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Così le aziende misurano l’impatto climatico
Le linee guida “Misurare l’impatto climatico: come ottenere dati strutturati e affidabili” contengono anche delle schede su come diverse aziende del largo consumo e della Distribuzione si muovono per misurare l’impatto climatico aziendale (corporate carbon footprint), un elemento chiave nel percorso di crescita delle aziende verso la sostenibilità.
CONAD E LA GESTIONE DEI DATI.
A partire dal 2016, Conad ha inserito nell’Annual report e, da due anni, nel Bilancio di sostenibilità un’apposita sezione dedicata alla quantificazione dell’impatto climatico (CO2 equivalente, CO2e) della propria logistica.
I trasporti sono effettuati a oggi da diversi operatori logistici, che fanno riferimento agli hub di Conad e alle cooperative. La rendicontazione dell’impatto climatico copre anche il trasporto della merce consegnata dai fornitori di prodotto a marchio che spesso è gestito dai fornitori stessi.
Per la raccolta, il controllo e la normalizzazione dei dati di trasporto non gestiti internamente è stato attivato un portale che, tra l’altro, consente di normalizzare in modo automatico i dati provenienti dalle diverse fonti.
Grazie alla definizione di un perimetro di rendicontazione che si è mantenuto costante nel tempo e all’uniformità nella raccolta ed elaborazione dei dati, è stato inoltre possibile creare delle serie storiche e indagare i KPI di performance ambientale. La storicizzazione delle informazioni permette di valutare nel tempo, sia nel dettaglio sia globalmente, le performance climatiche e gli impatti di determinate scelte strategiche e operative.
L’IMPATTO CLIMATICO COME KPI DI BARILLA.
Le richieste di investimento e l’iter di approvazione dei progetti Barilla prevedono la valutazione di una serie KPI che mostrino il loro impatto ambientale, e tra questi viene considerata anche la quantificazione della CO2e.
Questa prassi ha influito positivamente sull’approvazione di diverse iniziative, quali per esempio:
• Il progetto intermodale Parma-Ulm e altri progetti di logistica intermodale in Italia.
• L’ottimizzazione nell’utilizzo dei magazzini ausiliari
• L’utilizzo di carrelli elevatori alimentati con batterie al litio. Per la rendicontazione delle emissioni è utilizzato un web tool proprietario che raccoglie i dati, come i consumi energetici e le perdite di refrigeranti, dagli stabilimenti produttivi e dalla sede centrale. I dati così raccolti vengono utilizzati da Barilla per i processi di quantificazione delle emissioni dei vari progetti, come per esempio le Carbon Neutrality dei prodotti/ brand e le dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD - Environmental Product Declaration, che quantificano gli impatti ambientali sul ciclo di vita di un prodotto per consentire confronti tra prodotti che svolgono la stessa funzione).
LAVAZZA: CONOSCERE PER MIGLIORARE.
Lavazza lavora da molti anni a un percorso che parte da una conoscenza profonda degli impatti dei propri processi e delle proprie attività e che ha l’obiettivo di promuovere la sostenibilità ambientale dell’organizzazione e dei propri prodotti. Conoscere permette una maggiore efficacia delle azioni di miglioramento specifiche e di definire i piani interni di contenimento o di riduzione delle emissioni.
In parallelo, Lavazza porta avanti l’analisi di parte dei nuovi investimenti, che viene effettuata sia sotto il profilo della sostenibilità economica sia di quella ambientale. Tutti i progetti in fase di analisi sono quindi accompagnati da un business plan che prevede anche la quantificazione dell’impatto in termini di CO 2 e. La CO 2 e è valorizzata all’interno di una forbice di costo che fa riferimento principalmente al mercato volontario del carbonio, di cui l’azienda monitora costantemente l’evoluzione.
COOP PREMIA I FORNITORI VIRTUOSI.
Già dal 2006, Coop ha avviato un processo rivolto ai fornitori di prodotto MDD (Marca de distributore) per promuovere l’adozione di misure che riducano i consumi energetici e quindi le emissioni di gas serra. Il perimetro dei dati raccolti è stato via via ampliato nel corso del tempo, andando a coprire progressivamente anche i consumi idrici, i rifiuti, l’utilizzo di materiali riciclati e le certificazioni o i progetti di sostenibilità. L’ultima raccolta dati si è concentrata sugli interventi sul packaging, per quantificare l’equivalente riduzione della CO2e, resa possibile grazie a un importante lavoro sulle referenze, che ha permesso di analizzare l'imballo utilizzato per ciascun articolo collegandolo ai dati di vendita e agli acquisti. Gli attuali 370 fornitori aderenti all’iniziativa rappresentano più della metà degli attuali fornitori di prodotto a marchio Coop. I dati raccolti, sottoposti a un audit di un organismo di certificazione, formano degli indicatori per la creazione di un ranking complessivo e suddiviso per area tematica da cui si ricava una specie di classifica: i fornitori virtuosi sono premiati durante un evento pubblico annuale il cui obiettivo è incentivare politiche aziendali più sostenibili.
