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Il largo consumo in azione
ECR Community - l'associazione che raggruppa le iniziative nazionali ECR in tutto il mondo, in Italia parte di GS1 Italy – ha pubblicato “A Global Review of Circular Economy Case Studies from the Retail & CPG Sector”, il report che raccoglie 18 case history relative all’adozione dell’economia circolare da parte delle aziende di Produzione e Distribuzione del largo consumo di tutto il mondo in aree quali packaging, gestione dei rifiuti, eccedenze alimentari e soluzioni digitali. Le esperienze delle aziende forniscono esempi reali di come l'economia circolare può aiutare le imprese a ridurre il proprio impatto ambientale e le emissioni globali di gas serra e sono presentate in modo tale da essere facilmente comprese nella loro complessità e contestualizzate nel loro impatto. Le aziende includono retailer (tra cui AB Vassilopoulos & Chalkiadakis SA, Coop, Jerónimo Martins, Pingo Doce), imprese industriali (tra cui Alpla, Birra Peroni, Cycle, Henkel, Inditex, Nestlé) e aziende che forniscono soluzioni circolari (come Cameleon Group, FoodCloud, GS1 Austria, Pandobac, Uzaje). Qui di seguito alcuni commenti.
ISPIRAZIONE.
«L'economia circolare richiede un impegno globale. I consumatori e le aziende hanno iniziato a rendersi conto che è necessaria una vera sostenibilità per ridurre la quantità di materie prime in entrata nell'economia e di rifiuti in uscita. Eppure c'è molta incomprensione all'interno delle aziende su come procedere per incoraggiare la circolarità. Pertanto, l'obiettivo di questa pubblicazione è evidenziare casi di applicazione durante tutto il ciclo di vita di un prodotto che contribuiscono a un'economia circolare nella speranza che le azioni di queste aziende ispirino altre».
Declan Carolan, co-presidente ECR Community & general manager ECR Ireland
RILEVANZA.
«È motivante leggere così tanti casi rilevanti di aziende che stanno aprendo la strada alla circolarità. Non perché sia affascinante essere ecologici, ma perché c'è una domanda reale, in crescita e senza compromessi da parte dei consumatori. Sempre più spesso i consumatori rispondono all'onere ambientale con azioni chiare. Di conseguenza, molti stanno fuggendo verso alternative di marca che abbiano un impatto positivo. E non ci sono segnali che questa sia una moda passeggera. Al contrario: nel mercato più verde del mondo, gli acquirenti eco-attivi sono già quasi la maggioranza. L'ECR Review è una lettura obbligata per riflettere sull'imperativo commerciale di un'industria circolare dei beni di largo consumo e sulle sue implicazioni pratiche».
Lenneke Schils, global insights director GfK (che ha sponsorizzato la pubblicazione, ndr)
SFIDA.
«Un design accurato degli imballaggi gioca un ruolo centrale nell'economia circolare. Il nostro obiettivo in Henkel è lanciare solo imballaggi riciclabili o riutilizzabili entro il 2025. La sfida più grande al momento è ancora la disponibilità di materiale riciclato in quantità sufficiente e di qualità soddisfacente: vogliamo contrastare questo problema con soluzioni pionieristiche sui materiali e informazioni mirate per i consumatori sul riciclo».
Jaroslava Haid-Jarkova, general manager Laundry & Home Care Austria Henkel
CONOSCENZA.
«Con questo report ECR prosegue nella sua opera di sensibilizzazione, informazione, monitoraggio e misurazione dell’applicazione delle soluzioni di economia circolare nel mondo del largo consumo. Siamo certi che si tratti di un lavoro prezioso per tutti coloro che sono attenti al tema della sostenibilità e che vogliono conoscere le esperienze più virtuose per valutare le strategie e le azioni da intraprendere nella loro attività».
Silvia Scalia, ECR and training director GS1 Italy
Concorda Simona Fontana , responsabile centro studi per l’economia circolare di Conai: «Per guidare i consumatori serve avere informazioni omogenee, riconoscibili contro il rischio di confusione. Il packaging è un vero e proprio ambasciatore di sostenibilità del prodotto. Per questo motivo Conai ha lavorato sulle linee guida dell’ etichettatura ambientale degli imballaggi in particolare sulla loro composizione per la raccolta differenziata, abbinata a informazioni aggiuntive ma standardizzate come l’indicazione del contenuto di materiale riciclato, vero anello di chiusura della circular economy».
