UltrAzzurro Luglio 2011

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Direttore Editoriale

Gennaro Montuori Direttore Responsabile

Antonio Corrado

EDITORIALE 4

DI GENNARO MONTUORI

Hanno collaborato:

S. Caiazza S. Cantalupo M. Carratelli R. Fiore Idris S. Napolitano R. Sambuca E. Tuccillo

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In redazione:

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PRIMO PIANO TRIDENTE AZZURRO

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IL FIORE ALL’OCCHIELLO

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L’ANGOLO DELL’INSOLENTE

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LA FOTO DEL MESE

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NAPOLI INTER

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JUVENTUS NAPOLI

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IL FILM DELLA FESTA

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SETTORE GIOVANILE

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RITORNA L’INTESA

14 Per la pubblicità su questo mensile rivolgersi in redazione

Tifosi Napoletani MUGNANO (NA) • Via Cesare Pavese, III trav. 2/A tel/fax 081 745 14 33 Gli articolisti forniscono la propria prestazione a titolo spontaneo, gratuito e assumendosi la responsabilità.

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SUL MERCATO CON I SOLITI PROBLEMI

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L’ORO DI NAPOLI

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FORZA PRESIDENTE

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LA BERRETTI

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TESTIMONIANZE

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LE NOZZE DI GENNY E CINZIA

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ONORE A CAVANI

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MOMENTI MAGICI

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C

arissimi lettori ben ritrovati al nostro consueto appuntamento mensile. In questi giorni le insistenti voci legate ad un’eventuale partenza di Hamsik hanno creato malumore nella tifoseria. La partenza dello slovacco oltre a creare una vistosa voragine nell’organico andrebbe a minare la credibilità del progetto Napoli che si fonda sulla valorizzazione dei giovani talenti e sulla loro crescita progressiva all’interno della rosa. La partenza di Hamsik minerebbe la credibilità dell’intero progetto! Dopo aver raggiunto la Champions, il popolo napoletano adesso vorrebbe giocatori adatti a disputarla. Dzemaili, Donadel e Rosati, non possono certo essere gli unici acquisti per un Napoli ambizioso che dovrà cimentarsi contro le migliori squadre del mondo. La telenovela Inler è ormai ai titoli di coda con il centrocampista svizzero che non partità con l’Udinese per il ritiro precampionato e, molto probabilmente, a breve, dira di si a De Laurentiis che, così, potrà regalare a Mazzarri quel centrocampista con muscoli, quantità e qualità che manca all’organico. Salvatore Caiazza ci parlerà della pace tra Mazzarri e De Laurentiis, che ormai sembrava tramontare. Antonio Corrado ci illustrerà le strategie di mercato del presidente De Laurentiis e del ds Bigon. Da questo mese parte una nuova rubrica, “l’angolo dell’insolente” nella quale andremo a sviscerare problematiche, a volta scomode a volta imbarazzanti, legate al calcio Napoli. Rossella Sambuca ci parlerà dello scudetto della formazione Beretti e ci narrerà del faccia a faccia con Ciro Muro, nel quale si parlerà della cavalcata dei suoi Allievi Nazionali azzurri, terminata alle final-eight. L’appuntamento settimanale con Tifosi Napoletani tornerà, invece, in concomitanza con la ripresa del campionato mentre potrete mantenervi in contatto con noi attraverso il nostro sito www.tifosinapoletani.it e con il mensile che da questo numero è affidato alla direzione dell’amico Antonio Corrado, un giornalista senza peli sulla lingua ma che darà spazio a tutte le voci ed a tutte le opinioni senza pregiudizi e senza preclusiona alcuna cosa che spesso e volentieri avviene altrove. Un ringraziamento al Presidente, alla Società ed alla squadra per averci regalato la Champions ma, soprattutto, un grande ringraziamento a tutti i tifosi azzurri che hanno spinto Cannavaro e compagni verso questo prestigioso traguardo che mancava da oltre un ventennio e che rappresentano la linfa vitale per la Società. Un abbraccio a tutti voi e sempre forza Napoli dal profondo del cuore Grazie a tutti per l’affetto che sempre ci dimostrate!



PRIMO PIANO di

MIMMO CARRATELLI

Tridente Azzurro I

tre tenori hanno cantato, eccome! Secondo miglior tridente di sempre del Napoli, secondo terzetto di goleador del campionato. Sono 43 i gol di Cavani (26), Hamsik (11) e Lavezzi (6), preceduti solo dai tre goleador del Napoli 1932-33 (45 reti fra Vojak 22, Sallustro 19 e Ferraris 4) e, in questo campionato, dai tre dell’Udinese (44 gol fra Di Natale 28, capocannoniere del torneo, Sanchez 12, Denis 4). Neanche gli attaccanti dei due scudetti segnarono così tanto, ma è anche vero che nel 1986-87 il torneo era a sedici squadre (30 partite) e quello del 1989-90 a diciotto (34 partite). E, comunque, il bottino del 1987 fu di 23 gol (10 Maradona, 8 Carnevale, 5 Giordano) e quello del 1990 fu di 34 reti (16 Maradona, 10 Careca, 8 Carnevale), mentre la MaGiCa segnò 36 gol nel 1988 (15 Maradona, 13 Careca, 8 Giordano) e la squadra di quegli anni si superò nel torneo 1988-89 (34 partite) con 41 reti del trio Careca (19), Carnevale (13), Maradona (9), appena due centri in meno dei tre tenori di oggi. Arrivò a 39 reti il trio del 1957-58 (Vinicio 21, Di Giacomo 9, Pesaola 9) e a 36 gol gli uomini di punta del 1953-54 (Jeppson 20, Amadei 10, Giancarlo Vitali 6). L’anno prima andarono a segno 35 volte Jeppson (14), Vitali (14), Pesaola (7). Il tridente degli anni Cinquanta fu uno dei più prolifici (130 gol in quattro campionati). L’arrivo di Vinicio in coppia con Jeppson non sortì l’effetto esplosivo che ci si aspettava: 33 gol nel 1955-56 (Vinicio 16, Vitali 9, Jeppson 8). Fra il centravanti brasiliano e quello svedese non scoccò la scintilla di una perfetta intesa. Nel dopo-Maradona, il tridente composto da Fonseca (16), Zola (12), Careca (7) mise a segno 35 gol nel 1992-93. Il Napoli furente di Vinicio con Clerici generoso trascinatore si fermò a 35 gol (Clerici 14, Braglia 12, Massa 9) nel campionato 1974-75. Il tridente con Savoldi nel 1975-76 realizzò 27 reti (Savoldi 14, Massa 9, Braglia 4). Ai tempi di Sivori e Altafini (1965-66) i gol dei tre di punta furono 33 (Altafini 14, Canè 12, Sivori 7). Il tridente azzurro dell’anno scorso (Hamsik 12, Quagliarella 11, Lavezzi 8) firmò 31 reti. Il Napoli ha avuto sempre grandi centravanti che hanno segnato la fortuna del trio d’attacco, specie quando c’erano le ali. Tra i grandi frombolieri azzurri di tutti i tempi al loro miglior risultato, Cavani ha messo in fila non solo Vojak (22 reti), ma anche Vinicio (21 gol nel ’57-’58), Jeppson (20 gol nel ’53-’54), Careca (19 gol nell’88-’89). Il migliore exploit di Maradona è stato di 16 gol nel campionato 89-90, tanti quanti ne hanno segnati Altafini (’66-’67), Savoldi due volte (’76’77 e ’77-’78) e Fonseca (’92-’93). Clerici si fermò a 15 gol (’73-’74), Canè a 12 (’64-’65) emulato da Hamsik (’09-’10). In serie B, memorabili i 22 gol di Schwoch nel ’99-’00 e i 19 di Dionigi (’02-’03). Calaiò fu l’arciere azzurro in serie C con 18 reti. Cavani ha raggiunto il suo record personale di realizzazioni e si è impossessato del record assoluto fra i cannonieri azzurri d’ogni tempo in un campionato. Il Matador in un anno col Napoli ha segnato tante reti quante ne aveva realizzato negli

