La ville fragile 2. Mid-term Review

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L a V i l l e F r a g i l e 2

Cristina Bianchetti Matteo Robiglio

Midterm book

Atelier di Urban Design - Corso di laurea in Architettura Politecnico di Torino, a.a. 2016-2017


Questo dossier è l’esito parziale del lavoro degli studenti dell’Atelier Progettazione Urbana, nel Corso di Laurea Triennale in Architettura del Politecino di Torino dell’anno accademico 2016 - 2017 Coordinato da Cristina Bianchetti e Matteo Robiglio Collaboratori:, Francesca Camorali, Mauro Fontana, Marius Ionut Beta, Agim Kërcuku, Eloy Llevat, Luis Martin Sanchez, Ianira Vassallo, XXX progetto grafico:Agim Kërcuku Maggio 2017


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La Ville Fragile. 2 Manifesto

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1 Infrastruttura ferroviaria dismessa

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2 Patrimonializzare il tessuto rurale

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3 Ri-funzionalizzazione degli spazi della produzione

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4 Gentrificazione

30

5 Nuovi usi degli spazi della produzione

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6 Spazi del welfare

40

7 Luoghi del leisure

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8 Spazi “della naturalità”

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9 Produzione non-industriale

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10 Pratiche artistiche nello spazio

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11 Spazi pubblici del welfare

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12 Suolo

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13 Pratiche illegali o irregolari

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14 Luoghi invisibili

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15 Tracce di “resistenza “

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16 Introversione ed esibizione

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17 lo spazio “tra” i progetti istituzionali

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18 “The wild living“

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19 Cicli di vita della dismissione

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20 Il tessuto di frangia

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21 Buffer zone

L a V i l l e F r a g i l e 2



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La Ville Fragile. 2 Manifesto

L’Atelier di Urban Design del III anno del Corso di laurea in Architettura si propone di riflettere su ciò che resta della città fordista, indagando, a mezzo del progetto, una ampia parte della città di Torino. Nelle forme dell’indagine e della progettazione spaziale introduce concetti, strategie e strumenti propri del pensiero urbanistico e architettonico contemporaneo. Insieme, induce ad una riflessione sul ruolo del progettista nell’interpretare e dare forma a sistemi urbani complessi. In questo si allinea ai corsi di Urban Design delle scuole europee. Metafore Il cretto è una buona, ancorché non originale, metafora della città. Esito di un processo che ha una densa materialità, di tempi lunghi, di abilità diverse. I cretti di Burri, quelli dell’inizio anni 70 in ceramica cotta chiara che mescolavano diversamente caolino e massa resinosa, i monumentali grandi cretti neri o il calco (che è un sudario, prima che un paesaggio), della Gibellina distrutta dal terremoto dicono la forza di questa metafora. Il cretto come la città evocano un’idea di materia densa, forte, ben riconoscibile, ma al contempo fragile, pronta a fessurarsi, incrinarsi in direzioni imprevedibili1. Fragile/Antifragile C’è un ampio dibattito entro le scienze sociali e l’urbanistica sulla fragilità. Un dibattito orientato a eviden-ziare le virtù dell’antifragilità. Una città antifragile è una città capace di adattarsi e avvantaggiarsi delle per-turbazioni, dell’incertezza, dell’imprevedibile. Che si ostina a pensare al futuro senza la pretesa di prevederlo. Prima di prendere le direzioni flamboyant dell’antifragilità, è forse opportuno fermarsi a riflettere su co-sa sia la fragilità in campo urbano2. Fordismi Si è soliti pensare che il fordismo rappresenti un determinato rapporto tra capitale e lavoro. Ma di fordismi ve ne sono più d’uno. O meglio, lo stesso termine è usato per indicare cose diverse che sono state al centro dell’esperienza del XX secolo: norme e criteri per l’organizzazione scientifica del lavoro; tecniche per la produzione di massa; culture organizzative del-

