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Numero 7 22 Febbraio 2011

81 Pagine

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Prova: KTM 990 SMT ABS Disponibile finalmente con ABS | Pag. 10

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Prova: Tre giorni nel deserto del Marocco con la Yamaha XT1200Z Super Ténéré Pag. 18

| PROVA ANTEPRIMA |

Honda Hornet 600 Nuda piccante da Pag. 2 a Pag 9 articoli e foto

All’Interno

NEWS: Patenti, quali moto posso guidare? | Moto Morini all’asta | Gli editoriali di M. Clarke | N. Cereghini “Quattro sedie sulla moto” | MOTOGP: Yamaha svela la nuova livrea dell’M1 | MOTOCROSS: intervista a Johnny O’Mara


PROVA NOVITA’

HONDA HORNET 600

SEMPREVERDE CON PIU’ GRINTA di Maurizio Tanca | La più venduta delle naked 600 si rifà – molto bene - il trucco, confermando ovviamente le sue eccellenti doti dinamiche. E senza aumento di prezzo. 7.590 euro 2

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a Honda Hornet 600 esordì nell’ormai lontano 1998, e anche se allora a livello dinamico era decisamente discutibile, il suo stile era comunque vincente, tanto da diventare subito un best seller. Status che mantiene tuttora, tant’è che lo scorso anno ne sono state immatricolate 2.438, cifra che colloca la piacevole naked Made in Atessa – dove viene prodotta dal 2003 - sul terzo gradino di un ideale podio, alle spalle dell’inaffondabile BMW R1200GS (3.989 unità) e della alttrettanto gradita Kawasaki Z750 (2.946 unità), anch’essa sulla breccia da qualche annetto (dal 2003, 4

nella versione “moderna”). Eh si, stiamo parlando di numeri di vendita un po’ tristarelli per le nostre povere motociclette, specie se li si confronta con quelli dei primi 100 scooter più venduti, per scoprire che il Kymco Agility 150 R16, con i suoi quasi 3.700 pezzi immatricolati, figura solo al 15° posto, mentre il leader Honda SH300 veleggia in prossimità delle 14.000 unità…Il tutto in un panorama generale di mercato sul quale, come tutti ormai sappiamo benissimo, c’è ben poco da gioire. Ma non intendevo trasformare questo preambolo in una mera

e negativa disquisizione sui numeri di vendita, bensì introdurre la nuova Hornet 2011, quella che abbiamo visto ai saloni autunnali, e che sta arrivando dai concessionari ai medesimi prezzi del modello uscente, cioè 7.590 euro per la versione standard – anche depotenziata a 25 kW (34 cv) – e 8.190 per quella dotata di Abs. E qui vale la pena di ricordare il Progetto Sicurezza che Honda Italia riserva ai suoi clienti, grazie all’accordo con Gemini Technologies: con l’acquisto di un veicolo “Honda Progetto Sicurezza” sarà compresa l’installazione di un antifurto satellitare Gemini, un anno di moni-

La Hornet ha parzialmente rinnovato il guardaroba, ma sotto sotto nulla o quasi è cambiato dal punto di vista tecnico

toraggio 24 ore su 24 tramite centrale operativa e la Garanzia di sostituzione del veicolo in caso di furto entro un anno.

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Niente rivoluzione, ma ritocchi azzeccati Cavallo vincente non si cambia. Non ancora, perlomeno. Quindi in Honda hanno giustamente ritenuto che fosse troppo presto per modificare radicalmente una moto presentata nel 2007 e ancora molto valida. Semmai, andava parzialmente rivisitata in veste più piccantina, per alzarne ulteriormente l’indice di gradimento, visto che la concorrenza mica dorme. Basandosi sui suggerimenti recepiti dagli utenti, dunque,

classifica. Sperando vivamente, è logico, che anche il mercato stesso inizi finalmente a riprendersi in generale.

il designer Gianfelice “Felix” Marasco, del Centro Stile romano di Honda Europe, ha dato una ritoccatina al look della

Il proprietario del veicolo avrà inoltre la possibilità di controllarlo personalmente, localizzandolo attraverso il cellulare o via internet. Nello scorso mese di gennaio, della Hornet 2010 sono stati immatricolati 41 esemplari, il che l’ha provvisoriamente relegata in un lontano 33° posto tra le 100 moto più vendute. Ma certamente l’attesa per questo nuovo modello avrà giocato la sua parte, ed è dunque logico pronosticare che il “calabrone” in versione 2011 riuscirà a tornare ai piani alti della 5


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Gli accessori Per la snella Hondina naked sono disponibili sottocoda, copricodino e parafango posteriore (solidale alla ruota), tutti in tinta con la carrozzeria. Il parafango ha la parte che funge da paracatena verniciata in nero. Inoltre è stato realizzato un mini-spoiler color oro che si applica davanti alla strumen-

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3 1 La nuova strumentazione è totalmente digitale. Il nuovo cruscotto fa corpo unico con il faro. 2 La coda ridisegnata si ispira evidentemente alle linee della grintosissima CB1000R 3 L’impianto frenante anteriore comprende due dischi da 296 mm con pinze a 2 pistoncini paralleli.

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Hornet attraverso una specie di processo di “CBzzazione”: ed ecco il musetto e la coda ridisegnati ispirandosi evidentemente alle linee della grintosissima CB1000R. Il primo ora integra un nuovo cruscotto che fa corpo unico con il faro, a sua volta ridisegnato, sempre con parabola multi-reflector: il gruppo è montato più in basso di prima e più vicino al manubrio, in modo da accentrare e compattare al massimo le masse. Come sulla CB, la nuova strumentazione è totalmente digitale, e ingloba contagiri, tachimetro, doppio trip, indicatore a barre per il livello carburante, rilievo dei consumi medio e istantaneo, temperatura del liquido refrigerante e, ovviamente, l’orologio. Anche qui è naturalmente presente il sistema anti-intrusione H.I.S.S., con serratura a doppio tamburo, praticamente impossibile da forzare col

cosiddetto “spadino”: lo sterzo si sblocca e il motore si avvia esclusivamente usando la chiave codificata in dotazione. Quanto al posteriore, niente più sella “ a sbalzo” e maniglioni per il passeggero – sostituiti comunque da due meno pratici incavi nel codone, certamente meno pratici, ma esteticamente favorevoli – nell’ottica di uno stile più aerodinamico e sportivo, demandato appunto al nuovo codone all’insù. Che poi è il medesimo della nuova CBR600F carenata, con sotto il portatarga della 1000 naked. Quanto alle colorazioni, alla già nota Pearl Nightstar Black si aggiungono le inedite Pearl Sprint Yellow e Pearl Cool White. Una notizia interessante per chi volesse dilettarsi in pista con la nuova Hornet: quest’anno torna infatti l’Hornet Cup, unitamente all’omologo trofeo riservato alla stessa CB600F.

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2011 tazione. Altri accessori previsti sono le manopole termiche, riscaldabili su una porzione di 180°, con potenziometro di regolazione da piazzare sul manubrio: montarle è facile, perché l’impianto elettrico è già predisposto. Poi troviamo l’allarme elettronico Averto, le classiche… Continua su Moto.it

E proprio cosi ! E’ proprio cosi come è stata descritta, ne ho provata una e penso che una moto piu divertente e facile da giudare non ci possa essere (lo sono un po tutte le HONDA)rapportata al prezzo ottimo! valerio.ricci - 14/02/2011 Linea impersonale E’ simile ad altre moto made in japan. Preferivo la vecchia con fanale tondo e codone in su’ appuntito anche se non aveva il telaio in alluminio perimetrale, sospensioni regolabili ed il link sul forcellone. alias02 - 20/02/2011 Leggi e partecipa ai commenti »

SCHEDA TECNICA

Honda

Tempi: 4 Hornet 600 Cilindri: 4 € 7.590 Cilindrata: 599 cc Disposizione cilindri: in linea Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Potenza: 75 kW / 12000 giri Coppia: 6.48 kgm (63.5 Nm) / 10500 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 296-240 mm Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Lunghezza: 2090 mm Larghezza: 740 mm Altezza: 800 mm Capacità serbatoio: 19 l Segmento: Naked

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PROVA NOVITA’

KTM 990 SMT ABS

SUPER MOTO... TURISTICA

di Francesco Paolillo | Finalmente è disponibile il sistema antibloccaggio ABS anche sulla più venduta delle KTM, la 990 SM T. Vediamo come si comporta 12.990 euro 10

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collaborazione con Bosch. Piccolo e soprattutto leggero (tutto compreso siamo a circa 1 kg di peso!) il sistema è denominato 9M, volendo è disattivabile attraverso un pulsante sul cruscotto. Per il resto l’impianto frenante prevede un equipaggiamento completo griffato Brembo. Doppio disco da 305 mm con pinze a quattro pistoncini ad attacco radiale, e disco da 240 mm con pinza flottante a due pistoncini.

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a SM T è la KTM che più si è avvicinata ai gusti del pubblico, sono i numeri a dirlo, ma soprattutto i commenti di chi la possiede o la vorrebbe nel proprio box. Versatile e divertente, appariscente ma senza esagerare, la 990 SM T è presente sul mercato da un paio di anni, ed in questo periodo si è fatta ben volere, soprattutto per le doti dinamiche. Prima di montare in sella a questa versione dotata di ABS, avevamo già incrociato le spade con la versione d’esordio e con la più accessoriata Limited Edition. Entrambe sono uscite a testa alta dalle nostre prove, con solo un paio di rimproveri per 12

quanto riguarda la dotazione tecnica. Il primo, del tutto veniale, è la mancanza del livello carburante nella strumentazione, più un fastidio che un difetto. Il secondo, decisamente più importante, era legato alla mancanza (anche nel listino degli optional) del sistema ABS. Per una moto da turismo versatile, da utilizzare con qualsiasi condizione meteorologica e nelle situazioni più disparate, rappresentava un’ombra nel curriculum. Inoltre lo richiedevano i mercati esteri, attenti all’aspetto sicurezza garantito da questo particolare tecnico, molto più che in Italia dove incredibilmente è difficile farne comprendere la grande funzio-

nalità. Un buon ABS è un angelo custode irrinunciabile anche per le migliaia di Valentini Rossi che percorrono le nostre strade, che non sono propriamente manutenute come i circuiti (e poi ci sono molti Fernandi Alonso con telefonino alla mano che ogni tanto si distraggono...). Può essere che non venga utilizzato per molto tempo, ma “quella volta” che risulta utile ed interviene prontamente, anche dopo un sonno letargico, si potrebbe dimostrare indispensabile per la nostra salute, e perchè no, anche per il nostro portafogli! La Casa austriaca anche se un po’ in ritardo è corsa ai ripari, ed ha sviluppato un ABS in

Estetica Più che un lifting è stato un make up, le linee non sono cambiate, ma il trucco sì. Materiali più curati dal punto di vista estetico e soprattutto tattile, più belli da toccare ed accarezzare (che su una moto è un aspetto da non sottovalutare...). La verniciatura, disponibile oltre al classico arancio anche in bianco e nero, arriva a coprire anche la parte anteriore, mentre le plastiche appaiono più curate. Prima si badava al sodo, adesso si è andati oltre.

lo che riguarda la mancanza del livello carburante, è ancora da espiare! Si aggiunge però un pulsante sulla sinistra, è quello dell’Hazard, le quattro frecce per intenderci, mentre al fianco della chiave di accensione è apparsa una comoda presa di corrente a 12V, perfetta nel caso in cui si

voglia montare un navigatore. Meccanica e ciclistica Niente di nuovo...tutto nuovo. Quando c’è di mezzo l’elettronica l’evoluzione è costante, ecco perchè pur senza stravolgere i concetti principali riguardanti la meccanica della 990 SM T ABS, numerosi particolari

Strumentazione La strumentazione della 990 SM T non si distingue per ricchezza di informazioni, soprattutto considerandone la vocazione turistica. C’è l’indispensabile. Contagiri e tachimetro digitale, indicatore della temperatura del liquido e di quella esterna, oltre all’orologio ed al doppio contachilometri. Non mancano naturalmente le spie di servizio, con quella della riserva ancora presente, anche perchè il peccato veniale, quel13


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BELLISSIMA !!! Questa moto è veramente una bomba di stile e credo stando alle descrizioni, perchè non l’ho ancora provata, di motore e tecnologia. Peccato per il prezzo non proprio alla mano... Per caso i concessionari KTM organizzano delle giornate di prova ? mark7170 - 18/02/2011

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Rimane anche la mancanza rimane ancora la mancanza della regolazione del precarico molla del mono con una comoda manopola. Se non mi sbaglio. fabri67 - 17/02/2011 Leggi e partecipa ai commenti »

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3 1 La strumentazione della 990 SM T non si distingue per ricchezza di informazioni, soprattutto considerandone la vocazione turistica. 2 Il mono ha una nuova molla che garantisce un maggior precarico. 3 ABS sviluppato in collaborazione con Bosch. Piccolo e soprattutto leggero.

