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EDITORS IN CHIEF Petrungaro Mariarosa Rigo Ludovica
HANNO COLLABORATO
Antonazzo Sara - Annunziato Roberta- Barthélemy Vincent Bonsignori Camilla - Brunaux Léna - Calciati Cristina - Camerra Sabrina Capece Cristina - Capomaggi Chiara - Chen Shibo Dobrowolska Kaja - Donnini Valentina - Dreyer Rose - Ducasse Diane Fabris Silvia - Falcioni Nadia - Gaby Ely - Gualina Mara - Hidayat Seto Hood Marvin - Kalm Clemente- Kenny Lucky - Kuś Łukasz Lacchini Claudia - Lagunas Silvia - Marrelli Francesca - Mardones Pat Matozza Tess - Mirimich Giulia - Moreau Roxane - Moro Mariafrancesca Lebreton Cyrielle - Petillo Andrea - Petrungaro Mariarosa Poleser Valeria - Poorswani Neha - Redchyts Anastasiia - Rigo Ludovica Smaldone Giorgia - Staniaszek Dominika - Tavola Simona Zamparutti Marta - Zubillaga Carlota Moranga
GRAPHIC DESIGNER Petrungaro Mariarosa
IN COPERTINA Fotografo - Łukasz Kuś Abbigliamento - MMC Studio Make-up - Anastasiia Redchyts Modella - Dominika Staniaszek
REDAZIONE Fashion - ludovica.rigo@thatsalltrends.com Beauty - beauty@thatsalltrends.com Art - art@thatsalltrends.com Design - design@thatsalltrends.com Cinema - cinema@thatsalltrends.com Travel - travel@thatsalltrends.com www.thatsalltrends.com 20144 MILANO Via Tortona 20 info@thatsalltrends.com
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12.
indice
56.
Cosa ti sei perso
Luxury is in each detail
Xavier Dolan
How to dress a jacket
14.
Il futuro del cinema di Hollywood
59.
60.
16.
Nel caos di Levante.
Denim is always a good idea
Alla scoperta di Claudia Lagona.
18.
Behind the Igers @val_ina
20.
La nuova promessa del cantautorato italiano
66.
A tu per tu con Matteo Tosi
Il tempo della pelle.
72.
La tendenza più calda della stagione A/I 2017/18
Glamour Toughts
Camel(H)ot
Innocent youtht
Frida Kahlo. Molto più di un’icona
Wet Roses
Vita in Movimento. Consigli per la stagione
Dear Society
Moda e Cinema: film e documentari per tutti gusti
La top five prodotti Labbra
BAGS
I migliori prodotti corpo dell’inverno
Joungen Teller. Il realismo glamour
La cura dei capelli
O U T WEAR
Cinquanta sfumature di Rosso
Giappone, Mon Cheri
Carnevale. Le mete fuori dagli schemi
Special Night
RadioTATs
Enrico Bartolini. Intevista stellata con lo chef
Le stelle di Mafi
26. 28.
34. 36.
41. 42. 44. 46.
50. 52.
82.
92.
100. 119. 120. 122. 126. 130. 132. 136.
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editoriale Benvenuti in questo nuovo numero di That’s All Trends. Natale è ormai passato e ad attenderci dietro l’angolo c’è un nuovo anno pieno di aspettative. Dopo il nostro primo numero, Reborn, ecco arrivare il secondo, conferma del nuovo percorso di crescita che vogliamo vivere insieme a voi. Ad un passo dal nuovo anno e nel pieno dei mesi invernali, i più freddi dell’anno, vi porteremo alla scoperta di eventi, personaggi, luoghi e tanto altro. Ed è così che aspettando la primavera e il momento in cui potremo abbandonare cappotti e sciarpe di lana, TATs ha deciso di darvi qualche consiglio su come sfruttare al meglio questo periodo. Allora? Mettete in pausa la vostra vita frenetica e gli impegni, rilassatevi con un buon the caldo e godetevi il nostro December Issue. Concludiamo augurandovi di vivere un grandioso 2018! Che sia l’anno migliore della vostra vita, come noi speriamo lo sia per TATs. Buona lettura!
Mariarosa Petrungaro & Ludovica Rigo
Co-Editors in Chief
COSA TI SEI
PERSO A cura della Ludovica Rigo
1. 21 e 22 ottobre grazie a ApritiModa 2017 anche i non addetti ai lavori hanno avuto la possibilità di scoprire tutti i retroscena della Maison più famose del mondo. 2. Il mercatino di Bolzano, 23 novembre- 6 gennaio, ospita quasi un centinaio di bancarelle nel centro storico della città ed è da visitare rigorosamente sorseggiando vin brûlé. 3. Si è concluso il 3 dicembre l’emozionante viaggio proposto da Damien Hirst a Venezia. La doppia esposizione delle sue gigantesche opere a Punta della Dogana e Palazzo Grassi ha accolto quasi 360 mila visitatori. 4. Versace e Donatella Versace hanno ricevuto il premio Fashion Icon durante i Fashion Awards 2017. 5. “Franca- Chaos and Creation” è il luogometraggio diretto da Francesco Carrazzini in onore di Franca Sozzani, sua madre, uscito nei cinema per pochi giorni a fine settembre. 6. Dal 15 al 17 novembre Berlino ha accolto la decima edizione di World Architecture Festival che vede trionfare il verde integrato alle costurzioni. 7. Lorenzo Licitra batte i Maneskin e conquista la vittoria durante l’ultima puntata di X-Factor. 8. Gucci e Università Bocconi siglano una partnership per la creazione di Gucci Research Lab, il progetto nato per studiare ed identificare le tendenze organizzative odierne. 9. Sabato 25 novembre il tour mondiale di David LaChapelle ha fatto tappa a Milano per presentare i suoi ultimi due lavori: Lost+ Found e Good News. 10. Marc Jacobs ha deciso di fare un regalo molto speciale a tutte le beauty addicted proponendo un nuovo ed accattivante packaging ed una preziosa capsule collection disponibili in tutti gli store Sephora. 11. Ikea e Telefono Donna insieme #perunagiustacasa. Dal 13 ottobre al 2 novembre gli store Ikea si sono trasformati in piccoli palcoscenici dove sono state messe in scena storie vere di violenza contro le donne. 12. Max Mara vince il premio Best of the best 2017 grazie al suo cappotto Teddy Bear. 13. Anche quest’anno Pantone ha selezionato il colore per il 2018: si tratta di Ultra Violet. 14. Salone del Mobile si è trasferito a Shanghai dal 23 al 25 novembre, proponendo così l’occasione perfetta per investire in Cina. 15. Bookcity Milano 2017, 16-19 novembre, ha invaso la città per quattro intense giornate in nome della cultura. 16. Il 2 dicembre 2017 presso il Westin Excelsior di Roma si è tenuta la decima edizione dell’evento legato alla Guida Sparkle che dal 2003 racconta il mondo degli spumanti secchi italiani. ■□
Xavier Dolan
il futuro del cinema di Hollywood A cura di SIMONA TAVOLA
L’enfant prodige. Non c’è un termine più giusto per descrivere in poche parole chi è Xavier Dolan. Nato il 20 Marzo del 1989, a Montreal in Canada, è figlio di Manuel Tadros, attore e cantante di origini egiziane e Genevieve Dolan, un’insegnante. Inizia la sua carriera da bambino, come interprete di spot pubblicitari e debutta invece sul piccolo schermo con il film televisivo Misericorde nel 1994. Poi successivamente recita in vari cortometraggi come Le marchand de samble e in un episodio di Omerta, la loi du silence e nella serie tv L’Or nel 2001. Oltre a fare l’attore Dolan è anche un doppiatore e presta la sua voce al personaggio di Stan, della serie animata South Park
donna, nel 2012 conquista la Queer Palm, un premio indipendente assegnato ai film a tematica LGBT. La trama infatti tratta la storia di un insegnante di trentacinque anni che vuole diventare una donna. Nel 2014 Dolan torna con il controverso Mommy, ed è la consacrazione, si aggiudica il Premio della giuria durante la 67° edizione del Festival di Cannes. L’anno dopo Xavier viene scelto dai fratelli Joel e Ethan Coen come membro della giuria della 68° edizione di Cannes. Nel 2016 ritorna in gara con la trasposizione, della piece teatrale di Jean-Luc Lagarce, E’ nella versione in lingua francese del Quebec. Altri solo la fine del mondo e vince il Gran Prix Speciale doppiaggi sono quelli per Rubert Grint nei film di della Giuria. Ma arriviamo al suo ultimo progetto, il Harry Potter e poi Taylor Lauther nella saga di Twisuo primo lungometraggio girato per la prima volta light. Nel 2008 la svolta, all’età di diciannove anni in lingua inglese che si intitola The Death and the inizia la produzione del suo primo lungometraggio Life of John F. Donovan. Il film uscirà nel 2018 e non come regista che si intitola J’ai tué ma mère, un si sa molto della trama a parte che il protagonista opera prima basata su una sceneggiatura semi-auto- è Kit Harington che interpreta una star televisiva, il biografica scritta a sedici anni. Nell’Aprile 2009 J’ai Donovan del titolo e Jessica Chastain è una spietata tué ma mère - Ho ucciso mia madre inedito in Italia, giornalista di gossip. Nel cast troviamo anche Natalie viene selezionato per la Quinzaine des RealisateuPortman, Susan Sarandon, Kathy Bates e Jacob rs al Festival di Cannes, dove porta a casa ben tre Tremblay. Xavier Dolan nella sua breve carriera in premi: Premio Art Cinema, Premio SACD e Premio continua crescita, è riuscito sempre a distinguersi e Regards Jeunes. Da qui inizia un sodalizio con la basti pensare al grande successo di pubblico che è Croisette, dove nel 2010 con Les Amours imaginaires riuscito a raggruppare durante la masterclass tenuvince nella categoria Un Certain Regard invece il suo tasi da lui lo scorso Ottobre alla Festa del Cinema terzo film Laurence Anyways e il desiderio di una di Roma.■□ Nella pagina accanto. In alto. Xavier Dolan ospite per una masterclass mentre sfila sul red carpet della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. In basso. Nel 2015 Dolan dirige il videoclip della famosa canzone Hello, il primo singolo tratto dall’album 25 di Adele. In questa pagina. Un immagine backstage del nuovo film in prossima uscita nel 2018 The Death and Life of John F. Donovan con il regista in compagnia di Kit Harington e Jessica Chastain.
DENIM
IS ALWAYS
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GOOD IDEA
A cura di LUDOVICA RIGO
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1. Abito in denim blu, Fendi. 2. Brush silver cave denim coat, Annakiki. 3. Jeans boyfriend con patchwork, Sportmax. 4. #mycalvins, Calvin Klein. 5. Shorts in jeans, Gucci. 6. Calvin Klein. 7. MSGM. 8. Au jour le jour. 9. Dolce&Gabbana. 10. Minigonna in denim ricamata, Gucci. 11. Giacca oversized in denim, Balenciaga.
