Sommario 2
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L’Editoriale di Gennaro Montuori
Il ricordo di Bruno Pesaola
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Il film del mese
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Sassuolo - Napoli
di Gennaro Montuori
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Il film del mese
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Addio Dino Celentano di Gennaro Montuori
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Marek Hamsik, lo slovacco napoletano
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Empoli - Napoli Il film del mese
La sfida del mese Napoli - Juventus Story
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di Gennaro Montuori
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Napoli - Juventus vista da Idris
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Napoli - Lazio Il film del mese
Il Napoli cerca il bis in Europa
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di Mauro Guerrera
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Nove acquisti per dimenticare Benitez di Mauro Guerrera
Napoli - Club Brugge Il film del mese
di Amelia Amodio
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Napoli - Sampdoria Il film del mese
di Mauro Guerrera
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Il precampionato del Napoli
Carpi - Napoli Il film del mese
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Le foto dei tifosi Foto di Vittorio Cangiano
Cari amici lettori e cari amici tifosi Innanzitutto, dal profondo del cuore voglio ricordare due protagonisti importanti della storia del Napoli, scomparsi recentemente: Bruno Pesaola e Dino Celentano. A loro ho voluto dedicare alcune pagine di questo giornale. Lo meritano per quanto hanno fatto per rendere grande il Napoli. Grazie di tutto Bruno e Dino. È iniziata una nuova stagione. Il Napoli è ripartito senza Benitez e da quel rigore fallito da Higuain (ci può stare) che ci ha portato in Europa League, ma ci ha negato i preliminari di Champions. Inutile piangere sul latte versato o, meglio, sul mercato ancora una volta incompleto. Non voglio giudicare la qualità degli acquisti fatti, per questo sarà il tempo a rivelarci il valore dei nuovi arrivati. Invece voglio sottolineare il mancato acquisto anche di un difensore di grande livello e di almeno un altro centrocampista, in grado di far fare al Napoli il definitivo salto di qualità. Due caselle rimaste vuote anche quest’anno e che in passato forse hanno impedito al Napoli di vincere un altro scudetto. E non possono essere certo Chiriches e David Lopez a colmare questo vuoto. Per fortuna che le gare con Brugge e Lazio hanno restituito al Napoli Jorginho, un calciatore che durante le puntate della nostra trasmissione abbiamo sempre sostenuto. Io e Filardi lo abbiamo sempre ritenuto un validissimo elemento, giovane e quindi dai notevoli margini di miglioramento. Preferisco glissare sulla faccenda Soriano, anche se i tifosi non si spiegano come mai il Napoli non abbia completato neanche quest’anno la rosa. Eppure si volevano spendere 28 milioni di euro per Romagnoli, 15 per Maksimovic, 12 per Vrsaljko, 18 più bonus per Darmian. Per fortuna il deludente Hysaj visto sull’out sinistro, portato sulla fascia destra ha dimostrato di essere un giocatore valido e anche lui appena 21enne con notevoli margini di miglioramento. Anche di questo Filardi ed io ne eravamo convintissimi e noi, al contrario di altri lo abbiamo detto. Contro Brugge e Lazio, il Napoli ha dimostrato un potenziale enorme, ma come gli anni passati solo nelle prime linee. Ancora una volta i rincalzi a centrocampo e in difesa, non sono allo stesso livello dei cosiddetti titolari. Queste mancanze le abbiamo pagate in passato e sembra non abbiano insegnato nulla al presente. De Laurentiis si faccia un profondo esame di coscienza per chiarire a se stesso se davvero vuole vincere con il Napoli ed entrare nella storia del calcio italiano. Soprattutto si faccia carico di questa tremenda disaffezione di una tifoseria che ha sempre sostenuto la squadra, anche in Serie C. Ora sulla panchina del Napoli c’è Maurizio Sarri, napoletano di nascita ma toscano di adozione. Non ha sicuramente il palmares di Benitez o Mourinho, ma è un lavoratore serio e un grandissimo professionista. Soprattutto è una persona per bene, che merita tutto il nostro sostegno. Ecco, forse dovrebbe essere proprio questa la parola d’ordine dei tifosi: “ continuare a sostenere”. Sostenere Sarri, ma soprattutto sostenere i calciatori che vanno in campo. Loro non hanno colpe, si impegnano e meritano il nostro calore. “Spalla a spalla”, tifosi e calciatori. Solo così si può tornare nell’Europa che conta. Non mi resta che ricordarvi che nel frattempo è tornata in TV anche la trasmissione “Tifosi Napoletani”. Parterre davvero prestigioso, con l’amico Idris, Luciano Moggi, Massimo Filardi, Giuseppe Volpecina, Stefan Schwoch, Guido Postiglione, Marika Fruscio e il tifosissimo Vip l’avvocato Boccarusso. Accanto a me come sempre Amelia Amodio. La trasmissione è visibile in diretta ogni giovedì alle ore 21 in streaming sul sito www.tifosinapoletani.it e sul digitale terrestre sui canali 11 Televomero, 135 Canale Italia. In replica, il Giovedi alle 23.30 sul canale 11, il venerdì alle 22 sul canale 215 Napolilive e alle 24.00 ancora su Televomero, il sabato alle 9 ancora su Napolilive.
FORZA NAPOLI
ANNO XXIV - N.7 - SETTEMBRE 2015
Graficart di Luca Iodice Bacoli (NA)
IL ricordo di Bruno Pesaola di Gennaro Montuori
Pesaola con il cappotto portafortuna
“Il Petisso”, un soprannome che è diventato una leggenda, un’icona del calcio. “Il piccoletto”, questo è il significato di Petisso. Ma Bruno Pesaola, napoletano nato per caso a Buenos
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Aires in Argentina il 28 luglio del 1925, di piccoletto aveva solo la corporatura. Per il resto è stato grande in tutto. Grande è forse dir poco, perché la sua umanità, la sua generosità la sua napoletanità, avevano dell’immenso. Il 29 maggio del 2015, un collasso cardio-circolatorio ha portato via a mamma-Napoli, uno dei suoi figli più sani e genuini che mai la hanno abitata, vissuta. Un cappotto color cammello per talismano, sigarette fumate nervosamente una dietro l’altra, tanta grinta e consigli competenti da trasmettere ai propri calciatori, è questo il Bruno Pesaola che tutti ricordano. Lui nel Napoli è stato prima calciatore dal 1952 al 1960 (240 partite e 27 gol), poi allenatore a più riprese. Quando il Napoli era in difficoltà Pesaola correva in suo aiuto. È successo nel 1962-63, dal 1964 al 1968, nel 1976-77 e nel 1982-83. Da allenatore del Napoli ha vinto la Coppa Italia 1961-62 (unica squadra di Serie B a vincere il trofeo), la Coppa delle Alpi 1966 e la Coppa Italo-Inglese 1976. Nel 1977 raggiunse le semifinali della Coppa delle Coppe, quando venne eliminato solo per una pessima direzione dell’arbitro. Inoltre sulla panchina della Fiorentina, nel 1968-69 vinse uno scudetto. Ma mal-
La carezza affettuosa del suo grande amico Gennaro Montuori
grado quella prestigiosa vittoria, i ricordi che custodiva gelosamente erano le partite vinte con il Napoli. Anzi, proprio lo scudetto non vinto con la maglia azzurra era il suo rammarico più grande. Lasciato il calcio sul campo, Bruno Pesaola mi ha onorato più volte partecipando come opinionista nella mia trasmissione televisiva. Proprio in una delle puntate di “Tifosi Napoletani”, fece la sua ultima apparizione in TV. Così come anche la sua ultima intervista l’ha rilasciata alla mia testa giornalistica www.tifosinapoletani.it. E pensare che arrivò a Napoli per la prima volta con la moglie Ornella, in luna di miele. Pensava di essere di passaggio e invece, da allora è rimasto a godersi il golfo più bello del mondo per tutto il resto della sua vita. Pesaola è stato anche eletto cittadino onorario della città di Napoli. Anzi, ricordo che proprio io ed Emilio Di Marzio, nipote dell’ex tecnico del Napoli Gianni Di Marzio, fummo i promotori per far ottenere a Pesaola questo riconoscimento meritatissimo. Così la giunta comunale di Napoli, il 29 novembre del 2009, consegnò a Pesaola la pergamena che attestava questo prestigioso riconoscimento cittadino. Lui già non era più in gran forma, ma la gioia fu tanta, attorniato da tantissimi calciatori che hanno fatto la storia del Napoli. Gli stessi che il 30 maggio 2015 hanno partecipato commossi, al rito funebre nella Chiesa di Santa Chiara a Napoli. Il giorno del suo fu-
Pesaola Cittadino Onorario di Napoli
nerale, una folla immensa, fatta di grandi ex calciatori, giornalisti, tifosi, persone qualunque vollero tributare un ultimo saluto, un ultimo applauso a un pezzo di storia della città. Non potrò mai dimenticare la commozione che provai quando, insieme all’ex difensore azzurro Britos, deposi una maglia del Napoli sul feretro del Petisso. Così come è indelebile il ricordo del divertimento che provammo quando girammo il film “Quel ragazzo della curva B”, insieme a Nino D’Angelo. Il sentimento che mi legava a Bruno Pesaola andava oltre l’amicizia, entrava nella sfera della famiglia. Mi piace ricordarlo con quella che ritengo la sua più bella dichiarazione di amore alla città di Napoli: “Napoli è una città bella da riempire il cuore. A Napoli non ti senti mai solo, qui non conoscerai mai la solitudine della vita”. Addio mitico PETISSO.
