icsART 2022 N.12 Ultimo ma non l'Ultimo

Page 1

PERIODICO della ics ART N.12Dicembre 2022
icsART

In copertina: PAOLO TOMIO, IL SENSO DEL DOLORE, 2017 particolare del trittico LA STRAGE DEGLI INNOCENTI - acrilico su tela, 80 x 80 cm

icsART sommario 12

Dicembre 2022 Anno 11, N.12

Editoriale

Politica culturale

Finché c'é guerra c'è Crosetto 2500 anni e non li dimostrano

pag. 4

pag. 5

pag. 8-21 pag. 22-234 Mercato dell’arte? Victor Vasarely

Eros o Thanatos? Ultimo ma non l'Ultimo

pag. 22-25 Congo experiments Animal Abstractions

Storia dell’arte pag. 26-27 Frederic Remington

News dal mondo

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

ZEBRE, 1932-1942

MAAMOR III, 1969

BOGLAR-I, 1966

VP - STRY, 1972/75

Paolo Tomio OMAGGIO A VICTOR VASARELY

pag. 30 pag. 31 pag. 33

pag. 32 pag. 34

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare

FINCHÉ C'É GUERRA C'È CROSETTO

I conflitti d'interesse sono la norma nella politica italiana (Berlusconi docet) ma finora non si era mai visto un Ministro della Difesa che facesse come lavoro il venditore di armi. Sì perché Guido Crosetto, nuovo ministro del governo Meloni, vive (bene, si immagina) vendendo armi e svolgendo a tempo pieno il ruolo di presidente dell’AIAD, Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. Nel 2020 è stato anche nominato presidente di “Orizzonte Sistemi Navali”, impresa creata come joint venture tra Fincantieri e Leonardo specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma, che ha lasciato dopo aver assunto il ruolo ministeriale. Volendo essere ottimisti, sarebbe uno dei pochi casi in cui un ministro è veramente competente nella sua materia. Purtroppo dobbiamo constatare che il conflitto c'è e anche preoccupante al punto che lo stesso Crosetto, parlando di un suo eventuale incarico alla Difesa, lo aveva negato considerandolo "inopportuno". Diciamo

che con tutto il rispetto per la serietà e l'onesta del nostro ministro, a pensare male si fa peccato (a chi ci crede) ma ci si azzecca. D'altronde, anche se ha un bel predicare Papa Francesco contro l'industria delle armi, questa è ormai una delle poche che tirano e anche il nostro Paese (e Crosetto) devono campare. Per il nostro sistema economico e di valori, vendere mutande, salami, biciclette oppure armi è la stessa cosa: i soldi son soldi e in fondo, è tutto grasso che cola (senza alcun riferimento). A Crosetto, infatti, è stato affibbiato - poco correttamente - il nomignolo di Ciccio Bomba Cannoniere, facendo riferimento sia alla mole che al mestiere. Invece, soprannominato dagli amici il gigante buono, Crosetto mostra in televisione un'indole tranquilla e gentile che contraddice la sua militanza politica. É addirittura arrivato a dichiarare ad Avvenire (il giornale dei vescovi): «Lo sguardo limpido del mondo della pace va capito, rispettato... Direi anche ammirato». Nel frattempo, ha già deciso un nuovo aumento della spesa per le armi.

4
EDITORIALE

POLITICA CULTURALE

2500 ANNI E NON LI DIMOSTRANO

Sono passati 50 anni da quando, nell'agosto del 1972, vennero rinvenuti in fondo al mare di Riace, in Calabria, due bronzi che si rivelarono capolavori unici della scultura greca del V secolo a.C. È incredibile come queste opere create 2500 anni fa, possano apparire ai nostri occhi assolutamente "moderne" nel senso che la loro inarrivabile bellezza è talmente naturale e classica allo stesso tempo, da rappresentare il canone universale dell'arte plastica.

I due guerrieri raffigurati nudi in una posa spontanea e autentica, ci raccontano dell'epoca ellenistica in il cui pensiero filosofico e artistico vedeva l'uomo al centro dell'universo e l'eroe, il padrone del proprio destino. Le due statue rinvenute nelle acque dello Ionio - come tutte le opere d'arte vere - non hanno bisogno di spiegazioni perché si spiegano da sé. Chiunque, a qualsiasi genere, età, cultura, nazionalità, religione appartenga, di fronte a questi due magnifici giganti alti due metri, dalle forme perfette, possenti ed eleganti, comprende cosa significasse l'arte per i greci e perché nessuno sia riuscito a eguagliare il loro ideale di bellezza.

Quando poi si pensi che queste meraviglie, sia sotto il profilo estetico che quello tecnico, sono state create 500 anni prima di Cristo, non si può che provare ammirazione per quel piccolo popolo di agricoltori, pastori, guerrieri, filosofi e artisti, che tanto hanno influenzato anche la nostra cultura.

