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I CLIENTI E LA CASA INTELLIGENTE
IL MERCATO SMART HOME IN ITALIA (2019-2021)
Fonte: Politecnico di Milano “Osservatori Digital innovation” 2022
LIVELLO DI CONOSCENZA
Il 74% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di smart home (un quarto in più del 2018) 83% dei 18-34enni 89% tra i tech advanced
Il trend del livello di conoscenza (2018-2021)
Fonte: School of Management Politecnico di Milano “Osservatorio Internet of Things” 2022
Oggi E Domani
21% degli italiani ha aumentato l’utilizzo degli oggetti smart (controllo energetico, climatizzazione e riscaldamento, sicurezza)
44% degli italiani acquisterebbe oggetti smart per aumentare la sicurezza in casa
0
LE PRIME TRE MOTIVAZIONI DELL’ACQUISTO
51% pubblicità TV (+19%) 38% comfort 22% sicurezza
46% degli italiani possiede almeno un oggetto smart
18% attiva l’app in autonomia
+10% 20%
I CANALI DI INFORMAZIONE (VARIAZIONE RISPETTO AL 2020)
26% passaparola (+2%) 14% controllo a distanza
21%
+35%
17%
20% social network (+11%)
20% 21%
34% internet (+6%)
20
40 41 42 43 46 60 2018 2019 2020 2021
72% è propenso a installare i dispositivi in autonomia (+8% vs 2020)
7% utilizza una sola app per dispositivi di brand diversi
200 100 2019 2020 2021 2018 0
+25% 59 68 0
60
40
Solo il 6% utilizza la voce per comandare gli oggetti smart +17%
80 2019
20 canali di vendita, che nel 2021 hanno registrato una forte ripresa. (VEDI FIGURA 4)
Si segnalano in particolare i retailer multicanale che hanno aumentato sensibilmente il valore di fatturato rispetto a quello registrato nel 2020 (125 milioni di euro, +29%) grazie al ritorno dei clienti nei negozi e al crescente interesse verso la possibilità di gestire da remoto dispositivi ed elettrodomestici connessi in casa. E all’aumento delle vendite di smart speaker. Anche dai retailer stanno arrivando segnali di un avvicinamento ai servizi come l’installazione, la manutenzione e l’assistenza associati in particolare ai dispositivi di videosorveglianza.
RFID ALL’OFFENSIVA
Tra le tecnologie IoT, l’identificazione in radiofrequenza (RFID) è uno strumento che può aiutare le aziende non solo ad aumentare l’efficienza lungo la supply chain ma anche a migliorare le vendite e la soddisfazione del cliente a valle della filiera. La sua stessa evoluzione ha dimostrato, nel tempo, che non può essere considerata una soluzione tecnologica solo ad appannaggio della logistica ma può efficacemente supportare il retail.
RFID per la supply chain migliora
le vendite e soddisfa i clienti
«Il mondo sta cambiando a una velocità mai vista prima anche grazie alla tecnologia RFID che impatta sul retail - osserva Antonio Rizzi, full professor, industrial logistic & supply chain management dell’Università di Parma - i nuovi modelli cambiano l’esperienza d’acquisto che diventa frictionless. C’è stato un passaggio importante nella storia di questa tecnologia: a un certo punto si è passati da un approccio difensivo a uno offensivo. All’inizio si pensava principalmente a una tecnologia per la logistica, pian piano ci si è spostati verso il retail con modelli che impattano non solo sui costi ma anche sulle vendite».
In questo caso infatti i benefici coinvolgono in prima persona il consumatore: «Con l’RFID puoi ottenere precisione, velocità e identificazione univoca - sottolinea Claude Tetelin, senior director AIDC, SME RFID and wireless technologies di GS1 Global Office. - Sapere che un prodotto è in magazzino però non basta, si deve fare in modo che il cliente lo trovi facilmente. Lo standard EPC/RFID consente di sapere esattamente dove è il prodotto e di incrementare le vendite aumentando la soddisfazione del cliente. Tutti abbiamo sperimentato la delusione quando entriamo in un negozio per fare shopping e non troviamo il prodotto. E oggi la delusione dei clienti non è
Proprio sulla spinta di una crescente affermazione dell’Internet of Things in ambito aziendale e delle tecnologie, come i tag in radiofrequenza, che la abilitano, GS1 Italy ha avviato un progetto di rilancio dell’RFID, per supportare le imprese nel percorso di avvicinamento e di implementazione sia dell’RFID sia dell'EPC, il codice di identificazione standard GS1 che è alla base dell’adozione di questa tecnologia.
