Ultr'azzurro dicembre 2013

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Direttore

Gennaro Montuori Vice Direttore

II EURONICS cop. GRUPPO TUFANO

Nastasia Spina Hanno collaborato:

M. Carratelli M. Filardi Idris J. Salemme E. Tuccillo

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III TRASMISSIONE cop. TIFOSI NAPOLETANI EDITORIALE

DA RINFORZARE, 6 NAPOLI MA COME

In redazione:

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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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8 OLÈ OLÈ OLÈ

44 LAZIO-NAPOLI

SULLE PELLE 16 LA MAGLIA MAREK HAMSIK

48 NAPOLI-UDINESE

20 LA NOTTE DEL MIRACOLO

52 L’ORO DI NAPOLI

24 LA FOTO DEL MESE DEL MESE: 26 IL CALCIATORE DRIES MERTENS

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TIFOSI NAPOLETANI è la rivista letta da più di 50.000 persone

36 NAPOLI-PARMA

retro FIERA DEL MOBILE post. RIARDO

40 BORUSSIA D. - NAPOLI

BANDIERE 12 LE DEL NAPOLI

30 NAPOLI-O. MARSIGLIA

32 JUVENTUS-NAPOLI

IV PROSSIMA APERTURA cop. I LOVE YOU NAPOLI

54 INTER-NAPOLI STORY 57 LO SPAZIO DEI TIFOSI

52 stampa:

54 Sede Legale:

V.le A. Gramsci, 21 NAPOLI info: labuonastampasrl@gmail.com pec: labuonastampa@legalmail.it

retro EURONICS post. GRUPPO TUFANO

5 SECORTEX COLLEZIONI ARGENTO 10 JAMBO1 E. LECLERC 11 MINA SPORT 18 DIVAN LETTO CENTRO COMMERCIALE 19 ALCENTRO 22 RISTORANTE ANTONIO&ANTONIO HOTEL 23 GRAND IL SARACENO 25 C A D 28 I LOVE YOU 29 NAPOLI PIZZERIA 34 RISTORANTE DALLE FIGLIE DI IORIO E 35 CARBOIL LA VIA EN ROSE VIAGGI 38 RISTORANTE WHITE CHILL OUT 39 PIZZERIA ADD’ E GUAGLIUN 42 OTTICA NATILLO COMMERCIALE 43 CENTRO IL QUADRIFOGLIO 46 HOTEL MILLENIUM 47 RISTORANTE ALBA LA GRIGLIATA 50 PIZZERIA DREAM VIEW CAMPI 51 ...AI FLEGREI 56 ABBIGLIAMENTO MAZZARELLA BABY


C

arissimi lettori, c’eravamo lasciati alla vigilia dello scontro diretto con la Juventus con un Napoli che viaggiava a grandi ritmi in campionato. Purtroppo, dal tonfo contro i bianconeri in poi, la squadra ha subito un incredibile involuzione incassando le sconfitte con Parma e Borussia Dortmund. E’ poi seguita la vittoria con la Lazio ed il pareggio interno con l’Udinese. Ormai siamo a dicembre, preambolo della sessione di mercato di riparazione. Confidiamo nella finestra invernale, con la speranza che vengano ingaggiati calciatori di spessore per il rush finale. La sconfitta di Dortmund ha complicato il proseguo del cammino in Champions League, adesso al Napoli per passare il turno serve una vittoria con tre gol di scarto contro l’Arsenal, non dimenticandoci del Marsiglia che ospiterà in casa i tedeschi obbligati a vincere. Al Napoli serve un risultato roboante, ma non per questo impossibile. Invito pertanto tutti i tifosi partenopei a sostenere il Napoli fino al 90’, è un obbligo per noi. Vincendo gli azzurri hanno la possibilità di entrare nella storia scolpendo un nuovo record nell’almanacco del club, raggiunto nel ‘90 attraverso la vittoria dello scudetto, stavolta invece attraverso il secondo posto. Dedico le restanti righe del mio editoriale nel ricordo di un mio caro amico, uno dei calciatori più grandi di sempre, Amedeo Amadei. Ex numero 10 di Napoli e Roma, il ‘‘fornaretto’’, è da tutti ricordato come uno dei più prolifici cannonieri di sempre del campionato italiano con le sue 174 reti in 423 presenze che ne fanno il dodicesimo marcatore della storia del calcio italiano. Fu idolo della compagine giallorossa con la quale vinse il primo scudetto della storia dei capitolini. All’età di 29 anni sbarcò a Napoli. Militò nel club per ben 6 stagioni. Con la maglia

azzurra fu il primo calciatore della storia a segnare con la Nazionale italiana. Contro la Roma realizzò la classica rete dell’ex, gol da cineteca per l’eleganza tecnica e stilistica sancendo il successo dei partenopei sulla squadra della capitale. Formò con il Napoli uno dei quartetti più forti della storia partenopeo con il brasiliano Vinicio, l’argentino Pesaola e lo svedese Jeppson, l’attacco che fece tremare l’Italia, di cui lui era l’unico italiano. Fu anche allenatore del Napoli di Achille Lauro. Partecipò molte volte alla mia trasmissione in veste di opinionista, fu anche premiato agli 80anni di storia del Napoli in quanto primo azzurro ad aver segnato con la maglia della Nazionale. Ci mancherà tanto. In chiusura vi auguro buone feste ed una buona lettura degli articoli che troverete in questo nuovo numero. Vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo tutti i giovedì, a partire dalle 20:45, in onda dagli studi di Tv Luna Napoli, canale 14 del digitale terrestre e canale SKY 920 Napoli Mia TV. La trasmissione più seguita dal tifo partenopeo, con un parterre ricco di illustri ospiti. Ad allietare le serate la partecipazione canora dei Cantori del 900. La trasmissione sarà visibile su tutti i canali del bouquet Tv Luna (LunaSport, LunaMovie, LunaSat) e in streaming live sul sito www.tifosinapoletani.it. , e sul canale 680 per la regione Lazio. Tanti auguri a tutti e come sempre, dal profondo del cuore Forza Napoli!



NAPOLI DA RINFORZ L’

ultimo negativo percorso del Napoli, dopo il brillante avvio di campionato, sollecita tra i sostenitori della squadra azzurra e tra gli opinionisti un maggiore interesse per il mercato di gennaio. Cioè, a un quarto della stagione, si è già certi della necessità di rinforzi. Il mercato di gennaio, cosiddetto di riparazione, non offre comunque mai grosse opportunità. Nel nuovo corso del Napoli, iniziato da agosto con la direzione tecnica di Rafa Benitez, sembra da escludere il ricorso a “mezze figure” per infoltire la rosa, come accaduto in passato. La disponibilità di un “tesoretto” di 50 milioni, che De Laurentiis ha detto di mettere a disposizione, non andrà dunque sperperato per figure di rincalzo. Siamo all’inizio di un nuovo progetto, di una nuova mentalità e di una più aperta visione tecnica dopo gli anni e i successi di Mazzarri colti su una diversa lunghezza d’onda. Sarebbe controproducente forzare i tempi, cioè pretendere da subito una forte squadra competitiva. Una formazione d’alto livello non si costruisce in un anno e forse due non basterebbero pur arrivando all’ingaggio dei giocatori necessari. Il sogno scudetto, nella nuova distribuzione di capacità di inserimento al vertice, con la Juventus non più unica e irraggiungibile protagonista, non deve diventare una ossessione. E, per quanto riguarda la Champions, il girone di ferro, dopo l’illusione della vittoria sul Borussia al San Paolo, è rientrato in quelle che erano le previsioni della vigilia con i tedeschi di Dortmund e l’Arsenal favoriti assoluti. Il Napoli (tre vittorie) ha fatto il massimo. In altri gironi più facili, ci saranno squadre che guadagneranno la qualificazione agli ottavi con gli stessi punti che potranno vedere eliminato il Napoli. Le sconfitte azzurre erano nelle previsioni più obiettive, può avere disturbato solo il modo come sono maturate. Ma proprio questo conferma che il nuovo progetto azzurro è all’inizio. La squadra non è ancora pronta o, per lo meno, non è ancora completa per un effettivo salto di qualità. Il secondo posto dell’anno scorso, senza sminuire il merito di Mazzarri e degli azzurri che l’hanno conquistato, è venuto in un campionato in cui è mancata una vera concorrenza al vertice e la Juventus ha fatto corsa a sé. Il Napoli secondo ha staccato di 6 punti il Milan, di 8 la Fiorentina, di 16 punti la

