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Numero 59 02 Maggio 2012

81 Pagine

NEWS

MOTOGP

MotoGP Jerez

Stoner vince il GP di Spagna | Le pagelle Lo sapevate che...

MOTOCROSS

02 Maggio

Anno

Numero

2012

02

59

SPORT

Mercato

Honda, il successo del DCT allunga i tempi di consegna

MX GP d’Italia

Pourcel e Herlings vincono il GP Cairoli: “E’ stata una bella gara”

| prova scooter |

Piaggio X10 350 Executive da Pag. 2 a Pag. 13

All’Interno

NEWS: Aspes un ibrido a Milano | N. Cereghini “Se i tedeschi ci colonizzassero di più” | Le assicurazioni e la proposta indecente| Yamaha TMAX 530 Giro d’Italia | MX: Le immagini più belle del GP di Bulgaria


Piaggio X10 350 Executive

PREGI

Comfort, motore e trasmissione

DIFETTI

Sella molto larga nella zona anteriore

PREZZO € 6.900

Prova scooter

Granturismo all’italiana di Andrea Perfetti | Chi l’ha detto che uno scooter GT deve avere un maxi motore? Il nuovo X10 sfoggia il mono di 330 cc che ha prestazioni da grande e consumi da piccolo. ABS e ASR di serie al prezzo di 6.900 euro. L’abbiamo provato a Parigi

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cilindrata particolarmente richiesta sul mercato francese; il 500 cc è la versione muscolosa, forte di 41 cavalli e di prestazioni eccellenti (un po’ meno i consumi), adatta ai percorsi extraurbani e dotata dell’esclusiva regolazione elettrica del precarico del mono ammortizzatore. Hanno detto di lui Abbiamo chiesto ai vertici della Piaggio di commentare il nuovo arrivato, l’X10 da granturismo. Inizia a parlarcene Stefano Sterpone (executive vice president Piaggio): «Gli scooter GT sono molto forti in Europa, dove coprono il 38% del mercato e sono molto apprezzati soprattutto in Francia, con una quota prossima al 70%. In Italia sono cresciuti, passando in un anno dal 12 al 14% all’interno del segmento scooter. Con l’X10 vogliamo offrire ai nostri clienti europei di questa fascia nuovi standard sul fronte comfort e contenuti tecnologici». Alessandro Bagnoli (senior vice president Piaggio): «Con l’X10 vogliamo replicare il successo dei precedenti GT, vale a dire X9, X8 e X Evo. L’X10 è un veicolo di grandi dimensioni, ma confortevole

e con una sella bassa. Ricordo che l’ASR, che evita il pattinamento della ruota motrice, è una dotazione unica dei nostri scooter, sviluppata internamente da Piaggio, che aumenta la sicurezza sul bagnato, mentre l’ABS a 3 canali consente di fermarsi da 80 km/h in circa 30 metri, quando la migliore concorrenza giapponese ne impiega circa 35». Marco Lambri (senior vice president Piaggio, responsabile design): «Sull’X10 la funzionalità ha guidato in parte le scelte stilistiche. Le linee sono morbide, eleganti e richiamano il family feeling del Beverly e dell’MP3».

L

a prova dell’X10 350 Executive Il gruppo Piaggio ha scelto Parigi per presentare la nuova generazione di scooter da granturismo X10. La Casa italiana vanta una lunga tradizione in questo segmento, tanto da primeggiare sul mercato europeo (Francia in testa, guarda caso scelta per la presentazione internazionale di questo modello), prima con X9, X8 e X Evo, e oggi con l’MP3 che a Parigi è un vero fenomeno commerciale, eletto da le parisiens a scooter ideale per il commuting urbano. L’X10 è offerto in tre diverse motorizzazioni (125, 350 e 500cc). Le prime due sono disponibili in versione standard o Executive, la 500 è solo Executive. Il modello 125 (guidabile con la patente B) e il 350 arriveranno nei prossimi giorni presso la rete vendita, mentre per l’X10 500 bisognerà attendere il mese di maggio. I prezzi L’X10 125 costa 4.570 euro (5.580 euro l’Executive), il 350 5.890 euro (6.900 euro per l’Executive) mentre l’X10 500 Executive ha un prezzo di 7.700 euro. A Parigi abbiamo provato la versione Executive 350, che rappresenta il miglior compromesso in termini di prezzo di acquisto, costi di gestione e prestazioni complessive. Il 125 cc è infatti rivolto ai possessori della sola patente B ed è una

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L’X10 punta a diventare leader nel segmento degli scooter GT e lo fa offrendo un equipaggiamento unico in questa categoria

precarico, posizionato sul lato destro. I cerchi in acciaio a 5 razze sono da 15” all’anteriore (pneumatico 120/70) e 13” al posteriore (pneumatico 150/70). L’X10 ha un impianto frenante con doppio disco da 280 mm all’anteriore e singolo disco da 240 mm al posteriore, dotato di serie del sistema di frenata combinata e, sulle versioni Executive, del sistema ABS-ASR (Acceleration Slippery Regulation). Grazie alla frenata combinata la leva destra agisce su una sola delle pinze anteriori, mentre con la sinistra si azionano contemporaneamente l’altra pinza anteriore e quella posteriore. Una valvola ripartitrice calibra la pressione del freno anteriore in funzione di quella del posteriore.

Downsizing L’X10 350 propone un concetto innovativo, già noto e apprezzato in campo automobilistico. Ci riferiamo – come avrete capito – al downsizing. Ossia all’equipaggiare anche veicoli dalle dimensioni importanti (l’X10 ha un passo di 1.640 mm) con motori dalla cilindrata contenuta, ma con alti contenuti tecnologici, in grado quindi di garantire buone prestazioni a fronte di consumi ridotti. Il 350, ma la cilindrata effettiva è di 330 cc, vanta prestazioni da 400 cc (tocca i 140 km/h effettivi e copre i 400 metri partendo da fermo in meno di 18 secondi) con consumi da 300 cc (percorre 29 km/l nel ciclo misto di consumi previsto dalla normativa comunitaria). Il propulsore eroga 24,5 kW (33,3 CV) a 8.250 giri e una coppia massima di 32,3 Nm (3,3 kgm) a 6.250 giri. Il monocilindrico ha debuttato nel 2011 sul Piaggio Beverly 350 e presenta numerose 6

novità tecniche. Dal Beverly, l’X10 eredita (solo sulla versione Executive) anche il prezioso ABS e il controllo di trazione ASR. È importante sottolineare come l’X10 offra ai clienti l’ABS a tre canali, capace quindi di mantenere l’utilissima frenata combinata (invece assente sul Beverly dotato di ABS a due canali). Il 350 offre anche la doppia mappatura: normale, per godere della piena potenza, ed ECO per abbattere del 3-4% i consumi. All’atto pratico non abbiamo però notato grosse differenze tra le due mappe, a parte uno spunto da fermo un po’ più pigro con l’ECO selezionata. Sul telaio a doppia culla in tubi d’acciaio lavora all’anteriore una forcella di tipo tradizionale con una corsa di 115 mm. Al posteriore le versioni 125 e 350 montano un doppio ammortizzatore idraulico, con precarico regolabile su 4 posizioni e corsa di 100 mm. Per il 500 è stato scelto un monoammortizzatore con regolazione elettrica del

Comfort e dotazione ai massimi livelli L’X10 punta a diventare leader nel segmento degli scooter GT e lo fa offrendo un equipaggiamento unico in questa categoria. Partiamo dall’ergonomia. La sella (posta a soli 760 mm da terra) è comoda, per quanto assai larga, e ospita nel miglior modo possibile sia il pilota che il passeggero. Manca la pedana piatta, ma non lo spazio per i piedi che è davvero abbondante. Come generosi sono i vani destinati al trasporto degli oggetti. Quello sottosella ospita due caschi integrali e ha un volume di 52 litri (un po’ meno sulla versione 500, che contiene un integrale e un jet). Ci sono poi altri tre spazi ricavati dietro lo scudo di medie dimensioni e dotati di presa 12V e USB. L’apertura della sella avviene per mezzo di un tasto posto in plancia, al pari dello sportello del carburante (il serbatoio ospita 15 litri). Abbiamo apprezzato molto anche il comando del freno di stazionamento, che viene azionato dal cavalletto laterale: tanto semplice quanto geniale, soprattutto quando bisogna parcheggiare lo scooter in discesa. I blocchetti elettrici 7


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»»»Prove c’è bisogno di guidare una Aston Martin per attirare l’attenzione... Il 350 si conferma un mostro di fluidità e dolcezza. Ci riferiamo in particolar modo all’eccellente trasmissione progettata dagli ingegneri di Pontedera (ricordiamo che l’X10 è sviluppato e realizzato interamente in Italia, nello stabilimento toscano). La frizione in bagno d’olio ha uno stacco esemplare e accompagna molto bene la crescita di regime del motore. Sulle prime l’X10 inganna sulle sue reali prestazioni, l’erogazione è così vellutata da mascherare l’aumento di velocità, che da 0 a 100 km/h è davvero rapido. Ottima anche la capacità di ripresa a partire dai 40 km/h. L’assetto è morbido e mette al riparo la schiena dai colpi del pavé e dei tombini più infossati. La forcella in particolare regala la sensazione di viaggiare su un cuscino d’aria che filtra ogni imperfezione dell’asfalto. La taratura è valida e si sposa bene con quella dei due ammortizzatori posteriori. L’Executive ha l’ABS- ASR di serie. E vale la spesa Un consiglio spassionato: se vi piace l’X10 350, considerate solo la versione Executive che offre l’ABS e l’ASR di serie, due sistemi che riteniamo irrinunciabili su un veicolo moderno. L’ABS a tre canali, coadiuvato dalla frenata combinata, unisce una buona potenza a una modulabilità eccellente. La leva di destra comanda il doppio disco da 280 mm e non evidenzia un risposta molto pronta, ma basta azionare la leva di sinistra del comando combinato per scoprire una frenata sicura e immediata su ogni tipo di fondo.

sono ben realizzati e dotati di retro illuminazione. Molto completa è la strumentazione, che presenta due elementi circolari analogici separati da un display da 4” che ospita il computer di bordo, su cui troverete davvero ogni tipo di informazione (consumo, trip, temperatura esterna, carica della batteria, orologio, temperatura del motore, livello della benzina e altro ancora). Le finiture complessive sono molto buone; basta osservare gli elementi in plastica della carrozzeria che imitano il metallo: è davvero difficile capire che non si tratta di alluminio. Solo la moquette del vano sottosella appare un po’ posticcia, a causa soprattutto dell’andamento tortuoso del vano stesso. La prova sulle strade di Parigi Piaggio è un brand amato dai parigini. Lo dimostrano il numero impressionante di MP3 presenti sulle strade (5, 6 volte tanto quelli visti a Milano!) e la curiosità dei motociclisti verso l’X10 che stiamo guidando. Anche gli automobilisti ci studiano con attenzione e non manca chi chiede informazioni sul nuovo arrivato. Certe volte non 8

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BELL’ OGGETTO With Compliments, PIAGGIO.Alla vista sembra veramente avere tutte le carte!! francesco - 20/04/2012 Gran classe... Che gli altri si impegnino non c’è dubbio ma questa è classe all’italiana! Una linea sportiva e reale allo stesso tempo. Davvero bello! paolo.pavarini - 20/04/2012

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Un mezzo intelligente Finalmente uno scooter che fa lo scooter. Basta con queste grosse e inutili cilindrate sugli scooter da sboroni. Uno scooter 800 è assurdo, pesa, consuma... un 350 è perfetto, bravi Piaggio, sarà sicuramente un successo. paolo.pavarini - 20/04/2012 Leggi e partecipa ai commenti »

3 1 Completa la strumentazione con un display da 4” che ospita il computer di bordo. 2 Al posteriore le versioni 125 e 350 montano un doppio ammortizzatore idraulico. 3 Singolo disco da 240 mm al posteriore, dotato di serie del sistema di frenata combinata.

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L’ASR a Parigi ha fatto gli extra, complice il porfido bagnato che ha richiesto spesso il suo intervento. Intervento che è ben avvertibile, ma mai brusco (per capirci, non è violento come l’ASR di alcune BMW). Al momento non siamo in grado di giudicare le prestazioni dell’X10 350 sul veloce e in autostrada, al pari dei consumi (di cui vi abbiamo riportato il dato dichiarato dalla Piaggio; ma c’è da essere ottimisti, visti i buoni risultati ottenuti dal Beverly 350). La prova si è svolta infatti solo su un percorso cittadino, un test più approfondito sarà fatto nei prossimi mesi per fornirvi altri parametri di valutazione. Quello che possiamo anticipare sin d’ora è che l’X10 si presenta come un prodotto maturo, ben realizzato e con una linea decisamente moderna ed elegante. Soprattutto è in grado di soddisfare le esigenze della clientela di oggi, che chiede sì prestazioni, ma anche comfort, consumi ridotti e qualità che

giustifichino l’acquisto. L’X10 Executive 350 è già disponibile dai concessionari in cinque colori (bianco, blu, grigio, nero, marrone) al prezzo di 6.900 euro con una lunga lista di accessori, che comprende bauletto posteriore a sgancio rapido, telo copri gambe, borsa da tunnel centrale, borsa bauletto, sella comfort in gel, schienalino del passeggero, antifurto elettronico e telo copri veicolo.