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BEHIND THE IGERS A cura di TESS MATOZZA
@val_ina
Haruki Murakami diceva: “Ogni persona ha un suo proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo. Una specie di alone. Come nelle figure viste in controluce.” I colori di valentina sono l’intero spettro dell’arcoba-
leno, dalle tinte pastello però. Questi colori escono prepotenti dalle sue immagini tanto che diventa impossibile non farsi travolgere dalle dolci e golose tonalità. La passione di Valentina per i colori è nata, forse, proprio dalle matite colorate perché prima di @val_ina, c’era Valinapostit, un blog che parla principalmente del magico mondo della cartoleria ma anche di tips sul mondo di Instagram e del blogging. Mentre sta cercando di trasformare il suo blog in un lavoro a tempo pieno, grazie ad Instagram ha iniziato a lavorare come visual content creator. Instagram è stata la ciliegina sulla torta cha ha permesso a Valentina di iniziare, circa due anni fa e senza mai fermarsi, a giocare sempre più con i colori e l’universo della cartoleria incastrando tutto nel formato 1:1. Così le sue coloratissime idee si trasformano in scatti
fotografici in cui i colori incontrano la sua città, Firenze, o i dettagli “arcobaleno” dei luoghi che va a visitare. Articoli di cancelleria, palloncini, fiori, un pennello, un libro fucsia e qualsiasi altro accessorio colorato sono tutti gli oggetti che Valentina usa per creare le sue foto con minuziosa precisione e secondo una precisa scala cromatica, chi entra nella sua gallery non può non rimane colpito dal colore e da un po’ di polvere di creatività. Tra i leitmotiv della galleria di @val_ina ci sono le foto con i pennelli che lasciano una scia di cuori, fiori, lettere colorate. Voi vi aspettereste della semplice pittura ma è qui che invece Valentina si diverte a giocare con la fantasia. Vi avevamo detto anche che il suo debole sono i colori pastello, ecco perché è opera sua l’account @ pastelloso_, una gallery in cui condivide immagini
“pastellose” di altri account e di quelli che hanno utilizzato l’hashtag #pastelloso. E quindi, cosa potrà mai ascoltare la domenica mattina un’instagramer così? Presentati: Mi chiamano spesso Valina, scrivo tanto, creo spesso e adoro l’arcobaleno e le agende Valentina in 3 aggettivi: Curiosa, trascinante e colorata Il lavoro dei tuoi sogni: Ambasciatrice ufficiale di cartoleria colorata La musica che ti piace ascoltare la domenica mattina: Ghost dei Radical Face Cosa sceglieresti tra un muro colorato e una colazione: Un muro colorato e poi però lo lasciamo a Firenze così lo posso fotografare tutte le volte che voglio ^_^ Il luogo in cui ti identifichi: la Color Factory di San Francisco Una galleria bianca o colorata: Colorata ma va bene anche bianca a condizione che ci siano dei barattoli di vernice lì vicino
Se Instagram non esistesse: So che ci sarebbe qualcos’altro al suo posto L’hashtag che ti rappresenta: #pastelloso dove i colori sono più timidi e riservati Nelle tue foto non manca mai: l’arcobaleno Se mi girassi di spalle: vedrei un muro bianco a pois colorati da terminare Se non fossi Valentina chi/cosa saresti: Kristina Karlsson, founder di kikki.K, noto brand di cartoleria. Così avrei tutti gli articoli per me! Il tuo Instagramer preferito: Oh mamma! Non ne ho solo uno. Nei primi tre posti ci sono sicuramente @runnerkimhall, @aww.sam e @drcuerda. Posso aggiungerne altri? Il tuo prossimo scatto in galleria: un telefono vintage tutto arancione. ■□
IL TEMPO DELLA PELLE la tendenza più calda della stagione A/I 2017-18 A cura di GIULIA MIRIMICH
Da sinistra. Completo blu in plastica Pierre Cardin (1964) - collezione Space Age. Cappotto con dettagli PVC John Bates (1966). Impermeabile in vinile di André Courrèges (1968)
Lo avevamo intuito a marzo durante la fashion week parigina: il periodo d’oro della pelle continua e, a quanto pare, è piuttosto lontano dal conoscere fine. Grazie, infatti, al basco di pelle con cui hanno sfilato tutte le modelle di Dior e alla collezione di Yves Saint Laurent, il must have della stagione fredda non può che essere proprio la pelle. Non si parla però solo della pelle comune, ma anche di tutti quei materiali semi lucidi e plastici come latex, vinile, pvc; tutte variazioni di una tendenza che sta dominando la stagione A/I 2017-18. In realtà ci aveva già anticipato qualcosa la stagione Primavera/Estate, dove per la prima volta abbiamo trovato capi in pelle, materiale che difficilmente viene scelto per il periodo più caldo dell’anno. Dal tailleur pantalone di pelle lucida firmato Chanel, al
copricostume impermeabile Miu Miu, sino al trench Balenciaga, tantissimi sono i pezzi che hanno anticipato i capi chiave di quest’inverno. Protagonista dell’inverno infatti è il maxi trench in pelle Diesel Black Gold e Mugler, valorizzato da Fendi dalle maniche in pelliccia. Ovviamente non ci si limita al soprabito. Se la minigonna in pelle è un must have presente nel nostro guardaroba ormai da un paio d’anni, questa assume connotati più stuzzicanti nella versione in vinile o, per le più audaci, in latex. Il latex richiama inevitabilmente la sessualità portata
all’estremo, andando a toccare le soglie del feticismo: l’estetica fetish viene decontestualizzato ed incontra il glamour. Il vinile invece ci proietta direttamente nei Sixties e si fa sinonimo di sperimentazione e di una cultura che si rivolge al futuro in cerca di ispirazione. Non è un caso se gli anni ‘60 sono stati il decennio delle esplorazioni spaziali, responsabili di aver acceso l’immaginazione su ciò che i secoli a venire avrebbero riservato. La moda non poté restare impassibile ed indifferente a questo mood. Ad inaugurare una tendenza che si perpetuerà nei successivi dieci anni e conoscerà poi varie rivisitazioni nel corso del tempo, fu senza dubbio Pierre
Dall’alto. Dalla Fashion Week F/ W2017/18 di Parigi. Valentino. Balmain. Calvin Klein. Lanvin.
Cardin. Nel 1964 infatti lo stilista lanciò la collezione Space Age nella quale presentò un rivoluzionario mix tra tessuti metallici e luccicanti con materiali quali pvc, vinile e persino plastica. Dalla mini in plastica di Cardin, al cappotto in cotone di garbadine bianco con colletto e maniche in pvc argento di John Bates del 1966, sino all’impermeabile rosso interamente in pvc di Mackintosh (con taglio corto come il mini abito alla Twiggy) che fu ripreso proprio da Cardin e successiva-
Da sinistra. Gonna in vinile di Mango. Basco in ecopelle di Zara. Abito monospalla in vinile di Asos.
mente anche da Courrèges. Questo stile che si avvaleva delle tipiche forme degli anni Sessanta (linee ad A, minigonne, geometrie) e di colori brillanti diede vita a completi futuristici che si rivolgevano principalmente al mercato giovanile. Grazie a personalità quali Paco Rabanne, André Courrèges e successivamente Rudi Gernreich la tendenza non trovò fine nel secolo successivo e a quanto pare, rinnovandosi, è arrivata ai giorni nostri. Ed ecco gli abiti in total leather di Dsquared2, Valentino e Saint Laurent, in versione maxi per Balmain, il completo con giacca e pantalone firmato Calvin Klein, quello di Stella Mc Carthy e quello di Lanvin. Come sempre il trend è scivolato dalle passerelle ai nostri armadi, diffondendosi a macchia d’olio anche tra i brand low cost. Ma come abbinare un capo che, in molti casi, potrebbe rivelarsi impegnativo da mixare con tutto ciò che si ha nell’armadio? La parola d’ordine è mixare: il total leather potrebbe
risultare particolarmente aggressivo e difficilmente confortevole nelle situazioni di tutti i giorni per chi lo indossa: il rischio sarebbe quello di lasciare i vostri acquisti nel fondo dell’armadio. Quindi sì a pantaloni in vernice lucidi con le sneaker per sdrammatizzare il tutto e per renderlo più in linea con lo street style. Si può giocare con i contrasti delle lucentezze e abbinarci un classico chiodo in pelle, accostando un capo lucido e uno matte. Anche con gonne e shorts sì a sneakers e slip-on per un look di chiara ispirazione anni Novanta. Per le più
audaci che hanno ceduto al fascino del maxi coat in vinile, un ottimo capo da indossare sotto è il pullover a collo alto che allunga la silhouette. Sbizzarritevi con le cinture per segnare il punto vita e fate scorta di pantaloni palazzo, anche di quelli con le bande laterali come le tute anni Novanta, da portare con tacchi alti. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti. Ora seducenti, ora glam-rock, la pelle e i materiali plastici in ogni loro possibile declinazione, riescono ad incontrare i gusti più disparati, soddisfacendo le esigenze di ogni stile. Conferiscono carattere anche all’outfit più classico, scongiurano il pericolo della banalità e si addicono perfettamente al look femminile di oggi. Ci parlano di una donna sicura e autorevole, che non rinuncia al fascino del suo genere e non si vergogna di palesare la sua sessualità. ■□
Da sinistra. Pantaloni skinny in vinile di Asos. Minigonna in vinile rosso di Mango. Pantaloni in ecopelle di Zara.
Sì a pantaloni in vernice lucidi con le sneaker per sdrammatizzare il tutto e per renderlo più in linea con lo street style. Si può giocare con i contrasti delle lucentezze e abbinarci un classico chiodo in pelle, accostando un capo lucido e uno matte.
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CAMEL(H)OT
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A cura di LUDOVICA RIGO
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1. Bomber imbottito Tannin, Calvin Klein. 2. Borsa Lady Moc mini in pelle, Tod’s. 3. Body con lacci in jearsey, Off White. 4. Cividini. 5. Maglione in cashmere, Lingua Franca. 6. Borsa Sun mini in pelle, Mansur Gavriel. 7. Abito sotto le spalle in lana merino, Theory. 8. Intimo, Norma Kamali. 9. Cardigan in lana con cintura, Burberry. 10. Cappotto in lana double face, Etro. 11. Antonio Marras. 12. Camicetta in lana, Chloè. 13. Scaldacuore in seta, Cami NYC. 14. Portatessere in pelle, Mansur Gavriel. 15. Cappotto in lana e cashmere, Max Mara. 16. Bottega Veneta. 17. Stivaletti marroni in suede, Etro. 18. Borsa Nile bracelet medium in pelle e suede, Chloè. 19. Maglione a righe oversized, Marni. 20. Cappotto in lana con doppia texture, Golden Goose Deluxe Brand. 21. Maglione oversized, Stella McCartney.
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FRIDA KAHLO molto più di un'icona
A cura di CHIARA CAPOMAGGI Dal 1 febbraio 2018, il MUDEC - Museo delle Frida e della sua arte. La maggior parte delle esposiCulture di Milano - presenterà la mostra Frida Kahlo. zioni svoltesi fino ad oggi si sono limitate all’analisi Oltre il mito. La mostra, curata da Diego Sileo, dei suoi oscuri traumi familiari, della tormentata porterà per la prima volta in Italia più di cento opere relazione con Diego Rivera, del desiderio frustrato di tra dipinti, disegni e fotografie della grande artista essere madre e della tragica lotta contro la malattia. messicana. Oscurando l’opera artistica in quanto tale. Ne parliamo perché il punto di vista scelto dal curaQuel su cui vogliamo porre l’obiettivo è Frida Kahlo, tore va contro tutto ciò che fino ad ora si è detto di oltre il mito. Presentandone esclusivamente la
pittura, non solo come riflesso delle sue esperienze personali o dei suoi squilibri interni, ma come vero e proprio talento di un’artista in grado di comunicare emozioni. Sebbene sia certo che Frida, come la maggior parte dei colleghi della sua generazione, si allineasse nelle fila del realismo e utilizzasse, spesso, simboli ed emblemi facilmente leggibili, come in un codice; in realtà le sue pitture sono molto distanti dall’essere trasparenti e univoche. Doppi significati, ambiguità, referenze incrociate, giochi di intelletto, strategie di ibridazione, sono solo alcune delle sorprese che ci vengono rivelate da un’opera complessa e polisemica. Assolutamente lontana dalla ricerca del successo, Frida si è sempre prodigata per difendere la duplice condizione della donna/artista. E il mondo dell’arte internazionale ha riconosciuto a pieni voti quest’attività creatrice di una donna e di una pittrice le cui piccole tele, piene di immagini fantastiche e riferimenti autobiografici, hanno con-
quistato, in breve tempo, pubblico e critica di tutto il mondo, dando il via ad una vera e propria “Fridomania”, per alcuni aspetti anche piuttosto inspiegabile. Frida Kahlo è così diventata, suo malgrado, vittima di uno sfruttamento spudorato della sua immagine che ha posto in secondo piano le sue qualità formali e la sua straordinaria capacità pittorica. Oggi la sua popolarità supera quella di qualsiasi artista donna del passato: immortalata in poster, calendari e capi d’abbigliamento di ogni genere, Frida si è trasformata in una vera figura di culto, imitata, santificata, idolatrata. La legenda Frida affonda le sue radici nel mito romantico dell’artista tormentato. Soprattutto riproduce tutte le caratteristiche associate alla figura della Nella pagina affianco. Frida Kahlo, Autoritratto alla frontiera tra il Messica e gli Stati Uniti, olio su metallo, 31x35cm, 1932. In questa pagina. Frida Kahlo, Henry Ford Hospital, olio su metallo, 31x38,5cm, 1932.
donna artista, malata e ipersensibile, instabile emotivamente, formatasi all’ombra di un maestro con cui instaurò una storia d’amore tragica e passionale, ribelle, e poco rispettosa delle convenzioni della sua epoca. In questo senso, risulta fondamentale sottolineare che le sue opere sono molto più che semplici documenti biografici. Rappresentano indispensabili tasselli nella costruzione della cosiddetta “messicanità”, nella rivalutazione del ruolo della donna artista nel Messico postrivoluzionario, nel dialogo del Rinascimento messicano con le avanguardie europee, e nella relazione con l’arte e la vita di Diego Rivera. Chi era Frida sembra una domanda banale e irrilevante, data l’attenzione che la sua figura ricopre nel mondo dell’arte, del cinema e della moda. In realtà, però, a volte le mode si seguono senza nemmeno sapere la loro origine. Magdalena Carmen Frieda Calderon nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, in Messico. A tutti nota come Frida Kahlo de Rivera, deciderà di cambiare il suo anno di nascita e spostarlo al 1910, inizio della rivoluzione messicana. Chiaro indizio del temperamento da combattente dell’artista, una guerriera che è nata, o rinata, insieme alla rivolta del suo popolo.
Il suo lavoro rappresenta oggi oltre che l'espressione della tradizione nazionale e indigena messicana, anche quella del movimento femminista. Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori. Plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere. L’arte di Frida ci piace perché è sfacciata, unica e ribelle. Frida ci piace perché nessuno più di lei ha saputo esser simbolo di rivoluzione in modo così aggraziato. ■□
Nella pagina affianco. Dall’alto. Frida Kahlo, fotografia. Frida Kahlo, Autoritratto, olio su alluminio, 63,5x49,5cm, 1940. Frida Kahlo, Diego nella mia mente, olio su masonite, 76x61cm, 1943. In questa pagina. Frida Kahlo, La mia nutrice e io, olio su metallo, 30,5x35cm, 1937.
