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Poesie – G. Cultrone, E. Pon

SEPARATA SEDE

di Gaia Cultrone

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Nessuno si è ancora accorto che è passato del tempo sotto quelle luci che pochi, o nessuno, avevano voglia di guardare.

In fondo qui non c’era molto altro che noialtri: qualche bicchiere riverso, come noi, che urlavamo di lacrime o risate per essere per una volta diversi da ciò che sempre ci siamo imposti.

Lavare via il vuoto che ci sentivamo di reggere, tornando a casa soli, scoprendo l’essere forti di una nuova luce insieme o in separata sede.

E così vivere quelle feste: essendo soli tutti assieme, a sentire quanta vita passa anche nelle luci dei peggiori locali,

quanta vita resta anche quando la luce si riaccende e la festa è finita.

TERRA!

di Emanuele Pon È stato così facile essere mare, darsi il movimento con le onde – quel rollio senza forma né fine né colpe, una deriva da saldare come un debito – ma anche tu, solo sei una crepa in un sistema che è chiuso, falla sciocca nel meccanismo dell’acqua che ti inganna, ti risputa o ti sprofonda.

Se sei la terra, non hai una scusa: se è la pietra nei suoi angoli storti e naturali – onde ferme – a scolpire, a scandire il tuo giorno sul finire, mai scuse potrai pensare di avere – solo scelte a cui dar nome –se la terra nel suo fisso ti appartiene; non certezze o derive, non onde: raggiungimi – ho lasciato gli inganni del mare: ora la terra mi tiene.

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