2 minute read
Una metodologia per l’auto-valutazione Fabio Iraldo, Natalia Marzia Gusmerotti e Serena Carlesi
Uno strumento di economia circolare, per essere realmente efficace, richiede una corretta focalizzazione sulla specificità del settore industriale a cui si riferisce: consente all'azienda di individuare efficacemente le proprie aree di miglioramento e di stabilire nuove priorità.
L’attività di ricerca del Laboratorio Sustainability Management (SuM) dell' Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna in questo contesto ha evidenziato che lo sviluppo di efficaci strumenti di valutazione dell'economia circolare richiede un apprendimento bidirezionale tra accademici e practioner. La collaborazione con le aziende beneficiarie rappresenta un pilastro fondamentale per colmare efficacemente il divario ricercatoripractioner e per fornire soluzioni e strumenti effettivamente utili in grado di sostenere la transizione verso la circolarità. Per questo motivo, il processo di sviluppo di uno strumento di economia circolare, specificatamente applicabile a livello aziendale, dovrebbe essere sempre basato su un approccio collaborativo-iterativo, coinvolgendo le aziende che realmente andranno a utilizzare la metrica stessa (co-creazione). Inoltre, si dovrebbe preferire l'adozione di una metodologia di ricerca che dia la possibilità di affinare il risultato finale passo dopo passo, seguendo un approccio iterativo: per esempio la metodologia dell’Action Research potrebbe essere ottimale a questo scopo (robustezza). Il processo di sviluppo di un efficace strumento di economia circolare dovrebbe essere anche focalizzato sui seguenti aspetti chiave:
• Un focus esclusivo sugli elementi critici dell'economia circolare a livello aziendale (inclusione di dimensioni soft e hard, dove quelle soft rappresentano tutte le azioni che supportano la transizione verso la circolarità a livello organizzativo, culturale, relazionale e di supply chain e quelle hard possono essere riferite a processi e prodotti, ben oltre i flussi materiali).
• Un numero adeguato, ma non eccessivo, di dimensioni da misurare, preferibilmente insieme alla presenza di qualche esempio che possa anche fornire ispirazione alle aziende che applicano lo strumento stesso (facilità d'uso).
• L'adozione di un approccio strutturato per fasi di produzione di beni e servizi, per esempio, includendo le sei principali fasi del ciclo di vita, dall'approvvigionamento a quelle di fine-vita. Questo può consentire il coinvolgimento di tutte le figure organizzative chiave durante il processo di valutazione e lo sviluppo di una consapevolezza circolare all'interno dell'azienda stessa.
• L'implementazione di un approccio legato alle specificità e alle esigenze del settore per cui quello specifico strumento viene creato e la possibilità di personalizzare ulteriormente l'unità di analisi indagata per affrontare correttamente la valutazione della stessa (centralità dell'unità di analisi).
• La digitalizzazione dello strumento stesso su una piattaforma online con funzionalità efficaci in grado di supportare correttamente l'intero processo di valutazione può rappresentare un ulteriore aspetto di cui tenere conto (trasformazione circolare sempre più abilitata da una trasformazione digitale).
Fabio Iraldo, professore di economia e gestione delle imprese
Natalia Marzia Gusmerotti, professoressa
Serena Carlesi, ricercatrice
Istituto di Management della Scuola Superiore
Sant'Anna di Pisa
Circol-UP è il check-up tool che consente alle aziende, attraverso un questionario, di misurare la propria circolarità e individuare le possibili azioni migliorative per minimizzare lo spreco di risorse e valorizzare gli scarti generati dai processi e dai prodotti offerti al mercato.
Il questionario, composto da 60 domande quali-quantitative, è stato declinato sulle specificità degli operatori di tre diversi settori: Alimentari e bevande, Cura persona e cura casa e Retail.
Prende in esame tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto:
• Approvvigionamento.
• Design.
• Produzione.
• Distribuzione.
• Consumo.
• Gestione dei rifiuti.
Lo strumento fornisce, al termine della compilazione, una valutazione delle performance, attraverso un indicatore complessivo di circolarità aziendale e un indicatore di circolarità per ogni fase del ciclo di vita.
Grazie a questa serie di indicatori, l’azienda può identificare le aree in cui performa meglio e quelle in cui può fare gli interventi necessari per migliorare la performance di circolarità, investendo le risorse a disposizione con maggiore efficienza ed efficacia.
«Poiché la transizione verso l'economia circolare – spiega Fabio Iraldo – è un processo dinamico, anche gli strumenti volti a valutare il percorso verso la circolarità devono essere concepiti come dinamici e aggiornabili. In particolare, gli strumenti di autovalutazione dovrebbero diventare dei veri e propri decision support system, in grado di valutare le performance e di fornire approfondimenti personalizzati, linee di azione e risorse adeguate ai rispondenti che di volta in volta si trovano a interfacciarsi con gli stessi».