PERIODICO della FIDA-Trento N째 5 - Dicembre ANNO 2012
FIDAart
In copertina: LOME, Scelsi quest’unica Stella,olio su tela, 100x70 cm
5.
FIDAart sommario
Dicembre 2012, Anno 1 - N. 5
Editoriale - Tre anni di FIDA-Trento Intervista a LOME, Lorenzo Menguzzato
pag. 4-5 pag. 6-19
Critica della critica
pag. 20
L’ADAC un archivio al servizio degli artisti trentini - 1
pag. 21
Storia e arte - La Donna, la Natura e la modernità - 1
pag. 22
Mercato dell’arte?
pag. 23
Libri & libri - Da Troia a Sarajevo
pag. 24
Voci poetiche - Nostalgia
pag. 25
Rassegna mostre in regione Memorandum
pag. 27-29 pag. 30
Copyright FIDAart Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare
EDITORIALE TRE ANNI di FIDA-Trento Nel corso dei quasi tre anni che sono trascorsi dalla rifondazione di FIDA-Trento, con i suoi 45 soci è diventata, di fatto, l’associazione artistica locale con il maggior numero di iscritti e, allo stesso tempo, di iniziative e mostre. Se siamo riusciti a ricostruirla lo si deve alla scelta di dare spazio alla voglia di partecipare e alla necessità di condividere dei valori universali. Nel corso del 2012 sono stati organizzati le seguenti mostre: • la Collettiva annuale FIDA “Non si va mai così lontano...” che si è chiusa a marzo; • “Astrazioni 7”, mostra di 7 artisti sull’astratto a Torre Mirana in aprile; • la collettiva ”Parole, parole, parole...”, a giugno presso Bookique; • “Magica Montagna” a settembrem alla Borsa Internazionale Turismo Montano a Trento; • a settembre, la collettiva con 7 artisti “Le città visibili e le città invisibili” al palazzo delle Regione; •
infine, “Natura Libera”, la collettiva di 4 artisti a Palazzo Libera a Villa Lagarina a novembre. Quest’anno, invece, FIDA ha deciso di non ripetere l’esperienza già realizzata nel 2011 della distribuzione alle Biblioteche di Trento dei Sognalibri, nonostante avessero riscosso un grande interesse di pubblico, per segnalare il disagio di FIDA nei confronti di un ente pubblico poco interessato all’associazionismo. Per quanto riguarda la Collettiva annuale del 2012-2013, invece, l’assemblea dei soci, visti anche gli alti costi procapite e il grosso impegno organizzativo richiesti, ha optato per sospenderla in attesa di ridiscuterne le finalità, i contenuti e le modalità, nell’ipotesi di trasformarla in un appuntamento biennale. E’importante sottolineare i criteri che ci hanno finora guidato nella realizzazione delle esposizioni: 1. Abbiamo sempre realizzato un idoneo apparato grafico per tutte le nostre mostre nella convinzione che questa attività culturale debba essere documentata per evitare di scomparire il giorno dopo aver disallestito. Per ognuna delle esposizioni realizzate esiste, dunque, un catalogo e, nel caso della Collettiva annuale FIDA, l’ambizione è sempre stata quella di arrivare a formare una collana che, con il tempo, costituisse una documentazione storica di una parte dell’associanismo artistico trentino. 4
Ad esempio, ci sembra un controsenso che la mostra di un’associazione di artisti sia assimilata alla mostra di un singolo privato o che un Ente pubblico eroghi un contributo economico e, poi, la stessa cifra debba essere spesa per pagare l’affitto della sala allo stesso Ente pubblico. Così come è assurdo che, per esporre un manifesto che pubblicizza la mostra davanti alla sala pubblica, si debba presentare una richiesta in carta da bollo e pagare l’occupazione del suolo pubblico. Un primo passo per aiutare le associazioni potrebbe essere la riduzione dei costi vivi e la semplificazione di una burocrazia anacronistica. Un altro problema fortemente sentito da tutti i gruppi artistici, è la carenza di sale pubbliche per mostre a Trento. I nuovi spazi di Torre Vanga sono destinati agli artisti scomparsi, le sale del Consiglio Provinciale di Palazzo Trentini risultano difficili da ottenere, il Palazzo delle Albere è chiuso dal 2010, la sala della Regione, ampia ma palesemente inadatta allo scopo, è oltremodo costosa, le Gallerie di Piedicastello sono spazi sovradimensionati, “periferici” e poco frequentati. Con la chiusura della Galleria Civica (in verità interessata solo all’arte sperimentale dei giovani), gli spazi pubblici realmente a disposizione si sono ridotti alla sola Torre Mirana che, infatti, si ritrova ogni anno con un elenco interminabile di richiedenti. Tutto ciò, che può sembrare un cahiers de doléances, rappresenta solo la cruda realtà: la gestione della vita artistica “normale” è stata demandata alla buona volontà e all’autofinanziamento dei singoli. Eppure, le associazioni artistiche sono risorse preziose perché coivolgono forze altrimenti disperse e prive di referenti e, forse, meriterebbero più attenzione. Ricordiamo che, agli “Stati generali della Cultura”, il Presidente Napolitano ha ribadito la necessità di far ripartire il motore Italia proprio dalla Cultura. Si parla tanto di “mettersi in rete”, ecco, questo potrebbe essere un utile passo in avanti. 5