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ultimi due tornei col Palermo (27). Hamsik con 11 gol è rimasto al di sotto delle 12 reti segnate l’anno scorso (41 gol nei quattro anni col Napoli). Anche Lavezzi è rimasto al di sotto del bottino personale degli anni precedenti in maglia azzurra (8 reti nel primo anno, 7 nel secondo, 8 nel terzo, 6 quest’anno). I tre tenori hanno segnato i due terzi dei gol totali del Napoli (59). Lavezzi si è distinto per avere segnato più in trasferta (5 reti) che in casa (1). Cavani è stato decisivo tre volte mettendo la firma finale nei successi contro la Sampdoria a Genova (2-1), sul Cagliari (2-1) e sulla Lazio (4-3). Due volte decisivo Lavezzi siglando gli 1-0 a Brescia e a Cagliari. Hamsik ha firmato le due vittorie sul Genoa (1-0 all’andata e al ritorno). La classifica dei migliori reparti offensivi del campionato appena concluso, dopo quelli dell’Udinese e del Napoli, vede al terzo posto il Milan (42 gol: Ibrahimovic, Pato e Robinho con 14 reti a testa). Quindi l’Inter (39 gol: Eto’o 21, Pato 11, Cambiasso 7), la Roma (36 reti: Totti 15, Borriello 11, Vucinic 10), la Lazio (28 gol: Hernanes 11, Zarate 9, Floccari 8) e il Palermo (28 reti: Pastore 11, Miccoli 9, Pinilla 8). Infine, la Juventus (26 gol: Matri 9, Quagliarella 9, Del Piero 8). Il tridente azzurro guidato da Mazzarri ha il vantaggio della giovane età (24 anni Cavani e Hamsik, 26 Lavezzi) che fa sperare in un rendimento crescente nelle prossime stagioni. Hamsik e Cavani sono nati l’anno del primo scudetto di Maradona. Soprannominato in Uruguay “el botija”, il ragazzino, per il fisico esile e la faccia da bambino, Cavani ha iniziato a giocare nel Danubio, squadra di Montevideo, a 19 anni. Acquistato dal Palermo nel gennaio 2007. A vent’anni, nel 2008, ha esordito nella nazionale uruguayana, segnando un gol. Ai Mondiali in Sudafrica del 2010 è stato fra i migliori giocatori del torneo. Pallone d’oro uruguayano nel 2007. Il Napoli l’ha acquistato dal Palermo per 18 milioni di euro pagabili in quattro anni. Di recente, il giocatore ha allungato il contratto che lo lega al Napoli fino al 2016. Atleta di Cristo (come Alemao), vive a Lucrino, in una villetta a due piani con il mare di Pozzuoli, il Castello di Baia e Capri di fronte. Dalla moglie Maria Soledad ha avuto un bambino, Bautista, nato nel mese di marzo sotto il cielo di Napoli. Hamsik-sik-sik è l’artefice magico del Napoli. Paolo Cannavaro l’ha definito Marekiaro. Un attaccante con la cresta. Sempre nuova, sempre straordinaria, acconciata da Rino Riccio, il pettine più sprint di Pozzuoli. Banskà Bystrica è la città dove è nato, nel cuore della Slovacchia, tra monti innevati e un fiume che l’attraversa. Mamma Renata gli cucinava la pasta col bryndza, il formaggio di pecora slovacco. Cosmi, al Brescia, fu il primo a dire che gli ricordava “un po’ Nedved”. Bagni ha detto che diventerà più forte di Lampard, l’asso del Chelsea che oggi ha 33 anni. Pierpaolo Marino lo notò in una partita tra il Brescia, retrocesso in B, e l’Albinoleffe. Lo sottrasse all’Inter e lo portò al Napoli. Anno 2007, Hamsik aveva vent’anni. Il Napoli era appena tornato in serie A. Lo pagò 5,5 milioni di euro. Corioni, presidente del Brescia, fu felice di darlo al Napoli e felice di quello che intascò, cinque milioni di euro più di quanto lo aveva pagato prelevandolo dallo Slovan di Bratislava. Col Napoli, Hamsik ha firmato fino al 2015. Il Pocho Lavezzi è l’ultima stella argentina giunta a Napoli, trottolino di talento della provincia di Santa Fè. Lo segnalò per primo Gianni Di Marzio. Pagato sei milioni di euro, è stato uno dei migliori investimenti del Napoli degli ultimi tempi. “Se sta bene fisicamente, sa essere irresistibile”, questa la prima credenziale firmata da Daniel Bertoni. “Inventa il calcio” ha detto di lui Sandro Mazzola. Soffuso di gloria napoletana, il Pocho si è concessi una casa con piscina a Marechiaro, una Ferrari California color celeste e lo yacht di Fabio Cannavaro, un Pershing 72, affilato siluro del mare che dondolava nel porto di Mergellina, abbandonato dal napoletano della Loggetta, campione del mondo a Berlino, trasferitosi in Dubai. Lavezzi segna poco, ma è il re degli assist. Tatuato al massimo. Gaetano Mingione, artistico “incisore” casertano di pelle umana, gli ha “disegnato” un Cristo sul petto dov’è il cuore, il nome del figlio Tomas, l’ormai leggendaria pistola sul fianco destro, il volto di Maradona sul fianco sinistro, ideogrammi cinesi, lo stemma del Rosario Central di cui il Pocho era tifoso in Argentina, ma anche la “N” del Napoli, e un animale stilizzato su una spalla. Lavezzi ha prolungato il contratto col Napoli fino al 2014.