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te”
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VITA IN MOVIMENTO
Consigli per la stagione A cura della LUDOVICA RIGO
1. Milano Moda Uomo arriva dal 12 al 15 gennaio e porta con sé tantissimi eventi; da non perdere Rick Owens in Triennale. 2. Avete tempo solo fino al 18 gennaio per poter godere la 7° edizione della Moscow International Biennal of Contemporary Art. 3. Come ogni anno torna il Festival della Musica Italiana di Sanremo; dal 6 al 10 febbraio, Claudio Baglioni condurrà la 68esima edizione. 4. Cosmoprof Bologna è l’appuntamento fisso di tutti i beauty lover. Tutte le novità vi aspettano dal 15 al 18 marzo. 5. Dal 9 al 12 gennaio ci spostiamo a Firenze con Pitti Immagine, l’appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti del fashion. 6. Se non soffrite di vertigini Bagan, in Birmania, a febbraio potrebbe essere una meta molto suggestiva per una veloce vacanza. Il cielo sarà limpido e vi regalerà uno spettacolo incredibile. 7. Sciare ad Hokkaido dicono sia una delle esperienze più emozionanti di sempre, il mese giusto per farlo? Gennaio. 8. Dal 3 al 5 marzo torna l’appuntamento con oltre 70 musei di arte, storia e design con Museocity Milano. L’iniziativa mira a riscoprire l’enorme patrimonio culturale italiano. 9. Attesissimo l’appuntamento con Lorenzo Jovanotti che torna negli stadi per la gioia di tutti i suoi fan. 10. Mai stati ad Amsterdam? Il periodo ideale è sicuramente aprile, quando verrete travolti da un mare di tulipani. 11. Il Mudec di Milano offre a febbraio uno spettacolo d’eccezione: Frida Kahlo sarà infatti in mostra fino al 3 giugno. 12. I nostalgici di mare e caldo e, soprattutto, gli accaniti velisti non possono proprio farsi scappare la Nuova Caledonia e il suo oceano a marzo. 13. Trieste Film Festival è l’appuntamento principale di cinematografia dell’Europa centro orientale. Le danze si apriranno il 19 gennaio e si concluderanno il 28. 14. Dopo l’appuntamento con l’uomo a gennaio, a febbraio torna Milano Moda Donna pronta a dettare i trend per la stagione invernale. ■□
In foto. Audrey Hepburn nei panni di Holly Golightly in Colazione da Tiffany. A destra. Ben Stiller in Zoolander
“La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo,nella strada, la moda ha a che fare con le idee, il nostro modo di vivere, che cosa sta accadendo” diceva nientemeno che Coco Chanel. Ed effettivamente è innegabile: la moda non si limita alle ante del nostro armadio, si spinge oltre per raccontare chi siamo ma anche chi vorremmo essere, per permettere agli altri di cogliere le nostre sfumature. La moda è tutto intorno a noi dunque, tesse le sue trame e ci racconta storie. Ci ha parlato di cultura con un linguaggio tutto suo, ma spesso anche la cultura, attraverso il proprio linguaggio, ci ha raccontato la moda. È il caso del cinema senza dubbio. I film che hanno esplorato le diverse realtà inerenti la moda e le hanno portate all’attenzione del grande pubblico, ora per intrattenerlo, ora per divertirlo, ora per informarlo, sono innumerevoli. Dalle commedie più tradizionali ai documentari che svelano i retroscena più inaspettati di un mondo che spesso appare patinato e irreale, avvolto da una perfezione quasi surreale.
MODA E CINEMA film e documentari per tutti i gusti A cura di GIULIA MIRIMICH
La moda come sfondo delle commedie sentimentali e non Ci sono film in cui la moda è lo sfondo entro il quale si svolge la narrazione. Li ricordiamo magari per costumi particolari, abiti che spesso in modo del tutto inaspettato sono entrati a far parte della storia della moda: è il caso del trench di Humphrey Bogart in Casablanca, ma anche dell’iconico tubino nero di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. E poi ci sono quelle pellicole ambientate proprio in precisi settori della moda e che vogliono raccontare le dinamiche lavorative di questo ambito particolare. Basti pensare a Zoolander, in cui Ben Stiller veste i panni di un esilarante modello: una commedia che riprende il luogo comune secondo il quale modelli e modelle - non brillino esattamente in intelligenza e perspicacia. E come non ricordare Il diavolo veste Prada, dove attraverso il personaggio di Miranda Presley (ispirata, pare, proprio ad Anna Wintour) viene mostrata la voracità dell’editoria inerente la moda. Un mondo dove, stando al film, non ci sarebbe abbastanza posto per vicende personali, vita privata, empatia e solidarietà. Un ambiente dal quale tuttavia sembra impossibile non restare incantati: la stessa protagonista ben presto si ritrova ad abbandonare i suoi anonimi panni per un paio di stivali di Chanel e tantissimi altri capi griffati che farebbero gola a chiunque. C’è poi chi sta dall’altra parte. Ovvero non realizza e non scrive di abiti e accessori di lusso, bensì
“La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo,nella strada, la moda ha a che fare con le idee, il nostro modo di vivere, che cosa sta accadendo” Coco Chanel
In foto. Audrey Tautou nel ruolo di Gabrielle Chanel in Coco Avant Chanel. In alto. Scena tratta da I Love Shopping.
“Un abito da sera che mostra le caviglie di una donna mentre cammina è la cosa più disgustosa che abbia mai visto” Valentino li acquista. Spesso. Forse troppo spesso. È Rebecca Bloomwood, una giornalista che manda in rosso il suo conto a causa del suo problema con lo shopping compulsivo. Rebecca è la divertente protagonista di I love shopping in cui viene lanciata la massima: “Un uomo non ti tratterà mai meglio di un negozio. Se un uomo ti sta stretto non puoi cambiarlo entro sette giorni con uno splendido golf di cachemire”. Monografie romanzate e docufilm A volte però il cinema si è concentrato sui grandi protagonisti della moda, coloro che ne hanno prima infranto e poi riscritto le regole, guadagnandosi un posto di rilievo nel settore. Così abbiamo visto sullo schermo pellicole come Coco Avant Chanel, con una Audrey Tautou perfettamente calata nella parte di una Gabrielle Chanel ancora lontana dal successo che l’avrebbe consacrata a regina del buongusto. Il film racconta la storia di un profondo desiderio di emancipazione da parte di una donna estremamente brillante che si serve del design, degli abiti e degli accessori per conseguirlo. Anche in Yves Saint Laurent, film biografico del 2014, viene raccontata la vita del giovane Yves che a soltanto ventuno anni prende il posto del defunto Christian Dior, dopo aver lavorato per lui. Dal licenziamento all’incontro con Pierre Bergé, che sarà il suo compagno e socio per tutta la vita, vengono ripercorse tutte le tappe più importanti della sua casa di moda che s’imporrà come marchio di eleganza e innovazione. Ma spesso questi film tendono romanzare un po’ le vicende narrate per favorire l’intreccio narrativo. Per i sinceri appassionati e per i più curiosi molti docufilm possono risultare maggiormente soddisfacenti dal punto di vista informativo. C’è infatti un’ampia selezione di documentari che approfondiscono gli aspetti privati e meno noti delle vite e delle carriere di personalità del calibro di Chanel o Saint Laurent. Proprio su quest’ultimo è incentrato il docufilm L’Amour Fou che ci presenta un ritratto inedito di Yves
Nella pagina accanto. In alto. Yves Saint Laurent in posa assieme a Pierre Bergè. Karl Lagerfeld in una scena di Karl Lagerfeld Confidential. In questa pagina. Valentino Garavani in posa con alcuni dei suoi capi.
Saint Laurent, un artista ma anche un uomo tormentato dal demone della solitudine e della fragilità emotiva. Il suo incontro con Pierre Bergé in questo è stato salvifico: Bergé si è rivelato un porto sicuro nel quale rifugiarsi nei momenti di crisi, oltre che un compagno paziente, organizzatore e manager. Nel documentario emerge chiaramente l’amore profondo tra i due, un amore che di romantico e perfetto ha avuto ben poco ma che ha saputo dare vigore al Saint Laurent artista. Sono numerosissimi poi i docufilm su Karl Lagerfeld, ma pochi come Lagerfeld Confidential hanno saputo osservare così da vicino la sfera privata, oltre che quella professionale, di uno dei personaggi più poliedrici e affascinanti del mondo della moda. Il regista Rodolphe Marconi porta sullo schermo un Karl Lagerfeld inedito, raccontandone le passioni, gli hobby, il rapporto con la famiglia, pur non toccando mai il tema della sessualità. Ne emerge un Lagerfeld diverso da quello a cui il panorama della moda è abituato, dall’icona identificata ormai dall’inconfondibile coda di cavallo bianca e gli occhiali scuri. Impossibile infine non menzionare il documentario di Matt Tyrnauer su Valentino Garavani, Valentino The last emperor, girato in due anni per un totale di 250 ore di riprese. Vengono raccontati gli ultimi due anni di carriera di uno degli stilisti italiani più amati di tutti i tempi, coniugando al complesso ed immenso creatore anche il merito del partner Giancarlo Giammetti che, come Bergé con Saint Laurent, è suo compagno ma anche collaboratore. Non manca nulla dunque: l’amore, il drama, la bellezza. Come sempre Valentino porta a casa uno show impeccabile. ■□
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A cura di CAMILLA BONSIGNORI
Juergen Teller
il realismo glamour
A cura di VALENTINA DONNINI
Gli anni ‘80: un effimero paradiso di lusso ed ostentazione, sfarzo, lustrini e benessere, avvolti in un’atmosfera patinata e glamour ad ogni costo. In questo panorama e nella sua allure perfetta ed irraggiungibile, irrompe la crisi dei valori e la fragilità di un decennio che vede a poco a poco il suo inevitabile tramonto. L’estetica di Juergen Teller irrompe magistralmente in questo scenario di cambiamenti, facendosi emblema del nuovo che avanza. Con il suo realismo minimal il fotografo tedesco, classe ‘64, diventa infatti l’interprete della rivoluzione mediatica degli anni ‘90 e del crollo di tutti i valori ed i cliché che avevano caratterizzato un’intera epoca del mondo della moda (e non solo). Negli anni ‘90 la comunicazione di massa viene trasformata nella sua essenza: il web rende possibile conoscenza e condivisione planetaria, a tutti i livelli, il mondo della moda e dell’haute couture, intese come espressione di ricchezza e status symbol, ven-
gono stravolte da una tendenza sempre più marcata alla personalizzazione. Una maggiore conoscenza porta una sensazione di maggiore libertà ed abbattimento di limiti e limitazioni: in un contesto così stimolante, la fotografia può essere espressione e commistione di generi, terreno fertile per nuovi esperimenti. Con le proprie immagini essenziali, sgranate, che sembrano scovate e portate alla luce da diari privati, quasi segreti, il concetto di immagine nella moda con Juergen Teller viene così totalmente rivoluzionato. Per decenni la moda era stata sinonimo di lusso ed espressione di un preciso status symbol: un qualcosa a cui ambire, un modello ben preciso a cui aspirare, pressoché irraggiungibile ai più. Con l’avvento degli anni ‘90 lo stile e le tendenze tendono invece all’affermazione di sé e della propria reale identità, piuttosto che ad una standardizzazione verso l’alto. Emergono designer quali Alexander McQueen e John Galliano, che contribuiscono ad arricchire questo nuovo scenario traghettando il mondo della moda verso una nuova fase. Teller ritrae i suoi soggetti nelle loro imperfezioni, nella loro natura originale, senza trucco, in location spoglie, minimali, rubate alla vita quotidiana. Non più classiche ambientazioni da studio fotografi-
Nella Pagina affianco. In alto. Kirsten Dunst, Editoriale per W Magazine, 2014 Celine, ADV Campaign F/W 2011 In basso. Kate Moss, 1998 In questa pagina. In alto. Celine, ADV Campaign FW 2011 In basso. Sonia Rykiel, ADV Campaign S/S 2015
co, ma shooting realizzati in ambientazioni spoglie, pareti casalinghe, strade perse in mezzo al nulla. Il fotografo lascia emergere il proprio personale rapporto con il soggetto immortalato, lascia cadere il velo di distacco e l’allure perfetta e patinata che aveva trionfato a lungo su editoriali e cartelloni pubblicitari. Teller inizia il suo percorso nel mondo della musica e poi inizia a collaborare con grandi Maison quali Marc Jacobs, Celine, Vivienne Westwood che lo portano al successo planetario, e sono in tanti, ancora oggi, ad ispirarsi al suo approccio ed al suo stile inconfondibile. Le modelle sono ritratte per la prima volta senza make-up, senza filtri, e spesso proprio le imperfezioni di queste istantanee sono ciò che resta più scolpito piacevolmente nella mente. Juergen Teller rende il proprio fruitore quasi un complice presente: lo lascia intrufolare dentro immagini ed istanti strappati all’ombra delle famose luci della ribalta, a mostrare una quotidiana e semplice realtà, di certo imperfetta. Imperfetta, d’altronde, come la vita stessa. ■□
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A cura di CAMILLA BONSIGNORI
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Nella Pagina affianco. Castello di Kanazawa. In foto. Foresta di Bambù
Raffinato il Giappone, proprio come un Mon Chéri, certamente più freddo e austero di un Rocher, ma anche più intrigante e complesso. Niente scioglievolezza, niente avvolgenza, chi lo sceglie deve sapere che assaporerà una dolcezza misurata, per nulla stucchevole e mai scontata, attenuata da una frustata alcolica che presto riporta alla realtà e inebria leggermente evitando con maestria le più smielate derive. Questa dissertazione a stampo sinestesico sui cioccolatini – ahimè, il girone dei golosi mi aspetta - per dirvi che il Giappone, meta perfetta per i gusti più ricercati, saprà affascinarvi con le sue eccezionali peculiarità. Il romanticismo non fa per me, ma vi assicuro che la grazia e la delicatezza di questo Paese vi colpiranno dritti al cuore. Storia e natura si intrecciano in modo sorprendente lasciando ogni volta il visitatore a bocca aperta di fronte a tanta eleganza e bellezza. Anche negli aspetti più caotici delle metropoli, il “troppo” arriva di rado e ogni cosa ha un suo equilibrio. Raccontare a parole le mille sfaccettature di questo Paese, tanto complicato quanto meraviglioso, non è affatto semplice ma le sfide mi piacciono tanto quanto i Mon Chéri. E allora seguitemi alla scoperta di questo mondo e lasciatevi stupire da tradizioni millenarie, dalla modernità più evoluta e dalla natura più incontaminata.
