Ultr'Azzurro Gennaio 2010

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Direttore Editoriale e Responsabile: Gennaro Montuori Vice Direttore: Carmine Montuori Hanno collaborato: M. Carratelli S. Caiazza A. Petrella M. Barbaro R. Sambuca S. Napolitano S. Nicolò M. Giordano D. Giordano In redazione: Carmine Montuori Cinzia Montuori I servizi fotografici sono di: Enzo Calone Agenzia Mosca Giorgio Esposito Ciro Esposito Renato Olimpio Aurelio Talpa Archivio Enzo Festa Copertina e poster di: Pietro Mosca Redazione e Amministrazione: Via Cesare Pavese III Trav. 2/A int. 14 MUGNANO (NA) Tel. 081.7451433 Impaginazione e ideazione grafica: Michele Montuori Stampa: Grafiche San Benedetto Via Vicinale Latina Località Case Diana 03030 Castrocielo (FR) tel 0776 3741 fax 0776 374500

EDITORIALE 5 IL MATCH 8 DI GENNARO MONTUORI

NAPOLI-PALERMO

10 14 18 20 22 24

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

NAPOLI-PALERMO VISTA DAI DOPPI EX IL NEO ACQUISTO ANDREA DOSSENA

NAPOLI CHIEVO

ATALANTA NAPOLI

NAPOLI SAMPDORIA

JUVENTUS NAPOLI COPPA ITALIA

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BIGON: DI PADRE IN FIGLIO

PESAOLA E’ UFFICIALMENTE NAPOLETANO

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ADDIO... BEPPONE CHIAPPELLA

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SETTORE GIOVANILE

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RESPIRO AZZURRO

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LE VOSTRE FOTO

Distribuzione EVENT’S AGENCY

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C

arissimi amici, prima di addentrarmi nella consueta analisi sul momento del Napoli, volevo manifestare la vicinanza mia personale e di tutto il popolo partenopeo alle famiglie dei numerosissimi fratelli che hanno perso la vita nell'immane tragedia che ha sconvolto Haiti. Da cattolico praticante, invito tutti a rivolgere una preghiera che possa alleviare le sofferenze degli abitanti dell'isola. Tornando alle vicende più leggere del nostro Napoli, a parte la coppa Italia coincisa con la perdita dell'imbattibilità della gestione Mazzarri (nella disfatta di Torino non mi sono affatto piaciuti Rinaudo e Hoffer, seri professionisti ma non giocatori da Napoli), in campionato la squadra va a mille. Anche la Samp se n'è resa conto. A rinforzare l'organico è finalmente arrivato Dossena (a cui dedichiamo due pagine), esterno sinistro atteso ormai da cinque anni. In questa fase mancherà il Pocho, ma il Napoli può altresì contare su un'arma in più, quel German Denis finora risultato decisivo quando è stato schierato. Questo numero di Tifosi Napoletani è impreziosito dagli articoli di due firme importanti come Mimmo Carratelli e Salvatore Caiazza (quest'ultimo entrato a far parte della squadra dei nostri opinionisti), con il primo che racconta la cittadinanza onoraria conferita a Pesaola e con il secondo che presenta il derby di stasera tra Napoli e Palermo. Servizi da leggere tutti d'un fiato insieme alla gara presentata dagli ex, a un profilo sui Bigon e al ricordo di Beppone Chiappella. Non tralasciate il solito inserto con la cronaca delle partite e quello sul settore giovanile del quale vi proponiamo le rose delle principali squadre del Napoli. Infine, ho il piacere di comunicarvi che è nato ufficialmente il “Respiro azzurro”, i cui soci fondatori hanno voluto che diventassi il presidente. Nel salutarvi, vi ricordo l'appuntamento con “Tifosi Napoletani”, in onda il giovedì (ore 20.50) su Napoli Canale 21. Per interagire da casa e partecipare al quiz è possibile scrivere a: info@tifosinapoletani.it. Per tutti gli aggiornamenti potete sfogliare il nostro sito www.tifosinapoletani.it. Buona lettura e dal profondo del cuore Forza Napoli.



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iecco il derby delle due Sicilie. Per Napoli e Palermo c'è la vetrina del posticipo di serie A nella prima giornata del girone di ritorno. Negli occhi dei tifosi azzurri c'è ancora quella beffa subita all'esordio in campionato in piena estate. Era il 23 agosto, sempre alle 20,45, quando i rosanero ebbero la meglio per degli errori individuali di Maggio e Zuniga ma anche per colpa dell'arbitro Rosetti che decise di penalizzare non poco i partenopei. Ma erano altri tempi, in panchina c'era Donadoni e alla guida della direzione generale Pierpaolo Marino. Oggi non ci sono più e i risultati si sono visti. Dall'avvento di Mazzarri sono stati dodici i risultati utili consecutivi. Ben sette le vittorie griffate dal tecnico toscano, cinque i pareggi. Il frutto di tutto ciò è stato l'attuale terzo posto in classifica in condominio con l'odiata Juventus. Inutile dire che la piazza sogna la Champions League ma fa bene l'allenatore a gettare acqua sul fuoco. Sì perché il torneo è pieno di insidie e come ci si rilassa un attimo si rischia di soccombere. Anche in virtù del fatto che l'avversaria di turno, appunto il Palermo, è in


netta risalita dopo l'arrivo di Delio Rossi. Non è un caso che i siciliani sono sotto di sole tre lunghezze avendo battuto domenica scorsa l'Atalanta. Il Napoli, però, sta vivendo un momento fantastico e si confronta con Miccoli e compagni in notturna dove non ha mai perso. Anzi, tante le volte che le luci del San Paolo hanno visto gli azzurri vincere. Sarebbe stato bello poter vedere all'opera pure Lavezzi ma il Pocho dovrà restare fermo un bel po' dopo l'infortunio alla coscia sinistra durante la sfida con la Sampdoria. Mancherà pure Campagnaro, appiedato dal giudice sportivo per la quarta ammonizione subita. Ma queste defezioni sono diventate ormai un dettaglio per una

squadra che ha ritrovato il gioco ma soprattutto l'anima. Chi va in campo dà sempre il massimo ed è per questo che si spiegano le prove magistrali di Pazienza e Grava ma anche dello stesso Aronica. Per quest'ultimo sarà una domenica particolare poiché è nato a Palermo così come Rinaudo. A quanto pare entrambi dovrebbero essere della partita. I tantissimi tifosi che accorreranno al San Paolo vorranno vedere pure di che pasta è fatto il nuovo acquisto Dossena con la speranza che possa essere l'uomo in più per raggiungere i traguardi tanto attesi. Ciò che conta adesso è fare tredici. Magari vincendo la quarta partita consecutiva.