Natura Libera
2. Nella gran parte dei casi, ci siamo autofinanziati con la tassazione diretta dei partecipanti. Questo significa che abbiamo sviluppato una capacità di autonomia operativa che ci ha consentito di produrre, collettivamente, delle esposizioni di qualità, altrimenti inaccessibili ai singoli. Crediamo, quindi, di essere riusciti a realizzare quasi tutte le manifestazioni e gli eventi svolgendo un ruolo “professionale” serio e importante sul territorio, senza dover dipendere dai contributi economici dell’ente pubblico. D’altra parte, in momenti di crisi economica come quelli che stiamo vivendo, vorremmo che la nostra attività fosse maggiormente riconosciuta e aiutata. Non con finanziamenti assistenziali a pioggia ma solo con dei contributi per gli eventi, per i cataloghi e per le sale pubbliche, che ci consentano di fare di più e meglio.
Intervista a LOME (Lorenzo Menguzzato) Abbiamo chiesto a un artista “quasi giovane” la sua opinione su chi siano i suoi Maestri, cosa significhi operare nel mondo dell’arte, quali aspettative e quali richieste abbia nei confronti della nostra comunità. Lorenzo Menguzzato, a molti non dirà nulla perché il nome “d’arte” con il quale è conosciuto dal grande pubblico è “Lome”. Giovane anagraficamente, ma attivo oramai da oltre 20 anni nel mondo dell’arte trentina. Attivo, o meglio iperattivo, perché caratterizzato sempre da una grande carica energetica e immaginifica che lo porta a spaziare, inventare, teorizzare, discutere con grande convinzione ed esuberanza. Padrone di moltissime tecniche artistiche (acquerello, incisioni, olio, acrilico, ceramica, scultura, vetro, stampa ecc.) non ha problemi a cimentarsi in nuove avventure con uno spirito di iniziativa coraggioso e, per certi versi, poco trentino. Grazie a questa curiosità e attenzione per tutto ciò che è nuovo, alla sua capacità di entrare in relazione con mondi diversi quali la poesia, l’editoria d’arte, la scultura e di affrontare materiali come il vetro, l’acciaio, la ceramica, Lorenzo ha dimostrato di saper percorrere strade innovative, mai prevedibili o conformiste, per il solo gusto di misurarsi e seguire il suo intuito. Oggi, grazie allo “stile” personale caratterizzato da un linguaggio volutamente essenziale e dall’uso di colori primari e pochi altri, stesi con pennellate veloci e senza ripensamenti, ha già raggiunto una maturità consapevole e una sua precisa riconoscibilità. Paolo Tomio A sinistra: Re Felino, 1994 olio su tavola, cm 95x70
Sotto: Vuoto tra i rami, 1986, acrilico cm 60x110
7
Quando e perché hai cominciato a interessarti alla pittura?
a Milano, che al tempo, è stata autentica capitale europea dell’arte. I mie genitori d’estate ospitavano in un maso di montagna a Castello Tesino decine di artisti e le loro famiglie.....l’arte è radioattiva!
L’Arte come diceva Beuys, è una zanzara. Fin da piccolo sono stato punto. Trento negli anni ‘70 (io sono del 1967) è stato un crocevia di avanguardie artistiche che dalla Galleria Il Cavallino di Venezia passavano per la galleria L’Argentario di Ines Fedrizzi per poi approdare
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno condizionato?
Maori, madai, Masai, scultura in acciaio h 90 cm Dettaglio
8
In Arte nessuno è figlio di nessuno. A volte, come diceva il mio maestro in Accademia, Emilio Vedova, bisogna avere le antenne. Per necessità ti fai dei compagni di strada, a volte sono tuoi contemporanei, a volte fanno già parte della Storia.
Oggi, cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea? L’arte contemporanea è un carrozzone, un circo. Condividerne il viaggio è un privilegio. Non ci sono età, la regola non è una virtù. Quello che pesa, oggi, è l’onnipresenza del mercato, della politica, della critica. Gli ultimi a contare per il sistema sono gli artisti.