GIAPPONE mon cheri A cura di CRISTINA CAPECE
5 consigli per partire a cuor leggero Premetto di aver visitato il Giappone in agosto mentre il periodo migliore sarebbe la primavera ovviamente per assistere alla fioritura dei ciliegi – giusto per richiamare i Mon Chéri - che tinge di rosa l'intero panorama. Se avrete nei prossimi mesi la possibilità di ritagliarvi almeno quindici giorni liberi vi godrete questo Paese in uno dei momenti migliori.
trasporto e alloggi.
Detto questo, iniziamo dai consigli utili che vi serviranno in qualsiasi momento dell'anno decidiate di partire. Un viaggio in Giappone significa molte cose: in primis esperienze uniche e paesaggi spettacolari ma anche tante risate e tanta pazienza. Il viaggio giappo-fai-da-te è impegnativo sotto ogni aspetto, dalla preparazione alla realizzazione. Niente allarmismi, tutto è fattibile basta non essere precipitosi e leggere con calma le numerose informazioni disponibili. Certo se siete in cerca di una vacanza easy senza intoppi, l’unico consiglio è… Cambia destinazione subito!
#3 Preparati a dimagrire: non significa che i piatti non siano buoni, dipende molto dall’abitudine ai gusti particolari. Il cibo è comunque più leggero per lo scarso uso di condimenti e per le cotture più salutari.
#1 Organizza tutto da casa: la progettazione è fondamentale per un buon esito del viaggio. Stabilite l'itinerario nel dettaglio e prenotate mezzi di
#2 Sii pronto ad adattarti: il fuso stravolto, le bacchette per mangiare, la singolare concezione degli spazi vitali, la discrezione dei giapponesi, le rigide aree fumatori, la massima pulizia di tutti gli ambienti, le scarpe che devono essere tolte, la puntualità dei mezzi...
#4 Preparati a non essere capito: niente panico di fronte a cartelli, segnaletica e menù incomprensibili. Scatenate la vostra fantasia e attuate tutti gli stratagemmi possibili. Insomma, soluzioni punk per sopravvivere come se non ci fosse un domani. #5 Goditi a pieno tutti i momenti: Sarai dall’altra parte del mondo, non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale. Ogni cosa va presa con filosofia nel massimo rispetto delle abitudini e delle tradizioni locali.
Giappone, Mon amour Nella Pagina affianco. Dall’alto. Castello Bianco di Kanazawa. Statua Vairocana Buddha, nel tempio Tōdai-ji. Donna in abiti tradizionali a Tokio. In questa pagina. Dall’alto. Tokio, vista notturna. Kyoto, Kiyomizu-dera. Villaggio di Shirakawa-go.
Ogni città è davvero ricca di monumenti, parchi e musei. Per evitare di annoiarvi con un lunghissimo elenco, ho scelto per i voi i posti che più mi hanno rubato il cuore.
Tokyo Da vedere il santuario Meiji-jingu, meraviglia del culto shintō e il Sensō-ji, il più antico e importante complesso templare buddhista della città. A Tokyo ci sono numerosi parchi cittadini che in primavera vi regaleranno il meglio tra cui il parco di Ueno, il Shinjuku Gyoen National Garden e il Yoyogi-kōen. Favoloso perdersi tra i quartieri della capitale: a Hamacho si trova la palestra di Arashio-Beya dove guardare gli allenamenti di sumo, a Tsukiji il più grande mercato del pesce del mondo, a Ginza il Palazzo imperiale, a Roppongi la Tokyo Tower, a Shibuya l’incrocio pedonale più trafficato al mondo e a Odaiba il Rainbow Bridge e la Statua della Libertà di Tokyo.
Kyoto Kyoto è ricchissima di monumenti e attrazioni come il mercato di Nishiki, il maestoso Palazzo imperiale e l’imponente castello di Nijō entrambi circondati da bellissimi giardini. Impossibile non citare i tre Patrimoni Unesco: il Kinkaku-ji circondato da un incantevole giardino, il Tenryuji Temple e il Kiyomizu-dera, noto per la spettacolare balconata in legno. Imperdibile il giardino zen del tempio Ryoan-ji di Kyoto meraviglioso nel periodo della fioritura. Il Fushimi Inari-taisha, santuario shintoista caratterizzato dal singolare tunnel con migliaia di porte torii che dal tempio conduce nella foresta fino alla cima del monte Inari. Ad Arashiyama, poco distante da Kyoto, sorge l’incantevole foresta di bambù che anche senza fiori vi assicuro essere sensazionale.
Takayama e Shirakawa-go Imperdibili il santuario Sakurayama Hachiman e la passeggiata a Higashiyama, percorso davvero piacevole attraverso i templi della città. Non fatevi scappare due gite uniche: la prima a Hida no Sato, museo a cielo aperto situato a Takayama con più di 30 case coloniche e altri edifici tradizionali della regione; la seconda a Ogimachi, il villaggio più grande di Shirakawa-go sede di diverse decine di antiche gassho-zukuri, le tradizionali abitazioni.
Kanazawa Qui troverete lo strepitoso Kenrokuen, giustamente classificato come uno dei tre “giardini paesaggistici” più belli del Giappone. Bellissimo in estate, figuriamoci in primavera. Nella città di Kanazawa merita una visita il caratteristico castello bianco costruito nel 1583 dal potente clan Maeda.
Nara Nel tempio Tōdai-ji potrete ammirare il Vairocana Buddha, una statua alta quattordici metri. A Nara potrete passeggiare circondati dai circa 1200 cervi che circolano liberamente per la cittadina perché considerati messaggeri divini nella religione Shinto. Le cose da aggiungere sarebbero troppe, mi taccio e lascio parlare le immagini... ■□
A cura di DREWSPET
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Enrico Bartolini Intervista stellata con lo Chef A cura di MARA GUALINA
Enrico Bartolini, classe 1979, originario di Pescia (PT) è chef e business man. Prima stella Michelin a soli 29 anni, 3 forchette Gambero Rosso, 3 cappelli della Guida L’Espresso e 5 ristornati, l’ultimo dei quali appena inaugurato. Talento, energia e un bacino di idee incontenibili. La sua cucina, definita Contemporary Classic, è un’esplosione di passione e di sapori e garantisce un’esperienza culinaria pura ed una presentazione maniacalmente perfetta. Abbiamo fatto due chiacchiere con Lui che, nella sua bianca divisa da chef, ci ha accolti nel suo Ristorante Bartolini all’interno del Mudec di Milano e questo è quello che abbiamo scoperto. Quando e da dove nasce la Sua passione per la cucina? Quando ha deciso di farla diventare un lavoro?
I bambini giocano in cucina, mi colpì lo zucchero diventare caramello e, non smettendo di giocare, l’ho fatto diventare un mestiere. Cosa ne pensa del suo ambito oggi? Rimpiange il passato o crede che l’interesse sempre più vivo alla materia di questi ultimi anni stia giovando al mestiere? Negli ultimi anni c’è grande attenzione alla gastronomia. Quando ho iniziato il mio desiderio era di misurarmi con chi faceva la partita ed essere bravo quanto lui. Io non mi preoccupo di dove va un Paese. Io vivo, facendo del mio meglio. Si definisce cultore della tradizione rivisitata in chiave attuale oppure è più affine alle nuove frontiere in campo culinario? Che cosa ne pensa ad esempio della cucina molecolare?
Nella Pagina affianco. Enrico Bartolini, ritratto. In questa pagina. In alto. Ristorante Bartolini, interni vista di giorno. In basso. Ristorante Bartolini, interni vista notturna.
La classicità si conserva e la modernità si interpreta. La cucina molecolare è un po’ un tema superato come descrizione. Se molecolare vuol dire trasformare gli ingredienti senza coprire i sapori sono d’accordo. Fare il cuoco, figuriamoci lo chef, ad oggi è un progetto molto ambizioso ed altamente competitivo. Quanto hanno inciso nel suo caso le conoscenze coltivate negli anni per arrivare dove è ora? Quali sono le esperienze che più l’hanno formata? Le esperienze umane e le amicizie sono indispensabili perché, assieme ai luoghi che si visitiamo, formano l’educazione. Ho ammirato in particolare Antonio Pierozzi, cuoco a Montecarlo di Lucca, il quale mi ha dato i valori che un adolescente desidera avere. Importanti anche Massimiliano Alajmo che mi ha trasmesso quel concetto di emozione nel piatto e Remo, chef con cui collaboro a Milano da sette anni. Io e Remo abbiamo un forte legame perchè abbiamo idee in comune e penso che se si condividono i pensieri essi diventino forti. Altra tendenza che spopola negli ultimi anni è quella dei critici culinari amatoriali che troppo
spesso diventano i cosidetti “leoni da tastiera”. Che consiglio vorrebbe dare a chi legge le recensioni e soprattutto a chi le scrive? Io non lo faccio, non ho esperienza per poter dare suggerimenti. Io ci tengo che questo mondo venga rispettato. Se si è seguiti ovviamente il parere ha un certo peso. Se qualcuno vuole dire qualcosa lo dica a me, le critiche sono ben accette. Chi non lo fa di mestiere però dovrebbe avere riguardo a quello che dice e pubblica. Sino a non molti anni fa uno dei riconoscimenti più ambiti in ambito culinario era la Stella Michelin. Come immagino avrà sentito anche Lei però, alcuni noti chef hanno dichiarato un generale disinteresse per la cosa. Lei che opinione ha in merito? Sono davvero pochi, si possono contare su un palmo della mano. Io non lavoro per Michelin, lavoro per i miei clienti e per il mio staff ma quando Michelin mi ha premiato ho ricevuto una grande comunicazione e un gran ritorno quindi non vedo il motivo di oppormi. In questo momento se fosse un gioco io parteciperei. Noi ci chiudiamo in cucina ad ascoltare, senza giudicare, aspetto di vedere cosa accade e a lavorare sulla nostra idea di cucina. La cucina stellata e, molto spesso, anche quella che non lo è ha dei prezzi proibitivi. Cosa giustifica secondo Lei il costo? Il costo del ristorante dovrebbe essere più alto: piatti, bicchieri, regole sanitarie, mobili, staff hanno tutte un costo elevato. Chi lavora nel ristorante è sempre soggetto a critiche e stress e se non si ha polso si rischia di stare male. È giusto esistano attività costose dove ci si coccola nel lusso anche se, in Italia, la tavola è considerata più cultura che lusso. Come consiglia di approcciarsi all’Alta Cucina per un profano intenzionato a degustare per la prima volta una cena stellata? A cosa fare attenzione e come scegliere il ristorante giusto. La scelta non so indicarla ma deve esserci il piacere di passare un buon momento. È un’attività condotta da persone non un luogo in cui ci si serve da soli. Se oltre alla bontà si è stati coinvolti emozionalmente la probabilità di aver la voglia di tornare è più alta. In merito alla Sua cucina invece, come nasce un suo piatto e quanto influisce la sua brigata nella creazione di questo?
Il lavoro è di squadra e ogni piatto nasce in maniera diversa. Non è facile fare tanti piatti che soddisfino durante l’anno, avere un menù con ingredienti stagionali con 20/25 proposte è un lavoro enorme. Approfittiamo a questo punto per dare qualche indicazione ai nostri lettori, appassionati di cucina, che vorrebbero seguire le sue orme. Che consiglio darebbe a tutti i giovani sognatori? Di comprare il libro che esce il 28 novembre “Enrico Bartolini, Classico Contemporaneo”… Scherzo! Io ho iniziato nel ‘93, tra la scuola alberghiera e le esperienze di lavoro. Oggi le occasioni sono diverse. Me ne accorgo anche solo osservando i miei nipoti di 15 anni. Siamo portati a comunicare più velocemente con l’avvento di internet e l’evoluzione della comunicazione ha cambiato tutto. Ma chi fa/aspira a fare il lavoro del cuoco deve allenare il palato perché deve avere grande capacità di pensare. Questo è molto importate.
