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dalla copertina
IL PERSONAGGIO
Imponente scultura in bronzo di Ivo Soldini sul lungolago di Muralto
Prendere la luce © foto Cosimo Filippini Il Comune di Muralto, al confine con Locarno si arricchisce di una nuova importante opera d’arte. Per mecenatesca iniziativa della Fondazione Ubaldo e Maria Scazziga (costituita nel 2013 per volontà di Biancarosa e Cleofe Scazziga per onorare i genitori) è stata posata una scultura in bronzo di Ivo Soldini di grandi dimensioni. Misura 4.50 m. in larghezza, 4 in profondità e 3.50 in altezza per un peso all’incirca di 3 tonnellate. È stata ideata per questo preciso spazio ed è stata realizzata nell’ultimo anno. Già nel nome, “Prendere la luce”, è racchiusa la vocazione di quest’opera d’arte, che strutturalmente s’indirizza, si protende verso il lago. Verso la superficie ora calma, ora leggermente ondulata, ed in particolare verso la luminosità che nasce dal lago, dichiaratamente per assorbire i riflessi di luce del Verbano da quella postazione particolarmente pregiata del lungolago muraltese. E verso la prospettiva del lago racchiuso tra colline e montagne la scultura proietta tanto il suo volume massiccio, però temperato attraverso il lavoro plastico volto a creare movimenti e rapporti all’interno dei corpi strutturali dell’opera, quanto il significato riferito espressamente alla figura umana, a gruppi di figure tra loro riunite in un confronto ravvicinato, in uno sviluppo generazionale, in rapporti di stretta vicinanza e, alla fine, in dialoghi
di solidarietà, che si configurano sia dal punto di vista geografico che storico. In questo modo la scultura si ricollega alla lunga, importante storia della regione oltre che alla distintiva presenza a Muralto di uomini di cultura e di artisti tra i maggiori del Novecento, che hanno contribuito a costruire la storia del Comune.
di cui diviene un importante elemento distintivo (anche per via della patinatura lievemente dorata), oltre anche la riva, appunto verso la luce della superficie del lago, alimentando in questo modo quella tensione vitale che la sorregge, e che ad un tempo racchiude e interpreta il suo significato.
L’opera si sviluppa con una poderosa volumetria su una base inclinata, che si anima nella proiezione dei gruppi di figure umane, di corpi rigidi e strettamente, solidalmente allungati verso lo spazio. Quindi la scultura appare protesa oltre lo spazio fisico del lungolago,
Ivo Soldini conferma con quest’opera di coltivare il rapporto con la tradizione della scultura, seppure in forma aggiornata e personale. “Il lavoro di Soldini – scrive Maddalena Disch nel Lexicon degli artisti svizzeri - si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro