PERIODICO della icsART N.9 - Settembre ANNO 2017
icsART
In copertina: CARLA CALDONAZZI, TASAINERI, VAL DEI MOCHENI, 2016, penna a feltro su carta, 23x28 cm
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icsART
sommario
Settembre 2017, Anno 6 - N.9
Editoriale
Emergenza Italia!
pag. 4
Politiche culturali
l'Italia, il Paese più bello del mondo
pag. 5
Intervista ad un artista
Carla Caldonazzi
Mercato dell’arte?
Robert Rauschenberg
pag. 20-21
Matematica dell'arte
Voronoi Artists
pag. 22-23
Storia dell’arte
Weston e Adams
pag. 24-25
pag. 6-19
News dal mondo ROBERT RAUSCHENBERG
JOHANSON'S PAINTING, 1961
pag. 28
ROBERT RAUSCHENBERG
RIGGER, 1961
pag. 29
ROBERT RAUSCHENBERG
STUDIO PAINTING, 1961
pag. 30
ROBERT RAUSCHENBERG
BED, 1955
pag. 31
IL CAOS PRIMA DEL GRANDE ORDINE, 2011
pag. 32
Omaggio a ROBERT RAUSCHENBERG
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EDITORIALE EMERGENZA ITALIA! Molti anni fa, intrigato da un fenomeno tipicamente italiano, avevo cominciato ad annotarmi quelle che abitualmente i mass media chiamano "emergenze": l'elenco dopo un po' era diventato talmente lungo che ho preferito rinunciare. Dato che il problema "emergenze" nel Paese più bello del mondo (vedi a lato) pare stia addirittura accelerando, vale la pena di aggiornare lo stato dell'arte. Tralasciamo per amor di Patria le storiche, "normali" emergenze criminali, politiche, sociali nazionali (spesso coincidono) che ci assillano da sempre perché organiche al nostro Paese. Evitiamo le solite emergenze economico-finanziarie: deficit, banche, evasione fiscale, subprime, corruzione, esportazione capitali, derivati, disoccupazione ecc. perché strutturali al nostro sistema. Non citiamo le emergenze legate alla salute, o inquinamenti di terra, acqua, aria, cibi ecc.. Cerchiamo solo di elencare le ultimissime che dipendono in buona parte dall'ignavia e insipienza di chi dovrebbe prevenirle e, possibilmente, risolverle. Solo in questi ultimi mesi abbiamo affrontato - oltre alle "classiche" - le "emergenze" esondazioni, incendi, frane, fuga cervelli, ISIS, terra dei fuochi, eruzioni, neve, gelo, topi, terremoti, immigrati, inondazioni, mozzarelle, crollo edifici, valanghe, rifiuti, crollo viadotti, falsi invalidi, disastri ferroviari, acquedotti, vaccini, incendi, calura, furbetti, siccità, voucher, ghiacciai, sfratti, povertà, orsi, razionamento, abusi edilizi, femminicidi, trombe d'aria, xilella, schiavitù, uova, razzismo, vipere, malaria... Si stanno preparando le emergenze Kim Jong-un, meteoriti... Tutto ciò però ha stimolato il genio italico: dal 2013 si svolge annualmente in italia il "REAS Salone dell'Emergenza", la fiera leader per la gestione dell’emergenza! 4
POLITICA CULTURALE L'ITALIA, IL PAESE PIÙ BELLO DEL MONDO Di questi tempi c'è poco da stare allegri: abbiamo raggiunto un record di sfighe che neanche Fantozzi sarebbe riuscito a collezionare (vedi a lato) ma, siccome al peggio non c'è mai fine, chissà che non riescano a stupirci. Per fortuna, ogni tanto una buona notizia per il nostro Paese ci permette di far ricorso alla nota filosofia nostrana: "Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato ... scurdámmoce 'o ppassato". La buona nuova è che l'Unesco ha riconosciuto a due nuovi siti italiani il titolo di Patrimonio dell'Umanità: alle opere difensive veneziane di Palmanova, Bergamo e Peschiera del Garda e a dieci faggete secolari che si estendono dalla Toscana alla Calabria. Salgono quindi a 53 il numero dei siti italiani iscritti nella prestigiosa lista dell'Unesco, il che consente al nostro Paese di mantenere il Primo Posto al Mondo Sia beni monumentali che bellezze naturali, quindi, a dimostrazione che l'Italia è stato un paese bellissimo e lo rimane ancora, nonostante molti connazionali si siano impegnati - si impegnino quotidianamente - per distruggere millenni di Storia. Perché, sia ben chiaro, noi stiamo vivendo di rendita su quello che ancora rimane del nostro passato remoto e prossimo. Pier Paolo Pasolini, un genio finito ammazzato nel 1975, aveva scritto: «Io credo nel progresso, non credo nello sviluppo. E nella fattispecie, in questo sviluppo». Secondo lui si sarebbe dovuta trascinare sul banco degli imputati un'intera classe politica accusata di «...distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabile dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media... della stupidità delittuosa della televisione». 5