la grande fabbrica; politiche della società industriale; patti sociali; idee e forma della città moderna3. Urban Design Urban design è cosa diversa da uno studio morfologico di spazi aperti o costruiti. Così come è cosa diversa dalla trasposizione di regole, parametri, codici considerati buoni in sé. É piuttosto il tentativo di far fronte a processi complessi di trasformazione della città e del territorio, lavorando con un’idea di spazio abitabile. E’ il tentativo di costruire immagini complessive entro le quali diverse azioni puntuali acquistano senso4. L’atelier di Urban Design del III anno lavora con queste nozioni e con questi riferimenti proponendo alcune principali mosse concettuali e operative. Mosse che sono poste entro una precisa sequenza, al fine di definire una progressione del ragionamento e dell’esercizio. La prima mossa consiste nel chiedersi che ne è oggi della città fordista e della città del welfare. Si è soliti rispondere a questa domanda evocando da un lato diverse forme insediative (disperse, lenticolari, minute), dall’altro richiamando epocali movimenti (shrinking, abbandono, dismissione), dall’altro ancora deco-struendo immaginari urbani nutriti dall’estetica postmoderna e dal “nuovo spirito del capitalismo”. Immaginari che, dal progetto del Parc de la Villette in qua, segnano l’abbandono del paradigma della città indu-striale. Ma a cinquant’anni dai primi scricchiolii della Golden Age è lecito chiedersi cosa specificamente resta, nelle nostre città, di quel supporto spaziale, duro e resistente, costruito dai sistemi di produzione e regolazione del capitalismo al suo apogeo. La seconda mossa consiste nell’avanzare un’ipotesi. L’ipotesi è che la città fordista sia, più che altre forme urbane, una Ville fragile. Ovvero che la fragilità si palesi specificamente laddove si esibiva robustezza, iner-zia, forza. Che lì si renda più evidente l’erosione delle forme di convivenza ereditate dal Novecento. In ter-mini ancora diversi, che nella città fordista si ri-


esca a cogliere meglio che altrove, una sorta di microfisica delle trasformazioni spaziali e sociali: scricchiolii, piccoli sussulti, scarti negli spazi interstiziali che incrinano il supporto duro della città e segnano una stagione radicalmente diversa da quella della riqualificazione urbana. Quando si riteneva che la città potesse cambiare per parti estese e riconoscibili. La terza mossa consiste nell’individuare un campo. La città di Torino rappresenta un campo di indagine pri-vilegiato per cogliere le forme di cambiamento. Innanzitutto perché Torino è la più importante (forse unica) company town nel nostro paese. In secondo luogo, perché è la città che ha perseguito, più di altre, una forma sintetica e radicale della propria auto-rappresentazione: città fabbrica, città delle politiche sociali, città dei giochi olimpici, città della cultura. Una auto-rappresentazione che avviene per scostamenti successivi e vuole, ogni volta, riaprire una differente dimensione delle politiche, dei progetti, dei modi e delle forme dell’abitare. La quarta mossa consiste nel definire un percorso. L’atelier procederà individuando un’ampia area della cit-tà di Torino, compresa tra il fiume Dora e il fiume Stura, tra Corso Regio Parco e via Francesco Cigna. Si trat-ta di una parte della città molto indagata e progettata – ma con scarsa efficacia - dove la crisi dei modelli fordisti di produzione dello spazio, dei mercati urbani e dei sistemi di welfare del secolo scorso appare più chiara ed evidente. Una parte che non coincide del tutto con lo stereotipo della città-fabbrica fordista, non solo perché questo riduttivamente coglie l’intorno della grande fabbrica, ma perché qui ad esso si somma-no resistenze e latenze preesistenti e successive azioni di pianificazione redistributiva materializzate in manufatti e spazi della città pubblica . Individuando questa area, si rende esplicita un’idea più sfaccettata e ampia. Come intercettare la microfisica delle trasformazioni spaziali entro questa ampia parte della città? Ovvero le fessurazioni del grande cretto? Come in una spy story ci si metterà alla ricerca di indizi. Ovvero di luoghi nei quali è possibile cogliere una certa densità di agenti provocatori: fenomeni, spesso micro, che cambiano il tessuto urbano e i suoi usi attraverso la loro presenza diffusa. Ciò che connota specificamente questi luoghi è la presenza di piccole trasformazioni che inducono qualche reazione: nuove configurazioni, nuovi usi, movimenti di resistenza nelle configurazioni materiali dello spazio collettivo


7

o individuale, pubblico o pri-vato, aperto o edificato. Queste trasformazioni rendono possibile cogliere una modifica complessa dei ca-ratteri del territorio urbano. I luoghi dove si addensano agenti provocatori, costruiscono un diverso sguardo sulla città e costruiscono diversamente il progetto. Un progetto che privilegerà dimensioni e caratteri specifici di ciascun luogo, ne decostruirà attentamente i materiali, gli usi, le forme di appropriazione, i caratteri di esposizione e di intimità5, gli statuti di pubblico e privato, le pratiche che li riguardano, la microfisica delle loro trasforma-zioni. In questo modo il progetto scomporrà e ricomporrà l’idea stessa di Ville Fragile. La quinta mossa consiste nel trasformare gli agenti provocatori in inneschi di processi di rigenerazione urbana, cercando di capire se e come la doppia armatura della città fordista e della città pubblica del ‘900 proprio in virtù della loro crisi e dismissione – del loro presentarsi come vuoti6 di senso di uso e di valori - possono essere oggi infrastruttura per nuove pratiche urbane che il progetto di architettura si incaricherà di materializzare ed organizzare in forme e spazi coerenti con le specificità proprie dei processi intercettati ed interpretati nella lettura dell’urbano. Gli agenti provocatori diventano in questo modo catalizzatori7 di una trasformazione che inserisca nelle crepe di una città infragilita ingredienti di una nuova antifragilità