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IL

ALL’OCCHIELLO di

ROBERTO FIORE

Per occupare stabilmente un posto in Europa L’ amarcord - Nel 62’ accettai di dirigere il Napoli che militava in serie B. Presi il comando il lunedì precedente alla trasferta di Monza. Avevo osservato la squadra solo in due trasferte: San Benedetto del Tronto e Novara nelle quali il Napoli aveva puntualmente perso. Stavano precipitando in serie C. Già da Novara chiesi a Lauro telefonicamente di esonerare l’allenatore Baldi e iniziai il mio mandato con Pesaola allenatore, anche lui all’esordio. A Monza arrivò la prima vittoria e ne seguirono delle altre. Lauro era felicissimo ed io approfittai del suo stato d’animo per chiedere di versare il rituale premio ai

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giocatori. Alla mia richiesta, mi definì subito un ingenuo: “Caro Fiore, non hai capito nulla, non hai capito che tutti i giocatori sono dei comunisti, dei rivoluzionari. Finora hanno perso per fregare me e il partito monarchico e allora bisogna multarli e non premiarli. Premiali di tasca tua se vuoi”. E in parte lo feci. Per rabbonirlo impiegai mesi a convincere che in quella squadra militavano giocatori da serie A poco adatti alla B. Sarebbero stati utilissimi nella serie superiore. Quella squadra con me alla guida e allenata da Pesaola, nonostante innumerevoli difficoltà ebbe a sovvertire la classifica e conquistò la serie A. Sulle ali dell’entusiasmo battemmo cinque squa-

dre di serie superiore e conquistammo la Coppa Italia che nessuna squadra di B, tuttora, ha mai conquistato. Il giorno successivo alla promozione, verso le sette del mattino, mi telefonò il Comandante Lauro: “Ti prego, vieni immediatamente da me”. Mi precipitai preoccupato. Nulla, invece, di nuovo era successo. Voleva discutere sul futuro del Napoli. Ebbi appena il tempo di accennare che erano necessari subito due acquisti, Fernando e Zimaniak, rispettivamente attaccante e trequartista, che scattò come un pazzo: “Fiore finora ti ho stimato moltissimo. Oggi vedo in te un uomo incoerente. Hai sempre detto che l’ossatura era da serie A, ora per di-


sputare la A vuoi i rinforzi”. Gli risposi: “Comandante, questo incoerente è tanto coerente che vi ringrazia ed è costretto anche a salutarvi”. Il giorno successivo arrivò come direttore tecnico Eraldo Monzeglio (ex terzino campione del mondo con l’Italia nel ‘34 e nel ‘38) e successivamente soltanto un giocatore in prestito, l’argentino Rosa. Nonostante i miracoli di Pesaola, il Napoli precipitò di nuovo nell’inferno della B. Non credo che De Laurentiis voglia imitare Lauro e correre seri rischi. Ho subito voluto ricordare quanto avvenne con il comandante Lauro che aveva una visione personale del calcio. Purtroppo si può essere un grande nei vari settori dello scibile e, nel contempo, non avere predisposizione per il gioco del calcio. Ho incontrato sovente, durante la mia vita, grandi personaggi che eccellevano nella propria attività anche a livello mondiale, ma quando discutevano di calcio, erano solo delle frane. Il calcio è una materia difficile, opinabile. Sono pochi coloro che hanno la predisposizione a capirlo. Se subito riesci ad inquadrarlo, capirai i pregi e i difetti di questo sport. Se non possiedi questa intuizione, potrai frequentare gli spalti di uno stadio per cinquantanni, rimarrai sempre un ignorante in materia calcistica. Abbiamo un presidente che dopo sei anni di conduzione ha ottenuto risultati alterni. Nei primi tre anni ha permesso l’arrivo di elementi sconosciuti, considerati dai preposti all’acquisto dei veri giocatori. Oggi dispone di collaboratori oculati in grado di esaminare con obbiettività e competenza la reale situazione tecnica del Napoli. Essi sanno che l’attuale inquadratura potrebbe anche migliorare ma potrebbe non bastare se squadre come Roma, Lazio, Juve, come previsto, si rafforzeranno adeguatamente. Necessita quindi, rinforzare e bene la squadra. Il mercato offre, quest’anno, una varietà di scelta notevole. I tre o quattro elementi che servono al Napoli sono pronti, aspettano solo la convocazione. Per disporre di una squadra che non dia sorprese negative, va integrata con elementi di assoluto valore che possono essere acquistati stando il notevole afflusso di milioni di euro che i napoletani, in vario modo, procurano alla società. I napoletani tutti, pur di vedere felici i tifosi concittadini, si moltiplicano per far entrare nelle casse sociali cifre importantissime anno per anno e buona parte di esse, dedotte le spese di gestione, dovrà essere destinata all’acquisto di giocatori. Quest’anno non sarà più possibile applicare il gioco delle “figurelle”: (Io do un Quagliarella a te, tu dai un Cavani a me). I Lavezzi, i Cavani e gli Hamsik sono ormai diventati dei Santi e servono alla corte di San Gennaro. Stavolta si dovrà andare a Palermo e dire: Tu dai Pastore a me ed io do 15-20 a te. Successivamente andare ad Udine e fare lo stesso discorso: Io do 20 milioni a te, tu dai Sanchez a me A questo punto mi fermo per non fare l’elenco degli acquisti da fare. Posso suggerire a Bigon che qualcosa di buono che interessa al Napoli lo potrà trovare a Roma e, forse, anche a Milano. Non ignori, però, il Brasile e l’Argentina. Essi espongono sempre in vetrina ottimi capi. De Laurentiis dia le giuste disposizioni. Dia a Bigon la disponibilità economica per poter operare, poi potrà tranquillamente andare in vacanza a Capri, isola che per le sue bellezze naturali incanta il turista, esalta i visitatori di un giorno, mentre nuoce e trasforma coloro che tentano di permanervi per lungo tempo.

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di Orsi Vincenzo e Figli S.n.c.


L’ANGOLO DELL di

D

ANTONIO CORRADO

a questo numero cominciamo una nuova rubrica che ci accompagnerà tutti i mesi e nella quale andremo a mettere il naso in faccende poco chiare e che presentano aspetti quanto meno discutibili. Le ultime vicende legate al calcio scommesse, che avevano fatto finire nell’occhio degli inquirenti anche la gara della scorsa stagione tra Napoli e Parma, hanno portato la Società azzurra alla ribalta per la presenza a bordo campo del fratello di un boss della camorra. Una notizia supportata, poi, dalle immagini televisive che immortalavano lo scomodo ospite a ridosso del rettangolo di gioco. Gli interrogativi ed i dubbi che nascono da queste circostanze sono numerosi ed impongono serie riflessioni: cosa ci faceva il fratello di un boss della camorra a bordo campo per una partita di campionato laddove risulta difficile arrivare anche per gli addetti ai lavori? Steward ed organizzatori gara con il sig. Cassano in testa sono così bravi a non far entrare il minimo intruso nemmeno negli spogliatoi e poi consentono ad un pregiudicato fratello di un boss di arrivare addirittura a bordo campo? Interrogativi che giriamo

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al Presidente De Laurentiis con l’invito a provvedere affinché simili incresciosi e pericolosi episodi non si registrino più per il bene della Società e della tifoseria. Questo è solo uno dei problemi legati all’organizzazione gare che, per quanto concerne la fase della vendita dei biglietti, fa acqua da tutte le parti. Le partite di maggiore interesse con le maggiori richieste, trasferte incluse, inevitabilmente si trasformano per un calvario per chi intende accaparrarsi un tagliando senza dovere ricorre a sotterfugi o manovre poche legali. Negli occhi di molti sono ancora vive le immagini di quelle file anarchiche dove a farla da padroni erano i soliti noti violenti a discapito dei tanti tifosi perbene che, abbandonati da tutti, erano costretti a subire soprusi ed angherie. Le denunce dei tifosi in quelle occasioni si sono sprecate ma la cosa non è servita da monito e così si è continuato su questa deprecabile gestione della vendita dei biglietti. Rivolgersi alle rivendite autorizzate in occasioni importanti risulta essere un vero terno al lotto con punti vendita che denunciano l’assenza di linea e l’impossibilità a stampare i biglietti


