In copertina: PAOLO TOMIO, VENTI DI GUERRA, VENTI DI PACE, 2013, stampa su plexiglas, 110 x 110 cm
icsART sommario11
Novembre 2022 Anno 11, N.11
Editoriale
Politica culturale
Un artista Guerre e/o Pace?
Mercato dell’arte?
Viva Benito (Ignazio La Russa)
pag. 4
pag. 5
O famo strano
Il braccio di Russia-Usa
Marcel Duchamp
ll potere della fantasia Biglie, biglie, biglie
News dal mondo
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
pag. 7 pag. 8-18 pag. 20-21
pag. 22-23
Storia dell’arte pag. 24-25Balint Alovits - The Time Machine
BELLE HALEINE - EAU DE VOILETTE, 1921
UNTITLED LA BOÎTE-EN-VALISE, 1944
MONTE CARLO BOND (n. 30), 1924
BELLE HALEINE, EAU DE VOILETTE
Paolo Tomio OMAGGIO A MARCEL DUCHAMP
La Costituzione più bella del mondo pag. 28 pag. 29 pag. 32
pag. 30 pag. 31
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VIVA BENITO (Ignazio La Russa)
«Uno spettro si aggira per l'Europa, è lo spettro del comunismo», la famosa frase di apertura del "Manifesto del partito comunista" scritto nel 1848 da Karl Marx e Friedrich Engels, dovrebbe essere aggiornata ai tempi d'oggi perché "lo spettro" sta diventando sempre più quello del neo-fascismo, se non addirittura del neo-nazismo Almeno a giudicare dai risultati elettorali e dalle tendenze in atto in una parte degli stati europei Tra gli esecutivi dei Paesi Ue, la destra estrema è al potere in Polonia e Ungheria e ora anche l'Italia; le destre guidano anche Grecia, Estonia, Lettonia, Lituania, hanno vinto in Svezia e anche l'Ucraina non se la passa bene. D'altronde, anche gli Stati Uniti che vo gliono sempre esportare la "loro" democrazia negli altri paesi - con le buone, ma molto spes so con le cattive - hanno avuto il loro Parlamen to occupato da una destra armata. Diciamo che il buon Karl (Marx), sui tempi lun ghi, ha sballato completamente le sue previsio ni e che ormai l'aria è radicalmente mutata. La cosa non dovrebbe stupire perché - da Berlu sconi in poi - la politica non esiste più limitan
dosi a inneggiare il Leader (oggi, la leader) di turno: siamo ritornati al mito dell'Uomo Forte. L'ultimo è stato Mario Draghi, un personaggio a cui la stampa ha riservato una piaggeria a dir poco imbarazzante ma oggi che, assieme ai pre stiti del Pnrr arriva l'economia di guerra e una crisi economica e sociale che bastona le classi povere, l'entusiasmo dei giornalisti embedded si è dirottato sulla nuova razza padrona. È prevedibile, infatti, che, salvo qualche fat to inatteso (un missile nucleare tattico russo o americano), il governo della Presidente del Consiglio Meloni durerà a lungo visto che Lei si sta prontamente adeguando alla dura realtà. Benito Ignazio La Russa, dopo i risultati delle elezioni stravinte dal suo partito Fratelli d'Italia, ha dichiarato: «È un sogno che si realizza». Il 75enne avvocato siciliano - neo Presidente del Senato - riconoscibile oltre che dalla fisionomia e dalla voce da cartone animato che spaventa no i bambini, dal mai perduto accento catanese, in un tweet (poi rimosso) all'inizio della pande mia di Covid aveva consigliato: «Non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi».
POLITICA CULTURALE
LA COSTITUZIONE PIÙ BELLA DEL MONDO
Vale la pena di riportare per intero l'articolo 11 della Costituzione - spesso definita la più bella del mondo - che dice: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limi tazioni di sovranità necessarie ad un ordina mento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.»
Gran parte dei costituzionalisti concordano sull'interpretazione che il dettato costituzionale consenta solo la guerra difensiva e non consen ta neanche la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, quindi se ne dovrebbe dedurre che - nessuno, né il gover no Draghi prima, né quello Meloni oggi - sono autorizzati a inviare armi a stati in guerra. Ov viamente, ancor più quando esista la concreta possibilità sia di una reazione con armi nucleari vicino al nostro territorio, sia di una escalation che potrebbe coinvolgere direttamente l'Italia. Per questa ragione, il fatto che continui arma menti siano da noi inviati in Ucraina, è uno dei tanti misteri del nostro Paese.
In un Paese democratico è inaccettabile che un governo decida senza un minimo di dibattito e confronto democratico in Parlamento, anche una lunga serie di sanzioni totalmente irrazio nali e autolesionistiche e poi ne scarichi i costi economici e sociali - presenti e futuri sulla po polazione e il mondo produttivo. I cittadini de vono potersi esprimere su temi fondamentali come la co-belligeranza, le sanzioni e l'invio di armi, perché sono scelte che riguardano diret tamente la loro stessa esistenza.
O FAMO STRANO
Il discorso in Parlamento della nuova Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, grazie alla sua sim patica cadenza romanesca, ci ha riportato alla memoria i dialoghi tra Ivano-Carlo Verdone e JessicaClaudia Gerini, i due coatti nel film e al loro celeberrimo tormentone:
Jessica: E come 'o famo Iva'?