Note: 1 E. Modorati, “La grande narrazione del Vuoto nell’opera di Alberto Burri” http://www.ledonline.it/leitmotiv/Allegati/leitmo tiv040415.pdf 2 N.N. Taleb, Il cigno nero, Il saggiatore, Milano, 2009; I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile, Angeli, Milano, 2016 3 B. Settis, Fordismi. Storia politica della produzione di massa, Il Mulino, Bologna, 2016 4 B. secchi, Il futuro si costruisce giorno per giorno. Riflessioni su spazio, società e progetto, Donzelli, Roma, 2015; C. Bianchetti, Spazi che contano. Il progetto in epoca neoliberale, Donzelli, Roma, 2016 5 Si vedano i materiali dell’atelier Urban Interiors, a.a. 2014-2015 nella sezione “Education” del Blog Shared Territories 6 https://territoridellacondivisione.wordpress. com/ 7 P. Oswalt, K. Overmeyer, P. Misselwitz, Urban Catalyst. The Power of Temporary Use, DOM Publishers, Berlin, 2013 8 M. Baum, K. Christiaanse (Ed.s), City as Loft: Adaptive Reuse as a Resource for Sustainable Urban Development, gta Zürich, 2013



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Politecnico di Torino | Corso di Laurea in Architettura | Atelier Urbano | a.a. 2016/2017 | Prof.ssa A.M.C. Bianchetti - Prof. M. Robiglio | gruppo n.1 - Eleonora Cavalieri - Martha Iulia Lung - Stefania Iraci Sareri

Eleonora Cavalieri - Martha Iulia Lung - Stefania Iraci Sareri

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urban space

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scala 1:5000

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Politecnico di Torino | Corso di Laurea in Architettura | Atelier Urbano | a.a. 2016/2017 | Prof.ssa A.M.C. Bianchetti - Prof. M. Robiglio | gruppo n.1 - Eleonora Cavalieri - Martha Iulia Lung - Stefania Iraci Sareri

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ANALISI ASSIALITA’:

MATERIALI URBANI

TRACCIATO STORICO: l’antica strada delle Maddalene, con andamento curvilineo, si distingue dal tracciato regolare e geometrico

1906

ANALISI DEL VERDE: TRASFORMAZIONI: il verde pubblico presenta alcuni casi virtuosi di trasformazione come l’orto dell’Ex Boschetto, dedicato all’orticoltura urbana; il giardino di Piazza Rostagni, con area gioco

Trasformazioni Verde pubblico Verde privato

ANALISI EDIFICATO: RESISTENZA DELLE PREESISTENZE RURALI: alcuni edifici extraurbani hanno mantenuto il loro carattere rurale, resistendo alle trasformazioni fordiste.

Edifici fordisti Resistenza rurale

PATRIMONIALIZZAZIONE:

INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE: accanto alle grandi

trasformazioni di Barriera di Milano, si individuano delle scelte di patrimonializzazione del tracciato storico, che ne evidenziano la sua unicità e autenticità.

1. Pista ciclabile 2. Bocciofila 3. Area Ex-Ceat 4. Area verde Via Ponchelli 5. Orto ex-boschetto 6. B.Art 7. Area giochi 8. Giardini Via Ghedini 9. Borgo storico 10. Manifattura Tabacchi

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Patrimonializzare il tessuto rurale


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ANALISI

PUBBLICO E PRIVATO

SUPERFICI E VOLUMI

BARRIERE ACCESSIBILITÀ

PAVIMENTAZIONE VERDE MARCIAPEDI EDIFICATO

BARRIERE FISICHE BARRIERE VISIVE

ORTO DIDATTICO

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Area totale: 22822 m2 Area giardino e playground: 7730 m2 Area coperta: 774 m2 Area edificato: 2210 m2 Volume costruito: 11700 m3

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AREA TOTALE: 22822 m2 AREA GIARDINO E PLAYGROUND: 7730 m2 AREA COPERTA: 774 m2 AREA EDIFICATO: 2210 m2 VOLUME COSTRUITO: 11700 m3

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AREA GIOCHI DIDATTICA

Area totale: 4335 m2 Area giardino e playground: 1690 + 1785 m2 Area edificato: 862 m2 Volume costruito: 13800 m3

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AREA TOTALE: 4335 m2 AREA GIARDINO E PLAYGROUND: 1690 + 1785 m2 AREA EDIFICATO: 862 m2 VOLUME COSTRUITO: 13800 m3