L’INSOLENTE ed altri esercizi abilitati che, invece, chissà per quale magia, operano regolarmente. Molti interrogativi suscita anche il fatto che nelle gare che contano molti biglietti siano in possesso dei bagarini in barba ai dispositivi che il Ministro Maroni ha emanato in tema di vendita dei biglietti per le partite di calcio. Anche l’organizzazione della vendita dei biglietti suscita quindi molti interrogativi: come fanno i bagarini ad entrare in possesso dei biglietti? Perché le file ai botteghini del San Paolo non sono disciplinate ne dalle forze dell’ordine ne dagli steward? Perché la Società non si attrezza per la vendita dei tagliandi in banca o su internet agevolando, così, i tifosi perbene e mettendo fuori gioco i violenti ed i prepotenti? A chi fa comodo che la vendita

dei biglietti avvenga in maniera confusa e indisciplinata? Anche questi interrogativi li spediamo al Presidente De Laurentiis con la speranza che cominci a mettere mano ad un ramo importante della gestione della Società che riguarda l’ambito dell’organizzazione delle gare.

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LA FOTO DEL MESE

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37a Giornata 15/05/2011

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De Marco

De Sanctis Campagnaro Cannavaro Aronica Maggio Gargano Pazienza Dossena (38’ st Vitale) Zuniga 45’ (25’ st Yebda) Hamsik (33’ st Sosa) Lavezzi A disp.: Iezzo, Santacroce, Ruiz, Lucarelli. All.: Mazzarri

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Julio Cesar Maicon Ranocchia (32’ st Samuel) Materazzi Nagatomo Zanetti Thiago Motta Cambiasso (30’ st Mariga) Kharja Milito 15’ Eto’o (15’ st Pazzini) A disp.: Castellazzi, Chivu, Coutinho, Pandev. All.: Leonardo

NOTE: Spettatori: 65mila circa. Angoli: 4-1 per l’Inter. Recuperi: 2’; 2’.

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ORGANISMO O RGANISMO DI DI MEDIAZIONE MEDIAZIONE ED ED ENTE ENTE D DII FORMAZIONE FORMAZIONE ACCREDITATO ACCREDITATO AL M MINISTERO IN IS T E R O D DELLA ELLA GIUSTIZIA G IU S T IZ IA

LE L EN NOSTRE OSTRE SEDI SED I : Nola ((NA), N A ), V ia d ei Mille M ille n 1 ccap. ap. 80035 80035 - Avella Avella ((AV), A V ), V ia Francesco Francesco De De Sanctis Sanctis n. n. 23, 23, cap. cap. 83021 83021 Nola Via dei n.. 441 Via M oiano (BN) (BN) Via Via Roma Roma n. n. 69, 69, cap. cap. 8201082010- Sant’Agata S a n t’A g a ta D oti ((BN) BN) piazza piazza Castello Castello n. n. 3, 3, cap. cap. 82019 82019 Moiano Dèè G Goti Angri ((SA), S A ), V ia G. G. D’Anna D’Anna n.88, n.88, cap. cap. 84012 84012 - Napoli, N a p o li, V ia Nazionale Nazionale n.33, n.33, cap. cap. 80143 80143 Angri Via Via M e r c a to S an S everino ((SA), SA ), V ia Municipio Municipio n. n. 30/4, 30/4, ccap. ap. 884085-Ottaviano 4085-Ottaviano ((NA), N A ), V ia Giuliani Giuliani n.23, n.23, cap. cap. 80044 80044 Mercato San Severino Via Via C a se r ta , V ia S ant’Antonio da da Padova Padova n. n. 3, 3, cap. cap. 81100 81100 -Cagliari -C a g lia r i , V ia C a la m a ttia n ap. 09121 09121 Caserta, Via Sant’Antonio Via Calamattia n.. 88,, ccap. Reggio Calabria, C a la b r ia , V ia S. S. Anna Anna II II Tronco Tronco n. n. 121, 121, cap. cap. 89128 89128 - Milano, M ila n o , V ia le G ian Galeazzo, Galeazzo, n.3, n.3, cap. cap. 20136 20136 Reggio Via Viale Gian R om a, V ia Carlo Carlo Mirabello Mirabello n. n. 11, 11, cap. cap. 00195 00195 - Cassino, C a s s in o , V ia Varrone Varrone n.9, n.9, cap. cap. 03043 03043 Roma, Via Via


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38a Giornata 22/05/2011

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Rizzoli di Bologna

Buffon Salihamidzic Barzagli Bonucci 47’ Chiellini Krasic (30’ st De Ceglie) Marchisio Aquilani Pepe (1’ st Boniperti) Del Piero Toni 84’ (26’ st Matri) A disp.: Storari, Martinez, Sorensen, Giandomenico. All.: Del Neri

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De Sanctis Santacroce Cribari Ruiz 22’ Maggio Gargano Maiello (22’ st Hamsik) Zuniga Sosa (8’ st Lavezzi) Mascara 70’ Lucarelli (41’ st Aronica) A disp.: Gianello, Grava, Cannavaro, Dossena. All.: Mazzarri

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IL FILM DELLA FE

CHAMPIONS LEAG

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ESTA

GUE... ARRIVIAMO

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SETTORE GIOVA

Un sogno che d U

n sogno che diventa realtà. Un futuro più che roseo per la cantera azzurra: la formazione Berretti si è laureata Campione d’Italia, conquistando il titolo per la seconda volta nell’era De Laurentiis, dopo la vittoria nel 2005. Gli azzurrini hanno espugnato il difficile campo dei pari età del Brescia, battuti per 2 a 1, dopo che la gara d’andata in terra partenopea si era conclusa con un pari (1 – 1, ndr). Un successo che rappresenta un motivo d’orgoglio per il club partenopeo, soprattutto per l’ottima gestione delle giovani risorse. Un ambiente sano che sta gettando le premesse

per coltivare in casa le migliori risorse. In tanti sono stati gli artefici di questo trionfo. Innanzitutto i ragazzi, protagonisti nel campo, tra cui D’Andrea e Simeri che hanno messo il sigillo sullo scudetto: D’Andrea, oltre al gol, è stato uno dei migliori in campo, una pedina davvero determinante per il campionato. Simeri, spina nel fianco del Brescia, che con il suo gol consacra lo scudetto azzurro. E per continuare De Vena e Colella convocati nell’Under 20, Donnarumma, jolly di grande valore, e Guerra dilagante sulle fascia sinistra, Gatto straordinario in mediana, per non parlare

di Izzo che è stato in ritiro in prima squadra. Una rosa che ha ottenuto un grande successo grazie anche a chi ci ha gettato le fondamenta, come Santoro, e al tecnico, il “trascinatore” per eccellenza, Felice Mollo, sempre equilibrato e pacato, ma che ha saputo trasmettere la grinta giusta ai suoi ragazzi. Una vera e propria festa per i pochi tifosi presenti a Brescia, che hanno so-

