RASSEGNA STAMPA DEL 23 MAGGIO 2021

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE - 6566

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BELLUNO

DOMENICA 23 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

viabilità

Alemagna, nuovo vertice con Anas In agenda varianti e cantieri estivi Il presidente Gemme da stasera sarà a Cortina. Ghedina chiede rassicurazioni sui tempi dei lavori Irene Aliprandi / BELLUNO

Le incompiute dei Mondiali di sci, le varianti per le Olimpiadi, i cantieri estivi lungo l’Alemagna e il cronoprogramma degli interventi in corso, ma in ritardo. I temi caldi non mancano negli in-

Martedì è previsto anche un incontro su Longarone con il sindaco Padrin contri che Claudio Andrea Gemme, presidente di Anas, avrà nei prossimi giorni nel Bellunese. Gemme arriverà già questa sera a Cortina, dove rimarrà fino a martedì per parlare il sindaco Gianpietro Ghedina, le Regole e il presidente della Provincia, ma non si escludono contatti anche con gli altri sindaci della vallata. LA VARIANTE DI LONGARONE

Con il sindaco di Longarone

e presidente della Provincia, Roberto Padrin, l’ordine del giorno prevede un confronto sul progetto della variante subito dopo l’uscita dalla A27, ma non mancherà un’analisi della situazione complessiva della direttrice per la montagna. Difficile anticipare qualcosa per Padrin, che più che altro da Gemme attende programmi e calendari precisi. LE VARIANTI

Il tema di maggiore preoccupazione resta quello delle varianti all’Alemagna, quelle che dovevano essere pronte per i Mondiali di sci dello scorso inverno e che invece non hanno ancora i progetti esecutivi pronti. Gemme di recente ha assicurato che saranno ultimate per fine 2024 ma sono in molti a pensare che sia una previsione parecchio ottimistica. Su San Vito pende un ricorso del comitato locale, con sentenza fissata a fine giugno, sempre che il Tribunale delle Acque Pubbliche non decida di inviare tutto al Tar. Ma anche se tut-

Il cantiere di Anas lungo l’Alemagna tra Castellavazzo e la galleria di Termine di Cadore

to, per Anas, dovesse risolversi senza intoppi, i tempi annunciati per le opere sono di 30 mesi a San Vito e Tai, 18 mesi a Cortina e un periodo non definito a Valle. CORTINA

«Abbiamo vari temi in scaletta», ricorda Ghedina. «Gli interventi previsti e già finan-

ziati per le Olimpiadi e la variante di Cortina sono quelli più rilevanti, ma ci interessa anche conoscere il nuovo cronoprogramma dei cantieri che sono appena ripresi dopo un lungo stop». Ghedina si riferisce al ponte sul Bigontina e a quello sull’alveo del Boite, ma scendendo a valle l’Alemagna è

questura

La Polstrada si organizza per l’estate «Strade fragili e lavori, noi ci saremo» Dopo i Mondiali di sci a Cortina e la tappa del Giro d’Italia il progetto del capo Atorino «Cercheremo di avere qualche rinforzo da fuori»

Gigi Sosso / BELLUNO

Mondiali di sci, Giro d’Italia e viabilità in estate. La scaletta non è semplice per il nuovo comandante della Polizia stradale, Salvatore Erich Atorino. Il commissario capo è stato presentato dal questore Lilia Fredella e dal capo di gabinetto Luca Fodarella, qualche mese dopo essere entrato in servizio alla caserma Raniero di via Col di Lana. Classe 1988, campano di Nocera Inferiore, proviene da Bolzano, dove ha lavorato per alcuni mesi. È in polizia da tre anni, dopo aver frequentato il corso all’istituto superiore e, in queste settimane, ha potuto rendersi conto della rete stradale della provincia di Belluno. Con tutti i suoi problemi. Soprattutto nei mesi estivi, quando i turisti si riversano in massa, soprattutto sulla statale 51 e 51 bis di Alemagna. «Un incarico importante, che mi inorgoglisce», sottolinea Atorino, «ma siamo pronti ad affrontare questa sfida sul piano della viabilità e della sicurezza. Sappiamo benissimo che le strade della provincia sono infrastrutture fra-