1 EDIFICI PRIVATI 2 PARCO AD ACCESSO PROGRAMMATO 3 SPAZIO ATTREZZATO AD USO PUBBLICO

EX CASCINA MANGIARDINA

1 2

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Area totale: 4100 m2 Area giardino e playground: 3070 m2 Area coperta: 774 m2 Area edificato: 316 m2 Volume costruito: 1100 m3

AREA TOTALE: 4100 m2 AREA GIARDINO E PLAYGROUND: 3070 m2 AREA COPERTA: 774 m2 AREA EDIFICATO: 316 m2 VOLUME COSTRUITO: 1100 m3

1 2 TRASFORMAZIONE, SPAZIO ALPINI 3

CHIESETTA DI SAN GIUSEPPE

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AREA TOTALE: 3620 m2 AREA GIARDINO E PLAYGROUND: 3420 m2 AREA EDIFICATO: 200 m2 VOLUME COSTRUITO: 2419 m3

1 SPAZIO IN DISUSO 2 SPAZIO APERTO, AD USO PUBBLICO

Marco Giribaldo, Francesca Meineri, Lucia Miglietta

2


Ri-funzionalizzazione degli spazi della produzione


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Roberta Azzarelli, Paolo Erriquez, Federica Angela Magistroni



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SUOLO interventi di trasformazione posteriori al 2006

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VIA PISA, intervento di pedonalizzazione, con installazione di nuovo arredo urbano, piantumazioni e sistema illuminante. 2015

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LARGO BRESCIA, intervento di modifica della viabilità, con aumento dello spazio pedonale e installazione di nuovo arredo urbano e sistema illuminante. 2015

3

CORSO REGIO PARCO pedonalizzazione della porzione centrale del viale alberato ed eliminazione della linea tramviaria. 2006-2008

4

intervento all incrocio tra via Pisa e via Foggia, aumento dell’ area pedonale e installazione di arredo urbano. 2008

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VIA CATANIA pedonalizzazione della porzione centrale del viale alberato. 2006-2008

6

PASSERELLA SULLA DORA Un ponte per unire le due sponde del fiume Dora. Il rinnovamento di un'importante area un tempo occupata quasi interamente dall'Italgas è stata anche completata dalla costruzione di questa passerella riservata ai pedoni e alle biciclette. 2010

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Gentrificazione


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Simone Nardi, Anjeze Poda, Milena Vitaggio


EDIFICI INDUSTRIALI manufatturieri isediatisi tra ďŹ ne 800 e il primo decennio del 900 1250

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Azienda elettrica municipale AEM

3 non definito 4

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Gallettificio militare poi magazzino militare 1908

smalterie fonderie Ballada 1906

maglificio calzaturificio 1830 circa

CEAT cavi 1889 - 1981

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CEAT pneumatici

9

Stabilimento cinematografico Ambrosio 1911 sede e teatro di posa dell'Ambrosio Film, tempio del cinema muto, costruito su progetto di Pietro Fenoglio nel 1911.

10

Lanficio Cologno 1908

1

centro direzionale LAVAZZA ( uffici, ristoranti, spazi per eventi, museo, spazi ad uso pubblico) Istituto di design IAAD. (2013-2017).

3 complesso di uffici pubblici e privati, bar-ristoro, market.

4

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edificio adibito a questura

ASP Piemonte, show room THONET VIENNA, altri esercizi commerciali

6

BASIC VILLAGE esercizi commerciali, bar , ristoranti, spazi ad uso pubblico, uffici, unita’abitative di tipo LOFT, spazi per eventi. (1998-2001)

7

ENI - ITALGAS centro direzionale, uffici, ARCHIVIO DI STATO.(2011)

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Torino LOFT 12 unità abitative (2005-2008)

L’ESPACE (2001) Compagnia Sperimentale Drammatica e la sua ricca programmazione, nonché importanti manifestazioni di respiro internazionale, rassegne e festival. . Film Commission Torino Piemonte Casa dei Produttori, (2004-2008) la cittadella del cinema 18 blocchi comprensivi di uffici per le produzioni ospiti (fino a 5 in contemporanea), sale costumi, attrezzeria, lavanderia, sala casting e una sala cinema (il Movie) che ospita conferenze, ristorante.

