Direttore
Gennaro Montuori Vice Direttore
Nastasia Spina Hanno collaborato:
M. Carratelli V. Cesareo M. Fruscio Idris C. Montuori I. Perrone A. Pompameo
In redazione:
Cinzia Montuori
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EDITORIALE
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EDINSON CAVANI
6 I GOLEADOR DEL NAPOLI
32 NAPOLI - JUVENTUS
12 FERLAINO... DE LAURENTIIS
36 CHIEVO - NAPOLI
I servizi fotografici sono di:
Raffaele Esposito
30 ILDELCALCIATORE MESE
16 I DUE GIOIELLI A 20 INTERVISTA BRUNO PESAOLA SIVORI A 22 DAPAPA FRANCESCO
40 NAPOLI - ATALANTA 44 TORINO - NAPOLI 48 IL FUORIGIOCO MORALE DIEGO SULLA 52 VORREI PANCHINA DEL NAPOLI
IMPRESE 26 TRE UOMINI SUL PODIO 54 LE STORICHE DEL NAPOLI CONTRO IL MILAN
28 LA FOTO DEL MESE
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TIFOSI NAPOLETANI è la rivista letta da più di 50.000 persone
SPAZIO 56 LODEI TIFOSI
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arissimi lettori, c’eravamo lasciati alla vigilia di Napoli Juve, con la squadra partenopea che rappresentava l’anti-Juve in campionato. Purtroppo dopo quasi un mese ci troviamo a commentare un Napoli che ha quasi accantonato le ambizioni scudetto e che ora si trova a guardarsi le spalle dal Milan, per poter centrare la seconda posizione in classifica e scongiurare il pericolo dei preliminari di Champions League, che richiederebbero un ritiro anticipato. Sono ormai trascorsi pochi giorni dalla Santa Pasqua del Signore e colgo l’occasione per dare il benvenuto a Papa Francesco, vicario di nostro Signore sulla terra, guarda caso argentino, che con la sua speranza ha dato fiducia al popolo di Dio. Anche se in ritardo vorrei fare i miei più sinceri auguri a tutti i miei lettori. Tornando al campionato, anche se non è mia intenzione esasperare gli animi, ci tenevo a dire che sono rimasto molto deluso dalle recenti esternazioni del presidente Aurelio De Laurentiis. Difatti, il patrono del Napoli, ha recentemente dichiarato di voler finalmente intervenire sul mercato acquistando cinque calciatori per rendere il Napoli competitivo nella prossima stagione. Perché solo adesso? È ormai da qualche anno che io ed alcuni opinionisti del parterre della mia trasmissione insistiamo sulla necessità di provvedere a degli acquisti. Auguriamoci, per il bene del Napoli e di noi tifosi, che queste parole non restino chiacchiere e che non si dimostrino solite promesse da marinaio. Caro presidente, negli ultimi anni della sua direzione societaria, ha ceduto Quagliarella e Lavezzi, dobbiamo preoccuparci che faccia altrettanto anche con Cavani? Non c’è due senza tre? Forse lei non sa che Corrado Ferlaino, l’anno dopo aver vinto lo scudetto e la Supercoppa italiana e fosse riuscito tra l’altro a trattenere Diego Maradona per ben sette anni, fu duramente contestato. Il presidente sa bene che chi lo difende lo fa solo ed esclusivamente per perseguire i propri interessi personali, come del resto lo fa anche chi eccede nella critica. Io sono a mezza via tra le due posizioni, e mantengo la mia coerenza. La passione dei napoletani non può e non deve a nessun costo essere trasformata solo in business. Oltretutto il Napoli non deve essere solo la sua creatura ma soprattutto dei napoletani, come titola la copertina di questo numero. Sempre in copertina ho dato spazio ad Edinson Cavani, l’Atleta di Cristo, a cui deleghiamo il compito di tenere lontano il Diavolo dalla seconda posizione, come già è avvenuto sabato santo a Torino contro i granata realizzando una splendida doppietta nei minuti finali. Ci auguriamo che Cavani non vada via da Napoli. Ricordiamo al presidente che è già entrato nella storia dei centravanti più forti del Napoli. A questo punto del
campionato non ci resta che stringerci al fianco degli azzurri, anche se resto fermo sulla mia idea, che il Napoli quest’anno con due acquisti di spessore, avrebbe potuto vincere lo scudetto. In questo numero troverete la mia intervista a Bruno Pesaola uno dei quattro argentini più forti della storia del Napoli; ho voluto anche riprendere i dieci comandamenti calcistici stilati in due diverse occasioni nelle riviste precedenti; Questo numero si arricchisce di grandi firme prestigiose come quelle del grande Mimmo Carratelli che ci parlerà dei centravanti più grandi della storia, nonché quella del Dott. Vincenzo Cesareo direttore medico dello Spoke Cetraro Paola Praia, che ci ha parlato da Sivori al Papa. Tra le firme prestigiose c’è anche quella di Idris che ci parlerà di Cavani, Pirlo e Balotelli. In questo numero troverete anche l’articolo di Isabella Perrone sulle storiche imprese del Napoli contro il Milan e quello di Marika Fruscio sulle recenti offese rivolte al pubblico partenopeo da alcuni noti esponenti bianconeri. Infine Angelo Pompameo ci parlerà dei gioielli Hamsik ed Insigne, mentre Nastasia Spina argomenterà per voi sulle prestazioni del calciatore del mese Edinson Cavani. Nel numero troverete anche una nuova intervista ad Hugo Maradona. Vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani” tutti i giovedì, a partire dalle 20:45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terrestre e canale 888 di Sky. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti, sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, LunaSat). La trasmissione sarà visibile anche in streaming live sul sito www.tifosinapoletani.it, su www.lunaset.it. e su Rete3 Digiesse Praia a Mare per la Calabria canale 191, 680 per la regione Lazio. Durante la diretta potrete anche interagire con noi scrivendoci all’indirizzo di posta elettronica info@tifosinapoletani.it Inoltre non dimenticate di visitare il nostro sito www.tifosinapoletani.it per poter godere di una sezione riservata alla News sempre aggiornata e per di più impreziosita da una nuova veste grafica. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dal profondo del cuore, forza Napoli!
I GOLEADOR D D
opo sei partite di campionato e due di Europa League senza segnare, Edinson Cavani torna al gol contro l’Atalanta (doppietta) e interrompe il suo lungo digiuno. E’ capitato ad altri goleador azzurri di rimanere a secco per molte partite in campionato. Tredici gare senza gol per Sallustro nella sua ultima stagione napoletana (1936-37). Undici partite senza segnare per Savoldi nel campionato 1975-76. Dieci partite al palo per Jeppson (1954-55). Nove gare senza andare in gol per Vinicio (1959-60) e Altafini (1968-69). Tra i grandi attaccanti del Napoli, solo Careca non rimaneva a digiuno per più di tre, quattro partite. Sivori giocò solo quattro campionati nel Napoli segnando 16 reti (12 in campionato, 4 nelle coppe europee). Se Maradona è il re assoluto del gol in maglia azzurra, fra campionato e coppe, il cannoniere dei campionati è Sallustro con 108 gol seguito da Vojak (102), Maradona (81), Careca (77), Altafini (71), Vinicio (69), Cavani (69). Ecco i maggiori realizzatori della storia azzurra.
MARADONA (115 gol, in campionato 81) - Il più grande di sempre. Calciatore del secolo secondo un referendum popolare che gli assegnò via Internet 78.430 preferenze battendo Pelè (23.386 voti). Strappato al Barcellona in un giorno di luglio del 1984 per l’opera testarda di Antonio Juliano e le acrobazie finanziarie di Ferlaino. Costo dell’operazione: 13 miliardi. In sette anni, 81 gol in 188 partite di campionato, 257 partite e 115 gol con le coppe. Due scudetti, la Coppa Uefa 1989, una Coppa Italia e una Supercoppa. Giocatore leale, capace di colpi di pura fantasia, la “rabona”, e di gol “impossibili”. Il vizio, che era stato l’imperdonabile passatempo nelle notti di Barcellona, divenne a Napoli il suo peccato mortale. Perdonato e protetto fin quando le sue piroette furono leggere e vincenti, condannato quando divenne ingombrante. Tradito al controllo antidoping dopo una partita col Bari (17 marzo 1991). Le tracce della cocaina furono fatali. Quindici mesi di squalifica. Lasciò Napoli, un mese dopo. Era il giorno di Pasquetta. SALLUSTRO (111 gol, in campionato 108) - Arrivò dal Paraguay quando aveva dodici anni. Era nato ad Asuncion, figlio di un farmacista napoletano emigrato e con undici figli da tirare su. Quando nel 1926 nacque il Napoli, Sallustro ne fu il numero 9. Aveva 18 anni. Per la rapidità dei suoi guizzi fu definito “il veltro”. Un levriero. Fisico apollineo, alto, abbronzato, testa ricciuta e bionda, occhi neri. Fu il primo idolo del pal-
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lone a Napoli. Dopo una clamorosa vittoria a Modena (5-0), ebbe in regalo una “Balilla 521”. Giocò nel Napoli dal 1926 al 1937. Con 108 reti è il goleador assoluto in campionato della storia del Napoli. Concluse la carriera, a trent’anni, nella Salernitana. Tornò a Napoli nel 1960, direttore dello stadio “San Paolo”. Morì a 83 anni nella sua casa romana alla Farnesina.