Tu hai optato per una scelta difficile: fare l’artista a tempo pieno e vivere di arte senza appoggiarti a gallerie d’arte. Lo rifaresti? Devi “essere artista” e non fare l’artista. Puoi fare il fabbro, il macellaio, l’avvocato, l’industriale ecc... L’artista ha una missione e insegue le sue personali utopie.
Pur essendo relativamente giovane, hai conosciuto bene molti artisti locali e nazionali. Chi ti ha dato di più? Di Notte come di Giorno, bozzetto per vetrate Cassa Rurale Levico 9
Nell’Arena, olio su tavola, 70x100 cm
no per poter essere più presente sul mercato esterno?
Dagli artisti compagni di viaggio raccolgo quello che posso. In genere, più sono grandi, e più grande è la loro generosità. Da Nicola de Maria ho raccolto il lirismo e l’amore per la poesia, da Luigi Ontani l’eleganza e la forza del simbolo, della metafisica, da Alda Merini il senso del sacro....A Trento ho un rapporto privilegiato con Marco Berlanda, pittore che io trovo straordinario.
In Trentino le istituzioni museali sono poco attente agli artisti cosiddetti locali, manca un autentico osservatorio della creatività. I critici vanno raramente negli studi e spesso tutto si riduce a mostre di facciata o “elettorali”. Nota positiva è l’applicazione, anche se in forma ridotta, della legge del 2% (oggi ridotta all’1%) per l’arte nelle opere pubbliche.
Come ti sembra il panorama dei pittori trentini d’oggi? Cosa manca al Trenti-
Amore è condivisione, scultura H 90 cm 10
Nel corso della tua attività hai sperimentato molte tecniche artistiche affrontando anche un certo tipo di scultura “bidimensionale”.
possibili per poi, nell’atto creativo, dimenticarle. La tecnica è una possibilità in più; e poi a volte rimane il fascino di lavorare con grandi artigiani con i quali esiste spesso un autentico scambio anche emotivo e, oserei dire, alchemico.
Nella mia scultura ricerco l’ombra, l’impalpabile. Per lungo tempo la scultura è stata considerata un prodotto più vicino all’artigianato, oggi nuove tecniche e materiali ci permettono una realizzazione più “istintiva”e immediata.
I tuoi quadri sono molto riconoscibili per uno stile veloce e istintivo e per la presenza costante di busti femminili. Da cosa nasce questa tua “ossessione”?
Da cosa nasce il tuo interesse per molte tecniche: olio, acrilici, acquerelli, incisioni oppure per materiali non tradizionali: vetro, ceramica, metallo?
Più che di ossessione parlerei di riflessione. Per me la necessità di relazione assume un valore primario. Busti e volti in relazione con le parole sono un dialogo aperto con il mondo che mi circonda.
La tecnica è solo un supporto all’idea. Personalmente, credo importante conoscere più tecniche
Come definiresti il tuo “stile”? Lo stile va bene per il nuoto! Dorso, rana, misti... Alla critica piacciono le etichette. Dal 1988, con il ciclo Miniere di Neve e di Sangue, quadri in rosso, bianco e nero, ho cercato di scardinare questa logica della riconoscibilità; io credo che l’artista sia un libero pensatore e possa lavorare in base alle sue personali tensioni. Va da sé che il mercato ricerchi artisti riconoscibili o meglio opere riconducibili a un autore. Io credo che le mie ultime opere, Evadere dall’universo, olio su tela 12
erroneamente classificate come Neo/figurative, siano in verità, più concettuali di quelle astratte che dipingevo venti anni fa.
Tu sei conosciuto anche per la tua “creatura”, “il Bosco dei poeti”. Com’è nata questa idea e qual’è la filosofia di fondo? Il Bosco dei Poeti è nato quindici anni fa, l’idea si è concretizzata nel tempo. Luigi Serravalli, critico e viaggiatore in arte, è stato il padrino di questa idea.
Come è organizzato questo Bosco? Oggi sono 260 gli artisti presenti in Bosco lungo un percorso con più di 700 opere. Ci sono poesie, disegni, progetti e fotografie legate al concetto di Uomo/Natura. Nel 2011 con la mostra che ho curato alla FAO a Roma si sono aggiunti altri 360 autori di tutto il mondo. Abbiamo realizzato un catalogo e un video digitale che si chiama “Forest Magic Mountain” che è oggi consultabile online. Siamo aperti 365 giorni l’anno e, quando organizziamo visite per gruppi e scuole, cerchiamo di avere la presenza di un poeta o di un artista. Credo sia sempre più importante per i ragazzi avere un Vetrofusione, Levico mt 6.40x2.20
Di Notte come di Giorno, bozzetto per vetrata - A contatto vivo, presente.
di Giotto, di Piero della Francesca e del paesaggio o delle Dolomiti finalmente Patrimonio dell’umanità.