Ivano: 'O famo strano!
O anche alle conversazioni surreali sul futuro della loro vita di coppia:
Ivano: Si t'uscisse fori 'n maschio, me piacerebbe chiamallo... O Alan... O Kevin; mejo Kevin.
Jessica: 'O fai pe' Costner?
Ivano: Più che pe' Costner, 'o faccio perché è 'n nome che me dà 'n senso de rispetto, capito? 'O senti come nome... c'ha... c'ha possenza, capito? "Kevin"! Capito, me piace?
Jessica: Vabbè, ma tutti maschi devono essere?
Ivano: Vabbè, allora proponi, daje! Proponi pure te!
Jessica: A me mi piacerebbe Maria.
Ivano: Ma è 'n nome da presepio Maria, dai, chi se chiama più Maria?
Alla consegna del campanello, il più sorridente e giulivo era Mario Draghi, palesemente soddisfatto di mollare il Governo dei Migliori appena in tempo, prima cioè che cominciassero ad arrivare agli italiani le bollette, gli aumenti, e i razionamenti che li faranno sprofondare dentro un'economia di guerra. Rideva felice di uscire dal ginepraio in cui aveva cacciato il Paese per dimostrare il suo at lantismo senza se e senza ma, anche a costo di impoverire una popolazione già stremata da oltre due anni di Covid. Il tutto con il sostegno di quasi tutti i partiti, ben contenti di delegare il "lavoro sporco" a colui che la grande stampa esaltava come Super Mario. Da un po' di tempo però, gli stessi giornalisti sembrano evitare quei toni trionfalistici imbarazzanti. Forse cominciano i primi dubbi?
Paolo Tomio
a sinistra: PAOLO TOMIO, MANUALE DEL FUCILE D'ASSALTO COLT M16, dal fumetto di Will Eisner in basso: PAOLO TOMIO, "FAMOLO STRANO", 2022 JESSICA-Gerini e IVANO-Verdone da Viaggi di nozzeGUERRE E/O PACE?
LA PACE DI JALTA
Nel febbraio 1945, pochi mesi prima della scon fitta della Germania nazista nel conflitto mon diale, si tenne la Conferenza di Jalta (Crimea) tra Franklin Delano Roosevelt, Wiston Churchill e Iosif Stalin. I tre leader degli Alleati si incon trarono per stabilire la linea da seguire, i tempi dell'offensiva finale e il futuro assetto dell'Euro pa e dei rapporti internazionali. L'Unione Sovie tica ebbe una parte decisiva nella sconfitta defi nitiva della Germania ottenendo la resa nazista l'8 maggio 1945. Nell'agosto 1945, due bombe atomiche sganciate dagli americani sulle città di Hiroshima e Nagasaki provocarono l'annien tamento delle popolazioni inermi provocando 210.000 morti e 150.000 feriti. (Putin ha ricor dato recentemente che gli unici ad aver utilizza
to armi nucleari sono stati gli americani).
Nella conferenza di Jalta si posero le basi per un nuovo assetto mondiale basato su due blocchi contrapposti che sarebbe durato sino al 1989 quando crollò il comunismo sovietico. Dopo quell'evento, la Cina è divenuta la seconda grande potenza e oggi il mondo è multipolare da più di trent’anni.
L'ambizioso disegno degli Stati Uniti di dividerlo nuovamente in due campi - le liberal-democra zie occidentali contro le tirannie pro Cina e pro Russia - è un'operazione destabilizzante che è in atto oggi in Ucraina in attesa di proseguire contro la Cina domani. I rapporti di forza però, si sono ormai capovolti: oggi gli Usa con il 4,2% della popolazione mondiale detengono il 16% del Pil globale, contro il 50% del 1950 e questo comporterà un riassestamento degli equilibri internazionali che non sarà indolore.
PAOLO TOMIO, "SULLA PANCHINA AL PARCO", 2022 reinterpretazione del monumento a JaltaE' FINITA LA PACCHIA! PER CHI?
Stendiamo il solito velo sul nuovo Capo del go verno che, ci auguriamo, abbia qualcosa di più da dire oltre all'ormai abusato «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana». Di questo regalo inaspettato la cara Giorgia non finirà mai di ringraziare "Enrico stai sereno" il quale, dopo la debacle elettorale ampiamente prevedibile, ha annunciato le sue dimissioni future manifestando al contempo l'intenzione di rimanere seduto sulla sua pol trona di Segretario fino a marzo del prossimo anno. Si vede che Enrico ormai sta sereno. In attesa delle performance dei nuovi impro babili ministri, ci rimane solo da sperare per il nostro futuro e toccare ferro. Intanto, tutti si scervellano per tentare di capire cosa faranno la Meloni e il suo governo di alto profilo per favorire un qualche dialogo di pace e l'ambita ripresa. La risposta è, nulla, poiché la strada è strettissima e già segnata. Se non vuole essere messa all'indice dovrà sottomettersi alla Nato,
cioè agli Stati Uniti, i soli che possono decidere se e quando aprire una trattativa con la Russia. Dovrà appoggiare Zelensky il quale sembra più interessato a costruire la sua immagine di eroe che a risolvere il dramma che vivono quotidia namente i suoi concittadini che per ora devono solo credere, obbedire e combattere. Dovrà anche obbedire alla UE, che finora ha contato poco o nulla per quanto riguarda la ge stione delle relazioni con la Russia, essendosi limitata a imporre sanzioni pesantissime quan to suicide che stanno provocando il suo sfalda mento interno e il ritorno a tanti stati eteroge nei in cui vale il si salvi chi può. Ovviamente per chi ha i soldi per farlo. L'Italia, gonfia di debiti in continua crescita, può solo aggrapparsi al Pnrr (un altro nuovo debito!) come a un salvagente che le permetta di galleggiare e sopravvivere in attesa di una eventuale ripresa subordinata alla soluzione del conflitto ucraino.