VOJAK (103 gol, in campionato 102) - Istriano di Pola, grande mezz’ala della Juventus negli anni Venti, fu acquistato dal Napoli nel 1929 a 25 anni. In sei campionati giocò 189 partite segnando 102 gol. Nella stagione 1932-33 segnò 22 reti uguagliando il precedente record di Sallustro quale migliore realizzatore azzurro in una stagione. Lasciò il Napoli a 31 anni concludendo la carriera nel Genoa e nella Lucchese. Alla vigilia di un Roma-Napoli, sfidato dal portiere giallorosso Masetti a fargli un gol, lo batté con un tiro all’incrocio sinistro dopo avergli urlato “para, para” vincendo la scommessa. ALTAFINI (97 gol, in campionato 71) – Giunse al Napoli a 27 anni. Con una trattativa durata un’ora e 40 minuti, il presidente del Napoli Fiore l’ottenne da Felice Riva, presidente del Milan. Costo: 280 milioni con la clausola che il Napoli non l’avrebbe mai ceduto all’Inter. Brasiliano di Piracicaba, nello stato di San Paolo, era stato riserva di Pelè ai Mondiali del 1958. Nel Napoli fece coppia con Sivori. Nel 1967, a Bologna, inizio partita, palla al centro, scambio con Juliano e filò in gol in 35 secondi correndo per 40 metri, quattro avversari saltati in verticale. Nel 1969, a Palermo, beccato in continuazione dal pubblico,
EL NAPOLI di
segnò su rigore il 2-2 e fece il gesto dell’ombrello ai tifosi palermitani. Il Napoli vinse poi 3-2 e successe il finimondo. Quaranta palermitani querelarono Altafini. Lasciò il Napoli dopo sette anni.
Mimmo Carratelli
CAVANI (97 gol, in campionato 71) - Dove potrà arrivare Edinson Ca-
vani, goleador e atleta di Cristo, capelli al vento e vento nelle caviglie, centravanti a tutto campo, cannoniere di grazia e di potenza? Nel campionato 2010-11, il primo in maglia azzurra, ha messo a segno 26 gol CARECA (96 gol, in campionato 73) – Due milioni di dollari convin- che è il record stagionale di tutti i tempi per un cannoniere del Napoli. sero il San Paolo e 600 milioni l’anno convinsero il giocatore. Careca ar- E’ nato a Salto, centomila abitanti, nel nord dell’Uruguay. Era soprannorivò nella stagione 1987-88. Rimase sei anni. Era nato il 5 ottobre 1960 minato “el botija”, il ragazzino, per il fisico esile e la faccia da bambino. ad Araraquara, nello Stato di San Paolo, coetaneo di Maradona. Arrivò La sua culla calcistica è stato il Danubio, squadra di Montevideo, in prima nel Napoli a 27 anni. Scriveva con la mano sinistra e segnava col piede squadra nel 2006, a diciannove anni. Acquistato dal Palermo nel gennaio destro. Filava a rete sugli assist irresistibili di Diego. Nella partita di 2007 ha debuttato in serie A contro la Fiorentina, subito in gol con uno Ascoli (1988-89), col Napoli sotto 0-2, straordinario tiro a volo (identico esordio nel Bianchi furente lo richiamò in panNapoli con gol ai viola). Il Napoli l’ha acquichina a dieci minuti dalla fine impiestato dal Palermo per la cifra complessiva di Cavani raggiunge Altafini gando al suo posto il portiere di 18 milioni di euro, pagamento in quattro riserva Di Fusco, ulteriore segnale dei anni. E’ tra i maggiori goleador della storia 71 reti in campionato e malesseri nella squadra azzurra che del Napoli con 97 reti fra campionato e non voleva più Bianchi. Protagonista coppe. Legge la Bibbia tutte le sere da Maradona resta il Re del gol della conquista della Coppa Uefa 1989 quando, a Montevideo, un compagno di con sei gol, uno al Salonicco, tre al Basquadra, Cesar Gonzalez, lo avvicinò alla yern, due allo Stoccarda. Agnelli disse: Chiesa evangelica pentacostale. Per il primo “Maradona sarà pure l’anima del Napoli, ma per la mia Juve prenderei gol col Napoli a Firenze segnato al sesto minuto, il gol più veloce del camCareca”. Maradona disse: “Con Bagni ho vinto, con Careca mi diverto”. E pionato (ma la palla non era entrata), ha ricevuto il singolare premio di Careca concluse: “Io sono solo il terzo giocatore del Napoli. Il primo è cento chili di miele e cento di castagne. Maradona, il secondo è ancora Maradona”. Nel ’93-‘94 concluse la sua permanenza a Napoli. Andò in Giappone a giocare ancora tre anni, nel SAVOLDI (77 gol, in campionato 55) - Se Jeppson era stato pagato Kashiva. 105 milioni nel 1952, Savoldi fu acquistato per 2 miliardi nel 1975. Ferlaino precisò che, in contanti, Savoldi costò 1400 milioni più la cessione di Clerici e metà Rampanti al Bologna. Bergamasco di Gorlago, classe 1947, Savoldi arrivò a 28 anni. Rocambolesco il debutto al “San Paolo” contro il Como. Sullo 0-0, rigore per il Napoli. Tira Savoldi e il portiere para. L’arbitro fa ripetere. Secondo tiro sul palo. A fine partita un altro rigore per il Napoli e, finalmente, Savoldi segna (1-0). Soprannominato “’o maragià” e “Beppegol”. Nel primo campionato con Savoldi, il Napoli vendette 70.402 abbonamenti, record mai superato, neanche ai tempi di Maradona. A Napoli incise due dischi: “La favola dei calciatori” e “Uè” di ispirazione napoletana. Tornò al Bologna per il campionato 1979-80 in cambio di Bellugi e 800 milioni.
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CANÈ (70 gol, in campionato 56) - Arrivò ad Agerola, ritiro precampionato del Napoli, nell’estate del 1962. Aveva 23 anni. Il procuratore brasiliano De Gama era giunto in Italia per piazzare alcuni giocatori dell’Olaria, una squadra di Rio de Janeiro in crisi economica, e cercò di piazzarne qualcuno a Lauro, presidente del Napoli. Aprì una borsa di pelle nera e ne trasse la documentazione sui “gioielli” che voleva offrire per la squadra azzurra.
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GOLEADOR TRA CAMPIONATO E COPPE Maradona 115 Sallustro 111 Vojak 103 Altafini 97 Cavani 97 Careca 96 Savoldi 77 Canè 70
Vinicio Hamsik Jeppson Amadei Fonseca Giordano Stellone Clerici
69 69 52 47 39 38 33 32
Magnificò le doti di certi Muriello, Arodo e Rodarte. Lauro intuì che il procuratore voleva rifilargli i più scarsi e puntò l’indice sulla foto di Canè ritratto in una posa acrobatica. Accordo per 4mila dollari. Lauro gli fece firmare un contratto biennale, compenso sei milioni. Debuttò in campionato con la maglia numero 9 all’Olimpico. Con un tiro violento colpì il palo destro, il pallone fece due balzi sulla linea di porta e, dopo avere picchiato anche contro il palo sinistro, tornò in campo. La Roma vinse 3-0. Continuò a giocare centravanti e continuava a sbagliare gol con quei suoi tiri alle stelle. Fu Pesaola a intuirne le possibilità spostandolo all’ala destra. I gol divennero più numerosi. A Parma, nel 1965, firmò il ritorno del Napoli in serie A con due gol (il terzo lo segnò Bean, 3-1). Si esaltò con l’arrivo di Sivori e Altafini. Nel 1969, Ferlaino lo cedette al Bari a tradimento. Rientrò nel Napoli con un contratto a gettone. L’ultima brillante stagione fu quella ardente con la squadra di Vinicio (197374). Doveva fare l’ala tornante e si allontanò dalla porta. L’anno dopo, a 35 anni, con sole cinque partite, dette l’addio al calcio.
VINICIO (69 gol, tutti in campionato) - Anno 1955 al Vomero, 18 settembre, Napoli-Torino. Fischio d’inizio e palla al centro. Vinicio tocca ad Amadei, il “fornaretto” passa indietro a Castelli, il mediano lancia in avanti, Vinicio parte a razzo ed è sulla palla, travolge Grosso e Bearzot e, dal limite dell’area, fionda un missile sotto la traversa del portiere Rigamonti. Gol in 40 secondi dall’inizio della partita. Lauro lo comprò dal Botafogo per 50 milioni. Luis aveva 23 anni ed era una vera forza della natura. Si conquistò l’appellativo di “leone”. Finita la rivalità con Jeppson, per la cessione dello svedese al Torino, Vinicio, servito a dovere dalle ali Vitali e Brugola, col sostegno di Pesaola diventato mezz’ala, fu l’indiscusso idolo del Vomero. Campionato ’57-’58, Vinicio mise a segno 21 gol. Fallì un nuovo tandem, quello tutto brasiliano di Vinicio e Del Vecchio. Amadei insisteva con Lauro perché cedesse Vinicio. I tifosi issarono allo stadio un
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cartello: “Vendetevi l’anima, ma non Vinicio”. L’ultimo squillo del brasiliano fu il gol della vittoria (2-1) contro la Juventus nella domenica in cui fu inaugurato il “San Paolo”, 6 dicembre 1959. A fine stagione, Vinicio fu ceduto al Bologna: il Napoli ebbe dal club felsineo Pivatelli e Mihalic e saldò il conto versando 122 milioni. Il Napoli precipitò in serie B.