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Roma e di 24 punti l’Inter, formazioni che oggi, escludendo il ritardo del Milan, sono a contatto di gomito e nel giro di appena nove punti. In questo senso il rilancio del Napoli, su diversi e nuovi parametri, si scontra con una maggiore concorrenza per l’alta classifica. Questo significa che il nuovo progetto, che avrebbe avuto bisogno di un adeguato rodaggio, deve subito affrontare una più agguerrita condizione di classifica ed esprimersi al massimo delle possibilità per centrare la qualificazione alla prossima Champions che sembra l’obbiettivo più ragionevole (e non tanto facile). Benitez, che è stato una felice intuizione di De Laurentiis, non poteva procedere solo ritoccando la squadra del secondo posto, spremuta e non più in grado di rendere, come ha reso, al di là delle sue stesse possibilità tecniche, tant’è che Mazzarri ha considerato chiuso il ciclo suo e della squadra trasferendosi all’Inter. Quali erano le nuove prospettive? Trattenere prima Lavezzi e poi Cavani cercando rinforzi “all’italiana”? L’avvento di Benitez ha cambiato giocoforza le carte in tavola, necessità lampante con la cessione di Cavani. Cioè è stato necessario, grazie soprattutto a un tecnico di esperienza internazionale, imboccare una nuova strada. Nuovo modo di giocare, nuovi giocatori, nuova mentalità. Insomma, una svolta decisiva. Il positivo avvio di stagione ha dato l’illusione che il nuovo corso fosse già un successo. Le difficoltà della Champions hanno accentuato la frenata azzurra. Il campionato è ancora tutto da giocare, ma il Napoli, “pompato” come antagonista della Juventus per il titolo, è rientrato nei limiti di un progetto non ancora completo e che non poteva essere completato in quattro mesi. Non si tratta di essere delusi, ma di considerare che il lavoro di Benitez non va valutato in questo suo avvio tra alti e bassi, per giunta con la mancanza in formazione di giocatori fondamentali che dovranno essere reperiti sul mercato (realisticamente, a giugno più che a gennaio). Ma è anche scontato che i tifosi vogliono tutto e subito. Solo che la squadra attuale non è la continuazione di quella precedente (che non c’è più e si era esaurita), cioè in


ARE, MA COME? di grado di fare meglio del secondo posto. E’ un’altra squadra, sicuramente più ambiziosa nel progetto tecnico di Benitez, ma che, praticamente rivoluzionata, è ancora sul banco di prova. E, come s’è detto, una squadra nuova ha bisogno dei suoi tempi e della costruzione del suo telaio in più riprese per essere la “squadra dei sogni”. Tuttavia, qualcosa va fatto anche subito. Sono numerosi i nomi dei giocatori che il Napoli tratta o tratterebbe o che sono semplicemente frutto di suggestioni giornalistiche. Ma è evidente che i “nomi grossi”, capaci di dare già in corsa una accelerata al progetto azzurro, non sono facilmente catturabili, e non tanto per il costo, quanto perché in linea di massima incedibili dai club in cui giocano. Si dice che Benitez vorrebbe l’argentino del Barcellona Javier Mascherano (29 anni, 260 partite in carriera, giunto al Barça dal Liverpool per 22 milioni di euro) per dare più fosforo a centrocampo, giocatore di esperienza e qualità tecnica che sa stare davanti alla difesa e innescare l’attacco. E che vorrebbe lo slovacco Martin Skrtel del Liverpool (28 anni, 1,91, 289 partite in carriera, 19 gol), difensore autorevole, di grande presenza. E si dice che il Napoli sia vicino al centrocampista francese del Lione Maxime Gonalons (24 anni) e che potrebbe trattare l’agile difensore del Barcellona, lo spagnolo Martin Montoya (22 anni, 1,74). Sono trattative difficili con club prestigiosi che non hanno bisogno di fare cassa e sfoltire le “rose”. Ora si parla anche del ventenne difensore Matheus Simonete Bressaneli (Bressan) del Gremio e di Luca Antonelli, 26 anni, difensore esterno del Genoa, mentre nella girandola dei giocatori accostati al Napoli sono stati segnalati il difensore brasiliano Alex (31 anni) che non trova posto nel Paris Saint Germain, il difensore danese del Liverpool Daniel Agger (28 anni, 1,91), il centrocampista francese di origini angolane Blaise Matuidi

Mimmo Carratelli

(26 anni, 1,76) anch’egli del Paris Saint Germain. Dovendo ricominciare daccapo, dopo il ciclo di Mazzarri giunto al capolinea, la cessione di Cavani, per giunta desideroso di altri traguardi e guadagni, è stata necessaria e ha permesso l’ingaggio di altri giocatori funzionali al nuovo progetto. Ora è inutile fare paragoni tra Cavani e Higuain. Si va fuori strada. Paragoni se ne possono fare tra la squadra “all’italiana” di Mazzarri e questa “all’europea” di Benitez, appena abbozzata. Il “salto” è notevole, tattico e tecnico, ed è tra le novità del campionato italiano. E, come novità, il decollo non può essere immediato. I punti conquistati da Benitez sono superiori a quelli di Mazzarri a questo punto della stagione, ma è solo un rilievo statistico. In prospettiva il Napoli avrebbe bisogno di un fuoriclasse a centrocampo, di due esterni di difesa e di una valida alternativa a Higuain. E avrebbe urgente bisogno di un Gonzalo Higuain più determinato e determinante, del recupero alla migliore condizione di Callejon e Mertens, senza dimenticare l’apporto di Insigne capace di infilare due gol al Borussia ma che ha, anche lui, tempi necessari di maturazione piena. Sul modulo di Benitez (4-2-3-1) si può discutere all’infinito perché sono poi i giocatori a rendere valido qualsiasi modulo. Ci si interroga se i calciatori a diposizione del tecnico spagnolo siano adatti al modulo dimenticando che, quando tutti erano nelle condizioni migliori, il modulo funzionava. Però, si obietta, è “caduto” nelle partite contro le grandi squadre (Arsenal, Juventus, Roma, Borussia). Ma in queste gare, semmai, è venuta meno la completa interpretazione dei giocatori per cali di forma fisica e tecnica. Da qui, soprattutto, gli sbandamenti in difesa quando gli esterni hanno abbassato la corsa, l’intensità della prestazione, la brillantezza delle prime prove.