Segui con attenzione la “politica culturale” trentina: pensi possa fare di più e meglio per il settore artistico?
Cosa ti senti di consigliare agli amministratori e ai politici?
La politica, e non solo quella culturale, dovrebbe tenere sempre sul comodino il “Principe” di Macchiavelli (Il Principe che trascura le Arti perderà il suo potere e il comando....). La crisi che stiamo vivendo non è solo economica, ma etica e culturale. Noi in Italia e anche in Trentino siamo fortunati perché abbiamo un patrimonio culturale immenso. Anche se a volte lo trascuriamo a tal punto da perdere alcuni pezzi. La cultura non è fatta solo di passato ma anche di presente che sarà il passato di domani. Certamente, quando si parla di Italia all’estero, non si parla di Marchionne o delle scelte di Confindustria o della Salerno Reggio Calabria, ma piuttosto
Una terra come il Trentino può fare dell’Arte un vero valore aggiunto ma solamente se lo sforzo è collettivo e il più possibile condiviso. Sostengo da sempre che il Trentino, unica regione in Italia, non ha un Accademia di Belle arti o una Sommerakademie come Salisburgo, dove vengono invitati grandi artisti a insegnare e dove per questo arrivano a studiare artisti che forse lo saranno! Il turismo che promuoviamo attraverso fiere e giornali dovrebbe riservare più spazio all’arte e alla produzione dell’arte.
Come sei arrivato a interessarti e 14
Di Notte come di Giorno, bozzetto per vetrata - B
produrre dei libri d’arte e dei mini libri?
C’è ancora un mercato per questo tipo di libri?
Ho iniziato prima a incidere che a dipingere, a quindici anni ho avuto come regalo un torchio a stella, e lì è iniziata l’avventura. Con l’amico critico Luigi Serravalli abbiamo fatto un primo libro/oggetto, “Zirudele, strambotti, epigrammi e frottole”. Il libro conteneva 6 acquarelli originali per ogni libro (per la tiratura di 100 esemplari). Poi, sempre con Serravalli. “Campai Sodo”, libro/ oggetto in 50 esemplari con 5 originali per volume. In seguito, “A Sirena Spietata” e “Superotto” . Grazie all’amicizia con Alda Merini e Alberto Casiraghi ho prodotto dei libri/oggetto con le edizioni Pulcino/ Elefante con Alda Merini, Franco Toselli, Renato Sclaunich ecc.. Ho poi continuato l’avventura con dei libri/oggetto che ho prodotto come edizioni La Maddalena che hanno curiosamente fatto il giro del mondo
Oggi il dibattito sul libro d’artista è aperto più che mai, la tiratura limitata e spesso il costo che non è limitato, hanno posto dei limiti che, però, sono diventati pregi. Infatti, i libri possono essere pubblicati su carta per i cultori dell’oggetto artistico e in internet, per chiunque.
Ritieni che sia cambiato o stia cambiando la figura dell’artista e il suo ruolo sociale? La figura dell’artista non è mai cambiata e non cambierà mai! Il vero artista è un eterno sperimentatore. Le sue corde lo portano spesso a sbagliare ma anche a momenti di estremo lirismo e a possibili scoperte ”utili”. In Trentino per anni c’è stato, forse,
15
un eccessivo protezionismo, ne sono rimasti esclusi gli artisti, sia nella pittura che nel teatro, nella musica ecc.. Quando parlo di provincialismo, parlo di un atteggiamento che predilige comprare eventi, piuttosto che produrli. Ci sono buoni segnali
perché, come avviene spesso nei periodi di crisi, gli artisti e le nuove generazioni vanno oltre la disperazione con elàn vitale e nuova energia per tutti.
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri fattori?
Il Buon Pastore, scultura in acciaio e resine colorate, H 90 cm
Beauty is difficult, la Bellezza è difficile diceva Ezra Pound. Questa difficoltà è anche il principio dell’etica e della rivoluzione. Oggi viviamo in una società fatta di immagini e ogni abitante della terra è un potenziale artista. Per me, è sempre importante continuare a studiare, leggere, confrontarmi con gli altri per poi entrare in studio carico di energia. Oggi la pittura non può e non deve essere drammatica, ma lirica e positiva.
E, per finire, cos’è per te l’arte? E chi è l’artista? L’Arte non è la moda sartoriale. L’Arte non ha una regola L’Arte è come il canto degli uccelli alle prime luci dell’alba. L’Arte è Poesia. Come ha scritto Paul Klee,“Tutta l’arte è un ricordo all’origine, è nell’oscurità, i suoi frammenti vivono sempre nell’artista”.