SCHEDA TECNICA

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Piaggio

X10 350 Tempi: 4 € 6.900 Cilindri: 1 Cilindrata: 330 Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Freni: D-D Misure freni: 280-240 mm Misure cerchi (ant./post.): 15’’ / 13’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Lunghezza: 2250 mm Larghezza: 790 mm Altezza: 760 mm Capacità serbatoio: 15 l Segmento: Scooter Ruote basse

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MOTOGP

MOTOCROSS

Mach, Grosseto. Risponde Massimo 1. Credo che verso fine aprile arriveranno i 125. 2. È stato accolto bene per l’estetica. E’ un veicolo che da qualche anno mancava. Dopo l’X9 non c’è più stata una prosecuzione della linea scooteroni Piaggio. 3. Credo che gli scooter della concorrenza siano un po’ più grandi come cilindrata o bicilindrici… Certo che se il monocilindrico avrà un prezzo vicino a Suzuki o agli altri saremo tagliati fuori. Ma se il prezzo è più basso potrà essere competitivo. Diciamo intorno ai 7.000 euro con gli oplional e controlli tipo ABS. 4. Dovrebbe essere il 500.

Abbiamo provato il Piaggio X10. Ecco cosa ne pensano i concessionari del nuovo maxiscooter

P

iaggio presenta il nuovo maxi da gran turismo in tre cilindrate. 125, 350 e 500 con una ricca dotazione (ABS e ASR di serie sulle versioni Executive) e prezzi da 4.570 a 7.700 euro. Sarà distribuito presso i concessionati a partire dall’ultima settimana di aprile. Mentre lo stiamo provando a Parigi abbiamo interpellato i concessionari Piaggio per 14

avere le prime impressioni e sapere cosa si aspettano da questa novità della Casa italiana. La parola ai concessionari. Queste le domande che abbiamo rivolto loro: 1. Quando arriva nei concessionari e con quali cilindrate inizialmente? 2. Come è stato accolto dalla clientela che l’ha visto ad Eicma e Motodays? 3. L’X10 è il nuovo top di gamma Piaggio. Ha i contenuti giusti, vedi Abs e Asr, per battere la concorrenza asiatica? 4. Quale sarà secondo le vostre aspettative la versione più richiesta?

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Piaggio X10, la parola ai concessionari

02 Maggio

2012

La Moto, Genova. Risponde Corrado Torielli 1. Ancora i tempi di consegna non sono stati decisi comunque dovrebbe arrivare prima il 350, sicuramente senza ABS a fine maggio. 2. C’è curiosità, è una fetta di gamma che ci manca da tanto tempo. 3. Non è solo un discorso di concorrenza, io parto dal presupposto che la nostra tecnologia e il nostro design non abbiamo da invidiare nulla a nessuno. 4. Me lo sono chiesto anche io per fare il magazzino giusto. Essendo target alto credo sarà il 350 perché il 500 a Genova non è il più adatto. Fiorenzi, Orvieto. Risponde Enrico Fiorenzi 1. A fine mese dovrebbero arrivare i 350 senza ABS. 2. C’è molto interesse, siamo molto fiduciosi perché negli ultimi anni non ci sono state novità sostanziali. L’X10 porta con sé molte novità tecnologiche (sospensioni regolabili elettricamente, sistema di diagnosi immediata) ed estetiche. Questo garantisce la speranza e l’obietivo di entrare in un

segmento dove Piaggio non aveva un prodotto. 3. Secondo noi sì, soprattutto nella motorizzazione 350. Il veicolo va molto bene, ha potenza e ha una fluidità di erogazione molto apprezzata. Ha spese ridotte nei consumi e nella manutenzione. Tutte cose molto importanti in questo periodo. 4. Il 350! Per l’innovazione del motore e poi perché oltre i 400 cc l’assicurazione aumenta. Intermot, Milano. Risponde Christian Brenna 1. Non abbiamo date definitive, arriveranno prima dell’estate. Presumo prima nella versione 350. 2. In generale pochissimi hanno dimostrato interesse per il modello. La gente vuole vederlo dai concessionari. 3. Potrebbe. Secondo me sono interessanti le versioni ABS e in generale rispondono a tutte le caratteristiche richieste dal pubblico. 4. Secondo me avrà più successo il 350 che il 500 e sarà preferita la versione con ABS. 15


SPECIALE MOTOGP

IL GRAN PREMIO dI Spagna 16

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MOTOGP

MOTOCROSS

BRAVO LORENZO A 5/6 giri dalla fine, si è pensato di assistere a una replica della gara del Qatar, quando Stoner aveva rallentato vistosamente e aveva dovuto cedere il passo sia a Lorenzo sia a Pedrosa. Al penultimo passaggio, il vantaggio del campione del mondo era di soli 0”172 e sembrava addirittura che il pilota della Yamaha ne avesse di più; invece, l’australiano ha dimostrato di avere la situazione sotto controllo e ha tagliato il traguardo con 0”947 di margine su un Lorenzo comunque bravissimo e in testa al mondiale con 45 punti, 4 in più di Stoner e 9 più di Pedrosa. Dani, partito fortissimo come suo solito, ha rallentato troppo nei primi giri e nonostante nel finale sia riuscito ad avvicinarsi al duo di testa, non è mai stato in lotta per il gradino più alto del podio. Ha comunque disputato una buona gara e si conferma in forma. GRANDE CRUTCHLOW Dopo la bella gara del Qatar, ecco un’altra grandissima prestazione di Cal Crutchlow, in grandissima crescita, quarto a un niente da Pedrosa, con Andrea Dovizioso quinto e Ben Spies addirittura undicesimo: come dire che Crutchlow sta facendo alla grande il suo lavoro.

di Giovanni Zamagni | Con la pista asciutta Stoner espugna Jerez. Alle sue spalle Lorenzo e Pedrosa. Valentino Rossi nono e Andrea Dovizioso quinto

V

ittoria meritata per Casey Stoner, secondo posto per Jorge Lorenzo, terzo Dani Pedrosa. Quinto Andrea Dovizioso, ottavo Nicky Hayden e nono Valentino Rossi. Ma il GP di Spagna ha regalato all’Italia un nuovo trionfo, quello in Moto3 del sedicenne Romano Fenati. E’ stato un 18

successo per certi versi inaspettato quello di Stoner, decisamente in difficoltà in prova (era quinto, staccato di un secondo). Ma dopo aver passato il warm up ai box, per conservare le gomme da bagnato, in gara, disputata con l’asfalto asciutto, Stoner è tornato lo Stoner di sempre, anzi migliore, perché a Jerez non aveva mai vinto, con nessuna moto, in nessuna cilindrata. Ma oggi, al di là dei problemi al braccio destro, che lo hanno rallentato un pochino anche in questa occasione, Casey ne aveva di più, anche se la sua vittoria è stata tutt’altro che semplice, perché alle sue spalle Jorge Lorenzo ha spinto come un forsennato.

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Numero

02

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Stoner vince il GP di Spagna

02 Maggio

2012

DUCATI: QUESTO E’ IL POTENZIALE Il terzo posto di Nicky Hayden in prova aveva illuso, ma il potenziale della Ducati, purtroppo, è quello della gara, con Hayden ottavo, staccato di oltre 28 secondi e Valentino Rossi nono a 34”8. E’ evidente che la Ducati ha dei limiti ed è meno competitiva di Honda e Yamaha, così come è certo che se Valentino spingesse un po’ di più potrebbe arrivare davanti al compagno di squadra e più vicino ai primi, ma per pensare non dico alla vittoria, ma al podio, ci vuole ben altro. Una situazione piuttosto deprimente, che non può essere risolta in tempi brevi. CRT: UN’ALTRA CONFERMA Come in Qatar, anche in Spagna nessuna CRT è stata doppiata: è già qualcosa. Questa volta, il primo al traguardo è stato Aleix Espargaro, 12esimo, con un tenace Danilo Petrucci 13esimo e Mattia Pasini 14esimo. I PRIMI COMMENTI Stoner: “E’ una vittoria molto importante che, sinceramente, non mi aspettavo, perché dopo le qualifiche non avevo il passo. Abbiamo fatto delle modifiche all’assetto, ma che non abbiamo

potuto provare nel warm up perché era bagnato. Sono partito un po’ titubante, sono partito male, ma sono riuscito a prendere un buon ritmo. Quando sono andato in testa ho spinto, ma ho avuto ancora problemi alla mano: non sapevo se continuare a spingere o rallentare. Ho continuato a forzare e, alla fine, la situazione è migliorata ed è arrivata una vittoria storica su questa pista”. Lorenzo: “E’ stata una gara difficile: all’inizio la pista era bagnata ed era facile fare uno sbaglio e fare zero punti, che proprio non volevo fare. Ho tirato al massimo, ma la mia gomma davanti era finita; in ogni caso, complimenti a Stoner”. Pedrosa: “Sono partito bene, ma a inizio gara sono stato troppo tranquillo e mi hanno passato tutti. All’inizio, sinceramente, mi aspettavo una gara di gruppo, ma Stoner è andato in testa e con Lorenzo ha preso un buon margine. Alla fine ho recuperato un po’, ma non abbastanza”. GRANDE FENATI Secondo in Qatar, primo in Spagna: Romano Fenati sta facendo cose da fenomeno. E le ha fatte su una pista difficilissima, con tantissimi piloti traditi dalle chiazze di umido. Non Fenati, davvero strepitoso. 19


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MOTOGP

MOTOCROSS

di Giovanni Zamagni | Stoner 9, Lorenzo 8, Pedrosa 7 e Dovizioso 6. Le note dolenti iniziano da Rossi 4, Barbera 4, Spies 4 e finiscono con Ducati 5

9

CASEY STONER Dopo le prove sembrava in difficoltà e incapace di tenere il ritmo dei piloti spagnoli. Per la gara sperava addirittura nella pioggia, ma anche con l’asciutto è riuscito a fare la differenza, su una pista dove, in passato, non aveva mai vinto. La sensazione è quella di un pilota quasi imbattibile, con l’unico punto debole della tenuta fisica, per i continui indolenzimenti del braccio destro.

Numero

59

8

CAL CRUTCHLOW La sua Yamaha è teoricamente inferiore a quella di Lorenzo, ma nessuno se ne è accorto. Merito di un pilota veloce, funambolico, anche un po’ pazzo: un bel personaggio.

6

ANDREA DOVIZIOSO Proprio sulla linea di partenza, ha deciso di sostituire la gomma anteriore dura (scelta in precedenza) con la morbida: è stato un errore. Inoltre, non guida la M1 come si dovrebbe (lo dice Andrea), ma su una pista a lui molto ostica ha comunque disputato una gara dignitosa. Troppo grande, però, il distacco dai primi e dal compagno di squadra.

risparmia mai: sotto il profilo dell’impegno è encomiabile.

4

VALENTINO ROSSI Il più forte pilota dell’era moderna non può prendere 3”4 in prova dal primo e 2”4 dal compagno di squadra. In gara è andata un po’ meglio, ma da lui ci si aspetta che faccia la differenza, anche se è comprensibile la sua demotivazione.

4

HECTOR BARBERA Deludente in prova e in gara.

8

6 6

STEFAN BRADL In condizioni difficilissime, lui, che è un debuttante, non ha fatto errori: con queste moto è già molto.

BEN SPIES E’ in grave crisi psicologica: speriamo si riprenda al più presto.

7

7

6

JORGE LORENZO In prova era stato devastante, ma in gara non si è ripetuto, anche a causa della scelta sbagliata della gomma anteriore, morbida anziché dura. Si conferma comunque pilota tenace e di grande spessore. DANI PEDROSA La prudenza iniziale gli ha impedito di lottare per la vittoria: nel finale ha dimostrato che aveva il potenziale per fare meglio. 20

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SPORT

Le pagelle del GP di Spagna

02 Maggio

2012

ALVARO BAUTISTA La posizione non è male, ma non entusiasma mai.

NICKY HAYDEN Il risultato finale è deludente, soprattutto per il distacco (28”), ma Hayden ha portato in prova la Ducati al terzo posto e non si

4

ALEIX ESPARGARO Questa volta è lui il primo dei piloti CRT. 21


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02 Maggio

Anno

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2012

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SPORT

MotoGP Jerez Classifica

7

DANILO PETRUCCI La Ioda (voto 4) è per il momento la peggior moto in griglia, ma Danilo ha buone qualità.

4 4

RANDY DE PUNIET In prova ha fatto il suo dovere (era decimo), ma in gara si è steso a due giri dalla fine mentre era 12esimo e primo tra le CRT.

6

6

5

9

MATTIA PASINI Un passo in avanti rispetto al Qatar: ha bisogno di fare chilometri.

IVAN SILVA Si è parlato di lui solo perché è stato il più veloce delle libere, essendo stato l’unico ad aver fatto un giro con la pista appena umida.

4

COLIN EDWARDS Non è riuscito a trovare una buona messa a punto della sua Suter-BMW.

22

KAREL ABRAHAM E’ caduto al 24esimo giro, quando era già ultimo.

Classifica Generale

Pos.

Pilota

Punti

Pos.

Pilota

Punti

1

Casey STONER

25

1

Jorge LORENZO

45

2

Jorge LORENZO

20

2

Casey STONER

41

3

Dani PEDROSA

16

3

Dani PEDROSA

36

4

Cal CRUTCHLOW

13

4

Cal CRUTCHLOW

26

5

Andrea DOVIZIOSO

11

5

Andrea DOVIZIOSO

22

6

Alvaro BAUTISTA

10

6

Alvaro BAUTISTA

19

7

Stefan BRADL

9

7

Nicky HAYDEN

18

8

Nicky HAYDEN

8

8

Stefan BRADL

17

9

Valentino ROSSI

7

9

Valentino ROSSI

13

10

Hector BARBERA

6

10

Hector BARBERA

13

11

Ben SPIES

5

11

Ben SPIES

10

12

Aleix ESPARGARO

4

12

Aleix ESPARGARO

5

13

Danilo PETRUCCI

3

13

Colin EDWARDS

4

MICHELE PIRRO E’ stato costretto al ritiro al 19esimo giro per problemi tecnici mentre era 16esimo. La sua moto è giovane, ma lui sta facendo benino.

HONDA Stoner sembra fare più fatica, rispetto all’anno scorso, a trovare la messa a punto ideale, ma la RC213V è molto competitiva.