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OLE’ U

n nuovo anno solare per il Napoli :il cambio di organigramma in società e la rigenerazione della squadra hanno dato nuova linfa a tutto il gruppo. Il presidente De Laurentis ha voluto dare un sferzata al club dopo la partenza di senatori del calibro di Mazzari , Cavani, Campagnaro ecc … un uomo solo è al commando. E’ arrivato dall’Inghilterra il mister nel vero senso della parola :Benitez, un allenatore capace che applica un calcio planetario. E’ partito a razzo dall’ inizio del campionato proponendo un sistema tattico diverso dal suo predecessore, che dato tanti punti al Napoli. Finito l’effetto sorpresa,

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con un rosa povera grazie anche agli infortuni di alcuni giocatori inamovibili, il giocattolo ha cominciato ad arrancare. Aimè sono ricominciati i tormentoni di Pallumella che, a ragion veduta, sostiene che la coperta del Napoli sia troppo corta per affrontare tre match. Dalla sconfitta con la Roma nella capitale e quella in casa con il Parma il bubbone è saltato fuori, persino il buon e pacato allenatore aziendalista Benitez ha lanciato l’allarme dicendo “ i nostri rivali in Europa e in Italia spendono più di noi, urgono i rinforzi per il mercato di Gennaio”. C’è la necessità di intervenire nelle tre linee della squadra. Detto e quasi fatto, infatti il

OLE presidente ha annunciato a mezzo stampa che esaudirà le richieste del suo mister. A Napoli si dice che servano un esterno difensivo, un difensore centrale e un centrocampista centrale dai piedi felpati. Amero ,Britos ,e Inler soffrono molto certe tattiche, e non basta l’acume organizzativo di Benitez. Chi vivrà vedrà! D’altronde la competizione è lunga e ardua e, nonostante la bella vittoria contro la Lazio fuori casa, la difesa partenopea sembra una gruviera e in mancanza di certi elementi diventa facilmente perforabile. E che fine ha fatto il capitan coraggio Cannavaro? In certi frangenti della partita un uomo d’espe-


E’

OLE’

rienza come è lui serve sempre, ma penso che il mister sappia il fatto suo. Comunque mancano un po’ di partite prima di chiudere il 2013 che, secondo me, non è stato fallimentare, mi auguro che in Champions faccia la rimonta della vita per coronare il sogno di tanti amici miei tifosi Napoletan . A proposito, mentre redigo quest’ultimo articolo dell’anno, il mio editore Gennaro Montuori mi segnala la scomparsa di un valoroso figlio di Napoli, ex calciatore e allenatore del Napoli, Amedeo Amadei, il primo calciatore partenopeo a segnare in Nazionale; dopo il mio amico Musella, un altro alfiere del calcio di Napoli ci ha lasciato. Devo dire che stato

di

un anno funesto da questo lato , per fortuna esiste un club di uomini di buona volontà che organizzano messe per loro. Tornando a parlare di calcio la terza posizione che adesso occupa il Napoli, a -3 della Roma, non porrà grossi problemi se si interviene non solo sul mercato ma anche psicologicamente sugli uomini, il reparto medico che sembrava di primo ordine in Europa, sembra abbia perso un po’ di idee. Troppi infortuni che non erano mai capitati nelle gestioni precedenti, qualche ben pensante dice che forse la preparazione atletica è cambiata e quindi è per ciò che certi malanni fisici sono all’ordine del giorno.

Idris

Gli antagonisti del Napoli, sono sempre gli stessi dall’ inizio dell’ anno: la Juve, che è molto più attrezzata delle altre squadre, (Roma, Inter, Fiorentina) è ancora la lepre da seguire. L’inizio del 2014 dovrebbe definire abilmente chi vincerà lo scudetto, nulla è ancora stato deciso, il Napoli è già nella corte dei grandi e se la società aumenterà la qualità del suo management, potrà ambire sia allo scudetto, sia a stare stabilmente nel calcio che conta a livello mondiale perché i suoi tifosi lo meritano, per passione, per fedeltà. Vi auguro un buon Natale, una buona fine dell’anno e, soprattutto, un buon inizio!

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LE BANDIERE D Negli 87 anni di storia del Napoli ci sono stati tanti campioni straordinari e non è facile scegliere le bandiere. Tanti sono stati i campioni che hanno indossato la maglia azzurra e che ho sempre ricordato, attraverso questo mensile e la mia trasmissione, ma penso che fra tutti non si possano assolutamente dimenticare il primo campione azzurro Attila Sallustro, l’argentino napoletano Bruno Pesaola, il brasiliano napoletano Luis Vinicio, Antonio Juliano la super bandiera napoletana, Giuseppe Bruscolotti che detiene il record di presenze nella storia del Napoli e il re del calcio Diego Armando Maradona. Di questo Napoli attuale scelgo Hamisk nonostante non sia napoletano. Ha rifiutato tanti club pur di restare sotto il Vesuvio. C’è un altro calciatore importante che potrebbe diventare una futura bandiera ed è Lorenzo Insigne. Non va poi dimenticato il capitano Paolo Cannavaro. Gli facciamo una dedica speciale anche non avendolo inserito in questa lista di bandiere sicuramente anche in queste poche righe era doveroso ricordarlo.

L

a prima bandiera è ATTILA SALLUSTRO, nato ad Assuncion (Paraguay) il 15 Dicembre 1908. È il primo vero campione della storia del Napoli. Attaccante fortissimo sia fisicamente che tecnicamente, Sallustro debuttò il 03 ottobre 1926 contro l’Ambrosiana Inter e, proprio contro questa ultima, il 19 dicembre dello stesso anno, segnò il primo gol con la casacca del Napoli. Con la maglia azzurra giocò circa dieci anni, indossandola per ben 269 volte, 261 in serie A, 5 in coppa Italia e 3 in Europa. I gol messi a segno furono 107, senza mai tirare un calcio di rigore, di cui 104 in serie A (impresa mai riuscita a nessun calciatore del Napoli, compreso il grande Maradona), 2 in Coppa Italia ed 1, storico, in Europa il 24 giugno 1934 contro l’Admira Vienna, primo giocatore del Napoli a segnare in una manifestazione internazionale. Una delle più belle partite giocate all’ombra del Vesuvio fu Napoli – Reggiana, dove gli azzurri si imposero per 6 reti a 2, grazie ad una cinquina messa a segno dal “puntero” sudamericano napoletano, che ancora oggi detiene il record per il maggior numero di reti se-

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gnate in una gara di campionato. Debuttò in nazionale il 12 dicembre del 1928 contro il Portogallo, gara nella quale l’Italia si impose per 8 reti ad 1. Al suo ritorno a casa ebbe in regalo dal presidente Ascarelli un orologio d’oro. Attila Sallustro, però, il 29 maggio 1930 in una gara di campionato proprio contro l’Ambrosiana Inter, consumò la sua vendetta con gli azzurri che si imposero per 3 reti ad 1, con l’attaccante partenopeo che con due reti strepitose, dimostrò a tutti che non era da meno del più sponsorizzato Meazza. Il giorno dopo i titoli dei giornali erano tutti per lui. Mi piace ricordarne uno su tutti: “SALLUSTRO 2 MEAZZA 0”. Dopo quella gara i tifosi del Napoli lo portarono in trionfo dall’Ascarelli fino a casa. Era innamorato del calcio al punto tale da giocare senza guadagnare nulla. Dopo una gara strepitosa disputata da Attila a Modena, il presidente Ascarelli gli regalò una macchina (la 501, da tutti soprannominata “Balilla nera”).Era l’uomo più invidiato di tutta Napoli e non solo, poiché era affiancato da una donna stupenda, Lusy D’Albert, bellissima soubrette di rivista. La seconda bandiera è BRUNO PESAOLA nato a Buenos Aires il 28 luglio 1925. Nel 1946 arriva in Italia per indossare la maglia della Roma, poi si trasferisce a Novara dove disputa una sola stagione. Arriva nella città di Partenope in luna di miele, senza neppure immaginare che vi sarebbe restato per tutta la vita. Con il pubblico napoletano stabilisce un rapporto indelebile. Ben 254 presenze e 27 reti messe a segno in otto stagioni in maglia azzurra. Riesce a realizzare anche tre doppiette e tantissimi assist che fanno diventare ancora più grandi i tre campioni, suoi compagni di squadra: Amedei, Jeppson e Vinicio. Avendo giocato in diversi ruoli dell’attacco ed a centrocampo potremmo defi-


