Sommario 2
L’Editoriale
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Tutto in una notte. Le emozioni di Napoli-Inter
di Gennaro Montuori
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di Maurizio Stabile
Gonzalo Higuain, i suoi gol per ballare il tango su un sogno
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di Mauro Guerrera
La sfida del mese: Napoli-Roma Story
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di Luciano Boccarusso
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Club Brugge - Napoli
di Gennaro Montuori
Il film del mese
Io la vedo cosĂŹ:
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Napoli - Roma
La maglia sulla pelle: Amedeo Amadei
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Bologna - Napoli Il film del mese
di Gennaro Montuori
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Buon compleanno San Paolo di Mauro Guerrera
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Il Napoli visto da Gennaro Montuori di Amelia Amodio
Napoli - Inter Il film del mese
di Amelia Amodio
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Lettera aperta al presidente della SSC Napoli
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Le foto dei tifosi
ANNO XXIV - N.10 - DICEMBRE 2015 Direttore:
Cari amici lettori e tifosi ancora una volta il Napoli ha sbagliato la partita, che avrebbe dovuto rappresentare il definitivo salto di qualità. Dopo aver superato l’Inter e riconquistato il primo posto in classifica dopo venticinque anni, la trasferta di Bologna avrebbe dovuto rappresentare la consacrazione del Napoli, come la più autorevole candidata allo scudetto. Per come è maturata la sconfitta, frutto più di un atteggiamento sbagliato della squadra piuttosto che di una carenza tecnica e tattica, ha fatto suonare un importante campanello d’allarme. Il Napoli non può permettersi di affrontare nessuna sfida con superficialità, soprattutto perché ogni avversario affronta il match contro il Napoli come una di finale di Champions giocando la partita della vita. Ma ancor di più non si riesce a capire come mai in partite così importanti venga mandato un arbitro (Mazzoleni) filo-Juventino. Ma il Napoli visto in questo inizio di stagione, incoraggia a guardare il futuro con ottimismo, a patto che Sarri e la squadra traggano la giusta lezione dalla sconfitta contro i rossoblù bolognesi. Il Napoli c’è e può competere nella lotta per lo scudetto fino alla fine. Per vincerlo però ci vuole uno sforzo importante della società. Se De Laurentiis dovesse decidere finalmente di vincere qualcosa di più importante, dovrebbe intervenire in maniera importante sul mercato di gennaio. Un centrocampista di spessore (magari due, ma sarebbe troppa grazia), un difensore centrale magari più forte o almeno quanto Albiol e Koulibaly e completare la rosa con una tipologia di attaccante diverso da quelli a disposizione attualmente in rosa, spendendo pochi soldi l’ideale potrebbero essere Pazzini, il ritorno di Behrami e il giovane Rugani della Juventus. Presidente De Laurentiis, i tifosi la implorano. C’è in ballo la possibilità di riportare a Napoli il tricolore che manca oramai da troppi anni. Per quest’anno si vesta da Babbo Natale e porti sotto l’albero della Serie A, quei due-tre acquisti che potrebbero aiutarci a ricordare il grande Massimo Troisi e il suo “Ricomincio da tre”. Dia un segnale sincero della sua voglia di vincere, un segnale fatto non di dichiarazioni che non portano punti in classifica, ma di interventi concreti per rinforzare questa squadra. La speranza di tutti i napoletani è che la sua indole del tifoso quale dice di essere del Napoli, raggiunga lo stesso livello eccellente della sua dote imprenditoriale. Auguri a lei Presidente, a mister Sarri e a tutta la società. Buon Natale a tutti i calciatori. Auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti i napoletani nel mondo. DAL PROFONDO DEL CUORE, SEMPRE FORZA NAPOLI. CI VEDIAMO NEL 2016. AUGURI DI BUON NATALE E DI UN SERENO 2016
Gennaro Montuori Hanno collaborato:
Amelia Amodio Mauro Guerrera Maurizio Stabile Avv. Luciano Boccarusso Foto di studio “Tifosi Napoletani”:
Pietro Mosca
Foto a bordo campo gare del Napoli:
Pietro Mosca
Progettazione grafica, copertina e impaginazione: Graficart di Luca Iodice - Bacoli (NA) Stampa:
Tuccillo Arti Grafiche - Afragola (NA) Plastificazione:
Olivieri Gennaro - Napoli Legatoria:
Legokart - Casavatore (NA)
Cell. 346.52.89.574
Gonzalo Higuain, i suoi gol per ballare il tango su un sogno di Mauro Guerrera
Higuain, il francese-argentino
A
rgentino di nazionalità, ma nato a Brest in Francia il 10 dicembre 1987, Gonzalo è forse la migliore espressione di una famiglia che vive di calcio. Il padre Jorge è stato un difensore di Boca Juniors, River Plate e Brest. Il fratello Federico gioca nella MLS statunitense, mentre l’altro fratello Nicolas è il suo agente-procuratore. Il soprannome “pipita” deriva da quello dato al padre Jorge detto “pipa” per il naso non proprio…alla francese. Il suo approccio con il calcio avviene in Argentina, con le giovanili dell’Atletico Palermo, rappresentativa di un
Higuain esulta dopo un gol la maglia del Real Madrid
Proprio nel gennaio del 2007, il Real Madrid bruciò la concorrenza di mezza Europa e aggiunse anche il nome di Higuain, alla lunga lista dei galatticos che hanno vestito la camiseta blanca madridista. Con il Real Madrid ha disputato sei stagioni e mezza a grandi livelli. Tra campionato e coppe ha giocato in totale 264 partite non tutte per intero, segnando 121 gol. Con il club madridista, Higuain ha vinto 3 Liga spagnole, 1 Copa del Re di Spagna e 2 Supercoppe Spagnole, prima Re Diego ha lanciato Higuain in Nazionale di trasferirsi al Napoli, dove Benitez lo ha voluto per colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Cavani. Sostituire Cavani era
Higuain esulta dopo un gol con la maglia del River Plate
quartiere di Buenos Aires. All’età di 10 anni viene acquistato dalle giovanili del River Plate, dopo aver superato brillantemente una meningite fulminante, curata appena in tempo. Con il River Plate, all’età di 17 anni, Higuain debuttò in prima squadra nella stagione 2005-2006, iniziando l’avventura nel calcio che conta. Fino al gennaio del 2007 Gonzalo Higuain ha giocato con la maglia del River Plate 41 partite segnando 15 gol. Niente male davvero per un diciannovenne, ma è solo l’inizio di una carriera fatta di gol e giocate sublimi. 4
Higuain con la Coppa Italia vinta in finale contro la Fiorentina nel 2014
Higuain esulta dopo la doppietta segnata alla Juventus a Doha