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Intervista a CARLA CALDONAZZI Contrariamente all'ego esageratamente (e spesso immotivatamente) sviluppato di molti artisti, quella di Carla Caldonazzi è la personalità di una signora gentile e elegante che lavora da sempre per coltivare - senza proclami e autopromozioni - una passione tanto sincera quanto profonda. La pittura e il disegno sono strumenti indispensabili per esprimere le proprie impressioni sulla bellezza che vede in tutto ciò che la circonda. Innanzitutto le "sue" montagne che ama da sempre, meta di pazienti studi en plein air per renderne la maestosità con poche pennellate sapienti e tinte delicatissime. Poi le bellezze naturali: i tronchi, i paesaggi e le baite di montagna, espressione dell'intelligenza umana nella lotta-simbiosi con la natura, rappresentate con rapidi e abili tratti in bianco e nero ma, soprattutto, le rose, un fiore antico simbolo della perfezione, della caducità ma anche della passione e di un animo romantico. I suoi dipinti su carta pazientemente preparata con un fondo alla caseina dalle tinte calde, assumono così un'atmosfera immediatamente morbida, intima e vissuta. Un altro soggetto preferito da Carla è quello più vicino alla sua quotidianità ma non per questo meno interessante per chi, come lei, sappia osservare con sensibilità le forme che la natura riesce a creare anche nelle realtà più comuni: un insieme di mele rosso fiammante o le "umili" verze le quali - reinterpretate dalla poesia dell'artista - diventano un oggetto misterioso, quasi alieno, dal disegno che si trasforma in pura astrazione. La pittura figurativa, sobria e meditata, di Carla Caldonazzi non si propone di rivoluzionare il mondo dell'arte né, tantomeno il mondo tout court, vuole solo testimoniare che l'arte - come è sempre stato - dovrebbe nascere dalla voglia di mettersi in gioco per parlare dei propri sentimenti più intimi e privati e, non solo e non tanto, di costruzioni concettuali emotivamente impersonali. Paolo Tomio A sinistra: BORGO VALSUGANA, 2016, tempera su carta e caseato, 70x50 cm
In basso: VAL DE MEZDI', 2017, tempera su carta e caseato, 35x50 cm
Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti alla pittura?
in seno ad un altro gruppo direi storico perché sto parlando di "La Cerchia" che quest'anno compie 31 anni di sodalizio. Naturalmente fondamentale è stato l'incontro con Mariano Fracalossi - umanissimo e profondo uomo di cultura nonché raffinato e sognante artista promotore instancabile della cultura trentina e non solo, il quale dandomi coraggio nei primi approcci sapeva anche attivare un senso critico in relazione al proprio operato.
Il mio approccio operativo alla pittura (segretamente un desiderio covato negli anni) inizia negli anni 70 presso il Gruppo Studio Arti Visuali nella storica sede di Palazzo Roccabruna dove, in un clima di fermento ed entusiasmo, facevo le mie prime emozionanti esperienze. Era un clima veramente speciale, tutti lavoravamo con fervore e con molto "spirito di gruppo". Spirito di gruppo che mi contraddistinguerà negli anni. Infatti è continuato e continua ancora
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato agli inizi?
VAL DE MEZDI', 2017, tempera su carta e caseato, 35x50 cm
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VERZA, 2008, tempera su carta e caseato, 35x50 cm
All'Istituto magistrale Rosmini ho avuto la fortuna di avere come insegnante di Storia dell'Arte Remo Wolf il quale, anche attraverso tecniche per allora innovative (diapositive ecc.) mi ha fatto "innamorare" del Rinascimento. Quindi i massimi come Leonardo, Michelangelo, poi Caravaggio e tutti... mi sono rimasti dentro.
prima al GSAV e poi a La Cerchia e UCAI mi ha permesso di conoscere molti pittori-artisti che hanno tracciato l'arte in Trentino (solo per citarne alcuni Mariano Fracalossi, Carlo Bonacina, Marco Bertoldi, Cirillo Grott, Silvano Nebl, Cesarina Seppi) ma anche le mie trasferte in alcuni paesi dell'America Latina in Messico, Argentina, Paraguay, Cile e Canada (con il Cile, ad esempio, sono ancora vivi interessanti interscambi culturali). Mi hanno fatto conoscere e stimare autori validissimi come Ector Martinez Arteche, Nereo de la Pena, Eva LauraMoraga, Jaime Cruz e Teresa Razeto.