9

YAMAHA E’ molto equilibrata, sostanzialmente sullo stesso livello della Honda.

5

DUCATI Il potenziale è più alto di quello che si è visto in gara, ma rimane comunque lontana dalle rivali: sarebbe sorprendente il contrario, visto che è nata da qualche mese. 23


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MOTOCROSS

questo è sicuramente incoraggiante: questo assetto avrei dovuto provarlo venerdì nelle libere, ma, purtroppo, la pioggia ha cambiato i nostri piani. Sicuramente bisogna fare meglio in prova: Hayden in qualifica è stato non più coraggioso, ma più bravo a sfruttare la moto, anche se poi in gara ha finito ottavo. Questa gara ci servirà per migliorare nelle prossime, già dal Portogallo: fino adesso ho cercato di mettere a punto la Ducati per avere sensazioni simili a quelle che provavo in passato, ma con questa moto non funziona e non si riesce a essere competitivi. Così oggi ho usato un assetto più “Ducati style”, che Hayden utilizza già da un po’ di tempo con qualche piccola differenza. Lui ha chiuso solo sei secondi davanti a me, ma è stato più bravo e redditizio perché all’inizio ha lottato con il gruppetto, mentre io ero più lontano, anche se alla fine giravo un po’ più forte di lui. Questo assetto mi permette di frenare e entrare in curva abbastanza forte: ho fatto 1’41”062 al penultimo giro e nel finale sono riuscito a fregare Barbera in una lotta all’ultimo sangue (ride, NDA)”. A proposito, non ti ha dato la mano dopo tagliato il traguardo… “Subito no, poi però gliel’ho ridata e me l’ha stretta…”.

di Giovanni Zamagni | Il nono posto finale a 34”852 dalla vetta e a “soli” sei secondi da Nicky Hayden rappresenta un passo in avanti

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opo le prove, chiuse al 13esimo posto a 3”429 dalla pole e a 2”4 dal compagno di squadra, il nono posto finale a 34”852 dalla vetta e a “soli” sei secondi da Nicky Hayden rappresenta un passo in avanti. Piccolissimo, però, ed è ovvio che non si può essere soddisfatti di questo GP. Non lo è nemmeno Valentino 24

Rossi, che spera però che il nuovo assetto “Ducati style”, come lo ha definito, e già utilizzato da Nicky Hayden rappresenti una base per un futuro migliore. Non tanto migliore, ma un po’ sì. “Sicuramente è stata una gara meno deludente del Qatar, anche grazie a un differente assetto usato in gara e che continueremo a utilizzare nel proseguo della stagione. Con la Desmosedici bisogna usare un setting diverso rispetto a quello che piace a me e abituarsi a guidare in maniera differente. Sono partito prudente, perché non sapevo bene come potesse comportarsi la GP12 con l’assetto differente e, considerando anche la mia posizione di partenza, all’inizio ho perso molto tempo. Ma nel finale ho girato con buoni tempi e

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Rossi: “Sono ancora veloce e competitivo”

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Usiamo un paragone calcistico: con le altre moto, vincevi dando spettacolo, un po’ come il Barcellona di Pep Guardiola; con la Ducati dovresti forse pensare meno al bel gioco e più al risultato, una specie di catenaccio alla Mourinho… “Con la Desmosedici, quando lotti insieme agli altri fai più fatica, non puoi scegliere di cambiare traiettoria per fare un sorpasso o entrare più piano per uscire più forte: Siamo un po’ sui binari e questo ti limita: più che altro, bisogna mettere lo stesso impegno di quando si vinceva, ma per fare sesto o settimo. Se va bene… E questo è un po’ difficile”. E ce l’hai questa voglia? “Sì, ce l’ho. A me da fastidio quando succede come ieri in prova, che proprio non riesco a guidare la moto, ma oggi mi sono anche divertito. Chiaramente, bisogna essere più veloci in qualifica”. Dopo il Qatar, molti ex piloti, tra i quali Giacomo Agostini, hanno detto che potrebbe essere iniziata la parabola discendente della tua carriera: cosa ne pensi? “Sinceramente, io credo di essere ancora veloce e competitivo. Dopo il Qatar ero molto deluso perché, in qualche modo, ci speravo di poter fare una buona gara, invece abbiamo capito che dobbiamo lottare al 100% per posizioni che non sono sicuramente le

prime tre. Bisogna migliorare la moto: penso di essere stato molto chiaro su quello che c’è da fare e speriamo insieme di riuscisci”. Lorenzo ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe nessun problema a un tuo eventuale ritorno in Yamaha e che insieme fareste una grande squadra. “E io dico grazie a Lorenzo perché ha detto tante volte che con me si è trovato bene e che ha imparato tante cose standomi a fianco. Tra i miei avversari è stato l’unico che mi ha sempre portato rispetto anche in questo momento di difficoltà. Ma è presto per parlare del futuro: prima dobbiamo cercare di fare diventare la Ducati più competitiva”. Cosa ne pensi di Romano Fenati? “Una sola parola: impressionante! Sembra un pilota che corre da dieci anni: dare due secondi al giro agli altri quando sei davanti di 15”, significa che hai un bel margine. E’ andato veramente forte, gli faccio grandissimi complimenti: da tanto tempo non si vedeva un pilota arrivare al mondiale e fare così tanta differenza alle prime gare. Uguale a me? Come simpatia un po’ mi ricorda, ma lui è andato più forte di me da subito. Un grande in bocca al lupo”. 25


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di Giovanni Zamagni | Che Rossi a Jerez ha corso il suo 200esimo GP, che sarà abolito il Paddock MotoGP, che secondo Reggiani Rossi ha smesso di combattere, che Lorenzo ha sul casco un adesivo per Lascorz...? JEREZ CONFERMATO – Anche nel 2013 si correrà a Jerez: lo ha detto ufficialmente il sindaco della cittadina andalusa, che dopo le difficoltà degli anni passati, è intervenuta economicamente per aiutare il circuito. Salterà, invece, il Portogallo, mentre Barcellona e Valencia, con ogni probabilità si alterneranno, esattamente come faranno per la F1. 26

PADDOCK MOTOGP, ADDIO – Dopo quattro anni, il tanto decantato “Paddock MotoGP” è stato abolito. Introdotto nel 2008 dalla Dorna, che voleva creare una zona “esclusiva” per sponsor e ospiti dei team della MotoGP, venne immediatamente contestata da tutti gli addetti ai lavori. Un’idea “geniale” che per quattro anni ha trasformato parte del paddock in un “ghetto” di lusso, che ha avuto, come unico risultato, quello di allontanare ulteriormente gli appassionati dai piloti e dai protagonisti. Adesso, finalmente, anche la Dorna ha capito che si trattava di una scelta sbagliata e da quest’anno si torna al passato. Della serie: meglio tardi che mai.

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GP di Spagna. Lo sapevate che...

02 Maggio

2012

200 GP PER ROSSI – A Jerez, Valentino Rossi ha celebrato il 200esimo GP nella massima cilindrata. Solo due piloti hanno più gare all’attivo: Alex Barros (245) e Loris Capirossi (217). Qualche dato: 79 vittorie, 139 podi, 49 pole; è salito sul gradino più alto del podio con tre moto differenti (Honda 500, Honda MotoGP, Yamaha MotoGP); assieme a Loris Capirossi è l’unico pilota ad aver vinto con le 500 2T, le 800 e le 990 4T; ha vinto in 21 dei 24 circuiti sui quali ha corso, non riuscendo a imporsi solo a Aragon, Istanbul e Silverstone. E pensare che c’è qualcuno che lo mette in discussione… BARBERA: SI’, SEGUO ROSSI – A chi lo critica di seguire sempre in prova qualcuno e di correre solo per battere Valentino Rossi, Hector Barbera ha risposto così: “E’ normale che io voglia arrivare davanti a Rossi: lui è il punto di riferimento della Ducati e durante l’inverno è sempre stato il migliore. Se corressi con la Honda cercherei di fare lo stesso con Stoner. Se riuscissi ad arrivare al traguardo prima di Rossi e Hayden, due campioni del mondo, per me sarebbe come conquistare il titolo”. 27


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RASSEGNA STAMPA: TUTTOSPORT – Su Tuttosport di sabato 28 aprile, a firma di Piero Valesio, è stata pubblicata una interessante intervista a Loris Reggiani: eccone alcune parti. “Rossi ha smesso di mettere sulla Ducati il “vero” Valentino a Barcellona dello scorso anno. Poi si è stufato di finire per terra lottando per arrivare sesto. Ma il punto secondo me è un altro: da quello che si vede, dall’atteggiamento che Valentino ha tenuto dopo il Qatar, ho la sensazione che ci sia qualcosa, o molto, che loro non ci dicono. E’ come se 28

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FONDAZIONE SIMONCELLI – A Jerez si è rivista Kate Fretti la dolce e carina fidanzata di Marco Simoncelli: lavora per la fondazione voluta da papà Paolo per onorare al meglio la memoria del figlio, tragicamente morto a Sepang il 23 ottobre 2010. Kate, assieme a Chiara, si occupa del gazebo, che sarà in ogni GP europeo all’interno del circuito, per raccogliere adesioni alla fondazione. Ci sono tre tessere: normale, da 30 euro, argento fino a 100 euro e oro oltre i 100 euro. I soldi raccolti serviranno, tra l’altro, per aiutare i bambini in difficoltà.

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Preziosi avesse detto: proviamo a mettere dietro la ruota davanti e viceversa. E Burgess avesse risposto: sei matto? Proviamo qualcos’altro. Poi però Preziosi lo ha fatto lo stesso e a Rossi e ai suoi è saltata la mosca al naso”. CAL CRUTCHLOW: VELOCE E SIMPATICO – Cal Crutchlow, al suo secondo anno in MotoGP, sta mettendo in mostra talento e buone qualità. Ed è anche un bel personaggio, estroverso e con la battuta pronta. Giovedì, durante la conferenza stampa del pre-GP, ha ironizzato: “L’anno scorso dovevo pagare per venire qui, adesso vengo addirittura invitato…”. MOTO3: POLEMICA SUL PESO – Nella Moto3 il peso minimo imposto dal regolamento è di 148 kg di moto e pilota assieme. Secondo molte squadre della nuova categoria è troppo alto, perché i ragazzini della Moto3 sono leggerissimi e questo costringe i tecnici ad aggiungere zavorra alla moto per raggiungere il peso imposto, creando dei problemi all’equilibrio della ciclistica.

LORENZO PER LASCORZ – Jorge Lorenzo ha messo sulla parte posteriore del casco un adesivo di incoraggiamento per Joan Lascorz, il pilota della Kawasaki SBK rimasto paralizzato dopo un incidente a Imola, con questa scritta: “POWER FOR 17 LASCORZ – NEVER GIVE UP – FIGHTING SPIRIT”. SPEED UP: CONTINUI AGGIORNAMENTI – La ciclistica Speed Up realizzata da Luca Boscoscura e utilizzata da Andrea Iannone e Mike Di Meglio è in continua evoluzione: a Jerez è stata portata una modifica al 29


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link della sospensione posteriore ed entrambi i piloti avevano a disposizione anche un forcellone in carbonio, utilizzato però solo da Andrea.

questo tipo di copertura non fa parte della filosofia aziendale della Bridgestone”. Niente da fare, quindi. Tra l’altro, secondo molti piloti, tra cui Stoner e Hayden: “l’intermedia può aiutare per qualche giro, ma nelle condizioni delle prove non risolverebbe comunque i problemi”.

gran lunga – la moto più lenta. Il motivo è semplice: per questione di soldi, viene utilizzato un motore strettamente di serie, di quelli che si possono acquistare da un concessionario e, inevitabilmente, le prestazioni sono disastrose. Così, il povero Danilo non può dimostrare il suo valore.

INTERMEDIA? NO GRAZIE – Le particolari condizioni in prova dell’asfalto di Jerez, con la pista bagnata solo in parte, hanno sollevato per l’ennesima volta il problema delle gomme e si è discusso sull’opportunità di avere a disposizione una intermedia (come quelle di una volta). “Durante la Safety Commission di venerdì – ha spiegato Jorge Lorenzo – ho chiesto a Capirossi e a Ezpeleta se si poteva aggiungere una intermedia alla lista delle gomme da bagnato, ma hanno detto che

VELOCITA’ MASSIME – Queste le velocità massime nelle qualifiche. Barbera (Ducati) 288,8 km/h (media delle 5 migliori velocità massime 284,3) Bradl (Honda) 287,3 (284,6), Bautista (Honda) 286,9 (285,7) Stoner (Honda) 285,9 (285,0) Abraham (Ducati) 284,2 (282,8), Dovizioso (Yamaha) 284,0 (282,9) Pedrosa (Honda) 283,5 (282,7) Rossi (Ducati) 282,3 (280,9) Hayden (Ducati) 282,3 (281,9) Lorenzo (Yamaha) 282,1 (281,2) Crutchlow (Yamaha) 281,7 (279,7) Spies (Yamaha) 280,9 (279,5) Hernandez (BQRKawasaki) 269,5 (267,7) Pirro (FTR-Honda) 268,2 (266,9) Espargaro (ART) 267,7 (266,4) Pasini (ART) 266,5 (263,6) De Puniet (ART) 265,6 (264,4) Ellison (ART) 264,8 (263,5) Edwards (SuterBMW) 264,5 (263,0) Silva (BQR-Kawasaki) 261,4 (260,7) Petrucci (Ioda-Aprilia) 257,4 (256,4).

BQR IN CARBONIO – A Jerez, la BQR ha portato per Ivan Silva un telaio in carbonio, che si aggiunge a quello tradizionale in alluminio. La nuova ciclistica è piaciuta subito al pilota spagnolo, che l’ha anche utilizzata in gara.