IL BRACCIO DI FERRO RUSSIA-USA
Che la guerra "in Ucraina" non riguardi solo l'Ucraina, ormai l'hanno capito tutti perché è ormai evidente che è nata e si sta sviluppando prima di tutto come uno scontro tra Stati Uniti e Russia con l'appoggio della Nato Non si potrebbe altrimenti spiegare perché i paesi europei abbiano deciso volontariamente e razionalmente il proprio suicidio economico, sociale e politico. Se i russi soffrono per i problemi interni creati dalle sanzioni occidentali e per il ritorno a un passato che speravano oramai superato, noi italiani ed europei ci ritroviamo nella situazione Tafazzi, il demente che saltellava allegramen te dandosi bottigliate sugli zebedei. Abbiamo voluto-dovuto partecipare alle grandi scelte strategiche della Nato allineandoci agli altri sta ti della Ue i quali però, più lungimiranti e so prattutto più ricchi di noi, nel frattempo si stan no attrezzando per il "loro" futuro. Per dire, la Germania, ha stanziato 200 miliardi per moder
in basso: ALBIN EGGER-LIENZ "1915", particolare In alto: PAOLO TOMIO, "BRAKA BRAKA BRAKA BRA" 2022, Elaborazione di fumetto americano di guerranizzare il proprio esercito e altri 200 contro il caro energia conseguente sia al taglio delle for niture di gas russo che alla distruzione dei due gasdotti che arrivano direttamente in Germania Non vi sono prove da chi sia stato eseguito il sabotaggio anche se la logica porta verso Sta ti Uniti e Gran Bretagna che sarebbero ricorsi ad un modo drastico ma efficace per tagliare il cordone ombelicale con la Russia e richiamare all'ordine gli alleati tedeschi. Gli unici che oggi godono, infatti, sono gli americani che con l'U craina, le armi, il gas naturale liquido, controlla no la strategia dell'Europa e della Germania che si erano messe in testa di emanciparsi grazie ai successi economici. Siamo ritornati all'antica legge del più forte e non quella mercantile di chi produce e vende di più.
Donald Trump ci aveva già avvisato che gli eu ropei si sarebbero dovuti farsi carico dei costi sostenuti dagli Usa per garantire la pace nel loro continente ed ora Joe Biden ride felice (quando non è perso... nei suoi pensieri) perché finalmente non deve più inviare soldati ameri cani e le guerre le fa combattere per procura agli altri. Gli Stati Uniti si "limitano" a mandare
aerei carichi di armamenti sempre più avanzati, consiglieri, volontari, mercenari, istruttori, sup porto strategico e...decine di miliardi dollari. Dal che si deduce che coltivino l'intenzione di prolungare a tempo indefinito la guerra ucraina nell'intento di logorare la Russia, mentre la cosa dovrebbe inquietare noi europei che rischiamo di convivere con un Vietnam (o un Afghanistan, un Irak, un Libano, una Siria) vicino-dentro casa. Una soluzione meno tragica potrebbe venire dalle ovvie constatazioni che un eventuale suc cessore di Putin potrebbe essere molto peg giore e che spingere la Russia nell'orbita cine se non è una mossa molto intelligente per gli interessi americani e i futuri equilibri mondiali. L'unica speranza di uno sbocco positivo della guerra Russia-i Stati Uniti poggia proprio sul fatto che il problema centrale per questi ultimi è la Cina, oggi il loro vero concorrente mondiale e potenziale avversario nel controllo dell'area indo-cinese. Da tempo, infatti, la strategia mi litare americana si sta concentrando su quella zona d'influenza dove è più che probabile che si arriverà a uno scontro, non si sa quanto violen to, per decidere chi la controllerà.