EL NAPOLI di

nire Pesaola un vero jolly con due piedi vellutati. Il Petisso segnerà delle tappe di estrema importanza nella storia calcistica partenopea mutando molto spesso le sorti della squadra sia in veste di calciatore che di allenatore. Nel 1961/62, mentre è impegnato a dirigere la Scafatese, una squadra dilettantistica campana, viene ingaggiato dal mitico presidente Achille Lauro per allenare il Napoli in serie B. Il mister sbalordisce tutti. I suoi ragazzi lo seguono e conquistano la promozione nella massima serie e la Coppa Italia, unica squadra di serie B ad avere vinto il trofeo in tutta la storia. Nella stagione successiva, Bruno viene riconfermato in coppia col grandissimo Monzeglio. È un campionato fallimentare, gli azzurri precipitano nuovamente nella serie cadetta e per i due scatta l’esonero. Nel 1964/65 ad assumerlo di nuovo come allenatore del Napoli è il giovane presidente Roberto Fiore ed anche questa volta il Petisso lascia la sua impronta: i partenopei ritornano in serie A. È un Napoli che fa tremare l’Italia. Grazie all’argentino, il Napoli riesce a schierare, al fianco di Juliano e del sudamericano Canè il brasiliano Altafini e l’argentino Sivori , riuscendo a convincerli a venire a Napoli grazie al suo rapporto personale coi due, soprattutto con Sivori suo connazionale. Rimane a guidare gli azzurri fino al 1968, prima di passare alla Fiorentina, nella quale realizza un sogno mai avverato col Napoli: la vittoria dello scudetto. Nella vittoria del tricolore con i viola ha il coraggio di esprimere il suo rammarico più grande: quello di non aver mai vinto il tricolore col suo magico Napoli, un peso che porterà per tutta la vita dentro di se. Nel 1976/77, l’argentino ritorna nuovamente all’ombra del Vesuvio per sostituire Vinicio. È il 20 /04/1977 semifinale della Coppa delle Coppe contro ’Anderlecht, l’arbitro inglese Matthewson, ne combina di tutti i colori, ma soprattutto annulla un gol regolarissimo di Speggiorin togliendo la soddisfazione al Petisso di giocarsi uno dei trofei più ambiti d’Europa. Poi rientra nel Calcio Napoli per salvarlo da un’ulteriore retrocessione in serie B già assegnata. È l’anno 1982/83 quando,

Gennaro Montuori

con ben 297 gare disputate da allenatore, raggiunge il primato di presenze nella storia azzurra. Pesaola non ha mai più lasciato la nostra città, pur avendo abbandonato il calcio in maniera diretta, lo ha sempre seguito da dietro le quinte. La terza bandiera è LUIS DE MENEZES VINICIO. Nato a Belo Horizonte (Brasile) il 28/02/1932,esordisce in serie A con la maglia azzurra del Napoli il 18/09/1955 in occasione di Napoli-Torino 2-2. Gioca nel Napoli per 5 stagioni indossando la maglia azzurra 155 volte, fa esultare la folla partenopea 70 volte realizzando 13 doppiette, due triplette (contro Pro Patria e Vicenza) e addirittura il 19/06/1957 il Napoli batte il Palermo per 4-1 con quattro gol di “o’ lione”.Grazie ai suoi 70 centri i partenopei sconfiggono grandi club come Milan, Juventus, Inter, Torino e Roma. Insomma l’Italia trema d’avanti al Napoli di Vinicio che risulterà tra i cannonieri più prolifici della storia del club partenopeo. Nell’ anno in cui la società decide di venderlo le strade di Napoli si riempiono di scritte, ne ricordiamo alcune più famose: “vendetevi l’anima ma non Vinicio”, “Vinicio è nostro e non si tocca” e “Vinicio è il cuore di Napoli”, ma nonostante tutto la società vende il bomber brasiliano al Bologna per 122 milioni di vecchie lire più Pivatelli, Mialich e Bodi. Dopo 13 anni ritorna nella sua amata Napoli, questa volta però da allenatore. Ci resta fino al ‘76. In questi tre anni il Napoli da spettacolo sfiorando per ben due volte lo scudetto. Vinicio ha il coraggio di praticare il gioco a zona, in qualsiasi stadio gioca il Napoli i tifosi italiani si divertono. Sotto pressione del tifo partenopeo Ferlaino è costretto a farlo ritornare a Napoli ancora per due anni .Anche lui rimarrà per tutta la vita napoletano. Termina così la sua carriera, l’ultima sua squadra rimane quella di Via Petrarca. Quando si affaccia al balcone della sua casa c’è la splendida veduta del golfo di Napoli e del Vesuvio, a dimostrazione che gli anni più belli della sua carriera li ha trascorsi nella nostra città, con donna Flora e con la maglia azzurra. continua alla pagina seguente →

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La quarta bandiera è ANTONIO JULIANO. Un titolo azzeccato, per questo grande personaggio della storia calcistica partenopea, che tutti ricordano coi capelli neri, gli occhi a mandorla e tanta classe, mista ad una grande umiltà. È stato uno dei più bravi centrocampisti italiani e soprattutto con un ruolo importantissimo, quello di regista. Faceva tutto con semplicità, facendosi rispettare e stimare da tutti. Totonno Juliano nacque a San Giovanni a Teduccio (Napoli) il 26 dicembre 1942. È il calciatore che ha portato al braccio la fascia di capitano più di tutti nella storia. Una vera bandiera per la squadra napoletana, nella quale iniziò

razzurri. A centrocampo Juliano e l’altro calciatore del Napoli Ottavio Bianchi. L’ Italia vince 2-1. Non dimentichiamo che allo “scugnizzo di San Giovanni a Teduccio” fu attribuito il titolo di Cavaliere della Repubblica, in seguito alla vittoria di un Campionato Europeo e ad un secondo posto ai mondiali alle spalle del Brasile. Fu costretto concludere la sua carriera giocando l’ultimo anno nel Bologna, ma nonostante ciò, restò sempre la bandiera del Napoli. “Appese - come si suol dire - le scarpe al chiodo”, Juliano fu ingaggiato più volte dalla Società Calcio Napoli, in qualità di Direttore Generale. Queste sue nuove esperienze, coincisero con il terremoto del 1980, e con l’acquisto del grandissimo olandese Rudy Krol. Successivamente portò a Napoli Bagni e Maradona. Dopo questi grandi campioni portò un altro giocatore importante, Stefan Schwoch eroe della promozione in serie A. Ad alta voce gli diciamo “grazie Antonio”, ci hai dato tanto come calciatore e come dirigente. La quinta bandiera è GIUSEPPE BRUSCOLOTTI, terzino destro, nato in Campania a Sassano in provincia di Salerno il 30 maggio 1951 napoletano di adozione . Il suo debutto in gare ufficiali con la casacca azzurra il 24 settembre allo San Paolo contro la Ternana (1-0) in quello che fu, tra l’altro, il suo esordio in serie A. Con le sue 511 gare ufficiali giocate con il Napoli, Bruscolotti detiene il maggiore numero di presenze con la casacca azzurra, re-

il suo percorso, dal 1962/63 fino al 1977/78, all’età della piena maturazione calcistica, con un totale di 505 presenze e 38 reti. È il napoletano che detiene più presenze nel Napoli e credo che questo record sia difficilmente eguagliabile. Il suo debutto in serie A (col Napoli), risale al 17/02/63, in occasione della partita Inter-Napoli 5-1; Juliano realizzò il sogno di tanti ragazzini: diventare il leader della squadra della propria città, ma la sua grinta lo spinse oltre: la Nazionale. Disputò tre Mondiali, affiancando dei grandi campioni. La sua avventura in Nazionale cominciò nel 1966, anno in cui disputò la sua partita in nazionale più bella: Italia - Romania, giocata a Napoli, davanti al suo amato pubblico. In formazione ben 8 interisti e la scelta mi sembra ovvia, visto il buon momento che stavano passando i ne-

