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I percorsi dell’innovazione

Icantieri di lavoro in atto nella Distribuzione italiana sono molteplici e spaziano in varie direzioni. Eccone alcuni: «Conad ha in corso un progetto con Ditech per la digitalizzazione dello scaffale per avere una vista coerente con il planogramma, con i prezzi esposti e utile per chi si occupa del riordino, attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale e della computer vision. Un altro progetto già in produzione è legato a un processo di pagamento fluido, senza contatto attraverso il collegamento tra la app e la tecnologia beacon», racconta Stefano Monti, responsabile innovazione e progetti speciali Conad Nord Ovest Dal canto suo Carrefour è impegnato in un cambio di paradigma su scala globale, perché entro il 2026 intende diventare leader nel digital retail. Spiega infatti Alessandra Grendele, cio Carrefour Italia: «L’ambizione è quella di diventare digital retail company con i dati al centro del modello operativo e di creazione del valore. Il mezzo per raggiungere questo obiettivo è una strategia globale con una forte identità locale. La strategia di Carrefour Italia poggia su tre pilastri:

• L’e-commerce, cercando di rispondere a tutte le richieste dei nostri clienti, anche quelli più esigenti, dal quick & collect al personal shopping al quick commerce (a Milano). Abbiamo anche lanciato il primo abbonamento omnicanale, con vantaggi e servizi sui due canali per i nostri clienti.

• La digitalizzazione dei processi in store, come lo smartpos che rivoluzionerà l’esperienza di cassa all’interno dei punti vendita, creando un’interazione tra cliente e addetto, trasformando la barriera cassa in un’area esperienziale. Un altro filone di progetti mira a cambiare l’esperienza degli addetti per essere accanto ai clienti e servirli meglio con uno smartphone su cui sviluppare applicazioni come l’analisi dello stock, il riordino, il picking e la gestione delle scadenze dei prodotti contro lo spreco alimentare.

• I dati. Uno dei progetti è l’assortment builder che sfrutta l’intelligenza artificiale per suggerire gli assortimenti più idonei per i punti vendita basandosi su geografia, vendite, insight dei clienti e analisi di mercato per avere la personalizzazione dei prodotti nel punto vendita e offrire promozioni one to one, migliorandone l’efficienza.

Stiamo costruendo anche un programma per creare una cultura digitale a tutti i livelli aziendali con l’obiettivo di formare tutti i dipendenti entro il 2024». L’integrazione dell’esperienza online e in negozio è quella di Burger King con la nuova versione dell’App che consente contemporaneamente l’attività online e offline. Con lo smartphone si ordina, si va poi al ristorante, attraverso l’App si comunica in cucina che si è arrivati, il pranzo viene preparato e sempre attraverso l’App il ristorante comunica che è pronto». L’App integra anche le promozioni in atto e, nelle parole del ceo Alessandro Lazzaroni, «fidelizza il cliente. Se l’acquisto in promozione non è redditizio, in realtà lo scontrino medio aumenta, così come migliora la frequenza d’acquisto sul medio periodo».

Un esempio simile si ritrova in Autogrill dove l’App serve per prenotare e acquistare il pranzo mentre si è ancora in autostrada e per ritirarlo nella corsia preferenziale prevista nell’area di servizio. «Un sistema per migliorare l’efficienza e l’esperienza cliente nei momenti di picco», commenta Francesca Porta, head of Ict di Autogrill Europe

3. Experience ecosystem: il negozio è luogo di relazione dove il personale di negozio è più vicino all’influencer che al venditore (Sally’s World in Germania e Ikea planning studio).

4. Hub di persone: luoghi in cui il retailer diventa il centro di relazioni forti tra persone e l’addetto diventa un community inspirer (Link &Co Club in Europa, nuova frontiera del concessionario d’auto, e Oishi Japanese Kitchen a Teramo, primo negozio al mondo che offre Nft per il possesso di un’opera d’arte e l’accesso a esperienze esclusive). (VEDI FIGURA 2)

«La gestione unificata delle operazioni online e offline con la visione condivisa della supply chain – conferma Sebastien Morillon, business unit manager di Tesisquare – richiede che la logistica parli con il punto vendita per dare valore aggiunto al cliente finale. E ha anche ripercussioni sul negozio, non più solo punto vendita ma centro di stoccaggio, di preparazione e di consegna. C’è quindi un forte impatto sul negozio che deve riorganizzarsi. Persino gli ipermercati stanno ridimensionando gli spazi di vendita in favore di spazi per la gestione dell’e-commerce. Cambiano anche le mansioni degli addetti, coinvolti nel picking per la preparazione della spesa e delle consegne e nella ricezione della merce in arrivo per ottimizzare i processi successivi».