un’impresa non facile, soprattutto perché il matador uruguagio, era entrato a suon di gol nei cuori di tutti i napoletani. Ma con la sua classe, le sue giocate, i suoi assist e, soprattutto, i suoi gol, Higuain è riuscito a conquistare non solo Napoli, ma tutti gli sportivi italiani. In sole due stagioni ha già vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana grazie proprio a una sua doppietta. Fi-
ma apparizione con l’albiceleste il 10 ottobre del 2009 segnando contro il Perù un gol all’esordio in nazionale. Da allora Higuain ha Higuain dice ai napoletani di stare tranquilli, collezionato 54 pre- perchè c’è lui senze con 25 gol, diventando il sesto miglior realizzatore di tutti i tempi dell’Argentina. Con la sua nazionale Higuain ha raggiunto la finalissima ai mondiali giocati in Brasile nel 2014, ma il tedesco Goetze segnò l’1-0 che bruciò i sogni di gloria di Messi e compagni. Qualche giorno fa ha compiuto 28 anni, ed oggi è uno dei centravanti più forti al mondo. Tecnica individuale eccellente, fiuto del gol e fisico imponente lo rendono travolgente quando va in progressione e difficile da marcare. Difende la palla e vede la porta come pochi attaccanti
Higuain esulta dopo la vittoria con l’Inter
Higuain insieme ad Albiol, bacia la Supercoppa Italiana vinta a Doha
nora, con la maglia azzurra ha già giocato oltre 120 partite e realizzato oltre 65 gol che lo hanno proiettato all’undicesimo posto dei marcatori del Napoli di tutti i tempi, davanti anche al grande Hasse Jeppson. I 37 milioni di euro investiti da De laurentiis per battere l’agguerrita concorrenza dell’Arsenal, sembravano una follia per chi non conoscesse a fondo le qualità di questo argentino, pupillo del Re di Napoli Diego Armando Maradona. Proprio l’icona del calcio napoletano ha fatto debuttare Higuain nella nazionale argentina. Appena in tempo, perché Gonzalo iniziava ad accarezzare l’idea di giocare in quella francesa su richiesta del CT transalpino Domenech. Con Maradona CT, Higuain mostra a tutti una sua caratHiguain fa la sua priteristica
al mondo. Dopo un periodo difficile successivo al rigore fallito contro la Lazio nell’ultima giornata dello scorso campionato, costata la qualificazione in Champions agli azzurri, tra Higuain e i tifosi napoletani è ritornato un feeling ancora più forte, quasi viscerale. Dopo la doppietta segnata all’Inter, Higuain si è fermato dopo la partita a cantare e ballare con i tifosi, per festeggiare una vittoria che ha riportato il Napoli in testa al campionato dopo 25 anni, quando un altro argentino trascinò il Napoli al secondo scudetto. Pesaola, Sivori, Maradona, Higuain. Una tradizione di fuoriclasse, di top-player, di argentini che hanno infiammato il San Paolo. Questo campionato ha un buon profumo per il Napoli e la folla del San Paolo ha un solo nome a cui affidare ogni speranza tricolore: Higuain, Higuain, Higuain. Higuain canta con i tifosi Un giorno all’improvviso 5
La sfida del mese: Napoli-Roma Story
di Gennaro Montuori
I romanisti Falcao e Bruno Conti
Napoli-Roma. Un momento del gemellaggio tra le due tifoserie
P
er l’ultima partita casalinga del Napoli in campionato nel 2015, il calendario ha messo di fronte agli azzurri la Roma. Le sfide tra partenopei e capitolini sono state sempre
La prima volta della sfida Napoli-Roma
all’insegna del campanilismo più acceso, sfociato oggi (purtroppo) in una rivalità che rasenta un ingiustificato odio, visto che parliamo di sport. Negli I romanisti De Sisti e Prati 8
anni si è passati dagli sfottò più simpatici conditi da vere e proprie scazzottate, fino al gravissimo episodio dell’omicidio di Ciro Esposito, per il quale è sotto processo un tifoso romanista. Eppure c’è stato un periodo durato diversi anni, che ha visto le due tifoserie dare vita a un gemellaggio tra i più invidiati d’Europa. C’era un dominio delle squadre del nord, che schiacciava e mortificava le squadre del centro-sud e, appena Napoli e Roma (soprattutto) hanno messo su delle formazioni competitive, nacque l’esigenza di sostenersi l’uno con l’altra per strappare qualche scudetto ai nordisti. Napoli-Roma in quegli anni non era solo una partita di calcio, ma una vera festa di sport, con tifosi giallorossi ospitati dai tifosi napoletani, scambio di gadget e di cori. Sulla rottura di quel gemellaggio è stato detto di tutto, ma probabilmente non è stata una sola la causa che ne ha determinato il tramonto. Parlando di tramonto Pesaola, il grande Petisso figlio di Napoli
Il gol di canè in Napoli-Roma 1-0 del 13 marzo 1966
Zola, autore del gol vittoria in Napoli-Roma 3-2 del 5 aprile 1992
non si può che pensare al sole. Napoli-Roma è stato definito proprio il “Derby del Sole”, perché rappresenta la sfida tra le due principali squadre del centro-sud, territori dove prevalentemente il sole ha la meglio sulle nuvole. Quella di quest’anno è l’edizione numero 88 della sfida con il Napoli nel ruolo di padrone di casa. Per la precisione le prec-
edenti 87 volte, sono state giocate 69 in Serie A, 1 in Coppa Coni, 1 nella Serie del Centro-Sud, 10 in Coppa Italia e 6 amichevoli. Il bilancio vede il Napoli avanti con 38 vittorie (32 in A, 3 in Coppa Italia, 1 in Coppa Coni e 2 in amichevole), 24 pareggi (20 in A, 1 in Coppa Italia, 1 nella Serie Centro-Sud e 2 in amichevole), 25 le vittorie della Roma (17 in A, 6 in Coppa Italia e 2 in amichevole). Nelle precedenti 87 sfide il Napoli è andato in gol 117 volte contro le 90 della Roma. In dieci occasioni la sfida è terminata 0-0. La capostipite di tutte le sfide fu giocata allo stadio Militare Arenaccia in Coppa Coni il 24 giugno del 1928 e terminò con la vittoria degli azzurri per 2-0, grazie alle reti di Ghisa e Zoccola. La prima vittoria dei giallorossi arrivò quattro anni più tardi, il 18 dicembre 1932. Le reti di Eusebio
Doppietta di Careca e il Napoli superò la Roma 3-2 il 4 dicembre 1991 9
Hamsik festeggiato da Maggio dopo il gol alla Roma
(R), Vojak (N) e Volk (R), determinarono l’1-2 finale dello stadio Partenopeo. Nella storia della sfida Napoli-Roma, sono entrati tanti calciatori importanti che hanno segnato le varie epoche in cui hanno giocato. Nei tabellini dei marcatori romanisti troviamo nomi del calibro di Fulvio Bernardini, Da Costa, De Sisti, Prati, Graziani, Falcao, Voeller, Totti, Batistuta, Montella e di calciatori che hanno giocato anche nel Napoli come, Nela e Thern. Tra i marcatori che hanno siglato almeno un gol con la maglia azzurra in questa sfida, troviamo nomi altrettanto illustri come Sallustro, Jeppson,
Cavani rifila una tripletta alla Roma e il Napoli vince 4-1 il 6 gennaio 2013
Vinicio, Juliano, Savoldi, ovviamente il più grande di tutti Diego Armando Maradona e calciatori che hanno indossato anche la maglia della Roma come Sormani e Fonseca. Amedeo Amadei, al quale abbiamo dedicato un articolo in questo numero perché ha giocato sia nella Roma che nel Napoli, ha segnato con entrambe le maglie. Il gol più importante lo segnò proprio con la maglia azzurra nell’1-0 del 9 maggio 1954. Bruno Pesaola invece, prima di innamorarsi di Napoli fino a diventarne un suo figlio, diede un 10