Dalla supply chain digitale al retail 4.0 con l’RFID
Un Teatro In Radiofrequenza
La Fondazione Teatro Stabile di Torino - tre teatri in gestione, 250 mila spettatori e 450 recite all’anno - è distante dalle esperienze delle aziende del largo consumo ma affine per processi aziendali. Il sistema RFID studiato con Alfacod - un tag in radiofrequenza su tutta l’attrezzatura tecnica in dotazione e l’uso di varchi con antenne oltre a un software per l’elaborazione dei dati - ha permesso di:
• Aumentare la produttività.
• Velocizzare la movimentazione della dotazione tecnica.
• Migliorare la consultabilità dell’inventario.
• Tracciare puntualmente le attrezzature anche in tournée.
LA LOGISTICA DELL’HEALTHCARE
Il numero crescente di poliambulatori per la Casa della Salute ha reso necessaria l’automatizzazione della movimentazione delle merci dal magazzino centrale a quello periferico, realizzato in collaborazione con Zebra Technologies Italy. Ancora una volta l’obiettivo è:
• La tracciabilità delle movimentazioni, con l’eliminazione delle operazioni manuali di rilevazione dati.
• La disponibilità di consuntivi di fatturazione in tempo reale.
• Il perfezionamento delle azioni di farmacovigilanza in caso di medicinali scaduti.
• L’eliminazione degli sprechi e la riduzione degli errori. Nel caso di Bayer (con Murata ID Solutions), grazie all’applicazione dei tag RFID a livello di colli, si è riusciti a ridurre quasi a zero gli errori di instradamento della merce e dell’80% dei colli smarriti e a incrementare in tempo reale tracciabilità e visibilità della supply chain.
LA COMPLESSITÀ DELL’ALIMENTARE
Bonterre, l’azienda, nata nel 2019 dalla fusione di Grandi salumifici italiani e Parmareggio - 14 stabilimenti produttivi, un polo logistico e 25 mila punti di consegna in 39 nazioni - insieme con Murata ID Solutions ha scelto di mettere un tag RFID sui pallet in partenza dagli stabilimenti di produzione, ottenendo:
• Visibilità al 100% di tutte le spedizioni da e verso la base logistica.
• Tempi di carico e scarico scesi del 90%.
Il primo passo di questo rilancio sono stati due workshop sulla supply chain digitale e sul retail 4.0 incentrati sulla presentazione di casi d’uso con un focus sui processi e non sui settori aziendali.
• Riduzione dell’out-of-stock e aumento conseguente del livello del servizio.
PIÙ SODDISFAZIONE, PIÙ MARGINI
Decathlon Francia ha in vendita nei suoi store il 100% dei prodotti dotati di etichetta RFID per un totale di sette miliardi di tag in radiofrequenza utilizzati tra il 2013 e il 2020 e dimostra come una migliore gestione dell’inventario, una maggiore sicurezza - i tag sono un “eccezionale antifurto” - e un pagamento rapido alle casse aumentano i margini e creano soddisfazione nel cliente.
VENDING INTELLIGENTE CONTRO LO SPRECO
Per FrescoBreak, start up emiliana del settore del vending che utilizza frigoriferi intelligenti con tag RFID per la fornitura di cibi freschi sui luoghi di lavoro, la tecnologia in radiofrequenza è uno strumento per ridurre lo spreco alimentare, attraverso:
• Il controllo in tempo reale della situazione di ogni singolo frigorifero.
• Il monitoraggio dello stato dei prodotti.
• L’eliminazione degli out-of-stock.
• L’uso di sconti nel caso di prodotti prossimi alla scadenza.
NEGOZIO
Automatizzato
Keonn con il sistema RFID sviluppato per i negozi della start up spagnola Ghop, abilita un vero e proprio “unmanned store”, un punto vendita senza personale, dove l’esperienza di acquisto è completamente automatizzata, dal check-in al check-out, il pagamento mobile è rapido e la gestione delle scorte automatica.
Protezione E Omnicanalit
Sensormatic e Temera, attraverso l’RFID, hanno abilitato un servizio di brand protection per un’azienda di moda del lusso. Si tratta di un progetto solo sul retail (non su magazzino e logistica) dove c’era una forte esigenza di tracciare ogni singolo capo fino agli store. In questo modo non solo si sono ridotte le frodi per i resi di merce rubata ed è aumentata la trasparenza sull’autenticità dei capi, ma grazie a una velocizzazione delle attività nei negozi e un’accuratezza molto alta dell’inventario si è riusciti a supportare anche un efficace sviluppo dell’omnicanalità.