di SALVATORE CAIAZZA


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apoli-Palermo vista dai doppi ex. Gianni Di Marzio, Guido Postiglione, Peppe Volpecina e Pino Taglialatela ricordano i loro trascorsi al San Paolo e alla Favorita e, almeno i primi tre, fanno le carte alla sfida tra le squadre che rappresentano le città più importanti di quello che fu il Regno delle due Sicilie. Dalle parole degli ex, pur equilibrate, viene fuori che la differenza può farla il pubblico del San Paolo, oltre ai giocatori in campo e alle mosse di Mazzarri e Rossi. Dal ritorno in massima serie del Napoli, per una pura coincidenza, l'incontro si giocherà in notturna. Dice il tecnico nativo di Mergellina, prima allenatore degli azzurri e successivamente dei rosanero. “Napoli e Palermo? Due città con un mare fantastico. Ma c'è mare e mare. Quello partenopeo è unico al mondo”. E il pubblico? “Entrambi hanno lo stesso calore e la stessa passione, tipici delle squadre del Sud. Con alcune differenze, però: l'acustica della Favorita fa sì che il pubblico diventi il 12esimo uomo in campo. Il San Paolo, invece, a prescindere dall'acustica, non ha eguali al mondo. Neanche al Maracanà di Rio de Janeiro si riescono a vivere emozioni simili”. Quali ricordi la legano alle due realtà? “Più densa di eventi l'esperienza azzurra. Con una squadra cambiata per 8/11 rispetto all'anno precedente, senza i vari Burgnich, Carmignani ed Esposito, e con tanti giovani ottenemmo un sorprendente piazzamento Uefa e arrivammo in finale di coppa Italia, persa nei minuti finali contro l'Inter sul neutro di Roma, dopo essere andati in vantaggio (era il 1977-'78, ndr). Alla fine di quella stagione, proposi al presidente Ferlaino di acquistare un certo signor Maradona, l'avevo visto in Argentina ai mondiali giovanili. Ma non se ne fece nulla. Quell'estate mi volevano Roma e Lazio, il patron decise di trattenermi. L'annata successiva iniziò con un ottimo precampionato e il superamento del primo turno di Coppa Italia. Vinsi la prima di campionato, ma dopo la seconda giornata del torneo fui esonerato. Dell'esperienza napoletana conservo ricordi bellissimi di tutto e tutti tranne che di Ferlaino il quale mi sparò letteralmente alle spalle, spezzandomi una carriera iniziata splendidamente. Avevo solo 36 anni, andai via da Napoli, togliendomi, però, altre soddisfazioni, a Catania e Cosenza”. Più recente la guida tecnica del Palermo. “Anche lì ricordi eccezionali, subentrai a Enzo Ferrari”. Parliamo, invece, della sfida di questa sera. Tra Mazzarri e Rossi, chi la spunterà? “Tutti e due sono bravi e moderni, sanno far giocare bene le squadre di volta in volta dirette. Li stimo molto, insieme a Gasperini, Allegri e Giampaolo usano metodi nuovi e moderni”. Chi sono i giocatori che potranno decidere il match? “I soliti noti: Quagliarella e Hamsik da un lato, Miccoli, Simplicio e Cavani dall'altro. Mi dispiace non poter vedere all'opera l'infortunato Lavezzi”.

Dall'unico ex allenatore tra gli intervistati a un ex attaccante, Guido Postiglione, in forza al Napoli e al Palermo negli anni Sessanta. Pure il posillipino, ora apprezzato opinionista di “Tifosi Napoletani” parla delle bellezze delle due città e dell'apporto che il pubblico può dare ai fini della vittoria finale. “Napoli e Palermo con le loro vedute, le loro spiagge e le isole della provincia sono due località fantastiche. Il pubblico? Quello di Fuorigrotta e del Barbera si equivalgono, anche se i sostenitori partenopei sono più fedeli a differenza di quelli siciliani che, quando gira male, si disaffezionano un po'”. Cosa ricorda delle due esperienze? “Con la maglia del Palermo ho segnato una doppietta al Napoli (il match finì 4-0, ndr). Restano indimenticabili anche due reti realizzate al San Paolo in ItaliaFrancia (3-2), all'epoca della militanza in rosanero”. Facciamo un salto in avanti di quaranta anni, come vede la sfida di stasera? “Può deciderla Quagliarella, che ha ripreso alla grande, e Hamsik. Al Napoli mancherà l'imprevedibilità di Lavezzi. Ora, con l'acquisto di Dossena, la Champions non può sfuggire. Vedo un terzo o addirittura un secondo posto. Altri piazzamenti sarebbero fallimentari. Mazzarri ha dato un'anima alla squadra, peccato per quelle sette gare iniziali, molti punti sono stati regalati per strada. Sull'altro fronte, occhio a Cavani, Miccoli e Pastore, i più pericolosi”. Se gli azzurri meritano, secondo lei, la partecipazione alla competizione europea più importante a livello di club, a cosa può ambire il Palermo? “Credo possa essere l'antagonista per il quarto posto e dar fastidio a Roma e Fiorentina. Con Delio Rossi finora un campionato normale, l'undici siciliano non è ancora al top”.