4



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4



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ANALISI DELLA TIPOLOGIA D’USO DEI FABBRICATI

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DELLA TIPOLOGIA D’USO DEI FABBRICATI

edifici di tipo residenziale fabbricati industriali-uffici-commerciale edifici di tipo residenziale con piano terra ad uso commerciale


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ARTE E RIGENERAZIONE IN BARRIERA

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2. 3. Millo, “Habitat”

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CUORE DELL’ISOLATO: UN INTERNO URBANO DA POTENZIARE Sezione DD’

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Edifici < di 4 piani Prevalentemente palazzine ad uso residenziale

1

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Fabbricati industriali

3 5

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Tessuto edilizio denso. Edifici < di 4 piani 1. Comodo 64 Studio fotografico

Sezione CC’

2. Casa del Circo Sociale 3. Galleria Franco Noero 4. Bellissimo Studio di progettazione 5. Sede Quarta Rete

Sezione BB’

Nuovi usi degli spazi della produzione

Sezione AA’ Scala 1:4000


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Cs L Dismessi Dismessi

Cr Dismessi

A: Asili Sm: Scuole materne Se: Scuole elementari Sme: Scuole medie Asp L: Licei Is: Istituti Superiori Sm Samm: sedi amministrative Asp Asp B: Biblioteche Asl Is Cs: centri sociali Cs Asl Samm Asl A Asp Asp: Aree sportive L Samm: Sedi amministrative Cros Is Capannoniindustriali industriali Cr: Centro ricerche Capannoni Capannoni industriali Cros: Croce Rossa

Samm: sedi amministrative Cs: centri sociali

Samm Cs Samm Dismessi

Capannoni industriali

Servizi Capannoni industriali

li

Privato Pubblico

Privato Pubblico

Privato Pubblico

Privato Privato Pubblico Pubblico

Aree verdi

Aree verdi

Areeverdi verdi Aree Aree verdi

i

Accessibilità

Accessibilità Accessibilità

Accessibilità

Accessibilità

to

à

Costruito

Costruito Costruito

Costruito

Costruito

o

Area residenziale (edifici > di 4 piani) Area indiustriale Area residenziale (edifici < di 4 piani)

Sezione AA’ Scala 1:4000

A

A’

5

Area residenziale (edifici > di 4 piani) Area indiustriale Area residenziale (edifici < di 4 piani)

Sezione AA’ Scala 1:4000

Area residenziale (edifici > di 4 piani) Area indiustriale Area residenziale (edifici < di 4 piani)

Sezione AA’ Scala 1:4000

A

Area residenziale (edifici > di 4 piani) Area indiustriale Area residenziale (edifici < di 4 piani)

A

A’

Eleonora Locci, Angelo Nonelli, Chiara Traina


Welfare

Legenda Scuole Spazi legati alla cultura Ospedali, Asl, Croce Rossa, Istituto zooprofilattico Palestre, associazioni sportive Uffici postali Polizia, carabinieri Centri Socio-Assistenziali Oratori Chiese e Luoghi di culto Associazioni Case Popolari

Spazi del welfare


33

Analisi Welfare

AC

AC

SR

AC

AC

AC

M G AC

SB AC

T

G

AC M AC T

AC B

AC

SB B B

AC AC

Legenda

G

Scuole Spazi legati alla cultura G : Gallerie

T : Teatri

M : Musei

S B : Sale da Ballo

S R : Studio di Registrazione A C : Associazioni Culturali B : Biblioteche Ospedali, Asl, Croce Rossa, Istituto zooprofilattico Palestre, associazioni sportive Uffici postali Polizia, carabinieri

Valeria Indiveri, Paola Lorusso, Giulia Maietti

6


Analisi Welfare Assistenziale

Legenda Centri Socio-Assistenziali Oratori Chiese e Luoghi di culto Associazioni Case Popolari


35

Analisi Case popolari

6

Legenda Case IACP popolari Case IACP private Case INA CASA popolari Case INA CASA private


Welfare fordista e nuovo Welfare

Timeline

Welfare abbandonato Welfare in uso 50

60

70


37

Trasformazioni del Welfare

1

2 3

11 14

10 4 5

7

8

15 9

12

6 17

16 18

13

19

21

23

22

24

Legenda Trasformazioni del Welfare Edifici industriali trasformati in welfare

20

6


Sede dell’associazione Barriera Ex istituto biologico chemioterapico Via Crescentino 25