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si sono evoluti. Nuove mappature per il bicilindrico LC8 da 115 Cv, che riceve anche delle camere di combustione leggermente ridisegnate. Durante il primo tagliando, che si effettua dopo 1000 km, non sarà più necessario il controllo gioco valvole, ora spostato a 15.000 km. Telaio e sospensioni sono stati rivisti in funzione della

presenza del sistema ABS. Il primo è stato leggermente modificato nel telaietto reggisella, quel tanto che basta a poter ospitare il “cuore” dell’antibloccaggio Bosch, mentre le sospensioni WP sono state modificate nella taratura. Potendo contare sull’ABS il pilota tende a pinzare senza tanti complimenti, ed una forcella più sostenuta (si è intervenuti

Più che un lifting è stato un make up, le linee non sono cambiate, ma il trucco sì. Materiali più curati dal punto di vista estetico

sulla quantità di olio, mentre il diametro rimane sempre di 48 mm) aiuta a mantenere l’assetto ottimale. Il mono ha invece una nuova molla che garantisce un maggior precarico (particolare utile nel caso in cui si viaggi in due con i bagagli). Entrambe le sospensioni si possono regolare sia nel precarico che nell’estensione - compressione, potendo contare sul

supporto fornito da una pratica tabella delle tarature stampata su di un adesivo posizionato sotto la sella (siamo tutti esperti, ma per incasinare un assetto ci vuol poco!). Come va... Rispetto alle due SM T che abbiamo guidato in precedenza cambia poco, se non addirittura nulla, almeno per quanto riguarda la posizione di guida. Dopo aver “scavalcato” le borse laterali, operazione che richiede una buona mobilità del bacino, ci si ritrova belli comodi e con tutto sotto controllo. Il ponte di comando della 990… Continua su Moto.it

SCHEDA TECNICA

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Tempi: 4 Smt 990 ABS Cilindri: 2 € 12.990 Cilindrata: 999 cc Disposizione cilindri: a V di 75° Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Potenza: 85 kW / 9000 giri Coppia: 9.89 kgm (97 Nm) / 7000 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 305-240 mm Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Altezza: 855 mm Capacità serbatoio: 19 l Segmento: Supermotard

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YAMAHA XT1200Z SUPERTÉNÉRÉ

LA MOTO GIUSTA PER SOGNARE di Aimone Dal Pozzo | Yamaha inizia il 2011 con una prova che è una fuga tra i sogni: nel deserto del Marocco, per testare l’affidabilità e le doti offroad della XT1200Z. Tre giorni di viaggio indimenticabili, alle porte del Sahara 14.290 euro

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Un’avventura ai confini del... sogno! Allora saprete altrettanto che i margini di questa pagina Web stanno decisamente stretti a questa avventura che parla di libertà e forti emozioni già dalle prime sillabe del titolo. Immaginatevi la circostanza: gennaio, Lago Maggiore, un freddo bischero che mischiato all’umidità del lago non saprei quale preferire. Arriva la telefonata dalla redazione: “c’è da andare in Marocco 3 giorni a provare una moto”. Dove scusa? “Sì in Marocco su uno dei tratti storici della Dakar”. Non ci credo! Mi state prendendo in giro... E invece no, tutto vero, domenica 6 febbraio si parte! Posato il telefono incomincio a sognare, gli occhi mi si incrociano sul pc dell’ufficio dove, per un attimo, nulla ha più la priorità sulla mappa del Marocco… si parte da lì, poi si va là, ma come saranno i posti, ma farà freddo o caldo e via dicendo. Marocco, pianeta Terra? In poco più di 3 ore di volo, mi ritrovo su un altro pianeta, a volte pare Marte, a volte non so cos’altro, ma di sicuro difficile pensare di essere sul pianeta 20

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Terra. Gli spazi, le distese infinite, dove incontrare qualche altra forma di vita al massimo accade una volta ogni mezz’ora, tutto questo mi ha fatto provare sensazioni mai vissute prima: è come se i polmoni si riempissero di più ossigeno. Tutto il contrario della giungla metropolitana dove tutto è controllato, tutto è monitorato, statisticamente valutato, e maledettamente vietato. Durante questo viaggio ho potuto dare sfogo all’anima del motociclista… ecco uno sterrato , mio! E via che lo percorro fin dove

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e stressante che purtroppo ognuno di noi vive ogni giorno, esiste una compagna di viaggio per poter, anche solo per un giorno, evadere dagli schemi, trasmette un senso di forza indescrivibile. Una prova decisamente atipica Ed eccomi qui con la prova integrale, dove potrete cogliere, tra le descrizioni delle avventure affrontate, le foto di repertorio e i filmati, il carattere pionieristico della nuova maxi enduro stradale.

Deserto: il contrario della giungla metropolitana dove tutto è controllato, tutto è monitorato, statisticamente valutato, e maledettamente vietato

finisce. Velocità e distanze, diventano tutte relative in spazi dove anche la più grossa bicilindrica è considerata una bicicletta per bambini. Con questa moto ho potuto apprezzare questo senso di libertà che solo lei, e poche altre, sono in grado di esaltare con questa intensità. Non si tratta di un modo di guidare, di un’impostazione tecnica, di una geometria matematica, bensì di un’anima che poche moto hanno o sanno trasmettere. Sapere che, nonostante la vita impegnata

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ià avrete sicuramente letto alcune brevi pillole dell’esperienza unica ed assolutamente indimenticabile a cui ho avuto il piacere di partecipare, in occasione del test della Yamaha XT1200Z Super Ténéré in Marocco, alle porte del deserto del Sahara.

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Eh si perché la missione di questo viaggio è stata proprio quella di portare la grossa bicilindrica su terreni e tracciati in teoria a lei decisamente poco indicati, scoprendo, al contrario, che non solo ha retto la sfida, ma che la XT1200Z Super Ténéré è capace di regalare e trasmettere quelle sensazioni che un motociclistica ha dentro l’anima e che ha bisogno di provare. Il primo approccio non conta! Partiamo dall’inizio. Il primo approccio non è stato dei 21


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migliori... sebbene questa 1200 dimostri una certa dinamicità anche di ergonomia, nonostante la sua imponenza, già al primo approccio sul cavalletto centrale, per chi scrive che è solito guidare moto decisamente più piccole e leggere, non è stato propriamente istintivo adattare i propri parametri di guida alle sue dimensioni ed alla stazza in ordine di marcia. Già in configurazione sport, condizione sine qua non per affrontare il deserto, senza quindi alcun accessorio in eccesso, la “piccola” pesa la bellezza di 260 kg, cosa non da poco quando ti trovi immerso nelle dune, in particolar modo quan22

do ti tocca rialzarla da fermo dopo una scivolata non preventivata, ve lo posso assicurare. Il primo trasferimento su asfalto del primo giorno, per fortuna, è stato ottimo ed indispensabile per acquisire la necessaria confidenza e reattività prima dell’inferno di sabbia. Una 1200 amichevole Presa la necessaria confidenza infatti, è facile apprezzare il carattere mansueto di questo 1200. Pur essendo un motorone di prima categoria infatti, grazie alla tecnologia degli scoppi differiti, una mappatura soft (touring) ed il controllo di trazione a 2 stadi, non è

per nulla esuberante, anzi, per assurdo, a volte pare essere più tranquillo di quanto ci si aspetterebbe da una cubatura tale. Gli attuali 110 cavalli infatti, non sempre le danno giustizia. Allo studio ci sono già altre mappature più spinte, che saranno eventualmente disponibili in un prossimo futuro presso i concessionari. Via il traction control: iniziano le danze Cambia notevolmente carattere se la si vuole settare per una guida più aggressiva, levando il traction control e selezionando la mappatura S (sport) viene fuori in maniera

più evidente la schiena di potenza caratteristica di questo bicilindrico. Rimane solo, a mio avviso, una leggera incertezza nella sezione centrale della spinta, in quanto all’apertura del comando del gas la risposta è pronta e concreta, ma poco dopo tende a calare leggermente, per poi riprendersi a metà gas e tirare in maniera progressiva e lineare fino alla fine. Su asfalto è quindi consigliabile la prima configurazione (che si inserisce di default ogni volta che si toglie la chiave) che, unitamente al sistema di frenata integrato UBS, mediante il quale con la pressione

sulla leva del freno anteriore si aziona automaticamente in percentuale anche la pinza posteriore, e l’ABS sempre inserito, permette di viaggiare in totale sicurezza e tranquillità. Per chi invece vuole tirare qualche marcia consiglio vivamente il setting sport. Come si comporta nei trasferimenti su asfalto Il terzo giorno poi, ovvero la tappa conclusiva nella quale abbiamo nuovamente percorso tratti stradali, prese per bene le misure e capiti i pesi, le lunghe lingue di asfalto che si disperdono all’orizzonte tra una d’una e l’altra, sono di-

ventate una vera conquista da rincorrere. Marcia lunga e motore appena in tiro e via che viaggi a 140/150 senza nemmeno accorgerti tanto ti senti tranquillo e comodo. Allo stesso tempo i passi tortuosi dei monti dell’Atlante non sono un problema, basta una minima fiducia nella gomma per pennellare le curve con pieghe memorabili. Per le lunghe tratte sarebbe ottimale una minima di protezione in più dal vento, facilmente ottenibile con l’acquisto del pacchetto optional Touring (euro 972,8) comprensivo di schermo frontale maggiorato, deflettori aria e borse laterale 23


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da viaggio. Per i più esigenti è disponibile anche un ulteriore pacchetto optional, il Touring plus, disponibile a euro 805,6 e comprensivo di baule centrale, profilo anteriore completo paracolpi e manopole riscaldate. Ciao ciao elettronica. Comincia l’avventura offroad Passando all’offroad invece, punto forte di questa trasferta, il vantaggio dei supporti elettronici viene meno, per lasciar spazio alle capacità e sensibilità del pilota. Togliendo il traction control con un semplice tasto sulla strumentazione è possibile infatti trasformare in poco tempo la XT1200Z Super Ténéré in un giocattolo davvero divertente. Con un po’ di malizia è possibile anche escludere il funzionamento dell’ABS, così da massimizzare le sensazioni. Basta un minutino in prima sul cavalletto centrale infatti per mandare in palla la ruota fonica di rilevamento della centralina, disabilitando, in sostanza, il controllo di frenata assistita fino alla prossima riaccensione. Ed ecco fatto che una moto dall’indirizzo stradale si trasforma in pochi istanti in un’ottima compagna di avventure offroad. Certo, non si potrà avere la confidenza che si ha alla guida di un KTM 990 Adventure, studiato appositamente per questi utilizzi, ma la XT1200Z Super Ténéré è in grado di regalare vere emozioni. Il motore progressivo permette di raggiungere velocità importanti senza perdite di 24

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controllo e derapate eccessive, ma allo stesso tempo le accelerazioni controllate sul brecciolino delle distese infinite del deserto sono un godimento allo stato puro. Basta premere lievemente su una delle pedane e dare gas progressivamente per dare inizio ad una derapata in accelerazione degna da record dei Guinness dei primati. E non serve nemmeno una grande tecnica perché la dolcezza di questo propulsore ti aiuta in maniera molto naturale. Medesimo discorso per le piste battute, sulle quali basta un attimo per viaggiare a velocità sostenute (120/130) con il minimo sforzo. Nella sabbia e tra le pietre dell’Atlante Nella sabbia profonda il discorso è un po’ diverso in quanto la distribuzione dei pesi tipicamente stradale, rivolta principalmente sull’ anteriore, tende a caricare molto la ruota davanti che facilmente sprofonda e sparisce nel fesh-fesh africano. Agendo sul precarico molla della forcella (che ho chiuso praticamente tutto) e ammorbidendo il mono ammortizzatore, sono riuscito a migliorare in parte l’assetto per far si che la moto galleggiasse di più, ma di certo non posso pretendere che diventi di colpo un prodotto specialistico. Tolte queste mancanze dovute ad un setting dedicato ad altri usi, il… Continua su Moto.it

E’ una bella moto L’ha progettata YAMAHA, mica Pippo Ballacchio. Certamente avrà delle peculiarità in più o meno rispetto alle concorrenti, se si vuole sottilizzare su queste bisogna averla provata.IO non l’ho provata. piega996 - 17/02/2011 domanda.. Ma a forza di disinserire l’ abs in quel modo, si rovinerà qualcosa?. è davvero una enorme mancanza quella di non avere la possibilità di disinserirlo..su di una moto che fa parte delle maxienduro.. nonono, è grave.. rho01- 18/02/2011 Leggi e partecipa ai commenti »

SCHEDA TECNICA

Yamaha

Tempi: 4 XT 1200Z Super Ténéré Cilindrata: 1199 cc € Raffreddamento: a liquido 14.290 Avviamento: E Potenza: 110 cv (80.9 kW) / 7250 giri Coppia: 11.6 kgm (114.1 Nm) / 6000 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 310-282 mm Misure cerchi (ant./post.): 19’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Peso: 261 kg Lunghezza: 2250 mm Larghezza: 980 mm Altezza: 845 mm Capacità serbatoio: 23 l Segmento: Enduro Stradale

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Suzuki, incentivi a TAN zero su molti modelli Suzuki presenta le offerte finanziarie per il 2011.

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Arriva il foglio rosa per i motorini Milleproroghe, arriva il foglio rosa per motorini e minicar

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n un periodo caratterizzato da un quadro economico generale non proprio positivo, Suzuki Finance presenta una gamma di prodotti finanziari dedicati ai Clienti che desiderano acquistare una nuova moto o scooter Suzuki. L’offerta principale prevede un prodotto a TAN ZERO (e TAEG massimo 11,22%) su tanti modelli della gamma con possibilità di dilazionare la spesa complessiva fino a 30 mesi . Ulteriori soluzioni per agevolare l’acquisto consistono in altre interessanti formule che prevedono anche l’assicurazione furto ed incendio totale per un anno, oppure 10 mesi di rimborso per ogni anno di finanziamento, consentendo così di non pagare la rata nei mesi di agosto e dicembre. Dettagli relativi alle singole operazioni e ai modelli coinvolti dalle offerte finanziarie, comprensivi anche dei costi accessori, sono disponibili presso le Concessionarie aderenti all’iniziativa.

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rriva una sorpresa dell’ultimo minuto per il CdS, la introduce il Decreto Milleproroghe. Arriva infatti il foglio rosa per i motorini e le minicar, che potrà essere utilizzato nel periodo che va dalla prova teorica a quella pratica. Nel pacchetto degli emendamenti approvati dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato è contenuta una proposta, a firma del relatore Lucio Malan, che dispone l’introduzione di un’autorizzazione per guidare i ciclomotori (alcune agenzie di stampa indicano: con cilindrata inferiore ai 150 cc, non capiamo il passaggio in quanto i ciclomotori si fermano a 50 cc) nel periodo

transitorio tra i due esami. Con decreto del ministero delle Infrastrutture, si legge nell’emendamento, “sono disciplinate le modalità e le procedure di richiesta e rilascio di un’autorizzazione al candidato al conseguimento del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore, che consenta allo stesso di esercitarsi alla guida, dopo aver superato la prevista prova di controllo delle cognizioni”. Poi, imitando in parte quanto è previsto dalla nuova normativa per il foglio rosa per le auto, la prova pratica di guida non potrà essere sostenuta prima che sia trascorso un mese dalla data del rilascio dell’autorizzazione. Nella norma si legge… Continua su Moto.it

* La promozione è valida dal 01 marzo al 30 marzo 2011 su tutti i caschi X-602 ad esclusione della versione Replica, sino ad esaurimento scorte. Nolan Group, sponsor di Jorge Lorenzo, Carlos Checa, Casey Stoner, Marco Melandri e molti altri piloti. Tutti i prodotti X-lite® sono garantiti per 5 anni.