5

ULTIMO MA NON L'ULTIMO

Con questo numero 12 di dicembre intitolato "Ultimo ma non l'Ultimo", si conclude l'avventura di icsART. Un traguardo raggiunto dopo undici anni di lavoro - dall'agosto 2012 al 30 dicembre 2022con un totale di 125 riviste pubblicate che, anche simbolicamente, arrivano alla fine di un periodo travagliato di tre anni di pandemia e nel pieno di una guerra economica che, stante la nota intelligenza della classe politica, potrebbe durare ancora a lungo o addirittura aggravarsi ulteriormente. In attesa della fine di un conflitto che non dipende nè dagli europei, assolutamente ininfluenti, nè dagli ucraini, che sono sacrificabili, ma dalle decisioni di Stati Uniti e Russia non sembrano aver alcun interesse a finire presto lo scontro. È ormai chiaro che, comunque vada, è finita un'epoca e se si arriverà a un qualsivoglia tipo di tregua, nulla tornerà più allo stato precedente. Men che meno l'Italia che da lungo tempo ha imboccato la strada della irrilevanza e deve sopravvivere s-vendendo i suoi servizi a vecchi e nuovi potenti. Si sa che il nostro non è un paese per giovani perché composto da vecchi e da giovani precocemente invecchiati, entrambi mitridatizzati da un sistema che frena qualsiasi cambiamento che possa mettere in discussione lo status quo. La tecnica di manzoniana memoria del "sopire e troncare, del troncare e sopire" funziona immutata ancor oggi: rassicurando gli anziani con una narrazione edulcorata dalla propaganda-pubblicità e sedando i giovani con il miraggio di un consumismo edonistico-narcisista infinito che maschera un futuro di lavoretti precari e sottopagati. Dopo la ritirata del Banchiere Solo al comando, è arrivata la Donna Sola al comando ma è fin troppo facile prevedere che anche questa Destra-Destra non combinerà nulla di positivo. In conseguenza delle sanzioni di guerra che ci siamo "auto-inflitti" come da ordini della Nato, 30 miliardi della manovra del nuovo governo verranno bruciati per far fronte al caro energia mentre ogni mese l'inflazione si mangerà il 12% dei soldi degli italiani. E chi non lavora o non ce la fa, entra a far parte dell'esercito dei 5.571.000 di poveri assoluti toccati nel 2021. Mai come ora siamo chiamati a decidere tra Eros o Thanatos, tra la pulsione verso la forza capace di creare la vita e la pace oppure la pulsione che ci spinge alla morte e all'autodistruzione.

Paolo Tomio

a sinistra: PAOLO TOMIO, "EROS O THANATOS", 2022 ABACO - stampa su plexiglass, 150x105 cm

in basso: PAOLO TOMIO, "L'OMBRA", 2012 ARTE VISIVA - stampa su plexiglass, 50 x 100 cm

Perché questa tua nuova intervista?

La ragione è semplice: mi hanno convinto gli ultimi tre artisti che, uno dopo l'altro mi hanno dato buca, sia non inviandomi dopo mesi di attesa il materiale promesso per la loro intervista, sia letteralmente scomparendo senza notizie. A quel punto ho capito che era meglio finirla lì e investire meglio il mio tempo su me stesso e ho risolto il problema con questa auto intervista.

bilità di trovare ogni singolo mese, anno dopo anno, argomenti sempre nuovi che potessero interessare i lettori (e il sottoscritto).

Ora potrò dedicarmi a portare avanti i mei lavori personali, mettere in ordine il tantissimo materiale accumulato in questi anni, aggiornare la serie degli almanacchi annuali che raccolgono gli articoli pubblicati e pensare a uscire saltuariamente solo con numeri monografici su argomenti che mi sembreranno di volta in volta particolarmente stimolanti.

Pensi quindi di proseguire ancora con la rivista?

Come mai hai deciso di interrompere la pubblicazione di icsART?

Dopo undici anni filati vissuti intensamente, di corsa e senza mai fermarmi, investiti nella pubblicazione di una rivista mensile, credo di aver raggiunto e ampiamente superato tutte le mie iniziali aspettative e sento il bisogno di staccare e iniziare ad affrontare nuovi temi. Creare centoventicinque numeri è stato stimolante ma anche defatigante per l'impegno e la responsa-

Non so se avrò ancora voglia di pubblicare perché prima devo staccare per un po' di tempo e anche ripensare il format visto che ogni numero mensile mi impegnava per centinaia di ore. Sicuramente non ci sarà più l'intervista all'artista del mese perché ormai ho già dato tutto quello che potevo in termini di tempo e fatica. Per me icsART è stata ed è parte integrante della mia attività artistica, è essa stessa un'opera d'arte concettuale, articolata, continua-

8
PAOLO TOMIO, "DALL'ORDINE AL DISORDINE", 2009 FORME MORBIDE - stampa su tela, 90 x 180 cm

tiva e prolungata nel tempo che si differenzia da quanto finora si è potuto vedere e perciò rappresenta a pieno titolo lo specchio della mia ricerca artistica. Ogni articolo, ogni immagine, ogni idea è il diario fedele delle mie scelte creative, contenutistiche, grafiche, estetiche, in ultima analisi artistiche ed è anche per questa ragione che ho ritenuto utile chiudere l'esperienza e trovare nuovi spunti per evitare, a me e al lettore, la noia della ripetitività.

Speciali. Una curiosità: dei 119 artisti, 92 sono uomini e 27 donne.