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IODA MOTOGP: MOTORE DI SERIE – Come si vede dalle velocità massime, la Ioda-Aprilia di Danilo Petrucci è costantemente – e di

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POLEMICA LORENZO-DOVIZIOSO – Nel corso del secondo giro, Jorge Lorenzo si è lamentato, con un evidente gesto della mano, di una manovra di Andrea Dovizioso, in quel momento davanti allo spagnolo. Piuttosto decise – ma inopportune – le parole a fine dara di Lorenzo. “Gli ho fatto capire – è la singolare spiegazione del pilota della Yamaha – che non era quello il momento di fare una manovra del genere. Io sono in lotta per il mondiale e lui è un mio compagno di Marca: non può farmi una cosa del genere, deve calcolare meglio i rischi. Agli spettatori piacciono queste sfide, ma bisogna stare più

tranquilli e provarci quando mancano pochi giri”. Pacata la risposta di Dovizioso: “Diciamo che abbiamo sbagliato entrambi, la colpa è al 50% per ciascuno. Lui mi ha affiancato, ma io avevo un po’ di margine e ho lasciato i freni. Quando ho chiuso, però, lui aveva spazio per girare: credo che abbia fatto apposta a toccarmi per darmi un avvertimento. Ci sta, non è niente di particolare”. AJO SQUALIFICATO – Niklas Ajo, pilota della Moto3, non potrà correre in Portogallo: la direzione gara la squalificato per un GP per aver spinto e fatto cadere un commissario che non lo faceva ripartire dopo una scivolata. 31


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Romano Fenati domina la Moto3 di Giovanni Zamagni | Una sola parola per definirlo: impressionante! E a dirlo, non è uno qualunque, ma Valentino Rossi, nove titoli mondiali e 105 GP vinti

Una sola parola: impressionante! - è il commento di Valentino -. Sembra un pilota che corre da dieci anni: dare due secondi al giro agli altri quando sei davanti di 15”, significa che ne hai un bel po’ più degli altri. E’ andato veramente forte, gli faccio grandissimi complimenti: da tanto tempo non si vedeva un pilota arrivare al mondiale e fare così tanta differenza alle prime gare”. Nel paddock, i complimenti per Fenati si sprecano: tutti sono increduli di fronte all’impresa del sedicenne pilota di Ascoli Piceno, alla sua seconda gara nel motomondiale. L’unico a rimanere tranquillo è proprio lui, Romano: un’altra conferma di un carattere e di una determinazione straordinaria. Romano ci credi? Primo, a Jerez, a casa degli spagnoli! “Non c’è mai profeta in casa! E’ stata una bella gara, anche perché mi sembrava di essere tornato al CEV (il Campionato Spagnolo, NDA) dell’anno scorso, quando lottavo con Rins e Marquez (Alex, il fratello di Marc, qui al via con una wild card, NDA). Non sono partito molto bene, ma ho cercato di rimontare subito e alla seconda staccata ero quarto (partiva dal decimo posto, NDA). Ho preso un paio di rischi, ma è stata una bella gara. Li ho fatti andare avanti, ma dove vedevo che potevo andare più forte forzavo e dove bisognava usare la testa alleggerivo il gas. Io

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con l’acqua non ho molta esperienza, mentre i miei rivali hanno girato parecchie volte con la pioggia e volevo vedere come andava”. E’ l’emozione più grande della tua vita sportiva? “Sì, perché vincere la seconda gara è una bella cosa”. Sei anche in testa al mondiale… “Sì, sono in testa al mondiale e adesso… più testa che mai!”. Chi devi ringraziare, oltre a te stesso, per essere qui oggi? “La famiglia, il team, soprattutto i miei meccanici, la Federazione che mi è stata veramente molto vicina”. 33


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Adesso si va in Portogallo con quale spirito? “Intanto prima torniamo a casa: devo dire a mia mamma di lasciarmi tranquillo domani mattina… Poi si va in Portogallo, su una pista che non conosco: vediamo di andare forte da subito”. Da qui in poi si correrà su molte piste per te nuove, ma in Qatar, che non conoscevi, si è visto che ti adatti velocemente. “Riesco a memorizzare molto velocemente i circuiti. Bisogna andare lì con la consapevolezza di essere primo nel mondiale e ogni minimo errore 34

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potrebbe essere fatale”.

un giro in più, come mi era successo in Qatar nelle libere”.

Tanti campioni italiani della MotoGP ti hanno fatto i complimenti… “Sono veramente contento: l’anno scorso li guardavo in tv e oggi ci parlo”.

Insomma, è una gara come un’altra… “Sì, solo che si chiama Campionato del Mondo”.

Per forza, continuavi a girare due secondi più forte degli altri, nonostante avessi 30 secondi di vantaggio! Te lo davano il distacco sulla tabella? “Sì, ma a me sembravano 3 secondi e non 30: non vedevo bene la tabella, perché era proprio all’uscita della curva. Quando mi sono girato e non ho visto nessuno, ho detto: ahhh, non è che ho fatto

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Ci hai pensato che eri in testa o era una gara come un’altra? “Una gara come un’altra. All’inizio pensavo al consumo delle gomme e non volevo essere in difficoltà negli ultimi giri e ci metti un attimo a perdere la gara. Gli ultimi due o tre giri la moto scivolava molto…”.

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Beh, una bella differenza! “Cambia solo il nome”. Anche gli avversari. “Ma per il resto è uguale”. La dedica? “A mio nonno Romano, che mi ha sempre accompagnato alle gare, fin dai tempi delle minimoto, da quando avevo quattro anni, mi ha portato nelle piste di tutta Italia. Poi siamo passati alle MiniGP, poi alle 125: sempre lui mi ha accompagnato. E vorrei fare un saluto al mio amico Francesco Ferretti che oggi compie 15 anni”. Mai nessuno ti ha detto di fare uno sport meno pericoloso? “Quando mi sono rotto la mia prima clavicola, mamma mi ha

detto: datti al tennis! Avevo 8 o 9 anni. Poi ce ne sono state delle altre: in totale quattro fratture, una a sinistra e tre a destra”. Ti aspetti grandi feste a casa? “Sì. Adesso devo chiamare mamma e dirle che mi deve lasciare tranquillo a casa domani mattina”. Questa settimana niente scuola? “Faccio il secondo anno di liceo linguistico e vado abbastanza bene. Ma domani è festa, poi c’è il 1 maggio e poi si parte per il Portogallo: questa settimana va di lusso”. 35


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Lo sfogo di Melandri contro Ducati di Giovanni Zamagni | Dopo l’ennesimo risultato deludente di Valentino sulla Ducati, Melandri si sfoga su Twitter: “Non ho il talento di chi ha vinto 9 mondiali, ma...”

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iste le grandi difficoltà di Valentino Rossi sulla Ducati, in molti affermano: “Allora aveva ragione Marco Melandri!”. Una tesi che, personalmente, non condivido, perlomeno in parte: Marco aveva ragione – questo ormai è assodato – nel segnalare i problemi della Desmosedici, ma è più che comprensibile che in Ducati non lo ascoltassero, perché 36

con la stessa moto il compagno di squadra Casey Stoner vinceva o, comunque, era sempre davanti. Vinceva, è bene ribadirlo, non lottava per il sesto posto, come ha fatto fino adesso Hayden. Altra differenza, a mio modo di vedere sostanziale, è che Melandri ha smesso di lottare dopo la prima gara, Rossi ci ha provato per un anno intero, buttandosi per terra dodici volte. Ecco perché le due situazioni non sono comparabili, anche se il risultato finale è lo stesso: Valentino non riesce in nessun modo a guidare questa moto e pare destinato a non riuscirci nemmeno in futuro. Con l’aggravante, certo, che si è cercato di rendere la moto competitiva, senza riuscirci, almeno per il momento. Comunque la si veda, le difficoltà di Rossi rappresentano per Melandri una grande rivincita

e su twitter il campione della BMW si è tolto qualche sassolino. “Non ho il talento di chi ha vinto 9 mondiali, ma ho avuto l’umiltà di aver rinunciato a milioni di euro e di rimettermi in gioco senza scuse e senza l’appoggio della stampa dalla mia. Scusatemi, ma questa è una vittoria come uomo, perché ho rispettato me stesso e ne vado fiero!! Ringrazio chi mi è stato vicino nei momenti difficili. Perché odiavo tutto e tutti e grazie a loro non ho mai smesso di credere in me. Non critico chi è in difficoltà perché so cosa sta passando, ma chi ci vuole fare credere che la soluzione è dietro l’angolo”. A parte la frase finale – non si capisce bene a chi si riferisca Marco quando dice che “critica chi vuole fare credere che la soluzione è dietro l’angolo -, il suo sfogo è umano e comprensibile. 37


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Randy Mamola: “Senza le CRT non ci sarebbe più la MotoGP” di Carlo Baldi | Abbiamo incontrato uno dei piloti più spettacolari della storia delle corse motociclistiche. Ecco cosa ne pensa della Superbike, delle CRT e della crisi della Ducati e di Valentino

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i sono i piloti, poi ci sono i piloti bravi e poi ci sono i miti. Randy Mamola appartiene a quest’ultima categoria. Pur non avendo mai vinto un titolo mondiale Randy, nato a San Jose in California nel 1959, è considerato uno dei piloti più spettacolari della storia del motociclismo. Non ha mai vinto un campionato del mondo, ma c’è andato vicino per ben quattro volte e più precisamente nel 1980, 1981, 1984 e 1987 quando è arrtivato secondo nella GP 500. I suoi numeri sono di tutto rispetto. Ha corso con quattro case diverse Yamaha, Suzuki, Honda e Cagiva disputando 152 GP, è salito 57 volte sul podio e per 13 volte sul gradino più alto. Ma a renderlo un mito è stata la sua guida spettacolare ed il suo innato controllo della moto. Chi lo ha visto correre non se l’è mai dimenticato e restano epici i suoi duelli con avversari del calibro di Kevin Schwantz, Kenny Roberts, Wayne Rainey, Eddie Lawson e Mick Doohan, tanto per citarne alcuni. Da quando ha smesso di correre, oltre a fare il commentatore per Eurosport, si occupa anche di beneficenza e dopo aver raccolto fondi

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per “Save the Children”, è stato uno dei fondatori di “Riders for Health”, un’associazione che si occupa di fornire assistenza medica nelle zone più povere dell’Africa. Oltre a queste sue attività Randy segue il figlio Dakota, nato a Barcellona nel 1994, che quest’anno corre nel CIV, categoria Stock 600, con una Yamaha del team Yakhnich diretto da Claudio Corsetti. Abbiamo incontrato Mamola nella sala stampa di Assen e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di fare due chiacchiere con lui. 39


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Ma veniamo al mondiale Superbike. Quest’anno sembra essere davvero avvincente, con molti piloti forti che possono lottare per la vittoria. Cosa ne pensi? «Rispetto agli anni passati, oltre a Honda e Ducati, vedo molto bene la BMW, un’azienda con un grande potenziale ed un anno in più di esperienza. I suoi due piloti oltre ad essere molto veloci hanno maturato varie esperienze con altri costruttori e quindi potranno portare alla loro squadra un grande contributo in termini di esperienza. 40

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Vedere in crisi sia la Ducati che Valentino è una cosa clamorosa. E’ un momento difficile attraverso il quale sono però passate anche le altre case

Quell’esperienza che sino ad ora è mancata alla Casa tedesca. L’Aprilia non ha bisogno di presentazioni e quest’anno oltre a Biaggi può contare su un pilota come Laverty. La Kawasaki con Sykes sta andando davvero forte. L’ho vista molto competitiva anche nel British Superbike e questo significa che è ormai una moto vincente. Ma non dimentichiamoci la Suzuki con il team inglese e due piloti del calibro di Hopkins e Camier. Sarà un campionato molto combattuto ed avvincente». Tante case e tanti piloti, ma i due più accreditati pretendenti al titolo sono ancora Biaggi e Checa, vale a dire due piloti non certo giovani. «Oltre ad avere una grande esperienza, Carlos e Max hanno avuto la fortuna di correre con moto a due tempi e questo è un fattore determinante. Sono tra i pochi piloti ancora in attività che hanno vissuto la vecchia era del due tempi. Guidare una 500 due tempi richiedeva una grande abilità e sensibilità di guida. Era un’esperienza che ti permetteva poi di guidare qualsiasi altro tipo di moto. Sono stato felice di vederli diventare entrambi campioni del mondo in Superbike. Ma sono felice anche nel vedere che in questo campionato ci sono anche piloti giovani che stanno emergendo». Cosa ne pensi delle CRT ? «Senza le CRT non ci sarebbe più la MotoGP. Possiamo vedere le CRT in due modi. Un escamotage, un espediente per avere più moto in griglia, oppure un punto di partenza per creare nuove moto da corsa. Di fatto la Superbike la GP si stanno avvicinando

molto. Le Superbike sono forse più “super” e meno “bike” mentre con le CRT la GP è passata ad utilizzare motori derivati dalla serie. La crisi economica mondiale ha ridotto di molto il numero di piloti sia in Superbike che in GP. Bisogna che si lavori seriamente per ridurre i costi e lo devono fare gli organizzatori ma anche le case costruttrici». E parlando di crisi cosa ne pensi di quella della Ducati e di Valentino? «Posso farti una domanda? L’anno scorso Stoner ha vinto il mondiale con una Honda. Mi sai dire da quanti anni la Honda non vinceva un titolo mondiale in MotoGP?». Considerando che lo aveva vinto nel 2006 con Hayden sono passati sei anni. «Esatto. Sei anni. Ci sono voluti sei anni alla casa motociclistica più grande al mondo per tornare alla vittoria. E in questi sei anni non hanno avuto una moto che potesse permettere ai propri piloti di vincere il titolo, hanno fatto fatica ed hanno lavorato duramente. Certo vedere in crisi sia la Ducati che Valentino è una cosa clamorosa. Ora entrambi hanno i riflettori puntati su di loro e sono nell’occhio del ciclone. E’ un momento difficile attraverso il quale sono però passate anche le altre case, compresa la Yamaha che ora vince. In quegli anni difficili le Honda non erano veloci e competitive. Come poteva essere possibile che la Honda non avesse una moto competitiva? E allo stesso modo ora ci chiediamo: come può Valentino andare così male? La MotoGP è cambiata molto negli ultimi anni ed ora è estremamente difficile. E lo è non solo per il continuo sviluppo dell’elettronica, non dimentichiamoci del mono gomma. A differenza di alcuni anni or sono, le case non possono più contare sulle gomme giuste per risolvere i loro problemi. Tu eri qui in Superbike quando Spies ha vinto il mondiale. Ti ricordi come era aggressivo il suo stile di guida? Quando è arrivato in GP

L’intervista Randy abbiamo visto tuo figlio Dakota a Imola. In gara è caduto sotto la pioggia, ma stava andando forte. Dakota è tornato a correre dopo una lunga sosta. Si era infortunato gravemente ad una spalla nel 2010 mentre correva nel campionato inglese GP 125. Ora che sta bene ha ripreso a gareggiare anche grazie all’aiuto di Claudio Corsetti che gli ha dato la possibilità di farlo con il team Yakhnich. «Certo non deve essere facile per lui correre in moto con il cognome che si ritrova. Le difficoltà per lui derivano solo dal fatto che corre nella 600 Stock del CIV, un campionato difficile e competitivo dove gli iscritti sono oltre 40. Per fortuna la moto del team Yakhnich Motosports va forte e Dakota si divertirà certamente molto».