Peppe Volpecina, invece, dopo essere cresciuto nel vivaio azzurro ed aver vinto lo scudetto con la Primavera nel 1979, andò a farsi le ossa in Sicilia, dove restò quattro anni prima di effettuare altri giri, e poi tornare alla base e vincere il tricolore con Maradona. “Palermo è l'altra magnifica esperienza della mia carriera insieme a Napoli. Ho trascorso momenti bellissimi. In particolare, l'ultimo anno quando misi a segno sei reti, con due doppiette, una al Pescara e l'altra al Varese. Per un difensore è un grande bottino. Uno solo è il rammarico”. Quale? “Non essere riusciti a salire in A, sfiorammo la promozione in due occasioni”. Passiamo ai ricordi del Napoli di Re Maradona. “L'accoppiata scudetto-coppa con il gol alla Juventus a Torino e le 13 vittorie su 13 in coppa. Un vero record. Un'annata meravigliosa. Con il contributo di un grande pubblico, che per passione e calore è molto simile a quello siciliano, anche se quello partenopeo dà una spinta in più”. Chi può decidere il match della prima di ritorno? “Per gli azzurri Quagliarella e Hamsik, forse Maggio. Per i rosanero, il più pericoloso è Miccoli”. Il suo pronostico? Volpecina non si sbilancia più di tanto, “per affetto e calore sono legato a entrambe. Credo che la gara sia aperta a ogni tipo di risultato, lo dimostra la filosofia di entrambi gli allenatori che vanno in campo sempre per vincere giocando un buon calcio. Anche se, alla fine, penso che il Napoli abbia qualcosa in più”.

A Napoli e Palermo è legato anche l'ex portiere Pino “Batman” Taglialatela che più volte, anche a “Tifosi Napoletani”, ha ricordato episodi da autentico tifoso azzurro, durante la prima militanza nel Palermo. “Quando gli azzurri vinsero il secondo scudetto, difendevo i pali del club siciliano. Non posso mai dimenticare che, da giocatore rosanero, scesi in strada a Napoli per festeggiare insieme al popolo partenopeo la vittoria del secondo titolo dopo il successo sulla Lazio. La stagione seguente fui richiamato a Soccavo per fare il secondo di Galli e, con il tricolore cucito sul petto, debuttai in massima serie a Torino contro la Juventus”.

di ANDREA PETRELLA





di MARCO GIORDANO

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ndrea da Lodi è un ragazzo di 28 anni che nella vita ha deciso di risolvere un problema che da anni attanaglia i neuroni di una squadra e di sei milioni di tifosi: trovare un esterno sinistro di ruolo. “Inutile nascondere che è stata una trattativa lunga quella che mi ha portato a Napoli. Ma ho voluto questa maglia ed ora sono venuto a dimostrare il mio valore”: Andrea Dossena così si è presentato lunedì mattina a Castelvolturno. E per il suo battesimo azzurro non ha scelto una partita qualsiasi, ha esordito in quella che è la partita per antonomasia: Juve-Napoli. Un'ora per prendere confidenza con gli schemi, per farsi conoscere dai compagni, per riprendere il ritmo partita. Sessanta minuti da sei in pagella, facendo il compitino, senza strafare, per inserirsi con i tempi giusti nei meccanismi del 3-4-2-1. Il suo arrivo è un'insalata di ambizioni e piedi per terra, quelli di chi ha girato tanto per la provincia prima di vivere un sogno che si è trasformato in un mezzo incubo. “Andare al Liverpool è stato bellissimo, certo non è andata come vorrei. Ma non cerco rivincite”. Anche perché sedici presenze in un anno e mezzo sono pochine, alcune apparizione in Champions, una rete al Real Madrid e qualche minuto in Coppa di Lega hanno lasciato qualche muscolo infreddolito ed un posto perso in Nazionale. “Ma a Napoli so di avere la possibilità di riguadagnarmi la fiducia di

Lippi. Devo lavorare, dipende solo da me essere tra i 23 del Mondiale”. Da un allenatore all'altro, si arriva a quel toscano in camicia bianca che sta facendo sognare i napoletani. “Con Mazzarri ci sono voluti pochi minuti per capirsi, qui nessuno ha il posto assicurato ed io mi devo mettere a disposizione di una squadra che sta facendo benissimo”. Le parole hanno un peso, il campo ne ha un altro. Dossena è quell'elemento alla Maggio richiesto dall'allenatore livornese, di qualità e quantità che serve sull'out mancino, uno che macina chilometri, ma che sa metterla anche sulla testa degli attaccanti. “Con il mister abbiamo lo stesso credo: la maglietta deve pesare a fine partita, si deve correre e sudare. Anche quando ci sarà un momento difficile, sono convinto che il pubblico ci applaudirà se avremo dimostrato di mettercela tutta”. Dossena a Napoli c'è stato da avversario e da spettatore. “Ora voglio cosa si prova in campo, Fabio Quagliarella e Morgan De Sanctis mi hanno detto che è difficile da spiegare con le parole quello che si prova quando i tifosi ti spingono, quando ero in tribuna contro la Samp ho avuto un assaggio e vi confesso che volevo prendere il posto di qualche mio compagno ed entrare subito in campo”. La voglia c'è, il piede anche: la fascia sinistra del San Paolo ha il suo nuovo proprietario.





Bergonzi di Genova 6.5 De Sanctis 7 Campagnaro 6.5 44' st Rinaudo sv Cannavaro 6.5 Aronica 6.5 Maggio 6 Gargano 6.5 Pazienza 6.5 Zuniga 5 1' st Contini 6 R 7’ Hamsik 7 Denis 6 23' st Bogliacino 6.5 Quagliarella 7 87’ A disp. Iezzo, Cigarini, Datolo, Pià. All. Mazzarri 7

Sorrentino 5 Sardo 5.5 Morero 5 Yepes 6.5 Mantovani 6 Luciano 6 Rigoni 5.5 Marcolini 6.5 36' st Ariatti sv Pinzi 5 20' st Bentivoglio 6 Pellissier 5 Abbruscato 6 20' st Granoche 6 A disp. Squizzi, Mandelli, Malagò, Bogdani All. Di Carlo 6

NOTE: Spettatori 30mila circa. Angoli 0-4. Recupero: 1'pt, 4'st.