Nel corso della tua carriera, hai conosciuto artisti locali o nazionali? Il termine "carriera" non lo sento riferito a me. Il mio è stato solo un amorevole approccio necessario al mio vivere. Quindi l'appartenere 9
Oggi, cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea? Se per arte contemporanea si intendono performances, installazioni, videoart ecc. non sono preparata per darne un giudizio, ma devo dire che non sono attirata particolarmente da questo tipo di espressione artistica. Forse tra 40 o 50 anni, come è successo nel passato, molti artisti non erano riconosciuti nel loro tempo e divennero apprezzati diversi anni dopo.
Prima di approdare al tuo linguaggio figurativo hai sperimentato anche forme più astratte di espressione? No, sono sempre partita nel classico modo, cioè imparando prima a disegnare (sempre copia dal vero) per poi approdare al colore.
Qual è la tecnica artistica che utilizzi principalmente nella tua attività? Quando lavoro in bianco nero lavoro su carta e uso un pennarello Pilot. Se invece penso ad
VERZA, 2017, tempera su carta e caseato 35x50 cm
10 MELE, 2005, tecnica mista su carta e caseato, 40x70 cm
un soggetto in colore, la base rimane sempre una carta spessa (tipo rosaspina) che copro con il caseato di calcio, antica tecnica che il maestro Mariano Fracalossi mi aveva insegnato. Praticamente la calce spenta unita al formaggio grana crea una base sulla quale mi trovo a mio agio per stendere colori ecc..
Poi è stato il tempo delle "verze" , anche in questo caso ero stregata dalla particolare bellezza di questo vegetale. Così come la storia di secoli di forza dei nostri castagni, larici ecc. percepiti come splendide "sculture vegetali".
Come sono nati i tuoi cicli pittorici più intimisti sui fiori, la frutta e le verze?
E quelli sulla montagna e i suoi edifici?
Il mio è un rapporto istintivo, intimo, e quindi legato alle varie fasi della vita: come nei rapporti interpersonali si vivono amori, cosi, di volta in volta, ci si abbandona al fascino che determinati soggetti trasmettono. In particolare la meravigliosa natura nella quale viviamo è il mio mondo. Ho iniziato così con la mia prima personale sul tema "mela" affascinata dalla bellezza del frutto e anche, forse, non dimenticando l'aspetto simbolico che il frutto ha significato nel tempo.
Per mia fortuna sono nata e vivo in un ambiente naturale ricchissimo di stimoli visivi: ho cominciato con la natura morta, mele, poi verze, rose, poi l'albero, boschi ruscelli montagne strutture rustiche armoniose (tablà). Ho attinto abbondantemente. E' incredibile lo spettacolo delle nostre montagne dove le luci sono sempre diverse e le atmosfere quasi metafisiche che i silenzi della montagna trasmettono sono uno stimolo molto forte al mio fare. 11
I tuoi soggetti derivano sempre da un modello reale o sono anche inventati?
Disegni 'en plein air'?
montani del Trentino e dell'Alto Adige, sono soggetti ai quali mi avvicino affascinata dalla loro bellezza rustica ma nello stesso tempo poetica. Infatti hanno un'armonia che riflette una filosofia di vita sicuramente difficile ma intrisa di valori umani che non ritrovo piĂš nella realtĂ attuale.
Sicuramente, e in genere in bianco e nero. I miei disegni, generalmente rustici della val dei Mocheni in particolare, ma anche in ambienti
Sbaglio, o non hai dipinto mai persone e anche animali?
Reale, non riesco a prescindere dal reale.
Animali no, studi di figura dal vero e ritratti sĂŹ. ROSA ROSAE 1, 2016, tempere e acrilici su carta e caseato, 35x50 cm
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ROSA ROSAE 2, 2016, tempere e acrilici su carta e caseato, 35x50 cm
Come definiresti il tuo stile? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile?
Ritieni di rappresentare nelle tue tele concetti o emozioni? Sei interessata ad un “messaggio” nell’opera?
Usando la tecnica del caseato già menzionata, ho cercato di interpretare il soggetto che mi piaceva nel mio modo che mi porta a sottolineare determinati aspetti stimolanti, tralasciandone altri, cercando di farli vibrare sulla superficie sulla quale lavoro. In definitiva è una realtà, ma la mia realtà.
