
IL COORDINATORE: MARIO SAIA: «PROFESSORE LEI NON CI HA FORNITO NEANCHE UNO STRACCIO DI BOZZA...»
sfuggiva ai tamponi rapidi. Testuale: «È una mutazione veneta, che non viene mai individuata dai test rapidi, ma solo dai molecolari. Dato che in Veneto i tamponi rapidi sono usati massicciamente, questa variante, prima occasionale, è aumentata enormemente negli ultimi due mesi, rappresentando il 20% di tutte le mutazioni presenti nella regione». Nell’intervista, Crisanti annunciava uno studio dei test rapidi: «Stiamo per condividere con la comunità scientifica uno studio su questo argomento». Quale studio? Se lo chiede anche il coordinatore del Comitato scientifico Mario Saia che, letta l’intervista, lo stesso giorno chiede lu-
mi a Crisanti. E gli invia una mail: «Sono a chiederle di voler condividere con gli altri componenti del Comitato, la Sua posizione in merito alla diagnostica laboratoristica nei confronti delle varianti venete del Coronavirus e qualsiasi altro elemento utile (dati, studi scientifici) per consentire una valutazione». Della serie: se qualcuno del Cts sa qualcosa, lo dica; se ha delle carte, le mostri; altrimenti a cosa serve un comitato scientifico?
LA RISPOSTA Tempo un paio d’ore e Crisanti risponde a Saia: «Gia a ottobre avevo fatto presente all’azienda (l’Azienda Zero di cui Saia è direttore dell’Unità Governo clinico assistenziale,
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Il professore Crisanti precisa che già a ottobre aveva fatto presente all’azienda ospedaliera che alcuni tamponi che risultavano negativi ai tamponi antigenici in realtà contenevano cariche virali. Poi precisa che condividerà l’articolo scientifico non appena avrà finito di scriverlo. Studio che sarà pubblicato di lì a poco e riaprirà le polemiche di qualche mese prima sull’utilizzo dei tamponi rapidi
Ore 16.32 È Saia a chiudere lo scambio di mail del 1° marzo ricordando a Crisanti che «né alla richiesta di approvazione dei documenti in merito all’utilizzo di tamponi risalenti allo scorso ottobre, né allo specifico incontro del Comitato del 19.11» lo scienziato ha «fornito pareri, bozze o sintesi di relazioni o studi dei quali poter tener conto». Così Saia chiede a Crisanti di trasmettere al Comitato scientifico «tutti gli elementi ritenuti meritevoli di valutazione»
Intanto l’opposizione in Consiglio regionale (Partito Democratico, Veneto che Vogliamo, Europa Verde e Movimento Cinque Stelle), con il portavoce Arturo Lorenzoni, si schiera al fianco di Crisanti: «Denunciare i rischi di una strategia fondata sull’uso massiccio di test rapidi non è gettare discredito sulla sanità veneta, ma esprimere un parere da esperto. Del resto è innegabile che il ruolo del professor Crisanti nella prima ondata della pandemia è stato fondamentale per ridurre contagi e mortalità». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
ndr) e alla direzione Aopd (l’Azienda ospedaliera di Padova, ndr) che alcuni campioni che risultavano negativi ai tamponi antigenici avevano delle cariche virali incompatibili con problemi di sensibilità dei test. Inoltre diversi componenti del Comitato tecnico scientifico avevano già da tempo sollecitato una riunione per discutere le prestazioni dei test antigenici. Tutto ciò è stato ignorato. Appena avrò finito di scrivere l’articolo scientifico sarà mia premura condividerlo come sempre ho fatto».
LA REPLICA Dunque, Crisanti dice di aver fatto presente. Ma come? Con quali studi? Con quali atti? Saia ribatte immediatamente al virologo: «Le faccio presente che né alla richiesta di approvazione dei documenti in merito all’utilizzo di tamponi risalenti allo scorso ottobre, né allo specifico incontro incontro del Comitato del 19.11, nel corso del quale è stato affrontato l’argomento tamponi rapidi a seguiti della posizione espressa dai componenti il 17.11, la signoria vostra ha fornito pareri, bozze o sintesi di relazioni o studi dei quali poter tener conto». Quindi l’invito: visto che l’intervista al giornale «è basata su osservazioni non disponibili nell’autunno scorso», Crisanti è pregato di «trasmettere al Cts tutti gli elementi ritenuti meritevoli di valutazione». A distanza di quasi due mesi non risultano pervenuti scritti. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENERDÌ 30 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il rischio sanitario in Veneto la campagna di immunizzazione accelera
Da oggi 43 mila vaccini giornalieri Regione: over 40 prima dell’estate Si resta in zona gialla con Rt 0,86. «Serve rigore, o si va in arancio». Il 13 maggio arriva Figliuolo Filippo Tosatto / VENEZIA
Piovono vaccini. L’improvvisa disponibilità di dosi (quasi 400 mila quelle attese entro la fine della settimana) consente al Veneto una drastica accelerazione: da oggi il target quotidiano di inoculazioni raddoppia a 43 mila e le adesioni fioccano. Nelle ultime ventiquattr’ore - fa sapere Luca Zaia - ben centomila over 60 hanno prenotato on line sul portale della Regione: «Ci sono ancora 64 mila posti liberi, l’agenda resterà aperta fino al 19 maggio ma l’invito è quello di affrettarsi, scegliete la data più vicina, se i tanti accessi provocano un ingorgo non scoraggiatevi e riprovate. C’è spazio per tutti, prima chiudiamo con i sessantenni e meglio è».
ordinanza
E Venezia teme l’assalto Primo maggio a Venezia, si teme l’ondata di visitatori. Il Comune guidato dal sindaco Luigi Brugnaro vara un’ordinanza per evitare assembramenti nelle zone “calde”: Campo Santa Margherita e Campo San Giacometto saranno controllati. A sinistra assembramenti in Strada Nuova. Qui sopra il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, che arriverà in visita nel Veneto il 13 maggio.
APPELLO A SCEGLIERE DATE RAVVICINATE
La coorte in questione - ritenuta cruciale perché composta da persone ancora in età produttiva ed esposte in misura sensibile al Covid - comprende 558.464 uomini e donne, dei quali 458. 222 mila in attesa di vaccinazione a fronte di circa 242 mila convocazioni già in calendario. Di questo passo, insomma, l’obiettivo potrebbe essere centrato in largo anticipo rispetto al programma di partenza e la circostanza spinge il governatore a suonare la grancassa: «Se tiriamo così forte, potremo arrivare a mettere in sicurezza non soltanto gli over 50 ma anche i quarantenni prima dell’estate, stiamo “martellando” ad una media che non si è mai vista in una regione di 4 milioni e 900 mila abitanti». Tant’è. Ad oggi, il 21% dei veneti ha ricevuto almeno una dose e se le forniture confermate da Pfizer, Moderna e J&J inducono all’ottimismo,
Sono disponibili quasi 400 mila dosi, boom di prenotazioni on line tra i sessantenni AstraZeneca continua a suscitare perplessità («Devono fare chiarezza sui richiami, ce li garantiscono o dobbiamo provvedere con prodotti terzi?») mentre del vaccino italiano a vettore virale, in corso di sperimentazione anche a Verona, si sono perse tout court le tracce. .. «Non sappiamo nulla sul futuro di Reithera, lì c’è un po’ di nebbia, ma sapevamo che sareb-
be arrivata buona ultima, visto il cronoprogramma». L’ANDAMENTO EPIDEMIOLOGICO
Che altro? Il venerdì è giornata riservata alla riclassificazione ministeriale dei colori di rischio; scontata la permanenza veneta in giallo, si è accesa però una spia d’allarme. «L’incidenza dei positivi è 126 per centomila abitanti, 17% il tasso di occupazione dell’area ospedaliera non critica, 18% in terapia intensiva, numeri largamente inferiori alla soglia d’allerta», snocciola il governatore «tuttavia l’indice di trasmissibilità del Covid è salito a 0, 86, basta un attimo per arrivare
Le regole per i risparmi fiscali
Pannelli solari la scossa del superbonus
Appello ad evitare assembramenti durante il fine settimana a 1 e passare in arancione, dipende da noi, dal comportamento di tutti noi. Abbiamo già qualche segnale di assembramenti da spritz, questo week end rappresenterà la prova del nove, siamo chiamati ad agire in modo responsabile pena vanificare i progressi compiuti sul versante epidemiologico. L’ultima battuta è riservata all’assessore alla sanità, reduce
dall’ennesima riunione dedicata alle case di riposo. LANZARIN E LE VISITE IN CASA DI RIPOSO
«Vogliamo ripristinare i contatti tra ospiti e visitatori, sia pure con limiti e in sicurezza, perché in troppi istituti gli anziani permangono in condizioni di isolamento. Per farlo, tuttavia, dobbiamo concordare un protocollo con le altre regioni e confrontarci con il ministero», le parole di Manuela Lanzarin «ci stiamo lavorando intensamente perché si tratta di una criticità che investe i sentimenti e gli affetti di persone già duramente provate». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
la ricerca del Bo
Ultravioletti per sanificare Efficaci contro il virus PADOVA
La luce ultravioletta può essere utilizzata per sterilizzare le superfici e inattivare anche il coronavirus Sars-CoV2. Una ricerca condotta dai dipartimenti di Ingegneria dell’informazione (Dei) e Medicina molecolare del Bo, e pubblicata sulla rivista “Materials”, mostra come la luce ultravioletta possa essere utilizzata per la sanificazione di oggetti e superfici in alternativa agli agenti chimici solitamente impiegati a questo scopo. La luce Uv utilizza l’energia dei fotoni per danneggiare il Dna di virus e batteri, ed è particolarmente utile per sanificare oggetti di uso quotidiano che possono passare frequentemente di mano in mano. È il caso – fa notare lo studio – di palloni e attrezzature sportive, che sono difficilmente trattabili altrimenti. Il sistema sviluppato dall’ateneo ha un costo di utilizzo irrisorio – con 1 euro si effettuano più di 5000 sanificazioni – e massima semplicità d’uso perché non richiede ricambio materiali, asciugatura o altre azioni. Ogni ciclo garantisce una sanificazione completa, che invece, con altri sistemi chimici, dipende dalla quantità dispensata dall’operatore. Sebbene diversi studi avessero già mostrato l’efficacia degli ultravioletti contro il coronavirus, i ricercatori padovani hanno studiato l’efficacia del meccanismo in un contesto reale, quello dei palazzetti e delle palestre. «È una tecnologia efficace», ha detto Claudia Del Vecchio, ricercatrice del dipartimento di Medicina Molecolare. «I test che abbiamo condotto dimostrano che basta un minuto di irraggiamento per ottenere un’azione virucida del 99, 9%». — ROBERTO RAFASCHIERI
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Lo scontro politico LA POLEMICA VENEZIA La puntata di Report di lunedì scorso sulla gestione della pandemia in Veneto continua a tenere banco nei palazzi della politica, alimentata anche dalle notizie di due inchieste della magistratura, a Padova e Vicenza, più un esposto presentato da Azienda Zero nei confronti del professor Andrea Crisanti per diffamazione. Chiunque, a questo punto, sarebbe curioso di vedere, nel caso non l’avesse già visto, il programma di Rai Tre, ma tra questi non c’è il presidente del Veneto Luca Zaia. «Report? Non lo voglio vedere prima di andare in consiglio regionale», ha detto il governatore riferendosi alla seduta della Quinta commissione Sanità in programma martedì, prima della riunione dell’assemblea legislativa, alla quale parteciperà assieme ai tecnici della sanità veneta. Un sassolino, però, Zaia se l’è tolto: «Quanto mi fanno parlare in Report? Un minuto? Due? Beh, ho avuto un cameo pur rilasciando una intervista di mezz’ora». Ma per il Pd bisogna fare chiarezza: i deputati dem hanno chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di disporre una indagine ispettiva sulla gestione dell’emergenza Covid in Veneto dove tra novembre e gennaio si è registrato il più alto tasso di mortalità in Italia.