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Una guida per chiarire ogni dubbio e capire quale moto è consentito condurre con le differenti patenti. In collaborazione con Scuolaguida.it

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cicli puo’ essere effettuata in base alla patente A1, A2 o B in base alla data di conseguimento (Leggi le schede patente per patente A1, A, B): – antecedentemente al 1 gennaio 1986 occorreva aver conseguito patente di guida di categoria A, patente di guida di categoria B-C-D, la cui titolarità autorizzava alla guida anche di motoveicoli; – dal 1 gennaio 1986 al 25 aprile 1988, le patenti A, B sono abilitate in Italia per la conduzione di qualsiasi motociclo mentre non sono valide per la guida di motocicli negli altri stati membri dell’Unione europea. Per rimediare a questo poneva rimedio l’art. 8, c. 3, legge n. 111/1988, prevedendo per la guida di motocicli negli stati membri dell’Unione europea da parte dei titolari di patente di guida valida per la categoria A, conseguita prima dell’entrata in vigore della legge stessa, il possesso di un certificato d’idoneità rilasciato a richiesta da parte degli UMC, a seguito del superamento di apposito esame di abilità alla guida di motocicli; – dal 26 aprile 1988 le patenti

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Quale moto posso guidare con la mia patente? ccorre innanzitutto fare una piccola premessa: i motoveicoli sono veicoli a motore a due, tre o quattro ruote, distinti in: - motocicli (a due ruote) - motocarrozzette - motocarri - mototrattori - motoveicoli per trasporti specifici - motoveicoli per uso speciale (a tre ruote) - triciclo per trasporto di cose - motociclo con carrozzino - quadricicli a motore (a quattro ruote) destinati al trasporto di cose con al massimo una persona oltre al conducente (diversi dai quadricicli leggeri inquadrati tra la categoria dei ciclomotori). Mentre l’abilitazione richiesta per la conduzione di motoveicoli a tre o quattro ruote e’ rimasta essenzialmente invariata nel tempo, di contro l’impianto normativo inerente le categorie di patenti che consentono la guida di motocicli ha subito notevoli variazioni, soprattutto per il recepimento di direttive comunitarie che nel tempo sono andate ad intrecciarsi con quelle nazionali. Riepilogo In un breve riepilogo si può riassumere che la guida di moto-

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venivano rilasciate nel rispetto del principio secondo il quale i motocicli potevano essere condotti esclusivamente con la specifica patente di categoria A. – successivamente al 3 settembre 1994 vengono introdotte le sottocategorie ( A1 ) e le limitazioni per i primi due anni successivi al conseguimento della patente dalla data di entrata in vigore del DM 8.8.1994, che ha recepito nell’ordinamento interno la direttiva 91/439/CEE; – a decorrere dall’1.10.1999 vengono soppresse le sottocategorie, ad eccezione della A1. Il passaggio dalla sottocategoria A1 alla categoria A non e’ piu’ automatico al compimento della maggiore età da parte del titolare, ma subordinato ad una nuova prova pratica su idoneo motociclo. Veniva inoltre stabilito che tale disposizione avesse effetto solo per le patenti di sottocategoria A1 rilasciate dal 1.10.1999. Per controllare la data di conseguimento nelle nuove patenti formato CARD occorre dare un’occhiata in… Continua su Moto.it

Categoria patente

Data conseguimento

Motocicli che si possono guidare

All'estero in ambito UE

AoB

prima del 1/1/1986

tutti

si

AoB

dal 1/1/1986 al 25/4/1988

tutti

solo con esame di guida

A

dal 26/4/1988 al 30/9/1993

tutti

si

B

dal 26/4/1988 al 30/9/1993

Max 125 cc e 11 kW

no

A

dal 1/10/1993 ad oggi

Con limitazioni Max 25 kW dal conseguimento della patente e comunque fino a 20 anni.

si

Senza limitazioni Minimo 21 anni e prova pratica con motociclo di almeno 35 kw

A

dal 1/10/1993 ad oggi

Con limitazioni Max 25 kW dal conseguimento della patente e comunque fino a 20 anni.

si

Senza limitazioni Minimo 21 anni e prova pratica con motociclo di almeno 35 kw. A1

dal 1/7/1996 al 30/9/1999

ad oggi senza limitazioni

si

A1

dal 1/10/1999 ad oggi

16-17 anni Max 125 cc e 11 kW

si

18 anni 25 kW con esame di guida 21 anni senza limitazioni con apposito esame di guida

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La fabbrica Moto Morini all’asta Va all’asta il 13 aprile la Moto Morini. Stabilimento e macchinari, ma non solo. Anche i marchi Moto Morini e Morini Franco Motori, i disegni, i progetti, il know how. La base d’asta è di 5 milioni e mezzo di euro

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l fallimento della Moto Morini S.p.A. ha posto in vendita all’asta che si terrà il 13 Aprile 2011 ad ore 13,30, il compendio aziendale comprensivo dell’ immobile sito Casalecchio di Reno (BO) via

Moto Morini S.p.A. di cui sopra, tutti i beni componenti l’intero complesso aziendale ed in particolare i marchi Moto Morini e Morini Franco Motori, i disegni, i progetti, il know how, la clientela, l’avviamento e gli

ti, motori, ricambi, accessori, abbigliamento, imballi e la componentistica in genere, esistenti alla data della vendita e con espressa esclusione delle scorte di moto finite, sia nuove sia usate che, come noto, sono

Porrettana 377, e contestualmente, ma in alternativa, il solo compendio aziendale senza l’immobile. Saranno quindi posti in vendita oltre al capannone industriale di proprietà della procedura

altri beni immateriali in genere; gli impianti, le attrezzature, i macchinari, i mobili e le macchine d’ufficio, le autovetture e gli automezzi ed i cespiti in genere; le scorte di magazzino comprendenti: componen-

state tutte vendute nel corso dell’esercizio provvisorio. Il prezzo base d’asta per il lotto comprensivo dell’immobile è di € 5.500.000,00. Nel caso in cui non pervengano valide… Continua su Moto.it

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Beta RR Enduro 400/450/520 Factory Beta presenta le moto “replica” con cui affronterà la stagione enduro 2011. I prezzi al pubblico sono in via di definizione

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opo la sorpresa dell’inedita RR4T 350, presentata all’Eicma, ad alimentare le fantasie degli enduristi ci pensa ora della nuova linea RR4T FACTORY . Tre le cilindrate disponibili – 400, 450 e 520 – per una versione che nasce dai campi di gara e che “Factory” lo è sul serio. Questa nuova versione sarà prodotta in un numero limitato di esemplari e potrà essere acquistata già da febbraio. A renderla “fuoriserie” è la componentistica con la quale nasce: la stessa utilizzata sulle Beta con le quali Oscar Balletti e Fabio Mossini correranno quest’anno. MOTORE - Impianto di scarico full titanium by Arrow. Oltre a garantire un risparmio di peso di circa 800 gr., il nuovo scarico 32

consente di aumentare le performance su tutto l’arco di utilizzo con sensibili benefici in termini di prontezza e linearità di erogazione. Il nuovo scarico rispetta inoltre la normativa fonometrica FIM/2Metremax. - Centralina a doppia mappatura con interruttore al manubrio (per passare da una mappatura soft ad una hard). La prima assicura una risposta del motore più morbida su terreni viscidi; la seconda, più aggressiva, consente di ottenere il miglior supporto del propulsore sui terreni asciutti. - Guarnizione base cilindro più sottile. Un piccolo particolare con un effetto tangibile: aumenta il rapporto di compressione, azione che si traduce in un incremento di coppia/ potenza e in una maggiore re-

attività di risposta (modifica prevista su 400 e 450 cc.). CICLISTICA - Forcella Marzocchi Shiver Ø 50 mm con cartuccia chiusa. Migliora la stabilità delle prestazioni, sotto sforzo, impedendo l’emulsione dell’olio. Gli steli oversize incrementano in modo importante la rigidità torsionale e la precisione e il controllo del mezzo soprattutto nella guida estrema. - Nuovissime piastre in alluminio fresate CNC. Sono state ideate per consentire l’ottimale regolazione dell’offset (per adattarsi ai più diversi stili di guida) offrendo molteplici possibilità di regolazione della posizione manubrio… Continua su Moto.it 33


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Piaggio. Arriva l’MP3 Yourban La gamma degli scooter Piaggio a tre ruote si arricchisce di un nuovo modello, che unisce alla stabilità e sicurezza di Mp3 il vantaggio di un’impostazione ciclistica studiata per esaltarne le doti di agilità

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Lanciato nel 2006, e offerto nelle versioni 125, 300, 400cc e Hybrid 300, Piaggio Mp3 ha stupito il mondo con la tecnologia delle due ruote anteriori indipendenti e basculanti: un progetto innovativo che ha ridefinito il concetto stesso di stabilità dinamica. Una formula vincente, come testimoniano gli oltre 83.000 Mp3 venduti in tutto il mondo dal 2006 al 2010. Sul nuovo Mp3 Yourban la riduzione di peso – da 15 a 27 kg in meno rispetto all’Mp3 classico, a seconda delle versioni – e la maggiore agilità sono immediatamente percepibili, già dopo i primi metri in sella. Nella guida l’avantreno risulta più preciso e più comunicativo, rendendo il veicolo più svelto nei cambi rapidi di direzione e più rapido nello scendere in piega, per rimanere poi stabile 34

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roposto nelle cilindrate 125 e 300 cc, entrambe a iniezione elettronica, Mp3 Yourban offre dotazioni e finiture al top della categoria e si rivolge sia al giovane manager che utilizza lo scooter negli spostamenti casa-lavoro, sia al pubblico femminile in cerca di un mezzo sicuro e agile.

per tutta la percorrenza della curva, anche a gas spalancato. Merito anche delle ruote anteriori da 13” (gommate 110/70) e di un passo contenuto, al di sotto dei 1450 mm. Piaggio Mp3 Yourban è offerto in 5 colorazioni, tutte metallizzate, con accostamenti cromatici appositamente studiati per esaltare la dinamicità delle linee del veicolo: Nero Cosmo, Rosso Ibis e Grigio Orione (colorazioni abbinate a goffrature e sella di colore nero) Bianco Perla e Grigio Ghiacco (colo-

razioni abbinate a goffrature e sella di colore blu). Piaggio Mp3 Yourban 125 NRL è già disponibile al prezzo di € 4.690 (€ 5.390 per la versione ERL con il blocco automatico delle ruote). Mp3 Yourban 300 NRL è in vendita a € 5.290 (€ 5.990 per la versione ERL). Tutti i prezzi sono Iva inclusa, franco concessionario. A breve pubblicheremo la prova completa.

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Nuovo Benelli Velvet 150

GL1800 Gold Wing: dal 2012 in Italia

Uno scooter che ha attraversato ormai un decennio intatto nel suo stile Presentato il nuovo modello 2012 della super-tourer GL1800 Gold Wing classico, adattandosi ai cambiamenti del tempo, delle mode e degli stili che sarà in vendita negli Stati Uniti a maggio di quest’anno. Per l’Italia è tornato. Riveduto e corretto nella ciclistica e nei costi di manutenzione bisognerà attendere fino al 2012

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l suo punto di forza è il propulsore 4 tempi euro 3, affidabile e dai consumi particolarmente contenuti, ideale quindi sia per l’uso urbano, per il quale si distingue nelle sue doti di agilità, che per l’uso extra-urbano – tangenziali e autostrade. Una ciclistica solidissima assicura totale sicurezza nella guida e tenuta di strada anche con fondi particolarmente sconnessi e l’impianto frenante dotato di doppio disco combinato ad efficaci sospensioni, è in grado di rispondere anche nelle situazioni più critiche. La compattezza d’insieme ed una progettazione accurata garantiscono inoltre un peso complessivo contenuto ed assicurano grande agilità nel traffico. Inoltre la posizione di guida è adatta a tutte le stature. La sella biposto assicura comfort sia al conducente che al passeggero. Velvet 150 viene inoltre dotato, di serie, del bauletto posteriore in tinta con la carrozzeria, in grado di contenere anche un casco integrale. Velvet è già a disposizione presso la rete concessionari Benelli Italia. Il prezzo al pubblico del Velvet 150 è 1.890,00 euro F.C. 36

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a Gold Wing model year 2012 è pronta a raccogliere l’eredità delle sue celebri progenitrici. La propensione per i lunghi viaggi è ora testimoniata dall’equipaggiamento di ultima generazione, caratterizzato da una lunga serie di dispositivi elettronici. Il più innovativo di essi è il siste-

ma di navigazione satellitare programmabile - e accessibile on line via computer - per condividere gli itinerari con amici e altri motociclisti. Immancabile il sistema audio di bordo, che sulla nuova Gold Wing incorpora un’interfaccia MP3/iPodm studiata per il nuo-

vo sistema di suono surround SRS CS Auto. Il nuovo model year 2012 della Gold Wing si presenta con stile rinnovato, capacità di carico bagagli maggiorata, migliorata protezione aerodinamica e dalle intemperie, set-up delle sospensioni aggiornato e, garantiscono i… Continua su Moto.it 37


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Ducati Multistrada Travel Experience 2011

Ecco la cattivissima superbike stradale che il ragazzaccio del Wisconsin presenta all’Indy Dealer Expo di Indianapolis. Prezzo? Circa 40.000 dollari

Ducati organizza sei viaggi nei quattro continenti, per esplorare luoghi, culture ed emozioni. Tutto con una sola moto, creata per trasformarsi e affrontare qualsiasi tipo di percorso

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Buell EBR1190RS, l’anima sportiva di Erik