Il questore Fredella e il commissario capo Salvatore Erich Atorino

Un cantiere sulla statale 51 di Alemagna

gili, che vanno pattugliate e presidiate nell’ottica della prevenzione e della sicurezza stradale». L’estate è il periodo più critico, anche perché sempre interessato dai lavori, anche in vista delle Olimpiadi 2026: «È noto che, soprattutto nei fine settimana, ci sono dei disagi in particolare lungo la statale 51 di Alemagna. Noi saremo presenti in maniera costante, per prevenire e garantire una circolazione scorrevole e il più possibile sicura. Faremo il massimo, per fare in modo che i problemi siano ridotti, tenendo conto del fatto che non c’è una viabilità alternativa. Stiamo lavorando, anche per avere dei rinforzi, compatibilmente con le esigenze di tutti». «La 51 non diventerà una superstrada con la nostra presenza», aggiunge il questore Lilia Fredella, «ma cercheremo di limitare i disagi, anche in accordo con Anas, ad esempio in corrispondenza delle gallerie, all’interno delle quali la sosta non è mai gradevole. Il tempo è il prezzo che si paga da queste parti». Uno dei problemi più sentiti è quello dei motociclisti indisciplinati: «Non generalizziamo, però non c’è dubbio che verso Ponte nelle Alpi, Erto Casso e Val di Zoldo ci siano dei problemi, che andranno risolti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

piena di cantieri che finora sono stati portati avanti a singhiozzo: «In vista della stagione estiva», prosegue Ghedina, «vorremmo capire quali sono i programmi di Anas lungo la strada che sale a Cortina da Venezia». Insomma, Ghedina vuole capire quale estate attende turisti e residenti, visto che

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nell’ultimo anno la viabilità è già andata in sofferenza più volte. LA SOCIETÀ PER LE INFRASTRUTTURE

«Sono sempre fiducioso, perché i grandi eventi sono un’opportunità, ma sono anche preoccupato per il ritardo nella formazione e nelle nomine della società pubblica Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa», confessa Ghedina. «La società dovrà gestire tutte le opere, anche quelle sportive, e ci interessa che abbia pieni poteri commissariali per poter fare in fretta. L’assegnazione delle Olimpiadi risale ormai a due anni fa, la Fondazione 2026 è già al lavoro per la parte organizzativa, ma la società delle infrastrutture è essenziale. Forse l’agenda di governo è stata troppo piena in questi mesi e forse c’è qualche dubbio sulla forma giuridica, ma voci di corridoio ci dicono che per giugno il governo dovrebbe procedere e speriamo davvero che sia così». Ghedina spende di nuovo una parola in favore della nomina a commissario di Luigi Valerio Sant’Andrea: «Ci auguriamo che sia lui a guidare la società per le infrastrutture, perché nell’esperienza da commissario per i Mondiali ha dimostrato competenza, professionalità e conoscenza del territorio. È la persona giusta, è molto preparato e nei rapporti con il territorio si è evidenziata tutta la sua affidabilità». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

le multe nel lockdown

«Pochi i casi di falso fatto il nostro dovere» BELLUNO

Tante pattuglie e tante ore in giro per le strade. In piena pandemia, i controlli sulle autocertificazioni e una serie di denunce per falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale. L’altro giorno il giudice per le udienze preliminari Enrica Marson ha prosciolto un operaio, che durante il lockdown non aveva detto la verità, in base al principio che nessuno è obbligato ad autoaccusarsi. Non è stato uno schiaffo

alle forze di polizia? «Le sentenze non si commentano e questa è la premessa necessaria», spiega il questore Lilia Fredella, «credo che questo non sia un caso diffuso. Nel senso che non abbiamo poi fatto molte denunce per falsa attestazione, dopo di che siamo passati alle sanzioni. Non è un vulnus, detto che nella prima fase dei controlli avevamo cercato di educare, piuttosto che reprimere. Come per i locali. I bellunesi sono virtuosi». — G.S.

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Montebelluna

L’IMPEGNO NELLO SPORT De Faveri, 76 anni, si è dedicato in particolare al settore giovanile facendo crescere centinaia di piccoli atleti. Martedì alle 15.30 l’addio