Attraverso la forma ed il colore cerco di trasmettere le emozioni che io stessa provo nell'operare. No concetti. Mi piacerebbe arrivasse la bellezza che il soggetto che sto elaborando mi trasmette. 13
Esiste, secondo te, una “pittura femminile” oppure l’arte non ha sesso? Per me esiste chi sa dipingere, sia uomo o donna, quindi l'arte non ha sesso. Forse è probabile che la non presenza femminile nel campo artistico nel corso della storia sia dovuta al fatto che alla donna fossero stati demandati altri compiti.
Come ti sembra il panorama dei pittori trentini d’oggi?
VERZA ROSSA, 2017, tempera su carta e caseato 35x50 cm
Conosco parecchi pittori di buon livello, anche se penso che alcuni non siano adeguatamente valutati a livello nazionale. Più da vicino i componenti il gruppo La Cerchia di cui faccio parte hanno un percorso artistico di sicuro spessore tracciato da vite dedicate totalmente all'Arte.
Segui la “politica culturale” trentina? Pensi che si possa fare di più o meglio per il settore artistico? Per ciò che concerne la "politica culturale" trentina trovo un po' assente l'assessorato alla cultura della Provincia Autonoma di Trento. Inoltre, gli spazi ci sono e per alcuni dovrebbe
RUSTICO A PREDAZZO, 2016, penna a feltro su carta, 28x23 cm
esserci una selezione piĂš attenta alla qualitĂ delle opere esposte. Infine ritengo che alcune mostre, come "legno" (Galleria Civica di Trento), dovrebbero essere valorizzate in una logica di scambio tra le varie istituzioni culturali.
presente sul mercato esterno? Alcune iniziative espositive dovrebbero, come ribadito sopra, essere inserite in una rete di scambi perlomeno a livello nazionale. Per quanto riguarda il settore privato prevale l'a-
Cosa manca al Trentino per poter essere piĂš 15
spetto economico (gallerie) che di conseguenza raramente coincide con i valori dell'arte locale.
Chi è l’artista? Una persona che vuole andare "oltre".
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori?
E, per finire, cosa è per te l’arte? Il superamento del reale in altro reale.
La bellezza, come già esplicitato sopra, è per me un valore fondamentale che condiziona il mio modo di operare. In questo mondo così drammaticamente negativo, ho urgente bisogno di bellezza.
In basso: ROCCE BLU (Gruppo Sella), 2014, tempera su carta e caseato, particolare, 35x50 cm
A destra: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI, 2016 tempera su carta e caseato, 70x50 cm
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"Omaggio a Silvano Nebl" Palazzo Assessorile Cles 1993 "Insieme per un girotondo SOS" Trento 1994 "18 artisti trentini" Santiago, La Srena, Valparaiso (Cile), San Sebastian (Spagna) 1995 "Montagna montagne" Palazzo Trentini, Kempten 1996 "Un esempio, una scommessa di libera associazione all'insegna dell'arte" Palazzo Geremia 1997 "Burattineide" Gall. Fogolino "Omaggio a Lino Lorenzin 1998 "Gli artisti trentini raccontano la SIT" "A flauta magica" Belo Horizonte (Brasile), Rosario (Argentina) 1999 "una storia da rivivere, altre da ammirare" Casa Sardagna Meano "Nel giardino delle Esperidi. La mela fra mito e realtà" Palazzo Trentini 2000 "El arbol" Asuncion (Paraguay) "Omaggio a Marco Bertoldi 2001 "Historia y leyendas del universo alado" Palazzo della Regione TN, Hermosillo (Mexico) 2002 "Omaggio a Carlo Bonacina" Gall. Fogolino "Storie di montagna" Sala della Regione TN Ist. It. Cultura Bruxelles, Bois du Cazier (Belgio) Communale Galerie (Berlino) 2003 "Lunario" Gall. Fogolino, Art Gallery Carrier Toronto (Canada) "Caldonazzo - appuntamento d'arte" 2004 "La città e il fiume" Gall. Fogolino 2005 Mostra-omaggio a M. Fracalossi - Soluzioni immaginari - cavalieri aquiloni e altre storie" Palazzo Trentini 2006 "Legno da musica" Palazzo Roccabruna "Venti d'arte - La Cerchia e la città" 2007 "Memoria contadina" Palazzo Trentini "Il Borgo tra realtà e fantasia" Borgo V. "Altrove" Gall. Fogolino- agdale de Kino (Messico) 2008 Omaggio a Cesarina Seppi "Paesaggio della memoria" Sala Thun 2009 "Canto pintado" Gall. Fogolino , Magdalena de Kino (Messico) "Trentino e oltre" Palazzo Calepini 2010 "Omaggio a Remo Wolf - Nel segno di Villon" Gall. Fogolino 2011 "Un tempo nell'arte- 25 anni", Sala Thun "En el nombre de Villon Omaggio a Remo
