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LO SMARTPHONE PER PAGARE
9,3
MILIARDI DI EURO il valore delle transazioni con pagamenti innovativi
9
MILIARDI DI EURO con smartphone
2,3
MILIARDI DI EURO (+58%)
6,7
MILIARDI DI EURO (+105%) Mobile di prossimità in negozio
IL
Trend Delle
275
MILIONI DI EURO con dispositivi indossabili (watch)
Mobile in remoto (ricariche, bollette, mobilità, ecc.)
229
MILIONI DI EURO le transazioni (+135%) non quantificabili con altri oggetti connessi (speaker, auto, elettrodomestici)
29 EURO lo scontrino medio
TRANSAZIONI E GLI IMPORTI MEDI (2019-2021)
DEI MICROPAGAMENTI CON SMARTPHONE IN NEGOZIO
Valore medio utente da 800 euro (2020) a 1.350 euro (2021)
Fonte: School of Management Politecnico di Milano “Osservatorio Innovative payments” 2022
I consumatori non tornano indietro
Dalla survey condotta dall’Osservatorio con Ipsos emerge che ben 40,5 milioni di italiani possiedono uno strumento di pagamento digitale e 38,9 milioni lo utilizza, di cui il 72% con frequenza medio-alta, scegliendo i diversi strumenti in funzione del tipo di operazione da eseguire. Per i pagamenti in negozio, per esempio, accanto alle carte di credito e di debito, ci sono 4,2 milioni di italiani che utilizzano il mobile wallet (Nfc). E tra i pagamenti innovativi, è per certi versi inaspettato che 15,6 milioni di italiani possiedano almeno un dispositivo indossabile:
• Smartwatch (26%).
• Fitness tracker (17%).
• Altri dispositivi (7%).
Il 30% degli italiani lo utilizzerà o utilizzerebbe per pagare in negozio. Dai dati della survey emerge che chi prova i pagamenti digitali con una certa frequenza difficilmente torna indietro e continuerà a usarli (addirittura l’85% nel caso dei mobile wallet Nfc e il 76% di chi usa un’App).
«È quindi importante incentivare l’uso degli strumenti innovativi di pagamenti per un certo lasso di tempo e con una buona frequenza. Come del resto ha dimostrato il Piano Italia cashless: il 61% di chi ha aderito al cashback ha continuato a utilizzare spesso i pagamenti digitali. Inoltre per il 71% è diventata un’abitudine e il 76% continuerà a usarli. Bisogna allora spingere ulteriormente verso i benefici percepiti dagli utilizzatori: la semplicità di utilizzo, l’utilità nella quotidianità, la sicurezza sanitaria», spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative payments. Poiché otto consumatori su dieci dichiarano di volere continuare a utilizzare i pagamenti digitali, Fabrizio Andreose, business developer manager financial service di Ipsos, osserva che «per continuare a spingere sul loro utilizzo bisognerebbe far leva su due aspetti: il primo è quello della comunicazione e dell’educazione finanziaria, visto che ancora il 35% del campione (di più nella fascia 2534 anni) ritiene che esista una minaccia per la privacy. L’altro tema è quello della user experience da migliorare». in questo mercato che consente la rateizzazione degli acquisti di basso importo ma, a differenza del credito al consumo, non è regolato da nessuna legge specifica. Inoltre è strumento d’elezione per gli acquisti online, ma c’è una tendenza anche ad allargarlo ai negozi fisici. «Se nel breve periodo potremo vedere una maggiore attività degli incumbent e alcune modificazioni dei modelli di business con l’apertura anche a esercenti non convenzionati, sul lungo periodo vi sono due punti interrogativi riguardanti una eventuale normativa regolatoria per questo sistema di pagamento e i rischi di indebitamento per i consumatori», sottolinea Matteo Risi, ricercatore dell’Osservatorio.
I Trend Futuri
«Nel prossimo futuro le direttrici di innovazione già presenti sul mercato, come la Strong customer authentication (Sca - autenticazione del cliente), il paradigma dell'open Api (Application Programming Interface) e la Request to pay (Rtp), avranno un ruolo sempre più importante», afferma Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative payments. Ma tra i diversi sistemi emergenti, ve ne sono in particolare due da citare:
• Il primo è Buy now pay later (compra ora, paga dopo), in crescita a ritmo elevato grazie anche al fatto che molti operatori stanno entrando
• Il secondo sono le monete digitali delle banche centrali (Cbdc), che proveranno a sfruttare i punti di forza delle criptovalute (per esempio la decentralizzazione, l’immutabilità, la tracciabilità) mitigandone quelli di debolezza (la volatilità, la regolamentazione frammentata, la difficoltà di custodia, tra gli altri). E dopo lo yuan digitale già operativo in Cina, l’Europa ha fissato il termine della sperimentazione in corso al 2025-2026. ^