Inquadramento generale

Analisi dell’area circostante l’edificio

Legenda Servizi Welfare Sede associazione Barriera Residenze

Spaccato assonometrico dell’isolato

Assonometria dell’isolato


39

Spazio espositivo Q35 Ex fabbricato industriale Via Quittengo 35

Inquadramento generale

Analisi dell’area circostante l’edificio

Legenda Servizi Welfare Sede associazione Barriera Residenze Residenze

Spaccato assonometrico dell’isolato

Assonometria dell’isolato

6


CORSO VIGEVANO 2

VIA SCARALTTI 52

VIA BOLOGNA 77

CORSO PALERMO 124

PIAZZA BOTTESINI 6

CORSO NOVARA 65/67

VIA MARTORELLI 48

VIA MONTANARO 60

VIA CRESCENTINO 34

CORSO PALERMO 98

VIA CHERUBINI 63

VIA BRANDIZZO 98

VIA CRUTO 3

|B.ART | GRUPPO 7 | LILIANA BUSO, MARTINA DE LOLLIS, FEDERICO SINATRA |

Luoghi del leisure


41

CORSO VERCELLI

| VIA BALTEA, 3 |

VIA BALTEA

N

7 SCALA 1:500

Cucina condivisa

Ufficio co-working e cartpenteria soffice

Salone delle feste

Jazz school Scuola di teatro

Panificio

Area bimbi

PIANO SEMINTERRATO

Bar sociale

PIANO TERRA

ORE DI FREQUENTAZIONE

| GRUPPO 7 | LILIANA BUSO, MARTINA DE LOLLIS, FEDERICO SINATRA |

Liliana Buso, Martina De Lollis, Federico Sinatra



43

OPEN INCET

BAGNI PUBBLICI

7

| URBAN BARRIERA | GRUPPO 7 | LILIANA BUSO, MARTINA DE LOLLIS, FEDERICO SINATRA |


POLITECNICO DI TORINO A.A. 2017 ATELIER DI PROGETTAZIONE URBANA 03NXVPM DOCENTI: arch. Christina Bianchetti, arch. Matteo Robiglio

GRUPPO 8: Elisabetta Mazzucco 207821 Jose Miguel Escalona Rueda 243404 Diego Antonio Fuentes Solis 243354

Spazi “della naturalità”


45

8

Elisabetta Mazzucco, Jose Miguel Escalona Reuda, Diego Antonio Fuentes Solis


LEGENDA DEGLI USI

AGRICOLTURA PIC�NIC E GRIGLIATE GIOCO SPORT ACCAMPAMENTO ROM USO INDUSTRIALE AREA CULTURALE PESCA NUOTO CORSA ANDARE IN �ICICLETTA


47

LEGENDA DEGLI USI

AREA CIMITERIALE USO COMERCIALE USO RESIDENZIALE USO INDUSTRIALE CENTRI SPORTIVI PARCHEGGI AREA CULTURALE

8


40 30 20 10 C D

A

A

40

C

B

0

30

D

A

20

B

10 0

A

40 B’

A’

30 20 10

B

A

0 40 30

B

20 10 0

1020m

B

A’


49

B’

A’

A

B

A’

B’

B

A

8

1020m

1020m

1020m

1020m


Pratiche artistiche nello spazio Pubblico


51

1 2 3 4 5 6 7 8

8

12 6

5 9 11 3

13

7

9 10 11 12

10 4

13

2 1

10

Edifici sezionati

Strada

Marciapiede

Cortili interni

Recinzioni

Verde

Campo da basket

Andrea Grillo, Andrea Trasciatti, Ambra Cinzia Xausa


Spazi pubblici del welfare


53

11

Chiara Albanese, Marco Bernardinello, Daniele Dominique Marotta


Politecnico di Torino A.A. 2016-17

Gruppo 12

Alovisi Francesco Ruga Stefano Spaccasassi Simone

1

2

3

4

6

7

Raccolta Fotografica

5

8

Suolo

9

10

11

13

14

12

15


55

Politecnico di Torino A.A. 2016-17

Atelier Progettazione Urbana prof. Robiglio M. Prof. Bianchetti C.