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l sito statunitense Hell For Leather mostra le prime foto della versione definitiva della Buell EBR1190RS, dove “EBR”, ovviamente, sta per “Erik Buell Racing”. Le foto sono state scattate a East Trpy, Wisconsin, fuori dalla sede della factory che fa capo all’estroso ingegnere-musicista, poco prima che la aggressiva RS venisse caricata su un furgone e trasportata ad Indianapolis, per essere esposta al Dealer Expo che inizia proprio oggi, 18 feb38

braio per terminare domenica 20. Una moto molto interessante, questa, il cui peso – con lo scarico racing, quindi diverso da quello standard della foto – dovrebbe aggirarsi sui 172 chili, corrispondenti al limite minimo della categoria AMA Pro Superbike. Ovviamente stiamo parlando di una moto il cui prezzo dovrebbe aggirarsi sui 40.000 dollari (circa 30.000 euro), quindi re-

alizzata con dovizia di carbonio e leghe leggere. Da notare, tra l’altro, le inedite ruote, con l’anteriore dalle razze finissime, e apparentemente divergenti dal mozzo ai bordi del cerchio. Quanto al motore, si tratta del noto Rotax Helicon, il bicilindrico a V di 72° che ha esordito sulle 1125R e CR, portato a 1.190 cc maggiorandone l’alesaggio da 103 a 106 mm, a parità di corsa (67,5 mm). La… Continua su Moto.it

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n nuovo concetto di moto: la Multistrada 1200. E un nuovo modo di viaggiare: la Multistrada Travel Experience. Sei viaggi esclusivi nei quattro continenti per esplorare intensamente e nel modo più divertente possibile, luoghi, culture ed emozioni. Tutto con una sola moto creata per trasformarsi senza limiti e affrontare qualsiasi tipo di percorso e stato d’animo. Qualunque sia la meta o il so-

gno, non è più irraggiungibile con quattro moto in una, separate solo dal clic di un pulsante. Grazie alla combinazione di 3 diverse mappe motore, Multistrada 1200 è la moto sportiva, la granturismo, la moto urbana e l’enduro stradale. Dall’itinerario che coinvolge il sud-ovest della Penisola Iberica, all’attraversamento dello stretto di Gibilterra, fra la pittoresca Andalusia e il sabbioso Marocco; dai tour delle splen-

dide città del centro-Italia alle escursioni montane nel cuore delle Alpi occidentali, dalla scoperta della sconfinata Australia, fino al sogno californiano on the road, con la Multistrada. Le sei avventure oltre ad essere supportate dalla passione Ducati, sono organizzate da Edelweiss Bike Travel, tour operator con una trentennale esperienza nella creazione di escursioni in moto. Per informazioni e… Continua su Moto.it 39


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A Padova un salone a misura di collezionista

Motodays Fiera Roma: le novità a un mese dal via

Il 5 e 6 marzo Padova ospita un evento dedicato agli appassionati di moto d’epoca e custom. Da segnare in agenda: la mostra scambio, collezioni uniche, la vendita di moto e accessori introvabili

Manca meno di un mese al via di Motodays, Salone Moto e Scooter del Centro-Sud Italia in programma dal 10 al 13 marzo e si vanno definendo sia il programma degli eventi che l’elenco delle Case Costruttrici

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assione Moto, nasce con lo scopo di portare in scena la storia della motocicletta, dalle origini ad oggi, coinvolgendo tutti gli appassionati del mondo delle due ruote. I settori espositivi verranno distribuiti su una superficie di 20.000 mq e si suddividono in: commercianti, preparatori e restauratori; club e registri storici, ricambistica, accessori e abbigliamento, custom e il settore dei privati con moto d’epoca e usate in vendita. Non mancheranno inoltre eventi correlati e mostre tematiche per vivere a pieno il mondo della moto.Grande collaborazione della Federazione Motociclistica Italiana e della rivista Motociclismo e Motociclismo d’Epoca. MOSTRA MOTO INGLESI Le splendide bicilindriche che hanno dato lustro alla meccanica britannica per decenni. Una collezione che vanta modelli come la AJS del 1933 restaurata in Inghilterra da Sammy Miller, grande motociclista più volte campione del mondo. Ci sarà anche la Norton International 40 del 1952 con albero a camme in testa, antenata del nosrton manx. 40

MOSTRA DUCATI Una campionessa si farà largo nell’area dedicata al mondo Ducati: la 888 che ha dominato il mondiale SBK su una delle piste più impegnative d’Europa. Per non parlare della Ducati 750 F.1, la moto che riportò l’interesse degli addetti ai lavori e appassionati alla Marca grazie a un design prorompente. Una delle protagoniste sarà la Pantah TT2, realizzata artigianalmente in collaborazione tra reparto corse e collaboratori qualificati. L’esemplare fu cavallo di battaglia di Tony Rutter, il pilota britannico che conquistò il titolo mondiale di

categoria per quattro volte. Si potrà inoltre ammirare il Pantah dell’ingegner Taglioni e la Ducati Scrambler. MOSTRA LAVERDA Un grande spazio verrà dato alla collezione delle moto Laverda, storica marca motociclistica nata negli anni 50 e rimasta caposaldo della storia motociclistica italiana. Durante Passione Moto si potrà ammirare la Laverda SFC 750 prima serie costruita nel 1971 nel classico colore arancione… Continua su Moto.it

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ADIGLIONI: ARRIVANO PIAGGIO, HONDA E YAMAHA – Per l’edizione 2011, lo spazio espositivo di Motodays aumenterà ancora. Se nel 2010 si è passati da tre a quattro, quest’anno a fare da teatro del Salone saranno ben cinque padiglioni. Tra le conferme di partecipazione da parte delle Case Costruttrici, da segnalare quelle del Gruppo Piaggio (che comprende i marchi Aprilia, Piaggio, Gilera, Derbi, Moto Guzzi , Scarabeo e Vespa), della Honda Italia e della Yamaha Motor Italia, tre aziende leader del mercato italiano delle due ruote che por-

teranno in Fiera di Roma i modelli di ogni tipologia presenti sul listino per la stagione 2011. Un’occasione unica per toccare con mano, guardare da vicino e salire in sella alle sportive, naked, turistiche ma anche custom, scooter e fuoristrada pronte a diventare le regine del mercato. PALCO: IN DIRETTA CON I PILOTI SUPERBIKE DEL GENTLEMEN’S MOTOR CLUB - Oltre alle premiazioni delle edizioni 2010 dei Trofei del Centauro e della Supertwins, in occasione di Motodays, il Gentlemen’s Motor Club di Roma organizze-

rà per sabato 12 marzo “Visto da dentro”, un incontro con alcuni dei piloti famosi iscritti al suo sodalizio. Saranno Michel Fabrizio, Ayrton Badovini e Niccolò Canepa a commentare in diretta dal palco le immagini più significative di alcune situazioni di gara, raccontando quello che provano nei momenti clou delle competizioni. A fare da sfondo ai loro racconti, sul maxischermo posizionato alle spalle del palco, alcune clips realizzate da Infront Motorsports, organizzatrice del Campionato Mondiale Superbike. Sarà un’occasione simpatica per conoscere cosa prova e a cosa pensa un pilota alla partenza, in frenata e durante una “piega” da brivido... AREA ESTERNA: ECCO LE EVOLUZIONI DI CRAIG JONES – Nell’area esterna della Fiera di Roma arriverà per la prima volta lo stuntman Craig Jones. Il pilota di Birmingham, già campione europeo della specialità, è pronto ad infiammare i visitatori di Motodays con le sue evoluzioni in sella alle Kawasaki. Jones salì alla ribalta internazionale nel 1996, all’età di 26 anni, stupendo il pubblico con il suo stile unico e… Continua su Moto.it 41


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di N. Cereghini | Lo ha scritto Antonio Privitera da Catania, e per la redazione è il più bello. L’autore è venuto a trovarci e abbiamo fatto amicizia. Logico: tra motociclisti…

C

iao a tutti! Eccolo qui finalmente l’autore del miglior racconto. Il migliore per noi, naturalmente. Lui, Antonio, è un catanese, un motociclista di medio corso che circola attualmente su Morini 1200. Ma per venire a trovarci a Milano ha preso l’aereo. Non è arrivato solo, con lui c’è la sua ragazza, Giulia. E insieme non vanno soltanto in moto ma fanno anche musica: lei canta e lui suona e compone; tanto che stanno preparando un loro lavoro, e appena pronto ce lo invieranno. E noi, già che ci siamo, ve lo proporremo. Intanto, il racconto. Ci pare molto originale, pure spiritoso, e dipinge un terribile futuro per noi tartassatissimi motociclisti. Per esorcizzarlo, certo. Bella trama, quasi una sceneggiatura televisiva e con il colpo di scena finale. Ma lo giudicherete voi stessi, naturalmente, con la benevolenza che si deve a un collega di scorribande a due ruote. In un attimo, con Antonio e Giulia siamo diventati amici. Loro due e la redazione al completo. Lo sapete: è facile, tra moto42

ciclisti, e gli argomenti non ci mancano. Chiacchiere, fotografie in tutte le salse, poi tutti a infilare i piedi sotto il tavolo per un pranzetto alla buona. E in conclusione la registrazione audio del racconto. Fatta naturalmente dall’autore, con la sua tipica cadenza siciliana. Bravo Antonio! Brillante e simpatico. E brava anche Giulia. E bravi tutti quelli che ci hanno inviato i loro racconti. Mi sa che alla fine dell’anno ci riproveremo, lanceremo ancora la proposta: è piaciuta, e poi molti amici, che questa volta non hanno colto il momento giusto, si sono dichiarati impazienti di

entrare nel gruppo degli artistiscrittori- motociclisti. Laserstop di Antonio Privitera Ascolta l’audio del racconto letto dall’autore Mi trovo in una posizione ridicola. Sono su un fianco, per terra. Vedo distintamente la mia caviglia davanti a me, all’altezza della spalla destra. Ho gli occhi aperti ma non riesco a muovere nulla. Non un labbro, un dito, il ciglio. Nemmeno chiudere gli occhi per ripararmi dal sole. Il botto è stato tremendo. Sento il tlang tlang della catena della mia moto che scorre su una ruota libera di girare fino

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“Ecco finalmente il miglior racconto”

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a quando l’inerzia la conduce. E’ la rivoluzione di un corpo che racconta in 1920 millimetri quanto sono stato fesso. Sono partito stamattina per il solito giretto del sabato con la mia moto, guanti, tuta, casco della domenica e tutto il resto. Io il sabato lo dedico alla moto, a cercare di dare un senso alla mia settimana e a tutti i soldi che ho speso per moto e accessori. Come tutti, sono stato obbligato dalla nuova legge sui consumi a spendere il 50% del mio stipendio in spese non alimentari; io ho scelto gli accessori moto; mi hanno salvato la vita. La legge del resto era stata formulata con la chiara intenzione di stimolare il mercato, sostenere domanda e produzione interna. Io in questo momento come produzione interna ho solo paura, bile, rabbia e autocommiserazione mista a rimpianto. Ho anche freddo, ma quello viene da fuori. Sento lo zero assoluto, il vuoto nel mio stomaco e la barba che ispida sfrega contro l’imbottitura del casco quando il vento o che so cosa altro mi fa leggermente inclinare la testa per poi riportarla alla posizione di partenza. Non è il vento. E’ il naso di un cane. Dio, mi lecca la visiera. Chiamasse qualcuno, facesse un po’ di rumore, il suo mestiere! Abbaia! No; non sono edibile e si allontana muto, le orecchie basse.

repressione con autovelox, tutor e compagnia bella, finalmente la vittoria alle elezioni del “Movimento per l’Integerrima Legalità” avrebbe sancito un periodo di pace tra noi, gli utenti, e loro, le forze dell’ordine; invece prima loro sono state chiamate “Forze della Giustizia” e poi sono state introdotte, con veri e propri plebisciti, tutte quelle nuove e integerrime leggi per evitare incidenti stradali. Io ho subito pensato che in effetti i risultati non erano male. Lo diceva anche l’unione delle compagnie assicuratrici (la “Nuova Gestione della Strada”) che aveva, molto da vicino, supportato la campagna elettorale del “Movimento”: le collisioni tra mezzi a motore, a seguito all’introduzione della legge sull’arresto forzoso del mezzo, erano diventati rari eventi dei quali, quando accadevano, i giornali parlavano come di un retaggio di un passato curioso. Ho freddo.

Chissà quando mi verranno a prendere. Una volta ho letto di un laserstop lasciato incustodito tutta la notte e di gente che è morta nell’attesa che le Forze della Giustizia tornassero a vedere se qualcuno ci era passato davanti a velocità non consentita. Lo so, sono stato un fesso, non sono più i tempi che se eccedevi il limite ti levavano i punti dalla patente e ti facevano una multa: oggi ti fermano, all’istante. Fanno bene. Chissà quanti incidenti hanno evitato. Quante costose pratiche di risarcimento mai nate e sostituite da preventivi di carrozzieri e meccanici che fanno tanto bene ai consumi. Un Governo Integerrimo e illuminato. Io l’ho votato e ne sono orgoglioso. Sento dei passi, sono salvo. - eccone un altro… - lo possiamo aiutare? - no, prima deve arrivare il… Continua su Moto.it

Il cambio di governo ci ha indubbiamente sfavorito. Pensavamo che dopo anni di feroce 43


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N A B U R RRIOR WA50R Z7

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N. Cereghini racconta la storia della Vespa

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ro controcorrente, da ragazzo: preferivo la Lambretta alla Vespa e Pasolini ad Agostini. Per il gusto della polemica, e perché la Vespa andava via storta con il motore laterale. In seguito scoprii tutto quello che c’era dietro alla Vespa. Un mondo speciale. E cambiai idea. Un fenomeno nato nel ‘46, grazie a un genio che si chiamava Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico. Ecco la Vespa. Primo modello la 98, due tempi da 3,2 cavalli, miscela al 6%, cambio a tre marce da ruotare con la manopola sinistra e 60 all’ora al massimo. Non è vero che il primo motore fu quello d’avviamento di un aereo. Leggende metropoli44

tane, ma c’era la carrozzeria portante, niente telaio, il supporto monotubo della ruota anteriore come sui carrelli aerei e il motore sulla destra con la trasmissione diretta, senza la catena. Tanto rivoluzionaria che fu un mezzo flop, alla presentazione i giornalisti scuotevano la testa, difficile farci l’occhio: solo 2.100 pezzi venduti in quel ‘46, però 10.000 l’anno dopo, 20.000 nel ‘48 quando diventò 125 e via così. Alla gente piaceva, costava tanto per un operaio o un impiegato ma non quanto un’auto, l’Italia cresceva. Nell’anno 1953, per dire, già la Piaggio produceva 160.000 Vespe. Lo sapete, la Vespa ha motorizzato l’Italia negli anni difficili

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del dopoguerra e della ricostruzione. Senza la Vespa sarebbe stata dura muoversi. Dal ‘46 al ‘65, quando morì il fondatore Enrico Piaggio, sono state costruite 3 milioni e 350.000 Vespe. Uno sciame. E tra i fenomeni che lo scooter Piaggio ha subito suscitato c’è quello dei Vespa Club con i loro raduni, le manifestazioni oceaniche, anche le gare: gli audax sui 1000 km, le gare di regolarità, le gincane di paese che avevano un grande successo. Perché la Vespa non è mai stata una moto, era molto più facile da guidare, per tutti; ed era un veicolo così diverso che ci costruirono intorno una specie di nuova realtà virtuale. “Chi Vespa mangia la mela” diceva un famoso slogan pubblicitario degli anni Sessanta. A torto o a ragione, chi amava la Vespa si sentiva dalla parte giusta. Ancora oggi per molti è così. Vespe nuove e Vespe d’epoca ben restaurate. E il suo fascino viene anche dai tanti film che l’hanno raccontata, come Vacanze Romane del ‘53 con Audrey Hepburn e Gregory Peck, e dal suo design intramontabile che è diventato un riferimento.