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L’uomo che cambiò la storia del Napoli Addio Dino Celentano
di Gennaro Montuori
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0 giugno 1984. Era il giorno dell’annuncio che Diego Armando Maradona era ufficialmente un giocatore del Napoli. Caroselli di auto imbandierate, festeggiamenti in ogni angolo di ogni vicolo di Napoli. La festa poi continuò pochi giorni dopo, il 5 luglio quando allo stadio San paolo 71.000 spettatori, pagando un contributo di 1.000 lire, si assicurarono la possibilità di vedere il primo palleggio napoletano del “Pibe de oro”. Soprattutto erano tra i pochi fortunati a ricevere il primo memorabile saluto di Maradona ai napoletani. Quel “Buonasera napolitani” pronunciato al microfono, conquistò il cuore di tutta Napoli. Da quel momento sono stati cancellati tutti i vecchi soprannomi, perché per i napoletani, lui era semplicemente “DIEGO”. Così lo invocavano allo stadio mentre, prima di ogni partita, baciava sulla fronte l’amico Carmando, mitico massaggiatore del Napoli. Sette stagioni di magie fatte di dribbling memorabili e di gol da cineteca. La tripletta alla Lazio, il tiro che quasi da centrocampo beffò il Verona sorprendendo il portiere Giuliani e gli stessi tifosi assiepati sugli spalti del San Paolo, la punizione “impossibile” alla Juventus, sono solo alcuni dei tanti ricordi indelebili della mente di chi ha avuto al fortuna di vivere quei sette anni che hanno segnato la storia della Napoli calcistica. Tanti momenti magici culminati con la festa-scudetto più bella che la storia del calcio ricordi. Quella di un sogno inseguito per ben sessant’anni che, grazie soprattutto a lui, divenne realtà. Ma chi rese possibile l’arrivo del giocatore più forte di tutti i tempi a Napoli? Il “capriccio” Maradona, nacque in seguito ad una trattativa per un’amichevole da disputare al san paolo con il Barcellona e saltata perché Diego non poteva essere della partita. Ci fu la felice intuizione di Juliano che Maradona e il Barcellona non erano in buoni rapporti e così, quasi per scherzo e con quel pizzico di follia che non guasta mai, i dirigenti napoletani si imbarcarono in una mis6
sione che aveva dell’impossibile: portare alle falde del Vesuvio il calciatore più forte del mondo. Una volta intavolata la trattativa, lunga ed estenuante, per riuscire a chiuderla ci fu tutta la furbizia, tipicamente napoletana, dell’ingegnere Ferlaino che, dopo aver coinvolto il Banco di Napoli nell’operazione evitò di far saltare tutto con una “furbata” al mancato arrivo nei tempi previsti del contratto debitamente sottoscritto: in federazione, come svelato anni dopo dallo stesso Ferlaino fu depositata una busta vuota, nella quale, successivamente, nel cuore della notte con il mercato ormai chiuso, fu inserito il contratto firmato da Maradona. Ma prima di quella “furbata” c’è una storia interessante da raccontare. Quella che portò a quell’”autografo” che significava una svolta decisiva alla storia calcistica di Napoli. I principali attori furono i dirigenti Antonio Juliano e Dino Celentano, artefici di una trattativa difficile, ostacolata dalla diffidenza dei dirigenti del Barcellona che non credevano che il Napoli potesse avere i circa 13 miliardi di lire (7 milioni di dollari) richiesti per l’acquisto dell’asso argentino. I due dirigenti invece, avevano sempre creduto nel buon esito della trattativa al punto di trasferirsi per due settimane nella città catalana. Il 7 ottobre del 1984 Diego segnò con il Napoli il suo primo gol su azione in una gara ufficiale. Giusto 30 anni dopo quel gol, chiedemmo a Dino Celentano, allora consigliere del Calcio Napoli nonché figura di primo piano dell’intera operazione, di raccontarci alcuni particolari di quella estenuante trattativa. “Ovviamente il primo passo fu la firma dei quindici consiglieri per le fidejussioni bancarie a garanzia del pagamento. La fase successiva fu avviare la trattativa con Maradona e il Barcellona. L’approccio con
Maradona lo feci proprio io, ospitando il suo manager Jorge Cyzsterpiller, in un albergo a Ischia. Ricordo l’espressione incantata sul volto di Cyzsterpiller nel vedere la bellezza di Napoli. Iniziarono così continue telefonate per convincere Diego che Napoli sarebbe stata la sua città ideale. Restava da convincere il Barcellona a cedere un giocatore così importante. Ricordo che il dirigente Tagliamonte era scettico e riteneva inutile recarsi a Barcellona. Un po’ aveva ragione. Mi torna in mente, come fosse ieri, il primo incontro con i dirigenti catalani: “Cosa siete venuti a fare” ci chiesero e noi rispondemmo che eravamo li per trattare Maradona. La risposta fu ancora più gelida dell’accoglienza: “Allora potete anche tornare da dove siete venuti”. Fu una trattativa difficile, e ci volle tanta tenacia e anche un bel po’ di fortuna per raggiungere l’obiettivo. Ricordo che misi alle strette i dirigenti del Barcellona sbattendo i pugni sul tavolo e invitandoli a mettermi alla porta se fossero convinti che non ero in grado di trattare uno come Maradona. Avrei anche potuto saltargli addosso, per Diego ero pronto a farlo. Juliano fu importante per quella trattativa. Da persona seria rifiutò una certa cifra che il Barcellona gli offrì per non trattare Maradona. Ma Antonio volle continuare la trattativa con estrema determinazione. Parecchie volte fummo costretti il tono della voce, usare parole decise. Spesso ci incontrammo con i dirigenti catalani e altrettante volte ci lasciammo in malo modo poi alla fine, grazie a una conferenza stampa in cui Diego manifestò la volontà di andare via da Barcellona e alla contemporanea voce che voleva Ferlaino prossimo ad acquistare il centravanti Hugo Sanchez, i dirigenti catalani si convinsero a chiudere la trattativa. Il presidente del Barcellona, Gaspart, ci invitò nella sua prestigiosa villa parecchio fuori Barcellona. La moglie ci accolse con la preghiera di acquistare Maradona. Noi gli rispondemmo che era il marito a non volerlo cedere. Sembrava che la trattativa fosse prossima alla chiusura. Invece il presidente Gaspart tentò un ultimo colpo di coda chiedendo un miliardo in più per chiudere l’affare. Noi invece restammo fermi sulla cifra pattuita di 7 milioni di dollari,