LE ELEZIONI DI MIDTERM
Per comprendere se e quanto durerà la guerra in Ucraina, dovremo attendere i risultati defi nitivi delle elezioni di Midterm di novembre e vedere quale saranno le nuove maggioranze al Senato, alla Camera e i governatori di 36 stati e come tutto questo potrebbe spingere l'am ministrazione americana a rivedere i tempi del conflitto per impegnare le proprie risorse sta bilmente nel confronto con la Cina. Il partito repubblicano ha già dichiarato che non firmerà più cambiali in bianco a Kiev, il che significa che i 73 miliardi di dollari e di armi che Biden ha stanziato per l'Ucraina, saranno monitorati in modo più attento per via dei noti problemi di corruzione e gli interessi oligarchici endemici presenti in quel paese. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'Europa, oltre
OTTO DIX, "STORMTROOPERS ADVANCING UNDER GAS", 1924alle armi più avanzate, forniscono anche perso nale militare per addestrare l'esercito ucraino e per azioni di spionaggio e sabotaggio e, soprat tutto, per la "consulenza" sul come condurre una guerra moderna grazie alla loro rete satel litare e alla maggiore esperienza. Insomma, gli ucraini combattono (e muoiono) e gli americani dirigono a distanza. Ovviamente la cosa non fa piacere alla Russia la quale si trova di fronte una potenza milita re che contribuisce in maniera massiccia all'al largamento del conflitto con l'obbiettivo, più volte espresso ma non facilmente realizzabile, di stremarli e magari sconfiggerli sul campo. Quest'ultimo è un epilogo assolutamente non contemplato da Putin il quale ha ribadito l'op zione dell'uso di bombe nucleari tattiche. In compenso, grazie a opinionisti e politici che discorrono disinvoltamente nei talk-show del possibile utilizzo di missili nucleari da parte della Russia (e di analoga risposta degli USA),
l'argomento è entrato nei dibattiti televisivi e tutti coloro i quali prima concionavano di Covid (sapendone poco o nulla), ora sproloquiano di guerra atomica come dei veri esperti e, soprattutto, come se parlassero della pelle di altri e non della loro L'effetto è decisamente surreale perché si sente un Severgnini che si dice convinto che i russi non useranno l'arma atomica: un'idea, la sua, che vale meno di zero ma contribuisce a diffondere un falso senso di sicurezza in un popolo televisivo che non ha an cora ben compreso che l'Italia è di fatto entrata in guerra e che arriveranno nel corso degli anni a venire, costi spropositati da pagare Se è doveroso aiutare i popoli che soffrono in una guerra di cui sono vittime, è assurdo - ol tre che incostituzionale - farsi carico anche de gli scontri militari. Perché, se siamo convinti che sia criminale aggredire e occupare gli altri paesi, allora - insieme alla Russia - dovremmo
PABLO PICASSO, "GUERNICA", 1937processare gli Stati Uniti che, come ha scritto l'economista e docente americano, Jef frey Sachs, «...dal 1980 sono stati coinvolti in almeno 15 guerre d’elezione all’estero (Afghanistan, Iraq, Libia, Panama, Serbia, Siria e Yemen, ad esempio), la Russia in uno (Siria) oltre l’ex Unione Sovietica, mentre la Cina non è stata coinvolta in nessuna». Si deve forse evincere che il Paese più pacifico della Terra è la Cina e il più guerrafon daio l'America?
LA NATO IN EUROPA
La Nato - da sempre sotto il comando americano - fornisce armamenti sempre più sofisticati all'esercito ucraino ponendosi come unico obiettivo, non di cercare ogni modo per fermare la guerra ma di sconfiggere militarmente la Russia e per questa ragione, oggi nessuno in Europa osa parlare né di un cessate il fuoco né di iniziare dei negoziati. Nel frattempo (quasi) tutti i paesi europei - hanno attuato contro ogni logica - un harakiri economico talmente demenziale che se dovesse continuare, affos serebbe direttamente gli stati più indebitati - tra cui l'Italia - creando un clima sociale infuocato che favorirebbe i partiti più estremisti. Esattamente come è già successo nei Paesi del centro Europa, Polonia e Ungheria, Ucraina oppure baltici come Litua nia, Estonia dove squadre militarizzate di destra marciano normalmente con fanfare, svastiche e gagliardetti. E ora che anche l'Italia si è svegliata con un governo di destra postfascista, che cosa ne dovremmo dedurre? D'altronde, che gli Stati Uniti vedano il conflitto ucraino utile ai loro interessi
31 agosto 2021- LE TRUPPE AMERICANE LASCIANO L'AFGHANISTAN
geopolitici è stato dichiarato pubblicamente da Biden fin dall'inizi: «Questa non è una battaglia che non si vincerà nel giro di pochi giorni o mesi, dobbiamo prepararci al fatto che durerà a lungo»... «Vladimir Putin è un "tiranno" che "non può rimanere al potere» Invece, dopo nove mesi di guerra, gli europei, che si rendono conto di aver seguito con eccessiva imprudenza le direttive Nato perché ora rischiano di per dere migliaia di miliardi di euro e sprofondare in una crisi senza fine, cominciano a mettere in discussione questa ottusa escalation che ha contribuito a radere al suolo i territori dell'Ucraina per la cui ricostru zione si stimano mille miliardi di euro. Chi li sborserà? Quand'anche si arrivasse a parlare di un negoziato - sempre che Ze lensky sia disposto a trattare visto che ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza che gli vieta di negoziare con Putin - è ormai chia ro ai cittadini europei che le scelte fin qui operate dai loro governi si rifletteranno negativamente per decenni sul loro futuro. Sicuramente, né il popolo russo né quello americano - né tantomeno quello italiano - hanno alcuna voglia di morire per l'Ucraina e neanche di sopportare ancora a lungo le conseguenze di tutte le decisioni autolesionistiche
prese dai poteri nazionali e sovranazionali. Ecco perché non ci rimane che chiedere a chi dovere, di mettersi intorno a un tavolo di pace. Quando la politica si radicalizza, prendono il sopravvento gli slogan urlate dalla destra più estrema: la Storia questo ci ha insegnato e que sto ci conferma la cronaca su ciò che sta avve nendo in molti Stati europei in cui i gruppi e i partiti nazionalisti, per non dire neofascisti o neonazisti (non ultima l'Ucraina), sono entrati
nei Parlamenti e anche nei governi. Ricordiamoci che le guerre scoppiano anche quando nessuno sembra volerle e che in mo menti di allerta nucleare come questi, quando gli Stati Maggiori di tutte le grandi potenze si fronteggiano con i missili nucleari sulle rampe di lancio, un piccolo incidente - sempre possi bile - potrebbe scatenare la terza guerra mon diale e la conseguente fine dell'Occidente con i "suoi valori".
MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PACE
Promossa dalla rete Europe for peace L’ombra della guerra atomica si stende sul mondo La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei po poli fermare questa follia.
L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.
Questa guerra va fermata subito
Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza. L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavo ro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture. Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazio nale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.
L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.
Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.
Occorre garantire la sicurezza condivisa.
Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.
L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istitu zioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.
- CESSATE IL FUOCO SUBITO, NEGOZIATO PER LA PACE!
- L'ONU convochi una Conferenza internazionale di pace
- Mettiamo al bando tutte le armi nucleari
PAOLO TOMIO
Nato nel 1947, vive e lavora a Trento. Conclusi gli studi superiori, si iscrive al Corso su periore di Industrial Design presso il Magistero di Firenze con Pier Luigi Spadolini e Giovanni Klaus Koenig. Dopo aver frequentato il primo anno, si tra sferisce alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino dove, contemporaneamente, collabora come designer con uno studio tecnico che opera nel set tore dello styling automobilistico, del design e della grafica, progettando veicoli sportivi, industriali, city cars, arredi urbani e oggetti di design. Si laurea in architettura nel 1974 e comincia a eser citare l'attività libero professionale a Trento come progettista e direttore dei lavori realizzando opere di edilizia privata e pubblica in tutta la Provincia: scuole elementari e medie, centri sportivi, restauri di palazzi storici, edifici sportivi, interventi di arredo urbano. Progetta come designer innumerevoli arre di privati e pubblici e la realizzazione di oggetti pro dotti in piccola serie. Parallelamente all’attività professionale continua a coltivare l’interesse per il mondo artistico parteci pando, in gruppo con altri artisti o da solo, a decine di concorsi per sculture e installazioni da collocare in edifici pubblici. Interessato più alla ricerca e allo studio di metodologie della creazione-progettazione artistica mediante la definizione di sistemi comples si, aperti e ripetibili, che non alla creazione dell'ope ra unica, approfondisce il problema della riproduci bilità tecnica, della produzione seriale, dei multipli e delle potenzialità rese possibili dalle nuove tecno logie. Da sempre produce delle opere grafiche che affrontano il mondo della geometria e della compo sizione di volumi in cui è leggibile un chiaro riferi mento alle avanguardie storiche dell’architettura e dell'arte. Una sua opera "Frammenti di immagine,
immagine in frammenti" del 1982, fa parte della raccolta presso il Museo Provinciale delle AlbereMART di Trento.
Nel 2009 partecipa alla rifondazione di FIDA che da sindacato nazionale viene trasformata in FIDA-Tren to, associazione culturale trentina. Nel maggio 2012 ne diventa Presidente, fondando anche FIDA-Bozen, fino al dicembre 2015 quando presenta le sue dimis sioni per dedicarsi . Nel periodo della sua partecipa zione organizza e cura tutte le mostre dell'associa zione con il relativo apparato grafico.
Nel 2012, convinto della necessità di dover essere presenti criticamente in una provincia autoreferen ziale e di valorizzare le realtà artistiche locali, crea la rivista mensile digitale icsART di cui cura i contenuti, gli articoli, le immagini e l'impaginazione. Su icsART è pubblicata ogni mese un’intervista riccamente il lustrata a un artista trentino o altoatesino, oltre agli articoli di arte, cultura e politica internazionale. A tutt'oggi sono stati pubblicati 125 numeri sfogliabili online sul sito: icsart.com.
Tomio affianca all’attività artistica vera e propria anche la ricerca di tecniche di creazione grafica e la realizzazione di apparati grafici di esposizioni, di libri fotografici digitali di critica sociale e satira politica.
Dal 2009 sviluppa un ciclo di opere di impegno civile che utilizzano un libero assemblaggio di immagini grafiche, pittoriche e fotografiche rielaborate - per sonali e di origini varie - attraverso le quali intende ricostruire un nuovo mondo di relazioni e significati che nascano grazie al recupero delle memorie sedi mentate, alle nuove associazioni d’idee e alle perce zioni ed emozioni che suscitano nell’osservatore. Ha prodotto una serie di composizioni astratte policro me con forme plastiche e organiche libere e svinco late da riferimenti storici, che rimandano al mondo della Natura.
Dal 2013 è stato per quattro anni membro della Commissione Provinciale per i concorsi per le opere d’arte di abbellimento degli edifici pubblici.
Ha partecipato con Aldo Pancheri fin dalla fonda zione all'organizzazione delle mostra di "Arte Tim brica", tra cui la prima tenuta nel 2014 al MART di Rovereto. Dal 2016 è ritornato ad esplorare le po tenzialità della pittura acrilica, astratta e timbrica e, a partire dal 2017, anche figurativa.
Nel 2022 è subentrato a Sergio Bernardi come Presi dente del Cartello degli Artisti, una delle associazio ni artistiche storiche del Trentino.