A destra: Rientri Tu,come in Sogno, olio su tela, 100x70 cm 16
17
Lome – Lorenzo Menguzzato Nato a Trento il 27 agosto 1967 vive e lavora a Trento e al Bosco dei Poeti (Verona). Ha frequentato nel 1983 a Venezia la Scuola Internazionale di Grafica con Riccardo Licata. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia (Aula Vedova) con una tesi/intervista a Giulio Turcato. Ha realizzato oltre 100 mostre in Italia e all’estero esponendo in numerosi spazi pubblici tra i quali i principali: Traklhaus di Salisburgo, Palazzo delle Albere di Trento, lo Stigt Viktring di Klagenfurt (Austria), il Museo
FIDAart
d’Arte Moderna di Bolzano,il Museo Casabianca di Malo (Vi), il Museo
copertina del Numero 5 Periodico di arte e cultura della FIDAart
Parisi Valle di Maccagno (Varese), La Fortezza da Basso a Firenze, il Museo d’arte Moderna di Gazzoldo degli Ippoliti (Mn), Palazzo del Duca di Senigallia, Palazzo Libera e Museo
FIDAart
Diocesano di Villa Lagarina, Galleria civica d’Arte Contemporanea di Trento, il MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Ha realizzato diversi Libri/Oggetto con Luigi Serravalli e Alda Merini e dal PERIODICO della FIDA-Trento N° 3 - Ottobre ANNO 2012
2003 è curatore del progetto “Bosco dei Poeti” a Dolcè (Verona). Nel 2005 gli è stato assegnato il Premio Telecom (Presidente Umberto Eco) “Contagiare Bellezza”. www.lomearte.it
A sinistra: Non è Tutto, Oro ciò che riluce, acquerello, foglia d’oro e collage 19
CRITICA DELLA CRITICA In occasione della recente vendita all’asta della collezione di Michael Crichton, l’autore di tanti best-seller tra cui “Jurassic Park” e della serie televisiva “ER”, è stato ricordato che si deve proprio a lui uno dei testi ritenuti basilari sull’opera di Jasper Johns: il saggio pubblicato nel 1977 (e riedito nel 1994 da Abrams) in occasione della sua retrospettiva al Whitney Museum di New York. Crichton, scomparso nel 2008 dopo una lunga malattia, era diventato intimo amico del pittore quando, nel 1976, il Museum gli chiese di scrivere il testo per il catalogo della mostra. La cosa interessante è che lo scrittore, ponendosi il problema di come scrivere in un catalogo d’arte, Crichton chiese ad amici e conoscenti (presumibilmente intellettuali e cosmopolìti di buona cultura), quale fosse il catalogo che a loro era piaciuto di più e che avevano letto con interesse.
E qui, avvenne a prima scoperta: all’unanimità tutti risposero di non aver mai letto un catalogo. La seconda sorpresa fu che, ripensandoci, neanche lui aveva mai letto un catalogo di una mostra, lo aveva solo sfogliato! Da notare che Crichton, nel 76, era già un collezionista di importanti artisti. Questa constatazione empirica sembrerebbe confermare la teoria economica che “l’influenza effettiva” dei critici non vada al di là di una ristretta cerchia di persone che seguono le riviste d’arte o leggono le pagine culturali dei quotidiani. Crichton si disse che, leggendo un catalogo, avrebbe voluto comprendere l’artista, sapere come fosse arrivato a dipingere le sue opere e non leggere discorsi di critici che interessano solo altri critici. Il catalogo fu un successo e, oggi, è considerato un’opera fondamentale.
L’ADAC: un archivio al servizio degli artisti trentini - 1
cumentazione di vario genere (materiali fotografici, curricula e altri materiali bibliografici, monografie, cataloghi, ritagli stampa, registrazioni e trascrizioni di interviste, documenti video, corrispondenza e altro) relativa al lavoro di artisti, professionisti e non, originari o attivi sul territorio della Provincia autonoma di Trento.
Gabriele Lorenzoni È evidente che tra le finalità di un sindacato artisti deve trovare posto anche la documentazione pubblica sull’attività, le esperienze e i livelli operativi dei suoi iscritti, e questa mi pare un’operazione doverosa e meritoria, da affrontarsi pur con tutti i rischi che essa comporta. Bruno Passamani, 1973
L’ADAC è stato strumento imprescindibile per la realizzazione di iniziative culturali di prestigio, volte a dare risalto alla produzione artistica locale: da segnalare, in particolare, il ciclo di mostre dedicato ai maestri dell’arte trentina, iniziato nel 1992 presso lo “Spazio Atelier” di Palazzo delle Albere, che accompagnava le uscite delle brevi monografie denominate “Quaderni Archivio di Documentazione Arte Contemporanea”. Tale attività editoriale si è resa possibile grazie all’impegno profuso, di concerto con Gabriella Belli, da Diego Mazzonelli, il quale, fra le altre cose, è stato fondatore e responsabile dell’ADAC nella prima metà degli anni Novanta e membro del primo Consiglio di Amministrazione del Mart.