anche perché era quella coperta dalle fidejussioni bancarie. Quando lo comunicammo a Ferlaino, si precipitò a Barcellona con un aereo privato e firmò il contratto con il club catalano in aeroporto. Finalmente potevamo incontrare Diego. Lui era in attesa di positivi sviluppi nell’ufficio di Gaspart. Quando lo vedemmo fu una miscela di emozione e commozione. Trovarsi davanti un fuoriclasse immenso come lui, fu una sensazione talmente bella che ancora oggi mi viene la pelle d’oca al solo ricordo. A quel punto restava da firmare il contratto con il giocatore. Ritenemmo opportuno di cambiare “paesaggio” e così a bordo di uno yacht, avvolti dalla bellezza del golfo di Napoli, mettemmo le firme su quello che forse è stato il contratto più importante nella storia del calcio Napoli. La penna sui fogli non era stabile, un po’ perché la mano tremava dall’emozione un po’ perché le onde del mare iniziavano a cullare i nostro sogni di gloria. E gloria fu. Grazie a Maradona, infatti, fu possibile sovvertire le gerarchie calcistiche italiane. Fu data la possibilità ai “perdenti” napoletani di prendersi una bella rivincita sui “vincenti” del nord”. A sentire questa storia si capisce perché i napoletani amarono subito Maradona e ancora oggi lo considerano un’icona da venerare. Come San Gennaro. Così come la canzone classica napoletana e il dialetto oggi sono patrimonio dell’Unesco, allo stesso modo Diego Armando Maradona resterà per sempre patrimonio del calcio mondiale e soprattutto napoletano. Non da meno un grande dirigente e un immenso uomo qual è stato DINO CELENTANO, rappresenta per Napoli motivo di orgoglio e sinonimo di vittoria. GRAZIE DI TUTTO DINO
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Marek Hamsik, lo slovacco napoletano di Mauro Guerrera
H
a rifiutato prima il Milan poi la Juventus. Ha voluto restare a Napoli perché la sente la sua seconda Patria. Nato il 27 luglio del 1987 a Hamsik con Lavezzi il giorno dell’arrivo a Napoli Banska Bystrica, città slovacca che si trova a 212 km dalla capitale Bratislava, Hamsik è arrivato in Italia appena 17enne acquistato dal Brescia nell’estate del 2004 per soli 60.000 euro. Hamsik si era messo in evidenza con lo Slovan Bratislava, mostrando le sue qualità in sole
delle retrocessioni in Serie C e in Serie B. Da allora Hamsik non ha mai pensato di andare via, malgrado qualcuno lo avrebbe voluto al Milan per interessi personali piuttosto che per il Cresta tinta di azzurro per festeggiare la Coppa bene del capita- Italia vinta nel 2014 no azzurro. Marek è il pupillo di De Laurentiis. Il patron azzurro dello slovacco ha sempre apprezzato la serietà, l’impegno, la professionalità di un ragazzo che non ha mai fatto del calcio una questione di soldi. Marek a Napoli si trova benissimo, è amato dal popolo
Hamsik si accarezza la cresta dopo un gol
Capitan Hamsik riceve la Supercoppa Italiana a Doha
sei partite impreziosite da un gran gol. Con il Brescia ha debuttato in Serie A nel 2004-2005, prima di diventare a soli 19 anni la stella della Serie B italiana, dimostrando notevoli doti da goleador per essere un centrocampista. In totale con il Brescia ha segnato 12 gol in 74 partite. Nell’estate del 2007, l’occhio lungo di Pier Paolo Marino aveva notato questo giovane calciatore, portandolo sotto l’ombra del Vesuvio per soli 5,5 milioni di euro. Arrivò nello stesso anno di Lavezzi e del cognato Gargano, marito della sorella, nell’anno del ritorno del Napoli in Serie A, dopo gli anni bui del falliemnto e
azzurro, perché lui come Pesaola, Vinicio, Canè, è uno straniero che ha respirato l’aria di questa città assimilandone in pieno la napoletanità. Quest’anno Hamsik è alla sua nona stagione con la maglia del Napoli, con la numero 17 per la precisione. In questi anni, prima di Carpi-Napoli, “Marekiaro” è diventato il quarto giocatore del Napoli per presenze in azzurro con 362 partite, dietro agli irraggiungibili Bruscolotti (511) e Juliano (505), e al vicinissimo Moreno Ferrario (396). Hamsik è il calciatore del Napoli con più presenze in Europa (51). Il capitano del Napoli occupa una posizione di
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Taglio della cresta per festeggiare la Coppa Italia vinta nel 2012
Marek nel film - Colpi di fortuna
Estate 2015 - Hamsik in ritiro a Dimaro
prestigio anche nella classifica dei goleador di sempre del Napoli. Nella classifica generale è al settimo posto con 92 gol, dietro a Maradona (115), Sallustro (108), Cavani (104), Vojak (102), Altafini (97) e Careca (96). Di questi gol ne ha segnati 4 nelle coppe italiane (1 nella finale di Coppa Italia 2012 vinta contro la Juventus a Roma) e 11 nelle coppe europee che lo proiettano al quarto posto in classifica dietro Cavani (19), Altafini (15) e Higuain (13). A questi gol, vanno aggiunti anche i 15 segnati nelle 80 presenze con la maglia della sua nazionale, della quale è ovviamente il capitano e lo sportivo più apprezzato.
Hamsik in azione
Con il Napoli ha vinto la Coppa Italia del 2012 e con la fascia di capitano al braccio ha alzato verso il cielo di Roma la Coppa Italia del 2014 e, verso il cielo di Doha, la Supercoppa Italiana vinta nel 2014 contro la Juventus. Proprio i bianconeri hanno fatto di tutto per strappare Hamsik al Napoli, ma il legame è troppo forte per essere spezzato. Così Marek anche quest’anno sarà l’avversario della vecchia signora del calcio italiano, che proverà a rendere felici i napoletani segnando il suo settimo gol personale nella porta di Buffon. La sua cresta continuerà ad essere
alta per tenere alto l’onore di Napoli e del Napoli. Hamsik ha vissuto due stagioni di alti e bassi sotto la guida di Benitez, condizionato dal suo primo serio infortunio in carriera e da una posizione in campo che lo ha un po’ penalizzato. Pur non brillando, lo slovacco ha segnato 20 Hamsik con la fascia di capitano in 95 partite eguagliando lo scorso anno il record personale di 13 gol stagionali. Con il nuovo tecnico Sarri, Hamsik è tornato a ricoprire il suo ruolo di mezz’ala sinistra, guidando la squadra nell’impostazione della manovra e mettendo in compagni in condizioni favorevoli con giocate deliziose nella loro semplicità. Hamsik è un ragazzo dal cuore d’oro, sempre pronto e disponibile quando è chiamato per fare beneficenza, di quelle belle persone che non si sono mai sentite al di sopra degli altri. Ha dimostrato di esser anche un bravo attore, quando nel film di Natale del 2013 “Colpi di fortuna”, ha recitato una parte al fianco di attori navigati. Sposato con Martina Franova e padre di Christian di 5 anni e di Lucas di 3 anni, Marek Hamisk, è a pieno titolo un pezzo di storia del Calcio Napoli, lui che ha fatto di Napoli un pezzo di storia importantissimo della sua vita.
L’eleganza di Hamsik 11
La sfida del mese: Napoli-JUVENTUS STORY
di Gennaro Montuori
Tutto pronto per la punizione di Maradona
P
er i tifosi napoletani, la partita contro la Juventus non è mai stata (e mai lo sarà) una gara come le altre. È sempre stata vissuta (e sempre lo sarà) come una sfida allo
strapotere prepotente del nord, non solo calcistico. La storia di Napoli-Juventus, non è stata scritta solo da fuoriclasse immensi come Maradona e Platini, Clerici e Bettega, Savoldi e Paolo Rossi, Baggio e Careca, ma anche da tanti campioni che hanno indossato entrambe le maglie, come: Sivori, Altafini, Zoff, Fabio Cannavaro, Ciro Ferrara, Quagliarella. Proprio Maradona, il 3 novembre del 1985, segnò il gol vittoria contro la Juventus con un calcio di punizione che ha fatto epoca. Gli almanacchi del calcio raccontano delle tante volte che i napoletani hanno cullato il sogno scudetto, poi svanito perché tra il Napoli e il triangolino tricolore si è sempre intromessa lei, la “Vecchia Signora” bianconera.