grande dispiacere ai napoletani quando con la Roma segnò una doppietta nell’1-2 del 21 dicembre 1947. Ma la storia di Napoli-Roma è fatta anche di gioie napoletane conquistate con la strenua difesa di un golletto e di clamorose rimonte. Il 13 marzo del 1966 un gol di Canè all’82’ permise al Napoli di superare i giallorossi negli ultimi minuti di una partita tiratissima. Altrettanto sofferta è stato l’10 del 12 dicembre 1976 quando il gol di Massa al 1’ fu sufficiente al Napoli per portare a casa la vittoria. Addirittura il grande Josè Altafini, prima di diventare “core ‘ngrato”, a distanza di un anno
Semifinale Coppa Italia. Napoli-Roma 3-0 - Jorginho esulta dopo il gol
regalò ai partenopei due vittorie in fotocopia. Il 12 febbraio del 1967 e il 28 gennaio del 1968, NapoliRoma terminarono con la vittoria degli azzurri per 2-0 con doppietta di Altafini. In entrambe le partite il brasiliano segnò un gol su calcio di rigore. Se il 4-0 del 12 dicembre 1971 fu schiacciante grazie alla doppietta di Ciccio Esposito e alle reti di Altafini e Pogliana, entusiasmanti furono i due 3-2 del 4 dicembre 1991 e del 5 aprile 1992. In entrambi i casi il Napoli era sotto di due gol ma poi riuscì a ribaltare il risultato. In quella del 1991 Roma in vantaggio con la doppietta di Rizzitelli, ma Pusceddu e la doppietta di Careca lasciarono i
Marasdona esulta in Napoli-Roma 3-0 semifinale di Coppa Italia
Napoli-Roma 1-0. Il gol di Callejon
romanisti con l’amaro in bocca dopo aver assaporato la vittoria. Nel 1992 la sfortunata autorete del napoletano Corradini e il gol di Giannini, lasciavano presagire il peggio per i colori azzurri. Ma l’orgoglio di Silenzi, Careca e Zola raddrizzò l’esito dell’incontro. Nell’era De Laurentiis Napoli-Roma è stata giocata 11 volte (2 in Coppa Italia). Dopo quattro vittorie consecutive dei giallorossi (1 in Coppa Italia), il Napoli conquistò in rimonta il primo pareggio per 2-2, il 25 gennaio 2010. Reti di Batipsta su rigore e di Vucinic, Denis e Hamsik su rigore riuscirono a recuperare il doppio svantaggio. A quel pareggio l’anno dopo seguì una vittoria per 2-0 con la rete di Hamsik e l’autorete del romanista Juan. L’ultima vittoria della Roma è l’1-3 del 18 dicembre 2011. Le ultime quattro sfide sono terminate con quattro vittorie consecutive del Napoli, prima di Mazzarri di Benitez poi: 4-1 il 6 gennaio 2013 (tripletta di Cavani, gol della Roma di Osvaldo e sigillo finale di Maggio), 3-0 nella semifinale di Coppa Italia vinta il 12 febbraio 2014 con Maradona in tribuna (Callejon, Higuain e Jorginho), 1-0 il 9 marzo 2014
(Callejon all’81’) e il 2-0 dell’ultima sfida dell’1 novembre 2014 con gran gol in versione figurine Panini di Higuain e rete finale di Callejon. Un’ultima curiosità. Questa sfida, con il Napoli nelle veci di padrone di casa, quando è stata giocata nel mese di dicembre non è mai terminata in parità. Napoli-Roma nel mese di dicembre conta 11 precedenti (2 in Coppa Italia) e sono terminati con 5 vittorie del Napoli (1 in Coppa Italia) e 6 della Roma (1 in Coppa Italia).
Il gol di Higuain in rovesciata 11
io la vedo così: Napoli-Roma Angelo Benedicto Sormani di Amelia Amodio
Sormani in Nazionale
A
ngelo Benedicto Sormani è senza dubbio uno dei grandi del nostro calcio. Nato a Jaù, in Brasile, vive a Roma, sua città d’adozione. Arrivato in Italia dal Santos di Pelè, approdò al Mantova, dove rimase per due stagioni, dal 1961 al 1963. Attaccante classico, fisicamente dotato, giocò con la Roma ( dove conquistò una Coppa Italia) nella stagione 1963/64, successivamente con la Sampdoria e poi con il Milan con cui vinse tutto: lo scudetto, la Coppa Campioni, la Coppa delle
Coppe e la Coppa Intercontinentale. Chiuse la carriera di giocatore indossando le maglie di Napoli, Fiorentina e Vicenza. Napoli è stata la piazza in cui l’ex attaccante è stato di più: prima da calciatore e poi da tecnico del settore giovanile. In ragione delle sue origini italiane e della stima degli addetti ai lavori, venne convocato in Nazionale totalizzando sette presenze e due gol, di cui uno proprio ai danni del suo Brasile. L’esperienza con la Nazionale italiana è viva nei suoi ricordi e il campione brasiliano ne parla così: “L’esperienza nella Nazionale mi ha dato tanto. È stato un processo naturale e sono stato felicissimo al momento della convocazione. Ironia della sorte, ho anche segnato un gol contro il Brasile! Ho sicuramente vissuto un calcio differente rispetto a quello di oggi, sono stato in varie squadre italiane e posso dire con orgoglio di essere tifoso accanito dell’Italia in generale. Certo ci sono delle piazze che mi hanno dato di più delle altre: mi riferisco, oltre a quella rossonera, con la quale ho vinto di più, a quelle di Roma e Napoli”. Prossime sfidanti del big match del San Paolo previsto il 13 dicembre, Napoli e Roma vivono attualmente due situazioni differenti. Sormani illustra così lo stato attuale delle due rivali: “Napoli e Roma vivono due momenti molto diversi. Il Napoli è protagonista di un ottimo gioco, brillante e concreto. Sta molto bene anche dal punto di vista mentale, l’ambiente è positivo. Lo stesso non si può dire della Roma: attorno alla squadra c’è troppa tensione e malcontento. La Roma è protagonista di troppi alti e bassi, non c’è continuità. Del Napoli apprezzo il bel gioco, le individualità ma anche la squadra al completo che funziona bene. Certo Sormani in Italia-Svizzera
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Sormani in Napoli-Juventus Sormani con la maglia dell’Italia sfida il suo Brasile e Pelè
Higuain fa la differenza, Insigne ci mette fantasia, ma è l’organico nell’insieme che funziona a meraviglia. La Roma ha diversi attaccanti veloci e si rende pericolosa nelle ripartenze, ma a volte non riesce ad organizzare un gran gioco”. Due squadre differenti, dunque e due tecnici differenti: da una parte Garcia, dall’altra Sarri. Uno straniero e un italianissimo, uno in difficoltà, l’altro lanciato sulla via del successo. Angelo Benedicto esprime così il suo punto di vista su due tecnici così differenti: “Garcia non sta esprimendo un gran gioco, non ha dato alla squadra grande continuità e ciò ha provocato delusione generale. È sicuramente sotto pressione. Sarri è un tecnico emergente con grandi idee e capacità: per molti è stato una sorpresa ma per gli addetti ai lavori non lo è affatto poiché molti già ne conoscevano il potenziale. È inoltre molto umile e duttile, capace di adattarsi alle esigenze dei suoi calciatori”.