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cord soffiato, sia pure di poco, al mitico Antonio Juliano. Un vero gladiatore in campo, difensore arcigno e determinato, ottimo colpitore di testa, e marcatore implacabile. La sua proverbiale decisione in ogni contrasto e la sua tenacia nel non lasciare spazio al suo diretto avversario stuzzicarono la fantasia dei tifosi napoletani che gli affibbiarono l’eloquente soprannome di “palo ‘e fierr’”. La sua esperienza e il legame con i suoi compagni lo portarono ad essere leader e capitano per tantissimi anni . Con la maglia azzurra segna anche 11 gol, tra i più belli “Beppe” ricorda il gol realizzato al San Paolo il 6 Aprile 1977 contro l’Anderlecht in semifinale di Coppa delle Coppe, dove oltre al gol riuscì a neutralizzare il fenomeno Resembring. Un altro gol molto bello lo realizzò contro l’Inter nel match che vide il Napoli imporsi per 2-1, grazie ad un tiro fortissimo del difensore partenopeo che scaraventò in rete palla e portiere. Andò vicino alla conquista del tricolore una prima volta col Napoli di Marchesi Krol e Musella ed in altri 2 campionati con Vinicio. Finalmente a Napoli arriva Maradona e dopo un po’ di tempo il difensore azzurro gli consegna la fascia di capitano con una promessa di Diego: “Ti farò vincere lo scudetto”. Nel quindicesimo anno in maglia azzurra finalmente il gladiatore riesce a coronare il suo sogno e quello dei milioni di tifosi azzurri sparsi per il mondo. Dopo anni di delusioni , il 10 maggio 1987 conquista il primo scudetto della storia del Napoli e pochi giorni dopo la Coppa Italia stabilendo con la sua squadra un record storico. Ma il ricordo più vivo nella mente di Bruscolotti è la vittoria di Torino contro la Juventus dove il Napoli si impose per 3-1 grazie alle reti di Giordano, Ferrario e Volpecina che annullarono l’iniziale svantaggio di Laudrup. Con quel successo i partenopei scavalcarono proprio i bianconeri in vetta alla classifica in una gara che vide Bruscolotti giganteggiare in difesa e sfiorare il gol in tre occasioni. La domenica sera, al ritorno da Torino, Beppe trascorse tutta la notte affacciato al balcone di casa festeggiando con i tifosi che, impazziti di gioia, salutarono con mortaretti, canti, balli e sventolio di bandiere la storica vittoria sull’odiata “Signora”. La sesta bandiera è

DIEGO ARMANDO

MARADONA, ma per numeri e per la sua lunga permanenza all’ombra del Vesuvio. In Italia ha giocato soltanto con la maglia del Napoli nonostante i tanti corteggiamenti degli altri club e questo ne fa un motivo di vanto per la nostra città. È stata una bandiera e per amore gli è stato concesso tutto. Il connubio con Napoli continua tutt’oggi. Sul pibe de oro è inutile dilungarsi troppo. C’è una storia che parla a suo favore, che tutti conoscono e pertanto che mi sembra superfluo ripercorrere. Diego a Napoli fu trattato da napoletano, è stato un capitano, una bandiera indimenticabile. Nasce a Lanús, il 30 ottobre 1960. Il 5 luglio del 1984 fu presentato al San Paolo sotto gli occhi di settantamila spettatori entusiasmati per il suo arrivo. Pagarono un biglietto solo per vederlo esibirsi in alcuni palleggi. Nella prima stagione il Napoli di Maradona raggiunse la posizione di centro classifica, l’anno seguente, invece, con-

cluse l’annata al terzo posto. Il 10 maggio 1987 conquista con il Napoli il primo scudetto della storia del club partenopeo in un San Paolo stracolmo in ogni ordine di posto, 100 mila spettatori. Contemporaneamente il Napoli conquista la Coppa Italia. Grazie alle sue prodezze gli azzurri si affacciano per la prima volta nella storia in Coppa dei Campioni, affrontando nello scontro diretto il club più blasonato del Vecchio continente, il Real Madrid. Nel 1989 vinse con il Napoli la Coppa UEFA superando i tedeschi dello Stoccarda. Nella stagione 1989/90 è ancora protagonista nella vittoria del secondo scudetto. Nel 1990, dopo un’esaltante vittoria contro la Juventus conquista la Supercoppa italiana con una larga vittoria degli azzurri per 5-1. L’esperienza partenopea di Maradona terminò nel triste 17 marzo 1991,in occasione di Napoli-Bari a seguito di un responso positivo ad un test di controllo antidoping. 115 in totale le reti in maglia azzurra, un primato mai superato finora.

La settima bandiera è MAREK HAMSIK di cui dedico la mia nuova rubrica che segue nella pagina seguente. La rubrica nata nel numero di novembre denominata “La maglia sulla pelle” intende risaltare quei giocatori che la maglia azzurra del Napoli non l’hanno mai abbandonata.

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LA MAGLIA SUL Marek

HAMSIK La nuova bandiera

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LLA PELLE di

Gennaro Montuori

A

chiudere la lista delle bandiere che veleggiano nella storia del Napoli c’è il nuovo capitano MAREK

HAMSIK. Nato il 27 luglio 1987 a Banská Bystrica, Hamsik è uno slovacco napoletano. Acquistato dal Brescia sotto la direzione di Pierpaolo Marino, Hamsik approda nel Napoli della rinascita nell’anno della risalita dagli inferi. Giocatore devastante negli inserimenti e dotato di tecnica sopraffina, lo slovacco si candida a tutti gli effetti come nuovo simbolo di Napoli. Ottavo cannoniere di sempre in tutte le competizioni con 74 centri, ottavo realizzatore in campionato, nono azzurro per presenze. Vede il gioco come pochi. Sigla il suo primo gol in maglia azzurra al San Paolo contro la Sampdoria e da allora è sempre andato in doppia cifra. Il suo record in campionato è di 12 centri, realizzati nel 2009/10, record che intende superare con addosso la maglia della sua amata Napoli alla quale ha

giurato amore eterno. Attualmente è il centrocampista più prolifero. Non è ne un regista ne una punta, ma semplicemente un fantasista che deve giocare dietro le due punte. Insomma, un rifinitore, uno di quei giocatori a cui non deve essere dato nessun compito specifico, ma uno a cui va soltanto detto “Vai in campo... già sai quello che

devi fare”. Oltretutto Marek è un ragazzo molto devoto alla famiglia. Non ha grilli per la testa e la sua felicità è girare con moglie e figli in un centro commerciale, fare una semplice passeggiata, oppure starsene a casa. Ha scelto un posto semplice come il Villaggio Coppola, a dimostrazione della sua semplicità ed umiltà. Con il Napoli finora ha vinto la Coppa Italia ed è stato uno dei protagonisti delle due centrate qualificazioni in Champions League. È ovvio che per poter sperare che Marek possa aspirare al Pallone d’oro c’è bisogno che attorno a lui venga allestito un Napoli più grande di quello che è attualmente. Statene certi che con una squadra di livello mondiale sarebbe molto più forte. Vai Marek, non ti fermare più. Il mio augurio è quello di tanti napoletani.