E relativamente al bilancio qualitativo?

Che bilancio si può trarre da questa esperienza?

È ancora troppo presto per tirare le somme su una mole di lavoro così ricco e complesso che ha raggiunto le 4500 pagine pubblicate che mi auguro, oltre ad essere esteticamente gradevoli, possano diventare una testimonianza storica unica.

Si può trarre un bilancio quantitativo che è evidente di per sé scorrendo l'elenco analitico alle pagine 20 e 21. Si possono evincere alcuni dati: dei 119 artisti intervistati, 100 sono trentini e 19 altoatesini a cui si aggiungono 6 Numeri

Invece, per quanto riguarda il bilancio qualitativo, il discorso si fa più difficile perché riguarda due aspetti, quello personale, soggettivo, del sottoscritto che ha prodotto la rivista, e quello generale, oggettivo, che attiene al parere dei lettori-fruitori.

Nel primo caso, evidentemente, non posso che ribadire la mia totale soddisfazione; nel secondo non è facile dare una valutazione oggettiva perché il pubblico artistico è difficile, esigente e quello trentino piuttosto restio ad esprimersi, quindi diciamo che icsART è piaciuta molto perché chi tace acconsente.

Ciò che conta, a mio avviso, è stato il percorso e il metodo di questa esperienza personale ma allo stesso tempo collettiva, nel senso che essendo stati coinvolti nel corso di questi anni

9
PAOLO TOMIO, "COMPENETRAZIONI SIMULATE", 2009 FORME MORBIDE - stampa su tela, 90 x 180 cm

ben centoventi artisti che si sono prestati con grande disponibilità a questa avventura e anche diverse migliaia di lettori, il giudizio finale spetta a loro.

Come si inseriscono nel percorso generale i sei Numeri Speciali?

A me rimane la speranza che queste riviste siano servite a chi le abbia lette o solo sfogliate influenzandone positivamente, magari inconsciamente, la sua idea dell'arte moderna.

Incontrare tutti gli artisti nei loro studi per scambiare opinioni e punti di vista sempre diversi e non scontati, è stata per me una grande esperienza formativa, un continuo apprendimento, una specie di aggiornamento ininterrotto che mi è stato immensamente utile. Ogni artista con cui mi sono confrontato mi ha dato qualcosa artisticamente e umanamente e di questo io sarò sempre loro grato.

Il primo Numero Speciale, è nato nel giugno 2016 per ricordare Silvano Nebl, un pittore trentino scomparso nel 1991, molto bravo ma rimasto a lungo dimenticato. Poi è seguito nel luglio 2019 lo Speciale quando icsART ha raggiunto l’ottavo anno della sua esistenza. Ad aprile 2020 è uscito un numero dedicato all'importante scultore, amico e collega, Mauro De Carli, morto nel 2008, e nell'ottobre 2020 un Numero Speciale ha ripercorso la storia dell'Arte Timbrica, la corrente artistica fondata dall'amico pittore trentino Aldo Pancheri a cui hanno di volta in volta aderito anche artisti nazionali e internazionali. A partire dal 2022 sono apparsi ben quattro Speciali: quello di maggio che festeggia il raggiungimento del 120° numero di PAOLO TOMIO, "AGGREGAZIONI CAOTICHE", 2011 FORME DURE - stampa su plexiglass, 80 x 80 cm

icsART, quello dell'ottobre che presenta i libri foto-grafici di satira politica e culturale da me realizzati parallelamente alla rivista con le edizioni icsART. Il Numero Speciale del novembre intitolato "Per la Pace", ha un taglio critico contro la gestione occidentale della guerra in Ucraina interessata più che a risolvere i problemi della popolazione, a prolungare il conflitto nella speranza di dissanguare la Russia per i propri interessi geopolitici. Infine, questo numero che chiude l'anno e, definitivamente, anche la stagione della rivista icsART.

Invece, proseguirai con gli annuari di icsART?

Certo perché il lavoro di storicizzazione di questa esperienza si concluderà quando sarà aggiornato l'archivio, digitale e cartaceo dei volu-

mi suddivisi per argomento in cui ho raccolto testi e immagini pubblicati in tutti i numeri di icsART fino al dicembre 2022. Si tratta di una serie di annuari in cui sono raccolti gli articoli scritti per le rubriche intitolate "Indici e copertine", "Omaggio a...", "Photo", "Mercato dell'arte?", "Storia dell'arte" e "Bufale"., Dopo questo ultimo aggiornamento, tutto ciò che è stato pubblicato sulla rivista sarà condensato in una ventina di fascicoli, tranne le interviste agli artisti del mese (lunghe quasi 2000 pagine), gli Editoriali e le pagine della rubrica Politica culturale. In questo modo saranno disponibili gli indici di tutti gli articoli pubblicati, suddivisi per argomento e facilmente consultabili da chi volesse risalire ai contenuti di ogni singolo numero.

PAOLO TOMIO, "LA MONTAGNA IMMAGINARIA",2011 FORME DURE - stampa su plexiglass, 80 x 80 cm

Come sono state scelte le immagini che illustrano l'intervista?