CARLA CALDONAZZI Negli anni 70 inizia la sperimentazione pittorica presso il Gruppo Studio Arti Visuali di Trento con la direzione artistica di Mariano Fracalossi. La sua prima mostra personale è del 1984 presso la Galleria Fogolino di Trento. Successivamente personali a Caldonazzo, Riva del Garda, Trento, Mestre, Venezia, Innsbruck, Hermosillo (Mexico). Fa parte del gruppo di artisti trentini “La Cerchia” del quale è stata presidente dal 2004 al 2015. Fa parte anche dell’UCAI.Molte le sue partecipazioni a collettive in Italia e all’estero (Messico, Brasile, Cile, Argentina, Paraguay, Stati Uniti, Canada, Germania, Austria, Spagna, Belgio). Con il gruppo di artisti trentini "La Cerchiia" partecipa a tutte le iniziative espositive durante i 31 anni di attività e sono 123 le mostre fin qui realizzate. carla.tn@virgilio.it Personali 1984 Galleria d'arte Fogolino Trento 1985 Galleria La Cella Mestre Galleria Il castello Trento 1991 Galleria La Cella Mestre 1994 Galleria Le due spine Riva del Garda 1995 Instituto Sonorense de cultura in Hermosillo e nelle città di Guaimas, Obregon, Alamos (Messico) 1997 "Teutonia 1876 - Kulturtage 1997" Innsbruck 2000 Caldonazzi a Caldonazzo centro La fonte 2005 Carla Caldonazzi - Giorgio Tomasi Centro La fonte Caldonazzo Aula magna Istituto Magistrale A.Rosmini Trento 2016 Carla Caldonazzi e Adriano Fracalossi "Luoghi" Gall. Fogolino Trento Collettive 1992 "El encuentro de dos mundos" Palazzo della Regione, Hermosillo (Messico) "Immagini di Villazzano"
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Wolf" Santiago (Cile) 2012 "Immagini al presente" Gall. Fedrizzi Cles "Storie d'acqua" Sala Thun 2013 "Sequenze" Sala Thun "cinquant'anni - 31 artisti trentini per il SOS" Palazzo Calepini 2014 "Nuvole" Sala Thun 2015 "Vermiglio 1915-2015, l'esodo" Vermiglio "Silenzio" Sala Thun Segnalazioni 1978 "Premio A.Tomaselli" Strigno 3° premio 1980 "Premio A.Tomselli" Strigno 2° premio 1984 Premio di pittura "A. Gualazzi" Galleria Il castello Trento premiata 1987 "Biennale di pittura e grafica 1987 Tione" diploma di merito 1988 "4° Edizione Biennale di pittura a Volano" 1992 "5° Biennale triveneta d'Arte sacra" Mestre premiata 1998 "8° Biennale triveneta d'Arte sacra" Mestre UCAI collettive 1989 "Arte sacra 89" Pal. Trentini Trento 1990 "Ex voto" Gall. Fogolino Trento 1991 "Stefano Bellesini" C.C.I.A Trento 1992 "Artisti trentini 92" S.Giorgetto Verona 1993 Galleria Studio d'Ars Milano "Anch'io per grazia ricevuta" Collegio Arcivescovile Trento "Verso l'altro, insieme" 1994 "Ex libris" Galleria Fogolino Trento 1995 "Giovanni Nepomuceno de Tschsiderer" Palazzo Pretorio Trento 1997 "Via Crucis per la chiesa di S.Anna in Rabbi" Galleria Fogolino Trento 1998 "Miserere" Museo Diocesano Trento 2000 "Eclairs sur l'Au délà" Palazzo pretorio Tn 2001 "Veni Sancte Spiritus" Museo Diocesano Tn 2002 "Trinità" Trento Lisignago Calceranica 2004 "Chiara d'Assisi - chiarore delle luce perenne" Trento Borgo Valsugana "Magnificat" Trento 2006 "Il viaggio intrapreso al richiamo" Centro B.Clesio Trento Dalla Via Crucis alla Via Lucis" Centro B.Clesio Trento Verona Roma 2008 "Incanto dell'essere" Museo Diocesano Tn 2010 "Venite adoremus" Roma 2015 "Croce e gloria" Via Crucis per Rovereto sulla Secchia
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ART E' possibile sfogliare o scaricare tutti i numeri degli anni 2012-2013-2014-2015-2016-2017 della rivista icsART (ex FIDAart) dal sito icsART all'indirizzo:
www.icsart.it icsART N.9 2017 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
PERIODICO della icsART N.9 - Settembre ANNO 2017