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ANILE

di

ROSSELLA SAMBUCA

diventa realtà stenuto in maniera encomiabile gli azzurrini per la fantastica vittoria dello scudetto. A questo punto resta da rivedere le posizioni contrattuali di alcuni dei “gioielli” della cantera azzurra. Dopo Donnarumma e De Vena, dovrebbe essere il turno di Izzo, Gatto, Guerra e Colella, a completamento di un percorso di questi ragazzi che ci hanno creduto sempre anche alla fine, mettendo da parte il pregiudizio psicologico e lasciando spazio invece agli stimoli. Riportiamo di seguito il tabellino del match Brescia – Napoli: BRESCIA-NAPOLI 1-2 BRESCIA (4-2-3-1): Cragno; Tamini, Baresi, Falasco, Fantoni; Messora, Welbeck Nana; Matteo Tassi Pedrinelli, Ephraim; Defendi. A disp.: Minelli, Belotti, Lorenzo Tassi, Bonometti, Gerevini, Magrassi, Miljevic; All.: Javorcic. NAPOLI (3-4-3): Crispino; Piscopo, Di Donna, Izzo; Eligibile, Gatto, Donnarumma, D’Andrea; Simeri, Romano, Guerra. A disp.: R. Esposito,

Diana, Antonio A. Esposito, Laezza, Pesce, Connola Schettino; All.: Mollo. ARBITRO: Rocca di Vibo Valentia RETI: 20’ pt D’Andrea (N), 41’ pt Nana (B), 30’ st Simeri (N) NOTE: Spettatori 600 circa. Terreno in discrete condizioni.

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RITORNA L’INTESA TRA PES

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SIDENTE E ALLENATORE di

SALVATORE CAIAZZA

T

utto è bene quello che finisce bene. E meno male. La rottura tra De Laurentiis e Mazzarri stava mettendo a rischio la qualificazione in Champions League. Invece l’epilogo del Napoli è stato fantastico per la felicità dei sei milioni di tifosi sparsi per tutto il mondo. I “capricci” del tecnico di San Vincenzo erano iniziati a sette otto turni al termine della stagione. Praticamente quando la squadra azzurra era addirittura in corsa per lo scudetto. Tante le voci che si diffusero allora e l’allenatore, invece di smentire e rinviare il tutto al termine della stagione, si ostinava a dire che la sua permanenza non era più sicura e che avrebbe atteso il 22 maggio per incontrare il presidente e decidere il suo futuro. Naturalmente tutto questo non fu preso bene dal produttore cinematografico e da gran parte della piazza. Da Torino arrivavano notizie che Mazzarri si fosse già accordato con la Juventus. Marotta, visto il fallimento di Del Neri, l’avrebbe contattato prima e incontrato poi a Viareggio. Intanto il Napoli in campionato non correva più come un treno. Tre sconfitte in quattro partite fecero traballare la terza posizione e si temeva che l’Udinese o la Lazio ne potessero approfittare. Sistematicamente Mazzarri veniva provocato sull’argomento futuro ma la risposta era sempre la stessa: «A fine campionato saprete». Nella penultima giornata di campionato serviva un punto con l’Inter per festeggiare. Quel pari arrivò e al fischio finale si potè finalmente brindare alla Champions. Ci si aspettava un abbraccio tra Aurelio e Walter ma non ci fu. A quel punto il matrimonio era finito. De Laurentiis aveva già deciso di mandarlo via contattando Gasperini, oggi allenatore dell’Inter. Era tutto fatto all’indomani della gara finale con la Juventus. Pronti l’esonero per Mazzarri e il contratto per Gasperini. In un lunedì convulso, però, nel tardo pomeriggio vennero cambiate le carte in tavola. De Laurentiis, negli uffici della Filmauro, incontrò Bigon e il suo allenatore e tutti insieme trovarono incredibilmente un accordo. L’ufficialità con uno striminzito comunicato stampa sul sito del club. Il rapporto, dunque, fu ricucito ma da allora Mazzarri non ha più parlato davanti ai microfoni e ai taccuini. Una mini intervista sul portale del Napoli e nulla più. Adesso si aspetta l’inizio del ritiro e una nuova stagione da protagonisti. In campionato ma soprattutto in Champions. Speriamo bene.

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SUL MERCATO CON I

l mercato si avvia ad entrare nella sua fase più calda anche se la Coppa America, inevitabilmente, di fatto congelerà le trattative con i nazionali sudamericani impegnati nella loro massima competizione continentale. Un mercato dove circola poca liquidità e che vive, principalmente, di scambi ed intrecci. Le voci di mercato che vedono protagonista il Napoli si rincorrono tra smentite, ritorni di fiamma e rotture insanabili. Vidal prima e Criscito poi hanno dimostrato che il la Società partenopea, per essere competitiva con i grandi club europei nell’ingaggio dei cosiddetti top player, deve necessariamente modificare la propria politica. Una politica che dopo avere fatto sfumare Criscito per problemi legati a tetto ingaggi e diritti di immagine, ha di fatto congelato la trattativa per Vidal, a dire il vero mai personalmente contattato da emissari del Napoli. La stessa filosofia da sei mesi tiene sospesa ad un filo la trattativa per Inler anche se questa lunga telenovela

sembra essere arrivata ai titoli di coda con l’avvento in azzurro del Nazionale elvetico. Inler non sembra mai essere stato così vicino al Napoli così come nel momento in cui andiamo in stampa. Solo pochi dettagli dividono il club azzurro dal giocatore che a fine giugno si è regalato qualche giorno di vacanza ad Acciaroli. Sul fronte degli affari già conclusi, gli arrivi di Donadel e Dzemaili hanno rafforzato un convincimento: quando si tratta di arrivare a giocatori di seconda e terza fascia, il Napoli risulta appetibile ma quando si mira più su l’appeal che, i grandi calciatori mostrano per la destinazione partenopea, cala vertiginosamente. Aver perso Pazienza a parametro zero è stato di sicuro un grave errore anche perché, in tutta onestà, non mi pare che con Donadel il Napoli ci abbia guadagnato, anzi, avere fatto andare via un giocatore integrato nel gruppo, duttile, prezioso ed a conoscenza delle idee del tecnico per un paio di centinaia di migliaia di euro, per prendere un calciatore che dovrà inevitabilmente avere

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I SOLITI PROBLEMI di

ANTONIO CORRADO

acerbo ed Aronica non all’altezza, sono le esigenze primarie. Dovesse partire Hamsik, cercato da Manchester City, Milan ed Inter, si avrebbe un altro buco da riempire non con un gregario ma con un talento giovane all’altezza dello slovacco. Servirà, poi, trovare valide alternative a Campagnaro e Cannavaro in difesa ed ai tre “tenori” in avanti. Alternative che possano consentire al Napoli di far tirare il fiato ai “titolarissimi” senza correre il rischio di pagare pesantemente le loro assenze anche perché, non dimentichiamocelo, gli azzurri nella prossima stagione saranno impegnati in Champions League, in Campionato ed in Coppa Italia. La palla adesso passa al Presidente. Mancano due mesi alla chiusura del mercato e confidiamo nello spirito ambizioso di De Laurentiis per vedere un Napoli adeguatamente rinforzato per onorare al meglio il ritorno nell’Europa dei grandi a distanza di oltre un ventennio dai fasti dell’era Maradoniana.