Poiché questo è l'ultimo numero di icsART, ho pensato di ripercorrere - molto sinteticamente - l'evoluzione (qualcuno potrebbe dire, involuzione) dei tanti periodi creativi che hanno accompagnato la mia attività artistica più specifica che si muoveva su percorsi autonomi rispetto alla rivista. Ho voluto utilizzare per la copertina uno dei miei pochissimi dipinti figurativi eseguito ad acrilico in occasione della mostra del 2017 "Guerre o Pace" . La tela, che si intitola "Il senso del dolore", fa parte del trittico La strage degli innocenti che racconta la guerra dall'unico pun-

to di vista che mi interessa, quello delle vittime innocenti; i bambini. In guerra gli adulti fanno la loro parte e, bene o male, comprendono cosa sta avvenendo mentre i bambini che non possono capire, pagano per le colpe dei grandi. La madre mediorientale annichilita dal dolore che tiene in braccio la bimba morta è la reinterpretazione di una fotografia di guerra che ha colto magistralmente un attimo di verità. Il dipinto parla di tutte le guerre in cui gli innocenti pagano con la vita o menomazioni fisiche e psichiche. Non esistono guerre buone o guerre cattive perché le ragioni che provocano i conflitti non sono di carattere morale o etico ma sempre di puro interesse economico o politico. La retorica dei paesi occidentali che fingono di difendere i loro "valori" vendendo armi in tutto il mondo, è decisamente ridicola. Quasi quanto

12
PAOLO TOMIO, "IPER PLASTICISMO", 2008 ARKITETTONICA - stampa su tela, 50 x 50 cm

quella della Russia nazista che invade e uccide per denazificare l'Ucraina.

Le altre illustrazioni riguardano opere molto diverse tra di loro?

Le opere che propongo fanno parte dei miei tanti periodi di questo ultimo decennio in cui ho affrontato temi visivi apparentemente molto diversi e mi rendo conto che per un artista cambiare troppo spesso è una scelta autolesionistica perché va a discapito della "riconoscibilità". D'altronde, mi sembra che ripetere sempre la stessa idea magari con minime variazioni, sia poco gratificante. Penso invece che, qualunque sia il lavoro che un artista affronti, sia presente sempre il suo stile personale, l'impronta generale che rappresenta il filo conduttore comune. Il ciclo nominato "Abachi" (vedi a pag.6) iniziato nel 2009 è stato stimolante perché mi ha permesso di staccarmi dall'astrazione geometrica a lungo approfondita e scavare nelle immagini che fanno parte del mio vissuto riportandole alla memoria e riassemblandole in un gioco guidato dal caso o da relazioni inconsce non razionali.

L'opera "Eros o Thanatos" (vedi immagine a pag.6) che ho creato quest'anno, a distanza di tredici anni dal primo Abaco, utilizza il libero assemblaggio di immagini grafiche, pittoriche, fotografiche rielaborate, personali o di altre origini, per reiventare un nuovo mondo di relazioni e significati che nascono grazie al recupero di memorie sedimentate, alle percezioni, alle emozioni e alle associazioni d’idee che suscitano nell’osservatore. Il rapporto che si viene ad instaurare tra queste immagini crea un reciproco scambio e interrelazione di forme e concetti, favorendo ispirazione e nuove associazioni d'idee. Nella composizione casuale di immagini, ciascuno riconoscerà proprie esperienze di vita, stati d'animo, emozioni o significati che fanno parte della sua storia personale. E' come un racconto cinematografico bidimensionale statico e non lineare, un'opera aperta composta da immagini indipendenti l'una dall'altra che si intrecciano tra di loro sotto gli occhi dell'osservatore che ne scopre trame e relazioni nascoste e, reinventandone sensi e significati, si crea tante proprie storie personali sempre diverse.

PAOLO TOMIO, "RETICOLI INFINITI", 2010 ARKITETTONICA - stampa su tela, 100 x 200 cm

La maggior parte delle tue opere però, sono state e sono tuttora astratte?

Le immagini che illustrano i periodi successivi ripercorrono le altre fasi delle mie ricerche che vertevano sull'astrazione, il linguaggio in cui mi riconosco e che, a mio avviso, rappresenta pienamente la contemporaneità. Anche se, come ho tentato di dire in presenza di contenuti pregnanti o sentimenti potenti e universali - ad esempio la guerra - proprio a causa della sua "astratta e ambigua genericità" non è in grado di incidere a fondo sulle coscienze.

Ad esempio, nelle "Forme morbide" (vedi immagini a pag.16 e 17) oppure nelle "Forme dure" delle aggregazioni rocciose (vedi imma-

gini a pag.10 e 11), l'ordine geometrico e architettonico che hanno caratterizzato per diversi anni le mie ricerche sulle forme organiche, nella loro totale astrazione, sono sicuramente intriganti ma si prestano a molteplici interpretazioni anche discordanti tra loro.

Voglio dire che la piacevolezza connessa alle forme degli artisti astratti rimane per definizione completamente avulsa dalla realtà - è questa la sua forza - ma anche del tutto inoffensiva e in fondo funzionale al sistema. Non a caso, gli espressionisti astratti americani sono i più venduti e amati per arredare i grandi spazi di architetture lussuose.