di ROSA SAMBUCA

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n Napoli cinico conquista la vittoria contro il Chievo con un gol per tempo, disputando una gara non bella dal punto di vista del gioco. Gli azzurri, prima al 7' con Hamsik su rigore, poi al 42' della ripresa con Quagliarella, inanellano il decimo risultato utile consecutivo, chiudendo l'anno in bellezza. Il primo sussulto arriva dopo 4' di gioco: Gargano serve in profondità Denis, il Tanque supera Sorrentino che lo atterra. Nessun dubbio per Bergonzi che assegna il penalty agli azzurri e ammonisce il portiere. Dal dischetto batte Hamsik e spiazza l'estremo difensore clivense. A questo punto il Chievo inizia a pressare e al 14' Luciano serve Abbruscato ma De Sanctis non si fa trovare impreparato. Il Napoli crea continue occasioni che però non riesce a concretizzare e così la squadra di Di Carlo costruisce un'altra azione pericolosa. Luciano supera puntualmente Zuniga sulla corsia destra e anche al 23' De Sanctis deve metterci una pezza per evitare il gol ad Abbruscato. Nella ripresa Mazzarri toglie Zuniga e inserisce Contini che va a fare il centrale di sinistra. Ma questa volta è il Chievo a condurre il gioco e il Napoli rischia più volte di essere raggiunto. Di Carlo inserisce Bentivoglio e Granoche (al posto di Pinzi ed Abbruscato) che sfiora il gol con un tiro dal limite. Gli azzurri non rispondono alle indicazioni di Mazzarri, subendo l'iniziativa degli avversari. Al 30' grande occasione per il Napoli con Quagliarella che mette Hamsik davanti al portiere ma lo slovacco spara alto. Il Chievo continua a spingere e proprio quando il pari è nell'aria arriva Quagliarella che, servito da un ottimo Bogliacino, supera con un diagonale Sorrentino mandando in estasi il San Paolo: è 2-0. Dopo 4' di recupero il Napoli festeggia la vittoria con 27 punti in classifica.



Rosetti di Torino 6.5 Coppola 5 Garics 5 21'st Valdes 5 Manfredini sv 20' pt Peluso 5.5 Bianco 5 Bellini 5 Padoin 5.5 De Ascentis 5 Guarente 5 Ceravolo 5.5 Tiribocchi 6 Acquafresca 5 21' st Doni 5 A disp.: Consigli, Talamonti, Caserta e Chevanton. All. Conte 5.5

De Sanctis 6.5 Campagnaro 6.5 Rinaudo 6 7'st Zuniga 6 Grava 7.5 Maggio 7 Gargano 7 57’ Pazienza 7 Aronica 7 Hamsik 6.5 17' st Cigarini 6 Lavezzi 6.5 35' st Datolo sv 6’ Quagliarella 7.5 A disp.: Iezzo, Rullo, Denis e Hoffer All. Mazzarri 7

NOTE: Spettatori: 13mila circa. Angoli: 7-4. Recupero: pt 2'; st 4'.

di ROSA SAMBUCA

I

nizio d'anno travolgente da parte del Napoli che con una prodezza di Quagliarella in avvio di gara e un colpo di testa di Pazienza al quarto d'ora dalla ripresa, battono l'Atalanta volando in zona Champions. Mazzarri manda in campo un 3-4-1-2, con Grava al posto di Contini e Aronica sulla mediana. Lavezzi è titolare in coppia con Quagliarella con Hamsik alle spalle. Dopo 6' dal fischio di inizio Quagliarella raccoglie palla da 35 metri, si gira e fa partire un tiro che prima colpisce il palo interno per poi finire direttamente in rete per il vantaggio del Napoli. Al 13' ancora avanti gli azzurri con Aronica che ci prova di sinistro, ma Coppola interviene con la punta delle dita sventando la minaccia. Altra azione pericolosa dei partenopei al 17': cross di Pazienza, Quagliarella di testa sfiora il palo. L'Atalanta risponde prima con Guarente su calcio d'angolo di Padoin, ma la palla finisce sul fondo, poi con un destro di Tiribocchi bloccato da De Sanctis. Il primo tempo si chiude con il vantaggio del Napoli, padrone del campo e della partita. Nella ripresa ancora Quagliarella si ritrova da solo contro Coppola, sprecando però una grande occasione: l'attaccante stabiese non riesce a mettere in rete dopo che il portiere atalantino era già a terra. Al 7' esce Rinaudo per Zuniga, con Aronica che va a fare il centrale difensivo. Al quarto d'ora arriva finalmente il raddoppio: angolo di Hamsik, svetta di testa Pazienza che anticipa Coppola e firma il gol che mette l'ipoteca sulla gara. Al 17' Hamsik lascia il posto a Cigarini, mentre l'Atalanta effettua una doppia sostituzione: fuori Garics e Acquafresca, dentro Doni e Valdes. Ma la musica non cambia, è sempre il Napoli a gestire il gioco fino ai minuti finali, dimostrando grinta, carattere e personalità, un mix vincente.



Rizzoli di Bologna 5 De Sanctis 6 Campagnaro 6.5 Cannavaro 7 Grava 6.5 Maggio 6 Gargano 6 Pazienza 6.5 Aronica 6.5 Hamsik 6 Quagliarella 6.5 45’st Cigarini sv Lavezzi sv 71’ 21’pt Denis 7 A disp. Iezzo, Rinaudo, Zuniga, Contini e Datolo All. Mazzarri 7

Castellazzi 6 4’st Fiorillo 5.5 Zauri 5.5 Gastaldello 6 Lucchini 6 Ziegler 5.5 Semioli 5.5 32’st Pozzi sv Palombo 6.5 Poli 6 Mannini 6 34’st Padalino sv Pazzini 5.5 Cassano 5.5 A disp. Bellucci, Accardi, Tissone, Rossi All. Del Neri 5.5

NOTE: Spettatori 48 mila circa. Angoli 5-3. Recupero pt 1’; st 5’.