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MERCATO DELL’ARTE ? il giovane Robert (il cui vero nome è Milton Ernest) si iscrive nel 1943 a farmacologia all'Università del Texas ma abbandona a causa della dislessia non diagnosticata: «Sono stato considerato lento; mentre i miei compagni di classe stavano leggendo i loro libri di testo, ero attirato dal margine». Rauschenberg deve unire sempre lo studio teorico con l'apprendimento dal mondo e dalle persone attorno a lui, cercando di imparare da tutto e da qualsiasi cosa: «Non riuscivo a capire le istruzioni di ciò che stavo facendo in classe così sono uscito per le strade...». Dopo aver studiato all'istituto d'arte del Kansas e all'Académie Julian a Parigi, nel 1948 si iscrive ai corsi dell'ex docente del Bauhaus, Josef Albers, tenuti al prestigioso Black Mountain College nel North Carolina; qui diventa amico del compositore John Cage, del ballerino-coreografo Merce Cunningham, di Cy Twombly e Jasper Johns; alcuni di loro, insegnanti all’istituto, saranno amici, amanti, collaboratori con cui progetta negli anni scenografie, costumi e coreografie per spettacoli teatrali. Si trasferisce a New York e sposa nel 1950 l'artista Susan Weil con cui realizza cianografie su carta sensibile del corpo umano, ma si separa dopo due anni partendo per un lungo viaggio con l'artista Cy Twombly. Impegnato a mettere in discussione la definizione di opera d'arte e il ruolo dell'artista, nel 1951 crea White Painting, un ciclo di monocromi bianchi il cui scopo è ridurre la pittura alla sua natura essenziale, a questi seguirà dal 1953 al 1954 la serie Black Painting e Red Painting. E' a partire dal 1954 che ha inizio la fase fondamentale della sua carriera, quella dei "Combine" (combina, unisce) che durerà fino al 1962, un assemblaggio-collage dadaista che associa la pittura con una vasta gamma di oggetti pre-
ROBERT RAUSCHENBERG, (1925-2008), Johanson's Painting, 1961, olio, metallo, tessuto, legno, carta, spago, cornice, spazzola da barba e lattina su masonite, 142x122,5x17,5 cm, venduto da Christie's New York 2015 a $ 18.645.000 (€ 16.868.000) (vedi a pag. 28). Innovativo iconoclasta considerato uno dei principali artisti del movimento Neo Dada e figura cruciale nella transizione dall'Espressionismo astratto ai movimenti successivi, Rauschenberg è rimasto creativo e sperimentale per oltre sessant'anni dimostrando la sua intensa e costantemente rinnovata curiosità sia nella ricerca di strade nuove e imprevedibili che nell'uso di una immensa varietà di media, dalla pittura ad olio alla fotografia, alla scultura, al collage, al ready made, all'object trouvé fino alla performance. Di origini ebraico-tedesche e sangue cherokee, 20
ROBERT RAUSCHENBERG si dalla vita quotidiana vestiti, giornali, fumetti, trapunte, fotografie, detriti urbani, animali impagliati. Né dipinti né sculture, ma entrambi contemporaneamente. Uno dei "Combine" più discussi e famosi rimane "Bed" del 1955 in cui Rauschenberg usa il letto e il cuscino come superfici su cui incollare i propri oggetti quotidiani e stendere colori gocciolanti con una tecnica gestuale (vedi a pag. 31). Nello stesso anno, notando la recessione del mercato petrolifero texano a causa di un surplus di produzione, inventa la serie "Gluts" (Surplus) trasformando in sculture pezzi di metallo, parti di automobili, rottami industriali, segnali stradali e distributori di carburante. Nel 1971-72 crea "Cardboards" (Cartoni), sculture a parete realizzate con il cartone di scatole recuperate per strada, tagliate, incollate e piegate dall'artista conservando la loro storia con scritte, etichette e macchie originali. Rauschenberg è anche un pioniere della serigrafia, una tecnica che sperimenta a fondo trattando l'intera storia della cultura visiva come un immensa banca dati da manipolare e utilizzare a piacimento, anticipando le tante opere con-
Combine, 1954, collage olio, giornale, tela, tessuti, lampadine, due radiometri, 64x39x9,5 cm, venduto Sotheby New York 2014 a $ 5.765.000 (€4.225.000)
temporanee in cui vengono usate immagini per creare immagini nuove. Di questo artista vanno ricordati anche il forte impegno pacifista, ed ecologico sociale finalizzato ala difesa dell'ambiente e a promuovere lo scambio tra culture diverse nel mondo. Rauschenberg è stato uno spirito libero e aperto che trovava il proprio piacere personale nel rompere le regole e usare tutto quello che lo ispirava e, nel caso non esistesse, inventarlo. Scriveva nel 2001: «So che l'arte ha l'energia per cambiare menti e cuori. L'arte è una potente fonte di fatti e di gioia». Bait, 1963, olio e inchiostro su serigrafia 152,4x152,4 cm, venduto da Sotheby's New York 2015 a $ 6.746.000 (€ 6.103.000)