Sormani con la maglia del Napoli al San Paolo
Infine, l’ex attaccante brasiliano esprime il suo parere riguardo al big match del 13 dicembre Napoli-Roma: “A fare la differenza potrebbe essere il bel gioco degli azzurri, che attualmente non devono temere nessuno. Se il Napoli continua a giocare come ha fatto finora, non deve aver paura. Higuain è il campione per eccellenza, il suo talento sarà indispensabile. Tuttavia, se alla Roma dovesse venir concesso spazio alle ripartenze, essa potrebbe diventare pericolosa, non dimentichiamo che in rosa ci sono giocatori veloci come Gervinho. Prevedo, dunque, un match vivace giocato su ritmi alti, per la gioia dei tifosi che assisteranno sicuramente ad un bellissimo spettacolo”.
Sormani allenatore del Napoli Primavera
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AMADEI
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La maglia attaccata sulla pelle: Amedeo Amadei
di Gennaro Montuori
Una formazione del Napoli 1954-55 con Amadei
S
i presentò a un provino con la Roma di nascosto dai suoi genitori che non volevano che giocasse al calcio. Loro preferivano che lavorasse nel forno di famiglia e proprio queste sue origini lo fecero soprannominare “il fornaretto”.
luglio del 1921, Amadei grazie ai guadagni che otteneva giocando al calcio, rappresentò un fondamentale aiuto per la famiglia che vide il forno distrutto dai bombardamenti. La carriera di Amadei iniziò quindi alla Amadei con la maglia del Napoli Roma, dove in 12 anni non consecutivi perché intervallati da una stagione con l’Atalanta, collezionò 234 presenze con 116 gol all’attivo. Amadei trascinò la Roma alla conquista del primo storico scudetto nella stagione 1941-42 e i tifosi giallorossi per questo lo nominarono “l’ottavo di Re di Roma”. Con questo biglietto da visita passò all’Inter (per due stagioni), prima di iniziare la sua avventura con la maglia del Napoli nella stagione 195051. In azzurro lo volle il presidente d’allora Musollino e un po’ per l’età un po’ per esigenze tattiche Amadei venne trasformato da attaccante in trequartista. Però anche in questo nuovo ruolo fece la differenza, perché Amadei era un giocatore formidabile, elegante ma allo stesso tempo potente, un fuoriclasse dell’epoca che
Amadei palleggia in allenamento con Jeppson
Invece Amedeo Amadei aveva visto giusto, perché dalla stagione 1936-37 ad oggi detiene i, record del calciatore più giovane a debuttare e segnare in segnare. Il 2 maggio 1937 debuttò in Serie A a soli 15 anni, 9 mesi e 6 giorni e sette giorni dopo segnò il suo primo gol in LuccheseRoma 5-1. Nato a Frascati il 26 18
Una formazione del Napoli 1955-56 con Amadei
Amadei esce dal campo con Lauro e Jeppson
sultato da alcuni tifosi napoletani, prima che venisse riconosciuto quale eroe della vittoria contro i giallorossi. Nell’ultima stagione in azzurro, Amadei formò con Bruno Pesaola e Luis Vinicio il trio delle meraviglie, anche se con lui in squadra il
Napoli non andò mai oltre un quarto posto. Con Il Napoli Amadei ha giocato dal 1950 al 1956, collezionando 171 presenze impreziosite da 47 gol segnati, prima di chiudere la carriera da calciatore che lo ha visto in Nazionale giocare 13 volte e segnare 7 gol, prima di iniziare la carriera da allenatore. La nuova esperienza da allenatore, Amadei allenatore parla con i suoi calciatori per Amadei iniziò proprio dove aveva terminato quella da calciatore: a Napoli. Fu il “Comandante” Achille Lauro a volerlo sulla panchina azzurra. Il Napoli ha diretto dalla panchina il Napoli dal 1956 al 1961, in 164 partite di Serie A (56 vittorie, 55 pareggi e 53 sconfitte), in 12 di Coppa Italia (4 vittorie e 8 sconfitte) e in 2 di coppe europee (1 vittoria e 1 sconfitta), contribuendo con altre squadre italiane alla vittoria della Coppa delle Alpi del 1959-60. Amadei, malgrado lo scudetto vinto a Roma, si è sempre emozionato quando ha ricordato il suo passato in azzurro, così come è successo quando con Vinicio, Pesaola e Jeppson partecipò alla mia trasmissione alla puntata dedicata al Napoli degli anni ’50. Per me è stato un grande onore averlo premiato con il “Pallone d’Oro Azzurro” per le gioie che ha regalato ai tifosi napoletani. Amedeo Amadei dal 24 novembre del 2013 non c’è più, lasciandoci il ricordo del calciatore che con i suoi 174 gol è il Amadei con la maglia dell’Italia dodicesimo italiano di sempre nella classifica dei goleador. In occasione di Napoli-Roma, squadre con le quali ha diviso i momenti più belli della sua carriera, abbiamo voluto dedicargli queste pagine sperando che possa essere un giorno l’immagine di una ritrovata serenità tra le due tifoserie.
Amadei allenatore in panchina con Lauro
Amadei ritira il premio Pallone d’Oro
Amadei tra Jeppson e Pesaola
ben presto conquistò il cuore di tutti i tifosi napoletani. Il primo gol con la maglia del Napoli, Amadei lo segnò su rigore allo stadio del Vomero nella sconfitta per 3-5 con il Milan l’1 ottobre 1950. Il 9 maggio 1954 Amadei fu protagonista di un aneddoto davvero curioso. Amadei, segnò il gol decisivo nella partita vinta 1-0 in casa contro la sua ex Roma. Dopo la partita, avendo la macchina targata Amadei, capitano nel Napoli Roma venne in-
Amadei capitano coraggioso
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Buon compleanno San Paolo di Mauro Guerrera
Il San Paolo il giorno dell’inaugurazione - 6 dicembre 1959
L
a tradizione vuole che, dopo essere stato folgorato sulla via di Damasco, San Paolo da Tarso (località turca ai confini con la Siria), arrivò in Italia attraccando proprio nel quartiere di Fuorigrotta. Sembra che il santo che si festeggia il 29 giugno, già sapesse che in questa zona di Napoli sarebbe stato costruito un tempio, il tempio del tifo calcistico napoletano. Il progetto sviluppato
metri, avrebbe dovuto avere un unico anello (quello superiore) e solo successivamente si decise di costruirne un secondo (quello inferiore) al di sotto del livello stradale. Quando venne inaugurato con i suoi 87.500 posti in piedi, era per capienza il secondo stadio d’Italia dopo il San Siro di Milano. Nel corso degli anni il nome dello stadio venne cambiato in “Stadio San Paolo”, ma il cambiamento ha riguardato anche la struttura. Ad esempio l’ingresso in campo dagli spogliatoi inizialmente era sotto i distinti, trasferito poi sotto la Curva A e infine sotto la Curva B. I lavori di riammodernamento fatti in occasione prima degli Europei del 1980 e dei Mondiali del 1990
Lo stadio San Paolo oggi
dall’architetto Carlo Crocchia e dall’ingegnere Luigi Corradi (che, guarda caso, è nato nel 1926, lo stesso anno della fondazione del calcio Napoli), nel 1948 portò all’inizio dei lavori per costruire lo “Stadio del Sole”, nome con il quale venne battezzata inizialmente la struttura dalla forma ovale. Lo Stadio del Sole intorno al campo lungo 110 metri e largo 68 22