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Un mezzo al quale intere generazioni hanno legato ricordi e mille a neddoti. Dal simbolo dell’Italia che cresce e si muove a oggetto di culto e tendenza. Sulle sue ruotine carica più di mezzo secolo di storia

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“Quattro sedie sulla moto”

Ora le sedie. Entro nel negozio e una signora bionda che non conosco mi fa un mucchio di feste, chiama il marito, lui mi abbraccia: salta fuori che si tratta di Giorgio Pagani e la moglie. Lui è il secondo figlio di Nello Pagani, che nel ’49, il primo anno del mondiale, fu campione della 125 su Mondial e vice-campione della 500 con la Gilera. Ed è anche il fratello di Alberto, che vinse tre GP in 500 su Linto ed MV Agusta. Non l’avevo mai conosciuto, eppure ci siamo sentiti vicini come due parenti stretti. La moto fa di questi prodigi. Se 46

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Ascolta l’audio di Nico »

uno ti dice “hai conosciuto mio padre, era il salumiere all’angolo”, tu rispondi educato: “piacere, bella combinazione”. Ma se ci sono di mezzo le moto e le corse cambia tutto: ci si sente subito simili, si ha condiviso un pezzo di vita anche se non ci si è incrociati. Nello è scomparso sette anni fa, lo ricordavo; Alberto vive all’estero ed era a Milano la scorsa settimana, ma il libro l’ho avuto? No che non l’ho avuto. Giorgio corre in ufficio e me lo regala: un bellissimo libro che racconta tutta la storia vissuta dalla signora Margherita Meneghini Pa-

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di N. Cereghini | Una banale faccenda di scelte d’arredamento si trasforma in un evento speciale. Ogni volta è una vera scoperta: la passione per la moto ci emoziona e ci unisce iao a tutti! L’altro giorno cercavo quattro sedie, le classiche sedie di legno e paglia che si vedono in campagna, niente di che. Guardo su Internet, trovo una catena commerciale che ha diversi punti vendita, individuo quello più vicino a casa, prendo la moto e vado. L’intenzione è quella di informarmi: in moto, quattro sedie non riesco a trasportarle. Benché da ragazzo fossi capace di consegnare con la Gilera 98 due materassi in gommapiuma alla volta, 190x80, arrotolati, legati uno davanti e l’altro dietro. Erano altri tempi, ero un pistola e i controlli erano pochi.

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gani, la mamma e anche la vedova, che ha passato i novanta e sta benone. Una donna fantastica, che se Nello chiamava, lasciava i bambini ai nonni, prendeva la macchina col carrello, caricava una moto, andava da sola fino a Barcellona o al Nurburgring. Negli anni Cinquanta. E Nello Pagani era un tipo fantastico. Vi basti sapere che negli anni Settanta, quando si correvano le prime 500 km con le moto derivate dalla serie, lui si infilò la vecchia tuta e si allineò con una Laverda 750. Me lo ricordo benissimo: era in coppia con Loat e aveva sessant’anni. Uno che aveva vinto tantissimo negli anni Trenta e e Quaranta, uno che era stato amico e rivale di Tenni!… Continua su Moto.it

Nello Pagani» La sua lunghissima carriera agonistica, iniziata nel 1928 e conclusa nel 1955, lo ha fatto entrare nella leggenda dello sport italiano. Ha guidato sia le moto sia vetture da Formula 1 consacrando tutta la sua vita alla velocità.

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A parità di cilindrata i motori con più cilindri sono più potenti? di M. Clarke | Certo. Si tratta di un fatto ben noto alla maggior parte degli appassionati. Ma non tutte le conseguenze di un maggiore frazionamento sono positive nere camere di combustione più compatte. Ciò permette di adottare rapporti di compressione più alti. Oggi comunque, per quanto riguarda le cilindrate e gli alesaggi usualmente in gioco, le differenze non appaiono tanto sensibili.

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roprio questo ha portato a più riprese il regolamento relativo alle superbike a stabilire degli handicap di cilindrata in funzione del frazionamento dei motori. Oggi le bicilindriche 1200 gareggiano contro le quadricilindriche di 1000 cm3. In passato per diversi anni i limiti di cilindrata sono stati 1000 cm3 per le moto a due cilindri e 750 per quelle a quattro. Pure il regolamento delle supersport prevede limiti diversi in funzione del frazionamento. Come ovvio, non tutte le conseguenze di un maggiore frazionamento sono positive. Il mo48

tore diventa più complesso e più costoso, e il suo ingombro e il suo peso aumentano. Cresce poi l’estensione delle superfici di strisciamento, il che è svantaggioso ai fini del rendimento meccanico. La massima potenza ottenibile è però più elevata. Una prima considerazione è immediata ed evidente, anche se tutto sommato risulta di importanza relativamente modesta. Un motore più frazionato ha cilindri più piccoli, che a pari rapporto corsa/alesaggio risultano più facili da raffreddare e consentono di otte-

Quando si aumenta il numero dei cilindri le cose più significative, ai fini delle prestazioni, sono fondamentalmente due. In primo luogo, la diminuzione della corsa fa sì che, a parità di regime di rotazione, la velocità media del pistone risulti minore. Ciò significa che le sollecitazioni meccaniche sono più basse. E viceversa, a pari velocità media del pistone (e quindi con eguali sollecitazioni), il motore può girare più in alto. Questo è importantissimo, in quanto, dato che la potenza è direttamente legata al regime di rotazione, si hanno sensibili vantaggi in termini di cavalli. In secondo luogo, aumenta la superficie totale dei pistoni. Questo significa che anche le sezioni di passaggio a disposizione dei gas possono essere complessivamente maggiori, il che è ovviamente positivo… Continua su Moto.it 49


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Dieci domande e dieci risposte sul rapporto di compressione

Le valvole di scarico sono sempre più piccole di quelle di aspirazione?

di M. Clarke | La potenza cresce aumentando il rapporto di compressione? Quanto deve essere veloce la combustione?

di M. Clarke | Sì, e per una ragione molto semplice: i gas si muovono quando esiste una differenza di pressione

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ne? Certo, e questo accade perché migliora il rendimento termico. In altre parole, il motore utilizza meglio l’energia messa a disposizione dalla combustione. Fermi restando tutti gli altri parametri, aumentando il rapporto di compressione la potenza cresce lungo tutto l’arco di utilizzazione; la curva di erogazione non cambia forma, sostanzialmente, ma è come se venisse sostata verso l’alto, con una lieve rotazione. Il regime al quale si ottiene il valore massimo resta invariato. Inoltre, per una data potenza erogata e per un dato tempo di funzionamento, risulta minore il consumo di carburante. I motori diesel consumano meno dei motori a benzina principalmente per questa ragione. Oltre un certo valore non è possibile andare, con il rapporto di compressione? Purtroppo nei motori a ciclo Otto (cioè quelli impiegati in campo motociclistico, tanto a quattro quanto a due tempi) al di sopra di un certo rapporto di compressione si verifica inevitabilmente la detonazio50

urante la fase di aspirazione l’aria viene richiamata nel cilindro in quanto la pressione all’interno di quest’ultimo è inferiore a quella esterna (ossia, a quella esistente nell’airbox). La differenza tra le due pressioni è modesta; si tratta infatti di qualche frazione di bar.

a potenza del motore cresce aumentando il rapporto di compressio-

ne, e ciò può anche avere conseguenze molto dannose per l’integrità di alcuni organi meccanici (pistoni in primo luogo). La detonazione è costituita dalla accensione spontanea di una parte della miscela aria-carburante, che durante la combustione non è stata ancora raggiunta dal fronte di fiamma. Tale massa di miscela brucia in maniera estremamente repentina, quasi esplosiva, dando origine a una serie di onde di pressione che vanno ad urtare, ad altissima velocità, contro le pareti metalliche. Il limite, per quanto riguarda il massimo rapporto di compressione che può essere

adottato, varia da motore a motore ed è influenzato da fattori come la temperatura delle pareti della camera di combustione, la turbolenza della miscela aria-benzina (e la sua dosatura), la forma e le dimensioni della camera, la posizione della candela, etc… Oggi alcuni motori sono dotati di un sensore “di battito” (knock sensor), che avverte la centralina se la combustione si irruvidisce, segno di detonazione incipiente, consentendole di ritardare l’accensione e quindi di eliminare il problema, almeno momentaneamente, evitando che si possano verificare danni meccanici… Continua su Moto.it

Quando si apre la valvola di scarico, i gas si riversano subito nel condotto, iniziando a fuoriuscire con una elevata velocità, data la forte differenza tra la pressione esistente nel cilindro (6 – 8 bar, nei moderni motori di alte prestazioni) e quella esterna. La loro espulsione viene completata, anche se non proprio al 100 %, durante la risalita del pistone dal PMI al PMS.

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diametro sono vantaggiose ai fini del rendimento volumetrico agli alti regimi anche perché grazie ad esse si evita che la velocità media teorica dei gas raggiunga un valore troppo elevato. Come ovvio, oltre un certo valore non si va sia per ragioni geometriche che per

non ridurre eccessivamente le dimensioni delle valvole di scarico (diminuire il loro diametro oltre un certo punto diventa controproducente). In media, nei moderni motori di altissime prestazioni, le valvole di scarico hanno un diametro dell’ordine di 0,80 – 0,86 volte quello delle valvole di aspirazione. A titolo di esempio, negli odierni quadricilindrici… Continua su Moto.it

Dunque, mentre fare uscire i gas combusti dal cilindro è piuttosto agevole, fare entrare l’aria (ovvero la miscela ariabenzina) non lo è affatto, in particolare nei motori veloci. Per questa ragione si cerca di agevolare al massimo l’ingresso dell’aria adottando valvole di aspirazione di notevoli dimensioni, anche se ciò va a discapito di quelle di scarico. Tra l’altro, valvole di grande 51


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Il video di Graham Jarvis all’Hell’s Gate

La Gladius Cup2011 si svolgerà in concomitanza con il calendario della Coppa Italia CIV, ad eccezione della prima gara. Ecco tutte le date

Secondo posto, con grande distacco per Lampkin, unico altro in vetta all’Hell’s Peak. Fabio Fasola ha dovuto accorciare la gara

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Gladius Cup 2011: al via il Trofeo Suzuki

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rende il via il terzo trofeo monomarca Suzuki dedicato alla naked bicilindrica Gladius 650.Come già accaduto nella passata edizione, il Trofeo Gladius nasce dalla diretta collaborazione tra Suzuki Italia e la Federazione Motociclistica Italiana. Calendario La Gladius Cup2011 si svolgerà in concomitanza con il calendario della Coppa Italia CIV, ad eccezione della prima gara, con i seguenti appuntamenti: 15 Maggio – Misano Adriatico 12 Giugno – Vallelunga 03 Luglio – Misano Adriatico 07 Agosto – Mugello 04 Settembre – Franciacorta Formula Il trofeo sarà aperto a tutte le Suzuki Gladius 650 in qualsia52

si colorazione purché allestite con il kit del trofeo; le iscrizioni saranno accettate fino ad un massimo di 36 iscritti. Sarà mantenuta la stessa formula delle passate edizioni, per offrire il massimo divertimento ad un prezzo molto contenuto e con ricchi premi, sia per la classifica finale sia per ogni singola gara. Prezzi e premi Con soli € 2.200 (IVA esclusa) il pilota potrà, infatti, prendere parte alle 5 gare (2 turni di prove di qualifica il sabato e la gara della domenica) ed equipaggiare la propria moto con il kit tecnico. I costi si riducono a Euro 1.200 (IVA esclusa) per i piloti già in possesso del Kit. Per entrambi un Kit Entry di benvenuto. La Gladius Cupoffre ai suoi migliori piloti im-

portanti premi per la classifica finale, premi gara, premi per il miglior tempo sul giro ed eventuali premi speciali offerti dai partner del trofeo (quest’ultimi saranno ufficializzati di volta in volta). I primi tre classificati al termine del trofeo Gladius Cup 2011 saranno premiati rispettivamente con: -per il piazzamento al primo posto, la nuova Suzuki GSX-R600 -per il piazzamento al secondo posto la nuova Suzuki GSR750 -per il piazzamento al terzo posto un Suzuki Burgman 200 Ad ogni singola gara saranno premiati i primi tre piloti in ordine d’arrivo sul traguardo: al primo classificato 500€ in denaro; al secondo… Continua su Moto.it

