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l’opinione Il retail trasformativo Tomas Kolster

Oggi tutti raccontano belle storie su quanto sono bravi a combattere la plastica negli oceani, come sono green. Ma a chi dare fiducia? A chi credere? C’è quindi un gap di autenticità oltre a quello tra le intenzioni e i fatti.

È necessario che i brand cambino mindset, diventando abilitatori del cambiamento.

La sostenibilità non è una tendenza. La vera domanda che i brand devono porsi è: chi possiamo aiutare le persone a diventare? Solo in questo modo possiamo cominciare a parlare di autenticità. Togliendo il rumore di fondo, se un brand o un’insegna aiuta le persone a diventare più sane, più sostenibili, meno inconsapevoli, allora la differenza si sente. Questa per me è una leadership differente. Sono brand trasformativi che aiutano le persone a trasformarsi.

In questa prospettiva, una startup interessante è quella di Mugo, società climatech che lavora per creare esperienze di consumo a impatto zero, su tre temi: la trasparenza, calcolando l’impatto climatico dei prodotti di consumo in tempo reale con un’apposita app, la carbon neutrality, compensando le emissioni del carrello della spesa attraverso progetti che rimuovono la CO 2 dall’atmosfera, e colma il gap tra acquisti sostenibili e dichiarazioni d’intenti, attivando nuove attività di loyalty nel mondo retail.

«A oggi a tutte le aziende è richiesto uno sforzo per la decarbonizzazione – spiega Benedetto Ruggeri, ceo e co-founder di

Questo ha grandi implicazioni anche sul retail che per troppo tempo si è concentrato sullo spingere ad acquistare prodotti. Oggi non è così strano che il retail attraversi un momento difficile. Perché dovrei uscire di casa, andare in un punto vendita che mi propone un cattivo servizio e un’offerta che molto spesso è inferiore a quella che trovo online? Che cosa può diventare invece il retail adottando un mindset trasformativo? Un supporto al cliente per imparare cose nuove. In conclusione, non bisogna cercare di essere l’eroe della storia ma pensare ad aiutare ciascuno di noi a diventare eroe nella propria vita.

Mugo – e McKinsey calcola che il 96% delle emissioni nel retail è collegato ai prodotti venduti e al loro utilizzo. Come decarbonizzare il mondo del retail? Occorre lavorare in maniera sinergica tra insegna, marca e persona, premiando le scelte sostenibili dei consumatori agendo sulle tre leve del prezzo, della qualità e della sostenibilità, offrendo la possibilità ai consumatori di riconoscere e scegliere prodotti sostenibili e abilitando meccanismi di promozioni e di loyalty legati a quel prodotto sostenibile».

Una risposta arriva anche dalla scienza. Quella stessa scienza che ci dice nel rapporto Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) che nel 2030 l’aumento di 1,5 gradi della temperatura è ormai accertata (ma nel Mediterraneo sarà di +2 gradi), con l’effetto di eventi straordinari sempre più frequenti. «Per ridurre il riscaldamento dobbiamo raggiungere rapidamente la carbon neutrality – ammonisce Riccardo Valentini, ordinario di

Ecologia delle foreste dell’Università della Tuscia e membro di Ipcc – e per questo abbiamo raccolto una petizione con 230 mila firme. Ma c’è bisogno anche del marketing, nella soluzione alla crisi climatica, perché i consumatori possono muovere la domanda e l’offerta, portandole verso percorsi sostenibili. Il rapporto non affronta ancora questi temi, ma sappiamo che può esserci una grande potenzialità dall’alleanza tra la scienza e i consumatori. Abbiamo però bisogno di avere informazioni corrette e precise, perché anche i consumatori possano dare il loro contributo nella loro vita quotidiana per risolvere questi problemi». ^

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