ADESIONI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PACE
- Rete Italiana Pace e Disarmo - Campagna Sbilanciamoci! - #StopTheWarNow - AOI -Cooperaz. Solidarietà Internazionale - Solidarietà e Cooperazione - CIPSI - LINK 2007 - Forum Terzo Settore - La Gabbianella - Rete Salute Welfare Territorio - CGIL - CISL - UIL - FIOM - ARCI - ACLI - ANPI - Comunità di Sant’Egidio - EMERGENCY - LIBERA
- Marcia Perugia Assisi - Tavola della Pace - Comunione e liberazione - Assoc. Comunità Papa Giovanni XXIII - FRIDAYS FOR FUTURE ITALIA - Pro Civitate Christiana - Diaconia Valdese - Comunità Religiosa Islamica Italiana - GIM dei Missionari Comboniani - Associazione Articolo21. Liberi di - MCL Movimento Cristiano Lavoratori - FUCI - UISP Aps - Azione Cattolica italiana - ANCI - Legacoop - Altromercato - Banca Etica - Movimento dei Focolari - Greenpeace Italia - Oxfam Italia
- UDI – Unione Donne in Italia - SLOW Food ... e poi ancora, più di 400 associazioni e co operative pacifiste sindacali e culturali, sia religiose che laiche.
ART www.icsart.it
E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2022 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:
icsART N.11 2022
Periodico di arte e c2ultura della icsART
Curatore e responsabile Paolo Tomio
MERCATO DELL’ARTE ?
HA LEINE - EAU DE VOILETTE, 1921, scatola ovale in cartone di colore viola, bottiglia di profumo in vetro, 16,5 x 11,2 cm, venduto da Christie's New York 2009 a $ 8.913.000 (€ 9.039.000). (vedi a pag.28).
Duchamp è stato uno degli artisti più contro versi e originali del 20° secolo che ha contri buito a fare tabula rasa dell'arte precedente e diventato noto anche al grande pubblico per la sua provocatoria opera intitolata "Fountain", uno dei suoi primi "readymade" (già pronto) L'"opera" era un orinatoio maschile, capovolto e firmato 'R. Mutt' (lo pseudonimo dell'artista) presentato nell'aprile 1917 alla mostra organiz zata dall'American Society of Independent Ar tists che si rifiutò di esporla. Duchamp racconta come creò nel 2013 il suo primo readymade: «avevo avuto la felice idea di fissare una ruota
ECHIQUIER (Scacchiera), 1937, 64 quadrati di legno su compensato, 70 x 70 cm, venduto da Christie's New York 2013 a $ 2.573.000 (€ 2.610.000)
di bicicletta a uno sgabello da cucina e guardar la girare». Anche se la maggior parte dei primi readymade sono andati perduti o scartati, l'i dea diede inizio al suo nuovo concetto in base al quale “un oggetto ordinario è elevato alla dignità di un'opera d'arte per la mera scelta di un artista". Definire un qualsiasi oggetto opera d'arte fu un atto provocatorio, intrinsecamen te nichilista, ma che avrebbe trasformato la traiettoria dell'arte nel 20° secolo e continua a influenzare in modo profondo la cultura attua le. Sicuramente, senza Marcel Duchamp l'arte occidentale non sarebbe divenuta - nel bene e nel male - ciò che è oggi. Nato a Blainville-Crevon (Normandia) nel 1887 in una famiglia benestante, Marcel Duchamp non avrebbe potuto seguire una strada diversa: suo nonno materno era stato un pittore e oltre a lui, anche tre suoi fratelli sarebbero diventati artisti di successo. Il fratello maggiore Gaston, che si cambia nome e cognome in Jacques Vil lon, è un noto pittore cubista, l'altro fratello chiamato Raymond-Villon, un importante scul tore e la sorella, Suzanne Duchamp, pittrice da daista. Marcel dopo il diploma al Liceo di Rou en in filosofia e letteratura raggiunge i fratelli a Montmartre ma nel 1905 non viene ammesso
MARCEL DUCHAMP
alle Belle Arti anche se dimostrerà in seguito un vero talento artistico e un'intelligenza viva che si esprimeva nella passione per gli scacchi, una forma libera e disinteressata di "arte" menta le che lo porterà a guidare la squadra francese per le Olimpiadi degli scacchi. È questa sua du plice natura che lo porta a rifiutare la pittura, che egli chiamava "arte retinica", a favore di un impegno intellettuale che privilegiasse invece "l'idea" e che lo ha spinto a sviluppare i suoi nuovi concetti di arte che avranno un impatto rivoluzionario sull'arte del 20° e 21° secolo. Nel 1906 si stabilisce a Neuilly-sur-Seine, alla periferia di Parigi, dove realizza i primi dipinti ispirati da Cézanne, dal fauvismo e brevemen te, anche dal movimento cubista. Insieme al pittore franco-spagnolo Francis Picabia sviluppa una serie di lavori successivamente etichettato come Dada. "Nu discendente un escalier n°2" è un suo dipinto ad olio del 1912 criticato inizial mente e rifiutato dai cubisti in quanto troppo futurista ma diventato in seguito una delle sue opere figurative più famose. Nel 1915, già celebre artista, si trasferisce a New York entrando a far parte di un affiatato gruppo di emigrati che comprendeva il fotogra fo americano Man Ray che collaborerà a molti suoi lavori e Francis Picabia con cui partecipa alle manifestazioni Dada a New York. L'arti sta amava i doppi sensi e i calembours: 'Rrose Sélavy' che appare sul profumo Eau de Voilette vedi a pag.31 è lui travestito da donna e il nome è un gioco di parole che suona come "Eros c'est la vie" Eros, questa è la vita). Anche la scritta "L.H.O.O.Q." apposta sotto sua irriverente Gio