del tempo per integrarsi e per conoscere compagni, allenatore e piazza mi sembra tutt’altro che un’operazione brillante. Lo stesso Dzemaili, pur se un discreto giocatore, non può considerarsi un uomo capace di consentire al Napoli quel salto di qualità che inevitabilmente dovrà fare la squadra per ben figurare in champions e per cercare di confermarsi tra le nobili del campionato. Tanto per intenderci un Donadel o un Dzemail non valgono di più di un Pazienza o di un Gargano, ma vanno a migliorare ed infoltire una rosa striminzita. Non sono giocatori di primo livello così come non lo è Fernandez, giovane difensore argentino che difficilmente credo che troverà spazio in questa squadra. Persi Pazienza e Santacroce, sfumati Criscito e probabilmente Vidal, adesso per il Napoli l’imperativo è centrare quei tre acquisti di grande valore che dovranno consentire alla squadra di fare il tanto agognato salto di qualità: due centrocampisti, uno se arriva Inler, ed un difensore sinistro, laddove Ruiz appare ancora

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L’ORO DI NAPO

I PICCOLI DI NAPO Q

uando il Giudice pronunziò il provvedimento a favore dei componenti il cda della Fondazione Banco Napoli per l’infanzia il mio cuore fu pieno di gioia. E quando mi chiesero grati: “Cosa possiamo fare per l’avv.Tuccillo” risposi subito: “Finanziatemi due aerei, uno da Telaviv e un altro dalla Giordania per portare a Napoli una rappresentanza dei bambini ebrei e palestinesi che si sono chiesti perdono reciproco ed ora chiedono al mondo la pace! Accaddero miracoli, uno dopo l’altro! Con l’aiuto di Papa Giovanni Paolo II, del mio amico addetto militare israeliano a Roma, di Mustafà dei servizi palestinesi arrivarono i bambini che erano proprio i fratelli di quelli che si erano fatti “scoppiare” insieme ai fratelli di quelli dilaniati per quegli scoppi, accompagnati dai familiari e uniti in una associazione chiamata “Parents Circle family forum”! Li ricevemmo nell’aula magna della Federico II alla presenza del sindaco e del rettore insieme a bambini napoletani ed extracomunitari. Fu da tutti sottoscritto un documento prezioso che confermava Napoli città della pace! Poi andammo al Virgiliano. Nella balconata rotonda che affaccia su Nisida formammo tre cerchi concentrici mentre la fanfara dei Carabinieri suonava il silenzio per tutti i caduti del mondo...! Il giorno dopo ci recammo tutti alla Nato accanto alle cui gradinate in un monumento preparato col cemento fresco i bambini impressero i loro palmi. Accanto a ciascuno di essi su una piccola bandiera è scritto “ Pace” in tutte le lingue. La mattina seguente ci recammo in S. Pietro. Il Papa si era personalmente informato di tutti i nostri movimenti, talvolta anche intervenendo per aiutarci ad eliminare ostacoli improvvisi. Finalmente eravamo lì con Lui nella piazza costruita sul sangue dei Martiri! Dalla finestra ci ringraziò dinanzi al mondo e citò Napoli, da Lui sempre amata! Chiesi ad una delle bambine se era felice... Mi gelò ricordandomi che il giorno dopo sarebbero ritornati “nell’inferno”!... Come aveva ragione, povera, innocente creatura! Loro certo ancora più sofferenti ma anche i nostri bambini napoletani. Mi ero illuso che da quel momento i venti miliardi di vecchie lire percepite dalla fondazione per la locazione proprio di quegli edifici della Nato sarebbero state impiegate a favore dei nostri piccoli napoletani. Dissi anche in televisione che a Napoli nessun bambino aveva per questa antica donazione diritto ad essere povero! Ho scoperto ora invece che la fondazione è stata nuovamente commissariata! E non se ne sa più nulla sul relativo sito! Ma come il dono fatto da quegli Uomini generosi ai bambini di Napoli non soddisfa i bisogni dei nostri piccoli? Io chiedo agli Scugnizzi di Napoli di ribellarsi! Chiedo a tutti gli Uomini col sangue nelle vene di attivarsi secondo le loro professioni e capacità per fare luce piena su questa storia che ha sapore d’infamia! Chiedo a Totò, a Eduardo, a Sergio, a Renato e a tutti gli artisti di Napoli dovunque essi si trovano di invocare “Giustizia Amore Pace”!

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OLI

OLI

di

ENRICO TUCCILLO

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FORZA PRESI

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IDENTE

di

STEFANO NAPOLITANO

I

l Napoli ha archiviato la sua quarta stagione di serie A con un ottimo piazzamento. Ha centrato il terzo posto che, di fatto, gli consentirà di partecipare alla Champions League. È indubbio che, da quando De Laurentis ha rilevato il Napoli, il rendimento della compagine azzurra è stato tutto un crescendo. Il Napoli è finalmente tornato stabilmente nella parte alta della classifica, quella che gli compete e che i tifosi meritano. Quella conclusasi poi, è stata una stagione ricca di soddisfazioni e record. Dal numero di vittorie esterne a quello dei punti conquistati, dai ventisei gol di Cavani all’imbattibilità interna del portierone De Sanctis. Certo, un pizzico di rammarico, resta. Forse, con un paio di acquisti nella sessione di mercato invernale, avremmo potuto contendere lo scudetto al Milan fino all’ultima giornata. Del resto, gli stessi rossoneri, provvedettero a rinforzare l’organico con gli arrivi di Van Bommel e Cassano che, a ben vedere, risultarono poi decisivi nella corsa al tricolore. Ma, ormai, è acqua passata. L’imperativo è guardare avanti facendo tesoro degli errori del passato. La Società, attraverso il sapiente e capace lavoro di Bigon, sembra essersi tuffata con decisione sul mercato, alla ricerca di quegli uomini capaci di colmare il gap con le due milanesi. Il primo e decisivo passo è stato senza ombra di dubbio la conferma di mister Mazzarri che, al di là dei risultati ottenuti, rappresenta la continuità. Il Napoli riparte quindi dal suo allenatore e dai migliori elementi in organico. E questo sarà un vantaggio non da poco rispetto alle altre grandi per antonomasia. La Roma, grande delusione della scorsa stagione, riparte praticamente da zero: Società con nuovi padroni, nuovo allenatore, spogliatoio in eterno conflitto e un organico, ormai, avanti con gli anni. La Juventus, deprimente per rendimento e piazzamento finale, ha provveduto a lincenziare Del Neri sostituendolo con Conte. Anche i bianconeri avranno l’esigenza di porre rimedio allo scorso scellerato mercato. Tanti, troppi giocatori sopravvalutati che non hanno reso secondo le aspettative. Certamente, magari, faranno meglio della scorsa stagione – anche perché peggio sarebbe difficile – ma lottare per le primissime posizione, dopo tanti cambiamenti, sarà impresa ardua. La sorprendente Udinese difficilmente ripeterà lo scorso campionato. I friulani, malgrado le smentite di rito, perderanno qualche pezzo pregiato. Anche se i Pozzo, come al solito, pescheranno sostituti di valore. La Lazio, darà come al solito filo da torcere, ma Reja, anche quest’anno, ha dimostrato palesi limiti a lottare per il vertice: troppo difensivista. Se il Presidente aprirà finalmente la borsa e con la valida consulenza di Bigon, rafforzerà l’organico, il Napoli potrebbe veramente candidarsi alla vittoria finale. L’avversario da battere resterà il Milan. I rossoneri, a differenza dei cugini nerazzurri, hanno un organico più giovane, ma potrebbero concentrare tutti i loro sforzi e le loro energie, sulla Champions League. Il Napoli, invece, il suo organico, l’ha costruito con sapienza negli ultimi due anni. Ora si tratta di completarlo per qualità e quantità. L’esiguo numero dei giocatori di affidamento, lo scorso anno è stato un handicap non da poco. Troppe volte l’assenza di uno o più titolari ha finito per incidere in maniera determinante sul risultato finale. Inoltre, spesso e volentieri, il centrocampo è finito sotto accusa. Chi sa di calcio, sa benissimo che le gare si decidono appunto nella zona nevralgica del campo. Gargano, Pazienza e lo stesso Yebda, hanno fatto benissimo considerati i loro limiti in fase di impostazione. Ma è ora giunto il momento di migliorare drasticamente il reparto. In quella zona del campo il Napoli necessità di qualità oltre che di quantità. Se il Napoli si assicurerà le prestazioni di elementi rispondenti a queste caratteristiche, allora sì che ci sarà da divertirsi! Ora la palla è passata nelle mani del Presidente che, spesso e volentieri, fa sfoggio di presunzione e saccenza, speriamo che queste cose lo portino ad allestire una squadra capace di lottare per il titolo fino all’ultima giornata, perché l’intera tifoseria napoletana lo merita per davvero!