di ROSA SAMBUCA

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a il cielo è sempre più blu… Sono le note di una famosa canzone che meglio descrive il trend positivo di Mazzarri sulla panchina del Napoli. Gli azzurri battono anche la Sampdoria con un gol di Denis al 26' della ripresa e volano al terzo posto in classifica. Mazzarri conferma Grava in difesa al fianco del rientrante Cannavaro. Nella Samp Zauri prende il posto di Cacciatore, mentre Mannini viene preferito a Tissone. Il primo tempo regala pochi sussulti. Partono bene i blucerchiati con un tiro di Semioli servito da Lucchini: salvataggio di Aronica nell'area piccola e palla in angolo. Il Napoli non riesce a trovare i ritmi giusti, le occasioni sono poche e Mazzarri è insoddisfatto. Al 20' Lavezzi è costretto ad uscire per un infortunio muscolare alla coscia sinistra durante un allungo. Al suo posto Denis che, appena entrato, si mette subito all'opera: colpo di testa su cross di Pazienza, Castellazzi controlla bene. Al 28' grande occasione per Maggio che non riesce a superare Castellazzi in uscita. Nella ripresa il Napoli riesce a venir fuori. Al 1' gol annullato a Denis su cross di Quagliarella per fuorigioco. Intanto Castellazzi è costretto ad uscire per infortunio: entra il giovane Fiorillo. Napoli l'attacco: cross di Maggio, Fiorillo non trattiene, Denis a contatto con il portiere va giù: l'arbitro fa segno di continuare. Al 7' testa di Quagliarella su punizione di Gargano: il portiere blocca. La Samp ci prova con Zauri, ma Pazienza salva su Poli. Al quarto d'ora clamorosa occasione per il Napoli: Aronica mette in mezzo e Maggio da solo al limite dell'area sbaglia tutto. La gara diventa frenetica. Al 25' finalmente arriva il gol-partita: apertura sulla destra di Campagnaro per Denis che, di testa, anticipa Fiorillo in uscita. Il San Paolo si infiamma. Del Neri risponde con le tre punte, i liguri sfiorano il pari nel finale con un tiro di Cassano, bloccato da De Sanctis, e una punizione di Palombo, fuori di poco. Non succede più nulla. Il Napoli conquista il 12esimo risultato utile consecutivo. Il sogno europeo diventa sempre più realtà.



Romeo di Verona 4.5 Manninger 6 Caceres 6 38'st Zebina sv Legrottaglie 6 Chiellini 6 Grosso 6 1'st Grygera 6 Salihamidzic 6 Felipe Melo 6 Diego 7 23’ De Ceglie 6 Del Piero 6.5 76’ R 81’ 39'st Immobile sv Amauri 6 A disp.: Cannavaro, Rossi e Giandonato. All.: Ferrara 6

Iezzo 5.5 Campagnaro 6 30'st Quagliarella sv Rinaudo 5 Contini 4 Zuniga 6 Gargano 5 Cigarini 6 Dossena 5.5 14' st Hamsik 6 Dàtolo 5.5 Hoffer 5 18'st Maggio 5.5 Denis 5.5 A disp.: Gianello, Cannavaro, Aronica e Pazienza All.: Mazzarri 6

NOTE: Spettatori: 20mila circa. Espulso al 35'st Contini. Angoli: 7-4 per il Napoli. Recupero: pt 2'; st 0'.

di MARIA BARBARO

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n Napoli poco propositivo esce sconfitto dall'Olimpico di Torino e dice addio alla Coppa Italia. La Juve colpisce con i gol di Diego nel primo tempo e una doppietta di Del Piero nella ripresa e infrange definitivamente i sogni partenopei di proseguire la marcia nella competizione nazionale. Buone le prestazioni di Cigarini e Campagnaro, da dimenticare quella di Hoffer, sostituito da Mazzarri, Rinaudo e Contini. Emergenza totale per Ferrara che deve fare a meno di tanti infortunati eccellenti e di Sissoko, impegnato in Coppa d'Africa. Mazzarri, invece, manda in campo il Napoli 2 e dà spazio al neoacquisto Dossena. Napoli subito avanti nei primi minuti di gioco, prima con Zuniga e poi con Hoffer che mandano la palla di poco fuori. Al'8' la Juventus segna con Del Piero, ma è fuorigioco. Le due squadre sembrano molto confuse, con tanti errori da una parte e dall'altra. Al 23' Diego fa 1-0, tra le proteste del Napoli per un fallo ai danni di Datolo nella precedente azione. Dopo il gol il Napoli soffre: al 31' un liscio di Rinaudo regala a Del Piero l'occasione per il raddoppio, ma l'attaccante bianconero sbaglia da due passi davanti a Iezzo. Nella ripresa novità tra i bianconeri: Grosso rileva Grygera, mentre nel Napoli Mazzarri lancia Hamsik al posto di Dossena. Gli azzurri sembrano essere scesi in campo con un piglio diverso. Al 15' proteste per un tocco di mano in area di rigore da parte di Melo, ma Romeo fa proseguire. La Juve risponde con Diego, il cui tiro colpisce il palo, mentre al 26' una clamorosa traversa di Hamsik su conclusione da trenta metri fa tremare i bianconeri. Proprio quando si vede un Napoli a trazione anteriore con l'entrata di Quagliarella, Del Piero raddoppia al termine di un'azione ben orchestrata. Al 36' il tris: fallo di Contini in area su Diego. Romeo ammonisce per la seconda volta il difensore - che va a farsi la doccia anzitempo - e decreta il penalty che Del Piero trasforma, mettendo la parola fine alla sfida. Nei quarti di finale sarà Inter-Juventus.


di STEFANO NAPOLITANO

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i storie di padri e figli, fratelli, e parenti a vario titolo, il calcio è pieno. Oggi vi raccontiamo la storia dei Bigon, Albertino e Riccardo, padre e figlio, che a distanza di 20 anni, si ritrovano a dover lavorare per la stessa squadra, il nostro amato Napoli. Albertino debutta nella massima serie a 20 anni con la maglia della Spal. Dopo aver girovagato per alcune stagioni, gioca a Foggia e veste anche le casacche di Lazio e Vicenza, approda al Milan. Con i rossoneri giocherà dal 1971 al 1980, mettendo insieme 218 presenze e andando a segno per 58 volte. Nel suo palmares uno scudetto, una Coppa delle Coppe e tre Coppe Italia. Da allenatore, si segnala al grande calcio, guidando il Cesena per due stagioni, conducendo la formazione emiliana alla salvezza. Nel 1989, Ferlaino individua in lui l'uomo a cui affidare il Napoli. Albertino Bigon raccoglie la pesante eredità di Ottavio Bianchi, l'allenatore dello storico primo scudetto. Resterà sulla panchina degli azzurri per due anni, il tempo per conquistare il secondo scudetto e la Supercoppa italiana. La sua carriera da allenatore, dopo una parentesi a Perugia, proseguirà poi con una serie di esperienze all'estero, tra Svizzera, Grecia e Slovenia. Inizia poi a seguire il figlio Riccardo che, cresciuto a pane e pallone, intraprende la carriera di direttore sportivo, dispensandogli consigli e suggerimenti. Rimosso Marino, De Laurentiis si affida proprio a Bigon jr come nuovo uomo di mercato che ha già lavorato a stretto contatto con Walter Mazzarri a Reggio Calabria nella stagione 2006/2007, quando gli amaranto conquistarono una storica salvezza malgrado gli undici punti di penalizzazione. Il nuovo ds s'è messo subito all'opera. La squadra al giro di boa è in un'ottima posizione di classifica ma necessita comunque di alcuni tasselli per essere più competitiva. Il presidente si è più volte chiaramente espresso: urge sfoltire l'organico. Tanti, troppi i giocatori sotto contratto che non trovano spazio in prima squadra. La prima operazione di Bigon è stata proprio in uscita: ha provveduto a cedere Pià in prestito al Torino; poi, con un vero e proprio blitz, s'è fiondato in Inghilterra dove, a Liverpool, ha concluso l'acquisto dell'esterno sinistro Andrea Dossena. Si è solito dire che, chi ben inizia, è a metà dell'opera. E il nuovo