Domenica 23 Maggio 2021 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

Biadene piange Gianni colonna della pallavolo

Invaso di Ciano Zenoni-Bottacin altre scintille ` Il consigliere: «La

Regione ha scelto dove farlo». L’assessore: «No» CROCETTA

De Faveri stroncato da un infarto Ha guidato la Polisportiva per 32 anni

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MONTEBELLUNA A Biadene, Gianni De Faveri, colonna portante della Polisportiva Biadenese di cui è stato presidente per 32 anni, era un’istituzione. E non solo per l’attività nella pallavolo, ma più in generale per il servizio alla comunità. Per questo, l’infarto che ieri mattina, nella sua casa di Borgo Galeazze, se lo è portato via, ha fatto piombare nel dolore non solo la moglie Carla, le figlie Alessandra e Francesca, le nipotine Beatrice, Margherita ed Emma, ma tutto il quartiere. Della Polisportiva Gianni è stato presidente dal 1988 fino a meno di un anno fa, quando ha voluto passare il testimone a Gianni Pedron. Continuava però a collaborare con quello che considerava “il suo paradiso”. Era persona stimata e rispettata che, come ha riportato il suo club «ha saputo guidare la società con passione e semplicità in un cammino lungo quasi 40 anni». Grazie a lui un piccolo club, nato nel 1975 all’ombra di Montebelluna, è riuscito a creare un grande movimento portando in palestra centinaia di bambini e raggiungendo risultati importanti, fino alla promozione in serie D della squadra maggiore femminile. Un impegno ininterrotto e appassionato che gli è valso la stella di bronzo del Coni nel 2018. Messaggi di cordoglio sono giunti in queste ore alla famiglia e tutti sottolineano i tratti di Gianni De Faveri come persona appassionata di sport e sempre gentile, pacata, anche nell’affrontare le questioni più spinose. «Era speciale, un uomo dal cuo-

re d’oro -ha ricordato Laura Carestiato, vice presidente della Federvolley trevigiana- Era sempre disponibile a dare una mano e aveva un’attenzione speciale per i più piccoli. Ogni volta che chiamava in Federazione era per sostenere il settore giovanile: ha formato e fatto crescere centinaia di piccoli atleti». Aveva lavorato alla Snam, prima a Pordenone e poi a Montebelluna. Ma il lavoro per lui, umile e positivo, era sempre andato a braccetto con l’attività nel volontariato. I funerali martedì alle 15,30 a Biadene. Oggi alle 18 il rosario. Laura Bon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il FUNERALE La chiesa di Biadene dove martedì alle 15 verrà dato l’ultimo saluto a Gianni De Faveri. Oggi alle 18 la recita del rosario

Addio a Calcagnotto: gestì “La Paesana” VOLPAGO (l.b) È morto venerdì, colpito da un male che se lo è portato via in pochi mesi, Pietro Calcagnotto. Aveva 78 anni. Per molto tempo, aveva gestito la trattoria “La Paesana”, locale di famiglia lungo la Marosticana, fra Volpago e Selva. Un punto di riferimento per la comunità locale, ma anche per chi arrivava dal resto della provincia e si fermava lì alla ricerca di cucina casalinga e di un buon bicchiere. Poi, una ventina di anni fa, il locale era stato chiuso. Pietro e la moglie Dolores, infatti, avevano scelto di vivere senza la fatica data da un lavoro così impegnati-

vo. Ma ciò non aveva impedito alla coppia, che abitava proprio di fronte al locale, di continuare a rimanere vicino al proprio paese, tanto che per

anni quello stesso ristorante, chiuso all’attività di ristorazione, prestato gratuitamente a Comune e Pro loco, ha continuato ad ospitare, ogni anno, la tradizionale Mostra dei vini. Una dimostrazione della generosità di una persona, e di una famiglia, cui Volpago stava a cuore. Il tutto fino ad un paio di anni fa, quando il caratteristico locale è stato venduto e tornerà, con ogni probabilità, ad aprire i battenti entro l’anno. Ad annunciare la scomparsa di Pietro sono la moglie Dolores, il fratello Renzo con Antonietta, il cognato Alfiero, i nipoti e gli amici. I funerali martedì alle 15.30 a Selva, dove domani alle 19,30 verrà recitato il rosario. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Non si arresta il duello a distanza tra il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni e l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. Il terreno dello scontro è sempre l’invaso di Ciano, il progetto di realizzare le casse d’espansione del Piave per arginare le piene del fiume. Zanoni risponde quindi a Bottacin che lo accusa di parlare senza aver letto i documenti: «I documenti li ho letti. Bottacin continua a imputare la scelta del sito di Ciano per le casse di espansione al Governo di centrosinistra. L’ubicazione deriva invece dal “Piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico previsto dalla Regione del Veneto ai sensi dell’articolo 1 comma 3 lettera d dell’Opcm numero 3906 del 13 novembre 2010” firmato dal Presidente Zaia. Non ce lo inventiamo noi, ma sono i fatti». Poi Zanoni ricorda che la Ue ha messo sotto sorveglianza l’Italia per violazioni nella direttiva Habitat che coinvolge anche le grave di Ciano.