Nonostante ciò, continui a frequentare l'arte astratta?

14
PAOLO TOMIO, "TRA LE PIEGHE", 2014 FORME MORBIDE - stampa su plexiglass, 80 x 80 cm

Sì perché, come già detto, è il linguaggio in cui mi riconosco, sia nelle arti visive, che nell'architettura e nel design perché esprime la nostra modernità. Che poi l'indeterminatezza dell'astratto non sia criticata solo dal sottoscritto è evidente quando si constata un ritorno sempre più diffuso alla pittura più o meno figurativa in cui i soggetti o gli oggetti raffigurati rimandano l'osservatore a realtà più vicine alle sue esperienze di vita. Personalmente non mi vedo con pennello e tavolozza e per questo ho sempre privilegiato il computer che mi sembra uno strumento rivoluzionario che ha dilatato le potenzialità della mente, nel bene e anche nel male, in modi assolutamente mai visti prima. D'altronde, innumerevoli artisti famosi non creano personalmente le loro opere ma si limitano a "pensarle" e seguirne la realizzazione..

cm

A tutti gli intervistati hai posto in conclusione sempre tre domande. La prima: "Cos'è la bellezza?".

È vero, oltre alle domande specifiche sul loro lavoro, ho sempre chiesto a tutti gli artisti tre cose abbastanza semplici e, apparentemente ovvie, ma che invece, a mio avviso, sono alla base di qualsiasi impegno artistico ma, ancor più nelle arti visive. Altrimenti si dà tutto per scontato limitandosi a ripetere il già visto. Questa sulla bellezza, secondo me, è la più intrigante perché rimane sempre sospesa ma senza risposta su ciò che un artista tenta di creare perché è la parte più difficile, inafferrabile e che dà più soddisfazione: aver creato un

15
PAOLO TOMIO, "LE DOLCI CURVE", 2014 FORME MORBIDE - stampa su plexiglass, 80 x 80
16

qualcosa di bello è l'unico vero talento di un artista. Inventare qualcosa di "intelligente" non è difficile ed è cosa accessibile a molti, i quali sono sì intelligenti ma non sono capaci di creare bellezza. Se così non fosse, i migliori artisti sarebbero i matematici, i fisici, i microbiologi, ma così non è perché ciò che avviene nell'arte è una cosa diversa dato che «Il fare, in arte, è un modo di pensare e l’arte è una pratica che produce teoria».

La tua seconda domanda è: "Chi è l'artista?"

Personalmente mi sembra del tutto obsoleto il mito dell'artista che distilla il proprio talento

a sinistra: PAOLO TOMIO, "ELISEI", 2021 GRAFFIATI - acrilico su plexiglass, 60 x 42 cm

chiuso nella sua torre d'avorio perché l'artista ha perso progressivamente la sua funzione sociale e le peculiarità che l'avevano caratterizzato storicamente come tale. Oggi è una figura piuttosto marginale e per certi versi autoemarginato. Se in passato, infatti, l'artista aveva un proprio preciso ruolo culturale e soprattutto estetico, oggi conta solo come produttore di profitto economico. Ad esempio, in televisione non sono mai presenti gli artisti visivi che potrebbero portare un punto di vista qualificato su quegli argomenti che riguardano temi specifici come la bellezza, la creatività, la fantasia, il linguaggio visivo, l'immaginazione...oppure parlare del loro lavoro spiegandone i meccanismi interni, culturali, tecnici, psicologici. Invece, sull'arte intervengono solo critici, storici, curatori, che ne parlano in quanto "teorici" esperti della materia realizzata da altri.

17
PAOLO TOMIO, "VOLO LIBERO", 2016 ARTE TIMBRICA - acrilico su carta, 40 x 40 cm PAOLO TOMIO, "EQULIBRI INCERTI", 2016 ARTE TIMBRICA - stampa su carta, 40 x 40 cm

E infine, l'ultima: "Cosa è per te l'arte?"

Se dare una definizione di bellezza e di artista è oggi particolarmente complesso, forse è perché non si ha più chiaro cosa sia l'arte, un linguaggio di cui si parla continuamente dandolo come scontato ma tale non è. Noi tutti quando pensiamo all'arte il nostro pensiero va agli oggetti dell'arte, quadri, sculture, disegni, stampe... anche se ormai non esiste più un'arte, ma tante arti talmente diverse tra loro che è difficile riconoscerle come tali. L'arte è entrata in crisi da un secolo perché totalmente fluida, liquida, e quindi inafferrabile, spesso incomprensibile. Ha perso la ragione e il senso per cui è nata e ha difficoltà a trovarne degli altri, o forse ne trova talmente tanti che chiunque oggi può a pieno diritto, dichiarare di fare arte e definirsi artista.

in basso: PAOLO TOMIO, "PARADOXA", 2012 ARTE VISIVA - stampa su carta, 70 x 100 cm

Detto tutto ciò, secondo te, come si diventa un bravo artista?

La prima qualità, secondo me, è una predisposizione naturale che andrebbe favorita fin da piccoli. Altrettanto importante però, è sviluppare una passione, una forte spinta interiore verso questo tipo di espressione, che non si può apprendere ma che deve essere coltivata.