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LA BERRETTI di

ROSSELLA SAMBUCA

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S

embra davvero non finire mai l’anno d’oro delle giovanili del Napoli: la straripante annata della Berretti, protagonista in tutte le competizioni e vincitrice del tricolore, il superlativo campionato dei Giovanissimi Nazionali, arrivati in finale per il titolo italiano contro la Fiorentina e gli Allievi Nazionali guidati da Ciro Muro che, sfortunatamente, non hanno superato la final eight nel girone con Milan, Roma e Sampdoria. Una compagine davvero fantastica quella degli Allievi che, ad inizio stagione, ha intrapreso il proprio cammino scudetto per poi arrivare, partita dopo partita, sfida dopo sfida, ai tanto e attesi play off. Il pareggio contro il Milan (1-1 il risultato, ndr), la sconfitta contro la Roma (0-4) e la vittoria con la Sampdoria che però non ha consentito agli azzurri di qualificarsi per la finale scudetto. Gli Allievi così chiudono positivamente l’avventura alle final eight, tra grandi applausi ai ragazzi e al mister Muro per la stagione disputata. “La consapevolezza di aver giocato una grande stagione ci dà serenità, abbiamo lottato alla pari con tutti e dispiace dover uscire così. Soprattutto per i ragazzi, che avrebbero meritato qualcosa di più”. Queste le parole di Ciro Muro, un tecnico dalle grandi doti e dai grandi valori, che ha plasmato un gruppo con gran carisma e carattere. “Siamo partiti con trenta ragazzi, abbiamo vinto un campionato eccellente con 18 punti sulla seconda. Nei play off abbiamo eliminato squadre come il Lecce e il Siena, poi nelle final eight abbiamo incontrato Milan, Roma e Sampdoria, una compagine più brava dell’altra. Meritavamo di vincere la prima gara con il Milan, abbiamo chiuso gli avversari nella propria metà campo, ma non siamo riusciti a concretizzare. Con la Roma, invece, abbiamo perso 4-0, una sconfitta meritata per il gioco dimostrato. Eravamo stanchi e siamo scesi in campo senza la grinta giusta. Un po’ come è successo al torneo Gradisca d’Isonzo, dove abbiamo disputato un’ottima prima gara mentre la seconda siamo scesi giù di tono. Manca ancora la continuità, questo l’unico neo della squadra. E per finire la vittoria con la Samp: i ragazzi ci hanno messo impegno ed orgoglio, nonostante la poca valenza del risultato finale. Potevamo vincere e disputare la finale contro l’Empoli e per questo c’è molto rammarico. Ma sono soddisfatto perché in due anni abbiamo lavorato bene e abbiamo raggiunto ottimi risultati. Si torna a casa con la consapevolezza di avere tra le mani giovani interessanti e con notevoli margini di miglioramento”.

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TESTIMONIANZE di

SISSY CANTALUPO

“Palummella” ritorna a volare

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dieci anni dall’abbandono dello scettro di capo tifoso della storica curva B, vincitrice del trofeo “Fair- play” e del trofeo “la Curva più bella d’Italia”, il nome di Gennaro Montuori, alias “Palummella,”continua a fare da copertina e a scrivere pagine di memoria nella storia del tifo napoletano. Condotto dalla sua più grande passione chiamata Napoli, “Palummella”, alfiere carismatico del tifo sano e pulito, ed emblema della lotta contro ogni forma di violenza fuori e dentro lo stadio, ha affiancato la squadra Partenopea per 29 anni, fino a diventarne il 12° uomo. Col cuore in fiamme e urlando a squarciagola fino a rimetterci le corde vocali, saltellava da un campo all’altro incondizionatamente, in Italia come all’ estero, dando vita al mito“Palummella”che a macchia d’ olio si diffuse tra gli appassionati di calcio di tutto il mondo. Nella notte del 1° giugno, in un incantevole atmosfera di felicità e commozione, tra cori, coreografie e striscioni, è stata inaugurata la nuova sede del Club Napoli - Respiro Azzurro di Santa Maria a Vico (Ce), dedicata a “Gennaro Montuori (Palummella)” , il più grande tifoso di tutti i tempi dall’umile volto e dal sorriso gentile. Alla presenza del Consiglio Direttivo del Club (formato dal Presidente Antonio Manna, dal Vice Presidente Giuseppe Affinita, dal segretario Antonio Pesce, dal tesoriere Alessandro Piscitelli, dall’addetto alle relazioni pubbliche Felice Medici e dal consigliere Massimiliano Morgillo), del responsabile delle sedi “Respiro Azzurro” presenti al nord Salvatore Nicolò, del Presidente del gruppo “Sangue Azzurro” Michele Cantalupo, degli storici del Commando Ultrà Giuseppe D’Andrea, Antonio Cicia e Isaia Della Regione, degli amici di sempre gli ex

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calciatori del Napoli Sandro Abbondanza, Massimo Filardi, Giuseppe Volpecina, Antonio Capone e il “baronetto” Gianni Improta, dell’ex dirigente azzurro Gigi Pavarese, dell’Avv. Enrico Tuccillo, e di oltre 500 tifosi, si salda e splende per sempre di azzurro il nome di Gennaro Montuori. Il Club “Gennaro Montuori” è indiscutibilmente il più grande e accogliente della Campania. Esteso su 300 metri dettagliatamente curati, a regnare sovrano è l’azzurro del Napoli, contrapposto dal barbaglio delle immagini affisse alle pareti, dalle quali promana l’incommensurabile gioia dei calciatori e dei tifosi per i trofei negli anni conseguiti. Nella notte colorata di azzurro, ad attendere il celeberrimo uomo della curva B, la cui creatività e intelligenza lo consacrano a professore del tifo, per essere stato autore di striscioni e imponenti coreografie rimaste indelebili nella memoria di tutti gli sportivi, gli oltre 500 tifosi, che entusiasti per il giusto riconoscimento hanno esultato a gran voce, elogiando fino a tarda notte il loro idolo e rendendo indimenticabile una serata all’insegna dell’amore e della passione per il Napoli calcio. Soddisfatto il Presidente Antonio Manna ha dichiarato: «Dedicare il nostro Club a Gennaro Montuori è un emozione indescrivibile, perché “Palummella” è l’emblema non soltanto del tifo napoletano, ma mondiale. Parole queste testimoniate dai numerosissimi premi, riconoscimenti e attestati di stima e affetto che ancora oggi riceve, per il modo in cui ha saputo interpretare la vera essenza del tifo (tifo sano e non violenza sono i principi cardini della passione azzurra) e per le emozioni che ha saputo regalarci e che tanto ci mancano. Il mio augurio e la mia speranza è che presto le emozioni del passato possano rivivere nella curva B dello stadio San Paolo».