compito di effettuare questo tipo di pianificazione e che, come lui stesso scrive, dipende dal Ministero. Ed in questo piano, stilato dal Segretario Generale dall’Autorità di Bacino si rileva che “tra il progetto di piano (stralcio) e la sua approvazione definitiva sono trascorsi ben 10 anni” e che “in questo periodo le tecniche di ricostruzione della risposta idrologica si sono notevolmente evolute”. E in base a questi elementi, sempre nello stesso documento si rileva che “il volume da invasare per ridurre la portata di piena al valore di 3000 mc/s risulterebbe dell’ordine di 70/80 milioni di metri cubi.” Si palesa quindi che il solo intervento di Ponte di Piave non sarebbe sufficiente». Da qui l’indicazione della necessità di un invaso anche a Ciano, ribadendo che ne servono due. P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«SERVE ANCHE LA CASSA D’ESPANSIONE DI PONTE DI PIAVE PER CONTENERE 70-80 MILIONI DI METRI CUBI D’ACQUA IN CASO DI ESONDAZIONE»

LA REPLICA Bottacin, rispondendo anche a chi gli chiede le dimissioni, chiarisce la questione del Piano degli Interventi citando una corrispondenza, resa pubblica, avuto col ministero da cui «Emerge chiaramente che il citato Piano delle degli Interventi è stato stilato dal “Segretario Generale dell’Autorità di bacino nominato soggetto attuatore per quanto riguarda la pianificazione di azioni e interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico”. E non potrebbe essere altrimenti, visto che è proprio l’Autorità di Bacino l’organismo che ha il

ASSESSORE Gianpaolo Bottacin, responsabile Protezione Civile

Uccisa a 13 anni dalla malattia: la scuola corre in memoria di Agnese `La ragazzina morta

4 anni fa, domani l’iniziativa benefica GIAVERA «Era necessario fare qualcosa per ricordarla. Agnese rimarrà tra di noi per sempre e sarà sempre una nostra alunna». A quasi 4 anni dalla morte della giovanissima Agnese Faganello, figlia dei proprietari della Latteria Montello di Giavera (l’azienda del marchio Nonno Nanni) i professori della scuola media di Cornuda, in cui Agnese ha passato i suoi ultimi anni di vita, vogliono continuare a ricordarla e a farla conoscere a tutti gli studenti che verranno. Le avevano diagnosti-

cato la Fibrosi cistica durante il suo primo anno di vita e nonostante la sua esistenza fosse segnata, Agnese ha sempre vissuto con il sorriso e una forza invidiabili.

sa le ha concesso di fare l’ultima gita in Austria con i compagni che tanto la amavano, poi da maggio 2017 non ha più frequentato la scuola e ha iniziato a peggiorare». Agnese non ha mai smesso di dimostrare la sua voglia di vivere, nemmeno in occasione degli esami di terza media, in cui ha investito le sue ultime energie.

IL RICORDO «La sua risata era contagiosa, la sua forza dirompente ed era pure molto simpatica. Nei corridoi era sempre lei che si interessava a noi prima ancora che noi potessimo chiederle come lei stesse». Le professoresse di tedesco ed educazione fisica parlano commosse e raccontano la personalità forte e gli ultimi istanti di vita dell’allora 13enne. «I primi due anni sono stati bellissimi poi in terza media la malattia si è aggravata - raccontano Michela Pighetti e Nicoletta Menegon fortunatamente la sua dottores-

LA GRINTA

SCOMPARSA Agnese Faganello si è spenta a soli 13 anni

«Voleva arrivare alla fine del suo percorso senza essere esentata. Dimostrare di essersi preparata, onorando quegli esami che tanto aveva a cuore» continuano le professoresse. Così dalla sua stanza dell’ospedale di Padova, dov’era ricoverata, Agnese ha fatto l’esame di terza media in videoconferenza, con un colloquio orale su tutte le materie e un vo-

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to finale ottimo, dimostrando la sua grande grinta. Pochi giorni dopo aver raggiunto l’obiettivo, Agnese è mancata lasciando la mamma Tiziana Lazzarin, il papà Antonio, il fratello maggiore Alberto e la sorella gemella Alessia. Un immenso dolore che però è stato trasformato in energia positiva, proprio come avrebbe voluto lei. «Volevo fare qualcosa per tenere vivo il suo ricordo - dice Michela Pighetti, insegnante di tedesco - Nicoletta Menegon, docente di educazione fisica, ha saputo cogliere l’onda di questa necessità e ha avuto l’idea della “corsa per Agnese”». Una corsa podistica in suo onore e in sua memoria in cui i ragazzi della scuola cercano di fare il maggior numero di giri del percorso per recuperare più denaro possibile, grazie agli sponsor, ovvero ami-

ci, parenti e vicini di casa, che hanno promesso loro una cifra per ogni giro di corsa terminato. Nella prima edizione del 2019 sono stati raccolti 6mila euro destinati alle associazioni Lega Italiana Fibrosi Cistica e Associazione per il Bambino in Ospedale. La corsa quest’anno si terrà domani grazie anche al supporto del preside Massimo D’Ambroso e della famiglia Faganello. «Il ricordo di Agnese ci riempie il cuore e vogliamo trasmettere ai ragazzi un messaggio di gioia e amore per la vita - conclude Tiziana, madre di Agnese - È quello che nostra figlia avrebbe voluto e lo descrive nel simbolo e saluto disegnato insieme alla sua gemella, pieno di allegria e buon umore: give me... five”» Benedetta Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Cultura & Spettacoli