Ciò detto, bisogna ricordare che esistono gli artisti, i bravi artisti e, purtroppo, anche quelli mediocri. O peggio.

UNICEF- SALVA I BAMBINI CHE VIVONO IN GUERRA: più kit d’emergenza doni, più bambini salverai https://donazioni.unicef.it/landing-emergenze/bambini-guerra

a destra: PAOLO TOMIO, "SUL MARE LUCCICA", 2021 ASSEMBLAGE - tecnica-mista, 40 x 30 x h 2 cm

18
19
20
125 NUMERI DI icsART ago 2012 - dic.2022
Paolo Tomio
21 icsART N.12 2022 Periodico di arte e c2ultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio PERIODICO della icsART N.7Luglio 2022 E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2022 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo: icsART ics ART www.icsart.it

MERCATO DELL’ARTE ?

VICTOR VASARELY (1906-1997), ZEBRE, 19321942, olio su tela, 120 x 100 cm, venduto da Christie's London nel 2017 a GBP 485.000 (€ 560.000) (vedi a pag.28). Quest'opera, creata nel 1937, è considerata uno dei primi esempi di Op art e Victor Vasarely, nato Győző Vásárhelyi, è ampiamente considerato il creatore dell'Op art - lo stile basato sull'illusione ottica. Nato a Pécs, in Austria-Ungheria, il 9 aprile 1906, il giovane Győző, dopo aver frequentato medicina per due anni che contribuiscono a dargli una solida base scientifica, nel '27 si iscrive all'Accademia d'arte di Budapest approfondendo principalmente la pittura accademica classica ma dopo due anni passa al Mühely, una scuola che segue le teorie del Bauhaus specializzandosi in arti grafiche e design tipografico. Nel 1930 lascia l’Ungheria per stabilirsi a Parigi dove inizia a lavorare come grafico presso diverse agenzie pubblicitarie proseguendo con il

suo lavoro più artistico. Nel periodo fino al dopoguerra pone le basi della sua ricerca estetica, esplorando le tematiche che approfondirà negli anni successivi. Profondamente influenzato da astrattisti geometrici come Kazimir Malevich (a cui dedicherà "Hommage à Malevič" nel '52) e Piet Mondrian, il pittore studia e sperimenta gli effetti ottici e dell'illusione attraverso l'uso del colore e della forma geometrica. A partire dal '33 iniziano ad apparire nelle sue opere i contrasti tra bianco e nero e i motivi di zebra e tigre mentre tra il 1935 e il '47, influenzato dal Cubismo e dal Surrealismo, ritorna alla pittura concentrandosi sui generi classici come il ritratto, la natura morta e il paesaggio. Inizierà a sviluppare il suo stile distintivo completamente astratto dopo il successo ottenuto dalla sua prima mostra personale nel 1944 a Parigi. Dal suo soggiorno a Belle-Isle nascono le opere del cosiddetto periodo “Belle-Isle” (1947-58) che segnano il passaggio all’astrazione totale in cui conclude che la "geometria interna" può essere vista sotto la superficie del mondo intero e concepisce che forma e colore sono inseparabili: «Ogni forma è una base per il colore, ogni colore è l'attributo di una forma.»

Il pittore, che basa le sue astrazioni su calcoli matematici e teorie scientifiche, considera il suo lavoro come una correlazione diretta e visivamente percepibile con l'energia, lo spazio, la materia, il movimento e il tempo. Mette a punto la metodologia le "forme nelle forme che gli permette di organizzare gli elementi della composizione in milioni di variazioni diverse, utilizzando forme geometriche di base come cerchi, quadrati, ellissi, romboidi e una gamma di colori illimitata che, uniti alla prospettiva assonometrica, sfruttano gli effetti spaziali di colori freddi e caldi e contrasti tra chiaro e scuro.

22

VICTOR VASARELY

Al periodo “Denfert” (1951-58) in cui produce i curiosi disegni ispirati alle pareti della stazione metro di Denfert-Rochereau a Parigi, seguono i periodi “Cristal-Gordes” (1948-58) con opere in cui si giustappongono forme dai colori contrastanti e “Bianco e nero” (1950-65) duranta il quale realizza dipinti in bianco e nero cinetici e vibranti che riprendono le iniziali ricerche grafiche. Crea una serie di pezzi di sculture mobili caratterizzate da un innato senso del movimento che espone nel 1955 con i rappresentanti dell’arte cinetica alla Denise René Gallery e, nello stesso anno, pubblica il suo Manifeste jaune. Nel '59 brevetta il sistema "Unités plastique", un alfabeto plastico basato su poche forme geometriche e colori di base che permette di produrre arte seriale con infinite permutazioni. Continuando ad approfondire gli studi sul movimento e sulla percezione, Vasarely arriva nelle sue opere a un connubio tra razionale e illusorio che ritornerà nel cosiddetto periodo “Vonal” tra il '64 e il '70 quando riprende temi lineari e grafici del periodo “Bianco e nero” rendendoli più vivi con l'inserimento del colore.