HAMSIK (69 gol, in campionato 59) - Bella falcata, elegante, opportunista del gol con inserimenti improvvisi sotto rete. Slovacco, è giunto nel Napoli a 21 anni. Costo 5,5 milioni, proveniente dal Brescia e sottratto dal Napoli ai grandi club. Magro come un fotomodello e col marchio di nascita del fuoriclasse, domina il campo con lo stile semplice dei calciatori essenziali e di intuito geniale che sanno dove “mettere” la palla e come condurre il gioco. Ha la grazia dei giocatori benedetti dagli dei del pallone. Diventa ancora più famoso per l’ormai sua celebre cresta dei capelli, opera del suo barbiere personale Rino Riccio di Pozzuoli. Si afferma come secondo cannoniere del Napoli di De Laurentiis superando celebri goleador azzurri. JEPPSON (52 gol, tutti in campionato) - Biondo e occhi azzurri, 1,80, piede 42, svedese di Kungsbacka, un paese di mare a 40 chilometri da Goteborg, fu pagato da Lauro 105 milioni nel 1952, prima cifra record del pallone. 75 milioni all’Atalanta, dove giocava, e 30 al calciatore su conto svizzero. Per quello che era costato, fu definito “‘o banco ‘e Napule”. Lauro lo sottrasse all’Inter. Esaltarono le sue doti di cannoniere due ali velocissime, Giancarlo Vitali e Bruno Pesaola, il tridente che furoreggiò al Vomero. Alla seconda stagione segnò 20 gol. Alla terza, calò. Gli attriti con Monzeglio, alcuni infortuni e il desiderio di trasferirsi all’Inter ne appannarono il rendimento. Con l’arrivo di Vinicio nel 1956 e il “tandem atomico”, il brasiliano e lo svedese insieme, la mancata intesa fra i due fece naufragare il progetto. Esplosero una sola volta: Napoli-Pro Patria 8-1, tre gol di Vinicio, due di Jeppson. Lo svedese fu ceduto al Torino dopo 4 campionati in maglia azzurra. AMADEI (47 gol, tutti in campionato) - Romano, detto “il fornaretto”, figlio di un fornaio di Frascati, era una fionda umana. Tronco robusto e cosce grosse, palloni scagliati a duecento all’ora, colpiva di punta in corsa. Aveva vinto con la Roma lo scudetto 1942. Passato all’Inter, Lorenzi lo sopportò poco. Lo prese il Napoli nel 1950, a 29 anni. Sei campionati in
CANNONIERI CAMPIONATO Sallustro Vojak Maradona Careca Altafini Cavani Canè Vinicio
108 (260 partite) 102 (190 partite) 81 (188 partite) 73 (164 partite) 71 (180 partite) 71 (97 partite) 70 (217 partite) 69 (152 partite)
Hamsik Savoldi Jeppson Fonseca Stellone Clerici Giordano Amadei
59 (209 partite) 55 (118 partite) 52 (112 partite) 31 (58 partite) 30 (88 partite) 29 (57 partite) 23 (78 partite) 47 (171 partite)
GIORDANO (38 gol, in campionato 23) - Arrivò al Napoli alla soglia
maglia azzurra, fino al 1956, quando ebbe 35 anni. Spesso segnava gol decisivi. Memorabile la rete del 3-2 alla Juventus al 90’ del 1953.
FONSECA (39 gol, in campionato 31) - Uruguayano, arrivò al Napoli a 23 anni, Ferlaino pagò al Cagliari 13 miliardi. A Montevideo lo chiamavano “el Tigre”. In Italia s’ebbe l’appellativo che non gradiva di Roger Rabitt per via dei dentoni da coniglio che mostrava respirando a bocca aperta, un difetto che gli era rimasto dall’infanzia per avere succhiato troppo il pollice arcuandosi il palato. Zampata vellutata e colpi di tacco. Giunse nel 1992 per due sole stagioni. Lippi diceva: “Fonseca ha la musica nei piedi”. Firmò in Coppa Uefa tutti i gol della vittoria del Napoli a Valencia (5-1). Dopo il secondo anno fu ceduto alla Roma.
dei trent’anni, una scommessa vinta da Italo Allodi, l’elegante architetto del primo scudetto che disse: “Con Giordano in mezzo a Maradona e a Daniel Bertoni faremo impazzire tutte le difese”. Il trasteverino dalla vita irregolare, con la carriera interrotta dalle sentenze sul calcioscommesse del 1980, stava ormai prosciugando le sue risorse di goleador dieci stagioni dopo il debutto tra i cannonieri italiani, a 18 anni, erede di Chinaglia alla Lazio. Vinicio, quando l’aveva allenato alla Lazio, a 20 anni, disse: “La cosa che più mi stupisce è la semplicità con cui fa le cose difficili. Si avvia a diventare uno dei migliori calciatori d’Europa, sicuramente il miglior centravanti italiano”. Napoli segnò la riscossa di Giordano. Per tecnica, fantasia e colpi morbidi, il suo gioco si avvicinava a quello del pibe. Segnò alla Juve (3-1) sul campo bianconero con una spettacolare mezza rovesciata al volo, il suo centesimo gol in carriera. Fornì a Carnevale l’assist per l’1-1 con la Fiorentina al “San Paolo” la domenica in cui, con 90 minuti di anticipo, il Napoli si laureò campione d’Italia per la prima volta. Andò via nel 1988, coinvolto nella rivolta di maggio contro Bianchi.
STELLONE (33 gol, in campionato 30) - Romano di Ciampino, fisico da corazziere, mancino, impetuoso, acrobatico, giunse al Napoli a 22 anni, nel 1999, dal Lecce, in comproprietà col Parma. Segnò 29 gol in B e uno in A in quattro campionati. Al secondo anno (2000-01 in serie A), un grave infortunio gli lasciò giocare solo 3 partite. Il chirurgo dovette ricostruirgli il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Col Napoli di nuovo in B, 2001-02, Stellone in tandem col deludente Sesa tenne vivo l’attacco azzurro con 11 gol, superando un altro intervento chirurgico al menisco esterno del ginocchio sinistro. Nell’ultima stagione azzurra, 2002-03, sempre in serie B, fece coppia con Dionigi rimanendo molto al di sotto del compagno: 19 gol Dionigi, 8 Stellone. Per il campionato 2003-04, il Napoli trattenne Dionigi e cedette Stellone alla Reggina. CLERICI (32 gol, in campionato 29) – Soprannominato “il gringo”, brasiliano di San Paolo, classe 1941, arrivò a Napoli nel 1973, a 32 anni. Attaccante di movimento, combattente irriducibile e buon realizzatore, diventò la punta di diamante del Napoli di Vinicio. Brillò nell’attacco con Canè e Braglia alle estreme in due campionati. Memorabile la rete ad Oporto, in Coppa Uefa, con cui il Napoli battè il Porto (1-0) in una delle più belle partite della squadra di Vinicio. Dopo due stagioni, Clerici fu ceduto al Bologna nella trattativa che portò Savoldi a Napoli.