La FIDA, erede della lunga tradizione sindacale che per decenni ha costituito un punto di riferimento per gli artisti trentini, è uno dei soggetti con cui il Mart ha intrapreso, con l’incontro del 25 luglio 2012 presso la “Sala Amici del Museo” di Rovereto, un dialogo che si pone come ambizioso obiettivo la nascita di sinergie operative fra Museo e realtà associative artistiche trentine. Uno dei soggetti attivi in questo dialogo è l’ADAC (Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei): è interessante notare come, con pioneristico acume, Bruno Passamani saldasse, già nel 1973, l’operazione di documentazione di cui si fa carico l’ADAC alla vita associativo/sindacale.
I trenta artisti cui è stato dedicato un “Quaderno di Documentazione” sono: Paolo De Carli, Livio Conta, Riccardo Schweizer, Rosanna Cavallini, Carlo Sartori, Ivo Fruet, Silvana Zambanini, Romano Furlani, Francesco Cocco, Elena Fia, Paolo Tait, Giancarlo Vitturini, Maurizio Corradi, Fasoli M.&M., Mauro Pancheri, Albino Rossi, Luciano Zanoni, Umberto Savoia, Giuliano Orsingher, Carlo Thal, Alda Failoni, Mariano Fracalossi, Ines Fedrizzi, Diego Mazzonelli, Annamaria Gelmi, Gianni Pellegrini, Mauro Cappelletti, Silvio Cattani, Giuseppe Debiasi, Mauro De Carli.
La storia dell’ADAC, che non a tutti è nota, è molto lunga: inizia infatti negli anni Ottanta, quando la Sezione Contemporanea del Museo provinciale d’Arte del Castello del Buonconsiglio, dalla quale nel 1989 avrebbe preso origine il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, si dota di uno strumento di analisi sulla realtà artistica locale. L’ADAC, inquadrabile dal punto di vista archivistico nella definizione di “raccolta”, ha la finalità di raccogliere do-
CONTINUA 2
21
STORIA E ARTE anche lo specchio psichico della dualità: come il rapporto padre-figlio, dominantedominato, maestro-allievo. Neanche la modernità, verticistica e fallocratica, può incidere su questa condizione. Rispetto al mutamento il problema si complica. Nel ‘900 il mito è ancora l’uomomacchina e si assiste al nuovo orizzonte del trans-umano e del post-umano. Ma sono vari i riferimenti classici, da Sansone a Ercole, da Orlando il paladino agli stregoni del Nord, dall’alchimia alla biologia, in cui sia l’uomo che la donna cercano più o meno inconsciamente una perfezione divina immaginata, forse sperata, che entrambi non hanno. È, questo, un universo rappresentativo in cui si perpetua un moto ciclico, circolare, dei riferimenti. Parte dalla femmina sacra per tornarvi in forma inedita, più profonda e suggestiva. Vi si ritrova la figura classica di Pigmalione, lo scultore che rappresentò in effige la sua donna ideale, Galatea, alla quale gli dei diedero vita (Ovidio, Metamorfosi X, 243-297). Ma se la cultura classica (e classicista) si rifugia nel figurativo come sinonimo di simulacro, la modernità rivela subito una dimensione estetica diversa. Mentre la ricerca scientifica si occupa di forme di vita artificiale, o almeno di intelligenza, di rigenerazione e sostituzione di parti del corpo umano, al fondo riemerge la femminilità della Creazione. Dio è il femminino, figurativo sì ma ideale, candidato, purificato secondo i crismi che furono di Canova e Winkelmann.
La Donna, la Natura e la modernità - 1 Paolo Zammatteo Le donne artiste oggi sono estremamente propositive, permettendo una intrigante lettura sulla visione femminile dell’arte. L’azione creativa è metafora del genius Artis, che nella cultura occidentale ricalca il senso con cui è stato reso ideale dal mondo greco. La creazione dell’uomo artificiale e la modifica delle capacità fisiche dell’uomo naturale sono temi affrontati nella mitologia, nelle scienze prima di Galileo, nella letteratura e recentemente anche nella filmografia in relazione ai desideri e alle speranze, soggettive e collettive, dell’umanità. Per molto tempo, socialmente, la donna ha rivestito un ruolo subordinato. Spesso anche nella letteratura e nelle espressioni figurative recenti la troviamo rappresentata davanti ai misteri della nascita: nella simbologia arcaica la donna dava vita mentre l’uomo si limitava a guardare il mistero della procreazione rivestendo la donna di sacralità. La procreazione è un mistero, ma
CONTINUA 2 22
MERCATO DELL’ARTE ?