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LA NOTTE DEL D

opo la sconfitta col Borussia Dortmund al Signal Iduna Park, al Napoli serve un miracolo per assicurarsi il passaggio agli ottavi di Champions League. Occorre una vittoria con tre gol di scarto, un risultato decisamente eclatante, se solo si considera la forza dell’Arsenal, che tra Premier League e Champions sta dimostrando di possedere un possesso palla di grande qualità. In una rosa di tutto rispetto, fatta di grandissimi calciatori, spiccano le stelle Ozil, Ramsey e Wilshere, quest’ultimo reduce dalla doppietta rifilata all’ Olympique Marsiglia. La chiave tattica serve a ben poco in questi tipi di gare. Saranno cuore e intensità le armi su cui dovrà far leva il Napoli per battere la formazione di Arsène Wenger. Per asfaltare i Gunners servirà il Napoli ammirato nella prima fra-

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zione di gara contro il Borussia Dortmund, con quella intensità e quella compattezza. Gli azzurri finora al San Paolo sono riusciti a fare cose straordinarie. È chiaro che a ormai due mesi di distanza le cose sono un po’ cambiate e la squadra di Benitez ha registrato un’ incredibile involuzione. In questo momento il Napoli ha bisogno di ritrovare solidità difensiva, il vero tallone d’Achille del gruppo. In attesa del mercato di riparazione di gennaio una valida soluzione per coprire molto di più la parte difensiva potrebbe essere quella di apportare qualche cambiamento all’assetto tattico. Basterebbe intervenire sul centrocampo, schierando Behrami come vertice basso davanti alla difesa, in qualità di guardiano, che a quel


MIRACOLO di

punto garantirebbe all’intero reparto arretrato una copiosa dose di aiuto, dando respiro ai due centrali e ai nostri due esterni difensivi. Questo semplice slittamento di posizione comporterebbe una diversa composizione a centrocampo, con Inler ed Hamsik in qualità di mezze ali, che a loro volta garantirebbero maggiore copertura ai nostri esterni d’attacco Callejon, Insigne o Mertens e Pandev , liberandoli da dispendiosi ripieghi difensivi, e lasciandoli liberi di dispiegare tutto il loro potenziale tattico in fase propositiva. Questo nuovo modulo non stravolgerebbe per nulla la filosofia dell’ allenatore. Maggio, Armero, Britos e Fernandez hanno palesato tutte le loro difficoltà nel reggere la difesa a quattro. I no-

Massimo Filardi

stri esterni bassi, per l’appunto Armero e Maggio, sono molto più bravi dalla metà campo in su, mentre i nostri centrali difensivi Britos e Fernandez hanno difficoltà nel leggere i pericoli e la marcatura. L’unico che sembra trovarsi a proprio agio nella difesa a quattro è Albiol, ma è chiaro che non può fare da solo l’intera fase difensiva. I numeri valgono molto di più di tante parole, il Napoli in 18 gare ha subito 21 gol tra Champions League e campionato, un dato sconfortante se solo si pensa che il nostro portiere Pepe Reina è stato spesso il migliore in campo. Per tanto, in attesa del mercato di riparazione di gennaio, passare dal 4-2-3-1 ad un 4-3-3 molto più equilibrato e compatto, potrebbe rivelarsi una misura temporanea efficace.

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foto di RAFFAELE ESPOSITO

LA FOTO DEL MESE



IL CALCIATORE il calciatore del mese è stato scelto da

www.iloveyounapoli.it

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DEL MESE di

Nastasia Spina

U

n cognome da ciclista, anche se col grande Freddy ha in comune probabilmente solo la velocità, ma lui i km li percorre a piedi e non a colpi di pedali. Giocatore di grande volontà che con i suoi 1,69 m in campo si trasforma in un titano, Dries Mertens finisce di diritto nella sezione del calciatore del mese. Piccolo ma grande e la storia dei ‘’piccoli-grandi giocatori’’ la città di Napoli la conosce bene. E’ il primo colpo della gestione Benitez, anche se l’interesse per il belga risale ai tempi dell’Utrech. L’anno scorso fu mattatore della stessa squadra per la quale oggi fa le veci ai tempi del PSV Eindhoven quando la squadra dell’orami obsoleto Mazzarri cadde sotto i colpi del calciatore fiammingo. Oggi, ironia della sorte, è l’ala sinistra del Napoli nonché della Nazionale belga. Dries Mertens viene acquistato dal club azzurro a titolo definitivo con un contratto quinquennale che lo lega al Napoli almeno fino al 2018. Approdò all’ombra del Vesuvio tra lo scetticismo generale dei tifosi più scalpitanti. Alle prime prestazioni risultava un po’ evanescente, poi il genio che è in lui è emerso, magari chissà, per esaudire i sogni di gloria della tifoseria partenopea. Sempre presente in ogni zona del campo, giocatore di tecnica e fantasia, il numero 14 di casa Napoli ha già fatto breccia nel cuore dei tifosi partenopei. Classe 87’, bravo nell’uno contro uno, salta l’uomo con estrema facilità e tenta spesso la giocata personale creando la superiorità numerica in aria avversaria. Slalom ubriacanti, finte sugli avversari, tecnica e velocità, questo è Dries Mertens. Il suo primo gol in maglia azzurra lo sigla all’Artemio Franchi, gol pesantissimo, che regala la vittoria agli azzurri sulla Fiorentina. Uno due micidiale con Higuain e sinistro chirurgico che beffa Neto. Goal stellare fatto di precisione e di coordinazione. A fine gara il belga risulterà tra i migliori in campo. Ma oltre alla rete da cineteca messa a segno contro i viola, il belga si è fatto ammirare per le sue doti di assist man. Elargisce assist a tutto campo, e con la velocità di uno sprinter trova spesso il guizzo giusto negli ultimi trenta metri per creare scompiglio in aria di rigore avversaria. Oltre alla fase offensiva, il giocatore fiammingo dona una copiosa dose d’aiuto anche in fase di non possesso. La sua generosità nei ripieghi difensivi e la sua fantasia in fase di costruzione del gioco lo rendo un calciatore formidabile. Contro il Torino si procura con maestria il rigore che apre l’incontro, perfettamente trasformato da Higuain. Superba prestazione. Disputa una gara dall’elevato contenuto agonistico, dimostrando ancora una volta di meritare la maglia da titolare che giustamente Benitez gli concede. Contro il Marsiglia ancora un’occasione e lui la sfrutta come suo solito nel migliore dei modi. Stringe i denti nei dieci minuti finali aiutando i compagni in fase difensiva e serve di tacco la palla che consacrerà la vittoria sui francesi, firmata dall’oggetto del mistero Duvan Zapata. I mugugni della folla partenopea, che ingiustamente tenta di creare un dualismo con Lorenzo Insigne vanno assolutamente evitati. Avere un ruolo più che completo in quella zone del campo, con due giocatori più che competitivi, non può che rendere questo Napoli targato Benitez ancora più grande.

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CHAMPIONS LEAGUE 2013/2014

4a giornata - 6 Novembre 2013

NAPOLI O. MARSIGLIA

3

Reina Maggio Albiol Fernandez Armero 22’ Inler Dzemaili (dal 90’ Behrami) Callejón Pandev (dal 66’ Hamsik) Mertens (dall’83’ Insigne) 24’ - 75’ Higuain A disp.: Rafael, Cannavaro, Uvini, Zapata. All.: Benitez

2

64’

10’

Mandanda Abdallah Nkoulou Diawara Morel Romao (dall’83’ Lemina) Cheyrou Thauvin Valbuena (dal 57’ Payet) A. Ayew J. Ayew (dal 67’ Gignac) A disp.: Samba, Mendy, Imbula, Khalifa, Gignac. All.: Baup

arbitro: KARASEV (Russia) NOTE: 39.148 spettatori. Angoli: 5 a 3 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

di Nastasia Spina

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SERIE A 2013/2014

12a giornata - 10 Novembre 2013

JUVENTUS NAPOLI

3

Buffon Barzagli Bonucci Ogbonna Isla Vidal (dall’86’ Marchisio) 74’ Pirlo 80’ Pogba Asamoah Tevez (dall’84’ Peluso) 2’ Llorente (dall’88’ Quagliarella) A disp.: Storari, Rubinho, De Ceglie, Motta, Padoin, Giovinco. All.: Conte

0

Reina Maggio Fernandez Albiol Armero Inler (dal 79’ Zapata) Behrami Callejon (dal 71’ Mertens) Hamsik Insigne Higuain A disp.: Rafael, Colombo, Cannavaro, Britos, Uvini, Bariti, Dzemaili, Radosevic, Pandev. All.: Benitez

arbitro: ROCCHI (Firenze) NOTE: 39.775 spettatori. Angoli: 4 a 4 - Recuperi: 1’ pt, 4’ st.

di N. S.