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FERLAINO... DE Corrado non cedette Maradona e Careca Aurelio ha ceduto Lavezzi e forse Cavani
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ei precedenti numeri di questa rivista sono stati stilati, in tre occasioni, i dieci comandamenti calcistici al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Le prime due sequenze portano la mia firma, la terza, invece, quella del mio qualificatissimo parterre del programma Tifosi Napoletani. Come temevo, il mio più grande incubo si è materializzato. La mediocre campagna acquisti, come volevasi dimostrare, ha spezzato le ali ai nostri sogni di gloria. Al contrario di molti lecchini ho avuto il coraggio di dettare i dieci comandamenti (venti in tutto) prima del mercato di ripa-
razione di Gennaio. Non è mia intenzione esasperare gli animi, ma De Laurentiis deve capire che chi lo difende lo fa esclusivamente per perseguire i propri interessi personali, come del resto lo fa anche chi eccede nella critica. Io sono a mezza via tra le due posizioni, mantengo la mia linea e la mia coerenza. Rimango sulla stessa onda a difendere la passione della nostra tifoseria, che non può e non deve a nessun costo essere trasformata solo ed esclusivamente in business. Caro presidente, è vero che il Napoli è di sua proprietà e che lei lo ha ricostruito dalle macerie, ma deve capire che è anche e soprattutto dei napoletani. Non si può sempre e solo dire che lei ha preso il Napoli
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LAURENTIIS di dalla serie C e che non c’erano i palloni, adesso basta. Sono passati ormai dieci anni da allora e si ricordi, che il buon Ferlaino subito dopo aver vinto scudetto e Supercoppa italiana, l’anno seguente fu subito contestato nonostante fosse riuscito a trattenere Maradona per sette anni. Non si dimentichi che lei ha perso Lavezzi con la clausola rescissoria e non allungandogli il contratto, e adesso potrebbe succedere la stessa cosa con Cavani. Mi auguro di no. Tenga ben presente che la nostra tifoseria contribuisce con la sua passione ad esborsare denaro, che finisce per fluire direttamente nelle casse della sua Società attraverso l’acquisto del biglietto per sostenere la squadra da qualunque settore dello stadio, ma anche attraverso gli abbonamenti alla pay tv, marketing ecc. Tutto questo, il nostro umile popolo lo fa con grande sacrificio dato il difficile momento economico in cui versa l’Italia ed in particolar modo la
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rati eravam a o con ltri 10 c lasciat o u i que na rosa n la spe con i 10 st r p squa ’ultima iù lung anza ch comand e a a s Ade dra, con fida pe non av ottengo menti d re rs s e stra so ha l’o un Can a anche mmo re no il risu llo scor n c p s l g vota assione casione avaro i con l’ai alato p tato vol o nume u n r u u d noi i alla reli in busin i dimos campo to della nti al To to. Pres o, adess g l Na poli ione cri ess. Com trarci ch che già Federaz rino, al idente s o ne ho i v M s è un i e a fed tiana, e e vorrei non è v sapeva one che ilan ed ricordi ache rive ha d al Bo qua enut che e. Pr C i so r l l e s e e o e l m o a s i a d iden g s f n o c h e o mi gl te le se quell osse un Napoli estino l ralizza na, ia le p a gga o t p h a l i è u n t ia di pe atte stessa o’ com er trasf attend o la ’occa ifos rson de or e ntam e o nen ente vozione sua mog mare la va. do s s i o n e d d e l l a R e c h e d i ul m c , che no lie c su d erca i smen oma, ad ono h i t e n u tirli o to. tto c è e iò le i, perch deinte sso A l r ve lor é app artie per A me l’ex a dobbi ne. p a anc preocc am reside mo pe
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nostra città e nonostante tutto non manca mai all’appello. Faccia in modo che questi sacrifici vengano ricompensarti, ci gratifichi. Riconosca questo merito alla nostra gente, perché se davvero questo per lei non è un merito allora proprio non so cos’altro possa esserlo. Detto questo, resta il grande rammarico per aver gettato all’aria, per l’ennesima volta, un’occasione più unica che storica, perché, la verità è che il Napoli negli ultimi tre anni, ma soprattutto quest’’ultimo, lo scudetto lo avrebbe potuto vincere. Forse qualcuno non l’ha voluto. Speriamo di centrare l’obbiettivo Champions, con la speranza che per il prossimo anno venga allestita una rosa adeguata per far fronte alla competizione e che i nostri top player non vengano ceduti.
I CO
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Gennaro Montuori
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up nt h ico ns spie e un tif a che le smis Rober e del N are, co g me d a po to F o i sion li n i e si o il perc so dell potrebb o i e iss n r ,c e tere è h a sse e he lei h in una onché s e moa fatto so é: Ha ce Juven e essere a n uo non ostr p t us , duto h, Is ffiar r e s per la Cam e Q e amo o il Nap a trapagn e Pelus Vidal, uagliar le o r e l i per V e ? o. N aro. on g ucinc, A lla li ce Non da a sac nche tani i tocchi M è Ma v vent un mito aradon u ,e a are u n rit ole vinc n ne cosi fac . Per noi ere o iro a mico e n D v va m della ndo potr apoleo m imaro l uole pa e nost in rt ei sto e ra ti bbe difors imo per ha dett ecipare fose e an ? Ferl ria. che p il terz o che lo a ter qu o/sec tani i n o è s t ond a n alco t o o nost o de tt sa in an c r i t i c i più. utti ed u , due cop te aves ato dai i sol na s se v nap pe I t d u in o i che per pole copp alia, un to due leh t a co sc u a ita acqu ani altr anno ve p p l iana rsat o ch ista a Ue re. o e r in fa . forz i tiAd u i po n tano a tifos e conc Ron g iocato ria com ed a e r d’ im erà alm pion ldo, Cav i come la nost ma g eno ra s a i , una ni, H M e s s i ine ante e no petC n h p ,C am a ávez e a n tra c pproder ssun g i rte , Var i vari sik ed ristian i l r ocao ispe à ne gas, ittà R o s a altr i t l . c D l to p Son o an arla umitru ti, Don amo p a squach ndo adel ecc. Mau e Bigon arole ch . , c on t e r izio a utto Con sopr l tifoso d ann into ivido l omi e cu nan r ve o “N un s di a o Se n gno nel poli siam Napoli e ric cuor q ordi e vin o noi”. A uando pres iden cere il t bbiamo rico te.. lore .
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MENNA Garden Baby s.a.s.
GIOCATTOLI NAZIONALI ED ESTERI
ARTICOLI CARNEVALESCHI ARTICOLI MARE
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I DUE GIO M
arek Hamsik e Lorenzo Insigne. Due calciatori simbolo di un Napoli che è tornato ormai protagonista nel massimo campionato di calcio. Su di loro sono stati scritti fiumi di parole, per loro parlano i gol, le giocate straordinarie, gli assist, ma soprattutto il modo di comportarsi sia in campo che fuori. Prendiamo ad esempio Hamsik. Il giocatore è tra i piu’ corretti in campo. Mai un fallo cattivo, mai una reazione scomposta, rarissime le ammonizioni comminategli dagli arbitri, si contano sulle dita di una mano le proteste verso una decisione avversa, mai eclatante il suo disappunto, sempre composto e rispettoso. Il suo comportamento è il frutto di una crescita non solo calcistica, ma soprattutto umana. Fattori questi che spesso nel calcio non vengono sottolineati con la dovuta attenzione. Un calciatore è bravo solo se segna, se fa segnare, o se s’impegna più degli altri in campo. Il metro di valutazione, molto spesso è solo questo. Nella gestione De Laurentiis, invece, l’aspetto comportamentale complessivo è valutato con attenzione dalla dirigenza azzurra. Tanto che allo stesso Marek, è stato affidato il ruolo di capitano in assenza di Paolo Cannavaro. Anche nelle interviste ai giornali, alle radio e le Tv, Hamsik fa la differenza. Il suo corretto italiano non lo preoccupa di certo, il suo modo di spiegare le varie situazioni della gara lo portano ad affrontare i giornalisti con una serenità non comune agli altri. Marek conosce il calcio, ha imparato ad evitare polemiche inutili, soprattutto a fine gara, quando tutti sono a caccia di un titolo o di una dichiarazione ad effetto. E il club azzurro ha più volte affidato il dopo gara al giocatore che in ogni oc-
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casione ha dimostrato di sapersela cavare in modo impeccabile. Di lui, anche tra i compagni, si dice un gran bene. Sempre pronto ad aiutare tutti, Marek è il calciatore modello, quello che tutti vorrebbero in squadra. Colui che con una “giocata” con un’invenzione, può risolvere ogni partita. Forte di destro, di sinistro ed anche di testa, giorno dopo giorno il calciatore non finisce mai di stupirci. Il suo valore è immenso. Impensabile poter ripartire la prossima stagione senza di lui. Per i tifosi è più di un beniamino, per il club azzurri lui rappresenta certamente il Napoli. Così come Insigne. Leader nel Pescara di Zeman ed in nazionale, Lorenzo sta crescendo a vista d’occhio. Si avete letto bene. Sta crescendo a vista d’occhio. Sul suo utilizzo si sono divisi in tanti. Meglio partire dall’inizio, meglio a gara iniziata, meglio nel finale. Certo è che con Mazzarri lui ha sempre giocato. Ed a mio avviso il tecnico azzurro l’ha “gestito” tutto sommato più che bene. Certo è difficile fare a meno di lui, forse uno dei pochi calciatori capace di saltare con estrema faciltà il diretto avversario. I suoi rientri da sinistra lo portano spesso ad incrociare con il destro; fino ad oggi ha avuto poca fortuna, più volte i suoi tiri hanno sfiorato il gol, qualche palo di troppo, ma anche su Insigne bisogna a tutti costi pensare di affidargli il Napoli del futuro. Conservare i due gioielli azzurri, affidare loro compiti di responsabilità ed attendere la loro consacrazione. Mentre Hamsik può considerarsi un campione affermato, Insigne sta per diventarlo per davvero. Per la felicità del calcio Napoli, per la gioia dei tifosi, che vedono il loro due calciatori modello, sia per le capacità tecniche che per la loro grande umiltà.