ds ha iniziato davvero bene. Ha assicurato al Napoli, dopo tempo immemore, le prestazioni di un esterno sinistro di ruolo. E, francamente, si è avuta netta la sensazione, che sia andata in porto un'operazione quanto mai necessaria e diretta, figlia delle richieste dell'allenatore. In pratica, con l'avvento di Riccardo Bigon, per il Napoli è iniziato, meglio tardi che mai, un ciclo del tutto nuovo che porterà la compagine azzurra a raggiungere i traguardi che il presidente si è prefisso e che tutti i tifosi si aspettano. Il lavoro in sintonia con le richieste dell'allenatore, non potrà non pagare. Certo, disfarsi dei giocatori in sovrannumero non sarà facile. Purtroppo, Bigon dovrà fare anche i conti con gli errori del passato, ma entusiasmo, professionalità e competenze non gli mancano. E magari, un giorno, anche lui, come il padre, potrà scrivere una pagina storica del Calcio Napoli. E chissà che non accada proprio quest'anno, 20 anni dopo la conquista del secondo tricolore, che fu vinto proprio dalla squadra di Albertino Bigon.


di MIMMO CARRATELLI

C

uori azzurri in casa Pesaola che s'affaccia da via Caravaggio sullo stadio di Fuorigrotta. Un botto di champagne per la cittadinanza onoraria che il Consiglio comunale di Napoli ha conferito al petisso all'unanimità. Davanti alla pergamena che gli consegnava l'assessore Ponticelli, accompagnato dal consigliere Di Marzio, Pesaola ha trattenuto l'emozione cavandosela con una battuta, come al solito: “Sono napoletano da 57 anni, mi fa piacere che ve ne siate accorti”. Cinquantasette anni, una vita e un amore, Pesaola e Napoli. Una città scelta per stabilircisi con la moglie Ornella, appena sposata. Era stata proprio lei a fargli preferire Napoli a Milano. Giocava nel Novara, il petisso, al fianco del grande Piola, e lo volevano il Napoli e il Milan. “Conosco Napoli, ci lavora mio fratello” lei disse. “Andiamo a Napoli”. Era il 1952. Pesaola aveva 27 anni. Dal viaggio di nozze in costiera amalfitana, il petisso sbucò puntuale al raduno del Napoli fissato da Monzeglio al Parker's davanti a un Lauro trionfante che aveva appena ingaggiato Jeppson. Con il centravanti svedese, Pesaola e Giancarlo Vitali alle ali, il Napoli sfoderò un formidabile tridente. Il petisso ebbe la sua prima casa in cima all'Arenella comprata con l'ingaggio azzurro, sei milioni di lire. Legò a Napoli il suo

cuore. “Perché questa è una città dove non ti senti mai solo” dirà un giorno dopo avere perso Ornella, stroncata da un brutto male. Costretto a un paio di “esili” dalle vicende calcistiche, vincendo uno scudetto a Firenze e diventando un beniamino a Bologna, di passaggio in Grecia al Panathinaikos, il petisso non si è mai staccato da Napoli. “Sono un napoletano nato a Buenos Aires”. Figlio di un calzolaio di Montelupone, in provincia di Macerata, emigrato in Argentina dopo la prima guerra mondiale che, a Buenos Aires, sposò una spagnola di La Coruna, Inocencia Lema. Bruno fumava dieci sigarette al giorno e raccontava tanto calcio. Nelle giovanili del River Plate aveva giocato con Di Stefano e il suo maestro era stato il fantastico Cesarini. Il Napoli lo pagò al Novara 33 milioni. Nel Napoli entrò un amico, un uomo generoso, un uomo allegro. Confezionò con i suoi cross i gol di Amadei, Jeppson e Vinicio. 240 partite in maglia azzurra, 27 gol. In serie A, fra Roma, Novara e Napoli, giocò 394 gare segnando 62 reti. Da allenatore azzurro, 304 partite con 136 vittorie, 93 pareggi e 75 sconfitte tra campionati e coppe. Lo storico secondo posto del 1968 fra i suoi successi insieme a una Coppa Italia (1962), la Coppa delle Alpi e la Coppa Europa (1966), la Coppa di Lega italo-inglese (1976), una semifinale di Coppa delle coppe (1977).


Dice: “Napoli è come il quartiere della Boca a Buenos Aires, colori, gente, chiasso, allegria, favola, ma qui c'è il mare e là c'è solo un canale, il Riachuelo”. Nel suo giorno di festa un attacco azzurro al completo, Canè, Juliano, Vinicio, Abbondanza, Montefusco. L'hanno stretto in un abbraccio commosso insieme a tanti amici e ai giornalisti che sono stati i suoi alunni del sole. E' stato Dino Celentano, storico dirigente azzurro, ad agitare le acque perché Pesaola avesse il riconoscimento del suo forte legame con Napoli. Gennaro Montuori se ne è fatto eco nella sua popolare trasmissione. Mariano Piscopo, legato a Pesaola da un sentimento filiale, si è battuto per rompere i tabù della burocrazia. Pesaola è la storia del Napoli. Se comincia a raccontarla, ancora oggi si fa l'alba con il petisso come in tante notti, alla vigilia delle partite del Napoli, quando con un bicchiere di whisky in una mano e una sigaretta tra le dita cominciava così: “E allora…”. Ha 85 anni, Bruno, e non è mai stanco di raccontare.