Formare Alla

Trasformazione Digitale

Per affrontare la complessità imposta dalla trasformazione digitale alle imprese del largo consumo e della GDO è necessaria una visione strategica del ruolo delle nuove tecnologie e del loro

F IGURA 2

Quattro Modelli Di Piattaforme Retail Di Prossimit

sua complessità, ci siamo rivolti a un partner affidabile e competente con cui abbiamo costruito un percorso completo ed efficace».

Il corso è infatti sviluppato con SDA Bocconi School of Management, al primo posto in Italia e al vertice delle principali classifiche internazionali per la formazione manageriale.

Fonte: School of Management Politecnico di Milano

“Osservatorio Innovazione digitale nel retail” 2022

Copyright © Politecnico di Milano/Dipartimento di Ingegneria gestionale impatto sulle attività oltre alla crescita della cultura e delle competenze digitali. Secondo il report “Imprese e Ict” dell’Istat, circa il 60% delle PMI italiane ha già raggiunto un livello digitale di base, ma l’obiettivo posto dall’Unione europea è molto più ambizioso: portare entro il 2030 il 90% delle piccole e medie imprese italiane a un buon livello di digitalizzazione.

Per supportare i manager delle imprese nel comprendere e contribuire al meglio al cambiamento digitale delle proprie aziende l'Academy di GS1 Italy - il dipartimento dedicato alla formazione aziendale che dal 2004 affianca le aziende dell’Industria e della Distribuzione, - che ha già ampliato la sua offerta formativa con numerosi corsi ad hoc (come il “Master in Retail & Brand Management” giunto alla XIX edizione), si arricchisce del nuovo percorso formativo “Digital Innovation per non Digital Manager”.

«La formazione è alla base della crescita di ogni impresa. Per questo vogliamo accompagnare le aziende della community con una proposta formativa di alto livello che possa aiutarle a velocizzare il processo di cambiamento» spiega Francesco Pugliese, presidente di GS1 Italy. «La digitalizzazione è inevitabile e coinvolge sia le hard sia le soft skill: consapevoli della

Il corso si rivolge ai senior e middle manager delle aziende del largo consumo, in particolare a chi si occupa di: Marketing & vendite, Business & product development, Supply chain/ operation e IT/digital e si articola in diversi moduli tematici, dedicati a Digital Innovation e Transformation e all’analisi di “ambiti e casi” di innovazione digitale di valore nel largo consumo e nella GDO, tra scenari, trend, sostenibilità e tecnologie digitali.

I temi approfonditi coprono l’ampio spettro della trasformazione digitale per offrire una visione d’insieme a chi non è avvezzo a questi temi: processi di integrazione, digital supply chain management e digital operation, e marketing analytics, social branding e omnichannel marketing, per poi passare allo studio di e-commerce e multicanalità, agile transformation e management per gestire i progetti e sostenere l’innovazione nei processi, concludendo con l’analisi delle condizioni di contesto che facilitano l’innovazione digitale, lo sviluppo della capacità di problem solving, il processo creativo secondo il design thinking e la tematica dei digital worker e dei workplace digitali ibridi.

«Oggi più che mai le imprese hanno bisogno di nuove

Formazione smart ed efficace

Un piano formativo con corsi aggiornati nei contenuti e nei format è quello proposto dall’Academy di GS1 Italy. «Le sfide delle aziende del largo consumo sono sempre più numerose e impattanti sul business. Per questo, è essenziale essere preparati e formati, aggiornando le proprie competenze in maniera costante. La riorganizzazione dei nostri corsi Academy va proprio in questa direzione: alla luce del successo raggiunto con le proposte 2020 e 2021, vogliamo supportare ancora meglio le imprese con contenuti utili e di qualità, fruibili in maniera agile ed efficace» afferma Silvia Scalia, ECR Italia and training director GS1 Italy

Accanto ai grandi classici (come il codice a barre e gli altri standard GS1, la tracciabilità, le relazioni Industria - Distribuzione), si confermano gli approfondimenti sulla sostenibilità, sul processo order-to-cash, sull’out-of-stock e su molti altri temi, dalla qualità dei dati ai servizi GS1 Italy Allineo, Imma- competenze. Con questo progetto speriamo di poter dare un contributo importante all’evoluzione delle aziende italiane, favorendo la diffusione di una nuova cultura digitale tra quelle associate» commenta Silvia Scalia, ECR e training director GS1 Italy

LA RIVOLUZIONE DEI PAGAMENTI

L’ibridazione tra i canali ha portato a un progressivo abbandono dei pagamenti in contanti, passati dal 55,2% a marzo 2018 al 35,4% ad aprile 2022, a favore dei sistemi digitali come il bancomat e la carta contactless con cui vengono pagati rispettivamente il 35% e il 15,4% degli acquisti digitali.