Il cuore dei tifosi napoletani A Gennaro Montuori "Palummella"

Bella gente sentite spesso il nome di Palummella. Tutto si dimentica, tutto cambia, ma il tifoso napoletano non cambia mai. Anche quando certe volte il Napoli gioca male Palummella non ci fa scoraggiare, la grinta non c'è la fà mancare. Palummella ha valori che oggi pochi uomini hanno: amore e onestà. Per questa ricchezza che lui ha noi tifosi napoletani di Santa Maria a Vico abbiamo inaugurato il club a lui dedicato (Respiro Azzurro Gennaro Montuori "Palummella") E tu Palummella per noi ERI, SEI e SARAI il capo degli ultras Uno come te non si può scordar. MARIA AFFINITA

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LE NOZZE DI GE AL GRAND HOTE In certi Paesi Africani i festeggiamenti nuziali durano per giorni. In Europa nell’arco di una giornata. Ho visto in Tv il matrimonio del secolo tra il Principe William e Kate, certo molto glamour per il rango sociale che occupano. Ora vi racconto il matrimonio all’italiana (pardon alla napoletana) alla quale ho avuto l’onore e il piacere di assistere, degno delle grandi famiglie aristocratiche borboniche, il matrimonio tra Gennaro Simonetti e la figlia di Gennaro Montuori, Cinzia Montuori è stato un film cominciato alle 11.30 nella bella Chiesa del quartiere della Sanità di Napoli, parrocchia da cui ha origine la famiglia Montuori. Trecenti invitati che arrivano alla chetichella. Dopo una lunga attesa sotto il cielo cuocente, finalmente approda la sposa accompagnata dal suo elegante papà con un vestito firmato Pignatelli, visibilmente commosso, dentro una porsche blu fiammante. È bellissima nel suo vestito bianco con un velo da fiaba griffato Colonna. Il marito, raggiante, assistito dal padre e dalla madre ad attendere pazientemente davanti alla Chiesa. Sinceramente anche a detta di tutti una “gran bella coppia”. Pensate quando ho chiesto alla sposa che ne pensava del proprio marito mi ha risposto “è solamente spettacolare”. Dopo il fatidico Sì ci dirigiamo verso il luogo della festa a 40 minuti da Napoli. La Sonrisa “Tempio a 5 stelle” una location da favola molto kitch con ampi saloni che non hanno niente da invidiare ai nobili saloni viennesi. All’ingresso una moquette rossa lunga tutto il percorso con una parata di camerieri in ghingheri e un suolo di fotografi e cine-operatori. Foto personalizzate con gli ospiti davanti alla piscina olimpionica, voli di colombe bianche in segno di pace. È il momento del pranzo nuziale, io direi della cena nuziale perché comincia verso le ore 17.30. Udite udite sul menù ci sono 18 portate, dal pesce alla carne, passando per il prosciutto di San Daniele dall’immancabile mozzarelle doc ai frutti tropicali, il tutto accompagnato da vini pregiati, uno spettacolo! Cioè la marcia dei camerieri, la cura del servizio, un meccanismo

De Felice

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ENNY e CINZIA EL “LA SONRISA” sicuramente consolidato! È veramente bello da vedere, permettetemi di parlarvi della parte ludica, una sfilza di personaggi, cantanti (ndr) con rispettivi gruppi. Ecco a voi l’elenco: Natale Galletta, Luca Sepe, Peppe Iodice, Carmelo Zappulla, Rosario Miraggio, Franco Ricciardi, Davide Marotta, Monica Sarnelli, Valentina Stella, Fratelli Artesi, Savio Artesi, gli ex azzurri: Antonio Capone, Guido Postiglione, Massimo Filardi, Sandro Abbondanza, Gianni Improta, Maurizio Caccavale, Pasquale Visconti, il mitico presidente Fiore, il dg Luigi Pavarese e il dottor Dino Celentano. E naturalmente il sottoscritto, l’avvocato Enrico Tuccillo, Mariachiara Vigoriti. I mitici capitofosi del Ultras della Curva B: Antonio Cicia, Antonio Papa, Isaia Della Ragione, Ciro Campanella, Gaetano Tomarchio e i capitifosi dei Distinti Ciro Marchitelli, presidente A.C.A.N. e Michele Cantalupo, presidente Club Sangue Azzurro. Lasciatemi dire che i genitori di Genny erano di una eleganza inaudita, la mamma sembrava la regina madre, il padre bello quanto il figlio, aveva una tensione meticolosa per i suoi ospiti. La lunghissima serata si chiude alle 4.30 con l’ultimo cantante. Gli stoici invitati rimasti hanno reso omaggio a Anna, mamma di Cinzia davanti ad una sua immagine in gigantografia con un fuoco d’artificio che in qualche modo voleva ricordare che la sua anima veliava sulla festa nonostante la sua scomparsa avvenuta due anni fa e non poteva mancare l’ultima nota a Gennaro Montuori alias Palummella con i suoi figli Michele, Carmine, Diego e tutti i suoi parenti per aver organizzato un matrimonio da mille e una notte. Palummella! Sei stato all’altezza della tua fama. Viva gli sposi! Figli Maschi o Femmine!

Idris

fotografi

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ONORE A CAVANI BO

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MBER DELLA STORIA

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MOMENTI MAGICI DENT

Il Sangue Azzurro da Boston a Napoli

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Napoli, Stazione Centrale 1978 Improta e Capone in partenza per la trasferta a Milano posano con Gennaro e alcuni tifosi


TRO E FUORI LO STADIO

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Tanti Montuori nel cuore del Battito Azzurro 57



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RECORD DI ASCOLTI - PRIMI IN ITALIA

ci seguono sul digitale in Lombardia (canale 614), Veneto (canale 642), Lazio (canale 189) Campania (canale 18) e prossimamente anche in Emilia Romagna • Sullo sky (canale 868) e sull’analogico in Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise, Lucania, Marche, Basilicata e Umbria

Ringrazio tutti i miei opinionisti e partecipanti per aver reso grande il programma 2010/2011


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BRUNO GIORDANO

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ANTONIO CAPONE

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GUIDO POSTIGLIONE

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GIUSEPPE VOLPECINA

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GIUSEPPE SAVOLDI

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SANDRO ABBONDANZA

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MASSIMO FILARDI

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ROBERTO FIORE

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GIANNI IMPROTA





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