di GENNARO MONTUORI

D

i titoli alla guida del Napoli non ne ha ottenuti nessuno, pur avendo allenato in un periodo importante della storia azzurra. Il suo nome resta comunque scritto a caratteri cubitali negli almanacchi per aver centrato un piccolo primato: è il terzo allenatore del club partenopeo per numero di giorni consecutivi (1491), alle spalle di Monzeglio (2326) e Garbutt (2065), davanti a Bianchi (1386) e Pesaola (1337). Questo mese dedichiamo la rubrica de “I miti azzurri” a Beppe Chiappella, l'allenatore meneghino scomparso a Milano, il giorno di Santo Stefano, all'età di 85 anni, dopo una lunga malattia (era nato a San Donato Milanese il 28 settembre 1924). Guidò il Napoli dal 1968 al 1973, in una fase di grandi trasformazioni, coincisa con il passaggio da Gioacchino Lauro ad Antonio Corcione fino all'avvento di Corrado Ferlaino nel 1969. Rimase in sella cinque stagioni, tranne un breve interregno di Egidio Di Costanzo. Da giocatore interpretò con buoni risultati il ruolo di centromediano metodista e vinse il primo storico scudetto nel 1955-'56 con la maglia della Fiorentina, di cui rimane tuttora una bandiera. Esordì in serie B con la maglia del Pisa nel 1946. Tre anni dopo si trasferì in riva all'Arno, disputando, con la maglia viola 329 partite in A (è il secondo giocatore più presente in assoluto) e

segnando 5 reti, fino al 1960. Iniziò ad allenare nel 1960. La squadra? La Fiorentina, manco a dirlo. Alla guida dei gigliati, in otto stagioni, conquistò due coppe Italia e la Coppa delle Coppe nel 1961. Poi il passaggio al Napoli, avvenuto al termine di una vicenda particolare. Nell'estate del 1968, infatti, il presidente Corcione voleva liberarsi di Pesaola per ingaggiare Omar Sivori come allenatore. Ma l'allora amministratore delegato Roberto Fiore, intendendo fare meglio del suo massimo dirigente, volò in Portogallo per prendere il tecnico del Benfica, Otto Gloria. Alla fine, l'idea di Fiore non si concretizzò. Mentre il Petisso andava a Firenze dove vinse il secondo scudetto della storia viola nel 1969, l'altra possibilità era la coppia Parola allenatore-Sivori direttore tecnico, ma il Cabezon non accettò. Fu così che in Coppa Italia, gli azzurri partirono con Parola in panchina per poi essere allenati da Chiappella, la cui quinquennale esperienza alla guida del club partenopeo, verrà interrotta solo dalla squalifica - e dalla conseguente gestione tecnica di Di Costanzo - dopo la rissa scoppiata durante NapoliJuventus del 18 dicembre 1968, che culminò con un'espulsione ai danni di Sivori, il quale di lì a poco abbandonerà il calcio. Il miglior piazzamento alla guida del Napoli, un terzo posto, lo ottenne nel


1970-'71, con i vari Zoff, Bianchi, Altafini, Juliano, Sormani, Improta ecc. A 9 turni dalla fine del campionato, gli azzurri erano in piena corsa scudetto. Ad escluderli ci pensò l'arbitro Gonella durante la ormai tristemente famosa Inter-Napoli, quando concesse, nella ripresa, sul risultato di 1-0 per gli azzurri (rete di Altafini), un rigore inesistente ai padroni di casa per un tuffo di Boninsegna nella nebbia del Meazza. Accadde tutto nell'intervallo: capitan Mazzola fece irruzione nello stanzino del direttore di gara e determinò a modo suo il prosieguo del match. La Beneamata, grazie a quel rigore, rimontò con Boninsegna che marcò pure il 2-1. L'unico a smascherare quel sopruso fu Tarcisio Burgnich che, passato al Napoli, accennò a quella storia con un insopprimibile atto liberatorio di verità. Tornando al nostro amato Chiappella, durante il suo periodo azzurro, la moglie si era innamorata delle bellezze del capoluogo partenopeo. Lasciata Napoli, nel 1973 andò a Cagliari, poi all'Inter, ancora a Firenze, quindi Verona, Pisa, Pescara e Arezzo, fino al 1985, anno di chiusura della carriera. Giocò anche 17 volte in Nazionale, era molto stimato dal Ct dell'epoca, Fulvio Bernardini. La nostra redazione gli ha dedicato la puntata di Capodanno di Tifosi Napoletani. Ciao Beppone, serberemo un grato ricordo per la tua sapiente opera: quel terzo posto del 1971 per noi equivale a uno scudetto.




I

l primo bilancio del 2010 del settore giovanile del Napoli vive di un chiaroscuro disegnato nel solco della continuità del 2009. La Primavera ritrova la vittoria contro il Frosinone, recuperando due volte il risultato e trovando il gol-vittoria solo grazie ad una carambola in aria. I ragazzi di Faustino non hanno ancora superato quei problemi di dinamismo e di circolazione della palla che dal mese di ottobre hanno determinato una crisi di gioco e di risultati. Esordio d'anno amaro anche per la Berretti di Ciro Muro. Le note positive viste in termini di sviluppo della manovra e di crescita delle individualità non hanno portato ad una maturità capace di gestire il risultato: la vittoria in rimonta del Real Marcianise è la

prova di un gruppo ancora a corto di carattere e di quella capacità utile a risolvere le partite. Se gli Allievi Nazionali riprenderanno il loro cammino oggi dando la caccia al Frosinone capolista, gli Allievi Regionali hanno inanellato il loro decimo successo consecutivo contro la Ferrini Benevento: i ragazzi di mister Cusano hanno dato l'ennesima prova di non avere rivali nel girone. Infine per i Giovanissimi il riscatto si chiama Cassino: infatti, dopo l'esperienza poco felice del torneo natalizio di Bastia Umbra, i baby di Mimmo Panico hanno battuto i laziali e si apprestano alla rincorsa della Roma capolista.

di ROSA SAMBUCA

Tra parentesi è indicato l'anno di nascita

Primavera ALLENATORE: IVAN FAUSTINO ROSA COMPLETA Portieri: Sepe (91), Pascale (92); Difensori: Diana (91), Errico (91), Guerra (91), Romano (91), Petrarca (92), Monda (91), Izzo (92); Centrocampisti: Donnarumma (92), Liccardo (91), Maiello (91), Pontillo (91), Rapicano (92), Simonetti F. (91), Simonetti C. (92); Attaccanti: Conte (91), Insigne (91), Vacca (91), Varriale (91).