IELLI
di
Angelo Pompameo
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Tra tante stelle brillano il Pocho e Maradona
Via P. Martinez y Cabrera, 22/24 NOCERA INFERIORE (Salerno)
INTERVISTA A BR S
L’Argentino diventato napoletano
iamo concordi nell’asserire che Bruno Pesaola, insieme al grande Omar Sivori, all’ineguagliabile Diego Maradona e al velocissimo Ezequeil Lavezzi, fa parte dei “Fantastici Quattro”, ovvero i quattro argentini più forti che il Napoli abbia mai avuto nella sua storia, coloro che, con la maglia azzurra, hanno calcato con classe il rettangolo verde del San
Paolo. L’oriundo Pesaola fu soprannominato anche “Il Petisso” (Il piccoletto), con allusione alla sua minuta statura che in compenso gli ha permesso di dribblare, fintare e crossare. L’indissolubile legame tra Pesaola e la città di Napoli inizia nel 1952, quando giocava da ala sinistra, facendo coppia dapprima con Vinicio e poi con Jeppson. In veste di allenatore Pesaola, insieme al mitico Gennaro Rambone, fu protagonista di un’eroica salvezza del Napoli nel lontano 1983. – Lei che ha dispiegato tutto il suo potenziale tecnico in veste di calciatore e tutta la sua fantasia in veste di
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allenatore, cosa ne pensa della cessione di Ezequeil Lavezzi? “Lavezzi è stato un calciatore molto importante per il Napoli. Era diventato l’idolo della tifoseria, per questo mi stupisce che nessuno abbia battuto ciglio sulla sua cessione. Non abbiamo assistito a nessuna contestazione da parte della tifoseria. Quando tempo addietro si parlava di una possibile cessione di Maradona, la reazione dei napoletani fu immediata. Sembrava quasi che il mondo gli stesse crollando addosso. Fu da subito evidente, che la città non avrebbe mai perdonato alla società dell’epoca un tale sgarro. Napoli a Ferlaino non ha mai perdonato nulla. Stranamente oggi accade il contrario. Sarà che i tempi sono cambiati e che il calcio non è più quello di una volta…’’. –Insieme a Sivori, Maradona e Lavezzi, lei fa parte dei quattro argentini più forti della storia del Napoli! “Sono molto lusingato, soprattutto perché mi sento a pieno titolo un napoletano. Non a caso sono diventato un vostro concittadino. Le dirò, nella mia carriera d’allenatore ho vinto uno scudetto con la Fiorentina, ma, non me ne vogliano i tifosi viola, avrei preferito vincerlo con il Napoli. L’emozione sarebbe stata diversa. Tornando ai grandi nomi che ha citato nella domanda, ricordo che quando Omar Sivori arrivò a Napoli, i tifosi impazzirono per la felicità. Omar è
stato un grande campione”. –Cosa pensa degli ex presidenti del Napoli Corrado Ferlaino e Roberto Fiore? “Ferlaino è stato un ottimo presidente, tant’è che ha vinto due tricolori, una Supercoppa italiana, due coppe Italia, una coppa Uefa. Roberto Fiore è stato un grande presidente ed oltretutto è un grande amico. Conservo nel cuore dei grandi ricordi”. – Tornando ad oggi, dopo le polemiche scaturite dal caro prezzo dei biglietti di Napoli-Juventus, ritorna forte l’accusa al presidente De Laurentiis di mancare di rispetto alla tifoseria partenopea. Lei cosa ne pensa a riguardo? “Personalmente non saprei rispondere. Bisogna capire prima di tutto che intenzioni ha De Laurentiis, se vuole girare un film. Prima di tutto il calcio non è il cinema; secondo, la Società ha molti introiti su cui contare che provengono dalla Tv, dal pubblico, dal marketing e dai diritti d’immagine. Oggi ci sono appunto altre sorgenti economiche a cui attingere, mentre per il passato una Società di calcio doveva badare agli incassi. Pensi che il
UNO PESAOLA di
prezzo dei biglietti ammontava intorno alle 50 lire. Oggi invece i prezzi dei tagliandi sono fortemente aumentati, e per poter assistere ad una partita di calcio bisogna esborsare cifre di un certo peso. Ne consegue che seguire una partita allo stadio diventa privilegio per pochi”. – Il Napoli quest’anno ha covato con intensità il sogno scudetto fino allo scontro diretto con la Juventus poi sono arrivati alcuni tonfi in campionato. Quali sono state secondo lei le concause di questo crollo? “Il motivo è legato sia alla campagna
Gennaro Montuori
acquisti di gennaio, che alle cessioni di inizio stagione. Per poter lottare con le élite del campionato bisogna disporre di un equipe all’altezza delle altre che concorrono per la stessa ragione. Invece il Napoli si è indebolito con le cessioni e non ha nemmeno provveduto ad acquistare giocatori che eguagliassero o quantomeno si avvicinassero al potenziale tecnico dei calciatori ceduti. Sono stati fatti acquisti inutili, calciatori che non vengono utilizzati”.
“Non so che tipo di comunicazione intercorre tra Mazzarri e De Laurentiis, ma so solo che una Società che va per la maggiore deve ascoltare l’allenatore. Spetta al tecnico individuare gli interpreti giusti per rendere operanti le idee di gioco. Al di là di questo, credo sia di fondamentale importanza il lavoro degli scouting per scovare calciatori in giro per il mondo”. – Con la maglia numero 11 sulle spalle ha fatto spesso coppia in attacco con il mitico Hans Jeppson, recentemente scomparso per alcune complicazioni cardiache. Cosa si sente di dire in ricordo di questo grande campione? “Hans Jeppson è stato un grande campione, nonché una persona stupenda. Purtroppo arrivati ad una certa età è inevitabile che accadano certe cose. Personalmente ritengo che il solo minuto di raccoglimento fatto dal Napoli, per commemorare il grande Hans Jeppson, non sia abbastanza. Mi aspettavo che la squadra scendesse in campo con al braccio la fascia di lutto”.
– Secondo lei l’allenatore non ha avuto polso nel far valere le sue idee?
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DA SIVORI A PAP P Uno Juventino del Regno delle Due Sicilie innamorato di Napoli
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a sempre c’è un legame forte che sfocia in fortunate coincidenze tra la città di Napoli, la sua squadra di calcio ed i calciatori argentini che hanno calpestato il terreno del S. Paolo. Tutto ebbe iniziò in una calda estate di tanti anni fa, quando sbarcò a Napoli un argentino, accolto in grande stile e con l’entusiasmo ed il calore che è unico dei tifosi napoletani, proveniente da una grande squadra. Il pubblico risponde a questo favoloso acquisto con 70.000 abbonati! Era mancino e faceva impazzire le difese. No, non sto scrivendo di Diego Maradona, ma di Sivori. Omar Enrique Sivori, detto el Cabezon, proveniva dalla Juve, la mia squadra, per la quale tifano numerosissimi uomini, donne e ragazzi del sud, e che Sivori aveva fortemente contribuito a farle raggiungere traguardi fantastici quali scudetti, coppe e con essa aveva conseguito il Pallone d’Oro, fortemente strameritato. Arriva
a Napoli quando ormai ha 30 anni e solo per incompatibilità tecnica con il nuovo allenatore della Juve, Heriberto Herrera. Mai avrei immaginato Sivori con i colori di un’altra squadra, un pezzo di cuore da tifoso se ne andava, ma da uomo del sud, innamorato di Napoli, ne ero in fondo felice. Infatti, la scelta di Napoli e del Napoli fu una piacevole conseguenza. Ancora oggi in tanti rivedono con entusiasmo i filmati dei suoi dribbling, dei suoi tunnel, l’inventiva, l’irriverenza, la sfacciataggine. Un ta-
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A FRANCESCO lento unico che sfociava spesso in squalifiche, multe e sospensioni. Scelse Napoli per terminare la carriera perché sosteneva che “ogni calciatore, almeno una volta nella vita, dovrebbe provare cosa significhi giocare a Napoli”. Così, si trovò a giocare con Altafini “core n’grato” e fecero sognare l’intera città. Sivori era un personaggio poliedrico, affascinante, viscerale, che si ama o si odia. Napoli lo amò e chi ama non dimentica. La presenza di Sivori fece crescere la squadra, la società e la città, coincidendo con la crescita dell’intero Paese, periodo che si ricorda come i “favolosi anni 60!”, arrivando ad un secondo posto in campionato, superando addirittura la mia Juve, raggiungendo, così, il risultato calcisticamente più importante prima dell’avvento del secondo argentino, il più grande di tutti i tempi, Diego Armando Maradona. La carriera di calciatore di Sivori terminò fatalmente dopo un Napoli – Juve che registrò anche la focosità dello stesso che sfociò proprio contro la sua ex squadra che aveva amato e nel peggiore dei modi addirittura con lo scontro fisico con Salvadore, difensore della Juve. Ma questa è la storia! I nostri giorni hanno registrato l’avvento di un altro grandissimo argentino: Papa Francesco, il primo Papa tifoso di una squadra di calcio, il S. Lorenzo. Ha una zia a Castellammare di Stabia e da quella zona arrivano voci di un suo interesse per il Na-
di
Vincenzo Cesareo
poli calcio. Nulla da stupirsi visti i suoi primi atti da Papa: la passione, la voglia di fare, sono da “core napulitano”. Sembra, comunque, una sorta di corso e ricorso storico fortunato per il Napoli con gli argentini. Glielo auguro di cuore da uomo del sud, discendente del regno delle due Sicilie. Intanto sono sicuro che la città ed i tifosi stanno predisponendo lo striscione con il quale accolsero Sivori e Maradona, anche per Papa Francesco: “Tu si na cosa grande!”.