Gruppo 12

Alovisi F. Ruga S. Spaccasassi S. ∎ Zona Foroni

⦿ MERCATO ▷▷▷ Via Paisiello, C.so Giulio C.so Palermo

∎ Zona Respighi

⦿ ROTONDA ▷▷▷ Via Paisiello Via Cherubini Via Cimarosa

∎ Zona Leoncavallo ⦿ PARCO ▷▷▷ Via Petrella Via Tollegno

∎ Zona Bologna-Scalo

⦿ NESSUN CENTRO ▷▷▷ Via Bologna

12

∎ Borgo dei Pirati

⦿ Via Pollone ▷▷▷ Via Candelo Via Mottalciata

Francesco Alovisi, Stefano Ruga, Simone Spaccasassi


Pratiche illegali o irregolari


57

13

Heitor Ferreira Paffer, Andrea Giorgalli, Alessia Maniaci


Luoghi invisibili


59

14

Rosario La Barbera, Antonio Lombrardi, Federica Maiolo



61

14



63

14



65

14


Tracce di “resistenza “


67

15

Rachele Vanessa Gatto, Lorenzo Maritan, Davide Torta



69

15



71

15


i INDUSTRIALE - COMMERCIALE

RESIDENZIALE

8

AREE VERDI

FLUSSI

5 6

3 2

1 4

7

luoghi introversi

legenda

luoghi estroversi

bunker

casi studio

2

1

interno

esterno

galleria franco noero

interno

esterno

+

• distante dal mondo esterno,

attratto dal suo mondo interiore

+

• molteplici usi temporanei e possibilità di relazione

• rapporto positivo col

mondo esterno: lo osserva, studia le circostanze, si adatta

• uso permanente definito

altri esempi 8

lanificio

4

comodo

64

12/4/2017

casa acmos

Via Ruggero Leoncavallo - Google Maps

6

Via Ruggero Leoncavallo

3

bellissimo 1998

e s t e r n o i n t e r n o

Data dell'immagine: giu 2016

© 2017 Google

Torino, Piemonte Street View - giu 2016

https://www.google.it/maps/place/Associazione+Acmos/@45.0859535,7.6985601,3a,61.9y,285.75h,103.92t/data=!3m7!1e1!3m5!1sEggjedkEdwyN5YvycMhBQA!2e0!6s%2F%2Fgeo3.ggpht.com%2Fcbk%3Fpanoid%3DEggjedkEd...

Introversione ed esibizione

1/1

7

nuvola lavazza

5

casa zera


73

ii

P RO F . S S A B I A N C H E T T I

area progetto b

a

a

b

a-a

b-b

concept

COMPLEMENTARY OPPOSITES

COMPLEMENTARY OPPOSITES complementary opposites

16

+

FAR CONVERGERE DUE TIPI DI ENERGIE NON OPPOSTE MA COMPLEMENTARI

far convergere due tipi di energie, non opposte ma complementari

FAR CONVERGERE DUE TIPI DI ENERGIE NON OPPOSTE MA COMPLEMENTARI

destinazioni d’uso - comparables area espositiva accoglienza eventi

uffici co-working

ristorazione eventi conferenze atelier botteghe laboratori

landmark

Alessandra Calderazzo, Jader Elia, Piergiorgio Farina


lo spazio “tra� i progetti istituzionali


75

17

Natan Albanese, Andrea Cinque, Andrea Como



77

17


SEZIONI TERRITORIALI

FOTOGRAFIE

1

Politecnico di Torino Corso di Laurea in Architettura a.a. 2016-2017

3

Atelier di progettazione urbana Prof. Anna Maria Cristina Bianchetti Prof. Matteo Robiglio

2

STUDIO MODULI ABITATIVI

IPOTESI PIANTA STRUTTURALE EX EDIFICIO POSTE

2

Politecnico di Torino Corso di Laurea in Architettura a.a. 2016-2017

Atelier di progettazione urbana Prof. Anna Maria Cristina Bianchetti Prof. Matteo Robiglio

INQUADRAMENTO AREA

4

“The

Politecnico di Torino Corso di laurea in Architettura wild living“ a.a. 2016-2017

Atelier di Progettazione urbana Prof. Anna Maria Cristina Bianchetti Prof. Matteo Robiglio

INQUADRAMENTO AREA, IPOT


79

ESPLOSO ASSONOMETRICO

EDIFICATO ABITAZIONI TEMPORANEE PERCORSI EDIFICIO POSTE E TELECOMUNICAZIONI

MERCATO “SUK” ORTI AREE VERDI ALBERI (BARRIERE NATURALI) BARRIERE ARCHITETTONICHE PRIMARIE BARRIERE ARCHITETTONICHE SECONDARIE

4

3 INQUADRAMENTO AREA 1

Gruppo 18: Martina Ambroggi, Marta Cambone, Paola Pensato

Politecnico di Torino Corso di Laurea in Architettura a.a. 2016-2017

Atelier di progettazione urbana Prof. Anna Maria Cristina Bianchetti Prof. Matteo Robiglio

INQUADRAMENTO AREA

Gruppo 18: Martina

EDIFICATO ABITAZIONI TEMPORANEE

18

PERCORSI EDIFICIO POSTE E TELECOMUNICAZIONI

MERCATO “SUK” ORTI AREE VERDI

IPOTESI STRATEGIA PROGETTUALE “INGLOBAMENTO NELLA BOLLA” BARRIERE ARCHITETTONICHE PRIMARIE

IPOTESI PROLUNGAMENTO ASSI

ALBERI (BARRIERE NATURALI)