LA DIFESA Sull’utilizzo dei test rapidi antigenici - quelli contestati dal virologo Crisanti in quanto ritenuti poco attendibili e che avrebbe-
«È UNA DIAGNOSTICA UTILIZZATA DA TUTTE LE REGIONI A LIVELLO NAZIONALE E MONDIALE. SE NON FUNZIONA, È PROBLEMA DELL’AZIENDA»
L’UNIVERSITÀ PADOVA «Non è il tempo delle polemiche». Con queste parole il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, prende le distanze dallo scontro tra la Regione e il microbiologo Andrea Crisanti. A seguito di una segnalazione di Azienda Zero, lo scienziato è indagato dalla Procura di Padova per l’ipotesi di diffamazione ai danni della sanità veneta. L’ateneo patavino ha fatto sapere che in situazioni simili non è prevista alcuna sanzione disciplinare: pur essendo direttore dell’Istituto di microbiologia dell’Università di Padova, il professor Crisanti è un dipendente della sanità del Veneto. Eventuali provvedimenti, dunque, sono a capo di Azienda Zero. «L’Italia ha sofferto 120mila morti per Covid, siamo il primo Paese in Europa, registriamo 350 vittime al giorno – dice Rizzuto -. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme è lavorare a testa bassa per risolvere questa terribile pandemia. A me piacerebbe che a Padova venisse data voce ai medici in pri-
L’UNIVERSITÀ DI PADOVA NON PRENDERÀ PROVVEDIMENTI A CARICO DI CRISANTI: «È UN DIPENDENTE DELLA SANITÀ DEL VENETO»
Zaia: «Con i test rapidi scoperti più positivi che con i molecolari» Il governatore cita i dati contro le accuse `I deputati del Pd chiedono al ministro di Crisanti: «Fu scelta tecnica, non politica» Speranza di disporre un’indagine ispettiva `
ro causato i contagi, e quindi le morti, nelle Rsa - Zaia ribadisce che la scelta non è stata politica ma tecnica. «Noi abbiamo aderito alle indicazioni dei tecnici rispetto a una diagnostica per lo screening utilizzata da tutte le Regioni a livello nazionale e mondiale. Se qualcuno dimostrerà che questa diagnostica ha performance diverse rispetto a quelle dichiarate, sarà un problema dell’azienda produttrice». E ancora: «Voglio ricordare che a marzo 2020 facevamo 2mila tamponi molecolari al giorno e abbiamo avuto meno morti rispetto a dicembre, quando ne facevamo 75mila al giorno, di cui 22-25 mila molecolari. Capite che non torna il conto. Lasciamo perdere i tamponi rapidi: ma di molecolari rispetto a marzo e alla prima ondata ne facevamo dieci volte di più e abbiamo avuto sulla mortalità un esito peggiore. Se avessimo immaginato di fare solo i molecolari avremmo fatto 22-23mila tamponi al giorno e quindi avremmo lasciato a piede libero almeno due terzi dei positivi che ogni giorno si trovavano con i test rapidi. Non
Dopo l’inchiesta di Report i deputati del Partito Democratico hanno depositato una interrogazione chiedendo al ministro della Salute, Roberto Speranza, di disporre una indagine ispettiva. L’obiettivo? «Offrire serenità ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari impegnati in Veneto nella lotta alla pandemia - dicono i firmatari dell’interrogazione Roger De Menech, Alessia Rotta, Diego Zardini, Nicola Pellicani, Alessandro Zan e Gianni Dal Moro -. Dare certezze ai cittadini che non capiscono cosa sia veramente successo nella nostra regione durante la seconda ondata di Covid-19». Al ministro è stato chiesto «quali misure urgenti di sua competenza intenda adottare per fare piena chiarezza sugli avvenimenti che si sono verificati durante la seconda ondata epidemica e sulla gestione della sanità veneta e, in particolare se non ritiene necessario avviare un’indagine ispettiva al fine di verificare che vi sia stato il rispetto del diritto alla salute così come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione». Alda Vanzan
«A MARZO DUEMILA TAMPONI E MENO MORTI CHE A OTTOBRE QUANDO NE FACEVAMO 22MILA: CAPITE CHE IL CONTO NON TORNA»
GOVERNATORE Luca Zaia, leghista, guida la Regione del Veneto dal 2010
progetto di screening per valutare le metodiche oggi a disposizione. Nelle scuole del territorio saranno utilizzati e messi a confronto tamponi rapidi, salivari e molecolari. Il nostro compito è continuare a impegnarci per migliorare le opportunità che abbiamo a disposizione. Il nostro mestiere è fare assistenza e fare scienza: ovvero analizzare criticamente
ogni possibilità con studi rigorosi, per capire cosa è stato fatto e se è migliorabile».
MALUMORE Se da un lato il rettore Rizzuto cerca di evitare ulteriori polemiche, dall’altro a palazzo Bo cresce il malumore. Il fatto che il professor Crisanti da sempre sia protagonista nell’emergenza pandemica non è gradito a
“Fondazione Ing. Aldo Gini”
ma linea, sono loro che assistono i malati Covid, gli angeli che ci siamo tutti un po’ dimenticati. E parlo del professor Roberto Vettor, del professor Paolo Simioni, della professoressa Annamaria Cattelan e del dottor Andrea Vianello, solo per citarne alcuni». La richiesta è che l’eccellenza ospedaliera universitaria non venga messa in ombra da altre logiche. La volontà del Bo, dunque, è di passare oltre. «In scienza si può sempre migliorare – sottolinea Rizzuto -. Proprio in queste settimane, d’intesa con la Regione Veneto e con l’Ufficio scolastico regionale, partiamo con un importante
LA RICHIESTA
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Il rettore del Bo: «Non è tempo di polemiche siamo scienziati, lavoriamo con la Regione»
RETTORE Rosario Rizzuto
serve che stia neppure più a dirle queste cose, mi sembrano ovvie. È un uomo che si mangia la cosa: avete presente l’uomo nella giara di Pirandello? Salviamo l’uomo o rompiamo la giara? Rompiamo la giara o salviamo l’uomo? Se la teoria è che il tampone rapido non funziona e fa morire la gente è altrettanto vero che trova due terzi di positivi dove non arriva il molecolare».
Istituita con D.P.R. 02.08.1982 n. 895 - G.U. 04.12.1982 Iscritta al n. 19 Registro Persone Giuridiche presso la Prefettura di Padova La Fondazione Ing. Aldo Gini con sede in Padova, Via VIII Febbraio 1848 n.2, codice iscale e P.IVA 00875020281, INTENDE VENDERE fabbricato e terreno circostante in Musile di Piave (VE), ai civici n. 40-42 di via Case Bianche dove questa fa angolo con la S.P. n. 44 Musile/Caposile. Catastalmente scritti nella mappa e nelle visure catastali con le particelle n. 757 il fabbricato e la corte, n. 829, 830, 831, 832, 833, 47 e 178 il terreno. PREZZO DI STIMA Euro 1.015.000,00 OFFERTE Gli interessati possono presentare offerta indirizzata a: FONDAZIONE ING. ALDO GINI –Via VIII Febbraio 1848 n. 2 - presso Rettorato dell’Università degli Studi di Padova – 35122 Padova al prezzo di stima o in aumento per valori pari a 10.000 Euro o suoi multipli. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13.00 del 13 maggio 2021 L’apertura delle offerte pervenute avverrà in seduta pubblica in data 17 maggio 2021 presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Padova. Per informazioni: gini@unipd.it
Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze
Milano
Tel. 02757091
Napoli
Tel. 0812473111 Fax 0812473220
Roma
Tel. 06377081
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Fax 027570242 Fax 0637724830
L’Istituto Oncologico
Lo Iov conferma il riconoscimento di eccellenza europea «Negli anni, grazie a scelte sanitarie che hanno sempre privilegiato il progresso della qualità, lo Iov è progressivamente cresciuto ed è oggi un punto di riferimento internazionale, anche per l’organizzazione a rete che abbiamo deciso di dare all’oncologia veneta, della quale lo Iov è un fulcro». Così il governatore veneto Luca Zaia ha commentato il nuovo, importante riconoscimento internazionale giunto all’Istituto oncologico veneto (Iov) che ha confermato l’accreditamento da parte della Organization of european cancer institute (Oeci), di “Comprehensive cancer center”: è il massimo riconoscimento attribuito dall’Oeci, che si ottiene solo soddisfacendo 63 diversi standard, suddivisi in 272 requisiti. F.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
tutti. Tutto inizia nel 2017, quando Crisanti viene accolto all’università di Padova come “cervello di ritorno”, nella rosa dei dieci professori che avevano carriere avviate nelle più importanti università europee e mondiali. Questa comunque non è la prima volta che il rettore Rizzuto prende le distanze da esternazioni dello scienziato. È già accaduto a novembre dello scorso anno, quando si è iniziato a parlare concretamente di campagna vaccinale antiCovid. Crisanti al Festival della divulgazione scientifica di Focus a Milano, disse: «Senza dati a disposizione io non mi farei il primo vaccino, perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie».La replica di Rizzuto fu netta: «Il vaccino è uno strumento fondamentale e la sicurezza è garantita da rigorosi controlli che precedono il rilascio. Quindi abbiamo grandi aspettative e nessuna esitazione ad utilizzarlo quando sarà disponibile». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
«A ME PIACEREBBE CHE VENISSE DATA VOCE AI MEDICI IN PRIMA LINEA, CHE ASSISTONO I MALATI COVID, GLI ANGELI CHE CI SIAMO TUTTI DIMENTICATI»
Belluno Venerdì 30, Aprile 2021
OLTRE LE VETTE: “PER GRAZIA RICEVUTA” IL CONCORSO CHE ESORCIZZA IL VIRUS
San Pio V. Elevato dall’Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesistica e promosse la propagazione della fede.