É con la mostra "The Responsive Eye" del 1965, allestita al MoMA di New York e dedicata interamente all'Op Art, che si consolida definitivamente la sua fama internazionale di artista "optical" Qualche anno dopo ha inizio il periodo “Vega” in cui la deformazione degli elementi della composizione crea l’effetto ottico di rigonfiamento delle superfici del dipinto. Più tardi nella sua carriera si avventura nella scultura in vetro raggiungendo un'esperienza ottica ancora più straordinaria. Nel 1976 apre due suoi musei, la Fondation Vasarely a Aix-en-Provence e il Vasarely Museum a Pécs realizzando il suo ideale che l'arte debba essere accessibile a tutti coerentemente con il suo motto "Art for All". Victor Vasarely muore a Parigi il 15 marzo 1997 all'età di 90 anni.

23
CHILLAN, 1957, olio su tela, 159 x 147,5 cm venduto da Christie's Parigi 2020 a € 442.000 CHEYT STR, 1971, acrilico su tela, 190 x 213 cm venduto da Sotheby's London 2012 a GBP 187.250 (€ 218.000)

CONGO EXPERIMENTS

Alla Mayor Gallery a Londra è stata inaugurata nel dicembre 2019 un'importante retrospettiva di circa 55 dipinti per ricordare un artista autodidatta il cui nome d'arte era Congo, morto giovanissimo prima di poter godere dei meritati riconoscimenti che gli erano stati pronosticati. Riuscì comunque a divenire una celebrità degli anni ’50 - amato da tutti e invidiato da nessuno - stella della televisione grazie al suo mentore, il professore D. Morris il quale lo ospitò frequentemente nel programma televisivo che contribuì a renderlo molto popolare. Alla mostra della Mayor è stato presentato anche un catalogo ragionato in edizione limitata che ripercorre la breve e intensa vita di questo artista anomalo. Congo purtroppo morì di tubercolosi nel 1964, all’età di soli 10 anni lasciando un grande vuoto in chi l'aveva conosciuto, primo fra tutti Il professore Morris dell'Università di Oxford che era stato il suo "mentore artistico" dal 1956 al '59.

La fama di Congo si è mantenuta sempre viva e grazie alle aste, tra cui quella di Bonhams nel 2005, le sue opere sono state battute a prezzi considerevoli. Il valore totale delle sue 55 opere esposte alla retrospettiva si aggirava intorno ai 220mila dollari, con un ventaglio che andava dai 1.800 ai 7.400 dollari per pezzo.

Ah, dimenticavo! Il giovane artista Congo era un piccolo e simpaticissimo scimpanzè ospite dello zoo di Londra che con le sue manine nere e rugose ha creato ben 400 dipinti durante i tre anni di lavoro. E il professore era il celebre zoologo ed etologo, oltre che pittore dilettante, Desmond Morris, autore di libri di successo mondiali come "La scimmia nuda - Studio zoologico sull'animale uomo" pubblicato nel 1967 e della "Biologia dell'arte" (1969) in cui descriveva la specie umana attraverso lo sguardo dell'etologo, esaminando gli esseri umani come specie

24

ANIMAL ABSTRACTIONS

che confrontava con gli altri animali. Nel 1957 curò una manifestazione sull'arte degli scimpanzé all'ICA di Londra in cui erano incluse anche una serie di opere di Congo che furono apprezzate da molti "colleghi" e acquistate da illustri artisti come Picasso e Mirò. Salvador Dalì espresse dei giudizi elogiativi nei confronti dello scimpanzè precisando con il noto spirito caustico: «La mano di Congo è quasi umana, quella di Pollock è del tutto animale”. Gli studi di Morris sono stati un serio tentativo di comprendere la capacità degli scimpanzé di realizzare ordine e simmetria nonché di esplorare a un livello più primordiale la forza che sta dietro il nostro desiderio di creatività artistica. É vera arte la loro? Prima forse si dovrebbe definire cos'è arte e comunque, osservando i lavori di Congo, molti artisti di nome rimasero sbalorditi perché le sue tele-gestuali non avevano nulla da invidiare a quelle di tanti pittori più famosi. Ognuno può tirare le proprie conclusioni: qualcuno penserà che si tratti solo di scarabocchi casuali di un animale privo di coscienza; qualcun altro vi vedrà lo stesso spirito che muove gli artisti umani: l'irresistibile fascino della magica interazione tra mano, pennello, colore e carta che ha cambiato la nostra percezione del mondo.

Osservando le fotografie di Congo che intinge il pennello nei colori sul suo tavolo di lavoro, si può notare l'intensa concentrazione e il piacere che egli traeva nel dipingere, come è stato testimoniato da Morris. E per la verità, ciò che distingue gli uomini dagli animali, più che le dimensioni del cervello e il grado di intelligenza, è la tanta e gratuita cattiveria verso questi esseri innocui così simili a noi in quanto nostri parenti più prossimi, dato che abbiamo il 99% del DNA in comune con gli scimpanzè

25

FREDERIC REMINGTON

L'epopea del Far West è il fondamento su cui poggiano l'ideologia e l'immaginario collettivo degli americani e che ci permette di comprendere la loro cultura di oggi con la mitizzazione del II° Emendamento della Costituzione il quale sancisce che «...il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.» L'artista che più ha influenzato questa idealizzazione della "frontiera" e di uno dei suoi personaggi più amati - il cowboy - è Frederic Remington (1861-1909), le cui illustrazioni, sculture e dipinti sono tra le rappresentazioni iconiche del Far West più apprezzate della storia americana. Il successo delle sue opere deriva dalla loro capacità di evocare nell'osservatore il pathos delle scene che raffigura invitandolo ad essere partecipe della narrazione e delle emozioni inscenate. Infatti, il suo inconfondibile stile compositivo anticiperà e influenzerà la visione cinematografica nei confronti del selvaggio Ovest.