Il momento del calcio dellla punizione di Maradona
Anche per questo, l’antipatia sportiva per i bianconeri di Torino supera ogni normale rivalità. Probabilmente non è stato neanche un caso, se la partita di inaugurazione dello stadio San Paolo, fu proprio un Napoli-Juventus. Era il 6 dicembre del 1959 e in quella partita Vitali prima Vinicio poi, siglarono
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La grande sfida Maradona contro Platini
La folla a bordo campo in Napoli-Juventuis dell’aprile 1958
21 novembre 1926, i bianconeri hanno fatto visita al Napoli per ben 79 volte: 71 in Serie A, 1 in Serie B, 5 in Coppa Italia, 1 In Supercoppa Italiana e 1 in Coppa Uefa. Il Napoli ha vinto 27 volte, pareggiato 30 e perso in 22 occasioni, l’ultima delle quali la scorsa stagione per 1-3, con le reti di Pogba (J), Britos (N), Caceres (J), Vidal (J). In queste 79 partite sono state 106 le reti segnate dal Napoli e 92 quelle messe a segno dalla Juventus. Oltre a quella dell’inaugurazione del San Paolo, sono almeno altri tre i Napoli-Juventus giocati in casa del Napoli che hanno scritto pagine importanti della storia del
Il giorno dell’inaugurazione del San Paolo
il 2-1 rendendo vano il rigore (e ti pareva) segnato dal bianconero Cervato. Quella domenica settantamila spettatori videro il Napoli sognatore, superare la Juventus degli scudetti e dei tanti campioni. La prima volta che il Napoli ha ospitato la Juventus, è stato nel lontano 1926, l’anno della nascita del Calcio Napoli. In quell’occasione la Juventus capitalizzò la maggiore esperienza calcistica, accumulata in tutte le partite giocate fin dal 1897. Per la squadra del presidente fondatore Giorgio Ascarelli, fu una sonora sconfitta per 0-3. Da quel lontano
La beffa alla Juventus in Coppa Uefa del 1989 15
La vittoria della Supercoppa 1990
calcio. La prima quella del 20 aprile 1958. Solo Concetto Lo Bello, uno di quelli che ha fatto la storia della categoria degli arbitri, avrebbe potuto garantire la regolarità di quella partita, con centinaia di tifosi assiepati a brodo campo dello stadio del
La vittoria della Coppa Italia 2012
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Vomero, pronti a invadere il prato verde a ogni gol del Napoli. In quella partita ce ne furono tanti, perché gli azzurri piegarono i bianconeri per 4 a 3 con doppietta di Vinicio grande mattatore insieme a Bruno Pesaola. La seconda quella giocata il 16 marzo 1989. Ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa (oggi Europa League). L’andata a Torino terminò 2-0 per i bianconeri. Alla fine dei tempi regolamentari, prima Maradona su rigore poi Carnevale, riportarono il doppio confronto in perfetta parità. Al 114° minuto, mentre sul San Paolo iniziò a diffondersi il profumo dei calci di rigore, Renica insaccò il gol del 3-0 su un cross proveniente dalla fascia destra. Oltre ottantamila spettatori lanciarono un boato talmente forte che probabilmente sentirono fino a Torino. Qualificazione ai danni dell’eterna rivale e inizio della cavalcata che portò poi alla conquista della coppa. La terza è sicuramente la finale della Supercoppa Italiana del 1990. Un netto 5-1 con le doppiette di Silenzi e Careca e il gol di Crippa per il Napoli. Il gol della bandiera della Juventus venne segnato da Baggio. Una vittoria meno importante, ma certamente non meno gustosa. Strappare un trofeo alla Juventus ha sempre avuto (e sempre avrà) un gusto speciale. Lo hanno dimostrato anche gli ultimi due trofei vinti in finale contro la “Vecchia Signora”: la finale di Coppa Italia giocata a Roma il 25 maggio del 2012 terminata 2-0 (reti di Cavani su rigore e di Hamsik) e la finale di Supercoppa Italiana vinta ai rigori a Doha il 22 dicembre del 2014, con Higuain autore di una bellissima doppietta. La storia recente, quella dei Napoli-Juventus dell’era De Laurentiis, è fatta di 11 precedenti iniziati con il match di Coppa Italia del 27 agosto 2006. Il Napoli vinse ai rigori, dopo che tempi regolamentari terminarono 3-3 con il portiere napoletano Iezzo grande protagonista. A dimostrazione di quanto sia sentita la sfida tra azzurri napoletani e bianconeri torinesi, c’è l’epico corpo a corpo Cavani-Chiellini in Napoli-Juventus dell’1 marzo 2013. Era l’ottava di ritorno del campionato di Serie A 2012-13, l’anno in cui il Napoli arrivò secondo alle spalle della Juventus (e ti pareva). Al 46° minuto del primo tempo, non visto dalla sestina arbitrale, in area di rigore bianconera Chiellini prese Cavani per i capelli per diversi secondi. Intervento da calcio di rigore e conseguente cartellino rosso. Nell’azione successiva scattò la vendetta del Matador. Cavani rifilò una violenta gomitata sullo zigomo del difensore bianconero.
La vittoria di Doha
In questo caso l’addizionale di porta De Marco, fu più attento e segnalò all’arbitro Orsato quanto accaduto. Cavni per fortuna se la cavò solo con un’ammonizione. Ma anche dopo quegli episodi, la rivalità tornò sui binari della sportività. Cavani e Chiellini a fine partita si abbracciarono, scambiandosi le maglie.
Tornando all’attualità, Napoli-Juventus è il big match della 6° giornata di andata del campionato di serie A 2015-2016. L’appuntamento delle ore 20:45 di sabato 26 settembre sarà anche la prima volta di Sarri contro i bianconeri da “napoletano”. La speranza dei tifosi napoletani è che il tecnico toscano, battezzi il suo esordio in questa storica sfida con un bel brindisi.
Chiellini tira i capelli al Cavani
Cavani e la gomitata a Chiellini
A fine partita sportivamente ritorna la pace 17
Napoli – Juventus vista da Idris di Amelia Amodio
I
dris Sanneh da sempre è uguale Juventus. E non solo, nomini Idris e ti viene in mente il calcio. Idris Sanneh, esperto conoscitore del mondo del pallone e dei suoi profondi meccanismi, è da sempre un amico della piazza partenopea e tra i suoi più fedeli simpatizzanti. Bianconero doc, il giornalista bresciano vive con passione le vicende della sua Juventus. Il campionato è cominciato da poche settimane riservando, a sorpresa, poche soddisfazioni per la I due grandi Idris e Gennaro, la parte sana del tifo corazzata bianconera. D’altro canto anche il Napoli lamenta un principio di campionato poco entusiasmante. Le due rivali storiche per eccellenza, insomma, si preparano a vivere una stagione che si preannuncia non facilissima. Sulla situazione attuale di Juventus e Napoli, Idris si esprime così: “La Juve quest’anno è una squadra diversa, giovane. Trovo le altre squadre decisamente rinforzate e non mi riferisco solo ad Inter, Milan e Roma ma anche a squadre di seconda fascia. La Juventus lotterà fino alla fine ma dopo quattro scudetti consecutivi ottenere il quinto sarebbe un’impresa, è troppo tempo che la Juve viaggia ad altissimi livelli: ad un certo punto è anche il vertice, il sistema ad imporlo, e per sistema mi riferisco anche ai mass media. Insomma, non si può sempre vincere, scemerebbe l’interesse attorno al mondo del pallone. A tal proposito, ricordo ancora quello scudetto
Luciano Moggi ex di Napoli e Juventus 20
regalato alla Lazio dopo tre scudetti di fila bianconeri nell’era di Moggi. Era un giorno di pioggia a Perugia ed io ero insieme a Collina: doveva andare così. Tornando a quest’anno, il gap rispetto all’anno scorso si è ridotto e sono convinto che la vera Juve si vedrà a metà stagione, questa è una fase di rodaggio, abbiamo molti giovani promettenti in squadra. Vedremo sicuramente un bel gioco in attesa dell’anno prossimo, quando si riaprirà un nuovo ciclo. Per quanto riguarda il Napoli, questo sarà un anno di transizione. Non a caso definisco Sarri un traghettatore: ha accettato un anno di contratto consapevole dei rischi. È comunque un uomo onesto, umile e lavoratore. È un napoletano che ha fatto la sua gavetta che rispetto e che merita rispetto. La squadra ha cambiato gioco, ha ritrovato un grande
Il grande Omar Sivori, campionissimo sia nella Juventus che nel Napoli
portiere molto carismatico come Reina, tanti calciatori importanti sono rimasti come Higuain , Mertens, Callejon. Altri sono promettenti come Koulibaly, imperioso ed imperiale, che ha dinanzi a sé una grande carriera. Jorginho sta crescendo ma deve avere qualcuno che recupera palloni, che fa filtro per servire l’attacco: servirebbe un bravo incontrista. Quando si gioca con il 4-3-3 qualcuno deve per forza recuperare palloni. L’attacco è stratosferico, resta l’arma in più degli azzurri. Dobbiamo aspettare che il Napoli cresca”. Juventus e Napoli sono le squadre più rappresentative del Nord e del Sud, una dualità da sempre accesa. Entrambe hanno avuto tra le proprie fila uomini che hanno fatto la differenza nel mondo del calcio, grandi campioni che hanno vissuto da protagonisti le vicende azzurre e bianconere. Parliamo di miti come Dino Zoff, Fabio Cannavaro, Ciro Ferrara. Idris parla di questi
Dino Zoff, icona del calcio nazionale
grandi campioni con acceso entusiasmo: “Zoff fa parte dei miti del calcio ed entrerà di diritto nella storia di questo sport. Ha giocato fino a 40 anni e sempre in squadre blasonate, ha vinto con la Nazionale. Lo stesso posso dire di Fabio Cannavaro, vincente con Napoli, con la Juve, con la Nazionale. Senza dimenticare Ciro Ferrara, Omar Sìvori, grande amico mio. Parliamo di signori del calcio che resteranno nei cuori e nelle menti di tutti. Miti che hanno conciliato nel loro talento la storica dualità Nord/Sud. Napoli e Juventus hanno un passato glorioso e molti campioni in comune che hanno fatto da ponte, da mediatori a questa rivalità atavica. Mi viene solo da dire: quant’è bello il calcio” A proposito di dirigenti, Juventus e Napoli ne annoverano uno su tutti: Luciano Moggi. Idris esprime il suo pensiero in merito: “Luciano Moggi ha il DNA del vincente, ovunque va è un trionfo. Ha vinto con Napoli, Juventus, Torino, Roma insomma è una persona capace che sa davvero di calcio. Lo reputo l’uomo più potente nel mondo del pallone proprio per le sue capacità e la sua esperienza. È un vincente naturale”.