11°C 16°C Il Sole Sorge 5.58 Tramonta 20.17 La Luna Cala 8.16
Le iniziative del Csv
Il video Una coreografia di moto e danza col binomio Cab Alvaro Dal Farra
Trentin a pagina VIII
Progetti sociali, un tesoretto per ripartire dopo la pandemia Il Centro servizi del volontariato di Belluno e Treviso lancia il bando di coprogettazione sociale e mette sul piatto 238mila euro
A pagina XV
Fant a pagina VIII
Medici no vax, ultimatum dell’Ulss Partono le lettere: cinque giorni per mettersi in regola ` All’inizio erano 150, poi il numero degli obiettori è sceso altrimenti scatta la procedura che porta alla sospensione Intanto sono sempre di più i “furbetti del tracciamento” `
Il primario
«In ospedale un ambulatorio per i fragili» Era arrivato in piena pandemia a marzo 2020. Dopo un anno in trincea il primario malattie infettive del San Martino di Belluno, Renzo Scaggiante, sta lavorando all’apertura di un ambulatorio per le vaccinazioni da lui diretto per sconfiggere il virus. Pra Baldi a pagina II
Dialogo finito: l’Ulss Dolomiti passa al contrattacco. Il medico competente ha cominciato ad inviare le lettere ai dipendenti non vaccinati, comunicati dalla Regione, avvisandoli che hanno 5 giorni di tempo per vaccinarsi. Altrimenti scatta la sospensione dal servizio. I sanitari di Ulss 1 Dolomiti, che non si sono vaccinati all’inizio erano circa il 5%: circa 150 persone sul totale dei 3mila dipendenti. Il dato poi è sceso e ci si attende che scenda ancora con la lettera. Intanto anche nel tracciamento dei contatti ai positivi spuntano i “furbetti”: non danno i nomi per timore della quarantena. Piol a pagina II
Calcio a 5 Tutti con il giocatore operato per un tumore
Il progetto
Olimpiadi: «Monorotaia per arrivare a Cortina»
La Cna: flussi calati del 50 per cento si dovrà puntare sulla gente del posto `
Borgo Valbelluna
Minacce la ex con la pistola «Sono un mafioso» Minacciava la ex anche con laa pistola. Diceva di essere un ex agente segreto in contatto con la mafia russa. Ieri la donna è stata sentita come teste in Tribunale. Piol a pagina XI
Giorik, vittoria dedicata a Christian MAGLIETTA numero 10, quella di Dos Santos: la esibisce prima della gara poi vinta dalla Giorik Sedico (4-2 al Giorgione e qualificazione ai playoff di calcio a 5) uno dei bellunesi che a sua volta indossa una t-shirt dedicata al “fratello” sudamericano, operato martedì per un tumore A pagina XIV
Cortina, sequestrato di nuovo l’hotel Ampezzo Sembra ormai un braccio di ferro quello innescato sull’hotel Ampezzo di Cortina, da ieri tornato sotto sequestro dopo la sentenza della Cassazione che rispediva tutto al Tribunale del riesame di Belluno. Ieri è arrivata la decisione che accoglie la richiesta della pubblica accusa di rimettere i sigilli, cancellando così il primo ricorso che dava ragione alla proprietà. Torna così a fermarsi il cantiere da 16 milioni di euro, affidato alla trevigiana Cev, avviato dalla società Lajadira srl. Il sindaco Gianpietro Ghedina: «L’augurio è che il cantiere possa riprendere al più presto, con tutti gli atti regolari e in ordine». A pagina XIII
Le crisi aziendali
Acc e Ideal, l’appello di De Bona «Si muovano i ministri bellunesi» Ieri il Consiglio di sorveglianza sul caso Acc e la costituzione di un organismo analogo per Ideal Standard. A rischio quasi 800 posti lavoro. Duro il commento del decano della politica Oscar De Bona: «Abbiamo due ministri di Trichiana - dice - e su di loro bisogna puntare. D’Incà dovrebbe minacciare di dimettersi per avere ascolto». IL CANTIERE L’albergo Ampezzo al centro di un braccio di ferro
Travolto da una motozappa in retromarcia Tanta paura, ieri, per Paride Spilimbergo, 68 anni, che è rimasto ferito mentre stava eseguendo lavori nel suo orto. L’uomo, in un incidente domestico, è rimasto intrappolato con la gamba sinistra sotto la moto-zappa. È stato subito soccorso dal vicino di casa, un geometra che conosceva le tecniche di primo soccorso e ha subito bloccato la ferita da dove l’uomo perdeva molto sangue. Ieri in serata è stato operato. Bonetti a pagina X
Turismo pre covid «Lo rivedremo soltanto nel 2023» Il turismo tornerà a rimettersi in moto? Sì, ma i valori della pre-pandemia torneranno solo nel 2023. È stato detto ieri nell’incontro di Cna Veneto (Confederazione nazionale dell’Artigianato) sui dati relativi all’impatto del Covid sull’economia del Veneto, come fotografato dal Focus dell’Osservatorio Economia e Territorio. La filiera turistica è stata tra le più colpite, con flussi dimezzati del 50%: ora si dovrà puntare ad un tipo di turismo più a misura d’uomo e a “chilometri zero”. Fant a pagina III
Alano
Scarton a pagina XI
L’INTERVENTO Oscar De Bona
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
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Mobilità alternativa tra Ponte nelle Alpi e Cortina: sul tavolo della Provincia ci sono le tre ipotesi ferroviarie cadorine, quelle del treno via Belluno-Agordo ma anche un’altra, sempre di impostazione agordina, su monorotaia. A presentarla è Fernando De Simone, per il gruppo svizzero Intamin Transportation. E assicura: «È l’unico che sarebbe realizzato entro le Olimpiadi del 2026». Gabrieli a pagina XII
III
Primo Piano
Venerdì 30 Aprile 2021 www.gazzettino.it
Imprese determinate a non pagare «Ma così il Mose rischia di saltare» `«Un prestito ponte per far ripartire i lavori» Respinta la richiesta del liquidatore Miani di saldare i 57,8 milioni di debiti del Consorzio La città rischia di tornare in balia dell’acqua alta `
L’IMPASSE MESTRE La situazione è paradossale: le imprese che avanzano 20 milioni di euro per opere già realizzate “costrette” a sborsarne quasi 58 per garantire l’operatività del Consorzio Venezia Nuova; il Mose costato 6 miliardi che rischia di essere bloccato all’ultimo miglio, con le imprese indebitate e impossibilitate a completare i lavori. E il commissario liquidatore del Cvn che, prima di procedere a chiudere il Consorzio, è tenuto in base al mandato a ”ultimare le attività di competenza del sistema Mose”, ovvero a finire quelle opere che le imprese in realtà non possono completare perché sono a rischio default, e in tempi brevi.
TEMPESTA PERFETTA
GRANDI NAVI Primo sì al Senato al decreto legge sul futuro assetto delle navi da crociera a Venezia; ora il testo va alla Camera
creto ora dovrà superare il dibattito alla Camera e dovrà essere convertito in legge entro il 31 maggio, pena la decadenza. Si tratta di capire come si svilupperà il confronto tra Pd e Cinque Stelle, o se sarà il Governo stesso, all’interno del quale si è creata una divergenza di vedute, a correggere il tiro. Intanto le navi, anche quelle superiori alle 40 mila tonnellate, passeranno per San Marco e attraverso il canale della Giudecca, nell’imminente avvio della stagione crocieristica, raggiungeranno la Marittima. L’unico terminal attualmente accessibile e attrezzato per garantire i protocolli di sicurezza anticovid per i passeggeri. Raffaella Vittadello © RIPRODUZIONE RISERVATA
strette a transitare per il bacino di San Marco. Si tratta proprio di quel Vittorio Emanuele del quale alcuni giorni fa la presidente della Commissione Ambiente del Senato, Maria Alessandra Gallone di Forza Italia, aveva proposto di inserire l’escavo all’interno del Decreto legge che vara il concorso di idee su un porto in mare
«È la tempesta perfetta», sintetizza il direttore di Legacoop Veneto Mirko Pizzolato, che assieme al presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari, lancia l’allarme dopo avere ricevuto l’intimazione del commissario liquidatore Massimo Miani di versare 57,8 milioni per saldare i debiti pregressi del Consorzio. La richiesta, codice alla mano, è legittima, dato che le imprese consorziate sono tenute a mettere a disposizione i mezzi necessari al funzionamento del Consorzio. Il problema è che quei debiti derivano dalla gestione precedente, dallo scandalo giudiziario che ha moltiplicato i costi e bloccato a lungo i lavori, e da un’operatività che il regime commissariale ha successivamente ridotto al minimo. E la richiesta del liquidatore Miani (rivolta anche ad aziende che hanno avviato la procedura fallimentare come Mantovani e Condotte) rischia di af-
aperto, proposta bocciata per l’opposizione soprattutto del Pd. Quanto alle bonifiche dei terreni, su una superficie di 1.618 ettari, il Sin risulta caratterizzato al 95 per cento, ma con procedimento di bonifica o messa in sicurezza concluso appena sul 17 per cento dei terreni e sull’11 per cento delle falde. Inoltre i lavori dei marginamenti per isolare l’area industriale dalla laguna impedendo che i veleni finiscano in acqua sono fermi dal 2013: ne sono stati realizzati 41.361 metri su un totale di 45 chilometri e 368 metri previsti; mancano dunque ancora 4.277 metri da chiudere ad opera del Provveditorato alle opere pubbliche e 1.350 metri della Regione; e per completare questi lavori il ministero dell’Ambiente deve stanziare altri 111,4 milioni di euro. Se non si finisce vengono vanificate le opere finora eseguite e i relativi costi, con conseguenti profili di danno erariale. Anche perché senza bonifiche e senza marginamenti la reindustrializzazione di Porto Marghera e il recupero ambientale sono bloccati. E.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
APPELLO Il presidente dell’Ance Salmistrari e il direttore di Legacoop Pizzolato; a lato la bocca di porto di Malamocco
fossare le imprese locali come il Consorzio San Marco e Kostruttiva, che hanno fatto funzionare il Mose fino ad ora e che anche a Capodanno hanno monitorato per tre giorni di seguito l’andamento delle maree alle bocche di porto. «Oggi i lavori sono fermi - ammette Salmistrari - Il fatturato prodotto fra il 2015 e il 2019 è stato di 656 milioni, mentre nel solo 2013 ammontava a 595 milioni. Voglio dire che il Consorzio non può essere gestito solo da amministratori. L’errore è stato non coinvolgere nella gestione chi sa fare le opere e gestire
LE AZIENDE CONSORZIATE SONO CREDITRICI DI CIRCA 20 MILIONI PER LAVORI GIÀ SVOLTI IN ATTESA DI ESSERE SALDATI DAL COMMITTENTE
LA RIUNIONE VENEZIA Un copione simile a quello visto l’anno scorso, alla riunione del Comitato di Gestione del Porto. Tema l’approvazione della variazione ai residui e passivi dell’esercizio finanziario 2020 e il rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2020: Fabrizio Giri, in rappresentanza della Città Metropolitana di Venezia, e Maria Rosaria Anna Campitelli, in rappresentanza della Regione Veneto, hanno chiesto e ottenuto il rinvio della discussione dei primi due punti all’ordine del giorno, per avere più tempo per approfondire l’inserimento delle poste in bilancio connesse all’esecuzione del contratto tra e autorità portuale e la società Venice.Ro.Port.Mos in riferimento all’atto aggiuntivo del 2020 e ai pareri formulati dall’Avvocatura dello Stato. Sulla falsariga di quanto avvenuto nel 2020, quando la bocciatura del bilancio aveva portato al commissariamento dell’ente retto allora da Pino Musolino, subentrato poi a se stesso in qualità di commissario, sostituito dal Provve-
le aziende».
SENZA RISORSE Quelle stesse aziende, rimarca Pizzolato, hanno fatto da tramite con le banche per garantire finora il finanziamento dei lavori, e sarebbero disponibili a farsi garanti per chiedere un prestito ponte in grado di far ripartire i lavori e completare il sistema Mose. In realtà il Cipe dovrebbe erogare, il prossimo 5 maggio, 538 milioni per proseguire i lavori del Mose. Ma quei soldi, per le autorità contabili, non possono essere utilizzati per coprire i debiti pregressi, e in ogni caso ci vorrà circa un anno perché diventino spendibili. Ma senza le risorse per far funzionare il Consorzio le opere non possono andare avanti: «In autunno - avverte Pizzolato - le imprese che hanno garantito finora il funzionamento del Mose rischiano di non esistere più, perché non sono state pagate ma hanno dovuto garantire gli
stipendi ai propri dipendenti». A rischio, secondo i conti di Legacoop e Ance, sono 70 imprese e qualcosa come 1.500 dipendenti. «E nessuno pensi di poterle sostituire con un “cavaliere bianco” - avvisa Salmistrari alludendo a grandi imprese sostenute dallo Stato perché nessun altro al momento è in grado di completare i lavori per la salvaguardia di Venezia».