IL PROGRAMMA GOGREEN DI DHL.
A partire dal 2007 DHL ha sviluppato il programma GoGreen, che attraverso un elaboratore interno calcola la CO2e prodotta dal trasporto, con l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050. Sono stati definiti obiettivi concreti di medio termine, al 2025, che si declinano in una strategia a tre pilastri:
• Competenze delle persone: grazie a due moduli formativi DHL punta, entro il 2025, ad aver sensibilizzato l’80% del personale sui temi climatici e sul contributo che può dare (sia sul fronte operativo sia delle soluzioni commerciali).
• Operation: gli obiettivi sono magazzini a impatto neutro entro il 2025, ridurre l’impatto del trasporto sulla base dei livelli del 2007 (anno in cui è avvenuto il primo calcolo da parte di DHL della CO2e nei trasporti) e utilizzare il 75% di materiali di imballo sostenibili.
• Coinvolgimento dei clienti: entro il 2025, il 75% delle revenue sarà legato a soluzioni GoGreen.
STEF E LA MISURAZIONE DELLA CO 2 .
La filiale italiana di Stef ha sviluppato metodologie interne di raccolta dati e calcolo della CO 2 sui trasporti effettuati per i propri clienti, con lo scopo di supportare i processi di monitoraggio delle performance e decisionali. Associare questi strumenti a un modello manageriale di riferimento è ciò che avviando questa attività di misurazione. Il secondo è completo e permette di arrivare a un dato preciso per le aziende che hanno già una maturità più elevata sul tema. permette di utilizzare i dati puntuali (giri di trasporto, transito e soste nei magazzini, quantità trasportate, distanze percorse e tipologia dei mezzi) anche relativi alle singole filiali, per monitorare i consumi, stabilire ritmi operativi e monitorare le azioni di efficientamento.
• Circol-UP, lo strumento di autovalutazione online per la misurazione della circolarità all’interno dell’azienda.
Gli obiettivi specifici di riduzione della CO2e (tra questi, -30% nel trasporto al 2030) sono sviluppati in chiave di collaborazione con i fornitori dei servizi di trasporto e tramite scelte d’investimento ad hoc.
Infine il dato di CO2e relativo ai trasporti commissionati, rendicontato a cadenza mensile e storicizzato, è inoltre utilizzato nelle relazioni commerciali con il cliente, che vi può accedere tramite un portale web.
Il trasporto in round trip di P&G
Possono due aziende non dirette concorrenti collaborare per ottenere economie di scala e contemporaneamente dare un contributo alla riduzione delle emissioni? Sembra proprio di sì.
Guarda il video "Si può essere sostenibili ed efficienti allo stesso tempo?"
Con Ecologistico2, ogni azienda può definire il suo network logistico e calcolare le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto e dalle attività di magazzino simulando scenari diversi in modo da comprendere quali sono le variabili che influenzano maggiormente l’impatto ambientale della logistica. Grazie a questo web tool le imprese possono calcolare, per esempio, gli effetti prodotti dal cambiamento del mix energetico e dei refrigeranti utilizzati nei magazzini e negli impianti,
Il programma di sostenibilità di P&G ha infatti nella logistica collaborativa tra imprese non in competizione un pilastro portante per ottenere la neutralità delle emissioni di carbonio. L’azienda, che distribuisce direttamente i propri prodotti su tutto il territorio nazionale dai due centri di distribuzione al Nord, ad Agnadello in provincia di Cremona, e nel Centro-Sud a Pomezia (Roma) dove ha sede anche l’impianto produttivo, ha identificato i round trip interaziendali come una mossa vincente per ridurre i rispettivi chilometri a vuoto dei vettori impiegati.
Con la collaborazione di Chep Italia, che ha messo a disposizione le sue capacità di business analytic, sono stati analizzati i possibili trasporti a carico completo del mezzo (FTL) e le aree geografiche della flotta, del carburante e delle diverse scelte nei trasporti (gomma, nave, treno). Possono inoltre trarre ispirazione dalle best practice delle aziende che specifiche di un certo interesse. Ferrarelle Società Benefit, con i suoi viaggi dallo stabilimento di Riardo in Campania in direzione del Lazio, è risultato un partner ideale e perfettamente sinergico con il quale sviluppare un rapporto collaborativo improntato a trasparenza, commitment sui volumi e sincronizzazione dei flussi. hanno raccontato le loro azioni chiave per ridurre l’impatto climatico e misurato i saving di emissioni e particolato che ne sono derivate.
Le due aziende hanno quindi progettato un round trip tra i due stabilimenti di Pomezia e di Riardo con un mezzo condiviso per la consegna ai clienti limitrofi. I significativi risultati sono stati calcolati con Ecologistico2: i chilometri percorsi a vuoto sono passati dal 17% della media presente in letteratura al 6% calcolato e le emissioni di CO 2 sono state ridotte del 5%, corrispondenti a sette tonnellate di CO 2 equivalenti con un risparmio di 9.500 chilometri su base annua. Contemporaneamente sono rimasti invariati i livelli di servizio al cliente, in linea con le esigenze di business.