Fabio Cannavaro, ex di Napoli e Juventus. Pallone d’Oro e campione del mondo nel 2006
Nonostante i grandi nomi in comune, Napoli-Juventus è da sempre una battaglia campale, una guerra a colpi di slogan e sfottò, simbolo dell’eterna rivalità tra Nord e Sud. Idris è convinto che, nonostante non andrà sicuramente di scena un match tra due candidate allo scudetto, assisteremo comunque ad una partita spettacolare: “Napoli-Juventus sarà una partita agonisticamente giocata e come ogni anno una sfida molto sentita, la madre di tutte la partite, il Nord che compete con il Sud. Si giocherà prevalentemente a centrocampo, che prevedo sarà molto intasato. Il Napoli cercherà di attaccare fin da subito mentre la Juve si adopererà per contenerlo e contrastarlo, anche se non è il suo modo di giocare tipico. I bianconeri probabilmente abbasseranno il baricentro con Lichtsteiner da una parte e Barzagli dall’altra, chissà! È una partita che sfugge ad ogni pronostico, entrambe le squadre sono diverse rispetto allo scorso anno. Tuttavia, giocando in casa, il Napoli avrà più possibilità di vittoria”.
Ciro Ferrara, l’ultimo grande doppio ex
Infine, il pensiero di Idris sulla dualità che interessa il suo personaggio e quello di Gennaro Montuori, amico fraterno, capo storico della tifoseria azzurra nonché simbolo da sempre del calcio partenopeo: “Io e Gennaro siamo l’esempio del tifo sano, positivo, goliardico, allegro. C’è tra noi un legame profondo, affetto e stima reciproca: abbiamo entrambi la stessa idea di calcio. Portiamo in alto valori importanti come la non violenza, la solidarietà, crediamo nel rispetto dell’avversario, siamo uniti nella battaglia contro il razzismo. Il calcio visto da noi è divertente, crea amicizia, manda un messaggio positivo ai più piccoli e ai tifosi in generale. Simpatizzo per il Napoli, la squadra che ha fatto vedere con Maradona il calcio più spettacolare. Per alcune cose siamo ai poli opposti, come il Nord e il Sud, a volte battibecchiamo ma nonostante tutto siamo molto uniti perché, come recita un antico proverbio africano: “Il dente e la lingua spesso sono in conflitto, tuttavia continuano a coesistere nella stessa bocca”. 21
Il Napoli cerca il bis in Europa di Mauro Guerrera
P
er il sesto anno consecutivo (unica squadra italiana a raggiungere questo risultato) il Napoli partecipa a una competizione europea. Lo scorso campionato, il Napoli è arrivato a soli undici metri dai preliminari di Champions League, svaniti poi per l’errore dal dischetto di Higuain contro la Lazio all’ultima giornata. Il conseguente quinto posto ha permesso al Napoli di partecipare di diritto ai gironi di Europa League, senza dover giocare prima i turni preliminari. Il sorteggio svolto a Montecarlo lo scorso 28 agosto, ha inserito il Napoli nel Gruppo D con il Club Brugge, il Legia Varsavia e il Midtjylland. Avversari di tutto rispetto ma decisamente alla portata del Napoli. CLUB BRUGGE. Fondato nel 1891 è una delle squadre più seguite in Belgio, forse seconda solo all’Anderlecht. In Patria è la squadra che ha vinto più Coppe del Belgio (11 l’ultima nel 2014-2015) e più Supercoppe (13 l’ultima nel 2005), oltre alle vittorie di 13 campionati (l’ultimo nel 2004-2005). In campo internazionale è sempre stata una squadra
I belgi del Club Brugge 24
temibilissima, ma ha nella finale di Coppa dei Campioni persa nel 1978 contro il Liverpool, il miglior risultato raggiunto. Classificatosi al secondo posto alle spalle del Genk, il Club Brugge è retrocesso in Europa League dopo aver disputato due turni preliminari in Champions. Ha superato il primo contro il Panathinaikos (sconfitta in Grecia per 2-1 vittoria in casa per 3-0), ma è stato eliminato dal Manchester United con una doppia sconfitta (3-1 in Inghilterra e 4-0 in casa). La bandiera storica del club è l’ex attaccante Jan Ceulemans (407 partite e 171 gol), anche se hanno giocatori importanti come Papin, Bacca e Perisic. I colori sociali sono il nero e l’azzurro. L’allenatore, lo storico portiere del Belgio Preud’Homme, di solito adotta il 4-3-3 nelle competizioni nazionali e il 4-1-3-2 in quelle internazionali. La formazione tipo in campo internazionale prevede: Bruzzese in porta; De Fauw, Duarte, Mechele, e De Bock nel reparto arretrato; Simons davanti la difesa; Vormer, Vazquez e Bolingoli-Mbombo alle spalle delle due punte De Sutter e Diaby.
LEGIA VARSAVIA. Fondata nel 1916, il club polacco non vanta una grande tradizione internazionale. Il pericolo maggiore arriva dalla calda passione della tifoseria di Varsavia. La sua bacheca vanta solo titoli vinti in Patria: 10 campionati (l’ultimo nel 2013-14), 17 Coppe di Polonia (l’ultima nel 2015), 1 Coppa di Lega (vinta nel 2002) e 4 Supercoppe di Polonia (l’ultima vinta nel 2008). Seconda in campionato nella scorsa stagione, la squadra polacca, nelle cui fila negli anni settanta ha militato Deyna, uno dei più forti calciatori di tutti i tempi della Polonia, è allenata dal norvegese Henning Berg. Il modulo di base è il 4-2-3-1, dove il ventunenne trequartista slovacco Duda è l’elemento di maggior classe. I polacchi del Legia Varsavia
MIDTJYLLAND. Una delle squadre più giovani d’Europa. Fondato nel 1999, il club danese ha già vinto un titolo nazionale, unico trofeo finora nella bacheca. Il fiore all’occhiello del Midtjylland è lo scouting, capace di scoprire molti giovani promettenti. La squadra gioca all’MCH Arena di Herning, città che si trova a 306 km dalla capitale Copenaghen. Non ha
elementi di spicco in rosa, ma basa tutta la propria forza sul collettivo tutto corsa e grinta. L’allenatore danese Thorup, di solito adotta un 4-1-4-1, pronto a trasformarsi in un 4-2-3-1 quando affronta squadre di un certo livello, come potrebbe essere ad esempio il Napoli.
I danesi del Midtjylland
Dalle sfide contro queste tre squadre che il Napoli inizierà il suo cammino che ha come obiettivo la finale di Basilea, dove il Napoli vorrebbe arrivare per provare a bissare il successo del Napoli di Maradona in Coppa Uefa (oggi Europa League) del 1989. 25
La foto del mese
Foto di Pietro Mosca
Nove acquisti per dimenticare Benitez
di Mauro Guerrera
C
alciomercato attento quello del Napoli, nell’anno della rifondazione del dopo Benitez. Si è passati da calciatori scelti da club blasonati a quelli scelti in club, diciamo così, di seconda fascia che ovviamente potrebbero rappresentare delle piacevoli sorprese come è successo con Hamsik e Cavani ad esempio. Ve li presentiamo brevemente uno a uno. ALLAN Marques Loureiro. Nato a Rio de Janeiro in Brasile l’8 gennaio del 1991. Centrocampista considerato uno dei migliori rubapalloni della Serie A. In Serie a con l’Udinese ha già giocato oltre 100 partite con un 1 gol all’attivo. Vanta anche 4 presenze in Europa League. Campione del Mondo con il Brasile Under 20.
CHIRICHES Vlad Iulian. Nato a Bacau in Romania il 14 novembre del 1989. Difensore centrale cresciuto nelle giovanili del Benifica ma che si è affermato nella Steaua Bucarest. Alcuni infortuni hanno frenato la sua parent4esi con gli inglesi del Tottenham. Nella sua bacheca personale, un campionato rumeno e una Supercoppa di Romania vinti nel 2013. VALDIFIORI Mirko. Centrocampista centrale con spiccate doti di regista. Nato a Lugo in provincia di Ravenna il 21 aprile 1986, è salito alla ribalta del calcio italiano solo negli ultimi due anni, al punto di guadagnarsi anche la convocazione in Nazionale. Come il tecnico Sarri, è arrivato dall’Empoli ed è alla sua prima esperienza con una squadra che ambisce a lottare per i primi posti in classifica.