Sullo sfondo l’uscita dagli spogliatoi quando erano posizionati sotto i distinti
non è più agibile e oggi il San Paolo è il terzo stadio italiano per capienza, dopo quelli di Milano e Roma, con 60.200 posti a sedere omologati. La prima partita giocata allo stadio San Paolo (quando però si chiamava ancora Stadio del Sole), è stata disputata il 6 dicembre 1959. Ovviamente era di domenica. Però per i tifosi napoletani non era una domenica qualunque, perché proprio quel giorno (guarda caso) il Napoli giocò contro la Juventus per la decima giornata del campionato 1959-60. Oltre 70.000 spettatori gioirono per la vittoria conquistata dal Napoli, grazie alle reti di Vitali (che portò gli azzurri in vantaggio al 6’), di Vinicio (autore del raddoppio al 63’) e dello juventino Cervato su rigore. Lo stadio San Paolo fotografato dall’aereo in occasione della contestazione a Paolo Rossi
poi, portarono alla costruzione di un terzo anello che portò la capienza a 76.824 posti a sedere, protetti dalla copertura costruita a inizio anni ’90. Proprio i piloni della copertura, collegati direttamente con la
Lo stadio San Paolo il giorno del primo scudetto - 10 maggio 1987
Il San Paolo pieno per salutare l’arrivo di Maradaona a Napoli
struttura del terzo anello, scaricavano nel terreno le vibrazioni provocate dall’esultanza dei tifosi a ogni gol del Napoli, causando tremori della terra simili a movimenti tellurici. Per garantire la sicurezza dei palazzi intorno allo stadio, il terzo anello da tempo
Agli ordini dell’arbitro Jonni di Macerata, l’esordio nel mondo del calcio del San Paolo vide protagonisti, tra gli altri, giocatori del livello di Bugatti, Vinicio e Pesaola nel Napoli, Boniperti, Charles e Sivori nella Juventus. L’inaugurazione ufficiale dello stadio, avvenne solo il successivo 6 gennaio 1960 con Italia-Svizzera (3-0), partita valevole per la Coppa Internazionale. Dopo quel match, il San Paolo ha ospitato la Nazionale Italiana per altre 23 volte, tra partite amichevoli, di qualificazione agli Europei e ai Mondiali, partite dell’Olimpiadi del 1960 (Italia-Taiwan 4-1 e la semifinale Italia-Jugoslavia 1-1 con gli slavi qualificati per sorteggio), la semifinale degli Europei 1968 contro l’URSS (0-0, vinta poi al sorteggio dall’Italia), la finale 3°-4° posto degli Europei 1980 Italia-Cecoslovacchia (persa dagli azzurri 8-9 ai rigori) e la semifinale dei Mondiali 1990 contro l’Argentina di Maradona Il San Paolo e l’urlo The Champions 23
La Curva B di Palummella accoglie gli erori del primo scudetto
Una coreografia del Commando Ultrà di Palummella
(3-4 ai rigori per i sudamericani dopo l’1-1 dei tempi supplementari). Ma la vera essenza della storia dello stadio San Paolo, si identifica negli attori che hanno calcato questo palcoscenico, ritenuto prestigioso in tutto il mondo. I campioni del passato hanno sognato di giocare almeno una volta in questo stadio, così come i fuoriclasse di oggi sperano di incrociare la loro strada con quella del Napoli, in modo da potersi esibire nello stesso teatro del giocatore più forte di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. Ma il mito del San Paolo è nato anche grazie alle stupende coreografie organizzate dai gruppi del tifo organizzato, su tutte, quelle fatte il 10 maggio del 1987 in occasione della vittoria del primo scudetto. Il San Paolo è soprattutto il tempio della passione calcistica napoletana, è la casa dove la famiglia dei tifosi
napoletani ha condiviso gioie e delusioni tra le tanti amichevoli di prestigio, partite dei campionati di Serie A, Serie B e Serie C, match di Coppa Italia, e finale di Supercoppa Italiana vinta contro la Juventus per 5-1, Mitropa Cup, Coppa della Alpi, Coppa Anglo-Italiana, Coppa Italo-Inglese, Coppa delle Coppe, Coppa delle Fiere, Coppa Uefa, Coppa dei Campioni, Coppa Intertoto, Europa League, e Champions League. Ad ogni vittoria le note de ‘O surdato ‘nnammurato cantate da oltre 70.000 spettatori, hanno deliziato le orecchie anche degli avversari, che proprio al San Paolo hanno scoperto che può essere dolce anche una sconfitta. Come non ricordare le parole del centrocampista del Manchester City Yaya Tourè, che dopo la sconfitta per 2-1 in Champions League disse: “Ho giocato negli stadi più importanti del mondo, ma uno spettacolo
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La coreografia in onore del Vesuvio
bellissimo come quello del San Paolo non l’ho mai vissuto. Dopo la sconfitta non sono tornato negli spogliatoi ma sono rimasto sul terreno di gioco per godermi questa meraviglia”. Il San Paolo è anche lo stadio che ha stabilito il record italiano di presenze per una sola partita. Sabato 21 ottobre 1979, vigilia dell’arrivo di Papa Wojtyla a Napoli, in occasione di Napoli-Perugia (11) e della prima volta a Napoli di Paolo Rossi dopo il rifiuto al trasferimento in azzurro, furono 89.992 gli spettatori che riempirono il San Paolo che con lo sguardo rivolto al cielo osservavano l’aereo che sorvolava lo stadio con lo striscione “Rossi, non sei degno di noi”. Ma non solo Paolo Rossi. Il San Paolo ha meravigliato il mondo intero quando si presentò con 80.000 persone, solo per vedere Maradona fare un giro di campo e palleggiare dieci volte con il pallone. La storia recente del San Paolo che ha stupito l’Uefa e i componenti delle squadre che vi hanno giocato partite di Champions, si identifica nell’urlo “The Champions” dei 60.000 che ha impaurito gli avversari ancora prima di iniziare la partita. Il San Paolo è soprattutto un luogo di calcio, prestato però in diverse occasioni alla musica per lo svolgimento di concerti con i cantanti più famosi. Grazie alle palestre polifunzionali e la pista di atletica a 8 corsie, ospita oltre seimila atleti di altri sport. Il San Paolo è un pezzo di storia importantissimo del calcio mondiale, così come testimonia la tribuna stampa intitolata allo storico ideatore della figura
del capo ufficio stampa di un club, Carlo “Carletto” Iuliano. Il 6 dicembre scorso il San Paolo ha festeggiato il suo 56° compleanno, e gli anni iniziano a farsi sentire. Il San Paolo necessita di interventi lavori di ristrutturazione. Il Comune di Napoli e il presidente del Club Aurelio De Laurentiis, in questi mesi si stanno confrontando per trovare gli adeguati interventi da fare. I tifosi si aspettano che almeno per il prossimo compleanno, siano iniziati i lavori per rendere questo pezzo di storia della città e del calcio, un salotto degno di una capitale europea come Napoli. Chissà che “un giorno all’improvviso” ciò non accada davvero. Auguri stadio San Paolo.