Domenica 23 Maggio 2021 www.gazzettino.it

Architettura, la commozione del Leone d’Oro alla carriera Rafael Moneo: «Venezia attrae e affascina» Il presidente della Camera Roberto Fico: «Questa Mostra è un simbolo per futuro, creatività, sostenibilità» LA CERIMONIA el 2020, Anno Uno dell’èra Coronavirus, era successo con il Cinema. Adesso, 2021, con Architettura. Il perno resta sempre la Biennale di Venezia. Che nel rispetto ossequioso delle regole - le mascherine, la misurazione della febbre, l’igienizzazione delle mani - dimostra che con cautela e attenzione ricominciare si può. Il simbolo della ripartenza e, soprattutto, della differenza rispetto al passato, è in quel Leone d’oro tirato a lucido che l’architetto spagnolo Rafael Moneo, 84 anni appena compiuti, davanti a pochi invitati nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, ma in diretta universale grazie ai social network, accarezza con gli occhi. E siccome il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, ha avvisato che quella ambita statuetta sarebbe stata consegnata dal ministro della Cultura Dario Franceschini ma senza toccarla, l’autore dell’estensione del Museo del Prado, del Museo di Arte Moderna e Architettura di Stoccolma e del Souk di Beirut, tanto per citare alcune delle sue opere più note, la guarda orgoglioso e titubante, finché gli viene detto che, sì, può prenderla in mano e tenerla. È tutta sua, è lui il Leone d’oro alla carriera della Biennale Architettura 2021 di Venezia.

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L’ATTESA Nel giorno in cui la Biennale apre al pubblico la sua 17. Mostra internazionale di Architettura, la città ritrova i turisti che per mesi erano stati lontano. I garage di piazzale Roma esauriti, le calli nuovamente piene di gente e i primi visitatori che, dall’altra parte dell’isola, varcano i cancelli dell’Arsenale e dei Giardini. Per la mostra di Architettura i numeri sono alti, quasi una sberla in faccia al Covid: 7mila accreditati alla preapertura del 19-21 maggio di cui 2.500 provenienti dall’estero, 1.100 giornalisti, 5.500 biglietti online finora venduti, solo ieri per il primo giorno di apertura al pubblico 3.500 visitatori. Tempo per capire come vivremo insieme ce n’è: questa Biennale che il curatore Hashim Sarkis ha voluto intitolare con un punto interrogativo - How will we live together? - resterà aperta fino alla Madonna della Salute, il prossimo 21 novembre, e, nonostante il rinvio di un anno

CICUTTO: «UN MOMENTO CHE RIDÀ SPERANZA» TRE PAESI IN RITARDO RINVIATI I PREMI. IERI PER L’APERTURA 3.500 VISITATORI L’INIZIATIVA l Triveneto è un’area ricca di ecosistemi che poche altre zone italiane possono vantare. Una incredibile varietà di paesaggi e risorse naturali: lagune, paludi, fiumi, torrenti, sorgenti, fossi, canali. E ancora il mare, i laghi, i boschi, le foreste, le rocce dolomitiche. Il Triveneto è un tesoro di grande valore consegnato al nostro tempo da secoli di impressionanti evoluzioni naturali e di trasformazioni umane. Sicuramente una modalità bellissima per conoscere questi luoghi e questi ambienti è pedalando lungo i tanti itinerari ciclabili che attraversano questo vasto territorio. E per farlo con semplicità, in sicurezza e con la certezza di vivere momenti emozionanti, Alberto Fiorin ha pubblicato per Ediciclo Editore, una interessante e dettagliata “Guida ai migliori itinerari Treni e Bici in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige”. Fiorin ha scritto ormai memorabi-