Allan
CHALOBAH Nathaniel Nyakye “Nathan”. Nato il 12 dicembre del 1994 a Freetown, capitale della Sierra Leone ma di nazionalità inglese. Punto di forza della Under 21 inglese, è arrivato in prestito dal Chelsea. Centrocampista centrale con personalità da leader, bravo sia in fase di interdizione che in fase di impostazione. Sa gestire bene la palla anche se difetta ancora in esperienza.
Chalobah
32
Chiriches e Valdifiori
DEZI Jacopo. Centrocampista nato ad Atri in Abruzzo il 10 febbraio 1992, Dezi è alla sua terza stagione con il Napoli, anche se nelle precedenti due dal 2010 al 2012 non ha mai giocato. La sua carriera lo ha visto protagonista soprattutto in serie B. Con la selezione Nazionale Italiana ha partecipato e trionfato alle Universiadi del 2015.
in Serie A, ha avuto l’anno scorso una stagione strepitosa con il Carpi in Serie B. Dagli osservatori è considerato un portiere di grande prospettiva e dal futuro roseo. Nel 2011 con il Brasile Under 20 ha vinto un mondiale e un Campionato Sudamericano. HYSAJ Elseid. Nato a Scutari in Albania il 2 febbraio 1994, è arrivato in Italia con il padre nel 2004. Nel 2009 passa nelle giovanili dell’Empoli, dove ha giocato 98 partite tra Serie A e Serie B, mettendosi in evidenza come esterno destro capace di giocare anche sull’out sinistro. Nazionale albanese, Napoli rappresenta per lui una tappa decisiva per la sua carriera.
Dezi
EL KADDOURI Omar. Nato il 21 agosto del 1990 a Bruxelles in Belgio ma di nazionalità marocchina. Trequartista che ha fatto molto bene con il Torino nelle ultime due stagioni, cerca a Napoli la sua definitiva consacrazione. Prima di questa stagione ha giocato 68 partite in Serie A (7 con il Napoli 2012-13) con 8 gol e 13 in Europa League (4 con il Napoli nel 201213) con 1 gol.
El Kaddouri
GABRIEL Vasconcelos Ferreira. Nato a Unai in Brasile il 27 settembre del 1992. In prestito dal Milan, dove ha già collezionato 7 prese e 10 gol al passivo
Hysaj
REINA “PEPE” Josè Manuel Paez. Nato a Madrid il 31 agosto del 1982, per il Napoli non è solo un portiere. È anche l’uomo spogliatoio, il riferimento per i compagni, la mentalità vincente. Dopo una stagione del Bayern Monaco, è tornato a Napoli perché come più volte ha affermato è una città che adora e dove la sua famiglia si trova benissimo. In alcune interviste ai media spagnoli ha sempre ripetuto la frase del film Benvenuti al Sud: “Un forestiero che viene a Napoli piange due volte: quando arriva e quando se ne va”. È il calciatore del Napoli con la bacheca più ricca: 1 Mondiale e 2 Europei con la Spagna, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Community Shield, 1 Coppa di Lega e 1 Supercoppa Uefa con il, 1 campionato tedesco con il Bayern. Ma la vittoria della quale va più orgoglioso è la Coppa Italia vinta con il Napoli nella stagione 2013-14.
33
IL PRECAMPIONATO DEL NAPOLI ACQUISTI
CALCIATORE
ETÀ
RUOLO
NAZIONALITÀ
PROVENIENZA
REINA Pepe
33
Portiere
Spagna
Bayern Monaco
VALDIFIORI Mirko
29
Centrocampista
Italia
Empoli
GABRIEL Vasconcelos Ferreira
23
Portiere
Brasile
Carpi via Milan
EL KADDOURI Omar
25
Trequartista
Marocco
Torino
DEZI Jacopo
23
Centrocampista
Italia
Crotone
ALLAN Marques Loureiro
24
Centrocampista
Brasile
Udinese
CHIRICHES Vlad Iulian
25
Difensore
Romania
Tottenham
HYSAJ Elseid
21
Esterno Basso
Albania
Empoli
CHALOBAH Nathaniel Nathan Nyakie
21
Centrocampista
Inghilterra
Chelsea
I RISULTATI DELLE PARTITE AMICHEVOLI
36
DATA
LUOGO
AVVERSARIO
RIS.
MARCATORI DEL NAPOLI
21 luglio
Dimaro
Napoli Anaune (Dilettanti)
8-0
24 luglio
Trento
Napoli Feralpi Salò (LegaPro)
5-2
29 luglio
Dimaro
Napoli Cittadella (LegaPro)
5-1
2 agosto
Nizza
Napoli Nizza (Ligue1 Francia)
2-3
Insigne (3), Gabbiadini (2), Mertens (2), Bifulco Mertens (2), Insigne, Koulibaly, de Guzman Insigne (2), Albiol, El Kaddouri, Mertens Callejon, Mertens
8 agosto
Oporto
Napoli Porto(SuperligaPortogallo)
0-0
14 agosto
Latina
Napoli Latina (Serie B)
5-0
ElKaddouri (2), Hamsik, Gabbiadini, Jorginho (r)
CESSIONI
CALCIATORE
ETÀ
RUOLO
NAZIONALITÀ
DESTINAZIONE
MESTO Giandomenico
33
Esterno
Italia
Svincolato
COLOMBO Roberto
40
Portiere
Italia
Svincolato
GARGANO Walter
31
Centrocampista
Uruguay
Monterrey
MICHU Miguel Perez Cuesta
29
Attaccante
Spagna
Swansea
BRITOS Miguel Angel
30
Difensore
Uruguay
Watford via Udinese
DUVAN Zapata
24
Attaccante
Colombia
Udinese (prestito biennale)
INLER Ghokan
31
Centrocampista
Svizzera
Leicester
VARGAS Edu
25
Attaccante
Cile
Hoffenheim
ANDUJAR mariano
32
Portiere
Argentina
Estudiantes
37
Serie A 2015/2016 - 1a giornata di andata - 23 agosto 2015
Il film di...
VS SASSUOLO
2-1
Parte male il nuovo Napoli di Sarri. Una sconfitta che ha deluso i supporters azzurri. Ma niente panico. La squadra ha ancora bisogno di trovare i giusti automatismi e, soprattutto la migliore condizione fisica. In tanti si erano illusi che sarebbe bastato mettere tre centrocampisti (anziché 2), fare una doppia seduta di allenamento al giorno (anziché 1), mettere sotto torchio gli azzurri (anziché lasciarli liberi per un giorno a settimana). La partenza era stata incoraggiante, ma alla distanza il Napoli ha mostrato enormi limiti, normali in avvio di stagione.
40
NAPOLI
Si sono salvati il solo Hamsik, autore del gol del momentaneo vantaggio e di buone giocate, e il portiere Reina, autore di alcuni provvidenziali interventi. Sarri deve ritrovare il bandolo della matassa, soprattutto motivazionale. Higuain è sembrato un corpo estraneo. Il Napoli non può permettersi una cosa simile.
IL TABELLINO: SASSUOLO - NAPOLI: 2-1 SASSUOLO (4-3-3): all. Eusebio Di Francesco, 47 Consigli; 11 Vrsaljko, 15 Acerbi, 28 Cannavaro, 13 Peluso; 7 Missiroli, 4 Magnanelli, 32 Duncan; 25 Berardi (16 Politano, dal 62’), 92 Defrel (9 Falcinelli, dall’81’), 83 Floro Flores (17 Sansone,dal 28° s.t.). A disposizione: 1 Pomini, 79 Pegolo, 3 Longhi, 23 Gazzola, 21 Fontanesi, 26 Terranova, 8 Biondini, 6 Pellegrini, 10 Laribi.
NAPOLI (4-3-1-2): all. Maurizio Sarri, 25 Reina; 11 Maggio, 33 Albiol, 21 Chiriches, 2 Hysaj; 19 David Lopez, 16 Valdifiori, 17 Hamsik; 24 Insigne (77 El Kaddouri, dal 28° s.t.); 9 Higuain (23 Gabbiadini, dal 17° s.t.), 14 Mertens (7 Callejon, dal 34° s.t.). A disposizione: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 4 Henrique, 26 Koulibaly, 96 Luperto, 20 Dezi, 8 Jorginho, 5 Allan.
RETI: Hamsik (N) al 2’, Floro Flores (S) al 31’, Sansone (S) all’83’ NOTE: Arbitro: Daniele DOVERI di Roma – Ammoniti: Magnanelli (S) per gioco falloso, Chiriches (N) per gioco falloso, Valdifiori (N) per gioco scorretto, Berardi (S) per gioco scorretto, Peluso (S) per gioco falloso, Sansone (S) per simulazione. Espulsi: nessuno. – Minuti recupero: 0 nel primo 4 nel secondo tempo. Spettatori: 13.500 Possesso palla: NAPOLI 57,8% - Sassuolo 42,2%
41
Serie A 2015/2016 - 2a giornata di andata - 30 agosto 2015
Il film di...