BARRIERE ARCHITETTONICHE SECONDARIE

Gruppo 18: Martina Ambroggi, Marta Cambone, Paola Pensato

TESI STRATEGIE PROGETTUALI

Gruppo 18: Martina Ambroggi, Marta Cambone, Paola Pensato

Martina Ambroggi, Marta Combone, Paola Pensato


Sezione 1 scala 1:1250

S

ez

io

ne

Prima fascia: Edifici residenziali a corte

S

ez

io

ne

Terza fascia: Edifici residenziali e industriali

Cicli di vita della dismissione

Residenziale sviluppo in altezza

Seconda fascia: Edifici residenziali a stecca e corte aperta

1

2


81

Tavola 1

Welfare ampi spazi

Industriale sviluppo in ampiezza

Guttero Andrea S211902 Morabito Davide S213201 Mussino Alessandro S212691

Sezione 2 scala 1:1250 Andrea Guttero, Davide Morabito, Alessandro Mussino

19


metratura industriale 100’000 mq

1950


83

2017 metratura industriale 280’000 mq

19

e Tavola 2 Guttero Andrea S211902 Morabito Davide S213201 Mussino Alessandro S212691


ceramista sirt

teatroria

2000

USO DISUSO USO


85

vetreria sartoria alta moda

19 agrobarriera

2017

DISUSO RIUSO

Tavola 3 Guttero Andrea S211902 Morabito Davide S213201 Mussino Alessandro S212691


Tavola 5

Il complesso industriale fu chiuso negli anni 70. Fu chiesto alla città come riutilizzarlo, chiedendosi se demolirlo oppure riqualificarlo. I cittadini si riunirono pe cercare di preservare l’edificio facendo un accordo con la ci città di New York e fondando così una società senza scopo di lucro. Attualmente l’edificio è utilizzato da piccoli imprenditori e artigiani.

1155-1205 MANHATTAN AVENUE

Guttero Andrea S211902 Morabito Davide S213201 Mussino Alessandro S212691

L’edificio ospitava un bowling fino a fu chiuso. Ora è statto riqualificat ed è completamente affitato, sul te dell’edificio è presente una serra d coltiva frutta e verdura che viene p


La GDMC ha acquistato l’edificio per riqualificarlo e riaggiornarlo, ora è sede di quattro aziende.

L’edificio si trova all’estremità occidentale della zona industriale di Brooklin, in passato, fu utilizzato per produzione di corde fino a che non si cambiò la modalità di prod produzione. In seguito il complesso fu sede di numerose attività industriali fino al 2007. La GMDC lo ristrutturò e oggi è sede per piccoli produttori industriali e artigiani.

221 MCKIBBIN STREET

1102 NICHOLAS AVENUE

810HUMBOLTD STREET

a quando non to dal GDMC etto dove si poi venduta.

87

19


Il tessuto di frangia


89

20

Christian Monaco, Andrea Fiorenzo Peccoraro, Stefano Tuccio


MORFOLOGIA

A’

A

B

B’

C

C’

A

A’

B’

B

C

Buffer zone

C’


91

LEGENDA

SPAZI DI RIGENERAZIONE E TRASFORMAZIONE 1

MICROTRSFORMAZIONI

Riquali ca e ripedonalizzazione dell’area del mercato Mq 7.900

2

Riquali cazione cortili dei complessi scolastici

3

Riquali cazione della Zona Urbana Storica Ambientale (ZUSA)

4

Risistemazione a verde pubblico attrezzato del cortile interno dell’ex fabbrica Ceat Mq 16.000

5

Riquali cazione arredo e aree verdi Tollegno /Tamagno Mq 33. 600

6

Riquali ca aree residuali

7

Galleria Franco Noero

8

Spazio Q 35 : spazio per eventi

9

Vertigim: palestra Acrobatica

10

Cripta 747 : associazione No-pro t

6

16

ARTE E RIGENERAZIONE URBANA

2

3 1 20

5

2

19

17

18

2

4 15 14

8

11 Bellissimo: studio di progettazione. Gra ca, campagne, nomi, eventi

10

12

13

9 7 11

12

Spazio Flic : Scuola di Circo FLIC, il corso di Formazione per Artisti di Circo Contemporaneo

13

Bunker

14

La LEMI (Laboratorio elettro musicale)

15

Fondazione Amendola : raccoglie e approfondise lo studio del pensiero di Giorgio Amendola. ospita periodicamente mostre e rassegne cinematogra che di vario genere.

16

Associazione Barriera : promuove mostre e iniziative culturali e di favorisce la formazione e la crescita di giovani artisti.

17

Area ex "Boschetto" : attività di orticoltura urbana.

18 PAC : Presidio Artistico Circolare l'obiettivo di mettere in rete le diverse realtà creative, tra loro e con il territorio. 19

Bottega: Giuseppe Bertinatti è ebanista, restauratore e papirologo.

20

MEF in market

SPAZI SOSPESI

1

Struttura abbandonata Mq 2.260

21

2

Mq 959 3

Struttura abbandonata Ex Umet Mq 17.380

4

Ex deposito merci scalo Mq 3.832

5

Capannone abbandonato Mq 7.833

1

5

6

1920, costituisce un esempio di architettura industriale del primo Novecento. Mq 4.483 6

3

4

2

Matteo Cossu, Chiara Marasa, Stefano Vona


DESTINAZIONI D’USO residenziale servizi produttivo commerciale terziario


93

21


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