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La Biennale fa il pieno «Segno di ripartenza» causa pandemia, ché l’edizione 17 doveva tenersi nel 2020 ma si sa com’è andata, va detto che ancora l’esposizione non è del tutto finita: il blocco del canale di Suez da parte della nave Ever Given ha impedito a Cina e Kuwait di portare in laguna le rispettive opere e qualche contrattempo l’ha subito anche il Perù. Così, inusualmente, alla cerimonia inaugurale di ieri a Ca’ Giustinian non sono stati premiati i vincitori, la giuria ha deciso per correttezza di attendere la visione di tutte le opere prima di emettere il verdetto, tant’è che la consegna dei riconoscimenti avverrà il 30 agosto, 48 ore prima dell’inizio della Mostra del cinema. E pare di capire che in quell’occasione sarà celebrata anche Lina Bo Bardi, Leone d’oro speciale alla memoria di quest’anno. Così, il sabato dell’apertura di Architettura è stato dominato da Rafael Moneo e dal suo amore

PRESIDENTI Roberto Cicutto e Roberto Fico in visita alla Biennale; in alto, Rafael Moneo, leone d’Oro

per Venezia («Una città che attrae e affascina gli architetti, si presenta come paradigmatico esempio di come costruire facendo uso della ragione, senza per questo escludere intuizione e sentimento») e anche un po’ dal dispiacere per non essere riuscito a vedere realizzate le opere che in laguna aveva progettato: non solo il nuovo Palazzo del cinema per cui vinse un concorso di idee trent’anni fa, ma anche la palazzina in Campo Marte alla Giudecca, l’unica delle tre previste ad attendere malta e mattoni. Ed è stato anche il sabato del ritorno delle autorità: il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro alla Cultura Dario Franceschini, il governatore del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Venezia e vicepresidente della Biennale Luigi Brugnaro, il prefetto Vittorio Zappalorto, ma anche i ministri di Spagna, Emirati Arabi, Serbia. E il predecessore Paolo Baratta, che, ha rimarcato Cicutto, «mi ha consegnato una macchina da guerra senza la qua-

le non avremmo potuto fare quello che gli imprevedibili eventi dell’anno scorso ci hanno costretto ad affrontare». Una cerimonia carica di significato, come ha sottolineato la terza carica dello Stato: «Oggi- ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico - è un giorno significativo per Venezia e per l’Italia. Da un punto di vista internazionale questo è il simbolo della ripartenza del nostro Paese. L’apertura della Biennale di Architettura è un importante segnale di ripartenza all’insegna del futuro, della creatività e della sostenibilità». E Cicutto: «Già l’anno scorso abbiamo sentito, durante la Mostra del cinema, che la gente era molto felice di esserci. Ora ho intravisto, dietro le mascherine, il sorriso delle persone che potevano essere in presenza. Tutto questo dimostra l’importanza di un momento in cui si ridà speranza». Alda Vanzan

numeri dello studio condotto dall’Osservatorio del Patrimonio culturale privato testimoniano il potenziale inespresso del patrimonio privato italiano (ville, masserie, castelli, rocche, parchi, giardini e tenute agricole), che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori nelle sue oltre 9.400 dimore. Novità di quest’anno è il concorso fotografico rivolto a tutti gli utenti di Instagram. Per partecipare basta caricare una foto sul proprio profilo usando l’hashtag #giornatanazionaleadsi2021 e #dimoreveneto. Per garantire le misure di sicurezza è necessario prenotare la visita; informazioni sul sito di Adsi al link www.associazionedimorestoricheitaliane.it/eventi-dimore/

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In treno e bici alla scoperta delle bellezze del Triveneto li pagine sul mondo della bicicletta. Ha viaggiato per mezzo mondo, pedalando con amici, familiari, conoscenti, alla ricerca di itinerari in grado di colpire l’animo del viaggiatore lento, di creare curiosità e suggestioni, attraverso percorsi letterari, storici e sportivi, dove il paesaggio e l’ambiente si intrecciano con i segni di un territorio che ha tantissime storie da raccontare. Pertanto, non vi è dubbio che questa guida interpreta bene le esigenze di un escursionista su due ruote che all’attività sportiva lega la voglia del conoscere e del sapere. Ecco quindi, come viene riportato nell’introduzione del volume, che questo libro intende essere “un inno all’intermodalità, con parole e

Porte aperte nelle dimore storiche Torna in Veneto l’appuntamento con la Giornata nazionale dell’Associazione dimore storiche italiane (Adsi), anche quest’anno organizzata in collaborazione con l’Associazione per le Ville Venete: oggi palazzi, castelli, ville, parchi, giardini in tutta la regione apriranno gratuitamente le loro porte per accogliere nuovamente tutti coloro che vorranno immergersi in luoghi unici della storia e del patrimonio artistico e culturale. In Veneto ci sono 2.899 immobili culturali privati, di questi 1.947 operano in una o più filiere produttive. Nel 2019, ultimo dato disponibile, gli ingressi in un immobile culturale privato sono stati 17,8 milioni (il 39,2% sul dato nazionale) per un fatturato complessivo di 106 milioni di euro. I

«Esempio di come costruire facendo uso della ragione»

IL SEGNALE

L’iniziativa

musica inserite in uno spartito che prevede venti differenti proposte di itinerari che contemplano la partenza e l’arrivo nei principali capoluoghi di provincia, nella maggior parte dei casi splendide città d’arte in cui è già bello perdersi per ammirarne le bellezze”.

