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Prossa nova racconti – I. Buselli

PROSSA NOVA racconti

TENTACOLI

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di Irene Buselli

Sei avvolta da tentacoli. Il tuo petto sembra alzarsi e abbassarsi al loro ritmo; gli occhi, invece, non si muovono.

Dalla mia sedia, accanto a te, l’unica cosa che avverto è l’incertezza. Non sento il dolore che devi aver provato nell’impatto, non sento né la tua né la mia paura. Sento solo il tuo corpo in bilico tra lo sforzo della resistenza e la tentazione di cedere; sento il bordo freddo del tuo letto contro il mio ginocchio, l’unico confine possibile tra la mia carne viva e il tuo pallore immobile.

Agonia vuol dire lotta – me l’hai spiegato tu – una lotta che ora vibra in questo pezzo di metallo che circonda il tuo letto, lucido e freddo contro la mia pelle, una spada che non sono in grado di impugnare.

Se potessi sentirmi, forse mi insegneresti tutte le etimologie di questa brutta storia. Mi diresti qual è il vero significato di “trauma cranico”, rideresti della mia incredulità, liberandoti con quella risata dai tentacoli di plastica che cercano di tenerti in vita.

Invece la piovra ti tiene a sé, copre alla mia vista parti della tua pelle, mi ruba centimetri.

Per ognuno di questi centimetri la spada affonda nelle mie viscere, perdo sangue ma il sangue è il tuo, sporca le mie mani, i miei vestiti e questo pavimento bianco appiccicoso.

«Non provare a buttarmi il telefono in faccia. Non ci provare», ti ho detto.

E tu mi hai dato retta, non hai riagganciato. Mi hai buttato in faccia un urlo, e le tue carni stritolate, mi hai buttato in faccia lamiere deformate, ma non il telefono; ho sentito lo schianto, la tua distrazione e il nostro litigio a distanza che finiva, insieme a tutto il resto, su quell'autostrada.

Mentre ti parlo mi accorgo che il volume della mia voce continua a salire, eppure non riempie il silenzio con cui la accogli: le parole che mi cadono di bocca adesso non possono sostituire le altre, quelle che solo un paio d'ore fa non sono riuscito a trattenere.

La piovra è uno strano animale: ha tre cuori, ma nessun’attitudine al perdono

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