LA TRATTATIVA L’unica alternativa è che lo Stato coinvolga le imprese per trovare una soluzione in grado
SALMISTRARI (ANCE): «L’ATTIVITÀ NON PUÒ ESSERE GESTITA DA AMMINISTRATORI ANDAVANO COINVOLTE LE STESSE AZIENDE»
Porto, rinviata la discussione sul bilancio 2020
PORTO Rinviata la discussione sul bilancio
FABRIZIO GIRI PER CITTA’ METROPOLITANA E ANNA CAMPITELLI PER LA REGIONE HANNO CHIESTO DI POTER APPROFONDIRE
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ditore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone da qualche mese sempre in qualità di commissario e infine da un nuovo presidente che deve ancora insediarsi formalmente, ovvero Fulvio Lino Di Blasio. L’Autorità portuale ha comunicato che la commissione con-
di far funzionare il Consorzio, ultimare le opere e salvare le aziende. Il meccanismo ipotizzato è quello di un prestito ponte per fare in modo che i lavori possano riprendere in tempi rapidi. Da questa somma le imprese ricaverebbero il “fee consortile”, ovvero l’aggio del 12% necessario a far funzionare il Consorzio che solo a quel punto, una volta conclusi i lavori del Mose e le opere complementari, potrà essere liquidato. «Da veneziano - conclude Salmistrari - lancio un grido d’allarme a tutta la città. I veneziani ormai si sono abituati a rimanere all’asciutto con l’acqua alta. Ora non ci si può permettere di non far funzionare il Mose, costato sei miliardi, e di compromettere la salvaguardia della laguna». «E in ogni caso - chiarisce Pizzolato - non accoglieremo la richiesta del commissario liquidatore». Alberto Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
sultiva per i Porti di Venezia e Chioggia ha determinato di incrementare di una unità il numero delle imprese concessionarie di banchina che movimentano merci conto terzi in settori strategici per lo scalo veneziano per il 2021. Si è invece deciso di mantenere al massimo tre autorizzazioni per le imprese non concessionarie che operano per conto terzi, e di innalzare a sei sia le autorizzazioni per le attività di impresa di trasporto di rinfuse e sia di colli eccezionali nel porto lagunare. È stato definito l’organico della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali inalterato nel porto di Venezia e di 29 unità nel porto di Chioggia. Parere favorevole sull’analisi annuale dei requisiti dei concessionari e dell’attuazione degli investimenti previsti nel programma operativo da parte delle imprese portuali concessionarie per l’anno 2020 e 2021. E infine rilasciate due concessioni di 4 anni a Arkema, azienda chimica da 50 dipendenti e e Italgas reti per dar corso a un cantiere per il rifacimento dei tratti di emersione della rete. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IX
Porto Viro Taglio di Po Rosolina
Venerdì 30 Aprile 2021 www.gazzettino.it
Pronti 55 milioni di euro per il Delta `Negli obiettivi la promozione a grandi attrattori turistici Saranno stanziati attraverso il pacchetto di sostegni all’economia dei Comuni col Piano di ripresa e resilienza dei parchi regionali del Delta di Veneto ed Emilia Romagna `
PORTO VIRO Il Consiglio dei ministri ha approvato il Piano Nazionale di ripresa e resilienza che destina circa 6 miliardi di euro per la cultura. Gli interventi mirano a dare un impulso a un settore considerato strategico per la ripartenza del Paese. Il Parco del Delta del Po, con uno stanziamento di 55 milioni di euro, rientra tra i 14 progetti strategici inseriti dal Governo nel Piano per i Grandi attrattori culturali del valore di 1,460 miliardi di euro. «La cultura darà un grande contributo alla ripartenza del Paese e il potenziamento del progetto integrato del Parco del Delta del Po, un’area riconosciuta riserva della biosfera dall’Unesco, dove la relazione che lega uomo e ambiente è più che mai stringente, permetterà di dare slancio alle potenzialità turistico-culturali dell’intero territorio». Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato la destinazione delle risorse per il potenziamento del Parco del Delta del Po sia Veneto che Emiliano-Romagnolo, nell’ambito del Piano grandi attrattori culturali in seno al Piano nazionale di ripartenza e resilienza. Il progetto integrato tra Regione Veneto ed Emilia-Romagna si propone di potenziare l’attrattività turistica e contribuire allo sviluppo delle aree del Parco del Delta attraverso una serie di interventi che in
modo sinergico agiscono lungo diverse linee di azione. In particolare, il progetto prevede il potenziamento del sistema di visita di ambienti naturalistici (pinete, pialasse, paludi, saline, parchi naturali), anche con punti di interesse culturale e naturalistico (piccoli musei diffusi, capanni birdwatching, camminamenti attrezzati sugli ambienti umidi); il potenziamento di punti di accoglienza (ospitalità, informazione, didattica ambientale) e di servizio e la creazione di un polo culturale integrato con realizzazione del museo della nave romana di Comacchio ed il restauro del comparto storico in cui è inserito. Gli interventi insistono su zone a forte connotazione naturalistica, storico-culturali e musei comunali e naziona-
li. COMUNI INTERESSATI
I destinatari dell’intervento saranno i territori dei Comuni del Delta del Po e dei due parchi regionali. «Sono soddisfatto per questa importante destinazione di fondi per i nostri due parchi - ha sottolineato Moreno Gasparini, presidente del Parco Veneto -, arriva in un momento di forte difficoltà
L’ASSESSORE CORAZZARI HA DEFINITO IMPORTANTE IL RISULTATO PERCHÉ POTRÀ FORNIRE UNA SPINTA FORMIDABILE ALLO SVILUPPO TURISTICO
PARCO DEL DELTA Colonia di fenicotteri rosa peculiarità unica
socio-economica per l’intera nazione e questa sensibilità per il potenziamento del sistema di visita degli ambienti naturalistici. Credo che il progetto incida positivamente sulla crescita del nostro territorio con benefici consistenti soprattutto per il settore turistico-culturale». «Abbiamo raggiunto un traguardo importante: uno dei nostri gioielli più significativi dal punto di vista ambientale e naturalistico, il Parco del Delta del Po, sarà sostenuto dal Pnrr con 55 milioni di euro. Dietro a questo risultato c’è un duro e costante lavoro di squadra, durato anni qui in Veneto, e che darà ossigeno a
questo territorio sia dal punto di vista turistico che occupazionale» ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia.
POTENZIALITÀ ECCEZIONALI Per l’assessore al Territorio Cristiano Corazzari: «È un risultato importante per tutta l’area deltizia, che è una delle aree umide più grandi e pregiate d’Europa. Come Regione del Veneto possiamo vantare un’area naturalistica eccezionale. Questo risultato è il frutto del lavoro, svolto in clima di grande collaborazione, tra il presidente Luca Zaia e il ministro della Cultura Dario Franceschini. Abbiamo già co-
struito una serie di progettualità sulle quali investire. Siamo certi che queste risorse potranno dare una spinta formidabile allo sviluppo turistico di tutto il Delta del Po, alla valorizzazione ambientale e naturale. Soprattutto ci sarà una particolare attenzione per le popolazioni residenti, per le attività umane presenti in loco, in particolar modo quelle legate alla pesca e all’agricoltura, che sono un punto di riferimento economico e di sostenibilità ambientale. Aggiungo che l’area è anche riconosciuta dal programma Uomo e Biosfera (Mab) Unesco, che la rende ambasciatrice, a livello internazionale, della sua bellezza e sostenibilità. Esprimiamo dunque grande soddisfazione per questo risultato - ha concluso Corazzari -. La logica è quella di non limitarsi alla conservazione e alla tutela, bensì di adoperarsi per la promozione e la valorizzazione dei territori, rendendo protagonista e artefice chi vive e lavora nel territorio». Coldiretti si è detta pronta a collaborare: «Siamo a completa disposizione per realizzare studi e progettualità che ben si collegano al nostro mondo
COLDIRETTI GIÀ PRONTA A COLLABORARE, MA IL PRESIDENTE SALVAN DENUNCIA IL PESSIMO BIGLIETTO DA VISITA DEI PARCHI FOTOVOLTAICI
Michelle fa sua la “caccia al leone” PORTO VIRO Per tredici giorni è rimasto acquattato tra gli alberi e i cespugli del parco naturalistico delle dune fossili di Fornaci, ma alla fine il fregio con leone di San Marco è stato ritrovato. Rispetto all’agosto scorso, quando nella prima edizione del concorso promosso dall’associazione Le Dune in collaborazione con Comune e Polizia Locale era stata necessaria una settimana di ricerche, questa volta il nascondiglio del leone era un po’ più difficile se è vero che ne ha richiesti ben tredici. Anche se a guardare bene, il gruppo di ragazzi che ha battu-
to a tappeto le Dune ci ha impiegato quattro giorni.
LA VINCITRICE A vincere la bicicletta messa in palio dal Comando di Polizia Locale è stata Michelle Bovolenta (in foto), studentessa di terza media che in città è nota
per le sue doti di ciclista (allieva del compianto Mirco Crepaldi) che da qualche anno ne fanno un prospetto da seguire con attenzione. «Il concorso ci è piaciuto - ha detto Bovolenta anche a nome degli amici -. Serviva costanza per raggiungere l’obiettivo e ci siamo impegnati davvero tanto. Ora abbiamo intenzione di mettere in palio la bici per raccogliere fondi da donare per la ricerca contro il cancro”. Un encomio per il successo nella caccia al leone e per la scelta di solidarietà da parte dei ragazzi è venuta dal sindaco Maura Veronese e dal vicesindaco Doriano Mancin. E.Gar.
TAGLIO DI PO
ROSOLINA L’isola di Albarella ospiterà nel fine settimana dell’ 1 e 2 maggio e in quello dell’8 e 9 maggio la manifestazione “Palestre aperte”. Un’iniziativa lanciata nel febbraio scorso per permettere alle palestre presenti nel territorio di tornare a svolgere attività fisica all’aperto e in sicurezza utilizzando gli spazi di Albarella e le attrezzature messe a disposizione dal partner tecnico Triform. Un veicolo per palestre ed istruttori per farsi conoscere dagli ospiti dell’isola, ma anche un modo per quest’ultima di aprirsi al territorio nel segno della collaborazione e della solidarie-
ALLENAMENTO In forma sotto il sole
tà. «Albarella è lieta di ospitare eventi dedicati allo sport che coniugano la valorizzazione con la promozione della sostenibilità ambientale - spiega il diretto-
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che in questi casi il transito andava eseguito seguendo le indicazioni stradali che assegnano la precedenza a chi percorre Corso Risorgimento. Nello stesso pacchetto sono compresi il ripristino di un punto luce in via papa Giovanni XXIII e uno in via delle Industrie in prossimità di via Murazze, entrambi incidentati, per poco più di 2.300 euro complessivi. Sempre un urto da parte di terzi aveva messo fuori uso in precedenza un corpo illuminante in via Mozart, costato circa 550 euro, mentre rimettere in funzione l’impianto nella laterale di via Salvo D’Acquisto aveva richiesto 6.240 euro. Per ripristinare i punti luce in via delle Industrie, danneggiati da scariche atmosferiche e atti vandalici, per far fronte alla spesa complessiva di circa 12.600 euro è venuto in soccorso il credito di poco più di settemila euro che il Comune vantava nei confronti di Finpesca. Enrico Garbin
Il Comune, attraverso l’ufficio Servizi Sociali, comunica che si è conclusa la selezione per l’impiego di cittadini disoccupati, inoccupati e lavoratori svantaggiati, per lo svolgimento di tirocini di reinserimento lavorativo presso il Comune di Taglio di Po. «L’intervento - spiega l’assessore ai servizi sociali Silvia Boscaro – è finanziato dal Comune e dalla Fondazione Cariparo. Il Progetto, denominato “Tirocini Sociali per l’inclusione socio lavorativa in Polesine” ha l’obiettivo principale di promuovere il recupero sociale e lavorativo anche delle nuove povertà riscontrate nell’ultimo anno causate dalla pandemia da Covid-19. I tirocini attivati saranno quattro, per la durata di quattro mesi a 18 ore a settimana. I tirocini prevedono manutenzione ordinaria edifici e aree pubbliche; giardinaggio di aree pubbliche e altri servizi di competenza comunale o individuati dal Comune a beneficio dei cittadini». I soggetti interessati dovevano essere residenti nel Comune disoccupati, inoccupati o lavoratori svantaggiati che si trovino in situazione di disagio economico o sociale e con attestazione Isee del nucleo familiare non superiore a 9.360 euro. Il termine per la presentazione è scaduto il 16 aprile. G.Dia.