3 STANDARD STOPPAGES, 1964, custodia, doghe in legno, vetri, 125,5 x 18,5 x 6 cm, venduto da Christie's New York 2017 a $ 1.927.500 (€ 1.955.000)
conda con baffi e pizzetto divenuta un’icona del movimento Dada, suona come "Elle a chaud au cul (Lei ha caldo al culo, che significava 'Lei si concede facilmente'). Dopo il clamore sollevato da "Fountain", proce de con la creazione di molti altri readymade e, tra il '15 e il '23 realizza un'opera in vetro com plessa ed ermetica più conosciuta come "Le Grand Verre" (Il Grande Vetro, rimasto “defini tivamente incompiuto”) dal titolo, "La mariée mise à nu par ses célibataires, même"(La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, in cui "même" può significare 'anche' oppure 'mi ama' ("m'ai me"). Nel 1923 Duchamp, pur continuando a scrivere e creare in privato, abbandona le arti figurative per dedicarsi solo al gioco degli scac chi. Nel '41 realizza "La Boîte-en-valise" (La scato la in valigia), una raccolta di facsimili in minia tura delle sue opere contenuti in una valigetta di pelle, che descriverà come "un museo porta tile". Lavora a lungo su altre sei edizioni di 300 scatole diverse tra loro, una delle quali è stata battuta per 3milioni di dollari (vedi a pag.29). Marcel Duchamp muore nel 1968 a Neuilly-surSeine a 81 anni. Sulla sua tomba si può leggere l'epitaffio composto da lui stesso: «D’altronde sono sempre gli altri che muoiono”.
Nato e vissuto sempre a Guadalajara, città del Messico occidentale, Alejandro Flores è diven tato artista a tempo pieno solo quando ha po tuto abbandonare il suo lavoro di grafico alla "Vacor De Messico", oggi la principale azienda
FANTASIA
mondiale di biglie che produce ogni giorno ol tre 12milioni di "canicas de vidrio", le biglie di vetro che, stranamente, in inglese sono chia mate "glass marbles", marmi di vetro. Arrivato giovanissimo appena diplomato alla scuola d'arte, era stato incaricato dei disegni e dei bozzetti artistici da utilizzare nella pubblici tà e nella comunicazione: una grossa responsa bilità poichè le tipologie di biglie prodotte indu strialmente erano un centinaio, di dimensioni, disegno e finiture differenti. Grazie alla sua abilità con i pennelli nel dipinge re le complicatissime decorazioni inserite all'in terno dei tanti tipi di biglia, aveva realizzato tutte le immagini sia dei normali poster sia dei giganteschi tabelloni pubblicitari stradali che provvedeva a dipingere assieme a una squa dra di pittori sulle facciate delle case. É durante quella scuola pratica sul campo che il grafico ha appreso le differenti tecniche, gli strumenti e i trucchi da utilizzare per rappresentare le picco le palline di vetro che inglobano forme organi che complesse e caratterizzate da mille sfaccet tature, trasparenze, riflessi e tonalità sempre cangianti. Nel corso degli anni Flores ha elabo rato un suo stile personale diventando un vero maestro nella definizione dei chiaroscuri, sia nelle ombre proprie che sono parte integrante del volume sferico dell'oggetto e nelle superfici curve colpite dalla luce, sia nelle ombre portate che, favorendo la sensazione della profondità, generano nell'osservatore la percezione indi retta della forma.
Spinto dalla passione Flores ha cominciato a interessarsi a un settore di nicchia del mondo delle biglie, quello dei pezzi originali realizzati a mano da artigiani-artisti, famosi tra gli amatori, i quali spesso firmano in caratteri microscopi ci le loro opere d'arte. Le biglie di vetro fatte
BIGLIE, BIGLIE, BIGLIE
a mano, inventate circa nel 1840 a Lauscha, in Germania, furono prodotte fino agli inizi del 20° secolo quando, la prima guerra mondiale e l'invenzione dei macchinari per la produzione di pezzi perfettamente sferici negli Stati Uniti, posero fine alle biglie artigianali. Oggi esistono solo pochi piccoli artigiani che realizzano pochi pezzi artistici unici sempre diversi tra loro. Man mano che il suo compito in azienda si tra sformava nella ideazione e progettazione impa ginazione grafica, Flores ha cominciato a espor re al pubblico i suoi primi quadri personali che aveva eseguito per tutta la vita e che, natural mente, avevano come unico soggetto delle bi glie, esistenti oppure di sua invenzione. Tele inizialmente di dimensioni normali che nel
tempo sono diventate sempre più grandi fino a raggiungere dimensioni monumentali, spesso superiori ai quattro metri ma che non ha mai potuto esporre per questa ragione. Solo quan do nel 2010 è stata organizzata dal museo di Guadalajara una retrospettiva che ripercorreva la storia della biglia, i suoi dipinti sono stati vi sti dal grande pubblico e dalla critica che han no avuto modo di apprezzarli per la loro unicità e l'originalità pop. In fondo, in tutto il mondo, gran parte delle persone di ogni età ha giocato da bambino oppure si è trovata in mano una bi glia di vetro e, sicuramente ognuno, osservan dola da vicino, si è meravigliato di quella bellez za luminescente e inspiegabile, concentrata in una minuscola sfera perfetta.