I PERCORSI Il volume offre davvero un insieme di variegati percorsi di differenti difficoltà e facilmente raggiungibili con il treno, che ci permettono di conoscere il Triveneto nella sua interezza e nella sua biodiversità naturale e artistica. In ogni itinerario viene indicata la stazione di partenza, la stazione di arrivo e quelle intermedie. Inoltre, viene eviden-

ziata la lunghezza del percorso, il fondo stradale attraversato e il dislivello. Quindi con una scrittura semplice e armoniosa, Fiorin racconta l’itinerario e tutte le bellezze storiche e architettoniche che segnano la storia del luogo visitato, magari con l’aggiunta di qualche aneddoto originale per rendere il tutto ancora più intrigante. Per di più, la guida seleziona alcuni itinerari anche per garantire la possibilità di interconnessione fra di loro, in modo tale da poter effettuare, volendo, dei piccoli viaggi da due o tre giorni (un weekend o un weekend lungo). Un esempio? Unendo alcuni percorsi si può addirittura costruire un lungo e affascinante percorso che da Calalzo di Cadore, at-

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CON IL GAZZETTINO In edicola la guida ai migliori itinerari in treno e bici nel Nordest: 140 pagine, 20 percorsi nelle tre regioni, tutti con cartina e foto a colori, 7,90 euro oltre al prezzo del quotidiano.

CON IL GAZZETTINO LA GUIDA DEGLI ITINERARI INTERMODALI TRA LAGHI, MARE BOSCHI E DOLOMITI

traverso Brunico, la Val Pusteria, Bressanone, la valle dell’Isarco, Bolzano, la valle dell’Adige, Trento, Rovereto, la Valsugana, Bassano, Asolo, Castelfranco e Padova, ci porta nella Laguna di Venezia. La casa editrice mette pure a disposizione le tracce GPS sul proprio sito web alla pagina del libro. Sono 450 chilometri di percorsi che si sviluppano in buona parte sulle più belle piste ciclabili, in riva al mare, lungo un fiume, in collina o montagna, del Veneto e del Trentino-Alto Adige e che permettono di vivere un’esperienza unica, seppur faticando un po’, sopra la propriaamata bicicletta. Giannandrea Mencini ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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CIBIVINI&PIACERI

Domenica 23 Maggio 2021 www.gazzettino.it

VITICOLTURA

Nasce il progetto Storyliving che unisce 14 cantine “Fivi” trevigiane (tutte al femminile) per un turismo enologico protagonista

Claudio De Min era una volta lo Storytelling, ma adesso sembra già male in arnese, inflazionato e addirittura superato, nonostante non sia poi così vecchio, anzi. Solo che il tempo, di questi tempi, corre svelto, anche troppo, e le formule, troppo abusate, rischiano una repentina usura. Dunque, serve già altro. Almeno così sembra al mondo del turismo e dello enoturismo in particolare, il quale si interroga su come (ri)accendere – dopo la lunga sosta forzata - l’interesse dei potenziali visitatori verso le cantine, di come far sì che il turista si faccia ingolosire, attrarre, convincere. Ripartirà dall’accoglienza, lo sta già facendo, il mondo del vino, ed ecco allora che dallo Storytelling, ovvero l’arte diciamo così di raccontarle, le storie e i territori, si alza l’asticella, e – fermi restando, ci mancherebbe, picnic e cene in vigna, percorsi e visite guidate -, ecco che si aggiunge il carico dello Storyliving, perché evidentemente non basta sentirne parlare ma bisogna viverle queste esperienze. E, dunque, ecco il visitatore passare da spettatore a protagonista. E se su questo terreno (non l’unico, ahinoi) pare che l’Italia sia indietro di una quindicina di anni, non solo nei confronti della Francia, ma anche della Spagna, il Veneto sembra essere comunque fra i più reattivi. E con più di un progetto, a partire da Artès, che fa capo a Silvye Scala, e dal quale prende spunto e ispirazione “Storyliving ed Enoturismo”, finanziato dalla Regione Veneto partendo dell’iniziativa “Il Veneto delle donne” e promosso da Forcoop Cora Venezia, nell’ambito di “5 Goals: storie di donne intraprendenti”, che da diverso tempo collabora con FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. L’idea parte dal ramo trevigiano dell’Associazione stessa e dalla presidentessa Désirée Pascon Bellese, e coinvolge quattordici cantine, dalla Valpolicella alla zona Piave, dal Garda ai Colli Euganei, dai Monti Berici alla zona Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e Asolo. Partner organizzativo di “Storyliving ed Enoturismo” è proprio Artès, da anni specializzato nello sviluppo di percorsi esperienziali. Il percorso, avviato nel mese di dicembre con un incontro on-line tra il comitato organizzativo e le produttrici, è proseguito fra gennaio e marzo con il corso di formazione, coordinato da Maurizio Testa e Sylvie Scala, mentre il prossimo passo sarà la messa a punto di pacchetti esperienziali che coinvolgeranno le