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Corso Risorgimento, Consip adegua il semaforo con i led
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re generale Mauro Rosatti -. In questo periodo così complicato, per molte persone l’isola rappresenta il luogo ideale per fare sport in un contesto naturale». I due weekend che segnano un po’ la ripartenza per gli amanti del fitness e del wellness, hanno visto l’adesione da parte di molte palestre delle province di Padova e Rovigo, con il risultato di avere un calendario ricco di attività sportive da conoscere e da provare. Nel primo fine settimana ci saranno infatti le sessioni di Pound e strong nation a cura di Happy Fit di Rosolina, allo yoga, zumba e reggateon con Ilaria, Silvia e Salas di Rosolina Fitness, passando per il trekking con percorso alternativo curato da Adrian dell’Officina del movimento di Abano, mentre Byc Fit & Walking by Tilldend rappresenta una novità tutta da scoprire. E. Gar.
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Lavori sociali, iniziano i tirocini
PORTO VIRO
L’isola di Albarella diventa una palestra all’aria aperta
– spiega Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo -. Abbiamo sempre sostenuto che l’agricoltura e la pesca sono attività imprenditoriali custodi del territorio, delle tradizioni, del fascino stesso di questa provincia. Attendiamo di vedere la progettualità annunciata dall’assessore regionale e mettiamo a disposizione la nostra struttura e le nostre forze per realizzare qualcosa assieme, i nostri soci sono quello proprio quello che chiede Corazzari, protagonisti e artefici che vivono e lavorano nel e per il territorio. A maggior ragione – conclude Salvan –, a fronte dell’arrivo di investimenti per promuovere un’area naturalistica eccezionale, auspichiamo che il Pdl 41, ancora fermo nel suo iter di discussione e approvazione, sia lo strumento per creare armonia nella gestione del territorio, del suolo e dell’immagine del Polesine nella sua interezza. A fianco della notizia dei 25 milioni, balza all’occhio la situazione di alcuni Comuni interessati da progettualità di grandi impianti fotovoltaici che rischiano di essere approvati. I turisti, in futuro, proprio quelli che scelgono il Polesine come meta per le sue caratteristiche specifiche, potrebbero trovare, al loro ingresso nel Parco, qualcosa che fa a pugni con la natura del paesaggio e che potrebbe cancellare quella biodiversità che è il vanto del nostro Polesine». Giannino Dian
È entrata nel nono e ultimo anno la convenzione Consip per la gestione degli impianti di pubblica illuminazione e degli impianti semaforici. Con l’adeguamento del canone spettante per il 2021, alla ditta Simet che gestisce l’appalto saranno versati 477.614 per garantire l’ordinaria amministrazione. Oltre agli interventi garantiti da contratto, vanno sommati anche quelli che esulano dagli impegni ma sono necessari per mantenere in efficienza la rete della pubblica illuminazione. Gli impegni presi solo nelle ultime settimane vedono in primo luogo l’adeguamento a led del semaforo che regola l’intersezione tra le vie Zara, Battisti e Corso Risorgimento e costerà poco meno di 8.500 euro. Un intervento reso necessario dal grave guasto che per circa una settimana ha spento l’impianto, costringendo gli automobilisti ad un surplus di prudenza visto
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VENERDÌ 30 APRILE 2021 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
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Coronavirus: la pandemia nel Bellunese
Positivi omertosi sui contatti stretti L’Ulss: «Rischiamo nuovi contagi» Il direttore della Prevenzione: non fanno il nome neppure dei fidanzati, ma il tracciamento è essenziale Paola Dall’Anese / BELLUNO
Positivi al Covid non comunicano i nomi dei loro contatti stretti per evitare che finiscano in quarantena. Il fenomeno è stato denunciato dall’Ulss e in particolare dal Dipartimento di Prevenzione che su questo lancia l’allarme. Uno dei casi degli ultimi giorni riguarda una ragazza positiva che non voleva comunicare il nome del proprio fidanzato per non metterlo in difficoltà «perché deve lavorare». Ma poi grazie all’abilità del personale del contact tracing dell’Ulss 1 Dolomiti, il nome è saltato fuori e sottoposto al tampone il giovane è risultato infetto finendo così in isolamento. Sono all’ordine del giorno questi casi e ciò non facilita il lavoro di tracciamento dei contagi, ma soprattutto mette a rischio la tenuta del numero di positivi in provincia. È per questo che il direttore del-
la Prevenzione, Sandro Cinquetti, lancia l’appello alla popolazione perché comunichino i loro contatti, come richiesto dagli operatori. «Alcuni soggetti positivi non comunicano accuratamente i loro contatti stretti per il timore che questi vengano sottoposti a quarantena. Capisco che la gente è provata», commenta Cinquetti, «ma dobbiamo contrastare con ogni mezzo questi comportamenti: ora abbiamo una ventina al massimo una settantina di persone che vengono messe in isolamento o quarantena, ma se non limitiamo il propagarsi del virus, possibile solo tramite il tracciamento dei contatti, rischiamo di dover tornare alle restrizioni di prima, giocandoci così la stagione estiva e a nostra stessa economia. La casistica numericamente contenuta che stiamo registrando in questi giorni, se gestita con isolamenti e quarantene rigorosi è destinata a calare ulterior-
distretto
De Col: «Medici di base preziosi per vaccinare»
il bollettino
Un decesso in 24 ore Numeri in calo in tutta la provincia Una donna di 67 anni positiva al Covid è deceduta nelle ultime 24 ore nell’ospedale di comunità di Feltre. Salgono così a 632 i morti dall’inizio della pandemia. Intanto calano sempre di più i contagi: ieri si contavano 485 positivi in provincia, di cui 23 di nuova registrazione. Sono undici anche i pazienti ricoverati in area non critica di cui 15 a Belluno e 6 a Feltre. Sono sei invece i degenti delle Rianimazioni: due al San Martino e quattro al Santa Maria del Prato. Scendono a sette i pazienti positivi presenti nelle strutture di comunità provinciali: sei al padiglione Gaggia di Feltre e uno a Belluno.
La vaccinazione di un anziano da parte di un medico di famiglia
mente anche per effetto della efficace campagna vaccinale in corso», osserva Cinquetti. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di ciascun cittadino nel rispetto delle regole, nella precisione e puntualità comunicativa, sui contatti stretti a seguito di positività Covid, e nell’os-
servanza delle prescrizioni di isolamento e quarantena. Si tratta di sacrifici destinati al bene della famiglia e della comunità. Questa partita non si concluderà domani, proseguirà a lungo. Quindi per contrastare il Covid è importante una diagnosi tempestiva di po-
Partita la profilassi per i nati tra 1952 e ’61 in Alpago, Feltre e Agordo Grande risposta per l’immunizzazione, lunghe code d’auto ai drive-in
Sessantenni subito in fila per Pfizer «Abbiamo dato ascolto a Zaia»
BELLUNO
«Le vaccinazioni da parte dei medici di famiglia degli over 60 partiranno entro i primi 10 giorni di maggio. Ormai i professionisti si stanno organizzando». A dirlo è il direttore del distretto di Belluno, Sandro De Col che coordina le attività sanitarie sul territorio. «Entro brevissimo tempo i camici bianchi del territorio concluderanno la campagna di profilassi contro il Covid-19 per la fascia di età 70-79 anni. Credo che in una settimana il tutto sarà completato anche con le inoculazioni a domicilio. A quel punto si partirà con gli ultrasessantenni, una delle classi di età tra le più numerose in provincia, visto che sono circa 26 mila». De Col evidenzia che comunque la campagna vaccinale proseguirà con ordine in base alle fasce di età. «So che alcuni medici hanno già iniziato a controllar le loro liste di pazienti per poter partire quindi con sicurezza con le chiamate di questi loro assistiti. Il capo del distretto di Belluno ci tiene a sottolineare il grande ruolo che hanno in questa campagna contro il Covid i medici di famiglia. «Stanno facendo un grande servizio tanto che siamo in testa alla classifica come quantità di persone vaccina-
LA GIORNATA
ornano le code ai drive-in per le vaccinazioni degli over 60, segno che c’è molto interesse per la campagna vaccinale. Ieri pomeriggio, infatti, già alle 14, quando doveva partire l’attività, al centro di Paludi in Alpago le auto avevano già formato un lungo biscione che arrivava fino alla strada principale della zona industriale alpagota. A Paludi, come a Feltre ed Agordo ieri si sono svolte le prime immunizzazioni degli over 60, dei primi tra quei 1.800 che nel giro di due ore, lunedì si sono iscritti sul portale dell’Ulss. Una corsa alla profilassi che è stata dettata dall’annuncio fatto in diretta dal governatore Luca Zaia dal punto stampa di Marghera, come hanno confessato molti degli utenti a Paludi. «Ho sentito in televisione il presidente Zaia annuciare la possibilità di vaccinarsi per gli ultrasessantenni e così ho colto la palla al balzo. Ho preso il computer e con un po’ di strategia e di copia e incolla, quando si è aperta la possibilità di inse-
T Sandro De Col
te. Consideriamo che i medici di base spesso raggiungono anche delle punte di un migliaio di vaccinati nel corso di una giornata. Un dato importante che permette di dare una accelerazione importante alla immunizzazione». E intanto la settimana prossima due gruppi di medici concluderanno in provincia la somministrazione dei sieri agli over 70. «Quest professionisti operano perlopiù nel fine settimana, per non togliere tempo alle loro normali attività», conclude De Col, sottolineando anche il supporto fondamentale che sta arrivando anche dai comuni, dalle associazioni di volontariato e della protezione civile. «È un lavoro di squadra che sta funzionando bene». — PDA © RIPRODUZIONE RISERVATA
Addetti in azione al drive-in di Paludi per la vaccinazione degli over 60
rire i miei dati, mi sono prenotato. Ho avuto qualche difficoltà visto che ci ho messo 45 minuti per entrare nel sistema dove già le sedi di Belluno e Feltre erano esaurite», racconta Paolo Teza di Ponte nelle Alpi che aggiunge: «Per me è necessario vaccinarmi, perché viaggio spesso all’estero per lavoro e quindi immunizzarmi contribuisce a darmi una maggiore tranquillità». Anche la pontalpina Anna Parutto, di 68 anni, ha saputo tramite il governatore
veneto della possibilità di vaccinarsi, «ma poi è stata mia figlia a fare la prenotazione a mio nome. E oggi sono contenta perché così almeno ci mettiamo un po’ al riparo, sono stufa di essere sacrificata». A sessant’anni, Paola De Marco di Val di Zoldo è scesa a valle per farsi immunizzare. «Lunedì mi è arrivata la notifica dell’Ulss 1 su Facebook e quindi ho visto che si poteva prenotarsi. Sbito mi sono attivata», ci racconta, «e sono stata fortunata perché già quel gior-
sitività nelle persone con sintomatologia respiratoria anche lieve (febbre, tosse, etc); il loro isolamento rigoroso fino alla negativizzazione; la quarantena dei contatti stretti fino a tampone di “uscita” negativo e il rispetto delle norme igienico sanitarie come distanziamento, mascherina, lavaggio delle mani», dice il capo della Prevenzione. Intanto è partita a pieno ritmo la campagna vaccinale per la fascia d’età 60-69 anni che si aggiunge agli ottimi risultati a favore delle persone over 80 (95% coperti con prima dose, 68% completamente immunizzati); al percorso ormai avanzato dei 70-79 (67% coperti con prima dose, 12% completamente immunizzati); all’ampia copertura vaccinale dei estremamente vulnerabili e disabili. Le prenotazioni per gli over 60, che comprende oltre 26 mila persone, si susseguono a ritmo intenso con risposta da parte dell’azienda Dolomiti tramite nuove aperture, in base ai vaccini disponibili. «Stiamo andando molto forte», conclude cinquetti, «tanto che mercoledì abbiamo registrato 1900 inoculazioni, quando in media ne facciamo 1.500 compresi i medici di base. Se continuiamo così e abbiamo costanza di siero entro l’estate potremmo immunizzare anche gli over 40». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
no sono riuscita ad iscrivermi, anche se ci ho messo due ore. Inizialmente, infatti, non c’erano posti disponibili e non si riusciva ad entrare. Sono contenta di vaccinarmi bisogna farlo perché altrimenti non ne usciamo più. In quest’anno di pandemia mi è pesata la mancanza di libertà, di non poter vedere le persone, di non potermi muovere». La signora Anna, 65 anni di Belluno si è invece prenotata per la seduta di ieri in farmacia. «Appena ho saputo tramite la conferenza stampa di Zaia, sono andata in farmacia e in pochi minuti avevo l’appuntamento. Io non ho un computer e quindi mi sono rivolta alla farmacia e mi sono trovata bene», dice la signora. Luciana Roncada, 64 anni, per non perdere l’occasione di prenotarsi ha utilizzato ben tre computer. C’ho messo tre quarti d’ora, ma poi ho trovato questo posto. Io mi sarei recata ovunque pur di immunizzarmi, perché prima si fa e meglio è». A Feltre dove le sedute vaccinali si sono svolte sia al mattino che al pomeriggio, ieri si è presentato anche il vescovo, monsignor Renato Marangoni che ha approfittato per benedire con l’acqua santa tutti presenti al drive-in. Una visita molto gradita per le molte persone in coda, ma anche per gli operatori che stavano vaccinando. Le operazioni si sono interrotte qualche minuto per permettere al presule di impartire la benedizione e dire due parole ai presenti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Coronavirus, la sanità
In senso orario, Anna Pisani, Grazia Riccitiello, Mariagrazia Gasparella, Carlo Severi, Tiziana Maranta, Gino Frizzarin e Massimo Salmaso
Tutti in coda, proteste in Fiera `Meno traumatico il debutto dei pazienti sessantenni: Registrate attese anche di due ore, attimi di tensione Più penalizzati gli ottantenni con solo cinque ambulatori sono già prenotati in 39mila su 50mila posti a disposizione `
LA CAMPAGNA PADOVA Assalto alla Fiera di Pa-
dova nella prima giornata di vaccinazioni dedicata ai sessantenni. Ieri quasi seimila persone si sono presentate al padiglione 6, nel corso della mattinata sono state registrate attese di oltre un’ora e mezza e non è mancato qualche momento di tensione in coda per entrare. Su cinquantamila posti messi a disposizione dall’Ulss 6 Euganea, ad oggi ne sono stati occupati 39mila. Ciò significa che nelle prossime ore gli slot dedicati alle persone tra 60 e 69 anni potrebbero registrare nuovamente il tutto esaurito, dopo il picco di prenotazioni registrato lunedì scorso.