Berretti ALLENATORE: CIRO MURO Portieri: Saggiomo (92), D'Auria (92), Schettino (93), Vitiello (93); Difensori: Panariello (93), Connola (93), Di Falco (93), Di Donna (93), Mazzarella (92), Attrice (93), Gennaro Laezza (93); Centrocampisti: Colella (92), Piccirillo (92), Gatto (92), Sigillo (91), Maiello (93), Eligibile (92), Sorrentino (92), D’Andrea (93), Chianese (91), Angelino (92), Varone (92), Giuliano Laezza (93); Attaccanti: Montuori (92), Perrella (93).


Allievi Nazionali ALLENATORE: NICOLA LIGUORI Portieri: Sestile (93), Tafuto (93), Moggio (94); Difensori: Allegra (94), Nicolao (94), Piscopo (93), Federico (93), Esperimento (93), Marchitelli (94), Celiento (94), Corsini (93); Centrocampisti: Esposito (93), Palma (94), Ammaturo (94), Fornito (94), Insigne (94), Raspaolo (94); Attaccanti: Iuliano (93), Signorelli (94), Tito (93), Simeri (93), Amico (94).

Allievi Regionali ALLENATORE: POMPILIO CUSANO Portieri: Crispino (94), D'Antonio (94), Moggio (94); Difensori: Savarise (94), Picascia (94), Cipriano (94), Diana (94), Carezza (94), Andriola (94), Cipolletta (94), Lo Monaco (94); Centrocampisti: De Rosa (94), La Torre (94), Viviani (94), Scognamiglio (94), Lapegna (94), Franco (94), Conte (94), Torino (94), Capezzuto (94), Scielzo (94); Attaccanti: Iattarelli (94), Ciccone (94), Visone (94), Murolo (94), Bernardo (94), Apollo (94), Muro (94).

Giovanissimi Nazionali ALLENATORE: MIMMO PANICO Portieri: Loffredo (95), Picco (95); Difensori: Cretella (95), Russo (95), Vitulano (95), Mileto (95), Cozzolino (95), Stefanile (95), Pianese (95), Mattiello (95); Centrocampisti: Senese (95), Guarino (95), La Gatta (95), Crispino (95), Palmiero (96), Gaetano (96), Romano A. (96), D'Alisa (95); Attaccanti: Del Bono (95), Barone (95), Del Gaudio (95), Salzano (95), Libertino (95).




di DANIELA GIORDANO L'anno è iniziato davvero bene per il Napoli e per Respiro Azzurro, che nasce ufficialmente il giorno dopo la magica doppietta in quel di Bergamo. I promotori dell'iniziativa si erano già incontrati a luglio per definire le linee guida dell'associazione e stilare una prima bozza dell'atto costitutivo. Nei pressi della neonata piazza Salvo D'Acquisto (già Piazza Carità), presso lo studio del Notaio Dott.ssa Enrica Di Petrillo, il 7 gennaio, Gennaro Montuori, nella qualità di presidente, e gli altri soci fondatori hanno “siglato” l'atto costitutivo dell'associazione “Respiro Azzurro Onlus”, assistiti dalla scrivente avvocato, fervida amante della città di Napoli e sotto la magistrale direzione della Dott.ssa Di Petrillo. Presidente onorario dell'associazione, il cui prossimo passaggio è l'iscrizione nel registro regionale delle Onlus, è l'insigne tifoso avv. Enrico Tuccillo (anche presidente dell'associazione avvocati europei) che, insieme agli altri soci fondatori Salvatore Nicolò (già

tra i componenti del club omonimo di Bolzano), l'avv. Francesco Gala Trinchera (console onorario del Montenegro), l'avv. Domenico Fontanella (giovane e valente esponente dei penalisti napoletani), l'artista napoletano Armando Vano e l'appassionato sostenitore Maurizio Ercolano, è tra i fortunati protagonisti di questa meravigliosa avventura. Già pronti ad unirsi al gruppo Gennaro Brancato, Presidente del Club omonimo di La Spezia e, immancabilmente, il “Battito Azzurro” napoletano, fondato alcuni anni fa da Gennaro Montuori nella tribuna Posillipo del San Paolo. L'associazione, la cui idea nasce per il calcio partenopeo nel cuore azzurro di “Palummella”, si propone di unire l'amore per il Napoli alla cultura della solidarietà umana contro la violenza, la droga, l'indifferenza, l'emarginazione e le discriminazioni di ogni sorta, l'ingiustizia e l'illegalità. “Respiro Azzurro” intende, quindi, porsi al servizio di tutti coloro che vorranno accettarne le finalità,


accomunati non solo dal tifo azzurro ma, soprattutto, dallo spirito di solidarietà e di amore per Napoli, angolo di paradiso troppo spesso “confuso” dai media quale anticamera dell'inferno. In seno all'antico connubio di umanità e bellezza, che ha sempre contraddistinto Napoli e la sua gente e che molti - loro malgrado - in silenzio invidiano, la neonata “Respiro Azzurro” appare pronta ad intraprendere il cammino della solidarietà sociale attraverso ogni genere di iniziativa sportiva, culturale ed artistica che promuova, nel contempo, l'immagine ed il patrimonio della città di Napoli nel mondo e che - come sono certi i fondatori possa riunire un numero sempre maggiore di tifosi del Napoli e di Napoli. Non mancate all'appuntamento!






inviate LE VOSTRE FOTO a: Via Cesare Pavese, III tr. 2/A int.14 - 80018 Mugnano (NA) o all’indirizzo e-mail: info@tifosinapoletani.it

i gemelli Marco e Stefano Ferrentino insieme al padre Giulio hanno una sola cosa in testa, il Napoli! Forza azzurri, sempre e comunque.

Cristiano Nicolò ha già il Napoli nel cuore Simone Della Ragione, tifosissimo del Napoli come papà Isaia, con il bomber azzurro Fabio Quagliarelòla

Diman super tifoso del Napoli Dai suoi occhi si capisce il colore del suo cuore. Forza Napoli dalla piccola Federica Pia Nicolò




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