Sebbene l’Italia sia il paese europeo dove si ricicla di più e a prezzi più bassi e sia al primo posto secondo l’indice di performance sull’economia circolare curato da Circular Economy Network e da Enea, rimangono ancora molte le criticità da affrontare, proprio riguardo alla raccolta differenziata. L’eterogeneità dei sistemi adottati dai comuni italiani e soprattutto le 34 modalità di raccolta (la più diffusa delle quali non raggiunge la metà degli abitanti) oltre alla non uniformità sul territorio dei colori dei cassonetti per la raccolta dei diversi materiali aumentano le difficoltà per i consumatori a conferire correttamente i rifiuti. (VeDi FiGURA 2) ha effettuato l’analisi su 5.781 comuni – con il risultato di una raccolta differenziata sporca. È un rebus apparentemente irrisolvibile per le aziende, che sulle confezioni, spesso in spazi limitati, devono indicare il corretto smaltimento. In realtà la tecnologia digitale può aiutare a superare questi problemi, con il codice a barre o con un QR code dinamico, che, letti con lo smartphone, collegano all’etichetta ambientale geolocalizzata e quindi plurilingue, con tutte le informazioni sul materiale di composizione della confezione e le indicazioni per lo smaltimento».
LE ETICHETTE PER L’AMBIENTE
modalità di raccolta differenziata in 5.781 comuni italiani
«Sono delle vere trappole per i cittadini – commenta Noemi De Santis, responsabile della comunicazione di Giunko, che per Conai
All’inizio del 2023 è entrato in vigore il decreto sull’etichettatura ambientale e le imprese italiane non ci arrivano impreparate. Merito del lungo percorso di condivisione intrapreso da Conai con una consultazione pubblica delle “Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi” e la presentazione di una prima versione del documento condivisa e consolidata e successivamente aggiornata.
Principali Modalit Di Raccolta Differenziata
Plastica-metalli+Brick+Organico
Vetro-lattine+Brick+Organico
Frazioni+Brick+Organico
Plastica-metalli-brick+Organico
Plastica-metalli-vetro+Brick+Organico
Plastica-metallo-vetro+Brick+Organico
A questo documento sono poi seguite le “Linee guida sull’etichettatura volontaria degli imballaggi” con l’obiettivo di supportare le imprese in una comunicazione chiara e non ingannevole, e che induca i clienti e i consumatori a scelte consapevoli di acquisto e a una raccolta differenziata di qualità. Quali sono queste informazioni?
• Le istruzioni per una raccolta differenziata di qualità.
• I marchi ambientali di tipo I, le etichette ambientali sottoposte a certificazione esterna.
• I marchi ambientali di tipo II, le asserzioni ambientali autodichiarate.
• I marchi ambientali di tipo III, le etichette ambientali che prevedono parametri stabiliti e sottoposte a un controllo indipendente
Per misurare qual è il livello di risposta delle aziende agli obblighi dell’etichettatura ambientale è nato IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull'etichettatura ambientale del packaging, realizzato con cadenza semestrale da Conai e GS1 Italy, la cui prima edizione è stata da poco pubblicata. Utilizzando lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1 per identificare i prodotti, il lavoro di analisi dell’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette dei packaging di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani (retail measurement service).
Si hanno così i dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilità del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualità, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.
E ne emerge un quadro incoraggiante, che ha tanto più valore in quanto le informazioni ottenute provengono dal comportamento reale dei consumatori negli acquisti quotidiani.
«L’Osservatorio – commenta Luca Ruini, presidente Conai - è stato quindi pensato come uno strumento per aiutare le aziende a comprendere la rispondenza alla normativa e come poterle supportare meglio da parte nostra. Peraltro il 70% dei consumatori ritiene facilmente individuabili le informazioni sulla raccolta differenziata e il 45% nota miglioramenti nella comunicazione al riguardo, come ci ha rivelato una ricerca svolta in collaborazione con la Scuola Sant’Anna di Pisa».
«Ancora una volta emerge il ruolo degli standard globali condivisi per abilitare le informazioni e per supportare i processi nel sistema delle imprese e a vantaggio dei consumatori. L’Osservatorio Identipack – aggiunge Bruno Aceto, ceo GS1 Italy – è il frutto della digitalizzazione delle informazioni in etichetta del servizio Immagino che in questi anni ha trattato oltre 300 mila prodotti e attualmente ne ha in archivio 132 mila aggiornati. Oggi con il codice a barre, il Digital Link e il QR code le aziende hanno a disposizione gli strumenti per comunicare anche con il consumatore, ma come possono le aziende far stare informazioni sempre più numerose, come il caso di quelle ambientali, in confezioni che spesso hanno spazi limitati? Per rispondere a questa esigenza GS1 Italy ha predisposto nuove regole per rappresentare correttamente attraverso una struttura di dati nel QR code sia il GTIN (lo standard del codice a barre) sia l’URL per accedere a informazioni più articolate e complete. Il linguaggio comune e globale abilitato dagli standard GS1 è in una evoluzione continua che viaggia di pari passo con quella del mondo del largo consumo, dove la transizione digitale sta profondamente trasformando anche i driver e i comportamenti d’acquisto». ^
70%