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TRE UOMINI
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entre sto partorendo questo pezzo dopo 3 ore di gestazione, le notizie passano inesorabilmente. Le dicerie sul buon Cavani sono ormai di dominio pubblico. Tanto fango e letame versato sul suo corpo, sarà vera questa storia? Oppure e tutto fumo? Intanto una signorina chiamata fumo e bistrattata perché colpevole di tutti i mali del mito. Personalmente non credo che Cavani abbia questa sbandata, nel mio precedente articolo su questo giornale (vedi il numero 3 di quest’anno a pagg. 21-22) lo definivo Atleta di Dio, un bravo ragazzo tutta casa, chiesa e campo. Il fratello Bob Marley cantava “only your friend know your secret” tradotto “solo il tuo amico sa il tuo segreto”. Da giornalista, so come confezionare, montare e diffondere una notizia in un mondo di “total and global news” l’informazione può essere pilotata. Attenzione! senza me-
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scolare il sacro col profano, vorrei farvi notare che l’approdo sul trono di Pietro del primo Papa sudamericano, Cavani ha cessato il suo “ramadan” col goal. Il Napoli torna a vincere e il bomber è rinato. Per fortuna! perché i giochi si fanno pressanti. Il Napoli ha 2 punti in più del Milan, che nel mercato di gennaio ha preso un giocatore chiamato Balotelli, che di ritorno da una città triste e lugubre come Manchester, ha ritrovato una nuova linfa. Sta dando un’impatto incredibile alla sua squadra. Grosso modo il pazzo Balo con il suo arrivo al Milan ha cambiato assetto tecnico-tattico di quest’ultimo. Una prova tangibile che come tormenta il mio editore Gennaro Montuori i calciatori di qualità fanno la differenza, ha ragione al 100%! C’è’ una squadra che dalla B come il Napoli ed è la
SUL PODIO di
Juventus che che se ne dica. Anche lì c’è un giocatore bresciano come Balotelli, si chiama Pirlo, è intramontabile! Dono dell’unto di Dio ossia cav. Berlusconi, considerato a fine cariera, è stato praticamente regalato alla Juventus. Con le sue geometrie ha corroborato il gioco di Conte, che in partenza pensava di attuare il 4-2-4 metodo Santos di Pelè e di Ventura del Torino. Vedete voi quanto un solo giocatore possa cambiare il volto di una squadra. Da tifoso juventino e simpatizzante del Napoli, devo riconoscere che ho pensato che il Napoli potesse vincere il tricolore quest’anno. Da osservatore, credo che l’abbia fallito per disorganizzazione societaria, un play maker creativo, una rosa sbagliata e striminzita, l’extreme utilizzo di alcuni elementi.
Idris
Con una programmazione mirata, un’organizzazione di gioco elevata, mister Mazzari può acciuffare il tanto atteso terzo scudetto. Però bisogna dargli un parco giocatori di prim’ordine uno stipendio dai 3,54 milioni, visto che il suo rivale Conte ne percepirà 5 più bonus nei prossimi 5 anni. Poi bisogna vedere se vorrà rimanere o no. Chi sarà l’agnello sacrificale del Napoli quest’anno? Comunque sia, questo campionato è già compromesso, la Juve vincerà meritatamente. Quindi c’è ancora la possibilità di entrare in Champions dalla grande porta, e il Napoli deve andare a Milano con il suo eto o bianco Cavani per fare la partita perfetta contro il Van Basten nero Balotelli. Intanto li guarderà dall’alto l’intramontabile e sublime Pirlo. 3 calciatori da podio. Forza Napoli per il secondo posto!
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foto di Raffaele Esposito
LA FOTO DEL MESE
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IL CALCIATORE E È
tornato a segnare, dopo una prolungata ed inusuale astinenza da rete, El Matador Cavani, il pifferaio dei magici sogni azzurri di Champions. Risponde con la sua arma letale al vespaio di critiche e ai veleni del gossip..., i goal. Erano otto le partite senza centri, riconducibili a 6 incontri di campionato e 2 di Europa League, per un totale di 729 minuti a secco. Insieme al suo cavallo di razza il Napoli ha rallentato, ma lo show del goal andato in onda al San Paolo riporta il sorriso in casa Napoli e soprattutto ad Edinson. Stella del firmamento calcistico, dal fisico bionico e longilineo, Cavani è un calciatore dalle caratteristiche più uniche che rare. Polmoni inesauribili, tecnica, imprevedibilità, sono solo alcune delle caratteristiche di questo campione di caratura internazionale e forse ne fanno anche un attaccante senza eguali. Il rettangolo verde lo calpesta infinite volte durante le partite e quasi avesse il dono dell’ubiquità in pochi minuti te lo trovi al centro dell’aria, qualche istante dopo a destra e poi ancora a sinistra. Si sacrifica anche in fase passiva, quando, con la tenacia del calciatore moderno, dona un valido contributo alla retroguardia partenopea con prodigiosi recuperi, e sulle palle inattive battute dagli avversari, quasi sempre è lui a liberare l’area dal pericolo. Preferisce partire da lontano e palla al piede corre senza perdere lucidità fino alla porta avversaria e la fucila. Le imperiose incornate del Matador, la potenza e la precisione nel tiro, ne fanno il sogno proibito di molti club. Contro l’Atalanta, la freddezza dal dischetto, quella che invece gli è mancata al Bentegodi e il secondo sigillo da cineteca, stop perfetto in area, giravolta e tiro angolato, sembrano avvertire gli avversari.. ‘‘Cavani è tornato a Matare’’. Se la fortuna lo avesse assistito avrebbe addirittura messo a segno l’ennesima tripletta in maglia azzurra. Già, perché da quando il ‘‘puntero’’ è a Napoli di triplette ne ha segnate ben otto. I due goal che il titano ha rifiatato alla Dea sono manna caduta dal cielo e gli permettono di allungare il passo nella classifica cannonieri, dove primeggia indisturbato. Chiamatela casualità, ma è strano che sia stato proprio l’Atleta di Cristo a tenere lontano il Diavolo dalla seconda posizione. Ma a Cavani non interessa parlare di fortuna, per lui non c’è spazio per le superstizioni ed il profano, conta solo la fede. In mezzo al campo le mani congiunte della preghiera, si staccano e diventano indici puntati verso il cielo subito dopo un goal, come segno di gratitudine verso colui che gli ha indicato la strada verso Napoli. Nella fase a gironi di Europa League ha messo la firma su 7 sigilli, portando a debordanti vittorie e viaggiando ad una media reti impressionante. Sia in Italia che in Europa c’è una fila interminabile alla sua corte, ma i tifosi partenopei si augurano che oltre a trascinare nuovamente il Napoli verso la massima competizione europea, El Matador vi partecipi, ma con la casacca azzurro cielo. Ovunque sarà il suo futuro, Edi è già entrato nella storia dei centravanti azzurri più forti di tutti i tempi e resta il calciatore più copertinato della nostra rivista.
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E DEL MESE di
Nastasia Spina
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27a Giornata - 1 Marzo 2013
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Orsati (Schio)
De Sanctis Campagnaro Cannavaro Britos (dal 46' Dzemaili) Maggio Behrami Inler 43’ (dall’84’ Armero) Zuniga Hamsik Pandev (dal 67’ Insigne) Cavani A disp.: Rosati, Rolando, Gamberini, Mesto, Donadel, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri
1 Buffon Barzagli Bonucci 10’ Chiellini Lichtsteiner Vidal Pirlo Marchisio (dal 46’ Padoin) Peluso Vucinic (dall’85’ Pogba) Giovinco (dal 74’ Matri) A disp.: Storari, Rubinho, Asamoah, Marrone, Isla, Giaccherini, Quagliarella All.: Conte
NOTE: 60.000 spettatori circa. Angoli: 10 a 4 per il Napoli. Recuperi: 1’ pt, 2’ st.
di Carmine Montuori
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28a Giornata - 10 Marzo 2013
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Rocchi (Firenze)
Puggioni Frey Dainelli Andreolli Cesar Dramè 12’ (dal 73’ Jokic) Cofie Rigoni Hetemaj Thereau 44’ (dal 57’ Luciano) Paloschi (dall’81 Pellissier) A disp.: Ujkani, Sampirisi, Seymour, Papp, Hauche, Stoian, Samassa. All.: Corini
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De Sanctis Campagnaro Rolando Gamberini (dal 47’ Dzemaili) Maggio Behrami Inler (dal 57’ Armero) Hamsik Zuniga (dal 63’ Pandev) Insigne Cavani A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Mesto, Donadel, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri
NOTE: 12.000 spettatori circa. Angoli: 13 a 3 per il Napoli. Recuperi: 0’ pt, 4’ st.
di C.M.
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gi
gi ag om
prossima apertura nei pressi del Santuario
L’ARTE, IL CULTO E IL POPOLO DELLA CARTIERA SONO UN VANTAGGIO PER NON SOLO POMPEA TEMPIO DELL’INTIMO E DELLE FIRME IN GRADO DI SODDISFARE ANCHE GLI SFIZI E I VIZI DEI DIVI E DEI VIP In occasione della proclamazione di Papa Francesco, l’Azienda NON SOLO POMPEA pubblica una Santa Poesia
IO SONO CREATO Io sono creato, per fare e per essere qualcuno, per cui nessun altro è stato creato. Io occupo un posto mio, nel cuore di Dio, nel mondo di Dio, un posto da nessun altro occupato. Poco importa che io sia ricco o povero amato o disprezzato dagli uomini, Dio mi conosce e mi chiama per nome. Dio mi ha affidato una missione che non ha affidato a nessun altro.