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2012

alla Yamaha ha fatto fatica ad adattarsi alle Bridgestone. Ben ci ha lavorato sopra e per andare forte ha dovuto cambiare il suo stile di guida. Quella moto era fatta per Lorenzo e per le Bridgestone. E lo conferma il fatto che Dovizioso, che guida in modo molto simile a Lorenzo, stia facendo meno fatica ad adattarsi alla Yamaha. E lo stesso vale per Crutchlow. Ti ricordi come guidava in Superbike? Se lo vedi ora ti accorgi che non è più aggressivo come una volta. Si è adattato alla moto ed alle gomme. Con il mono gomma molti valori si appiattiscono. Le moto si avvicinano molto tra loro e lo stesso devono fare i piloti. Anni fa le case ed i piloti potevano contare su diversi produttori di gomme che adattavano i loro prodotti alle moto che a loro volta erano adattate alle caratteristiche di guida del pilota. Ora è tutto più livellato. Non è una bella situazione e spero che in futuro il carattere del pilota possa riemergere senza doversi modificare ed adattare. 41


SPECIALE MOTOCROSS

IL GRAN PREMIO d’italia 42

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di Massimo Zanzani | Cairoli si aggiudica la seconda manche ma non basta per sorpassare nella classifica del GP Pourcel, secondo alle sue spalle. MX2: Herlings replica la vittoria di Gara1

G

rande come sempre Antonio Cairoli ha superato a pieni voti o quasi un Gran Premio d’Italia che non lo dava per favorito per via delle caratteristiche del circuito marchigiano di Fermo poco affini al suo stile di guida. Il GP non si era aperto nel migliore dei modi, ma il 13° posto ottenuto nelle qualifiche causa alcuni errori non lo aveva affatto preoccupato. Anzi, Claudio 44

De Carli ed il navigato staff ne ha approfittato per settargli perfettamente le sospensioni per la gara ufficiale che lo ha visto vincere di prepotenza la seconda manche dopo aver tenuto a freno Christophe Pourcel sul finale, ed intascarsi un buon terzo posto in quella d’apertura nonostante non sia riuscito a correre sciolto come ha poi fatto successivamente. Il francese della Kawasaki è riuscito a spuntarla sul leader MX1 grazie alla vittoria della manche d’apertura ottenuta dopo un testa a testa nelle ultime battute di gara col connazionale Gautier Paulin, e alla seconda piazza ottenuta in chiusura. Dopo la vittoria della Bulgaria, in Italia Paulin ha mancato il podio per un soffio a causa della caduta alla prima curva della seconda frazione che lo ha costretto a rimontare dall’ultima posizione da cui è rinvenuto sino alla sesta posizione. La terza

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Pourcel e Herlings vincono il GP d’Italia

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posizione è andata a Clement Desalle, che quando non è in giornata cerca di limitare i danni come in questo caso, ed ha comunque preceduto Paulin, Ken De Dycker e Evgeny Bobryshev ancora non a posto fisicamente ma abbastanza forte per mantenersi in buona posizione. Ancora una volta la fortuna non ha accompagnato David Philippaerts che, in apertura dopo essere stato costretto a togliersi gli occhiali, si è beccato una sassata nell’occhio destro, vedendosi condizionare tutta la restante parte di gara conclusa all’8° posto assoluto. Solo 13° Davide Guarneri, che tra brutte partenze e qualche errorino non è riuscito a chiudere il GP di casa come sperava. MX2 Jeffrey Herlings è invece stato il migliore della MX2; la prima manche l’ha vinta rimanendo in testa per tutta la gara, l’altra dopo aver rimediato una partenza a metà gruppo causa un contatto con un avversario. E’ andata decisamente peggio all’accoppiata Kawasaki protagonista della prima parte del campionato. Joel Roelants dopo aver confermato le sue credenziali con il secondo posto in qualifica nella manche iniziale è stato protagonista di una paurosa caduta che lo ha costretto ad abbandonare la gara per un trauma cranico. Tommy Searle si è invece ritirato dalla prima per noie al motore, mentre nell’altra è caduto alla partenza ma si è messo a testa bassa e dall’ultima posizione ha macinato terreno sino a tagliare il traguardo secondo. La sorpresa della giornata è stato l’americano Mickael Leib, che il team Yamaha UK ha ingaggiato solo per un paio di prove in sostituzione dell’infortunato Tonus. Ebbene con una gara grintosissima lo statunitense ha chiuso entrambe le frazioni terzo finendo secondo assoluto dietro a Herlings e davanti a Van Horebeek. Buona anche la prestazione di Christophe

Charlier, sesto nonostante fosse alla prima gara e che avesse la caviglia fratturata ad inizio stagione non ancora al 100% (tanto da riuscire a correre grazie ad uno stivale realizzato appositamente per dare più protezione all’articolazione). Alex Lupino si è invece classificato decimo, con la migliore prestazione in Gara 2 dove ha piazzato la sua Husqvarna in sesta posizione dopo l’ottavo della prima manche limitata da una caduta al primo giro. A punti anche Teo Monticelli, ventesimo davanti a Samuele Bernardini. Campionato Europeo La seconda prova del campionato europeo ha registrato il secondo doppio successo del leader sloveno Tim Gajser; quarto per via di un paio di scivolate nella prima manche Davide Bonini che ha mantenuto il posto d’onore in campionato. Guarda tutte le classifiche MX1 e MX2 45


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Cairoli: “E’ stata una bella gara” di Massimo Zanzani | Cairoli soddisfatto del risultato del GP d’Italia. Fermo non è ceratamente uno dei suoi circuiti favoriti e un secondo posto va benissimo in ottica campionato

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ony Cairoli. Anche il GP d’Italia è passato. «Sì, sono contento, c’erano delle belle buche, bei canali, era abbastanza tecnica, la pista mi piaceva quest’anno. Sono contento del risultato. La prima manche ho fatto un po’ di errori e la seconda sono stato lì davanti».

Ti è servito per mettere a posto le sospensioni. «Sì, da ieri a oggi (da sabato a domenica NDR) è cambiata la moto. Devo ringrazioare il team, la moto è migliorata tantissimo in questi due giorni».

Sabato è suonato un po’ il campanello d’allarme. «Finche non ti fai male va bene tutto. Sabato serve per il cancello, ma io so che parto sempre bene quindi anche la 13esima posizione non è stato un dramma».

Anche stare davanti durante la seconda manche con gli inseguitori alle spalle non è stato facile. «Per me è un piacere correre con Pourcel, dai tempi della MX2. E’ uno dei piloti più tecnici del Mondiale».

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La prima manche è stata piuttosto difficile. «Ho fatto un po’ di errori nei primi due giri e da secondo sono passato in quinta-sesta posizione. Ho cominciato a girare un po’ male poi una volta che ho avuto via libera, in terza posizione, ho anche recuperato sui primi due, ma era difficile fare la differenza».

Nel finale si è fatto sotto. «Sì, io avevo pezzi in cui guadagnavo e altri nei quali guadagnava lui. E’ stata una bella gara». 47


Le foto piĂš spettacolari del GP di Bulgaria di Massimo Zanzani | Una pista veloce e tutta la determinazione di far capire subito agli avversari chi vincerĂ il campionato. Tutte le emozioni del GP di Bulgaria negli scatti piĂš belli del week end 48

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di Ippolito Fassati | Si riscoprono i tempi di attesa nelle concessionarie per le motorizzazioni con cambio sequenziale DCT della Honda NC700X

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onda, il successo del DCT allunga i tempi di consegna Il cambio sequenziale a doppia frizione di nuova generazione Honda, definito DCT montato su alcuni modelli 2012, sta creando qualche problemino alla casa alata. Nemmeno i più ottimisti fra i giapponesi potevano aspettarsi un tale successo e gli ordini in Europa hanno superato di molto i programmi. Tutto questo in Italia si traduce in qualche attesa nelle consegne. Rassicuriamo che l’Integra non ha alcun ritardo mentre la versione DCT della NC700X è difficile da avere subito. I modelli ordinati a febbraio sono in consegna in questi giorni, mentre quelli ordinabili

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Honda, il successo del DCT allunga i tempi di consegna

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oggi dovrebbero venir consegnati prima dell’estate, a luglio. Era da tempo che nel nostro settore non si sentiva parlare di attesa sui tempi di consegna. Segnale che chi innova evidentemente raccoglie successi. L’importante è che i clienti siano adeguatamente informati. Abbiamo quindi chiesto a Honda Italia un intervento diretto. Di seguito la risposta. La risposta della Casa «Il lancio di un nuovo modello su un mercato esigente come quello italiano è sempre un’operazione complessa. Nel caso dell’NC700X in versione DCT, alle variabili normalmente prese in considerazione per l’elaborazione delle stime di vendita, andava aggiunta quella della nuova tecnologia del cambio sequenziale a doppia frizione, che per la prima volta è stata messa a disposizione di una platea di potenziali clienti molto ampia. La produzione è stata ovviamente avviata con largo anticipo rispetto alla commercializzazione ma la richiesta in tutta Europa si è da subito dimostrata maggiore del previsto. Gli appassionati hanno infatti scelto la versione con cambio sequenziale a doppia frizione oltre ogni più ottimistica previsione, e la fabbrica di Kumamoto in Giappone,

dove la moto è costruita, lavora a pieno regime per far fronte alla forte domanda. Questo non ha però evitato il sorgere di liste di attesa che Honda Italia, in collaborazione con la rete dei suoi concessionari ufficiali, sta gestendo con la massima attenzione per ridurre al minimo i disagi. I primissimi ordini saranno soddisfatti già a partire dalla fine di aprile e durante l’inizio di maggio. Honda Italia intende ringraziare i clienti che hanno scelto la versione con cambio Dual Clutch Transmission e li invita a rimanere in contatto con il proprio concessionario per un rapido riscontro sui tempi di consegna». 53


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Aspes, un ibrido a Milano di Maurizio Tanca | Approccio metropolitano con il Vega 150, lo scooter ibrido che la varesina Aspes ha fatto provare ai milanesi nel corso di un evento promozionale durato un’intera settimana all’ombra della Madonnina

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a storia La varesina Aspes, la cui pur breve storia spazia dal 1961, anno della fondazione da parte della famiglia Sorrentino, al 1982, visse una periodo di notevole celebrità tra i sedicenni di allora. Il costruttore di Gallarate realizzò infatti molti prodotti che ebbero parecchio successo tra i teenager di allora, in particolare i cinquantini ed i 125 da cross ed enduro (Navaho, Hopi e Apache i più celebri), allargando poi il suo interesse non solamente ai ciclomotori stradali, ma anche a modelli sportivi: in particolare il famoso Yuma 125, per il quale fu istituito un trofeo monomarca di grande successo – il Criterium Aspes Yuma, appunto - che ebbe il merito di lanciare futuri campioni del calibro di Maurizio Vitali, Fausto Gresini, Loris Reggiani e Davide Tardozzi. Dal 2008,

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il marchio Aspes è stato acquisito dalla Menzaghi Motors S.r.l. di Mornago (Va), azienda attivissima nel mondo automotive in quanto fabbricante e fornitrice di parecchi particolari di elettronica e allestimento interno per molti marchi automobilistici di prestigio, a partire da BMW. Obiettivo elettrizzante Con l’aquisizione di un marchio ancora oggi noto, e la conseguente fondazione di Aspes Motorcycle Italia, il nuovo management dell’azienda, costituito da esperti industriali del settore, è partito immediatamente con l’obiettivo di ingegnerizzare e commercializzare prodotti ad alta tecnologia, competitivi per efficienza e costi, in particolare nel campo della mobilità elettrica e ibrida. Quindi sono subito nate alleanze a livello internazionale, allo scopo di mettere a punto sistemi tecnologici innovativi e lanciare di conseguenza prodotti interessanti, sia a livello di scooter che di biciclette servoassistite, nell’ottica del massimo rispetto per l’ambiente. Tra le varie iniziative atte a diffondere i nuovi veicoli ecologici Aspes, citiamo la partnership creata nel luglio 2011 con l’Automobile Club

d’Italia, che ha portato al progetto “Ready2Go”. Si tratta di un’iniziativa che si sintetizza con la fornitura a titolo gratuito, da parte di Aspes Motorcycle Italia, di uno scooter Vega Hybrid 50 ad ogni autoscuola aderente al Network Ready2Go, in modo da poter non solo insegnare ai ragazzi a guidare un mezzo motorizzato a due ruote, ma anche a trasmettere loro la cultura del rispetto per l’ambiente in cui vivono. Inoltre tutti i soci ACI potranno acquistare un veicolo Aspes a prezzo agevolato. Ma non è tutto, perché Aspes Motorcycle Italia ha stipulato un 55