Una delle “Flags” (la bandiera degli States) che Jasper Johns ha realizzato tra il 1960 e il 1966 e che faceva parte della collezione di Michael Crichton, è stata venduta a maggio all’asta di Christie’s. La bandiera, grande 45 per 68 centimetri e stimata tra i 12 e i 16 milioni di dollari, è stata aggiudicata a 25,5 milioni di dollari, 28.640.000 diritti d’asta compresi, pari a 22.310.560 euro (oltre 43 miliardi di lire!). Johns (1930), trasferitosi a New York dal profondo Sud, diventa amico e amante di Robert Rauschenberg (1925). Nel 54-55 realizza Flag, primo dei quadri piatti a collage ed encausto, nel 57 conosce Leo Castelli, ifluente mercante d’arte di New York che gli organizza la sua prima personale. Quattro quadri sono acquistati dal MoMa così, a soli 28 anni, diventa un «maestro» che la critica definisce (a posteriori) New Dada. La scelta di oggetti e simboli tipici della società di massa, ne fa un precursore della Pop Art, da cui si distingue, però, per l’attenzione ai valori plastici e pittorici. Johns non distrugge l’idea di quadro e resta ancorato alla pittura. Utilizza il collage applicando sul fondo della tela fogli di giornale che poi dipinge con l’antica tecnica dell’encausto, tecnica in cui si sciolgono i pigmenti nella cera fusa. I simboli preferiti dal giovane Jasper sembrano derivare direttamente dalla sua esperienza personale: i “Targets” (bersagli), le “Flags”, i numeri stenciled, le lattine di birra, le stesse Mappe degli USA, paiono più materiale iconografico introiettato durante il servizio militare che una scelta consapevole. Il pittore, d’altronde, non è mai stato dispo-
sto a discutere di quanto il contenuto teorico delle sue opere fosse intenzionale. Egli è interessato agli oggetti della vita quotidiana “... che si guardano, ma che non si vedono” sia per la loro banalità iconografica che per la ripetitività della loro presenza. In ogni modo, la scelta di dipingere la bandiera americana, “un oggetto che la mente conosce già”, si rivela un’idea vincente perché si carica di significati e valori imprevisti e imprevedibili: Flag è la proiezione stessa dell’America e ciò la rende di fatto un simbolo sacro, iInfatti, oggi viene esibita come una chiara espressione di patriottismo. Le sue bandiere (oltre una quarantina di versioni realizzate tra gli anni 60 e 70), accolte al tempo come blasfeme, sono diventate nel corso degli anni l’oggetto del desiderio di collezionisti disposti a pagare qualsiasi cifra: una stars and stripes di grandi dimensioni è stata acquistata per 110 milioni di $. Castelli poteva vantarsi di aver “creato” Johns e di aver pagato 2mila dollari il suo primo quadro ma, forse neanche lui, avrebbe mai immaginato le cifre demenziali a cui sarebbero arrivate quelle bandiere. 23
LIBRI & LIBRI
24
VOCI POETICHE
NOSTALGIA
Battere leggero di timpani come uccello il flauto volteggia vibrano archi, altri arpeggiano e il pubblico trascinano nel motivo balcanico ritmico, quasi rituale, emotivo il canto dice pace e dice amore vivo il canto canta quello che non c’è o che sarebbe se … il canto canta quello che ci piace ma è morto, da noi stessi ucciso.