VS NAPOLI
2-2
Debutto stagionale al San Paolo tra luci e ombre. Un primo tempo che ha visto il Napoli giocare un bel calcio, chiuso in vantaggio per la doppietta da vero campione di Gonzalo Higuain. Il centravanti argentino prima sfrutta di fino con il sinistro un ottimo assist di Insigne al 9’ minuto, poi di potenza e precisione con il destro quello altrettanto intelligente di Allan al 39’. Tra i due gol Insigne prima colpisce il palo con Viviano battuto, poi tira una gran botta che esce di poco a lato ancora con il portiere doriano fuori causa. A inizio secondo tempo è ancora Insigne a sfiorare il gol al 2’ minuto, ma prima Silvestre e poi Viviano gli negano la gioia del gol. Il Napoli accusa un clamoroso calo
44
SAMPDORIA
fisico e sale in cattedra l’attaccante doriano Eder. Il brasiliano che gioca nella nazionale italiana, prima segna al 57’ su rigore (forse troppo generoso) per atterramento di Albiol ai danni di Fernando e poi al 59’ completa la rimonta con un abile dribbling che mette a sedere l’intera difesa e superando poi l’incolpevole Reina. Proprio il portiere spagnolo ha evitato la sconfitta deviando sulla traversa un tiro a botta sicura di Muriel all’81’. Napoli in netto miglioramento rispetto alla gara con il Sassuolo, ma ancora lontano dalla forma migliore e, soprattutto, ancora con un divario tecnico troppo elevato rispetto alle altre big del campionato.
IL TABELLINO: NAPOLI – SAMPDORIA: 2-2 NAPOLI (4-3-1-2): 25 Reina; 11 Maggio, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 2 Hysaj (31 Ghoulam, dal 25° s.t.); 17 Hamsik, 5 Allan (19 David Lopez, al 13° s.t.), 16 Valdifiori (8 Jorginho, dal 23° s.t.); 24 Insigne; 7 Callejon, 9 Higuain. Non entrati: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 4 Henrique, 20 Dezi, 77 El Kaddouri, 14 Mertens, 23 Gabbiadini. All. Sarri
SAMPDORIA (4-3-1-2): 2 Viviano; 5 Cassani, 6 Coda (87 Zukanovic, dal 21° p.t.), 26 Silvestre, 19 Regini; 7 Fernando, 17 Palombo, 8 Barreto; 21 Soriano (22 Wszolek, dal 41° s.t.); 24 Muriel, 23 Eder (4 Moisander, dal 44° s.t.). Non entrati: 57 Brignoli, 1 Puggioni, 3 Mesbah, 13 Pereira, 10 Correa, 97 Serinelli, 77 Carbonero, 80 Oneto, 11 Bonazzoli. All. Zenga
RETI: Higuain all’8° p.t. e al 38° p.t., Eder (S) al 12° e al 14° s.t. NOTE: Arbitro: Andrea Gervasoni di Mantova. Ammoniti: Silvestre (S) per gioco scorretto, Fernando (S) per gioco scorretto. Espulsi: nessuno. Minuti recupero: 2 nel primo 3 nel secondo tempo. Spettatori: 25.128 Possesso palla: NAPOLI 57,8% - Sampdoria 42,2%
45
Serie A 2015/2016 - 3a giornata di andata - 13 settembre 2015
Il film di...
VS EMPOLI
2-2
Dopo la sconfitta di Sassuolo e il pareggio interno con la Sampdoria, il Napoli non riesce a vincere neanche a Empoli. Squadra ancora senza un’identità di gioco, che fa ancora troppa confusione in campo. Preoccupano i gol subìti e, soprattutto, la perduta efficacia sotto porta. Eppure di fronte c’era l’Empoli, un avversario non proprio imbattibile. Passano solo due minuti e Saponara sfrutta la prima (di questa partita) amnesia difensiva e si presenta solo davanti a Reina. Superare il portiere azzurro è un gioco da ragazzi. Il Napoli sembra accusare il colpo, ma un gran gol di Lorenzo Insigne ristabilisce la parità e sembra ridare slancio agli azzurri. Invece è Pucciarelli a riportare in vantaggio l’Empoli, sfruttando una bella percussione di Saponara che approfitta di avversari più preoccupati di guardare che di intervenire Il Napoli fa possesso palla ma non si rende pericoloso solo in un’occasione ancora con Insigne che però spara sul portiere.
46
NAPOLI
Si va al riposo con il Napoli sotto di un gol e con i tanti napoletani presenti avviliti per quanto visto in campo. Nella ripresa il Napoli appare più determinato e infatti pareggia dopo appena quattro minuti con il primo gol in maglia azzurra di Allan. L’Empoli a questo punto ha tirato i remi in barca preoccupandosi solo di controllare l’avversario. Il predominio territoriale del Napoli è sterile e produce solo tre occasioni gol. La prima con Higuain, che in posizione defilata lascia partire un bel diagonale che sfiora di poco il palo opposto. La seconda con una bella iniziativa di Mertens che centra in area dalla sinistra ma prima Higuain e poi Callejon, non arrivano di un soffio sulla palla a porta vuota. La terza proprio mentre l’arbitro si accingeva a fischiare la fine del match. Tiro di Hamsik da fuori area, il portiere empolese respinge a fatica ma Callejon da buona posizione (ma in fuorigioco) manda sul palo. Finisce la partita con l’ennesima delusione dei supporters azzurri che hanno seguito la loro squadra del cuore in trasferta.
IL TABELLINO: EMPOLI – NAPOLI: 2-2 EMPOLI (4-3-1-2): all. Marco Giampaolo; 28 Skorupski; 3 Zambelli (2 Laurini, dal 79’), 26 Tonelli, 19 Barba, 21 Mario Rui; 17 Zielinski (32 Paredes, dal 77’), 14 Diousse, 11 Croce, 5 Saponara; 20 Pucciarelli, 7 Maccarone (39 Livaja, dal 68’). A disposizione: 1 Pugliesi, 23 Pelagotti, 6 Bittante, 15 Costa, 31 Camporese, 12 Ronaldo, 13 Maiello, 33 Krunic, 22 Piu.
NAPOLI (4-3-1-2): all. Maurizio Sarri; 25 Reina; 11 Maggio, 33 Albiol, 21 Chiriches, 2 Hysaj; 5 Allan, 16 Valdifiori (8 Jorginho, dal 58’), 17 Hamsik; 24 Insigne (7 Callejon, dal 72’), 9 Higuain, 23 Gabbiadini (14 Mertens, dal 75’). A disposizione: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 25 Koulibaly, 4 Henrique, 31 Ghoulam, 94 Chalobah, 19 David Lopez, 77 El Kaddouri, 20 Dezi.
RETI: Saponara (E) al 2’, Insigne (N) al 6’, Pucciarelli (E) al 17’, Allan (N) al 49’. NOTE: Arbitro: Luca BANTI di Livorno – Ammoniti: Allan (N) per gioco falloso, Croce (E) per gioco falloso, Valdifiori (N) per gioco scorretto, Livaja (E) per gioco falloso, Jorginho (N) per gioco falloso, Hysaj (N) per gioco falloso. Espulsi: nessuno. – Minuti recupero: 1 nel primo 6 nel secondo tempo. Spettatori: 13.500 Possesso palla: NAPOLI 59,8% - Sassuolo 40,2%
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Europa League - 1a giornata - 17 settembre 2015
Il film di...
VS NAPOLI
5-0
Prima vittoria del Napoli di Sarri, proprio in occasione della prima volta del tecnico toscano in una competizione europea. Sarri bagna il suo esordio in Europa League con una roboante vittoria per 5-0. La squadra schierata in campo con la novità del 4-3-3, impone da subito il proprio gioco e la propria superiore qualità. Callejon su tiro-cross dalla destar sblocca il risultato già al 5° minuto mettendo la partita in discesa per gli azzurri. Poi si è esalta Mertens, che davanti hai suo connazionali non voleva sfiguare. Doppietta per lui e assist ad Hamsik in occasione del quarto gol azzurro. Callejon, perfettamente imbeccato da Allan ha poi chiuso le marcature.
48
CLUB BRUGGE
Una prestazione convincente, anche se c’è ancora qualche dettaglio da registrare in difesa. Il reparto arretrato da una parte ha trovato giovamento con lo spostamento di Hysaj sulla fascia destra al posto di Maggio, dall’altra ha sofferto la non impeccabile predisposizione alla fase difensiva di Ghoulam. L’attacco, con il 4-3-3, è tornato ad essere il reparto esplosivo invidiato da gran parte dei club europei. In attesa della maggiore continuità realizzativa di Higuain, la partita contro la squadra belga fa ben sperare non solo per il cammino in Europa ma anche in campionato.