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SERIE A 2013/2014

13a giornata - 23 Novembre 2013

NAPOLI PARMA

0

Reina Maggio Albiol Britos Armero Inler (dall’86’ Zapata) Behrami Callejon Pandev (dal 67’ Hamsik) (dal 76’ Mertens) Insigne Higuain A disp.: Rafael, Colombo, Fernandez, Cannavaro, Reveillere, Uvini, Dzemaili, Bariti, Radosevic. All.: Benitez

1

81’

Mirante Cassani (dal 67’ Benalouane) Felipe Lucarelli Biabiany Gargano Marchionni (dal 74’ Acquah) Parolo Gobbi Cassano Sansone

A disp.: Bajza, Coric, Paletta, Mendes, Mesbah, Bajza, Munari, Valdes, Amauri, Palladino. All.: Donadoni

arbitro: MAZZOLENI (Bergamo) NOTE: 36.400 spettatori. Angoli: 6 a 5 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

di N. S.

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CHAMPIONS LEAGUE 2013/2014

5a giornata - 26 Settembre 2013

BORUSSIA D. NAPOLI

3

Weidenfeller Grosskreutz Sokratis Kehl Durm Bender Sahin Blaszczykowski 60’ (dal 69’ Aubameyang) 78’ Mkhitaryan 10’ rig. Reus (dall’81’ Piszczek) Lewandowski (dall’88’ Schieber) A disp.: Langerak, Gunter, Kirch, Hoffmann. All.: Klopp

1

71’

Reina Maggio Fernandez Albiol Armero Dzemaili (dal 62’ Inler) Behrami Callejon (dal 66’ Insigne) Mertens Pandev (dal 76’ Duvàn) Higuain A disp.: Rafael, Cannavaro, Britos, Radosevic. All.: Benitez

arbitro: CARBALLO (Spagna) NOTE: 60.000 spettatori circa. Angoli: 8 a 2 per il Borussia - Recuperi: 2’ pt, 3’ st.

di N. S.

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SERIE A 2013/2014

14a giornata - 2 Dicembre 2013

LAZIO NAPOLI

2

Marchetti Konko Ciani Cana Radu Gonzalez (dal 61’ Floccari) Biglia (dall’82’ Onazi) Hernanes Candreva Perea Lulic 88’ (dal 69’ Keita) A disp.: Berisha, Strakosha, Dias, Novaretti, Cavanda, Ledesma, Pereirinha, Ederson, Felipe Anderson. All.: Petkovic

4

Reina Maggio Albiol Britos Armero Inler aut. 25’ Behrami 91’ Callejon (dal 90’ Bariti) 50’ Pandev (dal 74’ Dzemaili) Insigne 23’ - 71’ Higuain (dall’85’ Mertens) A disp.: Colombo, Uvini, Fernandez, Cannavaro, Radosevic, Zapata.. All.: Benitez

arbitro: BERGONZI (Genova) NOTE: 30.000 spettatori circa. Angoli: 3 a 1 per il Napoli - Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

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SERIE A 2013/2014

15a giornata - 7 Dicembre 2013

NAPOLI UDINESE

3

Rafael Maggio aut. 45’ Fernandez Albiol Reveillere (dall’81’ Armero) 71’ Dzemaili (dal 78’ Behrami) Inler Insigne 38’ - 41’ Pandev (dal 74’ Mertens) Callejon Higuain A disp.: Reina, Colombo, Cannavaro, Bariti, Uvini, Zapata. All.: Benitez

3

Brkic Heurtaux (dal 68’ Maicosuel) Danilo Domizzi 80’ Basta Lazzari Allan Pereyra G. Silva 70’ Fernandes (dall’83’ Naldo) Lopez (dall’80’ Zielinski) A disp.: Kelava, Bubnjc, Widmer, Douglas, Badu, Pinzi, Jadson, Mlinar, Merkel. All.: Guidolin

arbitro: GERVASONI (Mantova) NOTE: 35.000 spettatori circa. Angoli: 10 a 8 per il Napoli - Recuperi: 0’ pt, 4’ st.

di N. S.

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L’ O R O D I N Amore, solidarietà e rispetto...

L’

altro giorno ero in un bar a via Filangieri e sorbivo un caffè insieme a due amici Napoletani. Una giovane donna di circa trent’anni si è seduta accanto a me con un fumante piatto di pasta e piselli. Non sapevo che in quel bar adesso si facesse anche una ristorazione pertanto mi sono incuriosito: “scusi come sono?” ho chiesto a futura memoria. La risposta ci ha ghiacciati e ci siamo chiesti se eravamo ancora a Napoli. “Sono venuta qui per mangiare non per rispondere alle sue domande!”. Stamattina ero a Piazza Vittoria un posteggiatore nascosto in un grande pastrano e cappello altrettanto grande di lana, con i capelli lunghi e la barba si è avvicinato. Mostrando solidarietà gli ho detto che faceva freddo. “Io amo il freddo più del caldo” ha risposto lui. Poi mi ha fatto un gesto simpatico come per dire non perdiamo tempo dammi quello che mi devi dare. Intanto un’altra persona sorridente si è affiancata a me dicendo “Avvocato vi vedo sempre in televisione”! Abbiamo parlato della squadra di De Laurentiis... Poi mentre stava andando via ha detto: “Avete qualcosa per me? Sapete è importante l’umiltà”!

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Che lezione in quella Università... della strada! Mi sono venuti a mente oltre che quella ragazza del bar, tante persone di via Orazio di via Petrarca anziane, servite da extracomunitari, i figli lontani... circondati da un mare di solitudine. Se avessero un po’ di quella umiltà chiederebbero aiuto, amicizia, solidarietà e le loro ricchezze diven-


NAPOLI di

Enrico Tuccillo

terebbero immediatamente amore gioia calore! Ho pensato: Creiamo una cattedra alla Federico II per quel posteggiatore e nominiamo professore quell’altro signore che insegna umiltà chiedendo quello di cui ha bisogno! Portiamoli allo stadio con grandi striscioni che annunzino i bisogni della nostra città! Amore, solidarietà, rispetto, utilizzo delle ricchezze malamente distribuite potrebbero diventare motivazione e forza per vincere tutti i campionati del mondo! Quell’azzurro, ovunque amato e... odiato, diventi sempre di più il segno della città che rivela la civiltà dell’amore! È una utopia... Magnifica! Fiore, il presidente ideale del Napoli, mi raccontava che dopo aver quasi riempito lo stadio di tutti gli abbonati, raggiungendo così risultati economici di tutto rispetto, autorizzava l’ingresso gratuito di tutti quelli che attendevano fuori dello stadio. Allora, cerchiamo di coniugare interessi economici e sociali. Studiamo i modi per diventare la città della felicità. Allontaniamo dall’azzurro mare di Napoli tutte le immondizie e coloro che vivono di esse! Diamo speranza ai nostri bambini. Chiamiamo i nostri figli che sono in giro per il mondo! Sappiano prima di tutto che li amiamo. e che stiamo comin-

ciando a capire chi e come vuole il male delle nostre terre e perché. E iniziamo a dirglielo attraverso la nostra squadra impegnandoci con tutte le nostre forze buone a vincere lo scudetto. FORZA NAPOLI