Dio non mi ha creato inutilmente, in qualche modo io sono connesso ai progetti di Dio, quanto un arcangelo al suo fianco. Io farò del bene, Signore, sarò un angelo di pace, un testimone di verità, nel posto che tu Signore, mi hai assegnato con la forza del tuo Spirito Santo... sconfiggererò chi commette calunnie e abusi di potere davanti a donne e bambini. Amen
VIA LEPANTO 205 - POMPEI (NA)- TEL. 081.0482550 FACEBOOK: NonSoloPompea Alfredo No Stress
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29a Giornata - 17 Marzo 2013
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Valeri (Roma)
De Sanctis Campagnaro Cannavaro 30’ aut. Gamberini (dal 62’ Armero) Maggio (dal 78’ Insigne) Behrami Dzemaili Zuniga Hamsik Pandev 81’ (dal 90’ Rolando) 65’ Cavani 4’ rig. A disp.: Rosati, Grava, Inler, Donadel, Mesto, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri
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Consigli Raimondi Stendardo Lucchini Del Grosso Giorgi (dal 59’ Canini) Carmona Biondini (dal 77’ Cazzola) Bonaventura Moralez (dal 66’ Livaja) 72’ Denis A disp.: Frezzolini, Ferri, Contini, Troisi, Radovanovic, Brivio, Cigarini, Brienza, Parra. All.: Colantuono
NOTE: 38.387 spettatori circa. Angoli: 14 a 1 per il Napoli. Recuperi: 0’ pt, 4’ st.
di C.M.
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di Accetto Vincenzo & Francesco
Progettazione
Installazione
Realizzazione
Via Nazionale delle Puglie, 70 S. Vitaliano (Na)
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30a Giornata - 30 Marzo 2013
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Giannoccaro (Lecce)
Gillet Darmian Glik Rodriguez D’Ambrosio (dal 56’ Masiello) Basha Gazzi Cerci Vives (dal 56’ Meggiorini) 78’ Barreto 30’ (dal 66’ Jonathas) 73’ rig. Santana A disp.: Coppola, Caceres, Di Cesare, Bakic, Menga, Stevanovic, Bianchi, Diop. All.: Ventura
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Rosati Gamberini Cannavaro Britos Maggio Behrami Hamsik 10’ 47’ 80’ Dzemaili (dall’87’ Rolando) Zuniga Pandev Insigne 85’ 90’ (dal 65’ Cavani) A disp.: Colombo, Grava, Crispino, Mesto, Donadel, Armero, Inler, Radosevic, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri
NOTE: 30.000 spettatori circa. Angoli: 10 a 8 per il Torino. Recuperi: 1’ pt, 4’ st.
di C.M.
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L’
eterno duello tra Napoli e Juve non si esaurisce in campo ma sembra avere ripercussioni anche nel quotidiano. Dichiarazioni ed esternazioni alquanto discutibili continuano ad uscire dalla bocca di Antonio Conte e dei suoi seguaci. In occasione del big match del S. Paolo e dei giorni a seguire sono state riportate dalla stampa diverse tipologie di “offesa” nei confronti della squadra partenopea e della stessa città campana. Tralasciando per un momento la guerra personale Marchisio-Napoli, che ha comunque scatenato una bufera mediatica, mi vorrei soffermare sulle “educate” parole di una mediocre signora, A.L., che si è permessa di esternare riflessione di stampo razzista nei confronti di un intera città. Tale soggetto, attraverso radio juveweb, lancia un invettiva contro la squadra del Napoli e si permette di fare dell’ironia sul recente incendio che ha distrutto la Città della Scienza. L’educata A.L., radiofonicamente, spiega ai seguaci ju-
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ventini che sono stati i tifosi del Napoli a portare “sfiga” con la coreografia esibita durante la supersfida di Fuorigrotta. ‘‘L’unica cosa che aveva di bello Napoli è andata a fuoco’’. Non contenta, la sua bocca di rosa rincara la dose, con “apprezzamenti” riguardanti il crollo della palazzina in pieno centro. La villana in questione (perché di donna non si può in questo caso parlare!) definisce Napoli la terra di nessuno, un luogo dove la giustizia è aleatoria. Ciò che stupisce di più in questa vicenda è il perché tale soggetto non sia stato punito e le dichiarazioni censurate nonostante la palese impronta razzista. Il comportamento scorretto dei tifosi juventini non è passato inosservato a Napoli: centinaia di auto danneggiate e striscioni offensivi che sottolineano le piaghe sociali della città partenopea. Non erano tantissimi i bianco-neri al S. Paolo ma penso che erano i peggiori che la squadra di Conte potesse arruolare.
O MORALE di
Poi si lamentano del vetro rotto ??? Sottolineo che non si può interpretare un atto vandalico come una congiura, ed aggiungo che molte volte le parole son più indigeste dei fatti. Napoli deve sopportare le lusinghe di personaggi inutili che si permettono di praticare dello sfottò sulle disgrazie della città. Non è questo il modo giusto per sostenere la propria squadra ed essere sportivi. L’essere tifosi è tutt’altra cosa! La giusta esultanza per il proprio club può essere anche piacevole, ma l’esagerazione (come in ogni cosa) non va bene. Il calcio e la competizione non centrano nulla con i problemi sociali della città; Napoli ha i suoi per carità, ma Torino non è certo esonerata. Abito a Milano ma conosco bene Torino.... e posso garantire che di disgrazie e di disgraziati ce ne sono parecchi. L’immondizia accatastata, tanto per fare un esempio, si vede anche a Torino. Tanti quartieri del capoluogo piemontese son degradati ed inagibili. Che
Marika Fruscio
ognuno pianga il suo male senza puntare il dito! Antonio Conte è un altro di quegli individui che dovrebbe riflettere prima di aprire bocca. Ora vi spiego il perché. Recentemente, durante la partita Bologna-Juve, il tecnico bianco-nero ha esultato molto animatamente sia sotto la curva juventina e sia in prossimità della tifoseria emiliana. L’ennesima provocazione di Conte? Ebbene sì. Tale comportamento ha infastidito non poco Pioli e tifosi bolognesi, con conseguenti lanci di pietre e bastoni. Voi vi chiederete ‘‘ma questo episodio cosa centra con il Napoli?’’ Ai microfoni di Sky Conte ha rilasciato diverse dichiarazioni, ma vorrei riportarne solo una: “A Bologna, città civile, ci hanno accolto con pietre e bastoni... mi sarei aspettato tale accoglienza a Napoli...”. Lascio a voi lettori il diritto di replica. Forse Conte aveva tutto il diritto di esultare per la sua rubentus, ma non aveva diritto ad aprire bocca.
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RISTORANTE
’a Ninfea dipendente del mese
Mirko Lubrano
VORREI DIEGO SULLA PA Con Lavezzi il Napoli avrebbe vinto lo scudetto
C
ome ormai abitudinariamente accade da qualche mese a questa parte, da quando il soggetto in questione è opinionista fisso nella nostra trasmissione, anche in questo numero presentiamo ai nostri lettori una nuova intervista esclusiva ad Hugo Maradona, fratello dell’ineguagliabile Pibe de oro. Dopo l’abbraccio scambiato nel Golfo, presto Hugo raggiungerà Diego a Dubai, ma solo per cinque giorni. Difatti, il nostro “Pibe d’argento” ha annunciato che il suo soggiorno nell’idilliaco Golfo Persico sarà breve, in modo da poter presenziare al consueto appuntamento del giovedì nel salotto della trasmissione di Gennaro Montuori e per non lasciare soli i ragazzi della Mariano Kel-
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ler unitamente al loro presidente Salvatore Righi. Nell’intervista che stiamo per presentarvi Hugo si è aperto con il cuore ed ha toccato più argomenti, dal futuro di Mazzarri che è in bilico, al ritorno al goal del Matador alla partenza del Pocho Lavezzi, giocatore che a suo avviso avrebbe potuto trainare il Napoli verso la conquista del terzo tricolore. – Pensi che il ciclo di Mazzarri a Napoli sia terminato e che ora sia giunto il momento di guardare avanti? E soprattutto, credi che questa indecisione possa rappresentare un male per il Napoli? “Non credo che il ciclo di Mazzarri a Napoli sia giunto al capolinea. Premetto di essere un grande estimatore del mister, soprattutto per quanto di buono ha fatto nel Napoli dal giorno in cui ha messo piede all’ombra del Vesuvio. Per anni è riuscito a confermare il Napoli nelle posizioni alte e prestigiose della classifica di serie A. Come è ben risaputo il pubblico di Napoli è ambizioso ed esigente, come del resto lo sono anch’io. La gente vuole vincere. Per il bene del Napoli bisogna che venga fatta chiarezza e che questo groviglio di incertezze venga sciolto al più presto. Del resto come si fanno ad avviare trattative se ancora non si conosce il nome dell’allenatore? Non si conoscono i gusti né tantomeno il sistema di gioco.