Se possibile ora vorremmo sapere quali sono i suoi progetti futuri e gli obiettivi che ha in mente di raggiungere nei prossimi anni. Consolidare questi 5 ristornati, la nuova apertura a Bologna all’interno di Fico e tanti altri progetti. Non ci si ferma mai. Lancia un saluto ai nostri lettori? Carissimi vi aspetto al ristorante e venite numerosi! ■□ Nella Pagina affianco. Dall’alto. Bottoni di olio e lime al sugo di cacciucco e polpo cotto alla brace. Gambero mezzo fritto con salsa al tamarindo. Tagliolini al caviale Royal. In questa pagina. Patata soffice, uovo e uova.
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A cura di LUDOVICA RIGO
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How to dress a A cura di LUDOVICA RIGO
Jacket
NEL CAOS DI LEVANTE ALLA SCOPERTA DI CLAUDIA LAGONA
la nuova promessa del cantautorato italiano A cura di SABRINA CAMERRA
“Claudia, la vita è bellissima perché ti dà sempre una possibilità di riscatto.” Queste sono state le parole della mamma di Claudia Lagona, in arte Levante, dopo il successo inaspettato e travolgente di “Alfonso”, hit da 6 milioni di visualizzazioni su YouTube. Era il 2013 e tutto doveva ancora cominciare. Claudia cantava le sue storie lontano dai palcoscenici e dai riflettori, immaginandosi ad una festa dove tutti si divertono in maniera grottesca e lei, con il drink in mano, esplode in un liberatorio “che vita di merda!”. L’ha detto senza pensare alle conseguenze, di pancia, come le piace ed è solita fare. Con disarmante onestà ha dato voce ai suoi pensieri e la vita le ha sorriso, regalandole la notorietà. Quello è stato il momento
in cui Levante ha fatto il suo timido e incredulo ingresso nel mondo delle radio e della discografia. Ad oggi, non sembra intenzionata a uscirne. Levante nasce a Caltagirone, nella profumata Sicilia, il 23 maggio del 1987. È una bambina come tante, caotica e disordinata, che ama scorrazzare tra aranceti e limoni, in compagnia degli amici e dell’odore del vento. La spensieratezza di quei momenti e dell’infanzia si interrompe troppo presto per lei. A soli nove anni, infatti, Claudia si trova a dover affrontare la perdita tremenda del suo papà. È un avvenimento cruciale nel percorso della donna e dell’artista, poiché da quel dolore Levante farà fiorire
i primi testi e le musiche che le salveranno la vita. “Eravamo in sei a casa, una folla, ed era stupendo. Quando è mancato questo uomo fortissimo, che riempiva ogni stanza di casa, mamma ha deciso di darsi l’opportunità di essere nuovamente felice. Per questo siamo tornati dai suoi genitori, a Torino.” Vedova a 38 anni e senza un lavoro, la mamma di Levante ha deciso di saltare nel vuoto, trasferendosi con i suoi figli a Torino. È tutt’ora la mia eroina dice di lei la figlia. Ben diversa dalla Sicilia e dai ricordi di gioventù, Torino è la città della rinascita e delle nuove opportunità; la città di Alfonso, del successo e del coraggio. Levante di coraggio ne ha avuto tanto. Quando ha perso suo padre ed abbandonato le sue radici. Quando, nel 2010, ha rifiutato di partecipare ad un talent ed è partita per l’America suonando in ogni dove. Quando il Festival di Sanremo l’ha esclusa prima ancora di cominciare. Quando si è sposata e ha divorziato. Ha avuto coraggio nel fare tutto da sola, sempre, costruendosi un percorso umano ed artistico incredibilmente autentico, intrapreso senza scorciatoia alcuna. “Sono una persona abbastanza inconcludente, inizio tante cose e poi non le porto a termine. Ma con la musica, per fortuna, vado sempre fino in fondo”. Arrivano così, spinti da un’esigenza creativa fortissi-
Nella Pagina affianco. Levante in una foto promozionale. In questa pagina. Dall’alto. Fotografia di Levante. Cover album Nel caos di stanze stupefacenti di Levante.
ma e una devozione profonda verso il suo mestiere, i primi due album della cantante siciliana, a distanza di un anno l’uno dall’altro. “Manuale distruzione” è il disco d’esordio, pubblicato nel 2014 e finalista al Premio Tenco nello stesso anno. È uno scrigno contenente 12 canzoni in cui Levante racconta tanto di sé, dei suoi sogni e delle sue debolezze. “Si è sviluppato in un momento in cui avevo paura di quel che avrei potuto fare o non fare, ero insicura, con la musica non andava bene, stava passando il tempo e nulla si muoveva. Ma porto avanti una tesi da sempre, quella di crescere su grandi macerie. Io l’ho fatto, le ho cavalcate e le ho trasformate nella mia forza.” Nel secondo album Levante sembra mettere in ordine le cose, per fare chiarezza e ritrovare un po' di equilibrio e stabilità. “Avevo questa insegnante di pianoforte incredibile, che mi faceva telefonate lunghissime. Io ero un’alunna totalmente indisciplinata, non studiavo, saltavo le lezioni. Un giorno mi chiama e mi dice: «Abbi cura di te». È una frase che mi ha trafitto il cuore perché nella
alleviare il dolore e donarle, per così dire, un centro di gravità permanente. Il suo destino, forse la sua natura, sembrano comunque riportarla sempre a quel caos primordiale che la contraddistingue e le appartiene. “È una condizione necessaria, sono una disordinata cronica. Ma ci vivo benissimo nella mia confusione, non si sta poi così male.” Non a caso, osservando la copertina del suo nuovo album, vediamo l’artista rovesciata sul pavimento senza vestiti, nuda e cruda. È l’immagine di una Levante ancora bambina, caduta dalla poltrona sul In questa pagina. Dall’alto. Locandina del tour Caos in Europa e Caos in Teatro. Foto promozionale di Levante.
vita ho sempre fatto il contrario. Il mio secondo disco è arrivato così, con la volontà di diventare una persona più serena”. “Abbi cura di te” è un invito spassionato ad amarsi per riuscire a toccare con mano la vera felicità. È un album voluto con tutto il cuore dalla cantautrice, che ne ha curato ogni dettaglio con costanza, dalla produzione alla realizzazione. “Credo fortemente in una sola felicità: quella dettata dall’amore verso sé stessi. Finché il dolore ci fa stare bene, non vorremmo mai essere felici, perché crogiolarsi nel dolore è molto, troppo facile. Essere felici, invece, è difficile. Bisogna sceglierlo ogni istante, con forza e coraggio.” Il giro di boa di questo viaggio lungo una vita sembra essere giunto nel 2017, anno di consacrazione di Levante come cantautrice e personaggio di successo. A gennaio viene pubblicato il suo primo romanzo, intitolato Se non ti vedo non esisti, edito da Rizzoli e attualmente già alla quinta ristampa. Tre mesi dopo vede la luce il suo terzo lavoro in studio “Nel caos di stanze stupefacenti”, da cui sono tratti i due successi Pezzo di me e Non me ne frega niente. In poco tempo si diffonde anche la notizia della sua imminente partecipazione a X Factor in qualità di giudice, accanto a Manuel Agnelli, Fedez e Mara Maionchi. “Siamo in classifica, siamo in radio, in televisione. Sta andando tutto molto bene” ha commentato Levante descrivendo il periodo fortunato di cui è protagonista. “Devo dire che con questo nuovo disco ho sciolto dei nodi: a quasi 30 anni mi sono ritrovata a fare i conti e a tirare le somme: sono grande, ma c’è una bambina di 9 anni che abita dentro di me e che non voglio assolutamente abbandonare”. Si tratta di cerchi, dunque. Cerchi che Levante, sin dalla tenera età, ha chiuso e riaperto tante volte, guardandosi dentro e attorno, alla ricerca di una cura che potesse
suo riflesso, in un bellissimo specchio antico. “Nel caos di stanze stupefacenti” presenta 12 storie molto disordinate e caotiche, che portano con sé tantissimo rumore, perché raccontate sopra timpani prepotenti, armonizzazioni, chitarre e cori a non finire. Tutto è ad alto volume, tutto riconduce ancora una volta al caos. Questa volta, però, lo sguardo è molto più ampio e si estende alla realtà circostante, al mondo intero. “Ho sempre scritto in maniera molto egoistica: le mie storie, le mie cadute, le mie vittorie. Quest’anno sono stata colpita da quello che ci circonda, dai fatti di attualità, dal femminicidio, dall’atteggiamento vigliacco sui social, dall’omosessualità, dal terrorismo. Ho parlato di queste cose come riesco.” È così che in “Gesù Cristo sono io” l’artista affronta il tema della violenza domestica, partendo da spunti ricondotti alla Bibbia; o ancora in “Non me ne frega niente” attacca la vigliaccheria dell’uomo, bravo a digitare dietro lo schermo del computer, ma sostanzialmente indifferente a ciò che avviene fuori dalla stanza. Claudia è matura, cosciente, ha appena compiuto 30 anni e continua a scatenare tempeste con i suoi versi e la voce calda e sfrontata. Sorge e risorge ancora,
“Sono una persona abbastanza inconcludente, inizio tante cose e poi non le porto a termine. Ma con la musica, per fortuna, vado sempre fino in fondo” In questa pagina. Levante in una foto promozionale per X-Factor Italia 2017. Nella Pagina successiva. Foto in bianco e nero di Levante.
come il Sol Levante, come il soprannome che si porta mi guardo ancora ogni volta che salgo sul palco. Sono appresso sin da bambina e che le è rimasto cucito orgogliosa e fiera di me, pago il prezzo tutti i giorni addosso. per essere felice e per fare ciò che amo”. ■□ Potremo ascoltarla e condividere con lei forti emozioni molto presto, nel tour che la vedrà protagonista nei club di Europa e nei teatri italiani a partire da febbraio. “Caos in Teatro” è il nome assegnato al tour italiano, che partirà da Spoleto il 24 febbraio 2018 e toccherà le principali città della penisola (tra cui Firenze, Roma, Milano e Bologna) in quattordici tappe, per concludersi il 12 marzo a Napoli. Le cinque date europee impegneranno invece Levante ancora prima, dall’8 febbraio, durante il partenopeo Festival di Sanremo, escludendola anche quest’anno dalla rosa dei possibili candidati. Il nuovo anno si apre dunque nel migliore dei modi per la cantautrice siciliana, che può godere dei frutti del suo lavoro, coltivato per una vita intera. Assoluta protagonista del 2017, artista del momento, Levante può affermare con certezza che, in fondo, non è una vita di merda e non lo è mai stata. “Non mi faccio tante domande su quello che ho fatto e che sto facendo. Sicuramente sono fiera del mio percorso e di tutta la strada che hanno fatto questi piedi, che
“Devo dire che con questo nuovo disco ho sciolto dei nodi: a quasi 30 anni mi sono ritrovata a fare i conti e a tirare le somme: sono grande, ma c’è una bambina di 9 anni che abita dentro di me e che non voglio assolutamente abbandonare”
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A tu per tu con
Matteo Tosi “Non ho mai immaginato di fare altro” dice, “anche se ho capito solo strada facendo quale fosse l’indirizzo da seguire”. Così inizia l'incontro con Matteo Tosi. Il giovane designer, classe 1984, parte da Milano per il suo percorso nel campo del prodotto d'arredo. La sua prima collaborazione importante con Gordon Guillaumier gli ha “affinato il gusto”, dice, per trasferirlo nei suoi progetti. Da lui ha avuto modo di lavorare sia sul prodotto, sia nell’interior design. Ne deriva oggi un fil rouge progettuale rappresentato dal rapporto fra uomo e natura, sfruttando le caratteristiche dei materiali presenti intorno a noi. “Credo che la natura abbia sempre meno spazio nelle città ed un po’ alla volta si sta mettendo attenzione su questo aspetto fondamentale”. Lo abbiamo conosciuto meglio e si è raccontato a That's All Trends. Quali sono le tue fonti di ispirazione? Il mestiere del designer è un lavoro composto da una stratificazione di conoscenze e percorsi che si intrecciano. Per questo mi tengo informato e studio quello che accade nel nostro settore non perdendo di vista quello che è stato fatto in precedenza. Alcuni strumenti importanti che uso sono le riviste e i libri, che sono una mia passione e mi piace collezionarli. Mi stimola molto anche viaggiare ed esplorare culture diverse. Grazie a internet tutto questo è reso più facile e veloce, ma non è lo stesso quando lo si vive di persona. Quali sono gli oggetti di design che ti rappresentano maggiormente? Mi ricordo di quando mi stavo approcciando al mondo del design con più coscienza che ho ammirato lo spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck per Alessi. Penso anche alla Bilancia, il calendario di Danese disegnato da Enzo Mari, un oggetto dal design molto pulito e minimale, crea interazione con l’utente. E poi tempo fa ho riconosciuto e recuperato a un mercatino delle pulci per soli 30€ la poltroncina di Zanotta Oasis disegnata da Franco Legler che ho
Nella Pagina affianco. Installazione delle lampade fiorite My lamp is blooming. In questa pagina. Fotografia di Matteo Tosi.
riconosciuto in mezzo a mille cianfrusaglie: qualche volta la conoscenza delle cose può far fare buoni affari. Tre designer che ammiri? Farei 3 nomi di maestri che han saputo trasferire il loro concetto nelle loro creazioni e progetti: Carlo Scarpa, sia per il design di prodotto che per la decorazione di interni e architettura; Dieter Rams, designer che ha sicuramente raggiunto una perfetta sintesi unendo funzione e forma e tra i contemporanei ammiro e ho avuto la fortuna di conoscere Rodolfo Dordoni, designer a tutto tondo di grande cultura e cura per i dettagli.