IL TABELLINO: NAPOLI – CLUB BRUGGE: 5-0 NAPOLI (4-3-3): all. Maurizio Sarri; 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 25 Koulibaly, 31 Ghoulam; 19 David Lopez, 8 Jorginho, 17 Hamsik (dal 62’ 5 Allan); 7 Callejon, 14 Mertens (dal 75’ 24 Insigne), 9 Higuain (dal 71’ 23 Gabbiadini).
CLUB BRUGGE (4-2-3-1): all. M. Preud’Homme; 38 Bolat; 19 Meunier, 44 Mechele, 4 Duarte, 28 De Bock; 25 Vormer, 3 Simons; 7 Vazquez (dal 68’ De Fauw), 17 Leandro Pereira, 10 Diaby (dal 61’ Claudemir), 63 Bolingoli Mbombo (dal 46’ Izquierdo).
A disposizione: 22 Gabriel, 21 Chiriches, 11 Maggio, 16 Valdifiori. RETI: 5’ J. Callejon, 18’ D. Mertens, 25’ D. Mertens, 53’ M. Hamsik, 77’ J. Callejona. NOTE: Arbitro: Vad – Ungheria – Ammoniti: Simons (CB) per gioco falloso. Espulsi: nessuno. Minuti recupero: 0 nel primo 3 nel secondo tempo. Spettatori: 13.043 Possesso palla: NAPOLI 58,9% - Club Brugge 41,1%
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Serie A 2015/2016 - 4a giornata - 20 settembre 2015
Il film di...
VS NAPOLI
5-0
Dopo la goleada in Europa League contro i belgi del Club Brugge, arriva un’altra manita in campionato. La Lazio perde al san paolo per 5-0, il giusto risultato che testimonia la netta superiorità della squadra di Sarri su quella di Pioli. Dopo una clamorosa occasione fallita da Keita nei primi minuti dell’incontro, si scatena il Napoli e passa al 13’ con Higuain. Il bomber argentino sfrutta un retro passaggio della difesa laziale e da vero centravanti si libera del proprio marcatore e trafigge Marchegiani con un tiro secco e angolato. Il raddoppio arriva al 34 con Allan servito magistralmente da Lorenzo Insigne.
50
LAZIO
Il centrocampista brasiliano, solo davanti al portiere laziale dimostra sangue freddo e tecnica sopraffina e raddoppia per il Napoli. Nella ripresa la lazio era scesa in campo convinta di poter recuperare, ma Higuain dopo un doppio scambio da veri fuoriclasse con Hamsik, salta tre avversari come birilli entra in area e calcia di potenza. Marchegiani si oppone ma nulla può sul tocco vincente a porta vuota di Insigne. Prima Higuain su imbeccata di Hysaj poi Gabbiadini su assist di Allan, mettono il sigillo ad una prestazione sublime degli azzurri.
IL TABELLINO: NAPOLI - LAZIO: 5-0 NAPOLI (4-3-3): all. Maurizio Sarri; 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 25 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik (19 David Lopez, dal 59’); 24 Insigne (77 El Kaddouri, dal 74’); 9 Higuain (23 Gabbiadini, dal 64’), 7 Callejon. Non entrati: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 21 Chiriches, 4 Henrique, 11 Maggio, 94 Chalobah, 16 Valdifiori, 14 Mertens.
LAZIO (4-3-1-2): all. M. Preud’Homme22 Marchetti; 8 Basta, 33 Mauricio, 2 Hoedt, 26 Radu; 16 Parolo, 23 Onazi, 19 Lulic (10 Felipe Anderson, dal 46’); 6 Mauri (21 Milinkovic-Savic, dal 46’); 17 Matri (9 Djordjevic, dal 76’), 14 Keita. Non entrati: 99 Berisha, 55 Guerrieri, 18 Gentiletti, 5 Braafheid, 4 Patric, 29 Konko, 32 Cataldi, 70 Oikonomidis, 88 Kishna. All. Pioli
RETI: Higuain al 13’,Allan al 34’, Insigne al 47’, Higuain al 58’, Gabbiadini al 79’. NOTE: Arbitro: Antonio DAMATO di Barletta. Ammoniti: Lulic (L) per gioco falloso, Mauricio (L) per gioco falloso, Koulibaly (N) al 77’ per gioco falloso. Espulsi: nessuno. Minuti recupero: 0 nel primo 2 nel secondo tempo. Spettatori: 18.766 Possesso palla: NAPOLI 63,9% - Lazio 36,1%
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Serie A 2015/2016 - 5a giornata - 23 settembre 2015
Il film di...
VS CARPI
0-0
Dopo le goleade con Brugge in Europa League e Lazio, il Napoli non va oltre lo 0-0 con il Carpi. Solo un punto a Modena, che muove la classifica e permette di mantenere il vantaggio sulla Juventus, rosicchiare un punticino alla Roma (ora solo due punti più avanti), ma che fa aumentare la forchetta del distacco con Inter, Fiorentina, Sampdoria e sulle due sorprese Chievo e Sassuolo. Una partita giocata senza intensità di squadra, con troppi spunti individuali che sono andati sempre a sbattere contro il muro umano alzato dal Carpi davanti al proprio portiere. Una partita che non ha fatto registrare
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NAPOLI
nessuna azione di rilievo né dall’una né dall’altra parte. Per il Napoli tanto possesso palla sterile. Il pareggio ottenuto sul campo del Carpi, ha in un certo senso vanificato e forse anche ridimensionato la netta vittoria sulla Lazio. Cambiano gli allenatori, ma la storia del Napoli, fin dal 1926, è stata sempre caratterizzata da un fattore. Ogni volta che c’è da fare il salto di qualità e costruire una minima continuità di risultati, il Napoli fallisce l’appuntamento. Carpi che sia un importante bagno d’umiltà. L’ennesimo della storia del Napoli.
IL TABELLINO: CARPI - NAPOLI: 0-0 CARPI (3-5-1-1): 22 Benussi (1 Brkic, dal 28° p.t.); 5 Zaccardo, 21 Romagnoli, 18 Bubnjic; 3 Letizia, 20 Lollo, 4 Cofie, 58 Fedele, 34 Gabriel Silva; 7 Matos (15 Lasagna, dal 43° s.t.); 99 Mbakogu (12 Borriello, dal 23° s.t.). Non entrati: 6 Gagliolo, 2 Wallace, 14 Gino, 10 Lazzari, 8 Bianco, 29 Martinho, 19 Pasciuti, 11 Di Gaudio, 94 Iniguez. All. Castori
NAPOLI (4-3-3): 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 25 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 16 Valdifiori (8 Jorginho, dl 15° s.t.), 17 Hamsik (7 Callejon, dal 39° s.t.); 24 Insigne; 9 Higuain, 14 Mertens (23 Gabbiadini, dal 23° s.t.). Non entrati: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 21 Chiriches, 4 Henrique, 11 Maggio, 94 Chalobah, 19 David Lopez, 77 El Kaddouri. All. Sarri
RETI: Nessuna. NOTE: Arbitro: Gianluca ROCCHI di Firenze – Ammoniti: Valdifiori (N) per gioco falloso, Romagnoli (C) per gioco falloso, Zaccardo (C) per gioco falloso, Mertens (N) per gioco falloso, Koulibaly (N) per gioco falloso, Cofie (C) per gioco falloso. Espulsi: nessuno. – Minuti recupero: 2 nel primo 6 nel secondo tempo. Spettatori: 9.850. Possesso palla: NAPOLI 72,3% - Sassuolo 27,7%
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“LE FOTO DEI TIFOSI”
Il piccolo Ivan, uore ha il Napoli nel c
La tifosissima Emanuela con il nostro direttore Gennaro Mo ntuori
Il piccolo Ciro Palumbo, grande tifoso del Napoli
Napoli nel cuore Licola
Sfottò per il Presidente
Napoli nel cuore Licola
Interno del Bar degli Azzurri a Fuorigrotta
“LE FOTO DEI TIFOSI”
oli-Lazio 5-0
p Dai distinti in Na
Si brinda alla vittoria
iglia Capuano, m fa a L -0 5 o Napoli-Lazi Gennaro & Co.
L’inizio della trasmissione, San Gennaro e il 5-0 sul Brugge - Festa grande al ristorante Dieci pasta e ceci
ito Mario Pesce L’arbitro benemer rentiis con Luigi De Lau
Si festeggia l’onomastico di Andrea e si festeggia anche be ne: Napoli - Lazio 5-0