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ncora una volta l’Hell’s Peak - la micidiale salita che sancisce la fine della gara - si è parata di fronte ai due inglesi. La folla ad attenderli, il cuore che batte a mille per tutti. Le luci dell’Hell’s Peak diventano di colpo la magia dell’enduro estremo. Hell’s Gate è la forza di grandi piloti che cadono, si rialzano, lottano. È la metafora della passione o forse la forma più concreta di essa. Una gara tanto dura da costringere Fabio Fasola e i suoi uomini ad accorciare di un giro la fase finale: cinque anziché sei tornate, perché, altrimenti, era in serio dubbio l’arrivo anche di un solo pilota. Abbiamo visto storie di uomini quasi invincibili come l’americano Cody Webb, che sem-

brava out a causa di sei minuti di penalità nella prima fase e poi qualificato per un soffio al ventottesimo posto ed ancora in gara fino al quarto giro. O il coriaceo Alessandro Botturi, tra i primi nella fase eliminatoria e poi fuori a causa di una caduta. A poco a poco si sono arresi tutti : troppo staccati e quindi fuori Walker, Webb, Galindo. E la storia più grande da raccontare è ancora quella dei due trialisti venuti dall’Inghilterra, che all’ultimo giro si sono trovati ancora soli in gara: Graham Jarvis e Dougie Lampkin. Lo scorso anno erano arrivati insieme ai piedi della salita del diavolo, forse con un po’ di vantaggio per Jarvis; poi Lampkin aveva saputo catalizzare meglio l’attenzione (e gli aiuti del

pubblico). Questa volta Peter Graham Jarvis non ha voluto rischiare: ha dato fondo alla sua carica e ha collezionato giro dopo giro un vantaggio incolmabile. Niente da fare per Lampkin, niente rimonta per il dodici volte mondiale di trial! Dieci, venti e più minuti di vantaggio per il trentacinquenne inglese Jarvis, neoacquisto della Husaberg, che questa volta è volato sulla cima più alta della Hell’s Gate. Andreas Lettenbichler con la WR 300 del team Husqvarna Monster Speedbrain ha compiuto una buona gara, viaggiando sempre intorno alla quinta posizione ma a due giri dal termine ha accomulato 31 minuti di ritardo dal leader Jarvis ed è stato tolto dalla gara. Buona è stata anche la prova offerta da Maurizio Gerini con l’Husqvarna TE 250 del concessionaro RS Moto di Bergamo. Gerini ha concluso al quinto posto la prima pate della giornata, ma poi quando si trovava al settimo posto è stato tolto di gara per essere arrivato fuori tempo massimo. Grande soddisfazione per Fabio Fasola: mai tanto pubblico si era visto alla Hell’s Gate, mai tante emozioni, mai tanto… Continua su Moto.it 53


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San Carlo Junior team: come si allenano i piccoli campioni I piloti del San Carlo Junior Team si sono allenati presso il centro federale di Polcanto lo scorso 5 e 6 febbraio 2011. Svelato il programma di test in sella alle Moto2 del Team Gresini San Carlo Junior Team » Gestita direttamente da Honda Italia e Gresini Racing che, insieme alla Federazione Motociclistica Italiana (FMI), segue ed assiste da vicino la crescita professionale di 10 piloti selezionati.

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i è svolta sabato 5 e domenica 6 febbraio nel centro FMI di Polcanto (FI) la terza ed ultima sessione di test e scuola di fuoristrada per i giovanissimi campioni del San Carlo Junior Team che - in attesa di scendere in pista con le loro Honda da velocità (NSF100, RS125, CBR600RR) - hanno completato la loro 54

preparazione invernale con le fuoristrada HM Honda (CRF150 e CRE125). L’incontro, nella consueta atmosfera di cameratismo ed amicizia, aumentata dalla comune passione per le due ruote, ha fornito ai responsabili di Honda Italia la possibilità di annunciare una novità che non

poteva non creare eccitazione nei piloti del San Carlo Junior Team: i migliori che si distingueranno nei Trofei Honda 2011 verranno convocati per effettuare a fine stagione un test con il Team Gresini. La squadra italiana che ha dominato la prima stagione mondiale della Moto2 vincendo il primo storico titolo con Toni

Elias, metterà a disposizione le proprie Moriwaki MD600, sicure protagoniste nel Campionato del Mondo 2011 classe Moto2. Nell’occasione è stato anche annunciato che nella prossima stagione farà parte della squadra delle giovani promesse Honda anche il diciottenne romano Davide Stirpe (secon-

do classificato nell’RS125GP Trophy) che disputerà la CBR600RR Cup con il supporto del Team Monaco. Sale così a 10 il numero dei piloti che nel 2011 correranno con i colori del San Carlo Junior Team Honda, un motivo in più per seguire con attenzione i futuri campioni del motociclismo italiano. 55


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In pista la EXC-F 350 ha mostrato un comportamento 56

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La Federazione Motociclistica Italiana pensa ai più piccoli e approva un Trofeo dedicato ai cinquantini da cross, da sempre amatissimi da chi si avvicina a questo fantastico sport cerchio anteriore da 12” o 14”, posteriore da 10” o 12”.

Il tracciato del Sant Jordi ha in parte mortificato lo spettacolo. Il livello delle difficoltà ha infatti spezzato il fiato dei piloti, obbligandoli a una gara attenta e prudente, volta a non cadere in errori che pregiudicassero il risultato finale. Le insidie hanno però esaltato il talento di Blazusiak, che ha

- Classe 50 Racing. Cilindrata massima 50 cc; monomarcia; raffreddamento a liquido; ruote con cerchio anteriore da 12” o 14”, posteriore da 10” o 12”. Obbligatori: pettorina o “stone shield” (Certificazione CE), paraschiena o “back protector” (omologazione CE EN 1621/2). Le protezioni vanno indossate obbligatoriamente sotto la maglia da gara. Consigliato l’uso del “neck brace” (collare protettivo).

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correrà il Mondiale nella E3 con la EXC-F 530). Il risultato ha però dato ragione agli uomini del team KTM Factory, che hanno quasi monopolizzato il podio di Barcellona. Diciamo quasi perché al terzo posto si è classificato il giovane pilota svedese della Husaberg, Joakim Lundgren.

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La FMI vara il Trofeo Italia Minicross 50

di A. Perfetti | A Barcellona Blazusiak (KTM) domina la seconda prova del Mondiale di Enduro Indoor. Grande protagonista è anche Knight convincente: agile e svelta come una 250 tra i tronchi e sulle pietre bagnate, sfoderava una potenza considerevole nell’unico allungo disponibile. Faceva un certo effetto vederla sbattuta di qua e di là dal gigante inglese, la sua stazza da corazziere si presta meglio alla grosse moto a 4 tempi (e infatti

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KTM EXC-F 350: sul podio al debutto con David Knight arcellona (Spagna) - Il Palau Sant Jordi della città catalana ha ospitato la seconda prova del Mondiale di Enduro Indoor. La corsa aveva, sulla carta, diversi motivi di sicuro interesse. Prima di tutto, Taddy Blazusiak era chiamato alla rivincita dopo la prova incolore di Genova (non vorrete mica che il polacco più pazzo del mondo si accontenti di un terzo posto?), vinta dal finlandese Mika Ahola (Honda). C’era poi il debutto in gara della moto da enduro più attesa di questa stagione, la KTM EXC-F 350 che sarà portata in gara nel mondiale di Enduro (Classe E2) da Jhonny Aubert e Cristobal Guerrero. A Barcellona ci ha pensato invece David Knight a guidare la nuova tremmezzo e, vista la sua prova, verrebbe proprio da dire “buona la prima!”. L’omone dell’Isola di Man di meglio non poteva fare. Posto che Taddy, in sella alla KTM EXC 250, fa un altro sport, David ha guidato alla grande, conquistando il secondo posto finale in virtù di due secondi e un terzo posto.

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dominato tutte e 3 le finali di domenica (forse incoraggiato anche dalla sua splendida ragazza ai box). In crisi è andato invece Mika Ahola, il vincitore di Genova è giunto solo settimo. Il nostro Thomas Oldrati ha concluso la gara con un onorevole… Continua su Moto.it

na iniziativa realizzata in collaborazione con il promotore FX Action (www.fxaction.it, e-mail: info@ fxaction.it), riservata in esclusiva a piloti giovanissimi, nati (per la stagione 2011) negli anni 2001, 2002, 2003, e comunque in possesso di Licenza Miniyoung. Una nuova, importante opportunità per avvicinarsi allo sport motociclistico fuoristrada di base, caratterizzata da spese il più possibile contenute, a cominciare dal prezzo di acquisto delle moto, comu-

nemente reperibili sul mercato; dalle spese di iscrizione e di gestione; dalla possibilità di correre comunque, indipendentemente dal risultato ottenuto nella sessione di prove ufficiali, grazie all’eventuale divisione dei piloti in diversi gruppi. Due classi previste, caratterizzate come segue: - Classe 50 Sport. Cilindrata massima 50 cc; monomarcia; raffreddamento esclusivamente ad aria; carburatore con diametro massimo 12/14; ruote con

Il Trofeo si articola su 4 prove (2 gare per ogni prova), per ciascuna classe, abbinate al Campionato Italiano Minibike MX. Ogni gara dura 6 minuti più 2 giri. Previste verifiche tecniche, al termine di ogni gara, sulle prime 5 moto classificate. Il Calendario prevede l’utilizzo di piste specifiche, particolarmente adatte a piloti neofiti, nell’intento di ottenere un elevato livello di sicurezza passiva. Primo appuntamento di stagione a Fermo, il 25 aprile, dove è atteso anche Andrea Bartolini… Continua su Moto.it 57


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La nuova livrea della Yamaha YZR-M1

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Presentata oggi a Sepang la YZR-M1 con cui Jorge Lorenzo e Ben Spies proveranno a difendere il titolo nelle mani della casa di Iwata

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amaha Factory Racing ha ufficialmente presentato il prototipo 2011 YZR-M1 MotoGP con il quale il Campione del Mondo Jorge Lorenzo e il nuovo compagno di squadra Ben Spies correranno 58

in questa stagione. La presentazione della livrea 20011 ha avuto luogo presso il Circuito Internazionale di Sepang, con Jorge Lorenzo e Ben Spies già pronti per i test che avranno luogo domani sul trac-

ciato malese. Come parte delle celebrazioni di questo traguardo, Yamaha ha preparato eventi speciali a Motegi ed Assen ed un nuovo sito. 59


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Laureus Award 2011 assegnato a Valentino Rossi

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Ducati Monster 696 autografata da Rossi

Moto2, i test rovinati dal maltempo

Il campione di Tavullia e Ducati uniti nel sostenere Telethon

Pioggia e vento protagonisti della seconda giornata di prove sul tracciato lusitano

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Moto2: Ratthapark Wilairot torna in pista

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’incredibile recupero di Valentino Rossi dall’infortunio dello scorso anno è stato riconosciuto dalla Laureus Academy come degno del Laureus World Sports Award 2011 Comeback.

ll’inizio di dicembre Ratthapark Wilairot è rimasto coinvolto in un grave incidente motociclistico. L’amico che guidava la moto è deceduto nello schianto e il pilota thailandese è rimasto gravemente ferito. Poco prima di Natale, Ratthapark Wilairot è stato dimesso dall’ospedale e da allora ha lavorato molto sul suo recupero fisico. Ora, più di due mesi dopo l’incidente, Wilairot ha avuto l’autorizzazione medica per gareggiare nel campionato del Mondo di Moto2.

L’Accademia, formata da 46 dei più grandi sportivi di tutti i tempi, ha votato il ritorno di Rossi alle corse dopo appena 41 giorni dalla frattura esposta della tibia come meritevole di tal premio. L’italiano si era infortunato in un incidente durante le prove libere del Mugello il 5 giugno, ed era tornato in pista per la sessione d’apertura del Gran Premio di Germania del 16 luglio.

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Rossi si è giocato tale riconoscimento con personaggi del calibro di Paula Creamer (golfista statunitense), del velocista americano Tyson Gay, della tennista belga Justine Henin, e di Carolina Kluft. La stella del tennis spagnolo Rafael Nadal è stata nominata sportivo dell’anno mentre la sciatrice statunitense Lindsey Vonn sportiva dell’anno.

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razie alla generosità della Ducati Motor Holding una “speciale” Ducati Monster 696, verrà messo all’asta. La moto donata dalla Ducati è stata personalizzata, con la firma sulla cover del serbatoio, da Valentino Rossi, entrato quest’anno nel Team Ufficiale MotoGP della casa motociclistica bolognese. Il momento della firma è avvenuto a Sepang durante i primi test stagionali in programma sul circuito malese ed è stato fissato in un alcune immagini fotografiche, disponibili anche

sul sito di Telethon. La somma raccolta sarà interamente devoluta alla Fondazione Telethon per finanziare la ricerca sulle malattie genetiche. Dal 1990 Telethon, insieme a milioni di italiani, ha lanciato una sfida: sconfiggere la distrofia muscolare e le altre malattie genetiche. Una gara contro il tempo, perché sono tante le persone malate che aspettano una risposta, e dove le energie vanno dosate, perché sono pochi i fondi pubblici e privati investiti in questa… Continua su Moto.it

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oco da raccontare in questa seconda giornata di test sul circuito di Estoril per le classi Moto2 e 125. Con la pioggia e il vento protagonisti, solo otto sono stati i piloti che si sono avventurati sul tracciato lusitano. Tra loro Aleix Espargaró e Axel Pons (Blusens), Max Neukirchner (MZ Racing Team), Anthony West (MZ Racing Team), Randy Krummenacher (GP Team Switzerland Kiefer Raicing), Kenan Sofuoglu (Technomag CIP), Dominique Aegerter (Technomag CIP), e Bradley Smith (Tech3 Racing).

La metà di questi si è misurata con l’asfalto del circuito con cadute senza conseguenze da parte di Espargaró, Neukirchner, Smith e Krummenacher. Oggi ultimo giorno per la classe intermedia e quella cadetta con previsioni poco positive: si attendono nubi e 14ºC come temperatura massima, insieme ad una possibilità di pioggia del 60%.

