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Trasformazione permanente

Si apre uno scenario ancora più complesso in cui le tecnologie, le applicazioni e le soluzioni si moltiplicano e aprono nuovi territori di sperimentazione, disegnando per i consumatori e per le imprese un panorama in cui gli oggetti smart comunicano tra di loro fornendo servizi e migliorando la supply chain. La blockchain introduce la decentralizzazione del web e l’intelligenza artificiale sovrintende, con molte preoccupazioni, alla quotidianità.

Una maggiore consapevolezza delle aziende sull’opportunità di gestire da remoto dispositivi smart, favorevoli al lancio di nuove strategie e modelli di business basati sullo sviluppo dei servizi integrati agli oggetti connessi e alla raccolta dei dati da essi generati, è all’origine della ripresa del mercato dell’internet delle cose.

Secondo l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano vale nel 2021 7,3 miliardi di euro, + 22% rispetto al 2020, con 111 milioni di connessioni IoT attive (poco più di 1,8 per abitante). Quanto a tecnologie, le connessioni IoT cellulari sono un terzo di quelle con altre tecnologie di comunicazione (37 milioni le prime contro 74 milioni), mentre i servizi con tre miliardi di euro sono quasi il 40% del totale, con una crescita del +25% sul 2020. (VEDI FIGURA 1)

111 milioni di connessioni IoT attive

IL MERCATO INTERNET OF THINGS IN ITALIA 2015-2021

*La stima non comprende wearable consumer, sistemi cablati in campo industriale e domotico, smart Tv stand-alone, soluzioni RFID passive in ambito logistico Fonte: School of Management Politecnico di Milano “Osservatorio Internet of Things” 2022

Il gap tra grandi aziende e PMI

Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) contiene 30 miliardi di euro per progetti basati su tecnologie IoT. Ma se da un lato le grandi aziende hanno ben chiare le potenzialità di tali misure, dall'altro le PMI non sanno fornire un parere in relazione a tale tematica, dimostrando ancora una certa distanza rispetto al tema. La dimensione aziendale determina anche il livello di conoscenza delle applicazioni di Industrial IoT. Infatti il 96% delle grandi aziende che hanno partecipato all'indagine del Politecnico di Milano dichiara di conoscere le soluzioni IoT per l'Industria 4.0, ma solo il 46% delle PMI ne ha sentito parlare. Rispetto al 2020 si registra una lieve riduzione del gap esistente tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza (-3%) e a un lieve aumento per quanto riguarda la diffusione dei progetti (+3%), segnali che evidenziano come le imprese minori non riescano ancora a dare una svolta decisiva verso l'innovazione in ottica 4.0. informativi (87%), la gestione dell’energia (50%) con il monitoraggio dei consumi e la previsione di picchi di richiesta e i servizi, destinati ad aumentare in prospettiva, di manutenzione preventiva (39%) e predittiva (20%) basata sull’intelligenza artificiale. «Si tratta di servizi attivati perché si riscontra un beneficio tangibile, suffragato da tempi di payback di circa due anni», annota Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things.

NUOVE STRATEGIE PER L’INTERNET OF THINGS

Tutti i maggiori settori sono coinvolti in questo processo di servitizzazione. Nell’industrial

IoT, per esempio, l’80% delle grandi aziende coinvolte dall’Osservatorio offre servizi a valore aggiunto basati sull’Internet of Things, come l’invio di servizi

Proprio in ambito Industrial IoT, l’Osservatorio ha condotto un'indagine che ha coinvolto 95 grandi imprese e 302 PMI italiane, dalla quale emerge che il 96% delle prime ha avviato almeno un progetto IoT, contro il 27% delle PMI,

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