C’

«IL CONTATTO CON IL CONSUMATORE FINALE È IL MODO MIGLIORE PER COMUNICARE CHI SIAMO E COSA FACCIAMO»

Sopra, Desirée Pascon Bellese, presidente della sezione di Treviso della Fivi; a destra enoturisti fra le vigne

Vivere il vino La nuova stagione dell’enoturismo aziende e i territori. «Per i vignaioli FIVI – racconta Matilde Poggi, presidente nazionale - l’enoturismo è molto importante. Le nostre sono aziende artigiane, familiari che puntano molto sulla vendita diretta, normalmente medio-piccole, che investono sul rapporto diretto produttore/consumatore perché è il modo migliore per comunicare quello che siamo, la nostra storia, la nostra filosofia, il nostro modo di lavorare. Oltretutto, dopo questo periodo così

Nella foto a sinistra, Matilde Poggi, presidente nazionale Fivi

L’evento Dal 26 giugno al 4 luglio, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, Patrimonio UNESCO, ospiteranno un grande evento diffuso che coinvolgerà 53 strutture che proporranno 80 esperienze enoturistiche; cantine, ristoranti, e organizzatori di tour presenteranno i loro eventi originali rivolti ad appassionati e visitatori. La Conegliano Valdobbiadene Experience, promossa dalla Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, unirà cultura, sport, natura ed enogastronomia in un unico cartellone di iniziative per vivere pienamente il vino e il territorio. Dieci giorni fra picnic e cene a lume di candela tra i vigneti, wine trekking, e-bike tour, fitness e wellness tra i filari, passeggiate naturalistiche, live music in cantina, show cooking e lezioni di cucina, laboratori esperienziali, masterclass verticali (a dimostrazione che il Conegliano Valdobbiadene DOCG è un vino che può anche durare nel tempo), creazione di cocktail originali, mostre d’arte e molto altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

complicato ci sarà un’evoluzione nel turismo. Saremo sempre più propensi verso un turismo nella natura, lento, in luoghi poco affollati. Coniugare la degustazione e la promozione dei nostri vini con un’esperienza turistica mi sembra vada proprio verso la direzione degli orientamenti turistici del dopo Covid». Un percorso il cui valore aggiunto è anche il nuovo e inedito legame costruito fra 14 aziende in un mondo dove è prevalente l’individualismo e dove è difficile fare sistema. Non solo. Un altro aspetto di grande interesse è che questo percorso è interamente al femminile, con il coordinamento di Patrizia Loiola presidente di Forcoop Cora che lo ha promosso sia per la parte del corpo docente sia per le allieve. «Vedere un gruppo di donne collaborare per la propria crescita personale e successivamente per quella aziendale – spiega Desirée Pascon Bellese, presidente dell’Associazione Vignaioli Trevigiani Non è cosa da tutti i giorni in un panorama vitivinicolo spesso a netta prevalenza maschile. Si dice spesso che le donne sono le nemiche di loro stesse: direi che questa occasione hanno dimostrato l’esatto opposto. Molto probabilmente perché lo spirito Fivi che ci unisce tutte, va oltre le difficoltà che si incontrano nel mondo professionale». Entrare nelle cantine Fivi è come essere invitati a casa di amici ed è su questo valore aggiunti che si punta: «Da sempre lo scopo principale dell’Associazione è quello di far conoscere la figura del Vignaiolo indipendente al grande pubblico – dice ancora Desirèe - . Il progetto si pone l’obbiettivo di ampliare la platea di nostri estimatori per fargli capire che non tutte le realtà che producono vino sono uguali, proponendo al turista un vero e proprio tour esperienziale da vivere attraverso le aziende Fivi dei principali territori viticoli Veneti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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