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Editorial
Danger averted
Scampato pericolo, anzi…
In the end, the ceramic tile industry survived the onslaught of the Covid-19 pandemic. 2020 will be remembered as the year that could have been a disaster but ultimately wasn’t, at least not for everyone. It wasn’t disastrous for the Italian ceramic companies based in the Sassuolo area, which managed to limit the damage to a fall in total sales of just 16 million square metres (-4%) while keeping their export levels more or less stable (-2%). They also shifted 60 million square metres of warehouse stock, equivalent to almost the entire loss in production (which plunged by 18% from 400 to 330 million square metres). 2020 was even less of a disaster for the Spanish ceramic companies located in the Castellón district, which succeeded in maintaining their total turnover at 2019 levels – or even increasing it by one or two percentage points – thanks to a 4.4% increase in exports. The Spanish producers performed remarkably well in a number of foreign markets in the first eleven months of the year, with sales up 16% in the USA, 25% in Germany, 42% in the UAE and almost 70% in Saudi Arabia. The Spanish producers likewise relied heavily on warehouse stock but less so than their Italian counterparts, given that domestic production fell by just 4.3%, about 20 million square metres less than the 510 million square metres produced in 2019. And judging from the way they have begun 2021, the Castellón-based companies seem intent on staging a rapid recovery in terms of output. According to the Industrial Production Index published by Spain’s National Statistics Institute INE, tile production increased by 25% in January 2021 compared to the same month in 2020, the biggest year-on-year increase since 2017. The rapid pace of production in the Spanish factories is also confirmed by the Castellón-based machinery suppliers. After closing 2020 with a fall in turnover of just 5% (390 million euros, 64% of which was generated in the domestic market), they see “excellent prospects for 2021, supported above all by the substantial investments being made by the largest ceramic groups in Castellón”. Examples include Grupo Halcón (see interview on page 54) and the ceramic tile giant Pamesa, which in April is planning to install five new lines in its various factories to increase production capacity based on its exceptional 2020 results (sales revenue up 20% to 780 million euros) followed by 32% sales growth in the first two months of 2021 compared to the same period in 2020. 5 Alla fine, la piastrella ha retto anche l’urto del Covid-19. Il 2020 sarà ricordato come l’anno che avrebbe potuto essere disastroso, ma che, a consuntivo, non lo è stato, almeno non per tutti. Non lo è stato per le aziende ceramiche del distretto di Sassuolo, che sono riuscite a limitare i danni con una perdita di vendite totali di soli 16 milioni di metri quadrati, il 4% in meno, ma tenendo sull’export (-2%); oltre ad avere smaltito 60 milioni di metri quadrati di magazzino, ossia quasi l’intera perdita produttiva - quella sì, crollata del 18% da 400 a 330 milioni mq, in pratica due mesi di produzione. Non lo è stato a maggior ragione per le aziende ceramiche del distretto di Castellón, che sono riuscite a mantenere il fatturato totale sui livelli del 2019 - se non addirittura ad aumentarlo di uno o due punti percentuali -, grazie al +4,4% messo a segno all’esportazione. Impressionante la corsa della Spagna su alcuni mercati esteri nei primi undici mesi dell’anno, con gli USA a +16%, la Germania a +25%, gli EAU a +42% e l’Arabia Saudita che sfiorava il +70%. Anche in Spagna si è attinto parecchio dai magazzini, ma meno che in Italia, dato che la produzione nazionale si è ridotta di appena il 4,3%, una ventina di milioni mq in meno rispetto ai 510 milioni prodotti nel 2019. E per come è iniziato il 2021, gli industriali di Castellón sembrano intenzionati a recuperare rapidamente anche sul fronte produttivo: secondo l’Indice di produzione industriale pubblicato dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), in gennaio ci sarebbe stato un aumento della produzione di piastrelle del 25% rispetto a gennaio 2020, l’incremento più alto dal 2017. A confermare un ritmo decisamente elevato sulle linee produttive delle fabbriche spagnole sono gli stessi fornitori di macchinari del distretto (associati ad Asebec) che, non solo hanno chiuso il 2020 con un calo di fatturato di appena il 5% (390 milioni di euro, di cui il 64% sul mercato domestico), ma anticipano “previsioni eccellenti per il 2021, suffragate soprattutto dai grandi investimenti in corso presso i maggiori gruppi ceramici di Castellón”. Tra questi, Grupo Halcón (vedi intervista a pag. 54), ma anche il gigante Pamesa, che in aprile installerà cinque nuove linee nei suoi vari stabilimenti per aumentare la capacità produttiva, forte dei risultati eccezionali segnati nel 2020: fatturato a +20% a 780 milioni di euro, a cui è seguito il primo bimestre 2021 con vendite cresciute del 32% rispetto allo stesso periodo 2020. 5