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accordo con la compagnia assicurativa italiana RSA Group, valido su scala nazionale, grazie al quale i suoi clienti potranno accedere ad un premio assicurativo RC ridotto del 40%. A questo si aggiunge un altro accordo in essere con Santander Consumer Bank, grazie al quale Aspes garantisce la possibilità di rateizzare fino a 2.500 euro a tasso zero. Eventi promozionali Tra i numerosi eventi promozionali che hanno coinvolto il marchio varesino negli ultimi mesi, oltre ai saloni specializzati, il più recente si è tenuto nella centralissima Piazza Liberty di Milano (quindi in piena Area C) per un’intera settimana, dal 30 marzo al 9 aprile scorso. In quell’occasione, chiunque ne facesse richiesta ha potuto provare gli scooter e le bici elettroassistite della casa varesina. Veicoli che ovviamente godono di libero accesso e circolazione nelle zone ZTL (a traffico limitato) di tutte le maggiori città italiane, anche nei giorni di blocco del traffico stesso. Gli scooter a disposizione del pubblico erano i Vega Hybrid 50 e 125 (in listino rispettivamente a 2.970 e 3.390 euro) e il Perseo Hybrid 56

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150 (3.790 euro), mentre le bici EcoWheels erano le EcoSport Man e Lady, e la “tuttoterreno” EcoCountry+. Gli scooter Aspes Il Perseo Hybrid 150 è spinto da un motore monocilindrico a 4 tempi da poco più di 10 cv (7.6 kW) abbinato ad un motore elettrico tipo brushless (senza spazzole) da 1 kW. Il Perseo, che ovviamente può viaggiare anche in tangenziale, raggiunge i 95 orari effettivi, ed è dotato di ruote da 13”. Un “ruote basse” comodo e agilissimo, con tanto di pedana piatta (che fa sempre comodo) che nasconde la 58

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Tre modalità di utilizzo Lo scooter gode di tre modalità di utilizzo, selezionabili a veicolo fermo tramite l’apposito deviatore sulla destra del manubrio: lo si può dunque usare in modalità esclusivamente elettrica (EP), con un’autonomia dichiarata di oltre 40 km nel ciclo urbano, per muoversi silenziosamente anche nelle aree pedonali (se proprio non fosse evitabile, e chiaramente con le dovute attenzioni, magari usando qualche volta il clacson per avvertire della nostra

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principale peculiarità di questi scooter: sotto al tappetino in gomma, infatti, è sistemata una batteria larga e piatta (soluzione ideale per tenere i pesi in basso) che, sbloccata l’apposita serratura antifurto, grazie alla maniglia reclinabile può essere facilmente estratta e portata a casa, dove la si può tranquillamente mettere sotto carica. Oppure si può farlo direttamente – cioè senza smontare la batteria - nel box, o comunque in un punto di ricarica comodo, sempre utilizzando l’apposito cavo fornito in dotazione con lo scooter assieme all’alimentatore esterno e alloggiato nel sottosella, che gode anche di un discreto spazio portaoggetti.

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presenza), oppure solo col motore a scoppio (GP), e ovviamente nella modalità ibrida (MP): in questo caso lo spunto è a carico del motore elettrico, ma appena superati i 20 km/h indicati si passa – in modo un filo brusco, per la verità – al motore a scoppio, che rallentando fin sotto la soglia suddetta rilancia poi la palla all’elettrico. I Vega Hybrid godono ovviamente delle stesse peculiarità del Perseo, ma pesano meno (100 kg, il cinquantino) e le loro dimensioni più contenute, unitamente alle ruotine da 10 pollici, li rendono ancora più agili e facili da usare, grazie al baricentro ancora più favorevole. Non solo, per il cinquantino si parla di una percorrenza fino a 80 km con un litro di carburante, il che, con un serbatoio da 5,5 litri, garantisce un’autonomia da granturismo. Le batterie Quelle utilizzate sugli scooter Aspes sono elementi LiFePO4 al litio-ferro-fosfato, che consentono una procedura di ricarica in meno di 4 ore ed un numero maggiore di cicli di carica-scarica senza subire deterioramenti e/o riduzioni di prestazioni: una normale batteria al litio-manganese (LiMn202) può infatti essere ricaricata fino a 500-600 volte, mentre una LiFePO4 può raggiungere anche i 3.000 cicli di ricarica, ed è in grado di supportare temperature più elevate sia 59


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di stoccaggio che di funzionamento, oltre ad essere molto più ecosostenibile per l’elevato grado di riciclabilità. Punti di ricarica Dulcis in fundo, parliamo di infrastrutture atte ad incentivare l’utilizzo di mezzi a propulsione totalmente o parzialmente elettrica. Ovvero, le quasi inesistenti (perlomeno a Milano) colonnine di ricarica. Il 2 aprile scorso, il Senato ha approvato il decreto legge denominato “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, presentato nel 2011 dall’allora Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Tale decreto, che a rigor di logica dovrebbe diventare legge in tempi relativamente brevi, prevede anche lo stanziamento di 60 milioni di euro suddivisibili in tre anni 60

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per l’installazione, a carico delle compagnie deputate alla distribuzione di energia elettrica, di dispositivi di ricarica per veicoli a propulsione elettrica. Non stiamo ad approfondire più di tanto riguardo ai termini di questo decreto, che tuttavia va considerato senz’altro positivamente e che coinvolge naturalmente non solo le amministrazioni locali, che nei loro piani di mobilità urbana ed extraurbana dovranno quindi prevedere per legge anche questi dispositivi, ma anche le abitazioni private, nella fattispecie i condomìni. I complessi di nuova costruzione, infatti, dal 1° gennaio 2013 dovranno assolutamente prevedere anche l’installazione di colonnine di ricarica, pena la mancata acquisizione dell’abitabilità. Non a caso, in Piazza Liberty assieme ad Aspes era presente anche Gamgroup, azienda specializzata in sistemi di ricarica, che presentava appunto i suoi sofisticati sistemi elettronici progettati per la ricarica in tempi brevissimi dei veicoli elettrici, o ibridi che siano (si parla si pochi minuti per una ciclo completo): sistemi disponibili sotto forma di colonnina indipendente, o sottoforma di box a parete. E qui entra di nuovo in gioco Aspes Motorcycle Italia, che sta appunto lavorando in sinergia con Gamgroup per la rapida diffusione della “filosofia elettrica”: in pratica, le due aziende stanno studiando una serie di proposte per fornire scooter e dispositivi di ricarica ad enti pubblici o privati, come i Comuni, i garage, i grandi magazzini, le concessionarie auto piuttosto che le officine di riparazione (che magari possono fornire uno scooter ibrido come veicolo sostitutivo). 61


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Arrivarono i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni a salvarla, nell’85; diversamente Borgo Panigale oggi sarebbe, molto probabilmente,

“Se i tedeschi ci colonizzassero di più” di Nico Cereghini | Alti e bassi di una industria come la Ducati, ora alla Audi. In quarant’anni ho personalmente assistito a belle imprese ma non ho mai visto splendere il pieno sole. Ed ora si sente parlare di raddoppio della produzione…

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iao a tutti! Per uno che ha visto la Ducati sull’orlo del baratro, alla fine degli anni Settanta costretta a produrre i motori diesel VM (e perfino qualche asfittico fuoribordo) per campare, questa dell’Audi che se la compra non è una notizia così brutta. Anzi, è bellissima. Qualcuno storce il naso? C’è chi parla di tramonto del made in Italy e di nuova colonizzazione? Averne, dico io, 62

di colonizzatori così. Dal ’48 in avanti la Ducati ha vissuto ben pochi giorni felici. Quando era a partecipazione statale -prima nell’EFIM, poi in Finmeccanica e infine anche nell’IRI- qualche sprazzo di luce ogni tanto si vedeva, ma soprattutto dominava il buio. Me le ricordo bene le conferenze stampa stile sovietico, senza novità, e i concessionari senza le moto da vendere; quelle poche che c’erano si disfacevano durante le prove su strada di Motociclismo ed ogni buon meccanico alzava gli occhi al cielo. Una volta perdevi il carburatore, l’altra il freno. Poi arrivarono i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni a salvarla, nell’85; diversamente Borgo Panigale oggi sarebbe, molto probabilmente, una fabbrica chiusa. Non è più italiana? Ma non è una novità: quando il gruppo Cagiva passò la mano, nel ’96, la proprietà passò al fondo Texas Pacific Group,

una fabbrica chiusa

che non mi pare sia di Milano. E tutt’ora, da che Andrea Bonomi la rilevò nel 2006 con la sua Investindustrial, una piccola quota era rimasta nelle mani dei fondi pensionistici americani. Evviva l’Audi. Hanno applaudito il sindaco di Bologna, i sindacati, i dipendenti, quasi tutti. Per forza: nonostante la 1199 Panigale e la Multistrada e tutte le altre moto di successo, l’incertezza regnava sovrana. Belle moto le rosse di oggi, anzi bellissime, tra le più affascinanti del mercato mondiale; arrivo a dire che non ho mai visto in quarant’anni delle Ducati così avanzate e così riuscite. Eppure tutte le volte che andavo a Borgo Panigale tornavo a casa più confuso. Come mai tutta quella insoddisfazione? Perché in fabbrica c’era un’aria così pesante? Siamo in vendita, dicevano, e siccome c’erano debiti e all’orizzonte non si vedeva la fila dei compratori, ecco che la paura cresceva. Vogliamo dire tutta la verità? Speriamo che adesso i tedeschi si comprino qualche altra fabbrica italiana. Salvando così l’occupazione, perché questo è il punto: con i maghi della finanza dalla crisi non si esce, mentre con le produzioni qualificate si può fare. Audi ha tecnologia, capitali, ha soprattutto entusiasmo, una dote che in Italia sta sparendo a velocità supersonica perché il futuro non si apre ed il presente mortifica. Del resto ho sentito dire da Ruperts Stadler, il presidente, che sarebbe possibile raddoppiare la produzione Ducati, e queste sono parole positive che da noi si sentono pronunciare sempre meno. 63


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Le assicurazioni e la proposta indecente di Enrico De Vita | Assicurare auto e moto in Italia ha un costo spropositato, ma ridurre i prezzi delle polizze non è impossibile. Basterebbe aggiungere alla classifica del bonus-malus una seconda classifica che premia chi non subisce incidenti

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e polizze di assicurazione per le auto costano in Italia il doppio di quelle francesi e il 70% in più di quelle tedesche. Per le moto, il divario è ancor più marcato e si arriva – per certe città - a differenze dell’ordine del 500%. Se teniamo conto del fatto che i modelli che circolano sulle strade europee sono ormai gli stessi (quindi con analoghi costi dei ricambi), che la manodopera da noi costa meno che in Francia o in Germania, che guidiamo un po’ meglio dei nostri cugini europei (basta salire su un taxi a Roma o a Napoli, per averne conferma), scopriamo che la Rc-auto in Italia ha un costo spropositato, mentre dovrebbe costare meno, molto meno della media europea. Occorre ridurre le truffe sulle assicurazioni Ci sono le truffe, dicono le compagnie. Vero, ci sono zone dove gli incidenti falsi si costruiscono scientificamente e pesano per oltre il 30% sul costo dei rimborsi. Ci sono ambienti ove essere tamponati da qualcuno diventa una manna dal cielo, purché sia assicurato. 64

Ci sono mentalità diffuse che considerano la Rc-auto una specie di ammortizzatore sociale, un pozzo senza fondo al quale si può attingere senza scrupoli di coscienza. Ma attenzione, nulla di tutto ciò potrebbe proliferare se non ci fossero medici, avvocati, carrozzieri, periti e liquidatori consenzienti. A gonfiare i referti, a invocare danni inesistenti, a far lievitare i preventivi, a spartirsi le briciole avanzate sul tavolo dei rimborsi. E ci sono compagnie addormentate o indolenti, che sanno come vanno le cose, ma non fanno nulla per arrestare l’andazzo, per denunciare le truffe, per individuare i vizietti. Tanto, alla fine dell’anno si rifanno i conti e si spalmano, sulle polizze dell’anno successivo, i maggiori costi. Nessuna compagnia ama veder ridurre il proprio fatturato, cosa possibile e probabile se si riducessero frodi e costi delle polizze. Che la Rc-auto sia remunerativa lo dimostra la pubblicità delle compagnie alla ricerca di clienti e le numerose agenzie straniere entrate nel nostro mercato. Che l’ISVAP, l’ente pubblico che vigila sulle compagnie, sia stato un mezzo fallimento – nonostante la buona volontà di alcuni funzionari - lo confermano il progressivo imbarbarimento del settore, il rincaro delle polizze e il fallimento dei proclami sbandierati per ridurre “drasticamente” il costo delle polizze e delle iniziative come l’indennizzo diretto, che non ha dato luogo ad alcun beneficio per gli assicurati, mentre le associazioni dei consumatori erano convinte che avrebbe portato a risparmi di almeno il 15%. E ora vogliono ridiscutere l’iniziativa. La scatola nera non risolve le vere cause del problema Ora si assiste a un nuovo balletto. Per ridurre le frodi (e quindi i costi) il Governo, col “decreto liberalizzazioni”, sperimenta la scatola nera, che registra gli ultimi 40 secondi di guida prima del botto; e promette che gli automobilisti virtuosi avranno costi di assicurazione identici nelle varie province. L’Aci propone di non riconoscere il danno del colpo di frusta se non in presenza di prove scientifiche ricavate con strumenti (e non a seguito di semplici dichiarazioni mediche) e di dover lasciare per 5 giorni la propria vettura a disposizione dei periti. Sono tutti zuccherini che non

intaccheranno il sistema: la scatola nera diventerà con tutta probabilità un boomerang contro chi la monta (sarà la prova dei suoi piccoli torti durante la guida) mentre non potrà certificare nulla contro quelli che – senza scatola – gli vengono addosso. Sono state scoperte e smantellate decine di organizzazioni medico-legali che forniscono prove, testimoni e assistenza per gonfiare i rimborsi o per inventare vere e proprie truffe. Ma non è cambiato niente: le polizze costano più di prima. Oggi operano sul mercato una decina di compagnie fantasma che rilasciano tagliandi falsi, senza valore (ma i giornali non le citano, bisogna documentarsi sul sito dell’Isvap). Si dice che siano 3 milioni i veicoli circolanti – fra auto e moto – privi di assicurazione o con tagliandi fotocopiati. Ridurre i costi delle polizze? Sarebbe possibile con una classifica che premia chi non subisce incidenti Per smontare il sistema occorre scomodare la meccanica con una proposta indecente. Bisogna introdurre nelle polizze un meccanismo che scoraggi automaticamente le truffe, vale a dire la denuncia di incidenti inesistenti o il ricorso alle compagnie per danni irrisori. Il sistema c’è ed è semplice: basta un incentivo automatico a non denunciare. Noi proponiamo di aggiungere alla classifica

del bonus-malus una seconda classifica che premia chi non subisce incidenti. Alla fine di ogni anno chi non provoca e non subisce incidenti ha diritto a uno sconto doppio. Dopo cinque anni di simile “buona condotta” uno dovrebbe pagare molto poco, perché ha già contribuito per un lustro a pagare i danni degli altri. Il motociclista di Napoli che – oltre a non provocare incidenti – riesce a passare indenne nel traffico partenopeo senza subirne, merita una medaglia d’oro. Oggi, in partenza, il solo fatto di risiedere sotto il Vesuvio lo destina invece a pagare il triplo del collega di Bolzano che può esibire la stessa fedina intonsa. 65