LE LISTE Ieri pomeriggio sono state riaperte le liste per gli operatori sanitari ancora in attesa di vaccinazione, che svolgono attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali pubbliche e private, nelle farmacie e parafarmacie o negli studi professionali. Per loro sono stati attivati 4mila posti sul portale regionale. Altra importante novità: sono state aperte le prenotazioni per i conviventi di persone vulnerabili o con disabilità grave, compresi i caregiver e le badanti. Anche in questo caso è necessario fissare l’appuntamento vaccinale tramite il portale regionale. Ieri al padiglione 6 sono stati allestiti due ingressi: uno dedicato alle prime dosi accessibile dal lato principale e l’altro riservato alle seconde dosi. Un’accortezza che non è stata sufficiente a risolvere a pieno la situazione. I più anziani, in fila con gli accompagnatori, si sono ritrovati bloccati sotto una tensostruttura a poca distanza l’uno dall’altro.
LE LAMENTELE «Siamo qui dalle dieci e venti
di mattina – racconta sconfortata Anna Pisani, 89 anni - Ho passato un’ora e mezza di aerosol, sotto il tendone di copertura non passava nemmeno l’aria da quanto eravamo vicini l’un l’altro. La prima volta, con la prima dose, è andato tutto liscio ed ero contentissima. Questa volta è stato un disastro. A questo punto avrei preferito aspettare qualche giorno in più, va bene essere veloci ma bisogna capire a che condizione». La pensa così anche Carlo Severi, 85 anni, con problemi di deambulazione. «Mi sento stanco, aspetto da 40 minuti – spiega il signor Severi -. Mia moglie è fuori, anche per lei non è stato facile. Capisco che il posto è quello che è, ma non si
può stare in fila senza mantenere le distanze. Chi organizza dovrebbe prevedere l’afflusso, domenica scorsa ho accompagnato mia moglie a vaccinarsi e non c’era nessuno». All’interno del padiglione 6 sono stati attivati venti ambulatori per i 60-69enni e solo cinque per gli over80. «Non ne posso più – afferma Ma-
APERTE LE PRENOTAZIONI PER I CONVIVENTI DI PERSONE CON DISABILITÁ, COMPRESI BADANTI E CAREGIVER
riagrazia Gasparella, 82 anni -. In coda mi tiravo indietro, per cercare di allontanarmi, ma era inutile. Tutti credono che spingendo e andando avanti si faccia prima, invece si crea solo caos».
LA SODDISFAZIONE Umore migliore, invece, tra i sessantenni. «Ho aspettato poco - dice Massimo Salmaso, 63 anni – sono contento di vaccinarmi». É d’accordo anche Grazia Riccitiello, 60 anni: «Tra coda all’esterno e triage sarà passata
mezz’ora. Ho scelto la Fiera perché quando ho accompagnato mia madre, ho avuto un’ottima impressione». Tutti si sono prenotati lunedì scorso. «Ho sentito l’annuncio di Zaia in tv e mi sono subito collegata al sito – fa sapere Tiziana Maranta, 68 anni -, è stato semplicissimo fissare l’appuntamento». C’è chi pensa già alle vacanze. «Purtroppo con AstraZeneca dovrò aspettare parecchio per la seconda dose – dice Gino Frizzarin, 64 anni – ma non vedo l’ora di completare il
ciclo vaccinale e ricominciare a viaggiare». Ieri in Fiera ha preso il via uno studio per il monitoraggio immunologico dopo la vaccinazione, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità su tutto il territorio nazionale. A Padova coordinano la ricerca il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva e la professoressa Tatjana Baldovin. I ricercatori selezionano le persone per sottoporle a tampone. L’obiettivo è studiare la risposta
DALLA PARTE DEI DEBOLI Nella foto, l’ex prete Orlando Milan con il nipote Teodoro Zanardi, anche lui in Brasile
Orlando Milan, 77 anni, ucciso dal virus in Brasile: paladino dei diritti umani IL LUTTO BAGNOLI DI SOPRA «Il Covid si è portato via il mio amato zio Orlando Milan, in Brasile, a 77 anni, uomo sempre attento al prossimo e che della difesa dei diritti dei più deboli ha fatto la sua ragione di vita». A parlare è Roberto Milan, sindaco di Bagnoli, ricordando il congiunto, ex prete, che da molti anni viveva in Brasile, dove è morto a causa del Coronavirus nella giornata di martedì. Nato a Bagnoli nel 1944 Orlando, era entrato giovane in seminario ed era stato ordinato sacerdote, ma aveva sempre sentito una forte spinta per il sociale,
al pari del fratello don Francesco Milan, pure missionario per lunghi anni missionario in Sud America. Ne traccia un ritratto puntuale il nipote Teodoro Zanardi, docente universitario in Brasile, anch’egli con origini italiane. «Orlando è stato un uomo dal cuore gentile, amorevole, intelligente, di buon umore e spe-
ZIO DEL SINDACO DI BAGNOLI DI SOPRA, É STATO UN ATTIVISTA IN DIFESA DEI LAVORATORI E DEGLI ADOLESCENTI MESSA AL PAESE NATALE
ranzoso. Un combattente nella lotta per i diritti degli oppressi, specialmente dei bambini. Fin da piccolo ho avuto una grande ammirazione per lui, è davvero una grande perdita per la famiglia e l’umanità. Nella sua vita Orlando Milan ha sostenuto movimenti popolari in piena dittatura militare, nella Bassa Fluminense». Nella regione della Bassa Fluminense Orlando Milan era arrivato da sacerdote. «Noi che abbiamo vissuto quel periodo di piombo sappiamo quanto fosse pericoloso ospitare gli oppositori del regime, la prova è che il regime autoritario non ha risparmiato religiosi da torture e morti, eppure don Orlando non ebbe paura - aggiunge il ni-
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pote, che poi lo ha anche sostenuto nell’impegno sociale - Successivamente a Rio de Janeiro, l’allora padre Orlando ha aperto la Casa Parrocchiale per le riunioni, successivamente ebbe la dispensa per lasciare la vita sacerdotale, ma non gli ideali di un mondo meno disuguale».
L’IMPEGNO Infatti Milan si impegnò concretamente nel Partito dei Lavoratori, una volta tornato allo stato laicale. «Nei diritti umani è stato un grande sostenitore della Pastorale dei Bambini, dedicando tutta la sua conoscenza nella costruzione di politiche pubbliche per bambini e adole-
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Schiavonia oltre la fase Covid: ora si “liberano” 65 posti letto Comunicazione dell’Ulss 6 ai sindaci La terapia intensiva ridotta da 24 a 16 unità `
La presidente Bedin: «Il prossimo passo sarà la riapertura del Pronto soccorso» `
LA RIPARTENZA
AMMASSATI Le code di ieri nel padiglione della Fiera. Si sono sovrapposti i pazienti sessantenni e ottantenni, penalizzati dall’attivazione di solo cinque ambulatori
immunitaria indotta dalla vaccinazione, sia quella di tipo “umorale”, cioè mediata da molecole che circolano nell’organismo come gli anticorpi, che quella di tipo cellulare. I dati dell’ultimo report regionale mostrano una stabilizzazione della curva pandemica. Tra mercoledì e giovedì si registrano 203 nuovi casi e due vittime legate al Covid-19. I positivi al tampone attualmente sono 4.099. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
MONSELICE L’ospedale Madre Teresa di Calcutta, a Schiavonia, torna lentamente alla normalità. A darne notizia è il sindaco di Monselice, Giorgia Bedin, che, in qualità di presidente del comitato dei sindaci del distretto n. 5, ha affermato: «Con la discesa della curva dei contagi qualcosa inizia a muoversi per la riapertura delle attività al Madre Teresa di Calcutta. Siamo stati informati dal direttore sanitario dell’Ulss6, durante l’esecutivo della conferenza dei sindaci, che con la riduzione dei posti di terapia intensiva covid, da 24 a 16, sarà possibile riaprire 65 posti letto nel nostro ospedale: 25 di medicina plurispecialistica e 40 di chirurgia plurispecialistica. Prossimo passo, se l’andamento della curva rimarrà questo, sarà la riapertura del Pronto Soccorso ora Punto di primo intervento». I 65 posti letto sono stati resi disponibili per pazienti extra covid già nella giornata di ieri.