Sandro Boato
25
Dicembre 2012, Anno I - N.5
Mostre in regione La vita in un quadro
pag. 28
Cantos
pag. 29
Arrivano mensilmente INVITI dei soci alle loro personali e collettive. Per poter informare sollecitamente i lettori, si invitano i soci interessati a pubblicizzare le proprie iniziative a spedire con largo anticipo il materiale da pubblicare a:
PAOLO TOMIO archpaolotomio@gmail.com
27
28
Centro Area 22 CANTOS un progetto a cura di Federico Mazzonelli
Il 14 dicembre alle ore 18,30 gli spazi del Centro Area 22 di Rovereto ospiteranno la prima tappa di Cantos, un progetto che vede protagoniste le opere di otto artisti astratti italiani e trentini che, a coppie, saranno messe in dialogo tra loro grazie alla suggestione della musica. Durante la serata la realizzazione dal vivo di quattro momenti musicali sarà la chiave per scoprire poetiche, analogie e assonanze nelle opere di Gianni Pellegrini e Valentino Vago, Rolando Trenti e Nelio Sonego, Rolando Tessadri e Giuliano Dal Molin, Italo Bressan e Giorgio Griffa. Centro Area 22 Cantos é un progetto in cui pittura e musica si fondono per creare un percorso ideale CANTOS “sospeso tra suono e visione”. Quattro momenti musicali saranno infatti scanditi un progetto a cura di Federico Mazzonelli dallʼalternanza tra brani per violoncello, clarinetto, pianoforte e canto, in una visione circolare capace di tessere un dialogo tra un repertorio musicale che va dal Romanticismo al contemporaneo e un insieme di ricerche pittoriche che, dotate ognuna della loro Il 14 dicembre alle ore 18,30 gli spazi del Centro Area 22 di Rovereto ospiteranno la prima specificità e singolarità linguistica, convergono tuttavia in un medesimo atteggiamento di tappa di Cantos, un progetto che vede protagoniste le opere di otto artisti astratti italiani e attenzione e di sviluppo delle qualità cromatiche, espressive ed analitiche intrinseche al trentini che, a coppie, saranno messe in dialogo tra loro grazie alla suggestione della colore e alla superficie dipinta. musica. Tale iniziativa, che inaugurerà presso gli ampi spazi del Centro Area 22, si presenta inoltre Durante la serata la realizzazione dal vivo di quattro momenti musicali sarà la chiave per come una progettualità volta a sottolineare e a ribadire un dialogo culturale “aperto” tra scoprire poetiche, analogie e assonanze nelle opere di Gianni Pellegrini e Valentino Vago, Trento e Rovereto. Le opere presentate durante la performance roveretana saranno infatti Rolando Trenti e Nelio Sonego, Rolando Tessadri e Giuliano Dal Molin, Italo Bressan e esposte nella mostra che sarà ospitata presso lʼUpload Art Project di via Del Suffragio a Giorgio Griffa. Trento e che il pubblico potrà visitare a partire da Lunedì 17 Dicembre. Cantos é un progetto in cui pittura e musica si fondono per creare un percorso ideale Artisti invitati: “sospeso tra suono e visione”. Quattro momenti musicali saranno infatti scanditi Gianni Pellegrini - Valentino Vago, Rolando Trenti - Nelio Sonego, Rolando Tessadri dallʼalternanza tra brani per violoncello, clarinetto, pianoforte e canto, in una visione Giuliano Dal Molin, Italo Bressan - Giorgio Griffa circolare capace di tessere un dialogo tra un repertorio musicale che va dal Romanticismo al contemporaneo e un insieme di ricerche pittoriche che, dotate ognuna della loro Luoghi: specificità e singolarità linguistica, convergono tuttavia in un medesimo atteggiamento di Centro Area 22 - Hotel Nerocubo, uscita autostrada Rovereto Sud, Via per Marco 16, attenzione e di sviluppo delle qualità cromatiche, espressive ed analitiche intrinseche al Rovereto, Venerdì 14 Dicembre 2012, ore 18,30 (inaugurazione e performance) colore e alla superficie dipinta. UploadArtProject, via del Suffragio 24, Trento www.uploadartproject.com, dal 17 Tale iniziativa, che inaugurerà presso gli ampi spazi del Centro Area 22, si presenta inoltre Dicembre 2012 al 10 Febbraio 2013 (mostra) come una progettualità volta a sottolineare e a ribadire un dialogo culturale “aperto” tra Trento e Rovereto. Le opere presentate durante la performance roveretana saranno infatti
MEMORANDUM INDIRIZZO FIDA-Trento Si ricorda che l’indirizzo ufficiale di FIDA-Trento è: C/o Paolo Tomio Via Cernidor 43 - 38123 Trento Tel. 0461 934276 INDIRIZZO MAIL Si ricorda che l’indirizzo Mail ufficiale di FIDA-Trento è: info@fida-trento.com SITO FIDA-Trento il sito ufficiale di FIDA-Trento è: fida-trento.com FIDA-Trento su FACEBOOK Per chi utilizzasse Facebook, FIDA Trento è presente con un suo profilo IMPORTANTE Per ragioni fiscali e contabili, TUTTI i versamenti (ad es. per l’iscrizione, la quota annuale, partecipazioni a mostre o eventi FIDA ecc.) dovranno essere effettuati sul conto corrente della FIDA-Trento: Volksbank-Banca Popolare dell’Alto Adige - Piazza Lodron 31 38100 Trento IBAN: IT47 B058 5601 8010 8357 1214 752 INSERIRE SEMPRE LA CAUSALE: (es.iscrizione) Dato che questo Conto Corrente dovrà essere utilizzato sempre si consiglia di stamparlo e di tenerlo sul computer in una cartella FIDA Segretario-tesoriere: Alessando Goio info@alessandrogoio.it
QUOTA DI ISCRIZIONE PER L’ANNO 2012 E’ stata mantenuta la quota d’iscrizione di euro 50.00
Il versamento dovrà essere effettuato con la causale: ISCRIZIONE ANNO 2012
30