Uno dei tanti concerti fatti al San Paolo
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La foto del mese
Foto di Pietro Mosca
Il Napoli visto da Gennaro Montuori
di Amelia Amodio
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el corso della mia carriera da giornalista ho avuto modo, su suggerimento del direttore, di intervistare tanti campioni che hanno fatto la storia del calcio: da Sergio Clerici a Tarcisio Burgnich, da Angelo Benedicto Sormani a Franco Selvaggi, fino ai grandi nomi che hanno gi-
il buon andamento di questo campionato e così, infatti, è stato. Parlo di Reina, Higuain, di Insigne… Partiamo da Reina: la sua mancanza l’anno scorso si è sentita, com’è cambiata quest’anno la squadra con il suo ritorno? R. Reina non doveva essere ceduto lo scorso anno: il presidente doveva adoperarsi per venirgli incontro, la sua mancanza ci ha fatto perdere tanti importanti punti. È un grande portiere, infonde sicurezza a tutto il reparto e non fa mai venire meno il suo apporto: è un professionista. D. Higuain è un grande campione eppure sul finire della scorsa stagione è stato messo in discussione. Tuttavia lei si è sempre battuto per difenderlo. Ha sempre creduto in lui? R. Higuain è un grandissimo giocatore, ha un talento incredibile. È il classico calciatore che può cambiare le partite, era quasi un obbligo ripartire da lui.
ocato con la leggenda del pallone, Maradona. Parlo di Beppe Volpecina, Massimo Filardi e tanti altri. Questa settimana ho chiesto espressamente di poter intervistare ancora un simbolo del calcio, ma molto più vicino al cuore dei tifosi semplicemente perché è stato ed è tuttora uno di loro: Gennaro Montuori. Nel corso delle sue trasmissioni, l’ex capo storico della mitica curva B aveva espresso più volte il suo parere su alcuni giocatori in rosa, parere che si è poi rivelato, nel corso del tempo, quasi profetico. Manca meno di un mese al termine di questo girone d’andata e attorno al Napoli c’è tanto entusiasmo e c’è chi dice che sia l’anno giusto per lo… scudetto. Termine molte volte non pronunciato per mera scaramanzia, tant’è che per Sarri nominarlo equivale quasi ad una “bestemmia”. Eppure il bel gioco di questo Napoli, la forte identità, la continuità, i campioni in rosa, fanno ben sperare. Ed è proprio da qui che voglio partire per intervistare il direttore Gennaro Montuori: dai campioni del Napoli. D. Direttore, l’anno scorso ha fatto dei nomi che secondo lei si sarebbero rivelati fondamentali per
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D. Insigne è il classico scugnizzo figlio di Napoli, attaccato alla maglia. Quest’anno potrebbe essere l’anno della sua consacrazione, che ne pensa? R. Per me Insigne è la ciliegina sulla torta. È un giovane campione dal potenziale ancora inespresso, può fare di più ma non bisogna metterlo sotto pressione. Lo paragono a Del Piero, Baggio, Zola, anzi, Lorenzo è più continuo. Ha classe, talento e l’intelligenza dello scugnizzo napoletano.
della squadra. Tuttavia con questo modulo sarebbe tornato utile Inler che preferisco a Lopez: c’è poco ricambio in panchina. D. Allan si è rivelato un ottimo acquisto, lei stesso ha più volte affermato l’importanza di questo calciatore R. Ritengo Allan il nuovo Alemao, è un combattente nato! D. Direttore, cosa è cambiato rispetto allo scorso anno? R. Direi che quest’anno abbiamo tre giocatori che, insieme, fanno la spina dorsale di questo Napoli: parlo di Reina, Allan ed Higuain. Considero poi quelli di Jorginho e di Koulibaly due nuovi acquisti: quest’anno stanno emergendo. Hysaj si comporta molto bene da esterno destro e non da sinistro, Ghoulam sta imparando a marcare bene, Albiol ha ritrovato la vecchia coppia che formava con Reina, Hamsik ha ritrovato sicurezza, Callejon si sacrifica e dunque è fondamentale per il gruppo. Chiriches lo considero da seconda fascia, Maggio può dare ancora qualcosa, El Kaddouri può migliorare, la panchina con Mertens e Gabbiadini si arricchisce. D. Per quanto riguarda Jorginho, è diventato un giocatore fondamentale per tutta la squadra, capace di fare la differenza. R. Esatto, a mio avviso Jorginho è paragonabile a Ciccio Romano nell’anno dello scudetto. È come quei calciatori di una volta che si tengono al centro del campo come Juliano, Pecci, Bulgarelli. Già al suo debutto mi aveva entusiasmato poiché ne avevo intuito il talento. D. Koulibaly è un altro giocatore che è stato sottovalutato l’anno scorso ma dall’indiscutibile talento che, infatti, quest’anno, sta emergendo. Lei è sempre stato convinto delle sue qualità? R. Certo, ne sono sempre stato certo. È un giocatore fisicamente possente, che ti fa prendere palla, veloce nell’anticipo, bravo tecnicamente. Benitez, molto probabilmente per fare dispetto a De Laurentiis, non ha voluto farlo emergere, non gli ha dato continuità, preferendogli Britos.
D. Direttore, le chiedo un confronto tra Benitez e l’italianissimo Sarri: R. Benitez si è intestardito contro De Laurentiis, ha peccato di poca umiltà, non ha dato unità alla squadra ma dobbiamo comunque ringraziarlo per il bel gruppo che ha lasciato. Sarri è un umile lavoratore, fa star bene l’ambiente e ha creato un bel rapporto con tutti specie con Reina ed Higuain. D. Infine, cosa manca a questa squadra che comunque già appare competitiva? R. Dunque, la panchina del Napoli non mi entusiasma. A mio avviso servono ancora un paio di giocatori, spero che De Laurentiis voglia fare questo regalo ai tifosi! E allora si potrà parlare seriamente di scudetto.
D. Bene, a proposito di Britos. Ma anche di Mesto, Henrique, Gargano. Tutti giocatori insomma che lei aveva auspicato andassero via per il bene del Napoli, così infatti è stato R. Sì, sono stati mandati altrove per il bene
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Tutto in una notte. Le emozioni di Napoli- Inter 2–1 di Maurizio Stabile
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utto in una notte: lo stadio che canta “Siamo figli del Vesuvio”, il Napoli del mago Sarri vince a domicilio sbarazzandosi dell’Inter di Mancini e volando solo in vetta al campionato di serie A, cosa che non accadeva da 25 anni, dai tempi di Diego Armando Maradona. Sognare, del resto, non costa nulla con un Higuain stratosferico, capocannoniere (12 reti), migliore marcatore del campionato italiano che ha trafitto per ben due volte il numero uno nerazzurro Handanovic prima con un gran destro sul primo palo dopo soli sessantaquattro secondi e successivamente quando s’invola ed infilandosi tra le maglie nerazzurre riesce a battere il portierone sloveno sul palo più lontano nel tripudio dei sessantamila dello stadio San Paolo, completamente impazzito dalle gesta del fuoriclasse argentino che sta facendo rivivere a tutta la città i fasti di un tempo.