PRIMO TASSELLO Un primo, importantissimo tassello verso il ritorno all’ordinarietà, dopo ben quattordici mesi dall’avvio dell’emergenza, che ha visto l’ospedale di Schiavonia passare da presidio di cura per le patologie acute e croniche della Bassa Padovana a Covid hospital. Eppure l’attività ordinaria non è mai stata cancellata del tutto al Madre Teresa. Lo sottolineano i numeri relativi all’attività svolta dal Dipartimento di area Chirurgia nella terza ondata della pandemia: 34.580 sono state le prestazioni di attività ambulatoriale; 925 gli interventi chirurgici eseguiti in sala operatoria; 378 i parti; 2700 gli interventi chirurgici eseguiti in regime ambulatoriale. E lo sottolinea anche il dottor Antonino Calabrò, direttore del dipartimento di area Chirurgica e diretto-
FUORI DALL’EMERGENZA L’ospedale di Schiavonia sta lentamente riprendendo a pieno regime l’attività ordinaria dopo la fase acuta Covid. A sinistra, Giorgia Bedin e Antonino Calabrò
MA L’ATTIVITÁ ORDINARIA NON SI É MAI FERMATA COMPLETAMENTE NEPPURE DURANTE LA TERZA ONDATA ESEGUITI 925 INTERVENTI E FATTI NASCERE 378 BAMBINI IL DOTTOR CALABRÓ: «ORA SI RIPOTENZIA L’OFFERTA DI “SALUTE”»
L’INIZIATIVA
scenti», aggiunge prosegue il nipote Teodoro. Successivamente Orlando Milan si trasferì nello stato dello Spirito Santo, dove ha presieduto il consiglio comunale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescente della città di Velha, dal 2002 al 2007, è stato Segretario esecutivo del Consiglio comunale per i diritti
dell’infanzia e dell’adolescente a Vittoria negli anni tra il 2002 e il 2009. Per tutto questo periodo è stato attivista nel Partito dei Lavoratori brasiliano dove ha contribuito alle candidature legate ai diritti umani. Orlando Milan ha contribuito a creare molte iniziative con enti che assistono bambini e adolescenti e sono attivi nelle politiche a favore dei minori, insieme alla sua compagna Celia Milan, che aveva sposato con rito religioso dopo aver ottenuto la dispensa del celibato dalle autorità ecclesiastiche. Era tornato a Padova e Bagnoli, il paese di origine, solo qualche anno fa proprio in compagnia della moglie e del nipote, per far visita ai parenti, soprattutto al fratello don Francesco Milan, più anziano di lui, al quale è sempre stato molto legato nonostante la lontananza. In suffragio di Orlando Milan domenica sera alle 20 nella chiesa parrocchiale di Bagnoli sarà recitato il rosario e lunedì alle 18 verrà celebrata la messa di suffragio. Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA
FONTANIVA Spazi aziendali messi a disposizione dei medici di famiglia di Fontaniva e Cittadella per le vaccinazioni contro il Coronavirus. Avviene alla Sariv che si trova nella nuova zona industriale di Fontaniva. L’avvio della vaccinazione domani con tre professionisti sui dieci che per ora hanno aderito, che saranno operativi dalle 8 alle 13. L’idea è stata dell’imprenditore Oddone Sartore, ma è una vera e propria azione di squadra. Sartore è socio del Lions Club di Cittadella presieduto da Gianfranco Parise. Il Consiglio direttivo del Club ha accettato la proposta trasformandola in uno dei numerosi service che il Club realizza. Un altro associato, medico di medicina generale, Gilberto D’Amato, ha coinvolto i colleghi dei due Comuni che hanno prontamente aderito alla proposta di organizzare le sedute di vaccinazioni per i propri pazienti nell’azienda. Spiega Sartore: «Ci sono tutte le caratteristiche per operare in sicurezza: ampio parcheg-
re di Urologia. «Soprattutto durante i picchi pandemici, il personale sanitario del Dipartimento di area Chirurgica ha dovuto riorganizzare la propria vita lavorativa a favore di una maggiore e necessaria duttilità – spiega il dottor Calabrò - restando ad operare sia nel proprio ambito specialistico, seppur drasticamente ridotto e in alcuni periodi del tutto annientato, sia nell’ambito internistico-infettivologico».
LE PRESTAZIONI Il dottor Calabrò entra nel dettaglio di quanto avvenuto in questi mesi. «Il nostro punto nascite ha saputo rispondere all’iniziale totale chiusura riorganizzando le proprie forze nei servizi territoriali e alla riapertura ha creato
nuovi percorsi innovativi adeguati a garantire un’assistenza sicura a tutte le pazienti e ai loro neonati – continua il dottor Calabrò - La nostra Rianimazione nonostante il gravoso impegno non ha dimenticato un progetto innovativo: la creazione di un Team Accessi Vascolari, ossia di una squadra di professionisti altamente qualificati in grado di posizionare e gestire direttamente a domicilio accessi vascolari anche molto sofisticati che normalmente vengono eseguiti solo in ospedale». Novità importanti anche per Ortopedia, che «ha messo a punto un percorso ambulatoriale integrato dove i pazienti con queste patologie vengono valutati sia dal punto di vista clinico che diagnostico», e per Andrologia, con la creazione di un nuo-
Le vaccinazioni? I medici di base le fanno in azienda
PROVE “GENERALI” Oddone Sartore e uno degli spazi messi a disposizione
IMPRENDITORE DI FONTANIVA CONCEDE GLI SPAZI DOPO L’OK DELL’ULSS SI INIZIA DOMANI CON I PRIMI PAZIENTI
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gio, spazi interni di dimensioni idonee al distanziamento, collegamento wi-fi per i computer dei medici e molto altro. Questi sono elementi necessari per svolgere questo tipo di attività che spesso incontra delle difficoltà pratiche di realizzazione negli ambulatori». La proposta
vo ambulatorio punto di riferimento per i pazienti con problemi di erezione e sterilità. «Sicuramente l’arrivo del Robot Da Vinci – conclude il dottor Calabrò ha apportato un valore aggiunto ai nostri percorsi terapeutici, in particolare per le unità di Urologia, Ginecologia, Chirurgia e Orl. Da parte sua l’Oculistica ha messo in essere un servizio di Telemedicina e nuovi percorsi terapeutici. La chirurgia generale ha molto allargato le proprie competenze sulla chirurgia mininvasiva. Finalmente si riparte con forte convinzione che la comunità, a noi demandata dal punto di vista assistenziale, possa beneficiare in modo continuativo di un’ampia offerta di “salute”». Camilla Bovo © RIPRODUZIONE RISERVATA
è stata poi presentata ai vertici dell’Azienda Sanitaria 6 Euganea, nello specifico al direttore sanitario Aldo Mariotto e alla direttrice del Distretto Lorella Miconi. L’hanno accolta rendendosi disponibili a sostenere alcuni aspetti organizzativi. Ieri è stata fatta una sorta di prova generale. I medici lavoreranno in gruppi di tre per ciascun turno vaccinale di 4-5 ore. Essenziale poi il supporto degli altri soci del Lions Club che si dedicheranno all’accoglienza dei cittadini, al controllo della temperatura corporea, all’igienizzazione delle mani e allo smistamento nelle varie postazioni di vaccinazione. L’Ulss 6 Euganea ha messo a disposizione un’agenda di prenotazioni individuale per ciascun medico attraverso la quale i pazienti potranno prenotarsi secondo le fasce d’età definite dalla Regione mentre per le persone fragili ed i portatori d’interesse sarà immediata. Le vaccinazioni si svolgeranno, per ora, al venerdì pomeriggio ed al sabato. Se necessario anche alla domenica. Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA
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del NordEst
ANNO 135- N° 102
VENEZIA MESTRE
Venerdì 30 Aprile 2021
Venezia Grandi navi fuori della laguna “Sì” al Senato sul decreto
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Motociclismo L’Aprilia pensa in grande: scuderia ufficiale e (forse) Dovizioso
Mostra del cinema Serena Rossi sarà la madrina «Riporterò il sorriso a Venezia»
Drudi a pagina 20
Pavan a pagina 16
Vittadello a pag. II
Venezia-prefettura: scontro sul coprifuoco `Il Comune: si può stare di ieri mattina del Comune di Ve-
al ristorante fino alle 22 Poi scatta la retromarcia A livello nazionale l’interpretazione sul coprifuoco ha portato allo scontro tra la ministra Gelmini e il Viminale. Finita lì, sembrava. E invece ecco la proiezione in chiave veneziana con la medesima situazione d’impasse tra istituzioni, questa volta Comune e Prefettura. Con un plateale dietrofront dell’amministrazione locale. A riaprire la discussione, infatti, è stato un comunicato stampa
nezia. «Come concordato nel Comitato provinciale di Ordine e Sicurezza pubblica - commentava nella nota l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga - si chiarisce che i clienti degli esercizi potranno rimanere nell’esercizio di ristorazione fino alle ore 22 e avranno pertanto il diritto di rientrare presso la propria abitazione anche dopo il termine delle ore 22 facendo il percorso più breve tra l’esercizio e l’abitazione stessa». Ma alla fine è arrivata l’interpretazione “vera” della prefettura: tutti già a casa alle 22. Tamiello a pagina 3
Numeri & colori
Veneto giallo per altri 7 giorni ma cresce l’indice di contagio Venerdì, giornata di “colori” per le Regioni, ma il Veneto è tranquillo: per un’altra settimana resterà “giallo”. «Sì, saremo ancora gialli, ma non c’è niente da far festa», ammonisce il governatore
Luca Zaia, annunciando che l’indice di trasmissione del contagio in sette giorni è sensibilmente aumentato: venerdì scorso era 0.71, adesso è 0.86. La paura è di tornare in arancione. Vanzan a pagina 2
TAVOLINI Sul Canal Grande
Crisanti: «Io indagato?Assurdo» Lo scienziato sotto inchiesta per diffamazione della sanità veneta. Ecco le carte. Lui: «Incredibile». E cita Galileo
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Il caso tamponi
E il professore rifiutò di dare il suo studio anche al Cts «Appena avrò finito di scrivere l’articolo scientifico sarà mia premura condividerlo come ho sempre fatto». Così rispose il professor Andrea Crisanti al coordinatore del Comitato scientifico veneto, Mario Saia, che dopo l’ennesima intervista dello scienziato chiedeva lumi sullo studio sui tamponi rapidi. Lo scambio di mail risale al 1° maggio ed è indicativo dei rapporti non proprio idilliaci all’interno del Cts, che rispecchiano poi la frattura tra la Regione e ildocente universitario. Vanzan a pagina 5
Cos’hanno in comune Andrea Crisanti e Galileo Galilei? Non solo la cattedra a Padova, secondo il direttore dell’unità operativa di Microbiologia e Virologia, ma anche le attenzioni della magistratura, che nel caso del padre della scienza moderna si chiamava Tribunale dell’Inquisizione. «Non ci voglio credere e mi sembra assurdo. È dai tempi di Galileo che una procura non si occupa di giudicare un articolo scientifico», ha affermato ieri l’autore del discusso studio sui tamponi antigenici, indagato a Padova per l’ipotesi di diffamazione dopo una segnalazione di Azienda Zero. Aperto all’inizio di marzo, il fascicolo si affianca all’inchiesta avviata proprio sull’attendibilità dei test rapidi e riguarda le numerose dichiarazioni rese da Crisanti. «Si stanno coprendo di ridicolo con questa denuncia», dice lo scienziato. Pederiva a pagina 5
Le misure Diritti balneari: il governo sceglie di non decidere
Spiagge, concessioni: un altro rinvio Bassi e Di Branco alle pagine 6 e 7