E arriviamo ad oggi. Il progetto che ti ha visto protagonista quest'anno durante la design week è C&M Lamp. Il corpo illuminante prezioso che unisce vetro, marmo e metallo dal forte tratto italiano. Due lampade oserei dire complementari. Quali sono le loro particolarità? Le C&M Lamp sono oggetti decorativi e anche lampade da tavolo per un’ambientazione residenziale contemporanea. Questo si evince dai materiali utilizzati, preziosi e ricercati ed il rapporto che creano fra loro forma ed estetica. Disegnare questo oggetto mi ha emozionato: è un progetto che avevo nella testa da tempo e dargli corpo è stato importante.
Come motivi la scelta per i dettagli vintage? In generale è un gusto che mi appartiene e ha sempre connotato lo stile dei designer per cui ho scelto di lavorare. Una cultura ed immagine che mi ha sempre colpito: poco chiassosa e più raffinata, preferisco dettagli sottili rispetto ad alcuni più evidenti e sfacciati.
La collaborazione con Lella Zambrini, psicologa milanese migrata nell’arte e nel design per naturale interesse ed empatia, è stata un’occasione davvero preziosa. Infatti considero sempre importante potersi confrontare con creativi che arrivano da altri settori e che hanno modi di espressione diversi. Questo confronto e collaborazione è stata una crescita reciproca. L'esposizione è stata ospitata dallo Store di 120%. Tutti hanno sogni nel cassetto e per un designer Insomma si evidenzia un collegamento tra design questi sono si concretizzano in veri e propri proe moda. getti. Cosa ti piacerebbe creare, o meglio, su quaNon sarebbe possibile immaginare l’universo creativo le tipo di prodotto ti piacerebbe sperimentare? diviso per settori: le idee nascono dalla commistione Ammiro molto il designer Giacomo Moor che utilizza di spunti ed esperienze. Tra l’altro in questo periodo il legno come tema principale, materiale tradizionale storico stiamo assistendo ad un fenomeno interescon un grande potenziale di cui bisogna avere una sante: la moda progetta l’interior. profonda conoscenza. Lavorare e creare modelli a mano è un tema che non mi ha mai abbandonato e Proprio sulla base della sua idea di legame tra che vorrei approfondire. progetto e natura, che in questo caso prende il Mi piacerebbe lavorare su oggetti di uso comune per sopravvento, ecco che la lampada prende vita e la casa come imbottiti, scrittoi, madie con un dettafiorisce. Un gioco di interazione tra luce e fiore glio che lo renda mio. insomma. Cosa ci racconti, di questa collaborazione con Sa’rosas, My Lamp Is Blooming? Sempre più giovani oggi si affacciano al mondo
della creatività. Un mondo spesso difficile a cui accedere. Cosa consigli ai giovani che scelgono questa strada? Fondamentale sono sicuramente lo studio per farsi una base in modo da poter analizzare in modo critico il lavoro degli altri e il proprio. Avere molta curiosità, verso tutto ma soprattutto nei confronti degli altri designer e i materiali, nuove tecnologie e tecniche di produzione. Personalmente amo collezionare e poi documentarmi sui libri, di design, di architettura, di arte o grafica...per trovare materiale che a volte anche su internet non si trova. Bisogna sfatare il falso mito che internet contenga tutte le informazioni necessarie. E poi, come spesso mi hanno ripetuto i miei mentori, è meglio procedere lentamente, passo dopo passo, che andare veloci. È giusto dare una direzione e concentrarsi sul proprio percorso. Ognuno avrà il suo che porterà ad un traguardo che arriva solo dopo tanta fatica. Matteo Tosi si sta muovendo verso l'autoproduzione “che ha una sua positività dal punto di vista creativo perché permette di esprimersi con meno vincoli”. Grazie a questo il design ha la possibilità di seguire i suoi progetti a tutto tondo, dal disegno alla costruzione, esprimendo così il massimo della creatività e dell'originalità artigianale. Matteo Tosi sogna, un giorno, di vedere le sue idee sviluppate su scala industriale. Intanto sta preparando le nuove proposte in vista il Salone del Mobile 2018. In bocca al lupo Matteo! ■□
Nella Pagina affianco. Installazione delle lampade fiorite My lamp is blooming. In questa pagina. Lampada da Tavolo C_Lamp di Matteo Tosi.
Fashion Room
Glamour
toughts Photo & Post Production Ĺ ukasz KuĹ›
Photo Assistant Kaja Dobrowolska
MUA
Anastasiia Redchyts
Model
Dominika Staniaszek
Agency
AS Managment
In foto. Pantaloni di Emilio Pucci. Giacca di LeBrand. Camicia di Max Mara Weekend.
In foto. Camicia Vintage. Completo di MMC Studio.
In foto. Lupetto di COS. Gonna di COS. Orecchini di Mango.
In foto. Giacca di MMC Studio. Abito di MMC Studio. Scarpe vintage di Victor & Rolf.
In foto. Abito di MMC Studio.
In foto. Lei: Divided by H&M. Lui: Pepe Jeans.
Innocent
youth Photo
Patricio Mardones
MUA
Ely Gaby
Models
Valeria Poleser Clemente Kalm
Agency
We love Models
In foto. Lei: Abercrombie & Fitch
In foto. Lei: Divided by H&M. Lui: Top Man.
In foto. Lei: Opposite. Lui: Calvin Klein.
In foto. Lei: Abercrombie & Fitch. Lui: Basement.
In foto. Lui: Basement.
In foto. Lei: Opposite. Lui: Calvin Klein.
t e W s e s o R
PHOTO & POST PRODUCTION . Roberta Annunziato . STYLING & CREATIVE DIRECT
TION . Neha Poorswani . MUA . Claudia Lacchini . MODEL . Carlota Moranga Zubillaga
In foto. Tuta di Mario Dice.
In foto. Mantella di Forever New. Top di Zara. Orecchini di H&M. Collana girocollo di Neha Poorswani. Gonna di Top Shop.
In foto. Giacca di Zara. Orecchini vintage. Bralette di Intimissimi. Gonna di Top Shop. Braccialetto, collezione privata.
In foto. Giacca di Yves Saint Laurent. Abito di Miu Miu. Collana girocollo di Neha Poorswani. Cintura vintage.
Photo & Post Production light Assistant Roxane Moreau
Styling
Vincent Barthélemy Cyrielle Lebreton
fashion Designer Diane Ducasse
dear Society “While taking these photographs, I was trying to draw the portrait of women from my generation today. This work talks about what society requires us in 2018 and the paradox between evolution and regression of the place women occupy in society today. I was inspired by my own journey as a photograph and artist, realizing that the capital where I work and live, Paris, made me a lot more masculin than I was before. This work « Dear society » marks the beginning of a project about women from my generation, born in the 90s. It features women working hard while trying to keep their feminity.” Roxane Moreau
MUA
Digital operator
Model
agency
Rose Dreyer Mathieu / Studio Rouchon Brunaux Léna Karin Models Paris
In foto. Giacca cerata Vintage. Visiera Vintage. Camicia e pantaloni di Da/Da Diane Ducasse.
In foto. Giacca cerata Vintage. Visiera Vintage. Camicia e pantaloni di Da/Da Diane Ducasse. Scarpe di Oysho.
In foto. Tuta di Da/Da Diane Ducasse. Cintura, collezione privata. Calze a rete arancio. Scarpe di Oysho.
In foto. Camicia e pantaloni di Da/ Da Diane Ducasse. Cintura di Chipie. Scarpe di Oysho.
In foto. Completo di Da/Da Diane Ducasse. Camicia di Uniqlo. Scarpe originali marocchine.
In foto. Blazer e pantaloni di Da/Da Diane Ducasse. Foulard di Yves Saint Laurent. Scarpe di H&M. Orecchini, collezione privata.
In foto. Giacca e shorts di Da/Da Diane Ducasse. Borsa di Accessorize.
In foto. Blazer e pantaloni di Da/ Da Diane Ducasse. Visiera di EncrĂŠ.
In foto. Blazer e pantaloni di Da/Da Diane Ducasse. Visiera e t-shirt di EncrĂŠ.
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LA TOP FIVE P R O D OT T I
Labbra
Nyx- Liquid Suede in Stonefox Rossetto liquido prodotto da Nyx Cosmetics, che assicura un effetto al top per tutta la giornata, senza bisogno di ritocchi. Il colore è inusuale, ma se vi piace questo genere è imperdibile. Complimenti garantiti.(€8,90)
Dal rosso al grigio, senza dimenticare l'idratazione: ecco la classifica dei cinque imperdibili prodotti labbra per questo inverno.
Nars- Velvet Matte Lip Pencil in Mysterious Red Un rossetto formato matita che scivola morbidamente sulle labbra e le colora di un rosso classico ed intenso. Il rosso dona a tutte ed è perfetto in ogni stagione.(€27)
Lanolips- 101 Ointment Multipurpose Superbalm Balsamo 100% naturale, super intenso ed efficace, ideale per reidratare le labbra. Una curiosità? Questo prodotto così idratante si può applicare su tutte le zone secche del corpo. (€11,45)
A cura di CRISTINA CALCIATI
MAC- Retro Matte Liquid Lipstic in High Drama Tinta labbra firmata MAC, lunga durata e pigmentazione da sogno. Perfetto per chi vuole un look vampy e labbra impeccabili per tutta la giornata.(€24)
Sephora- Cream Lip Stain in Marvelous Mauve Liquid Lipstick di Sephora Collecion, consigliatissimo e amato da tutti coloro che lo hanno provato. La tonalità #13 Marvelous Mauve si abbina perfettanente alla grande maggioranza delle carnagioni. Con una sola applicazione colore garantito per ore. Non secca le labbra ed è transfer proof.(€10,90)
i migliori
PRODOTTI CORPO A cura di Francesca Marrelli L'inverno è ormai alle porte, pronto a regalarci la silenziosa magia della neve, le serate davanti al camino, e i maglioni colorati. Come ogni anno però, arriva anche il freddo e la prima a risentirne è la nostra pelle. Quante volte durante questa stagione la notiamo più screpolata e che tira in ogni parte del corpo?
per l'inverno
qualità ed efficacia. C'è davvero l'imbarazzo della scelta tra creme, scrub e oli, che vannoda prezzi economici a più high cost. Collistar- Talasso scrub anti-acqua In inverno è particolarmente importante prendersi cura delle zone più secche, come ginocchia, gomiti e talloni, in modo da renderle più lisce e morbide. Lo scrub è il prodotto ideale. Quello di Collistar è composto da sali marini, zucchero di canna,oli vegetali e spezie. Elimina le cellule morte e rivitalizza la vostra pelle. (€47)
Questo accade perchè con l'abbassarsi delle temperature non si ha più il giusto livello di acqua e di sebo nella pelle, che diventa più disidratata, spenta e ruvida al tatto. Ma bastano pochi gesti per reidratarci e donare nuovamente luminosità all'incarnato: con i prodotti giusti e un po' di cura il gioco è fatto! Lierac- Crema corpo e Hydra Body+ latte corpo Nata nel 1975, Lierac Paris applica alla cosmesi i più In commercio sono disponibili svariati prodotti, adatti originali progressi scientifici. Sempre in evoluzione, il a tutti i tipi di pelle, a partire da quelle normali fino brand offre alle donne efficaci trattamenti per viso e a quelle molto sensibili. Anche quest'anno i brand corpo, veri e propri farmaci di bellezza. cosmetici propongono tante novità per la nostra La crema corpo idratante di Lierac è un must have per beauty routine, affiancate da prodotti che invece tutto l'anno, con la sua texture leggera che si assorbe continuano a riaffermarsi ogni stagione grazie a facilmente e non unge (€29.90). Per un risultato
Da Sinistra. Talasso scrub anti-acqua di Collistar. Hydra Body+ Creme di Lierac. Hydra Body+ Lait di Lierac. Balsamo nutriente intenso di Yves Rocher.