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INTER - NAPO

N

apoli-Inter è una sfida tra ex, infatti i due tecnici, Benitez del Napoli e Mazzarri dell’Inter, hanno allenato entrambe le squadre, in più Campagnaro, ex difensore della squadra azzurra, fortemente voluto da Walter Mazzarri, fa oggi parte della rosa nerazzurra. In questa stagione l’inter punta al terzo posto in classifica e lo scontro diretto in casa del suo ex Napoli, rappresenta per mister Mazzarri una supersfida, un’occasione per dimostrare al suo successore, Rafa Benitez, di essere superiore. L’intendo dell’allenatore nerazzurro è quello di sorpassare la squadra partenopea in classifica, con la possibilità di farlo vincendo proprio allo stadio San Paolo. In casa Inter quest’anno c’è stata una grande rivoluzione, il presidente Moratti ha ceduto la società ad Erick Thohir. Su questo subentro si potrebbero dire tanto ma siccome sarebbe inutile parlare di cose che non ci toccano da vicino, lasciamo i commenti alla tifoseria interista. Tornando in dietro nel tempo, la prima vittoria casalinga del Napoli contro l’inter, squadra chiamata allora con il nome Ambrosiana, risale al 1928-29, 4-1 con la doppietta del grande Sallustro. Il secondo trionfo nella stagione successiva, 1929-30, 3-1 per gli azzurri, ancora una volta protagonista indiscusso Sallustro Attila. Nel 1931-32 la squadra partenopea batte l’Ambrosiana 1-0 con la rete del solito Sallustro. La stagione seguente il Napoli vince 3-0, grazie alla doppietta di Vojak e la rete di Ranelli. Nel 1933-34 gli azzurri si impongono sull’Ambrosiana per 2-1, con la doppietta di Vojak. Due anni dopo il Napoli vince ancora, 3-2, con i gol di Buscaglia, Sallustro e Rossetti.

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Campionato 1938-39, il Napoli batte la squadra nerazzurra 1-0 con la rete di Venditto. Passati un pò di anni, nel 1946-47, gli azzurri tornano a vincere in casa con un risultato di 1-0 con il gol di Rosi. La stagione successiva è ancora il Napoli a trionfare contro l’inter sul campo partenopeo, questa volta 3-0 con le reti di Krieziv, La Paz e Ganelli. Nel campionato 1951-52, gli azzurri prevalgono sulla squadra lombarda, 1-0 con il gol di Granata. Nel 1953-54 il Napoli vince 2-1 con la doppietta di Ciccarelli. Un’altra vittoria nel campionato 1957-58, 1-0 per gli azzurri con il gol di Betello. Nella stagione 1958-59, il Napoli batte l’Inter 1-0 con la rete di Del Vecchio. Nel 1965-66 la squadra partenopea torna a giocare in serie A e il presidente Roberto Fiore, con l’acquisto di Altafini e Sivori, porta nella città grande entusiasmo e, i tifosi azzurri rispondono con settantamila abbonamenti circa, e il Napoli vince la gara contro l’Inter 3-1, con il primo gol firmato dal napoletano doc Antonio Juliano, la doppietta di Altafini e l’autogol di Panzanato. Nel 1967-68, il Napoli, scende in campo con un’inedita maglia rossa e con quella casacca spiccava in particolar modo Canè, il negretto brasiliano che formava insieme ad Altafini e Sivori un grande trio e batte l’Inter 2-1 con le reti di Bianchi e Altafini. L’anno successivo gli azzurri vincono ancora, 3-1, con la doppietta di Canè e la rete di Montefusco. Nel 1972-73 la squadra partenopea ritorna a vincere contro l’Inter, 2-0, grazie ai gol di Fontana ed Esposito. Nel 1973-74, Napoli-Inter termina 2-1 con il gol del giovanissimo Bruscolotti che vestirà la maglia azzurra


O L I S T O RY di

per 17 anni e il brasiliano Clerici. Nel 1974-75, grazie al gol di Braglia e la doppietta del grinco Clerici, gli la squadra partenopea batte i nerazzurri 3-2. La stagione successiva sono ancora gli azzurri a prevalere sull’Inter con una vittoria di 3-1, con il rigore di mister due miliardi Savoldi, la rete di Pogliana e Massa. Nella stagione 1980-81 il Napoli lotta per lo scudetto e vince 1-0 con il gol di Guidetti e nel 1981-82, 2-0 con il gol del napoletano doc Musella e la rete di Pellegrini. Nel 1984-85 l’Inter viene battuto dal Napoli di Maradona, 3-1 con la rete di Dal Fiume e la doppietta dell’argentino Daniel Bertoni. Campionato 1985-86 il gol della vittoria per gli azzurri è di Diego Armando Maradona su penalty. Due anni dopo è ancora una rete di Re Diego a regalare il trionfo contro l’Inter al Napoli, che vince 1-0. Nel 1989-90 una altra vittoria allo stadio San Paolo con i gol di Maradona e il magico Careca per un risultato di 2-0. Nella stagione 1995-96, risultato della gara è di 2-1 per gli azzurri con i gol di Buso e Imbriani, quest’ultimo scomparso prematuramente, ma rimasto comunque nel cuore di tutti i tifosi azzurri. Con il gol di Matuzalem, gli azzurri vincono in casa nel 2000-01, dopodichè bisogna aspettare alcuni anni, fino al 2007-08, anno in cui il Napoli batte

Jessica Salemme

l’Inter capolista per 1-0 con il gol di Zalayeta, che regala alla squadra partenopea un’ulteriore vittoria la stagione successiva,1-0. Nel 2011-12 gli azzuri trionfano contro la squadra lombarda con la rete di Lavezzi. Nell’ultima stagione, 2012-13 il Napoli vince al San Paolo 3-1 con la tripletta del matador Cavani. Per questa stagione i valori e la classifica parlano a favore del Napoli ma è sempre il tappeto verde a decidere il risultato finale. Oltre alla squadra azzurra dobbiamo sempre ricordarci della sua tifoseria, che grazie al suo calore e al suo appoggio rappresenta per il Napoli il dodicesimo uomo in campo.

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LO SPAZIO DEI TIFOSI

La rubrica è gentilmente offerta da

www.iloveyounapoli.it

Il piccolo Francesco di Baia in compagnia del suo idolo “palumella”

Il piccolo Simone tifosissimo del Napoli

Il piccolissimo tifoso Doc Ciro Di Carluccio

La “mascotte” Leonardo con Mertens per la gioia di papà Maurizio

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LO SPAZIO DEI TIFOSI

La rubrica è gentilmente offerta da

www.iloveyounapoli.it

Lo staff “Friend’s Food” legati da una sola fede quella azzurra

La bellissima Rosa, supertifosa come il suo papà Simone

Franco, Giuseppe e Carmine sono sempre più sfegatati tifosi del Napoli

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Dalla moto Officina Mercadante Enzo Salvatore e Antonio Sempre piu tifosi del Napoli

Alberto “Dream View” con Roberto e il piccolo grande tifoso Vittorio






la trasmissione sportiva più seguita in Italia I Cantori del ’900

DIGITALE 14

920

Napoli Mia TV

per interagire in diretta:

G. Bruscolotti

B. Pesaola

P. Cusano

F. Andreotti

A. Fusco

N. Spina

A. Carannante

E. Tuccillo G. Postiglione

V. Pisacane

M. Filardi H. Maradona

S. Schwoch

info@tifosinapoletani.it

Idris

G. Iezzo

LAZIO 680

Tony Colombo

Giovedì alle ore 20,40 sui canali di: Rosario Miraggio

in diretta

F. Autiero

G e n n a ro M o n t u o r i lealtà • passione• competenza • esperienza • rispetto • trasparenza• amicizia

presenta

Foto in studio:

Raffaele Esposito



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