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VORONOI ARTISTS Che la matematica non abbia nulla a che fare con l'arte è un luogo comune che attecchisce quando un insegnamento scolastico ottusamente teorico e nozionistico confonde la meccanica applicazione di regole con la capacità di affrontare un problema - teorico o pratico - mediante ragionamenti che lo riportino all'interno di soluzioni matematiche o geometriche. Secondo sir Michael Atiyah, medaglia Fields 2010, «La matematica collega l’arte e la scienza in una grande impresa: tentare di dar senso all’universo», e per Henri Poincaré, matematico, fisico, filosofo, fondatore della topologia e della teoria del caos, gli atti puri d’intuizione sono fondamentali nella costruzione della conoscenza in generale e della matematica in particolare. L’atto d’intuizione, dunque, non è solamente prerogativa dell'arte ma una presenza preponderante in tutte le teorie che anche il matematico deve "creare". Il diagramma di Voronoi (o tassellatura di Voronoi), è un particolare tipo di decomposizione geometrica con cui si suddivide qualsiasi spazio bi o tridimensionale in una serie di "celle". Nel
caso semplice di un insieme di punti P dati su un piano, il diagramma permette di associare ad ogni singolo punto una propria "regione" (forma poligonale) ottenuta in modo che tutti i punti della regione stessa siano più vicini al punto P che non agli altri punti giacenti sul piano. La definizione può sembrare complicata ma la si può comprendere intuitivamente sapendo che questo tipo di tassellature si utilizzano per identificare il campo di atterraggio più vicino a un aereo in volo oppure per trovare l'ospedale più vicino alla propria posizione in movimento. Ovviamente i poligoni irregolari risultanti sono condizionati da tutti gli altri punti presi in considerazione: modificando il numero e/o le posizioni di uno o più punti, si modificano automaticamente tutte le celle circostanti per adattarsi alla nuova geometria. Si tratta di un metodo dinamico per ottenere mediante calcoli complessi delle "regioni" poligonali, impreviste (e non prevedibili) a causa delle diverse "forze di attrazione invisibili" che obbligano le forme di queste celle "elastiche" a
MATEMATICA DELL'ARTE trasformarsi in funzione delle "forze" circostanti per ritrovare un nuovo equilibrio. Questo approccio geometrico-matematico consente di ottenere infinite forme a cui attribuire altrettanti colori, semplicemente giocando con poche variabili come il numero dei punti dati, la loro posizione sul piano (secondo un disegno regolare o casuale). E' chiaro che le regioni più strane e inattese si ottengono disponendo i punti secondo logiche non regolari: in questi casi, il programma (è piuttosto complicato realizzare manualmente questi diagrammi) disegna in tempo reale i poligoni con i relativi colori in base alle nuove variabili che si inseriscono. Uscendo dal campo più specialistico della matematica per entrare in quello che attiene all'estetica e, quindi, all'arte, è evidente che le potenzialità offerte da queste tassellature non potevano non intrigare gli artisti appartenenti al filone dell'astrazione geometrica, in particolare quelli da sempre interessati alle metodologie della creazione e percezione delle forme. La giovanissima pittrice polacca emergente Katarzyna Kwiatkowski, ha pensato di ricorrere a dei semplici diagrammi interattivi di Voronoi, facilmente scaricabili da Internet, per sviluppare una serie di composizioni da sfruttare come base per i propri dipinti astratti ad acrilico, eseguendo all'inizio dipinti dai formati normali (vedi a destra, due sue opere 100x100 cm), per poi arrivare a realizzare quadri di dimensioni monumentali alti 2.50 cm e lunghi fino a 5 metri (vedi a sinistra). Il sistema messo a punto dall'artista consente di confrontare prima i risultati più stimolanti in piccola scala a monitor e poi sperimentare le gamme di colori su stampe cartacee prima di procedere all'esecuzione vera e propria a spatola e pennello. Al di là delle infinite forme
sempre diverse tra loro, è nelle gamme dei colori che l'artista cerca di approfondire i temi che la intrigano e che l'avvicinano stranamente alle problematiche analizzate da Paul Klee nella sua "Teoria della forma e della figurazione".