(VEDI FIGURA 3) gino e Procedo: un catalogo ricco, che affronta tutte le questioni centrali per le aziende di Produzione e Distribuzione del largo consumo, del mondo dell’healthcare e del Foodservice. Nuovo è il corso su GS1 Digital Link, lo standard globale che migliora l'esperienza di acquisto per i consumatori di tutto il mondo abilitando collegamenti a tutti i tipi di informazioni business-to-business e business-to-consumer.

Escludendo il contante, l’Osservatorio Innovative payments della School of Management del Politecnico di Milano calcola che i pagamenti digitali sono cresciuti nel 2021 a 327 miliardi di euro dai 268 miliardi del 2020. C’è stato cioè un cambio di passo nei confronti della digitalizzazione dei pagamenti, al quale certamente hanno contribuito in maniera decisa gli incentivi.

Ritorna poi il percorso dedicato al category management con webinar che combinano un approccio teorico e casi di successo con esercitazioni pratiche.

Sono stati aggiornati i format, più veloci, intuitivi e pratici: i webinar sono affiancati da pillole formative in formato video, i corsi sono raggruppati per aree tematiche per consentire percorsi personalizzati e si conferma infine la formazione su misura.

+22% i pagamenti digitali

nel 2021

In particolare il cashback è stato il fattore rilevante, avendo coinvolto nel primo semestre il 18% della popolazione, circa nove milioni di italiani (ma quelli con transazioni valide sono stati 7,9 milioni), con circa 759 milioni di transazioni, il 53% delle quali inferiori ai 20 euro. «Il cashback e il super cashback –commenta Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments – hanno spinto gli utenti a fare transazioni anche di piccolo importo, essendo considerato normale fare acquisti con la carta anche per pochi euro». Ma anche senza incentivi, i pagamenti digitali sono cresciuti con la stessa forza pure nella seconda metà dell'anno.

Con 186 miliardi, le carte di debito sono lo strumento maggiormente utilizzato, in crescita del 26% sul 2020. A seguire le carte di credito (80 miliardi, +13%) e quelle prepagate (60 miliardi, +25%). In totale le transazioni sono state pari a sette miliardi (+34%), effettuate da 38,9 milioni di utilizzatori di strumenti di pagamento digitali, con uno scontrino medio di 47,5 euro: «Sono 180 transazioni medie annue per utente, una ogni due giorni, il che significa che c’è ancora un muro da sbriciolare, quello dei micro-pagamenti quotidiani», commenta Portale.

Sette miliardi di pagamenti digitali e

38,9 milioni di utilizzatori, scontrino medio

€ 47,5

F IGURA 3

I Sistemi Di Pagamento Adottati Nei Punti Di Vendita Fisici

E sono i pagamenti quotidiani che Luciano Cavazzana, responsabile strategie e innovazione di Lis Holding, indica come una priorità: «Occorre lavorare sulle reti di prossimità, ridurre i costi per gli esercenti, rendere semplice l’utilizzo degli strumenti per i pagamenti, arricchendo i Pos di servizi aggiuntivi e allargare la base installata. Grandi opportunità poi possono arrivare dall’attrezzare i distributori automatici per accettare i sistemi di pagamento digitali e dalla mobilità».

Incidenza dei sistemi di pagamento utilizzati per gli acquisti tradizionali nei 43 mila punti vendita delle insegne analizzate

Fonte: Netcomm in collaborazione con Adform, Filoblu, Oney, QVC e TeamSystem “NetRetail” aprile 2022

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I PAGAMENTI DIGITALI IN ITALIA: IL TRANSATO 2021

Dei sistemi di pagamento, la carta contactless fa la parte del leone, con 126,5 miliardi di valore delle transazioni (+55%), arrivate a 3,1 miliardi con uno scontrino medio di 41 euro, frutto certamente dell’abitudine a favorire i pagamenti senza contatto indotta dalla pandemia, ma anche della loro diffusione (l’89% delle carte attive, pari a 109 milioni) e di quella dei Pos cless (contactless), l’87% del totale installato. L’e-commerce continua a crescere (+22%) portandosi a 39,4 miliardi di euro, di cui il 55% da smartphone. Ma sono quelli innovativi, con 9,3 miliardi di euro, a registrare la crescita più consistente, quasi raddoppiando il valore.

(VEDI FIGURA 4)

Fonte: School of Management Politecnico di Milano “Osservatorio Innovative payments” 2022

I 9,3 miliardi dei pagamenti innovativi sono praticamente determinati dallo smartphone e, in misura minore, dai wearable device, i dispositivi indossabili (275 milioni di euro). Non sono quantificati quelli più innovativi in assoluto, attraverso gli oggetti connessi (speaker, auto, elettrodomestici) e che consentono di pagare senza passare dalla barriera casse o fare operazioni specifiche, di cui si presume una crescita interessante in futuro.

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