Yamaha: allo studio la sua Moto3

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amaha ha già in fase di sviluppo un prototipo con motore monocilindrico 250cc quattro tempi. Honda e KTM sono già a buon punto con lo sviluppo dei propri progetti, ma la Yamaha sta lavorando su un propulsore derivato da quello della moto da cross YZ250F. Il boss Yamaha Masao Furusawa ha dichiarato: «Dal punto di vista del risparmio di costi è meglio dimenticare la Moto3. Ma in termini di crescita di piloti (nei team Yamaha ndr) abbiamo bisogno di fare qualcosa se vogliamo raggiungere i concorrenti» Furusawa non ha confermato che la Yamaha entrerà nel campionato Moto3 immediatamente nel 2012… Continua su Moto.it

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Capirossi: “Faccio il tifo per Biaggi” di G. Zamagni | In occasione della presentazione del Team Pramac Ducati, Loris ci racconta come si sente un pilota di MotoGP alla soglia dei 40 anni. E, un po’ a sopresa, fa i complimenti al suo collega Biaggi

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enova - La MSC Fantasia, che ospita il team Pramac, è un nave sfarzosa, quasi surreale. E per certi versi lo è anche la passione di Paolo Campinoti, che da dieci anni non ha paura di sfidare i grandi della MotoGP. Il primo a correre con i colori del team Pramac era stato Tetsuya Harada nel 2002, poi, dal box del64

la squadra italiana sono passati Makoto Tamada, Max Biaggi, Robi Rolfo, Alex Hofmann, Luis Cardoso, Alex Barros, Toni Elias, Silvane Guintoli, Mika Kallio, Niccolò Canepa e Pol Espargaro. Adesso tocca a Loris Capirossi e Randy De Puniet, per un team di tutto rispetto. Campinoti è gasato e scherza volentieri.

«Abbiamo scelto Loris perché è un pilota giovane...». Da sette anni con la Ducati, il “signor Pramac” spiega i motivi della scelta dei due piloti. «Credo siano due belle sfide. Capirossi torna in Ducati, alla quale ha regalato nel 2003 la prima vittoria in MotoGP: credo sia uno stimolo per tutti. De Puniet ha dimostrato di es-

sere veloce e bravo: crediamo di potergli dare un pacchetto più competitivo di quello che ha avuto negli ultimi anni. L’obiettivo è tornare sul podio (l’ultimo nel 2008 con Toni Elias, nda) e vincere la sfida tra i team satelliti. Con la Ducati il legame è strettissimo: ho avuto proposte anche da altre Case, ma noi stiamo bene con loro». Al suo fianco, l’ingegnere Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Moto, a conferma che la Pramac è qualcosa di più di una squadra esterna. «E’ una struttura integrata con il team ufficiale - spiega Domeni-

cali - è un po’ come una parte del nostro team. In partenza, Capirossi e De Puniet avranno una GP11 identica a quella di Rossi e Hayden, mentre nel corso della stagione le evoluzioni verranno testate prima dai piloti ufficiali e poi, se deliberate, arriveranno anche nel box della Pramac. Con Capinoti il rapporto è ottimo e può anche succedere, se necessario, che siano i suoi piloti a svolgere il collaudo di qualche novità». Randy De Puniet, 30 anni il prossimo 14 febbraio, è uno abituato a lottare: lo farà anche quest’anno. «Nel 2003 - svela quando avevo visto Loris vince-

re con questa moto, ho pensato che un giorno mi sarebbe piaciuto guidarla. Per quel che ho visto nei primi test, la Desmosedici non è facile da mettere a punto, non è così semplice nell’inserimento in curva, ma è molto stabile in frenata. Nel 2010 sono stato il miglior pilota di un team satellite: l’obiettivo è confermare quel risultato e salire sul podio». Con un altro podio, Loris Capirossi, 38 anni il prossimo 4 aprile, raggiungerebbe quota 100 (29 vittorie tra 125, 250, 500 e MotoGP) e aggiungerebbe un altro primato alla sua… Continua su Moto.it 65


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Yamaha svela la livrea del team SBK Il Yamaha World Superbike Team ha svelato la livrea che verrà sfoggiata la prossima stagione nel Mondiale Superbike. Nuove grafiche per le moto e le tute di Melandri e Laverty

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l nuovo design presenta un colore blu Yamaha aziendale declinato in uno schema di colori racing. La livrea trae ispirazione sia dal celebre disegno a scacchi che dal modello Yamaha attualmente in produzione, la YZF-R1. Al team Yamaha quest’anno si è aggiunto Marco Melandri, Campione del Mondo 250cc, che affiancherà Eugene Laverty dell’Irlanda del Nord, approdato in Superbike dal campionato mondiale Supersport.

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La squadra continuerà il suo programma di test invernali il 21 e 22 febbraio presso il circuito di Phillip Island, prima della gara d’apertura del campionato in Australia il 27 Febbraio.

Marco Melandri » Nato a Ravenna, il 7 agosto 1982. E’ stato campione del mondo della 250 nel 2002. Eugene Laverty » Nato a Ballymena, il 3 giugno 1986. Nel 2010, in Supersport, si posiziona secondo nella classifica piloti.

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Mark Aitchison completa lo schieramento Checa domina la prima giornata di test a della SBK. Solo 21 moto al via Phillip Island di C. Baldi | Il pilota australiano sarà il compagno di squadra di Roby Rolfo nel team Pedercini. La BMW conclude i suoi test in Australia

Lo spagnolo del team Althea stacca di quasi un secondo Guintoli e Smrz che confermano la supremazia delle moto di Borgo Panigale.

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arà Mark Aitchison il secondo pilota del team Pedercini. La trattativa per portare Aitchison ad affiancare Roberto Rolfo nella squadra di Volta Mantovana durava da tempo, ma esistevano alcuni problemi di budget che sono stati poi fortunatamente risolti. Mark può così fare il suo debutto nel mondiale Superbike e la sua professionalità ed il suo impegno saranno un arma importante per il team italiano che deve sviluppare al meglio la nuova Kawasaki X 10-R. Una moto che ha dimostrato nei test della squadra ufficiale di Paul Bird un grande potenziale e che potrebbe permettere ad entrambe le squadre Kawasaki di ben figurare nella stagione che sta per incominciare. Sempre meno piloti in griglia di partenza Ora la griglia di partenza del mondiale Superbike 2011 è completa e Aitchison ha portato a 21 il numero degli iscritti in pianta stabile nel mondiale delle derivate dalla serie. In pochi anni il numero dei piloti è sceso di molte unità se pensiamo che nel 2009 i piloti iscritti erano circa 30. Colpa della crisi e dei costi che molti 70

ma anche i piloti italiani, visto che Biaggi e Fabrizio si sono piazzati rispettivamente al quarto ed al quinto posto. Max questa mattina ha preferito non scendere in pista, mentre nel pomeriggio, con la pista completamente asciutta, ha portato a termine 38 giri, lavorando per arrivare alle gare di domenica con il miglior asseto per la sua Aprilia RSV4 Factory. RY LE L A G

team privati non hanno potuto sostenere, ma anche della decisione della Ducati di ritirare la propria squadra ufficiale. Sarà comunque un campionato entusiasmante perché è sceso il numero dei piloti, ma è salito il livello delle moto e dei piloti stessi. Basti pensare che dei 21 conduttori che quest’anno prenderanno il via in tutte le gare della Superbike, ben 11 hanno gareggiato in MotoGP e tra questi i più noti sono naturalmente Carlos Checa, Marco Melandri e Max Biaggi. Per il pilota dell’Aprilia sarà certamente più difficile ripetere la scorsa stagione, anche se Max resta il naturale favorito per il titolo 2011.

Conclusi i test BMW Aitchison, così come Laverty e Lascorz, debutterà in Superbike arrivando dal mondiale Supersport dove ha militato nelle ultime tre stagioni, dopo essersi messo in luce nel 2008 nella Stock 1000. E proprio dalla Stock 1000 arrivano Maxime Berger e Ayrton Badovini. Per il primo si tratta di un debutto assoluto, mentre Ayrton aveva già partecipato al mondiale Superbike nel 2008 con il team Pedercini, mentre l’anno dopo il team PSG1 lo lasciò a piedi dopo poche gare a causa di problemi economici. Come sappiamo Badovini è stato confermato dal team BMW… Continua su Moto.it

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el pomeriggio fortunatamente la pioggia ha smesso di disturbare il lavoro dei piloti della Superbike, che hanno quindi finalmente messo alla frusta le rispettive moto. I tempi sono scesi di molto e possiamo affermare che questa sessione sia stata la prima dall’inizio dell’anno nella quale abbiamo potuto intravedere il reale potenziale di quelli che saranno molto probabilmente i protagonisti di questa stagione 2011. Tre Ducati nei primi tre posti confermano come questa pi-

sta australiana sia favorevole alle rosse di Borgo Panigale che dietro ad uno stratosferico Checa riesce a piazzare i due piloti del team Effenbert Liberty : Guintoli e Smrz. Lo spagnolo quest’oggi ha fatto registrare ottimi tempi ogni volta che ha forzato il proprio ritmo, sino a far segnare un fantastico 1’31”383 che si avvicina molto al record della pista ancora detenuto da Laconi con 1’31”050. E siamo solo al termine del primo giorno di prove. Però non sono state solo le moto italiane ad andare forte,

Dietro ai due piloti di Roma, troviamo la conferma della competitività della nuova Kawasaki che con Sykes occupa la sesta piazza. Il settimo posto di Melandri mostra chiari segnali di ripresa, ma come lo stesso Marco ci ha dichiarato (ascolta l’audio dell’intervista) i timori per la tenuta nell’arco dell’intera gara sono ancora forti. Delude leggermente Rea che, sia a Portimao che questa mattina, si era sempre distinto nelle primissime posizioni. Ci si aspettava di più anche da Haslam che aveva avuto modo di provare su questa pista solo alcune settimane or sono, ma che evidentemente non ha ancora trovato l’assetto ideale per la sua S1000RR. Decimo posto per Laverty che precede Lascorz e la wild card… Continua su Moto.it 71


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cettare questa sfida per cui gli dissi di si».

di M. Zanzani | Da quest’anno l’indimenticato campione californiano è il consigliere di James Stewart, e i risultati si vedono. Lo abbiamo intervistato in America

Cosa vi siete detti nel vostro primo incontro? «Ho voluto verificare la sua reale motivazione, la franchezza, il suo modo di pensare, come affrontava le gare e se aveva degli obiettivi precisi. Volevo essere sicuro che chiedesse il mio aiuto per il motivo giusto, visto che io mi dedico alle cose al 100% volevo essere certo che anche lui facesse altrettanto. E mi ha convinto, così mi sono tolto anche i dubbi sulle voci che dicevano che non voleva più correre. Abbiamo anche parlato dei cambiamenti che secondo me doveva fare, ma è stato abbastanza facile perché ci fidiamo e abbiamo la massima stima uno dell’altro».

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Così hai preparato un programma di lavoro? «Si, ho studiato diverse cose da fare e da cambiare che hanno coinvolto tutti gli aspetti del team». bike statunitense, al quale si è dedicato dal ‘91 l’anno dopo aver appeso il casco al chiodo, ma per essere stato anche uomo Oakley sui campi gara di motocross e nel 1997 mentore di Ricky Carmichael aiutandolo nel suo percorso di campione. Successivamente è stato anche consigliere di Ryan Dungey e Ivan Tedesco, per poi quest’inverno ricevere una telefonata da James Stewart.

Insieme a James Stewart «Sono rimasto piuttosto sorpreso e anche lusingato della sua chiamata - spiega O’Mara - disse che era interessato ad avermi al suo fianco, e risposi che mi faceva piacere lavorare con lui ma che dovevo pensarci un pò. Ho valutato tutto attentamente ripercorrendo la sua carriera, ho visto che ultimamente aveva qualche difficoltà nelle gare anche per via degli infortuni ed ho capito che valeva la pena ac-

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Intervista a Johnny O’Mara: “Io e Stewart”

ampione National 125 nell’83 e Supercross 250 nella stagione successiva alla guida della Honda ufficiale, nonché membro del team Usa vincente al Motocross delle Nazioni per ben quattro volte, tra cui l’indimenticabile edizione di Maggiora, Johnny O’Mara ha ancora intatto tutto il fascino del suo mito. Prolungato nel tempo non solo per aver fatto parlare di se anche nel campionato mountain

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I tuoi consigli riguardano anche l’aspetto tecnico e della moto? «James è già molto bravo di suo, ma ragionando insieme abbiamo visto che in questi ultimi anni è stato troppo rigido nel setup della moto mantenendo quasi sempre le stesse regolazioni. E’ vero che si tratta di un pilota così bravo che potrebbe vincere con qualsiasi moto, ma parallelamente ad un ambiente adatto

a far si che vinca più facilmente ho voluto che avesse una moto facile da guidare, che gli dia sicurezza e costanza. E lui è stato molto disponibile ad ascoltare i miei suggerimenti, così abbiamo provato diverse soluzioni che ci hanno fatto arrivare ad un punto comune che lo ha fatto molto felice». Come funziona operativamente la vostra collaborazione visto che tu abiti in California e lui in Florida? «Ho fatto io avanti e indietro un po’ di volte per le sessioni di prova più importanti, altre volte lui è stato a provare qui. Sono comunque sempre stretto contatto con il team e con chiunque sia coinvolto con la squadra, telefonicamente o via mail non è difficile discutere delle cose necessarie da fare». Com’è la tua tabella di marcia con lui? «Impegnativa. Ogni giorno faccio qualcosa per James, non importa se lui è in Florida e io in California, tutti i giorni lavoriamo su qualcosa con il team o per la moto, tutti i giorni lavoriamo per permettere a James di fare del suo meglio». James è conosciuto per non essere una persona facile da gestire, con te è diverso? «Effettivamente è difficile avvicinarlo alla gare per intervistarlo, non gli piace essere disturbato dai giornalisti. Ma in futuro voglio migliorare anche questo aspetto, non è che possiamo cambiare tutto in una notte ma

anche questo è un punto sulla mia lista di cose da fare: rendere James più affabile con la gente». Non so se dipende dal fatto che ha lavorato con te, ma in passato mi accorsi di un cambiamento anche in Ricky Carmichael, all’inizio era infastidito dai giornalisti, ma poi imparò ad essere disponibile ed educato. «Aiuta anche il fatto che crescendo si diventa più maturi, e anche Ricky migliorò col passare degli anni. Adesso James è un po’ più grande, e si renderà conto che anche questo fa parte del proprio lavoro». Vai ancora in moto? «No, ne ho avuto abbastanza. Ho avuto la mia parte, sono a posto». Si dice che la YZ450F non sia una moto facile, tu come la pensi? «L’anno scorso la moto era appena stata stata sviluppata e aveva bisogno di una messa a punto perché aveva un progetto piuttosto anticonvenzionale, e infatti quella di quest’anno è decisamente migliore. D’altronde James l’anno scorso non ha avuto tempo di sistemarla alla perfezione perché si è infortunato dopo la seconda gara, e quando è tornato a correre non era pronto. Adesso ha provato molto e la moto è vincente come ha dimostrato nelle prime gare di stagione». Continua su Moto.it 73


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Philippaerts domina lo Starcross

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M. Zanzani | La sabbia mantovana vede la tripletta del toscano e quella del compagno di squadra Paulin ai quali vanno rispettivamente la MX1 e la MX2

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ne e maggiori soddisfazioni. Il terzo gradino del podio è andato al neo acquisto della Yamaha Gariboldi Anthony Boissiere, che scalpitava per trovare un posto da prima fila e che ha centrato subito l’obiettivo.