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Klaus Allistat (Husqvarna): “Sui campi di gara siamo ai livelli della KTM” di Alfonso Rago | Portare il carico di 110 anni di storia senza sentirne il peso: Husqvarna si prepara alle feste del 2013 con ottimismo e con ambiziosi piani per il futuro

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usqvarna nel corso della sua storia è migrata dall’originaria sede svedese all’Italia: dal 1987 il quartier generale è a Cassinetta di Biandronno, vicino Varese, scelto dal Cagiva MV Agusta Group, allora proprietario del marchio. Dal 2007, l’azienda è nell’orbirta del BMW Group, dal quale proviene Klaus Allisat, l’attuale presidente. In bacheca, spiccano gli 82 titoli mondiali conquistati nell’off-road, settore che resta il core business dell’azienda; ma non c’è dubbio che la partnership con BMW Motorrad ha permesso di scandagliare nuovi ed interessanti scenari. Come possiamo definire Husqvarna? «Siamo una realtà poliedrica, dinamica ed originale: con la Nuda 900 e 900 R siamo tornati alle moto da strada, conservando però il nostro tipico spirito, essenziale e sportivo. Una strada molto interessante, che intendiamo seguire, come dimostrano i concept Moab, Strada e Baja. Senza tralasciare l’innovazione tecnologica:

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ricordo il sistema ABS specifico per l’off-road ed il Concept E.go elettrico». Quali sono i riscontri del mercato? «Lo sforzo di innovazione è premiato dalle vendite: nel 2011, abbiamo consegnato 11.243 moto ed per il 2012 ci siamo posti l’obiettivo ambizioso di migliorare il dato del 40%. A dispetto dell’inizio d’anno non facile, finora siamo in linea con il target, essendo al +36%. Nell’ottica del Gruppo, Husqvarna dovrà arrivare al traguardo delle 20.000 unità annue: è impegnativo, ma lavoriamo in tale ottica, per esempio rafforzando la rete vendita». Da questo punto di vista, lo spazio nella nuova concessionaria romana vi aiuta molto... «E’ fantastico poter far vedere e toccare tutta la nostra gamma: Husqvarna non ha mai avuto uno spazio simile a disposizione, che valorizza davvero le due ruote al massimo livello. Qui si capisce come le qualità indispensabili al

raggiungimento del successo agonistico si possano racchiudere in modo nitido nel design dei modelli in vendita, con la sportività definita dalle linee minimali, che enfatizzano lo slancio dinamico. I valori del marchio si innestano sulle innovazioni che puntano a migliorare prestazioni, sicurezza e maneggevolezza». Come viene percepito il vostro marchio dal pubblico? «Abbiamo un’immagine aggressiva, grazie anche agli ottimi risultati in campo agonistico: la rivalità con KTM sulle piste sterrate è stato uno sprone importate. Ormai le differenze tra noi e loro sono quasi azzerate. Questo si traduce in consenso, specie tra i ragazzi: le nostre motard affollano i parcheggi dei licei, nell’off road siamo protagonisti e dal bacino privilegiato della Lombardia cresciamo anche nelle regioni del centro-sud. Un nostro concessionario di Caserta organizza un trofeo monomarca dove gareggiano oltre 40 piloti: sono uno spettacolo, quelle moto che si disputano la vittoria!». 67


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Verrà battuta all’asta il prossimo 29 aprile a Bonhams l’unica moto prodotta con il marchio del Cavallino Rampante, la Ferrari 900, realizzata da David Kay e dotata di un propulsore da 900 cc da 105 CV

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errà battuta all’asta il prossimo 29 aprile presso la casa d’aste di Bonhams l’unica motocicletta mai prodotta con il marchio del Cavallino Rampante, ovvero la Ferrari 900, realizzata da David Kay dopo che nel 1990 ottenne 68

da parte di Piero Ferrari il consenso alla produzione. Dotata di un propulsore a quattro cilindri in linea a 16 valvole raffreddato ad aria (realizzato in alluminio e magnesio) da 900 cc in grado di erogare una potenza massima di 105 CV ad un regime di 8.800 giri/min, la Ferrari 900 è dotata di un cambio a 5 velocità, dichiara un peso a secco di 172 kg e viene accreditata di una velocità massima di 265 km/h. La Ferrari 900 è dotata di un telaio tubolare siglato “SF-01M” (esattamente come il motore), oltre che di cerchi da 17

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Ferrari: all’asta l’unica moto prodotta nella storia del Cavallino

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pollici di diametro Astralite, di pinze Brembo con freni a disco e forcelle a steli rovesciati e sarà messa all’asta ad un prezzo stimato tra 90.000 e 120.000 euro. Dotata di semimanubri e di quattro scarichi, di cui due per lato, nonché dell’inconfondibile colorazione rossa, la Ferrari 900 si presenta nel look come una moto apparentemente datata, ma un fruitore attento non potrà fare a meno di notare una serie di particolari volti a tradire questa impressione iniziale, dettagli quali una strumentazione parzialmente digitale (commista ad indicatori analogici), il dispositivo d’accensione elettronico posto sul semimanubrio destro ed uno pneumatico posteriore dalla sensibile impronta a terra. Il logo del Cavallino Rampante campeggia, oltre che sul serbatoio, anche su alcuni particolari del propulsore, mentre le feritoie poste ai lati e al termine del codino richiamano al contempo sia la scuola di design motociclistica italiana più recente (dalle Ducati firmate da Tamburini alle MV Agusta sempre da lui disegnate), che alcune delle più iconiche Ferrari degli anni ‘80 e ‘90, tra cui su tutte la mitica Testarossa. 69


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dal TMax Club ASD, il club ufficiale di Yamaha Motor Italia. Alcuni privilegiati membri del TMax Club avranno l’onore di portare il primo esemplare di Yamaha TMAX 530 edizione Giro d’Italia 2012, con il numero di tabella 530, a compiere un Giro d’Italia intero su strade che ricalcheranno quelle che saranno in seguito percorse dalla carovana rosa. Saranno percorsi ben 5.400 km, le prime città che verranno toccate saranno Gerno di Lesmo, Saint Vincent e Torino, per un totale di 26 tappe. Il Giro d’Italia del TMAX Club ASD, dopo un mese di tour, si incrocierà con quello della carovana rosa, sabato 26 maggio, in occasione della mitologica ascesa al Passo dello Stelvio, Cima Coppi del Giro 2012. 26 Maggio - Guinnes World Record L’inarrestabile viaggio dei membri del club Yamaha dedicato a Yamaha TMAX si concluderà a Bormio (SO), dove sabato 26 maggio 2012 partirà un enorme corteo di Yamaha TMAX pronti a raggiungere i 2.758 metri del Passo dello Stelvio (SO), nel tentativo di realizzare il più grande raduno di Yamaha TMAX mai fatto al Mondo,

battendo così un nuovo Guinness World Record. L’appuntamento per tutti possessori di qualsiasi model year di Yamaha TMAX è fissato per sabato 26 maggio. Il ritrovo per l’iscrizione gratuita al tentativo di Guinnes World Record è previsto a partire dalle ore 9:00 e sino alle 11:45 presso il Centro sportivo “Pentagono” di via Manzoni 22 – Bormio. 30 TMax in gara al Giro d’Italia 2012 Yamaha TMAX 530, in qualità di moto ufficiale del Giro d’Italia 2012, sarà al seguito della

Yamaha TMax 530 Giro d’Italia: la prima tappa prende il via Si sono dati appuntamento oggi, presso la sede Yamaha Factory Racing di Gerno di Lesmo (MB), trenta Yamaha TMax che accompagneranno il nuovo Yamaha TMAX 530, in versione Giro d’Italia 2012, durante il viaggio lungo lo stivale

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resso la sede Yamaha Factory Racing a Gerno di Lesmo (MB), si sono dati appuntamento oggi trenta Yamaha TMax pronti a partire per il viaggio lungo lo Stivale, che accompagneranno il nuovissimo TMax 530 con livrea Giro d’Italia 2012 Il primo esemplare, di Yamaha TMax, dedicato alla 95esima edizione della corsa ciclistica a tappe per eccellenza percorrerà le strade più belle del nostro Paese, durante una serrata staffetta realizzata

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carovana rosa nel corso delle 21 tappe che prenderanno il via con la cronometro individuale danese di Herning il 5 Maggio 2012 Ben 30 Yamaha TMAX 530 metteranno a disposizione la potenza dei loro motori, ed il comfort di guida al servizio della direzione gara, dei commissari itineranti e della squadra di supporto, oltre che alle staffette dedicate al cambio gomme dei ciclisti impegnati in corsa. Prima della partenza, alla sede Yamaha Factory Racing a Gerno di Lesmo (MB), abbiamo fatto due chiacchere con Fabrizio Corsi, Product Manager Yamaha Motor Italia, e il responsabile del Tour, Paolo “Pigreco”. 72

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Il TMAX ha ricevuto qualche modifica per adattarsi a un tour così intenso, con medie di velocità molto basse specie nelle tappe di montagna? «No, è esattamente standard, l’unica modifica che è stata fatta è la livrea grafica dedicata al Giro d’Italia». Oltre 4.000 TMAX venduti nei primi tre mesi. Un dato incredibile. Quali sono le vostre attese per il resto del 2012? «Per il 2012 ci aspettiamo che proseguano le vendite, è un successo annunciato ma è al suo dodicesimo anno di successi, quindi il

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Fabrizio Corsi - Product Manager Yamaha Motor Italia Yamaha anche nel 2012 si conferma partner di un importate evento come il Giro d’Italia. Perché avete scelto proprio il TMAX 530 (e non una moto) per seguire la gara? «E’ il nostro quarto anno di collaborazione e proprio quest’anno abbiamo deciso di usare il TMax 530 per seguire la 95esima edizione del Giro d’Italia. TMax viene percepito, dalla clientela, come una moto automatica. Abbiamo quindi deciso ti testare il nostro nuovo maxi scooter lungo tutte le tappe del Giro di Italia 2012».

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TMax anche con l’edizione 2012 ha replicato quello che è il successo da sempre». Paolo “Pigreco”- Responsabile del Tour Quante tappe farete e quanti chilometri? «Sono 26 tappe, 5.400 km, tocchiamo tutte le regioni dell’Italia, prendiamo due traghetti per la sardegna, andate e ritorno, passiamo per la Sicilia risalendola per andare verso la Calabria per poi risalire verso il nord. La prima tappa parte da Lesmo, attraversa la Val d’Aosta, e arriva verso Torino. Poi da Torino scenderemo verso la Liguria e da li in poi incominciamo...ci fermeremo solo la domenica». Quanti TMAX partono oggi? «Partiranno da Lesmo ventidue TMax, più quello dell’organizzazione, in totale saremo circa una trentina compreso gli accompagnatori. A Torino lasceremo il T-Max presso una concessionaria Yamaha, questa è una caratteristica di tutte le tappe, quando arriviamo nella zona di sosta lasciamo il TMax presso un concessionario in custodia tutta la notte».