Nato a Canton nello Stato di New York da una illustre famiglia americana, Frederic, studia arte alla Yale University ma deve lasciare dopo tre semestri in seguito alla morte del padre. All'età di 19 anni, Remington compie il suo primo viaggio nel Montana ed è allora che nasce il suo amore per il West che durerà tutta la vita. Nel 1882 pubblica su una rivista il suo primo disegno di un cowboy del Wyoming; nell'85, dopo aver viaggiato in tutto il sud-ovest, si stabilisce a New York diventando in pochi anni famoso come illustratore e narratore della vita di frontiera. Trascorre la maggior parte della sua carriera in città ma continuerà a viaggiare in tutti gli Stati Uniti per documentare un mondo che va scomparendo. Impara a modellare l'argilla e nel 1895 crea "Broncho Buster", la sua prima scultura in bronzo di un cow boy che sta domando un cavallo impennato in un'azione altamente dinamica e drammatica, che ottiene un

successo immediato. Seguiranno nel corso degli anni decine di bronzi che vedono protagonisti i suoi soggetti preferiti, cow boy, trapper, nativi, soldati, scout, in sella ai loro cavalli e impegnati in quelle azioni rischiose come battaglie, domature, cadute, agguati, addestramenti, fughe, incontri con animali pericolosi, che hanno contribuito a dare vita alla leggenda sulla vita libera e avventurosa degli abitanti del West. La scultura del 1906, "Coming Through the Rye" (Venendo attraverso la segale, vedi a sinistra), rappresenta un momento di sfrenata allegria di cow boy ubriachi che festeggiano lanciando al galoppo le loro cavalcature e sparando pistolettate in aria. Un'opera plastica estremamente dinamica che ha richiesto all'artista un grande sforzo tecnico per raffigurare la gestualità eccitata ricca di dettagli dei cavalieri e la complessa anatomia dei quattro cavalli in corsa che toccano terra con solo sei zoccoli.

a sinistra: COMING THROUGH THE RYE, 1906 bronzo, 76,8 cm di altezza, venduto da Christie's New York 2017 a $ 11.223.500 (€ 10.832.000)

Durante l'ultimo decennio della sua carriera Remington esplora anche una pittura a colori più espressiva lavorando su questo tema con grande impegno e cimentandosi in più di settanta notturni apprezzati per la loro originalità e freschezza, trascende le sue origini di illustratore riuscendo a conquistare anche il riconoscimento della critica ufficiale a lungo cercato.

In "A halt in wilderness" (Una fermata nel deserto, vedi in alto) del 1905, raffigura una pattuglia di cavalleria nel deserto innevato intorno al fuoco che crea un'atmosfera oscura, misteriosa e piena di presagi. Nella serie delle sue scene notturne, la tavolozza per lo più monocromatica è spesso accentuata dal bagliore del fuoco mentre la luna funge da principale fonte di luce diffondendo la sua luce argentea sul terreno. Frederic Remington muore nel 1909, a quarantotto anni, per complicazioni a seguito di un'appendicectomia.

in alto: A HALT IN WILDERNESS, 1905, olio su tela 68,6 x 101,6 cm, venduto da Sotheby's New York 2012 a $ 2.770.500 (€ 2.673.000)

27 STORIA DELL’ARTE

Dicembre 2022, Anno 11 - N.12

News dal mondo

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

VICTOR VASARELY,

ZEBRE, 1932-1942

MAAMOR III, 1969

BOGLAR-I, 1966

VP - STRY, 1972/75

Paolo Tomio OMAGGIO A VICTOR VASARELY

pag. 30 pag. 31 pag. 33

pag. 32 pag. 34

30
VASARELY, ZEBRE, 1932-1942, olio su tela 120 x 100 cm, venduto da Christie's Lodon 2017 a GBP 485.000 (€ 560.000).
VICTOR
31 VICTOR VASARELY, MAAMOR III, 1969, acrilico su tela 199,3 x 199,3 cm, venduto da Sotheby's New York 2021 a $ 226.800 (€ 218.000).
32
250
2017 a € 300.000
VICTOR VASARELY, BOGLAR-I, 1966, acrilico su tela
x 250 cm, venduto da Christie's Amsterdam
33 VICTOR VASARELY, VP - STRY, 1972/75, acrilico su tela 200,6 x 200,6 cm, venduto da Sotheby's New York 2011 a $.272.500 (€ 262.000)

PAOLO TOMIO: OMAGGIO A VICTOR VASARELY "SILLABARIO COMPUTAZIONALE ", 2011

SILLABARI - stampa digitale su tela, 160 x 160 cm

ics ART

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.