Anche Bergamin si arrende ma vuole evitare il carcere Sono tornati tutti in libertà, pur se con diverse restrizioni fra cui il divieto di lasciare il territorio francese, i 9 ex terroristi italiani posti in stato di fermo nell’ambito dell’operazione “Ombre Rosse”. Da mercoledì prossimo, via ai processi che dovranno decidere sulla richiesta di estradizione dell’Italia nei loro confronti. Già liberi anche Luigi Bergamin e Raffaele Ventura, due dei tre sfuggiti al blitz di mercoledì, che hanno deciso di costituirsi, recandosi direttamente e in compagnia dei loro avvocati al Palazzo di Giustizia. Pederiva a pagina 11
Il libro
Da Gori a Dozier gli anni di piombo a Nordest Esce in libreria in questi giorni il volume “Cronache di Piombo” del giornalista Adriano Favaro, che ricostruisce il clima, l’ansia e la paura di un periodo drammatico della nostra storia recente. Favaro a pagina 15
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “La Serenissima e le epidemie” + € 8,80 ∆ “Serenissima: Anno Zero - vol. 4” + € 7,90
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L’analisi
Ci servono riforme vere non un libro dei sogni Paolo Balduzzi na delle ragioni per cui dovremmo ringraziare Mario Draghi (e, non dimentichiamolo, l’Unione Europea) è di averci mostrato quante cose si possono fare con 248 miliardi di euro. È all’incirca questo il conto delle spese previste nei prossimi cinque anni per trasformare il nostro Paese, per sanare le sue ferite, per tornare a crescere come non facciamo da decenni. Centinaia di miliardi spalmati su 336 pagine, 16 componenti, 6 missioni, 4 riforme di contesto e 3 priorità trasversali di un Piano nazionale di ripresa e resilienza decisamente, e giustamente, ricco e ambizioso. Talmente ambizioso da rischiare di restare un libro dei sogni. Ma il realismo, bisogna ammetterlo, non manca al premier. Dalle sue parole è evidente come gli siano ben noti i mali del Paese e i suoi limiti. Non a caso quindi il primo capitolo del Piano è proprio dedicato alle famose riforme di contesto che servono a questo Paese anche più dei tanti miliardi previsti: la giustizia, la burocrazia, la concorrenza, il fisco. Si tratta di un fardello che impedisce al Paese di crescere e che più volte la Commissione europea ha inserito tra le raccomandazioni inviate ogni anno all’Italia – e sempre ignorate - in sede di approvazione della legge di bilancio. L’effetto di tutto ciò è mirabilmente descritto in una frase che apre il Pnrr. La frase è la seguente: «Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per cento. (...) Continua a pagina 23
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Lo scontro politico LA POLEMICA VENEZIA La puntata di Report di lunedì scorso sulla gestione della pandemia in Veneto continua a tenere banco nei palazzi della politica, alimentata anche dalle notizie di due inchieste della magistratura, a Padova e Vicenza, più un esposto presentato da Azienda Zero nei confronti del professor Andrea Crisanti per diffamazione. Chiunque, a questo punto, sarebbe curioso di vedere, nel caso non l’avesse già visto, il programma di Rai Tre, ma tra questi non c’è il presidente del Veneto Luca Zaia. «Report? Non lo voglio vedere prima di andare in consiglio regionale», ha detto il governatore riferendosi alla seduta della Quinta commissione Sanità in programma martedì, prima della riunione dell’assemblea legislativa, alla quale parteciperà assieme ai tecnici della sanità veneta. Un sassolino, però, Zaia se l’è tolto: «Quanto mi fanno parlare in Report? Un minuto? Due? Beh, ho avuto un cameo pur rilasciando una intervista di mezz’ora». Ma per il Pd bisogna fare chiarezza: i deputati dem hanno chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di disporre una indagine ispettiva sulla gestione dell’emergenza Covid in Veneto dove tra novembre e gennaio si è registrato il più alto tasso di mortalità in Italia.
LA DIFESA Sull’utilizzo dei test rapidi antigenici - quelli contestati dal virologo Crisanti in quanto ritenuti poco attendibili e che avrebbe-
«È UNA DIAGNOSTICA UTILIZZATA DA TUTTE LE REGIONI A LIVELLO NAZIONALE E MONDIALE. SE NON FUNZIONA, È PROBLEMA DELL’AZIENDA»
L’UNIVERSITÀ PADOVA «Non è il tempo delle polemiche». Con queste parole il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, prende le distanze dallo scontro tra la Regione e il microbiologo Andrea Crisanti. A seguito di una segnalazione di Azienda Zero, lo scienziato è indagato dalla Procura di Padova per l’ipotesi di diffamazione ai danni della sanità veneta. L’ateneo patavino ha fatto sapere che in situazioni simili non è prevista alcuna sanzione disciplinare: pur essendo direttore dell’Istituto di microbiologia dell’Università di Padova, il professor Crisanti è un dipendente della sanità del Veneto. Eventuali provvedimenti, dunque, sono a capo di Azienda Zero. «L’Italia ha sofferto 120mila morti per Covid, siamo il primo Paese in Europa, registriamo 350 vittime al giorno – dice Rizzuto -. Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme è lavorare a testa bassa per risolvere questa terribile pandemia. A me piacerebbe che a Padova venisse data voce ai medici in pri-
L’UNIVERSITÀ DI PADOVA NON PRENDERÀ PROVVEDIMENTI A CARICO DI CRISANTI: «È UN DIPENDENTE DELLA SANITÀ DEL VENETO»
Zaia: «Con i test rapidi scoperti più positivi che con i molecolari» Il governatore cita i dati contro le accuse `I deputati del Pd chiedono al ministro di Crisanti: «Fu scelta tecnica, non politica» Speranza di disporre un’indagine ispettiva `
ro causato i contagi, e quindi le morti, nelle Rsa - Zaia ribadisce che la scelta non è stata politica ma tecnica. «Noi abbiamo aderito alle indicazioni dei tecnici rispetto a una diagnostica per lo screening utilizzata da tutte le Regioni a livello nazionale e mondiale. Se qualcuno dimostrerà che questa diagnostica ha performance diverse rispetto a quelle dichiarate, sarà un problema dell’azienda produttrice». E ancora: «Voglio ricordare che a marzo 2020 facevamo 2mila tamponi molecolari al giorno e abbiamo avuto meno morti rispetto a dicembre, quando ne facevamo 75mila al giorno, di cui 22-25 mila molecolari. Capite che non torna il conto. Lasciamo perdere i tamponi rapidi: ma di molecolari rispetto a marzo e alla prima ondata ne facevamo dieci volte di più e abbiamo avuto sulla mortalità un esito peggiore. Se avessimo immaginato di fare solo i molecolari avremmo fatto 22-23mila tamponi al giorno e quindi avremmo lasciato a piede libero almeno due terzi dei positivi che ogni giorno si trovavano con i test rapidi. Non
Dopo l’inchiesta di Report i deputati del Partito Democratico hanno depositato una interrogazione chiedendo al ministro della Salute, Roberto Speranza, di disporre una indagine ispettiva. L’obiettivo? «Offrire serenità ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari impegnati in Veneto nella lotta alla pandemia - dicono i firmatari dell’interrogazione Roger De Menech, Alessia Rotta, Diego Zardini, Nicola Pellicani, Alessandro Zan e Gianni Dal Moro -. Dare certezze ai cittadini che non capiscono cosa sia veramente successo nella nostra regione durante la seconda ondata di Covid-19». Al ministro è stato chiesto «quali misure urgenti di sua competenza intenda adottare per fare piena chiarezza sugli avvenimenti che si sono verificati durante la seconda ondata epidemica e sulla gestione della sanità veneta e, in particolare se non ritiene necessario avviare un’indagine ispettiva al fine di verificare che vi sia stato il rispetto del diritto alla salute così come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione». Alda Vanzan
«A MARZO DUEMILA TAMPONI E MENO MORTI CHE A OTTOBRE QUANDO NE FACEVAMO 22MILA: CAPITE CHE IL CONTO NON TORNA»
GOVERNATORE Luca Zaia, leghista, guida la Regione del Veneto dal 2010
progetto di screening per valutare le metodiche oggi a disposizione. Nelle scuole del territorio saranno utilizzati e messi a confronto tamponi rapidi, salivari e molecolari. Il nostro compito è continuare a impegnarci per migliorare le opportunità che abbiamo a disposizione. Il nostro mestiere è fare assistenza e fare scienza: ovvero analizzare criticamente
ogni possibilità con studi rigorosi, per capire cosa è stato fatto e se è migliorabile».
MALUMORE Se da un lato il rettore Rizzuto cerca di evitare ulteriori polemiche, dall’altro a palazzo Bo cresce il malumore. Il fatto che il professor Crisanti da sempre sia protagonista nell’emergenza pandemica non è gradito a
“Fondazione Ing. Aldo Gini”
ma linea, sono loro che assistono i malati Covid, gli angeli che ci siamo tutti un po’ dimenticati. E parlo del professor Roberto Vettor, del professor Paolo Simioni, della professoressa Annamaria Cattelan e del dottor Andrea Vianello, solo per citarne alcuni». La richiesta è che l’eccellenza ospedaliera universitaria non venga messa in ombra da altre logiche. La volontà del Bo, dunque, è di passare oltre. «In scienza si può sempre migliorare – sottolinea Rizzuto -. Proprio in queste settimane, d’intesa con la Regione Veneto e con l’Ufficio scolastico regionale, partiamo con un importante
LA RICHIESTA
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Il rettore del Bo: «Non è tempo di polemiche siamo scienziati, lavoriamo con la Regione»
RETTORE Rosario Rizzuto
serve che stia neppure più a dirle queste cose, mi sembrano ovvie. È un uomo che si mangia la cosa: avete presente l’uomo nella giara di Pirandello? Salviamo l’uomo o rompiamo la giara? Rompiamo la giara o salviamo l’uomo? Se la teoria è che il tampone rapido non funziona e fa morire la gente è altrettanto vero che trova due terzi di positivi dove non arriva il molecolare».
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L’Istituto Oncologico
Lo Iov conferma il riconoscimento di eccellenza europea «Negli anni, grazie a scelte sanitarie che hanno sempre privilegiato il progresso della qualità, lo Iov è progressivamente cresciuto ed è oggi un punto di riferimento internazionale, anche per l’organizzazione a rete che abbiamo deciso di dare all’oncologia veneta, della quale lo Iov è un fulcro». Così il governatore veneto Luca Zaia ha commentato il nuovo, importante riconoscimento internazionale giunto all’Istituto oncologico veneto (Iov) che ha confermato l’accreditamento da parte della Organization of european cancer institute (Oeci), di “Comprehensive cancer center”: è il massimo riconoscimento attribuito dall’Oeci, che si ottiene solo soddisfacendo 63 diversi standard, suddivisi in 272 requisiti. F.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
tutti. Tutto inizia nel 2017, quando Crisanti viene accolto all’università di Padova come “cervello di ritorno”, nella rosa dei dieci professori che avevano carriere avviate nelle più importanti università europee e mondiali. Questa comunque non è la prima volta che il rettore Rizzuto prende le distanze da esternazioni dello scienziato. È già accaduto a novembre dello scorso anno, quando si è iniziato a parlare concretamente di campagna vaccinale antiCovid. Crisanti al Festival della divulgazione scientifica di Focus a Milano, disse: «Senza dati a disposizione io non mi farei il primo vaccino, perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie».La replica di Rizzuto fu netta: «Il vaccino è uno strumento fondamentale e la sicurezza è garantita da rigorosi controlli che precedono il rilascio. Quindi abbiamo grandi aspettative e nessuna esitazione ad utilizzarlo quando sarà disponibile». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
«A ME PIACEREBBE CHE VENISSE DATA VOCE AI MEDICI IN PRIMA LINEA, CHE ASSISTONO I MALATI COVID, GLI ANGELI CHE CI SIAMO TUTTI DIMENTICATI»