Vi seguiranno TMax non solo del 2012 ma anche alcuni del 2004? «Gli accompagnatori saranno presenti con tutti i modelli di TMax, ci sarà anche qualcuno con il vecchio carburatore del 2001 e comunque sono rappresentati tutti i modelli, dal primo all’ultimo appena uscito». TMAX incontra il Giro d’Italia. Ci parli dell’evento che è anche legato a un importante record storico sullo Stelvio. «In collaborazione con Yamaha, la Gazzetta dello SportRCS Sport, l’ultimo giorno del nostro giro prevede una tappa che parte da Bormio e arriva 73


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fino allo Stelvio. Noi anticiperemo l’arrivo dei corridori del Giro d’Italia sullo Stelvio e tenteremo un record mondiale che poi sarà validato dal Guinness World Record tentando di portare 530 TMax fino alla cima dello Stelvio». Quindi TMAX è adatto anche per fare del turismo a lungo raggio su strade di montagna? «Noi l’abbiamo testato più volte durante i nostri raduni che organizziamo ormai dal 2003. Siamo stati più volte in montagna facendo parte integrante dell’organizzazione del Dolomiti Ride organizzato da Yamaha, ultimo appunto quello dell’anno scorso. TMax è uno scooter polivalente che si comporta 74

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benissimo in montagna, anzi una delle sue caratteristiche, oltre a quella di essere un ottimo mezzo per fare i viaggi lunghi, è quello di potersi divertire anche sulle curve di montagna». Vi alternerete alla guida, durante il tour, sul TMax 530 del 2012 con i colori della maglia rosa o ci sarà sempre un solo conducente? «Ogni giorno cambierà almeno un guidatore, oggi saremo in due, per la prima tappa che è di circa 400 km, i primi 200 Km sarò alla guida io poi la seconda parte la farà il mio collega Maurizio Morris portando il TMax da Saint Vincent fino a Torino. Normalmente alla guida ci sarà uno o più guidatori ogni giorno, in totale dovremmo essere circa una quarantina». Oltre alle prestazioni il nuovo TMax è stato scelto anche per il confort? «Sicuramente, noi lo utilizziamo spesso, io personalmente faccio circa 20.000 km all’anno, come anche molti componenti del TMax Club. Io sono al sesto TMax, c’è chi ne ha cambiati anche di più, come il nostro presidente Bolgari che è arrivato a otto. E’ un mezzo che si presta comunque a percorrere tanti chilometri, abbiamo visto dei soci che ne hanno fatti anche più di 100.000 km!» 75


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Vittoria nella Stock 1000 di Sylvain Barrier, trionfo nella Stock 600 con Franco Morbidelli e nella Supersport primo successo per Dino Lombardi. Luca Conforti rimonta la classe regina delle derivate di serie. Spettacolo nelle altre classi

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i è corso questo week end, sul circuito lombardo di Monza, il Dellorto CIV round, terzo appuntamento stagionale del Campionato Italiano Velocità moto. Vittoria francese nella Stock 1000 con la wild-card Sylvain Barrier, trionfo marchigiano con Franco 76

Morbidelli nella Stock 600 mentre nella Supersport primo successo per il debuttante Dino Lombardi. Ferruccio Lamborghini trionfa in solitaria nella Moto2, il toscano Lorenzo Dalla fa sua la 125 Gp e Kevin Calia si impone nella Moto3. Il “padrone di casa” bresciano Luca Conforti, invece, vince in rimonta la classe regina delle derivate, la Superbike, rilanciandosi in classifica generale. STOCK 1000: BARRIER ESULTA IN SOLITARIA Il francese Sylvain Barrier, portacolori BMW e wild-card al CIV,

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CIV Monza: Luca Conforti vince in rimonta la Superbike, grande spettacolo nelle altre classi

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ha sfruttato al meglio il grande lavoro svolto in prova: in testa alla gara italiana dal primo all’ultimo giro. In seconda piazza ha chiuso il marchigiano Simone Saltarelli. Il portacolori Ducati 1098 del Team Barni è partito in sordina ma con un buon recupero si è ritrovato in testa al gruppetto degli inseguitori, riuscendo a passare secondo sotto la bandiera a scacchi. In classifica, Saltarelli recupera punti preziosi (4) su lombardo Ivan Goi, bravo a difendere la terza piazza di giornata nonostante un problema tecnico all’ultimo giro alla Variante Ascari. Protagonisti anche Lorenzo Baroni (wild-card su BMW), l’umbro Alessio Velini (BMW – 2R Antonellini by Bargy) e lo svedese Christoffer Bergman (wild-card su Kawasaki). STOCK 600: MORBIDELLI IN RIMONTA Grazie ad una scelta azzeccata di gomme, è stato il marchigiano Franco Morbidelli a conquistare il primo posto della sfida di Monza, in sella alla Yamaha preparata dall’RCGM Faber Team. Il veloce figlio d’arte residente a Tavullia, è partito con le slick su pista ancora umida, nelle fasi finali è riuscito a recuperare un gap di ben 12 secondi su Riccardo Russo per poi passarlo nella tornata decisiva andando a festeggiare la sua prima vittoria. A farne le spese proprio negli ultimi metri è stato il campano Russo: l’alfiere Team Italia FMI (Yamaha) era scattato forte con l’obiettivo di accumulare più vantaggio possibile nelle fasi iniziali e di gestire nel finale con le

gomme da rain usurate ma non è riuscito nel tentativo. Terza piazza, a diciassette secondi, per il bolognese Manuel Grandi, bravo a regolare sul traguardo, in una volata da manuale, Mattia Cassani e Roberto Mercandelli, giunti nell’ordine in quarta e quinta posizione su Yamaha. SUPERBIKE: CONFORTI TORNA AL TOP Dopo due gare opache, sulla pista di casa in molti si aspettavano un ruggito del “Leone” Luca Conforti. Il ruggito c’è stato, accompagnato da un urlo liberatorio per una vittoria conquistata al termine di una splendida rimonta. Il bresciano alfiere Ducati del Team Barni, è riuscito a risalire posizioni a suon di giri veloci e a liberarsi 77


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stagione del debutto. Sfortunato fin qui, l’alfiere del Team Pata by Martini è stato bravo nel finale a sfruttare al meglio un rallentamento causato dalla moto di Cruciani (ko tecnico) a presentarsi in testa sotto la bandiera a scacchi. Il campione in carica Dionisi (Honda – Scuderia Improve) ha tentato il tutto per tutto per la conquista della vittoria. Gli è mancata di un soffio ma grazie ai venti punti centrati oggi è tornato in testa alla classifica generale. Alle sue spalle ha chiuso il ternano Mirko Giansanti, che è tornato sul podio con la Kawasaki. Ottimo il quarto posto del giovane Marco Faccani che è riuscito ad avere la meglio su Mattia Tarozzi. del corregionale Fabrizio Lai, in testa fino a tre tornate dalla fine. Un sorpasso all’interno alla staccata della Parabolica gli ha permesso di portarsi in testa e di giocarsi così la vittoria con il compagno di squadra Matteo Baiocco. Quest’ultimo, può sorridere comunque nonostante la vittoria sfiorata per un pelo perché ora la classifica generale lo vede al comando con sette secondi di vantaggio su Nannelli. Dopo tre pole position è arrivato un altro terzo gradino del podio, invece, per l’altro lombardo Fabrizio Lai (Althea Racing by Echo). Gianluca Nannelli, in sella alla Ducati del Team Grandi Corse ha chiuso quarto ed ora è in seconda 78

posizione in campionato. Nella top five di giornata anche Lorenzo Mauri (Ducati – M. Motocorsa). MOTO3: FINALMENTE CALIA Kevin Calia ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto agli avversari. Il portacolori Honda del Team Elle2 Ciatti è riuscito a tornare di nuovo al vertice della Moto3 e a conquistare così la prima vittoria del 2012. Scattato forte al via, Kevin si è portato tra i piloti di testa, scremando sin dalle prime curve il gruppo dei pretendenti alla vittoria. Grazie ad un ritmo scatenato è riuscito a fare la differenza e a conquistare una vittoria sperata e meritata. Alle sue spalle, l’unico in grado di tenere la sua scia è stato il pugliese Agostino Santoro (Team Imperiali – Honda), che alla fine ha chiuso a poco più di un secondo da vincitore confermandosi in grande ascesa dopo le prime due tappe positive. A chiudere sul podio anche Matteo Ferrari (Honda – San Carlo Junior). Il romagnolo è stato meno incisivo rispetto alle prime due uscite stagionali ma alla fine è riuscito a portare a casa sedici punti fondamentali per il campionato. Alle sue spalle hanno chiuso nell’ordine Stefano Valtulini e Michael Ruben Rinaldi.

125 GP: LA PRIMA DI LORENZO DALLA PORTA Vittoria e testa della classifica generale. Meglio di così non poteva finire, la domenica di Lorenzo Dalla Porta. Il giovane toscano del Team O.R. by 2B Corse – Zack M. è riuscito nell’impresa al terzo round stagionale: scattato bene al via, il portacolori Aprilia è riuscito a fare subito la differenza e a liberarsi di quasi tutti i suoi avversari. L’unico a tenere scia del quattordicenne fino all’ultimo è stato il coetaneo reggiano Cristiano Carpi, che comunque ha di che festeggiare: ha dato il massimo per contrastare Dalla Porta ma che alla fine si è accontentato di un prezioso secondo posto. Primo podio al CIV grazie alla terza posizione di oggi (e alla squalifica post-gara di Mantovani) per l’indiano Kumar Sarath (Mahindra Racing), che ha chiuso davanti a Alex Calgaro (Honda). Ritiro per il romano Simone Mazzola, ko per un problema tecnico. SUPERSPORT: LOMBARDI VINCE COL BRIVIDO In quattro si sono giocati la vittoria del terzo round: stiamo parlando del campione in carica Ilario Dionisi, dei due portacolori Kawasaki Puccetti Racing, Mirko Giansanti e Stefano Cruciani e del campano Dino Lombardi. E’ stato proprio quest’ultimo, alla fine, a festeggiare la prima vittoria nella classe 600 preparata nella

MOTO2: ESULTA LAMBORGHINI La gara della Moto2 è stata vinta da Ferruccio Lamborghini (Quarantaquattro Racing), unico pilota a tagliare il traguardo dopo il ritiro per problemi tecnici del danese Robbin Harms e la scivolata del campione in carica Alessandro Andreozzi (Andreozzi R.C.). Con questo risultato, Lamborghini si porta in testa alla classifica generale. DOPPIA AL MUGELLO Il prossimo appuntamento con il CIV si correrà sul circuito del Mugello il 23 e 24 giugno: sarà tappa doppia, con il quarto round in programma il sabato e il quinto la domenica, per due sfide tricolori tutte da seguire. 79


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Supercross. Dungey vince a Salt Lake City Tomac campione Lites Nella penultima tappa della stagione trionfa Dungey a Salt Lake City. Tomac incoronato campione Lites 250 Costa Ovest

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Classifica Supercross Results 1. R. Dungey KTM 2. D. Millsaps YAM 3. J. Weimer KAW 4. J. Brayton HON 5. M. Alessi SUZ 6. B. Tickle KAW 7. A. Short HON 8. J. Grant KAW 9. B. Kiniry SUZ 10. T. Bowers KAW 11. M. Goerke SUZ 12. W. Peick YAM 13. N. Wey KAW 14. G. Faith YAM 15. J. Thomas SUZ 16. C. Blose KAW 17. K. Chisholm KAW 18. J. Albertson SUZ 19. K. Regal KAW 20. B. Metcalfe SUZ

yan Dungey, rientrato la scorsa gara dopo l’infortunio alla clavicola, fa la voce grossa a Salt Lake City. Una gara combattutissima che ha visto un’avvincente sfida con Davi Millsaps e Jake Weimer. Quando sembrava avere la vittoria in pugno il portacolori KTM ha dovuto fare i conti anche con una caduta sulle whoops. Senza perdersi d’animo

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Dungey ha raggiunto e superato prima Weimer e poi Millsaps al penultimo giro. Ancora assente Villopoto che, dopo l’infortunio procuratosi al ginocchio la scorsa gara, ha preferito non prendere parte alle ultime due tappe del campionato AMA Supercross. Non bisogna dimenticare che il pilota Kawasaki ha già il titolo di campione in tasca. 250 Lites Eli Tomac invece il titolo lo ha conquistato proprio a Salt Lake City. La vittoria di tappa gli ha infatti consentito di chiudere il campionato Classe Lites 250 Costa Ovest con una gara d’anticipo.

Supercross Pts (after 15 rds) Ryan Villopoto 323 Davi Millsaps 244 Justin Brayton 237 Ryan Dungey 232 Jake Weimer 211 Mike Alessi 192 James Stewart 178 Brett Metcalfe 174 Kevin Windham 166 Broc Tickle 161 Kyle Chisholm 143 Chad Reed 128 Andrew Short 114 Nick Wey 105 Bobby Kiniry 91 Josh Hansen 89 Weston Peick 86 Josh Grant 74 Matt Goerke 74 Marvin Musquin 59

250 Lites West Results 1. E. Tomac HON 2. J. Anderson SUZ 3. M. Davalos SUZ 4. W. Hahn HON 5. M. Musquin KTM 6. M. Moss KTM 7. B. Laninovich HON 8. T. Ingalls HON 9. V. Friese HON 10. S. Champion HON 11. K. Rusk HON 12. L. Powell HON 13. P. Tilford HON 14. B. Hudson KAW 15. C. Plouffe HON 16. R. Sipes YAM 17. M. Tedder KAW 18. T. Bright HON 19. D. Wilson KAW 20. C. Jurin SUZ 250 Lites West Pts (after 7 rds) Eli Tomac 159 Dean Wilson 132 Marvin Musquin 127 Cole Seely 119 Jason Anderson 95 Matt Moss 92 Billy Laninovich 84 Ryan Sipes 83 Nico Izzi 78 Travis Baker 75 Vince Friese 73 Martin Davalos 71 Zach Osborne 67 Tyla Rattray 60 Max Anstie 53 Wil Hahn 47 Michael Leib 44 Killy Rusk 37 Gareth Swanepoel 34 Scott Champion 33

Editore: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 Responsabile editoriale Ippolito Fassati Capo Redattore Andrea Perfetti Redazione Maurizio Tanca Cristina Bacchetti Marco Berti Francesco Paolillo Aimone dal Pozzo Grafica Thomas Bressani Collaboratori Nico Cereghini Massimo Clarke Giovanni Zamagni Carlo Baldi Massimo Zanzani Lorenzo Boldrini Enrico De Vita COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto. it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. Moto.it Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: staffmoto@moto.it

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