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WESTON E ADAMS Nell'asta di Christie "Photographs Including Property Sold to Benefit the Elton John AIDS Foundation" tenuta questo aprile a New York, due fotografie in bianco e nero, una di Edward Weston eseguita nel 1925 e l'altra di Ansel Adams del 1938, sono state battute a prezzi eccezionali a dimostrazione di come la fotografia in bianco e nero del '900 sia ormai considerata un'arte a tutti gli effetti, ricercata da parte dei collezionisti nonostante la sua origine meccanica e la possibilità di essere tecnicamente riproducibile in più copie. Nel 1932 Weston insieme ad Adams e altri cinque fotografi avevano fondato il Group f / 64 (l'apertura più piccola di diaframma con cui si ottiene la massima profondità di campo), con lo scopo di promuovere una nuova estetica "modernista" in opposizione al "pittorialismo", lo stile fotografico dominante nel primo 900. La fotografia di EDWARD WESTON (18861958), NUDE, 1925, stampata su carta palladio,
18,1x22,6 cm, firmata dall'autore, datata e annotata 'Edendale' sul verso, ha realizzato - nonostante le ridottissime dimensioni - il prezzo record di 871.500 $ (€ 749.000). Weston è stato un fotografo statunitense tra i più importanti della prima metà del '900, considerato il maestro della fotografia modernista che più ha rotto con le convenzioni catturando i suoi soggetti in composizioni molto radicali. Questo "Nudo" del 1925 esemplifica la sua capacità di controllare perfettamente la modella nella ricerca di forme ideali, trasformando il corpo posto in posizione supina e nessuna linea dell'orizzonte visibile in un elegante e astratto paesaggio sensuale. Weston era ritornato quello stesso anno da un suo soggiorno di tre anni in Messico dove era stato profondamente influenzato culturalmente e politicamente dai colleghi, artisti e poeti che vivevano in quel paese come Diego Rivera, Frida Kahlo e, in particolare, la sua manate la fotografa Tina Modotti
STORIA DELL’ARTE
che aveva spesso posato per dei nudi. La grande immagine di ANSEL EASTON ADAMS (1902-1984), CLEARING WINTER STORM, Yosemite National Park, California, 1938, stampa su gelatina d'argento del 1970-1975, 102,5x138,8 cm, è stata battuta a $ 559.500 (€ 481.000). Ansel Adams è stato un fotografo statunitense molto amato per le sue immagini in bianco e nero di grandi dimensioni (murales) di paesaggi naturali e, in particolare della sua grande passione, il parco nazionale Yosemite. Fin da quando era giovane la passione ambientalista e la fotografia naturalistica sono state sempre al centro della sua vita personale e dell'attività professionale. Era considerato un genio della
tecnica, consultato da Polaroid e Hasselblad e autore di dieci manuali di fotografia, senza la sua padronanza tecnica, infatti, non avrebbe potuto reagire con immediatezza alle mutevoli condizioni di un ambiente di montagna. Pur fotografando anche a colori, Adams è riuscito a trovare un 'senso maggiore del colore' attraverso le immagini in bianco e nero: nel 1927, usando un filtro rosso con una lunga esposizione, aveva scoperto come catturare l'effetto drammatico ricercato: «Non il modo in cui il soggetto è apparso in realtà ma come mi è sembrato». Nel 1980 è stato insignito dal presidente Carter della Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti.
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Settembre 2017, Anno 6 - N.9
News dal mondo ROBERT RAUSCHENBERG
JOHANSON'S PAINTING, 1961
pag. 28
ROBERT RAUSCHENBERG
RIGGER, 1961
pag. 29
ROBERT RAUSCHENBERG
STUDIO PAINTING, 1961
pag. 30
ROBERT RAUSCHENBERG
BED, 1955
pag. 31
IL CAOS PRIMA DEL GRANDE ORDINE, 2011
pag. 32
Omaggio a ROBERT RAUSCHENBERG
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ROBERT RAUSCHENBERG, Johanson's Painting, 1961, olio e materiali vari su masonite, 142x122,5x17,5 cm da Christie's New York 2015 a $ 18.645.000 (€ 16.868.000)
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ROBERT RAUSCHENBERG, Rigger, 1961, olio e materiali vari su tela, 259x152.4x26.7 cm, venduto da Christie's New York 2017 a $ 12.275.000 (€ 10.925.000)
ROBERT RAUSCHENBERG, Studio Painting, 1961, olio e mate- riali vari, In due parti, 192,8x185,4x5,2 cm, venduto da Christie's New York 2010 a $ 11.058.500 (€ 9.042.000)
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ROBERT RAUSCHENBERG, Bed, 1955, Olio e matita su cuscino, trapunta e fogli su supporti in legno 191x80x20 cm, collezione MoMa
PAOLO TOMIO: Omaggio a ROBERT RAUSCHENBERG IL CAOS PRIMA DEL GRANDE ORDINE, 2011 Pittura-scultura con materiali vari, 165x105x25 cm
ics
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