È necessario che De Laurentiis chieda a Mazzarri quali siano le sue intenzioni. È una cosa da fare alla svelta, poiché entrambi devono concordare la squadra per la prossima stagione. Se mai decidesse di restare, allora dovrà avere polso nel chiedere i calciatori di cui ha bisogno per realizzare le sue idee di gioco”. – Vorresti che fosse Mazzarri a guidare dalla panchina il Napoli nella prossima stagione oppure hai mente qualche altro nocchiere? “Vorrei che fosse mio fratello, ma se proprio non dovesse essere così, allora ben venga che resti Mazzarri. Prima mio fratello e poi Mazzarri. Lungi da me il desiderio di togliere il lavoro a qualcuno sia ben chiaro, espongo soltanto una mia considerazione”. – Potrebbe essere un rischio per gli azzurri caricare tutte le attenzioni sullo scontro diretto con il Milan del 14 Aprile? “Sono assolutamente d’accordo. È già successo con l’approssimarsi dello scontro diretto con la Juventus dello scorso Marzo. Con quattro giornate di anticipo le attenzioni erano già rivolte al Big Match del San Paolo. Io credo che il Napoli debba riversare la sua attenzione solo ed esclusivamente sulla partita che è di turno sul calendario. Bisogna concentrarsi partita dopo partita e destare attenzione allo scontro diretto con il Milan solo nella settimana in cui cade l’impegno.” – Per il secondo posto è duello tra Napoli e Milan. Chi vedi favorito? “Io credo che a questo punto le speranze di centrare l’obbiettivo Champions dipendano solo dal Napoli e non dal Milan. Adesso il destino è tutto nelle mani della squadra partenopea. Abbiamo un piccolo margine di vantaggio
NCHINA DEL NAPOLI di
Nastasia Spina
suno. Armero viene impiegato raramente, lo stesso discorso vale per Rolando che in campionato ha disputato solo la gara contro il Chievo, mentre Calaiò ha giocato appena una ventina di minuti”.
visto che siamo a due punti dalla terza posizione. Il Milan ormai non perde più. Non dimentichiamoci che quest’anno il Napoli ha avuto più occasioni per portarsi al primo posto in classifica, ma tuttavia non ha saputo sfruttarne l’occasione.” – Cavani ha ritrovato la via del gol e si è sbloccato, ma quanto possono pesare nella mente di un calciatore le voci di mercato ed i veleni del gossip? E se mai decidesse di andar via, quale altro attaccante potrebbe non far rimpiangere la partenza del Matador? “Non credo che le voci di mercato lo abbiano destabilizzato. Cavani per me è un grande giocatore, nonché un grande professionista. Deve pensare solo al gioco lasciandosi scivolare di dosso certe futilità. Sulla questione del gossip non voglio entrare. Per quanto riguarda il suo futuro ed un suo possibile erede, penso che sarà difficile trovare un giocatore che in pochi anni metta a segno tanti goal quanti ne ha fatti El Matador. Per carità, di giocatori bravi in giro ce ne sono, ma come lui non credo”. – Un anno fa il Napoli incantava in Champions, quest’anno invece l’incredibile tonfo in Europa League. Come te lo spieghi?
“Ad inizio stagione è stata fatta una scelta, ossia quella di impiegare la prima squadra in campionato, mentre le seconde linee avrebbero dovuto prendersi carico della competizione europea. Purtroppo il Napoli ha la coperta corta. Io credo che Mazzarri si aspettasse che la squadra rispondesse diversamente, invece non è andata così. Adesso il Napoli è fuori dalla coppa Italia, fuori dall’ Europa League ed ha recentemente abbandonato le ambizioni scudetto”.
– Quest’anno il Napoli ha dovuto fare a meno della velocità e dell’imprevedibilità di Ezequiel Lavezzi, anche se spesso al Pocho veniva imputata un certa indisciplina tattica. Secondo te ha fatto bene il Napoli a privarsi di lui? “Se c’era il Pocho il Napoli quest’anno avrebbe vinto lo scudetto. Sinceramente non conosco i motivi che hanno portato alla rottura con il club partenopeo, perché l’anno scorso non ero in Italia, ma di una cosa sono convinto… Lavezzi, con la sua personalità, il suo carattere e la sua grinta avrebbe guidato il Napoli verso la conquista del terzo tricolore.”
– Nel mercato di Gennaio sono stati acquistati calciatori probabilmente non utili alla causa, come dimostra il loro scarso impiego nella stagione corrente. Qual è la tua considerazione in merito? “A Gennaio non si possono prendere giocatori di qualità. Il vero mercato si fa a giugno, mentre quello invernale serve solo per far fronte ad emergenze e ad imprevisti, come l’insorgenza di infortuni o per apportare qualche ritocco a qualche reparto che appare incompleto. Di certo a Gennaio non si possono trovare sul mercato campioni di caratura internazionale come Ibrahimovic, Messi, Iniesta, per intenderci. Francamente, al costo di acquistare calciatori che poi non vengono impiegati, non avrei comprato nes-
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LE STORICHE IMPRESE DEL N
M
ilan-Napoli ritorna ad essere una partitissima, come lo fu negli anni Ottanta. Nel Luglio dell’anno scorso il Milan aveva ceduto i migliori giocatori, ma è bastato un solo acquisto (Balotelli) a far riemergere la squadra. Gli occhi sono tutti puntati sui due calciatori più forti del campionato, Balotelli e Cavani. Milan-Napoli ritorna ad essere uno scontro ai vertici. Questa gara è ormai alle porte e i ragazzi di Mazzarri non possono permettersi di perdere lo scontro diretto. Allegri è ritornato a sorridere. La gara sarà emozionante, questa volta in palio c’è il secondo posto ed i due squadroni vorrebbero andare direttamente in Champions senza passare per i preliminari. La gara dell’andata al San Paolo fu molto strana. Il Napoli si fece raggiungere dai rossoneri in rimonta con la doppietta di El Shaarawy. Conducevano l’incontro per due reti a zero con gol di Inler ed Insigne, con questo pareggio gli azzurri persero due punti importanti in classifica. Facciamo un tuffo nel passato. Nelle sfide degli anni Trenta, il Napoli di Garbutt e del mitico Attila Sallustro andò a vincere a Milano per ben quattro volte. Negli anni Quaranta una sola vittoria per 32. Nel campionato 1956-57 memorabile la vittoria contro il Milan di Schiaffino per 5-3. Addirittura nel primo tempo il Napoli conduceva per 5-0 con le dop-
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piette di Vinicio e Pesaola e gol di Posio. Negli anni Sessanta ci fu un periodo nero, una sola vittoria per 1-0 con gol di Corelli nel campionato 1962-63. Alla fine degli anni Settanta il bilancio più positivo della storia del Napoli. Gli azzurri vincono per tre volte consecutive. Nel 1977-78 con gol di Savoldi su penalty, ma il mattatore in assoluto fu Antonio Capone a cui fu annullato un gol, si procurò il rigore e gli furono cambiate ben quattro marcature. Il
APOLI CONTRO IL MILAN di
giorno dopo La Gazzetta dello Sport titolava “Undici polli ed un Capone”. Nel 1978-79 un gol di Majo su passaggio di Pellegrini. Nel 1979-80 gol di Filippi e del siciliano Raimondo Marino. Negli anni Ottanta si registrano due vittorie, nel 1983-84 per 0-2 con gol di De Rosa e Dal Fiume e nel 1985-
Isabella Perrone
86 per 1-2 con gol di Giordano e del Pibe de oro. Riguardo le statistiche c’è un grosso vantaggio rossonero. Sono 128 i confronti tra gli azzurri e i rossoneri in campionato, con 34 vittorie del Napoli e 53 del Milan, 41 i pareggi. In casa il Napoli è in leggero vantaggio con 23 vittorie, 20 pareggi e 22 sconfitte. Fuori casa predominio del Milan con 31 vittorie, 22 pareggi, solo 12 le vittorie degli azzurri. I più prolifici cannonieri azzurri contro il Milan sono Vojak e Vinicio con 7 gol; Maradona con 6; Careca con 5; Sallustro e Savoldi con 4; Cavani, Carnevale, Amadei, Pesaola e Busani con 3. Vojak ha realizzato 5 gol fuori casa, mentre il Pibe de oro 5 in casa, le stesse reti in casa le ha segnate il Brasiliano Vinicio.
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LO SPAZIO DEI
Antonio Pezzuto ed Ester Cipolletta
il piccolo Ciro Palumbo per la gioia dei nonni Anna e Ciro e i genitori Antonio e Titta
Emanuele e Damiano Giaccio grandi tifosi del Napoli
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I storici ultrĂ Michele, Re Cecconi e Antonio con il mitico Francini allo studio Spina
Il simpaticissimo Santi Rapillo sempre sorridente quando vince il Napoli
TIFOSI Il piccolo Alessio Esposito, tifosissimo come papà Gianni e nonno Mike
La piccola Erika tifosissima come papà Enrico
Il piccolo Ignazio Corcione già tifoso del Napoli per la gioia di mamma e papà
Sabrina Mugnano pubblica a sorpresa il suo amore Luca in divisa ufficiale della sua squadra del cuore
Manco Antonio tifosissimo del Napoli come papà Enzo e mamma Anna Pasquale Apreda e Antonio Cicia dagli studi di Ttifosi Napoletani agli spogliatoi del Napoli
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G e n n a ro M o n t u o r i presenta
lealtà • passione• competenza • esperienza • rispetto • trasparenza• amicizia
Parrucchiere:
Pasquale Apreda
Assistente di studio:
in diretta
Giovedì alle ore 20,45
DIGITALE 14 - SKY 888
CALABRIA 191
LAZIO 680
repliche: Venerdì alle ore 23,00 • e Sabato alle ore 11,00 sponsor ufficiale:
Antonio Cicia
Foto in studio:
R. Esposito