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In questa macchina finora perfetta, c’è anche il grande contributo del numero uno spagnolo Reina che, nonostante abbia perso l’imbattibilità nel campionato italiano che durava da 533 minuti, è stato in prima graziato dal palo del neo-entrato Jovetic e successivamente ha neutralizzato la conclusione di Miranda deviandola sul palo. Prima della rete incassata da Ljajic del definitivo 2-1, l’ultima rete subìta da Reina fu quella siglata da Kalinic lo scorso 18 ottobre in Napoli-Fiorentina sempre vinta dagli azzurri per 2-1. Reina, eroe di serata assieme ad Higuain va oltre il record di De Gea del Manchester United e di conseguenza l’imbattibilità europea è del portiere di Sarri. A proposito del tecnico partenopeo che da allenatore “normale” riesce a fare cose fenomenali dando un’identità e tanta consapevolezza a tutto lo spogliatoio che ricambia la fiducia del
proprio tecnico che ha registrato a puntino una difesa ballerina, portandola ad essere la migliore del campionato con le sole nove reti al passivo. Maurizio Sarri ha collezionato diciotto risultati utili consecutivi, ovvero il record uguagliato da Albertino Bigon nella stagione 1989-1990, quella del secondo tricolore.
A fine gara, dai distinti è ben visibile la passerella dei giocatori del Napoli: su tutti un euforico Pepe Reina, sempre piÚ napoletano e leader dello spogliatoio con un Gonzalo Higuain che canta sotto la curva B, completamente in visibilio.
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Lettera aperta al Presidente della SSC Napoli
dell’Avv. Luciano Boccarusso
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aro Presidente Aurelio De Laurentis, chi Le scrive è un appassionato e tifosissimo del Napoli ed io nonostante tutto sono a ringraziarla per ciò che ha fatto per la nostra am-
È arrivato in alto con le sue gambe, ma adesso che rischiano di spezzargliele dovrebbe tutelarsi maggiormente. Non consenta che la “mettano a giro” perché è l’ultimo arrivato. Ha le spalle co-
ata squadra, infatti grazie al Suo coraggio ed alla Sua mente imprenditoriale oggi, ma sinceramente già da qualche tempo il Napoli, veleggia in alto in classifica ed anche in Europa ci facciamo rispettare. Io la stimo, come abile ed intraprendete imprenditore, ma devo sinceramente ritenere che Lei non sia un grande tifoso, è vero la figura del Presidente di una squadra di calcio, rispetto a qualche anno fa è cambiata, non esistono più i Viola, i Ferlaino, i Sensi, gli Anconetani, i Rozzi etc. etc. per cui adesso la figura del presidente di una squadra di calcio è sicuramente quella di un manager che deve far quadrare i conti e in questo lei è molto bravo.
perte da milioni di tifosi e dall’unico club che riempie lo stadio anche se gioca l’amichevole del giovedì con la Frattese. Le vorrei porre una domanda: quanto sta rimpiangendo quelle dichiarazioni generiche sul calcio, secondo le quali questo sport finalmente era cambiato e più pulito? Quale film, non prodotto da lei, ha visto che noi abbiamo ignorato? Era simpatico alla Federazione, fin quando riempiva lo stadio e chiudeva la cassa in attivo; ci faccia caso, da quando ha cominciato a vincere della sua simpatia se ne sono infischiati tutti. L’arbitro che non vede ed il Giudice Sportivo che interviene nonostante l’assenza di prove schiaccianti. Cartellini gialli e diffide che fioccano, designazioni arbitrali dubbie ed una totale mancanza di rispetto nei confronti della sua società. Si faccia vedere più spesso, non tanto in Lega dove hanno trovato equilibrio e serietà con la Presidenza quanto in Federazione, in quella
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Via Allegri, a Roma, dove non è amato più come due anni fa. Decida se vuole provare ad essere la Regina d’Italia o se si vuole accontentare di essere la terza potenza. Per noi tifosi esiste solo una parola vittoria e da troppo tempo che non vinciamo nulla, quest’anno potrebbe essere l’anno buono, Sarri è un maestro di calcio ha rivitalizzato un ambiente ha creato un grande entusiasmo, ma
principalmente ha vinto tanto e spero possa continuare a vincere, ma ritengo, proprio per cullare questo ns. sogno, che al mercato di gennaio Lei debba fare uno sforzo, la squadra sugli 11/12 elementi sia per le individualità sia per il gioco imposto da Sarri è sicuramente, oggi, la più forte in Italia, ma se malauguratamente viene un raffreddore ad Higuain ……………… abbiamo bisogno di almeno tre rinforzi forti un centrale difensivo, un centrocampista ed un vice Higuain (Gabbiadini fenomeno ma non come punta centrale per gli schemi di Sarri) Dr. De Laurentis ci faccia continuare a sognare, ci faccia trovare sotto l’albero un bel regalo di Natale tre giocatori di spessore per coronare il ns. sogno tricolore. Con stima Napoli 3 Dicembre 2015
Avv. Luciano Boccarusso
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Europa League - fase a gruppi - 26 novembre 2015
Il film di...
VS CLUB BRUGGE
0-1
Quinta vittoria consecutiva del Napoli in Europa League. La squadra di Sarri è l’unica squadra a punteggio pieno in entrambe le competizioni europee. Una vittoria per 0-1 firmata da un gol di Chiriches su calcio d’angolo battuto da Valdifiori. La partita è stata giocata a porte chiuse per motivi di sicurezza, in quanto gli agenti di polizia del distretto di Bruges erano stati utilizzati in numero cospicuo in operazioni anti terrorismo, dopo gli attentati che hanno colpito Parigi il 13 novembre.
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NAPOLI
Partita senza storia, anzi allenamento senza storia. Il Napoli con in campo le cosiddette seconde linee, impone il suo gioco creando molte palle gol subendone quasi zero. Gabriel che ha sostituito tra i pali Reina, chide la partita con la porta inviolata e senza essere stato mai chiamato in causa per interventi complicati. Per fare filotto in Europa, manca ora solo il match dell’ultima giornata contro il Legia Varsavia al San Paolo.
IL TABELLINO: CLUB BRUGGE – NAPOLI: 0-1 CLUB BRUGGE (4-3-3): 16 Bruzzese; 19 Meunier, 44 Mechele, 24 Denswil, 2 De Fauw; 25 Vormer, 3 Simons (17 Leandro Pereira, dal’88’), 7 Vazquez (20 Vanaken, dall’80’); 18 Gedoz (10 Diaby, dall’80’), 9 Vossen, 22 Izquierdo. Non entrati: 38 Bolat, 5 Castelletto, 63 Bolingoli Mbombo, 6 Claudemir. All. Preud’homme
NAPOLI (4-3-3): 22 Gabriel; 11 Maggio, 21 Chiriches, 26 Koulibaly, 3 Strinic; 19 David Lopez, 16 Valdifiori, 94 Chalobah; 17 Hamsik (2 Hysaj, dal 24° s.t.), 7 Callejon (31 Ghoulam, dal 32° s.t.), 77 El Kaddouri. Non entrati: 1 Rafael, 55 Gionta, 96 Luperto, 5 Allan, 58 Negro. All. Sarri
RETI: Chiriches al 40° del primo tempo. NOTE: Arbitro: Marius AVRAM (Romania). Ammoniti:. Izquierdo (B) per gioco falloso, David Lopez (N) per gioco falloso, Maggio (N) per simulazione, Denswil (B) per gioco falloso. Espulsi: Nessuno. Angoli: 5 a 4 per il Napoli Minuti recupero:.0 nel primo tempo e 3 nel secondo tempo. Spettatori: Partita giocata a porte chiuse. Possesso palla: NAPOLI 59,8% - Club Brugge: 40,2%
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Serie A 2015/2016 - 14a giornata di andata - 30 novembre 2015
Il film di...