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llegro, sereno, in buona forma, perfino abbronzato. E tanto veloce quanto gustoso da guardare. E’ il David Philippaerts delle grandi occasioni quello che si è visto a Mantova, quello che quando riesce a mettere a posto tutte le caselle riesce a dare il meglio di sé e a portare a casa risultati eclatanti senza neppu74

re troppa fatica. Così come ha fatto in questo debutto stagionale, dove ha replicato il successo dell’edizione 2008 (annata che poi lo vide aggiudicarsi il titolo iridato) con tre schiaccianti vittorie tanto meritate quanto inattese. David si è detto contento del suo percorso atletico e di come sta sviluppando la moto, e i ri-

sultato conferma il suo buon momento. Si è aggiudicato la classe regina lasciandosi alle spalle in tutte e tre le manche il grintoso Tanel Leok, che pare essere già entrato in perfetta sintonia con una TM fin ora sottostimata e che con l’arrivo dell’estone potrebbe trovare la sua dimensio-

Primo in qualifica e nell’appassionante sfida uno contro uno, Kevin Strijbos è stato l’inaspettato protagonista del 28° Starcross, anche se un inconveniente nella seconda manche ed un avvio nelle ultime posizioni in quella successiva non gli hanno permesso di fare meglio di 4° assoluto. Il pilota della Suzuki Delta è ritornato in Belgio molto soddisfatto della sua prestazione, in quanto ritorna-

to in sella alla moto solo un paio di settimane fa dopo essere stato fermo quattro mesi per un infortunio al ginocchio. Stessa cosa per la seconda guida TM Aigar Leok, che al suo rientro in gara dopo l’incidente di un anno fa a Castiglione del Lago si è assicurato un 5° posto di tutto rilievo. Il 7° posto di Manuel Monni non rispecchia invece il potenziale del perugino della Honda Salucci, costretto al ritiro nella terza manche per la rottura del comando dell’acceleratore dopo essere stato centrato da un avversario. La MX2 ha registrato il quasi monopolio della Yamaha, che

ha piazzato cinque piloti nei primi sei posti. Paulin non ha fatto altro che confermare il suo potenziale, unitamente al suo splendido stile di guida, prevalendo in tutte le manche disputate e salendo sul gradino più alto del podio davanti allo spagnolo della KTM Silver Action Antonio Butron. La terza piazza è invece andata al pupillo di Giacomo Gariboldi, il finlandese Harri Kullas. Roberto Lombrici, 7° assoluto, è stato il miglior italiano. Appuntamento domenica 27 febbraio a Ponte a Egola (Pisa) con la prova d’apertura degli Internazionali d’Italia con… Continua su Moto.it 75


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Ken Roczen in gara a Houston con la KTM 350

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Canard nell’AMA Supercross di Houston di M. Zanzani | Canard sfrutta la caduta di Stewart e Reed per aggiudicarsi la prima vittoria

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opo averla provata durante gli allenamenti coi compagni di squadra Andrew Short e Mike Alessi, Ken Roczen ha deciso di correre in Texas nella classe Supercross in sella alla 350 SX-F. «Questa moto mi è piaciuta subito e sono entusiasta di guidarla a Houston - ha commentato il neo acquisto KTM - così posso continuare i miei allenamenti e a correre visto che questo fine settimana la Lites è riservata ai piloti della costa Est». «Questo è il nostro primo anno di corse con la 350 SX-F nel Supercross - ha invece spiegato il team manager Roger De Coster - ed è importante avere un feedback da tutti i piloti. Ken è un fuoriclasse ed è interessante avere anche una sua valutazione, assieme a quella di Short e Alessi aiuterà a migliorare questo modello per essere sempre più vicini al gradino più alto del podio. KTM sta facendo mosse aggressive e più gare facciamo e prima riusciremo a raggiungere i programmi che ci siamo prefissati». Guarda il video (helmet cam) di Roczen in allenamento

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n’ammucchiata alla prima curva della finale ha spezzato la striscia vincente di James Stewart, il quale dopo essere ripartito 15° mentre era in pieno recupero è di nuovo caduto tagliando il traguardo 15°. A terra anche Kevin Windham, che era riuscito a guadagnarsi la testa del gruppo alla partenza, sostituito da Trey Canard il quale si è aggiudicato il gradino più alto del podio dove essere transitato sotto la bandiera a scacchi con in scia Ryan Dungey. Il campione in carica ha provato inutilmente ad attaccare il battistrada, e si è dovuto ac-

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contentare del posto d’onore davanti a Ryan Villopoto. Protagonista di una consistente rimonta dalla 12ª piazza, al pilota Kawasaki è bastata la 3ª posizione per passare di nuovo al comando della classifica di campionato con 9 punti di vantaggio su Stewart. Ottimo anche il recupero di Reed, da 17° a 6°. KTM in evidenza nel Reliant Stadium: Andrew Short ha concluso 5° firmando il suo miglior piazzamento stagionale, mentre Ken Roczen al debutto con la SX-F 350 è andato oltre le aspettative classificandosi… Continua su Moto.it 77


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Al via gli Internazionali d’Italia di Motocross

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Sono attesi a Ponte a Egola (PI) i più grandi team di Motocross a livello internazionale, spinti dalla nuova formula del campionato, che prevede un montepremi finale sostanzioso per i team.

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arà un paddock “mondiale” quello di Round #1 degli Internazionali d’Italia 2011. Molti i protagonisti dell’MX attesi in pista: Cairoli, Nagl, Herlings, Philippaerts, Paulin, solo per citarne alcuni. La nuova formula prevede qualificazioni separate per MX1 78

e MX2, più un turno di recupero (LCQ) da disputarsi a classi miste, così come le due manche di Finale. Senza dubbio sarà una dura selezione, quella che avverrà sulle piste italiane, vista la grande qualità dei partecipanti che non vorranno di certo tirarsi indietro e dimo-

strare di essere all’altezza della situazione. L’uomo da battere sarà il campione del mondo in carica MX1 Antonio Cairoli, con il team Red Bull Teka KTM Factory De Carli al gran completo: il dominatore in assoluto delle ultime due stagioni “mondiali”

sarà al debutto stagionale in sella alla sua KTM SX-F 350cc.. Ormai non più un esperimento, come accaduto lo scorso anno, ma una solida realtà che ha permesso al siciliano di ottimizzare il suo stile di guida ed imporsi per l’ennesima volta a livello mondiale, lasciando gli scettici a bocca aperta. Insieme a lui sarà presente tutto lo squadrone KTM Factory MX1 e MX2, a partire dal tedesco Maximilian Nagl sulla KTM SX-F 450cc., già vincitore al suo debutto agli Internazionali d’Italia lo scorso anno a San Severino Marche. Per quanto riguarda il Team MX2, troveremo al cancelletto di partenza il

belga Jeremy Van Horebeek e l’olandese Jeffrey Herlings, entrambi all’esordio assoluto per il 2011 sulle piste italiane. Senza dubbio assisteremo subito ad uno scontro tra titani sia in termini di team che in termini di piloti, infatti sulla carta sarà la squadra Yamaha Factory Monster Rinaldi il principale avversario grazie alla contemporanea presenza dei suoi tre alfieri: David Philippaerts, Steven Frossard e Gauthier Paulin. Oltre all’italo-belga, è da sottolineare la partecipazione dei due piloti francesi: per quanto riguarda il primo, si tratta dell’esordio assoluto, mentre il secondo è stato do-

minatore incontrastato a Montevarchi e Castiglione del Lago lo scorso anno. Iscritti a tutto il campionato sono anche i piloti Honda World Motocross di Paolo Martin, Rui Goncalves ed Evgeny Bobryshev: entrambi hanno già alle spalle esperienza sui terreni italiani, soprattutto il secondo, il quale, nonostante la giovane età, si è imposto a Ponte a Egola nel 2009, sfiorando nel contempo il titolo MX2. Infine si presenterà agguerrito e competitivo come sempre il detentore del titolo, Davide Guarneri, con Rockstar BUDracing LoveMyTime Kawasaki, pronto a… Continua su Moto.it 79


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Dante Badiali: avanti tutta!

22 Febbraio

2011

Grande spettacolo agli Internazionali Supermarecross a Francavilla

di M. Zanzani |Il presidente dell’associazione benefica Riders4Riders che in novembre ha organizzato a Faenza la prima edizione di Uniti X La In pista hanno vinto: Compagnone (MX1), Angius (MX2), Caruso (125), Vita pensa al 2011 Lentini (Minicross Junior) e Tropepe (Minicross Senior) stato interamente devoluto alla Wings for Life e ai piloti Luca Biondi e Luca Gualandi vittime purtroppo di incidenti con la moto da cross». Com’era nata l’idea di questa manifestazione? «Nel 2009 dopo l’infortunio di Luca Pellegrini organizzammo una due ore a coppie a Castel San Pietro, poi è stata fatta un’altra gara benefica a Franciacorta e l’idea è stata quella di dare un seguito a queste iniziative per aiutare i ragazzi che si trovano in precarie condizioni fisiche».

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dell’associazione costituitasi nell’autunno dello scorso anno per aiutare i piloti gravemente infortunati.

Ma prima di pensare alla seconda edizione che si terrà il 13 novembre prossimo, abbiamo fatto il punto della situazione con Dante Badiali, presidente

«Nonostante sia stato organizzata in poco più di un paio di mesi il debutto di Uniti X la Vita ha avuto un buon successo spiega Badiali - assistiti anche dalla fortuna visto che le condizioni meteorologiche ci hanno aiutato. Le gare tra i fuoristradisti, quella sedi velocisti, il freestyle e i quad hanno dato spettacolo ed il pubblico è rimasto soddisfatto. Siamo così riusciti a fare un discreto incasso, che è

rchiviata con successo la prima edizione, è ora di pensare al futuro. La Riders4Riders vuole dare continuità alla manifestazione Uniti X la Vita, che per il 2011 vuole essere ancora più ampia e interessante tanto da assumere la nuova denominazione RaceForLIfe nell’ottica di avere la partecipazione anche di piloti stranieri.

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Il successo della manifestazione è stato sancito anche dal contributo di aziende che hanno creduto in quello che si faceva e che hanno dato un tangibile supporto. «Sì, aziende ai quali vanno i nostri ringraziamenti e che speriamo il prossimo anno siano ancora al nostro fianco assieme ad altre che comprendere l’importanza di mantenere viva l’attenzione verso questi sfortunati atleti. Un notevole apporto è venuto anche dalla Federmoto, nelle persone di Paolo Sesti, Andrea Barbieri e Gianluca Avenoso, che ha messo a disposizione cronometristi, nulla osta un responsabile delle licenze»… Continua su Moto.it

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on lo sfondo dell’Adriatico si è svolta questa seconda tappa degli Internazionali d’Italia Supermarecross a Francavilla al Mare. Una pista davvero ben disegnata che si estendeva per una lunghezza di un chilometro. Un’ottantina i concorrenti approdati per questo evento che si sono detti entusiasti del percorso ben tracciato dagli uomini del MC Ferentum Francavilla con la supervisione del “vulcanico” Giuliano Pardi. Il pubblico, accorso numeroso, si è assiepato lungo il tracciato e sulla battigia assistendo, entusiasta, ad uno spettacolo intenso e ricco di colpi di scena. Partendo dalla classe regina, la MX1, l’unica meno elettrizzante dell’intera giornata di gare per via del domino incontrastato di Felice Compagnone (Honda-Pardi Racing) autore di due spunti pregevoli nelle

250 a 2 tempi, unica in gara, ha sfidato tutti soccombendo solo a Compagnone, mettendo a segno due meritate piazze d’onore. Terzo, per ben due volte, Giuseppe Marafioti.

vanti a tutti, Antonio Mancuso. Il siciliano dopo la caduta al primo via che l’ha costretto ad una rimonta dalle ultime posizioni sino al quarto posto, qui non sbaglia nulla e comanda dal primo all’ultimo giro. Mancuso è rincorso da Carbone e Maddii, quest’ultimo partito attardato. Il toscano passa Carbone ma su questo slancio si trova un doppiato davanti, inevitabile l’impatto che coinvolge anche il calabrese. Carbone è il più lesto a ripartire mentre la KTM di Maddii non si riaccende. Marco ripartirà subito dopo il doppiaggio di Mancuso. A guadagnare su tutti è così Damir Angius (KTM-MC Gonnessa) che con i due secondi posti sale sul primo gradino di giornata.

Grande spettacolo e colpi di scena nella MX2. Al primo via scatta Maddii che va a vincere indisturbato. Secondo start con un altro protagonista da-

La classe 125, ancora una volta, a senso unico con la doppia vittoria di Manfredi Caruso (KTM-Pardi Racing) che… Continua su Moto.it

rispettive manche. Il campione in carica ha lasciato tutti al palo, partendo al comando, dominando entrambe le frazioni dal primo all’ultimo giro. Al secondo posto un volto nuovo di questo campionato, Nicola Di Luccia, che rimasto fedele alla

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