THE TIME MACHINE
Il giovane fotografo ungherese Balint Alovits è conosciuto per aver pubblicato qualche anno fa il suo primo progetto (e ultimo, poi è scom parso dalle cronache), “The Time Machine”. Nonostante abbia iniziato il progetto nel 2013, Alovits ha deciso di rivisitarlo dopo qualche anno, riprendendo i suoi scatti preferiti con un occhio nuovo e un nuovo punto di vista. Forte della passione per la scoperta, dell'amore per l'estetica pura e del fascino per l'armonia tra la natura e gli ambienti creati dall'uomo, ha crea to delle immagini fotografiche che, seppur non del tutto originali, sono estremamente curate e perfette tecnicamente e riescono ad attirare l'osservatore.
Nato nel 1987 in Ungheria dove ha conseguito la laurea in fotografia presso la Budapest Me tropolitan University nel 2014, oggi lavora nel campo fotografico a Londra mentre sta conse guendo il Master in Fotografia e Filosofia pres so la Central Saint Martins. Come egli racconta, sin dall'inizio dei suoi studi MA, ha sperimen tato l'arte dell'installazione accanto alle sue opere fotografiche, influenzato da artisti come László Moholy-Nagy, André Kertész, Yayoi Kusa ma e Marleen Sleeuwits. I suoi primi progetti fotografici sono stati fortemente influenzati sia dalla Scuola di fotografia di Düsseldorf sia dai suoi interessi per l'architettura moderna indi rizzati nella ricerca delle tracce e le relazioni tra uomo e ambiente.
Balint ha fotografato per molti anni le scale di importanti edifici storici di Budapest, in parti colare quelle più suggestive "a chiocciola" di cui la capitale ungherese è tuttora ricca, documen tandole in una sua prima serie fotografica in cui mette in evidenza la qualità estetica evocata dai dettagli architettonici Art Deco e Bauhaus Que ste immagini hanno la particolarità di essere ip
STORIA DELL’ARTE
notiche, simili a illusioni ottiche, proprio a cau sa del punto di vista comune a tutte. «Le mie fotografie mostrano le scale a chiocciola dalla stessa prospettiva centrale» racconta Alovits in una sua intervista: «Con queste spirali è come se venisse trasmessa una sorta di energia, cre ando una nuova dimensione spazio temporale, evocando l’idea dell’infinito». Il punto di fuga di tutte le scale fotografate, infat ti, è sempre centrale, sia orientato dall’alto ver so il basso che viceversa, e la loro particolarità è proprio quella di essere percepite come degli organismi viventi in movimento. È per questo motivo che il fotografo ungherese ha chiamato il suo ciclo “The Time Machine", La Macchina del Tempo. Relativamente al titolo del suo pro getto, Alovits spiega che «Quando è catturata in una fotografia, la prospettiva trasforma questi gradini di marmo in 'portali temporali' che sem brano usciti da un film di fantascienza». Le sue interessanti fotografie possono essere descritte come un omaggio alle geometrie rigorose, alla bellezza delle forme perfette, alle prospetti ve concentriche senza fine. Documentando le eleganti scale storiche, la serie offre all'osser vatore la possibilità di notare caratteristiche e particolari architettonici che generalmente non vengono notati. Secondo Balint, le forme sinuo se circolari, triangolari, rettangolari, curvilinee, oblunghe delle scale, creano una diversa "ener gia di attrazione" se viste dall'alto verso il basso o dal basso verso l'alto. È proprio la ripetitività seriale privilegiata dal fotografo che crea l'ef fetto irresistibile e particolarmente riuscito, di catturare l'occhio in una spirale da cui è difficile uscire senza distogliere a forza lo sguardo. L' in terpretazione di Alovits è più poetica: «È come se ci si trovasse in un vortice tra due punti nello spazio e nel tempo».
News dal mondo
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP
BELLE HALEINE - EAU DE VOILETTE, 1921
UNTITLED LA BOÎTE-EN-VALISE, 1944
MONTE CARLO BOND (n. 30), 1924
BELLE HALEINE, EAU DE VOILETTE
Paolo Tomio OMAGGIO A MARCEL DUCHAMP
pag. 30 pag. 31
Novembre 2022, Anno 11 - N.11 pag. 28 pag. 29 pag. 32
MARCEL DUCHAMP, BELLE HALEINE - EAU DE VOILETTE, 1921 scatola ovale in cartone di colore viola, bottiglia di profumo in vetro, 16,5 x 11,2 cm, venduto da Christie's New York 2009 a $ 8.913.000 (€ 9.039.000).
MARCEL DUCHAMP, UNTITLED, La Boîte-en-valise, 1944 valigia con 68 stampe, 40,9 x 37,8 x 10,2 cm, venduto da Christie's New York 2015 a $ 2.965.000 (€ 3.007.000).
MARCEL DUCHAMP, BELLE HALEINE, EAU DE VOILETTE, china, aerografo, fotografia, collage su carta, 29,9 x 20,2 cm, con Man Ray, Sotheby's New York 2015 a $ 2.434.500 (€ 2.469.000)
PAOLO TOMIO: OMAGGIO A MARCEL DUCHAMP "I VASI DI PANDORA", 2014 striscione in PVC, 600 x 420 cm