VS NAPOLI
2-1
Napoli in testa alla classifica dopo 25 anni grazie alla vittoria sull’Inter. La doppietta di Higuain e la grande parata di Reina sull’ultima azione dell’Inter, hanno permesso al Napoli di ottenere il tredicesimo risultato utile consecutivo. Primo tempo sotto il controllo del Napoli, anche se Handanovic non ha fatto alcun intervento importante. Nagatomo si fa ammonire per due volte lasciando l’Inter in dieci per tutto il secondo tempo. Nella ripresa il Napoli raddoppia, ma lJajic riapre la partita e l’Inter con l’entrata in campo di Jovetic inizia a macinare gioco rendendosi pericolosa.
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INTER
Nel finale due copi di testa colpiscono i pali della porta di Reina. Il primo è di Jovetic, ma la Dea bendata aiuta Reina sorpreso dalla conclusione dell’attaccante montenegrino. All’ultimo secondo della partita invece è Miranda a indirizzare nell’angolino e mentre assaporava la gioia del pareggio, Reaina con un balzo felino vola a deviare sul palo. A fine partita grande entusiasmo sugli spalti, sulle note di “Un giorno all’improvviso” che sembra oramai aver preso definitivamente il posto di ‘o surdato ‘nnammurato.
IL TABELLINO: NAPOLI – INTER: 2-1 NAPOLI (4-3-3): 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik (19 David Lopez, dal 34° s.t.); 7 Callejon (11 Maggio, dal 42° s.t.), 9 Higuain, 24 Insigne (77 El Kaddouri, dal 25° s.t.). Non entrati: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 21 Chiriches, 4 Henrique, 94 Chalobah, 6 Valdifiori, 96 Luperto, 20 Dezi. All. Sarri
INTER (4-3-1-2): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 25 Miranda, 24 Murillo, 55 Nagatomo; 13 Guarin (11 Biabiany, dal 16° s.t.), 17 Medel, 77 Brozovic; 20 Ljajic; 9 Icardi (12 Telles, dal 1° s.t.), 44 Perisic (10 Jovetic, dal 38° s.t.). Non entrati: 30 Carrizo, 6 Dodò, 23 Ranocchia, 5 Juan Jesus, 14 Montoya, 27 Gnoukouri, 83 Felipe Melo, 8 Palacio, 97 Manaj. All. Mancini
RETI: Higuain (N) al 1° p.t. e al 17° s.t., Ljajic (I) al 21° s.t. NOTE: Arbitro: Daniele ORSATO di Schio– Ammoniti: Koulibaly (N) per gioco falloso, Nagatomo (I) per gioco falloso, Hysaj (N) per gioco falloso, Allan (N) e Guarin (I) per comportamento scorretto, Callejon (N) per gioco falloso. Espulsi: Nagatomo (I) per doppia ammonizione al 44° del primo tempo. Angoli: 5-5. Minuti recupero: 2 nel primo e 4 nel secondo tempo. Spettatori: 54.149. Incasso: E 1.503.394,99. Possesso palla: NAPOLI 62,1% - Inter 37,9%
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Serie A 2015/2016 - 15a giornata di andata - 6 dicembre 2015
Il film di...
VS BOLOGNA
3-2
Dopo tredici risultati utili consecutivi, a Bologna il Napoli patisce la seconda sconfitta stagionale. La formazione allenata da Sarri, non perdeva dalla prima giornata di campionato contro il Sassuolo. Dopo la vittoria della partita precedente contro l’Inter che aveva proiettato gli azzurri in testa dopo venticinque anni, i calciatori del Napoli hanno dato l’impressione dia ver accusato un crisi di rigetto dal punto di vista psicologico. Approccio molle alla partita che ha dato coraggio al Bologna capace di andare in rete per ben due volte in soli venti minuti. Mirante bravo a neutralizzare un tiro di callejon sullo 0-0 e di deviare miracolosamente sul palo una palla velenosa dopo
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NAPOLI
carambola. Nella ripresa un errore di reina permette a Destro di segnare il terzo gol del Bologna e il suo secondo personale. Alla distanza esce fuori il Napoli, che con una doppietta di Higuain ha fatto sperare in una clamorosa rimonta, ma il risveglio del Napoli è arrivato troppo tardi e il Bologna ha portato a casa tre punti insperati alla vigilia. Una sconfitta che dovrebbe far riflettere il Napoli. Contro gli azzurri tutte le formazioni giocano con l’intensità della partita della vita, come se fosse una finale di Champions. Per questo motivo, non è possibile prendere nessuna partita sottogamba e scendere in campo distratti come successo a Bologna.
IL TABELLINO: BOLOGNA - NAPOLI: 3-2 BOLOGNA (4-4-2): 83 Mirante; 13 Rossettini, 2 Oikonomou, 28 Gastaldello, 25 Masina; 8 Taider, 21 Diawara (5 Pulgar, dal 91’), 23 Brienza (33 Brighi, dal 65’); 22 Rizzo (15 Mbaye, dal 74’), 10 Destro, 26 Mounier.
NAPOLI (4-3-3): 25 Reina; 2 Hysaj (11 Maggio, dal 63’), 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan (19 David Lopez, dal 75’), 8 Jorginho, 17 Hamsik; 7 Callejon (14 Mertens, dal 65’), 9 Higuain, 24 Insigne.
Non entrati: 1 Da Costa, 32 Stojanovic, 24 Ferrari, 3 Morleo, 6 Crisetig, 30 Donsah, 17 Giaccherini, 7 Falco, 18 Acquafresca. All. Donadoni
Non entrati: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 21 Chiriches, 4 Henrique, 94 Chalobah, 6 Valdifiori, 20 Dezi, 77 El Kaddouri. All. Sarri
RETI: Destro (B) al 13’, Rossettini (B) al 20’, Destro (B) al 60’, Higuain (N) all’ 86’ e al 90’. NOTE: Arbitro: Paolo Silvio MAZZOLENI di Bergamo. Ammoniti: Destro (B) per gioco falloso, Masina (B) per gioco falloso. Espulsi: nessuno. Angoli: 7-4 per il Napoli. Minuti recupero: 0 nel primo e 4 nel secondo tempo. Spettatori: 22.334. Possesso palla: NAPOLI 68,5% - Udinese: 31,5%.
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“LE FOTO DEI TIFOSI”
a di Salerno Franco Lambrun si a Verona i tifo con un gruppo d
Distinti, Napoli-Inter 2-1 Paola, Gennaro, Antonio, Lino e Marika
Gennaro Montuori 1 e Gennaro Montuori 2
o del Napoli, im is ss fo ti re to a lv Il piccolo Sa alberi dietro lo dimostrano gli
e Gennaro, Franco, Salvatore à Calcio e Pubblicit
Enzo Cacace e i suoi figlioli con Gennaro a Napoli nel Cuore
“LE FOTO DEI TIFOSI”
oster ad un Tifoso
Reina firma il P
Luigi Corcione, arbitro della partit a Napoli - Inter (2-1)
o tifosissimo Il piccolo Capuan nio come il papà Anto
Il batterista e il bassista di Pepp ino di Capri con Antonio
suo idolo Hamsik il n o c e rr To lo o Il picc io di inizio si prepara al calc
Passariello, Montuori, Mimmo Me i, Marika e gli ex azzurri, Trotta e Altomare