Da sinistra. Burro vegetale di Argan di I Provenzali. Creme Ultra Riche di L'Occitane. Olio doccia alle mandorle di L'Occitane. Avena latte corpo extra dolce di Bottega Verde.
ancora migliore da provare il latte corpo Hydra Body+, a base di acqua di cocco revitalizzante, burro di karité e latte di rosa.(€19,90) Yves Rocher- Balsamo nutriente intenso Anche Yves Rocher è tra i brand naturali più amati e ha una vasta gamma di prodotti per la pelle, per tutte le esigenze e con tantissime profumazioni. Il balsamo nutriente intenso è particolarmente cremoso e corposo, perfetto per coloro che presentano una pelle molto secca. È l'ideale per idratare in profondità, ammorbidire e riparare punti critici e soggetti a secchezza. Insomma, una “coccola” per la nostra pelle che diventa liscia come seta.(€12,95)
da sempre attento alla composizione dei prodotti e utilizza più di 200 ingredienti botanici, di cui 1/4 sono certificati bio. L'olio doccia alle mandorle si trasforma in una delicata mousse a contatto con l'acqua che deterge ed idrata con dolcezza. Arricchito con olio di Mandorla, lascia la pelle morbida e profumata. Per le pelli più secche è utile abbinare la crema corpo Ultra riche, che grazie al burro di Karitè, protegge e L'Occitane- Olio doccia alle mandorle e crema nutre la pelle, idratandola fino a 72 ore.(€18-€34) corpo Ultra Riche Questo brand è ottimo per le pelli sensibili poiché è I Provenzali- Burro vegetale di Argan Da più di 50 anni I Provenzali offre prodotti naturali con prezzi accessibili. Il burro vegetale di Argan è ottimo per nutrire a fondo la pelle. Molto più ricco di una normale crema, nutre, protegge e restituisce alla pelle stressata le componenti idrolipidiche perdute a causa del freddo. La consistenza è quella di un burro molto compatto, che va dunque riscaldato con le mani all'applicazione. Non lascia la pelle subito asciutta dopo l'uso, ma bisogna massaggiare fino al completo assorbimento. (€10) Bottega Verde- Avena latte corpo extra dolce Bottega Verde nasce più di 40 anni fa in Toscana, e ha sempre offerto prodotti efficaci, di ottima qualità a prezzi competitivi. Anche quest'anno ci stupisce con una nuova linea all'avena, indicatissima per questi mesi invernali ma perfetta tutto l'anno, soprattutto per pelli sensibili. In particolare il latte corpo extra dolce è formulato con latte di Avena coltivata a Palazzo Massaini, sede dell'azienda. Risolve istantaneamente la sensazione di secchezza e idrata per tutto il giorno senza ungere, lasciando sulla pelle una delicata fragranza.(€15,99) ■□
Collistar - Maschera e shampoo Jean Paul Myné - Ocrys mask
Elegante, sensuale, dolce, sbarazzina, grintosa, sportiva, audace. I capelli svelano molto della nostra personalità, del nostro carattere e persino del nostro stato emotivo. Se pensiamo per esempio ad espressioni come “Diamoci un taglio!” è facile associare ad un cambio netto della chioma un evento importante della nostra vita o una volontà di rinnovamento. La regola fondamentale per qualsiasi scelta in fatto di capelli è prendersene sempre cura, scegliendo prodotti specifici per le varie esigenze. Vediamo alcuni dei prodotti che possiamo trovare questo inverno, stagione in cui i capelli vengono messi a dura prova dal clima rigido e dagli sbalzi di temperatura. Collistar- Shampoo ricostruttivo riempitivo e maschera cheratina+acido ialuronico Ricco di cheratina ed acido ialuronico, il nuovo shampoo di Collistar svolge un effetto riempitivo e rinforzante, per capelli sfibrati e danneggiati, donando alla chioma morbidezza e luminosità. L'innovativa maschera della stessa linea, che può essere utilizzata sia prima sia dopo lo shampoo, ha lo scopo di nutrire maggiormente il capello rendendolo forte e voluminoso fin dalle prime applicazioni.(€15€22)
Phytorelax - Olio lisciante
Imetec - Piastra Beach Wa
Facilita lo styling, rende i capelli morbidi, setosi e brillanti. Inoltre l'olio trattante, da massaggiare ciocca per ciocca senza risciacquo, è una vera coccola per i capelli sfibrati, secchi e opachi.(€8) Jean Paul Myné- Ocrys Repair Magnificent Mask L'azienda made in Italy propone la gamma Ocrys, eco-friendly e 100% vegan. La maschera Repair è ideale per capelli sfibrati. Aiuta a riparare e ricostruire la struttura, ripristinando la barriera della fibra capillare.(€20)
Alkemilla- K-Hair cristalli liquidi Tra i prodotti di Alkemilla, altro marchio italiano di cosmetica naturale e biologica, troviamo gli innovativi cristalli liquidi, per un effetto iper shining del capello. Arricchiti con Olio di Lino, Mandorle, Avena, Miglio e Girasole, sono i perfetti alleati per una chioma lucente e ben idratata. Gli amminoacidi della soia nutrono il capello unitamente all'acido ialuronico e alla vitamina E. I capelli vengono avvolti in un microfilm protettivo che li tutela dagli agenti atmosferici grazie alla cera Phytorelax- Linea olio di Argan di Fiori di Mimosa, mentre i pigmenti luminosi in Uno dei brand di cosmetica naturale più noti in Italia, formula, donano un aspetto intenso e brillante. propone diverse linee di professional hair care, tra Esistono in diverse tipologie specifiche per capelli queste la linea Argan, il pregiato olio dalle proprietà castani, mori, rossi e biondi.(€13,90) benefiche antiossidanti, emollienti, idratanti, che proteggono il capello dagli agenti esterni, intemperie Jean Louis David- Go Detox e smog. Una formula esclusiva a base di carbone vegetale che Fra i prodotti proposti, troviamo il siero lisciante grazie elimina le impurità e gli agenti inquinanti. piastra e phon, da usare sia sul capello bagnato che Grazie al suo potere assorbente cattura i micro-agenti sul capello asciutto, per un immediato effetto liscio e inquinanti e le impurità presenti sul cuoio capelluto una protezione anticrespo che dura a lungo. e il fusto capillare, senza assorbirne l'acqua e i lipidi Crea un sottile film che protegge dall'aggressione del indispensabili per il benessere e la bellezza della calore e dagli effetti increspanti degli agenti esterni. chioma. Jean Louis
L'Orèal Paris- Men Expert: Barber Club Un' interessante novità tutta al maschile è ispirata all'arte della barberia di un tempo, per la cura della barba di tutte le lunghezze: si tratta di Barber Club di L'Orèal Paris. Al cuore di ogni formula vi sono l'olio essenziale di legno di cedro (dalle proprietà purificanti) quello di eucalipto e quello di sandalo, mixati con fragranze preziose con lo scopo di fortificare il pelo, attenuare le irritazioni e nutrire a fondo la pelle. Senza siliconi, parabeni, coloranti e ingredienti di origine animale, sono inoltre composte all'88% con ingredienti naturali.(€7)
aves
Tagli e Colori per l'inverno Le tendenze di questa stagione accontentano tutti i gusti, spaziando fra tagli corti e cortissimi, capelli frastagliati, frange e ciuffi, tagli medi scalati in movimento e chiome lunghe e voluminose. Le onde ad effetto naturale sono ormai rese celebri dagli angeli di Victoria's Secret, che abbiamo visto sfilare il 20 novembre scorso durante l'attesissimo fashion show di Shangai. Imetec ha persino realizzato una piastra dedicata a questo effetto, la Bellissima Beach Waves Star Edition.
Alkemilla - Khair L'Oreal - Barber Club
Per quanto riguarda i colori, c'è spazio sia per le tradizionaliste sia per chi desidera azzardare, i trend soddisfano infatti le amanti delle tinte naturali e anche quelle che preferiscono colorazioni più eccentriche. La parola d'ordine però è sfumare, creando particolari giochi di luci e colori. Il castano è sempre in cima alle classifiche, così come la tecnica del balayage. In particolare, sta spopolando il Wild Tiger, un gioco di sfumature bionde partendo da una base cenere o biondo scura. Il risultato è un colore caldo e avvolgente, in grado di donare nuova intensità e luminosità al look della vostra chioma. Anche il Cream Soda, un biondo particolare dal sottotono pesca, recentemente visto sulla celebre top model Gigi Hadid è uno dei protagonisti del momento. ■□
la cura dei
CAPELLI A cura di NADIA FALCIONI
David - Go Detox!
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CINQUANTA SFUMATURE DI
rosso A cura di SARA ANTONAZZO
Il rosso sarà il colore del 2018. Laurie Pressman, direttore esecutivo del Pantone Colour Institute, spiega così l’essenza di questo colore: “nel corso della storia il rosso è stato usato per simboleggiare l’eccitazione, la dinamicità e il calore. È la tinta della vita, del pericolo e della passione, serve a convogliare le emozioni più forti in qualunque cultura. È l’arco più alto dell’arcobaleno, la tinta con la maggiore lunghezza d’onda, e si ritiene che sia anche la prima sfumatura che un neonato possa vedere”. E anche quest’anno Pantone detta legge, lanciando due tonalità: Chili Oil, un rosso a base di marrone terra di Siena e Cherry Tomato, un rosso aranciato vibrante e intenso. Qualche suggerimento? Ecco alcuni esempi di prodotti a cui ispirarvi. In alto. Il frigorifero SMEG, modello rosso. In basso. Elettrodomestici SMEG.
UNA CUCINA DAI TONI POP Se volete dare un tocco di colore e modernità alla vostra cucina, SMEG ha la soluzione per voi. SMEG propone infatti una vasta linea di elettrodomestici come frigoriferi, bollitori e frullatori in perfetto stile rosso anni ’50.
L’AMBIENTE BAGNO L’ambiente bagno cambia aspetto con i sanitari dalle tinte rosse. Come nel caso del lavabo free standing FLOWER Evolution dell’architetto Marco Pisati. Ispirato al mondo della natura e dalle forme morbide e avvolgenti, il disegno ricorda le linee armoniose di una calla aperta. Una forma estremamente originale e un effetto visivo di grande dinamicità. In alto. Piastrelle bagno Ragno. Vasca e lavabo FLOWER Evolution, dell’architetto Marco Pisati. A destra. Maxitavolo Metallico, di Piero Lissoni per Porro. Sistema di seduta Tailor Freeman di Rodolfo Dordoni per Minotti.
ROSSO PER UN SOGGIORNO UNICO
Il maxi tavolo Metallico, ultima creazione del designer milanese Piero Lissoni per Porro, porta un accento di colore ultrastrong dentro le mura. La sua forma è essenziale ma forte, la materia opaca e consistente, il colore pieno e la superficie cerata. Per ottenere il massimo risultato con il Chili Oil di Pantone, scegliete tessuti come il velluto e avrete ambienti sofisticati e chic. Un esempio? Il sistema Tailor Freeman disegnato da Rodolfo Dordoni per Minotti, composto da elementi con caratteristiche differenti.
SPAZIO AGLI ACCESSORI Se non ve la sentite di osare con mobili troppo ingombranti, ma al rosso non volete rinunciare, potete sempre sbizzarrirvi con qualche piccolo accessorio. Un esempio è Kaldo, il tappeto delle designer tedesche Hanna Ernsting & Sarah Böttger per Nodus, un’interessante interpretazione in chiave contemporanea delle maschere folkloristiche della Nuova Guinea. Come sarà allora la casa del 2018? Sicuramente colorata da tinte rosse! Colore forte e sensuale, il rosso può riuscire da solo a dare enfasi a qualsiasi ambiente della casa. ■□
Dall’alto. Piastrelle Atlas Concorde. Tappeto Kaldo di Hanna Ernsting & Sarah Böttger per Nodus. Poltrona girevole Egg chair di Arne Jacobsen per Fritz Hansen.
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Carnevale le mete fuori dagli schemi A cura di MARTA ZAMPARUTTI
Il periodo più pazzo e colorato dell’anno si avvicina. Grandi e piccini sono pronti a sfoderare travestimenti di ogni genere dal fantasioso all'assurdo, tutto è lecito, basta ridere e far sorridere, perché a Carnevale ogni scherzo vale. Ma andiamo con calma, prima di mettersi a cucire il costume è bene pensare a DOVE andare. Visto che in pochi possono permettersi un volo per Rio de Janeiro, vi propongo alcuni dei Carnevali più belli d’Italia. Oltre ai nomi più famosi come Venezia e Viareggio, ci sono alcune mete che vi regaleranno esperienze uniche.
Carnevale di Cento (28 gennaio - 4/11/18/25 febbraio) Per chi non lo sapesse, il Carnevale di Cento è gemellato con quello di Rio dal 1990 – una bella garanzia direi. Imperdibile la sfilata dei carri nel centro storico della città. L’ultima domenica l’appuntamento è in Corso Guercino per il colorato spettacolo delle ballerine brasiliane.
Carnevale di Fano (28 gennaio - 4/11 febbraio) Il più antico dopo quello di Venezia, il Carnevale di Fano è organizzato all’insegna della creatività e della cura dei particolari. Lasciatevi trasportare e avvolgere dalla musica della banda e dal profumo di cioccolato e caramelle. Un ottimo vantaggio: i vostri amici pelosi saranno i benvenuti!
Carnevale di Ivrea (06/28 gennaio - 4/08/10-14 febbraio) La battaglie delle arance è imperdibile per la “guerra” tra i mascherati e il pubblico. Nel Carnevale di Ivrea la tradizione si fonde con la musica e i balli. Divertente l’obbligo per tutti i partecipanti di indossare un berretto rosso. Andateci anche per gustare i Friciò piemontesi.
Carnevale di Putignano (28 gennaio - 4/11/13 febbraio) La Puglia di per sé è ricca di colori, profumi e sapori che nel Carnevale trovano il loro apice. Il Medioevo si intreccia con i giorni nostri dando vita a maschere di cartapesta originali e popolari. Sentirete il calore e l’allegria della terra. Tutta l’Italia pullula di bellissimi Carnevali che vale la pena scoprire, siete pronti? ■□
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U2
12
New Year's Day
3
NEGRAMARO
Amore che torni
7
ED SHEERAN Perfect
Somewhere Anywhere
9
Versace on the floor
8
THIRTY SECOND TO MARS Walk on Water
CRLN
10
Blu
LEVANTE
A cura di TESS MATOZZA
45
BRUNO MARS
A SHORT LOVE STORY ft. claude eman
Radio TATs best of
Gesu’ Cristo sono io
COSMO
Turbo
6
DEVIL IN ME
Purple Disco Machine
Avete stilato la lista dei buoni propositi? Manca poco all’ultimo regalo scartato, all’ultima fetta di pandoro con lo zucchero a velo e all’ultima canzone di Michael Bublè. Non vogliamo mica rompere la magia del Natale, ma siamo già proiettati nel futuro, nel primo giorno dell’anno nuovo, quello che sarà il 2018. E vi confessiamo un segreto, non programmate nessun tipo di corso in palestra da iniziare e nessun nuovo libro da leggere, programmate piuttosto il primo paio di scarpe da comprare con i saldi e la prima canzone da ascoltare la domenica mattina di un freddo ma soleggiato gennaio. Noi la nostra lista l’abbiamo trasformata in una playlist e ogni singolo sarà come un mantra, prenderà il posto del bigliettino che si trova all’interno del calendario dell’avvento. L’anno nuovo è quel momento per rimescolare le carte, buttare nel cestino l’agenda dell’anno appena passato, promettere all’armadio un’imminente svecchiata ed iniziare a collezionare ricordi con nuove colonne sonore come sottofondo! Radio TATs sta per mettere su il prossimo disco, siete pronti a chiudere il 2017 e ad inaugurare il 2018 con la nostra selezione musicale? E un bicchiere di champagne, grazie! ■□
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I Segni di Mafi
Per te, Toro, il 2018 sarà l’anno del piacere. In tutti i sensi. Le stelle han voglia di tirar fuori il tuo lato godereccio e non è da te il tirarsi indietro di fronte a una simile richiesta. L’accoglierai anzi con entusiasmo. Pure troppo. Sesso, shopping, lussi e buon cibo, non ti farai mancare nulla. Ricorda, però: non sei mica Gianluca Vacchi. Cerca di darti un contegno o passerai il 2019 a scontare gli eccessi. Il tuo problema, se così vogliamo chiamarlo, sarà un surplus di energie. Più che un Toro quest’anno sarai un vulcano. Sprizzerai carisma e voglia di fare da tutti pori. Ecco, prova a fare il bravo e, tra un party e l’altro, cerca di canalizzare tutta questa forza in qualcosa di positivo e concreto. Si raccoglie quel che si semina, il tuo è un terreno fertile, ma dovrai scegliere i semi con cura.
Gemelli
Quello che ti aspetta, Ariete, sarà un anno intenso. Uno di quelli che nell’economia di una vita contano eccome, un anno che non ti scorderai tanto facilmente. Paura? Non averne, perlomeno, non troppa. Perché Saturno continuerà a esserti ostile anche nei prossimi dodici mesi. D’altronde, c’è forse qualcuno che sia mai piaciuto a quel burbero? Unisciti alle file dei più odiati dal più severo dei pianeti, ma fallo senza piagnistei. Se ti impegnerai come si deve, checché ne dica il caro Saturno, otterrai i risultati sperati. Basta rimboccarsi le maniche e ascoltare Plutone, esso ti guiderà al successo, perciò naso all’insù e segui la sua scia. Quel che sto dicendo, Ariete, è che nel 2018 potrai fare proprio tutto quello che ti pare. Persino sposarti. Esatto, con Venere e Marte in congiunzione è probabile ti venga voglia di fiori d’arancio e confetti. Dall’amore adesso vuoi stabilità, sei un tipo che dura… da quest’anno anche a letto.
Toro
Ariete
A cura di MARIAFRANCESCA MORO
Che voi Gemelli foste delle teste calde lo sapevamo già. Quest’anno però supererete qualsiasi aspettativa. Come se ci avessi mai badato più di tanto, nel 2018 ti sentirai in dovere di venir meno a qualsiasi regola o responsabilità. Avrai voglia di leggerezza, sarai frivolo come una bionda tinta. Briosa farfalla bipolare, volerai di fiore in fiore con la grazia che ti contraddistingue. Sarai dappertutto senza mai restarci per più di qualche minuto. Niente impegni, e che ti frega d’altronde, non ci saranno preoccupazione per te in questo 2018. Il denaro ti pioverà dal cielo, ma non è il momento di investimenti. Le grandi scelte, falle in amore. Con Marte e Venere impegnati in una ritmata polka col tuo cuore ballerino sarai capace di passare dal matrimonio al voto di castità nel giro di qualche mese.
Vergine
Leone
Cancro Cancro, da’ il benvenuto a Saturno! Il più temuto dei pianeti arriva nella tua orbita e, con il suo arrivo, cambia tutto. Cambierai pure tu. Cambierai, poi tornerai indietro e poi cambierai di nuovo. Il 2018 lo passerei costantemente al volante di una montagna russa. È colpa di Marte che va viene. Il lavoro, lo studio, la salute: tutto sarà altalenante. Tieniti ben allenato e non adagiarti mai. Tranne in amore, lì si che potrai riposare le terga come si deve. I legami diventano duraturi, sensuali e fecondi. Al punto che ci sono alte probabilità che una cicogna ti faccia visita. Congratulazioni! Seppur il momento non sarà proprio quello giusto date le finanze messe maluccio. Per sbarcare il lunario dovrai giocare d’astuzia e creatività. Cerca soluzioni alternative. Non che ti stia suggerendo di aprire un nuovo cartello in Messico, ma chissà…
Quest’anno, Leone, la tenacia di Mamma Middleton e l’ambizione di Matteo Renzi si impossesseranno del tuo spirito. Sarai una macchina da guerra, un gold digger d’eccezione, scalatore sociale degno dell’Everest. Una forza oscura ti inciterà a puntare in alto, sempre più in alto. Vuoi essere il protagonista. Affamato di potere e notorietà, ad accontentarti di ruoli marginali non ci pensi neanche. Parola chiave 2018: ambizione. Sfrenata. Una roba alla McBeth, e speriamo ti vada meglio. Le stelle, folli e beffarde, forse sperando di vederti cadere per farsi una bella risata, asseconderanno la tua smania. I prossimi mesi saranno il momento giusto per cambiare, chiedere una promozione, passare alla concorrenza. Non sarà facile, certo. Frank Underwood ce lo ha insegnato: per arrivare all’apice bisogna essere disposti a giocarsi tutto, compresa la coscienza. Dell’amore inutile parlarne, sarai troppo impegnato a diventare il prossimo re del mondo per pensarci.
Buone notizie per te, Venere. Il 2018 sarà un anno da urlo. I prossimi 12 mesi saranno un po’ come tornare al liceo nelle vesti della reginetta del ballo. Sarai popolarissimo. La gente ti cadrà ai piedi, tutta quella che incontrerai. E ne incontrerai davvero tanta. Anno di incontri e nuove conoscenze. Di colpi di fulmine e intese instantanee. Più che le stelle saranno gli ormoni a esserti propizi, emanerai feromoni a tutto spiano. Tutti moriranno dalla voglia di saltarti addosso. Vi hanno sempre descritto come i più riservati dello zodiaco ma quest’anno… Quest’anno divverete delle bombe sexy. Irresistibili. Il lato negativo? Le relazioni durature, se ci sono, non resisteranno a questa nuova indole da aspirante Casanova. Dite pure addio alla fidanzatina storica. Il lavoro? La fama che vi accompagnerà su Tinder non arriverà anche in ufficio. Lì saranno in molti quelli pronti a mettervi i bastoni tra le ruote. Sopportate, avrete di che consolarvi.
Scorpione, lo senti già? Marte si avvicina e con lui un’ondata di ribellione tardo-adolescenziale pronta a travolgerti da capo a piedi. La corazza non ti manca, la determinazione neppure, è ciò che più ti contraddistingue. Ad essa, nei prossimi mesi, si accompagnerà la voglia di sfidare tutto e tutti. Avrai voglia di metterti alla prova, farti valere, ottenere di più. Il 2018 sarà un grande anno per la tua carriera. Sogni più soldi, autonomia, riconoscimenti? Chiedili, quasi sicuramente te li meriterai. Il muso duro, però, mettilo da parte una volta rincasato. Smettila di fuggire l’amore. La persona al tuo fianco è quella giusta, prestale attenzione, o passerai il 2019 a piangere pensando a quanto ti manca, in preda alle solite lagne del “le cose si apprezzano solo quando non si possegono più”.
Sagittario
Scorpione
Bilancia Il pragmatico Giove si allontana, al suo posto, l’estroso Nettuno, il pianeta dell’immaginazione. Sotto la sua influenza sarai tentato dalla carriera di hippie redivivo, buddista neoconvertito, fanatico di Yoga e agopuntura. Suvvia, cerca di restare con i piedi per terra. Lascia perdere la medicina olistica e gli infusi di cannabis e zenzero. Questa roba non fa per te. Così come, ahimé, non sarà affar tuo il successo lavorativo, almeno per quest’anno. Dedicati piuttosto a quel che più ti si addice: l’ammore. Già tra i più romantici dello zodiaco, nel 2018 voi Bilancia farete un vero e proprio upgrade. Sarai il partner che tutti sognano. Avrai voglia di donare tenerezza, impacchettare doni, carezze e colazioni a letto. Con Venere vicino svilupperai la dolcezza di un orsacchiotto di peluche. Mentre, con Marte in opposizione, sarai pronto a un’estate rovente, quando la cosa più dolce che ti verrà in mente sarà lasciarti ammanettare al letto.
Quello che ti aspetta, Sagittario, sarà tutto sommato un bell’annetto. Saturno il guastafeste, dopo secoli di maltrattamenti a tuo danno, si leva finalmente di torno. Nel tuo cielo tornerà a splendere il sereno. Anzi, un azzurrino pallido. Non uno di quegli orizzonti su cui vien voglia di fare un post su Instagram, giusto uno che ti permette di lasciare a casa sciarpa e ombrello. Quel che voglio dire è che il 2018 per te sarà un anno sereno. Non succederà nulla di memorabile, ma starai bene. Soprattutto in coppia, anzi, in simbiosi. Perché nei prossimi mesi il tuo amore si consoliderà, divenendo molto di più di un passionale idillio. Troverai un compagno che diventerà il tuo socio a letto e nella vita, con il quale fare grandi progetti e costruire il futuro.
Pesci
Acquario
Capricorno Comincia ad allenare i muscoli facciali perché nel 2018 ti toccherà sorridere molto. Dopo anni di stelle avverse e pianeti dispettosi, arriva la rivalsa. Fino ad ora le tue aspettative sono state deluse. Ogni progetto si è rivelato infruttuoso. Ma il vento ha cambiato direzione, Capricorno. Quest’anno sarai il protagonista del tuo destino. E anche di quello di qualcun’altro. La gente ti adorerà, lasciati pure cullare da questo mare di ammirazione, ti porterà dritto al successo. Bada a non farti troppi amici però, o sarai costretto a invitarli tutti al matrimonio. Perché comincerai a smaniare per finire sull’altare. D’altronde, arriverà l’amore vero e tu perderai la testa. Cederai il ruolo di Mr. Pragmatismo e non farai altro che follie, anche e soprattutto in posizione supina.
Preparati, Acquario, un temibile sfidante si affaccia al tuo orizzonte. È il tonante Giove, ben deciso a ostacolarti per tutto il 2018. Tu fagli pure una pernacchia perché neppure il capo degli dei potrà fermarti. Resti un vincente, e al diavolo i pianeti! Nei prossimi mesi riuscirai, finalmente, ad ottenere la libertà che tanto hai agognato negli anni scorsi. Quella libertà che ti permetterà di fare ciò che ami. Per questo ti sarà richiesto qualche sacrificio; l’ambizione dev’essere annaffiata a suon di fatica. Impegnati a dovere. E poi coccolati un po’, prenditi del tempo per te e per il tuo benessere, dovrai essere in forma. E, magari, fatti anche aiutare da qualcuno. Ad esempio, dalla persona che ti è vicina e che ultimamente hai cercato di allontanare. Lascia perdere le utopie e i pregiudizi, anzi, butta nel cestino proprio tutto tutto quel che fin qui credevi di sapere sull’amore. L’amore arriverà ma non sarà affatto come lo pensavi tu, imparara ad apprezzarlo.
Congratulazioni Pesci, quest’anno hai vinto la lotteria dello zodiaco. Tutti i pianeti saranno dalla tua parte. Giove e Venere hanno preparato un elisir d’amore, danne una goccia all’amato e ti ricambierà finché morte non vi separi. Saturno e Plutone faranno in modo che tutti i cambiamenti dei prossimi mesi volgano in positivo e Marte ha deciso di concederti il superpotere di ottenere tutto ciò che sogni. L’unico mancante all’appello è Saturno, esso, si sa, non porta mai niente di buono e così, travolto dalla positività dei suoi colleghi, ha ben deciso di starti alla larga. Così tutto filerà liscio come l’olio. Sul lavoro, dove sarai finalmente pronto a scendere in campo e inseguire le tue ambizioni. E in amore, dove ribalterai il concetto di friendzone. L’amante diverrà amico e l’amico amante. La tua sarà una coppia a prova di bombe, tutta risatine e complicità. ■□
Graphic by @silvialagunas
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