icsART 2018 N.8 Laurina Paperina

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PERIODICO della icsART N.8 - Agosto ANNO 2018

icsART


In copertina: LAURINA PAPERINA, PIECE OF HELL (VERY SMALL), 2018, tecnica mista su tela, 70x70 cm


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icsART

sommario

Agosto 2018, Anno 8 - N.7

Editoriale

A Hard Rain’s a-Gonna Fall

pag. 4

Politiche culturali

Glasgow School of Art

pag. 5

Intervista a un artista

Laurina Paperina

Mercato dell’arte?

Richard Diebenkorn

pag. 20-21

Segni e segnali

Pop Art on the Roads

pag. 22-23

Storia dell’arte

Vendere cara la pelle

pag. 24-25

pag. 6-19

News dal mondo RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 126, 1984

pag. 28

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 48, 1971

pag. 29

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 20, 1969

pag. 30

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 89, 1975

pag. 31

Mediterraneo # 10, 2016

pag. 32

Omaggio a RICHARD DIEBENKORN

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


EDITORIALE A HARD RAIN’S A-GONNA FALL And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, and it's a hard, And it's a hard rain's a-gonna fall. E una forte, e una forte, e una forte, e una forte, e una forte pioggia cadrà. Così cantava Bob Dylan nel 1962: la forte pioggia parla di una fine che sta arrivando e, «i proiettili avvelenati che contaminano le acque» dell'ultimo verso, si riferiscono a tutte le menzogne che la gente sente alla radio e legge sui giornali. Da allora non sembra che le cose siano molto migliorate nè per la 'forte pioggia', nè per 'i proiettili avvelenati' visto che la crisi economica italiana si sta trascinando da almeno un decennio con esiti pesantissimi per fasce sempre più ampie di popolazione. I dati del rapporto annuale pubblicato in giugno dall'ISTAT sul numero di poveri in Italia (chi non può permettersi un paniere di beni e servizi essenziali per uno standard di vita accettabile), segnalano un nuovo record storico negativo. Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1.778 .000 famiglie residenti in cui vivono 5.058.000

individui; rispetto al 2016 (vedi grafico in basso), la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie (1 milione e 619 mila), sia di individui (4 milioni 742). L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (6,3% del 2016) e all’8,4% per gli individui (dal 7,9% precedente). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica che inizia dal 2007. La povertà assoluta diminuisce tra gli occupati, dipendenti e indipendenti, e aumenta tra i non occupati; cresce prevalentemente nel Mezzogiorno ma anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord. Negli ultimi dieci anni i poveri assoluti sono passati dai 1.789.000 del 2007 ai 5.058.000 del 2017, cioè sono aumentati di 3.269.000 unità. Rispetto al 2016 (e a tutta la serie storica precedente) aumenta anche la povertà relativa che comprende chi non può permettersi una spesa media di 1.085 € mensili per 2 persone. Riguarda 3.171.000 famiglie residenti (il 12,3%, contro il 10,6% del 2016) in cui vivono 9.368.000 individui (il 15,6% contro il 14,0% dell’anno precedente). In totale nel 2017 in Italia vivono 14.426.000 persone povere assolute e relative.

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POLITICA CULTURALE GLASGOW SCHOOL OF ART La Glasgow School of Art, il capolavoro di Rennie Mackintosh, il maggior architetto e designer scozzese moderno e il più celebre tra gli europei del XX secolo, è bruciata quasi completamente (vedi foto aerea in basso). Non ci sono state vittime ma la distruzione del complesso è un dramma per l'architettura, per il design e l'arte e anche per la città che è meta di studenti di tutto il mondo interessati a seguire i corsi in un istituto di prestigio ma anche di turisti, studiosi e storici, attratti dalla qualità unica degli esterni e degli interni progettati in ogni singolo dettaglio da Mackintosh. Una vera 'opera totale', stilisticamente ed esteticamente omogenea, simbolo del Liberty scozzese e del fascino raffinato dell'architetto fondatore del "Glasgow Style". Come si può vedere dalla drammatica immagine, sono rimaste in piedi le strutture murarie perimetrali ma la situazione statica è tutta la valutare perché, dopo un incendio di tale por-

tata, anche le murature sono sottoposte a temperature elevatissime che possono averne pregiudicato la funzionalità; per quanto riguarda le coperture e i solai interni, in legno o putrelle di ferro, il problema è ancora più grave perché probabilmente irrecuperabili. Così per gran parte degli arredi fissi e mobili, tutti disegnati da Mackintosh, e andati persi definitivamente. Come sempre in casi di edifici di grande pregio storico artistico, avrà inizio il dibattito culturale sul come affrontare il restauro e la ricostruzione architettonica: da una parte i fautori della ricostruzione "in stile", cioè rifacendo l'edificio uguale identico a quello preesistente, recuperando il materiale riutilizzabile e reintegrandolo con parti nuove ben mimetizzate; dall'altra chi è convinto della necessità di evitare qualsiasi "falso" intervenendo con un linguaggio contemporaneo seppur coerente con lo stile del Maestro. Il problema rimarrà a lungo aperto perché, per qualsiasi tipo di "restauro" si opti, si dovranno prima reperire gli enormi fondi necessari.

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Intervista a LAURINA PAPERINA All'interno del nomadismo culturale teorizzato negli anni '60 dalla Pop Art, un patrimonio dell'immaginario popolare come il mondo dei fumetti e dei cartoon ha rappresentato una infinita fonte di stimoli creativi. E' a questo sterminato archivio visivo-ideologico che attinge Laurina Paperina coerente ma consapevole figlia dell'universo mass-mediologico del suo tempo - appropriandosene liberamente per trarre l'ispirazione e le idee che guidano tutta la sua attività artistica. Nelle sue affollate composizioni, sintomo di un horror vacui che deriva dal rifiuto polemico di ogni gerarchia artistica e da una conoscenza enciclopedica dei protagonisti di quel mondo che lei cita, reinventa o crea ex novo, i suoi Supereroi, mostri, uomini, animali, animali-antropomorfizzati e uomini-animalizzati e oggetti alieni, coesistono e interagiscono tra di loro in uno spazio virtuale senza tempo. Paperina (la quale ha al suo attivo la laurea all'Accademia), oltre che ottima disegnatrice dal tratto immediato e deciso, è valente pittrice "figurativa" che dipinge con impegno e serietà professionale delle vere e proprie Wunderkammer popolate da esseri bidimensionali curiosi e mostruosi, interpreti di strani racconti sempre più complessi e articolati. Caratterialmente contraria alla sobrietà, Laurina, novella Hieronymus Bosch d'oggi, rappresenta il proprio "Il giardino delle delizie della Terra" da un punto di vista del tutto personale, sempre critico, a volte innocente e ingenuo, altre esplicito e tagliente. Ama anche inserire immagini di Maestri storici e moderni, in un disinvolto e provocatorio melting pot di cultura alta e bassa reinterpretata in "stile Pape": un insieme di ironia, dark, fantasy e noir, il tutto condito con un po' di goliardia splatter, tarantiniana ma innocua, alla maniera di Grattachecca e Fichetto dei Simpson. Opere coloratissime, ricche di citazioni e rimandi non sempre di facile decodificazione, in cui storie demenziali, impegnate, divertenti, paradossali, raccontano di una Weltanschauung già ben definita. Paolo Tomio A sinistra: SPAMMING II (POP CULTURE), 2017 tecnica mista su carta, 100x70 cm

In basso: STAR PIZZA, 2017, tecnica mista su carta, 24x35 cm


Innanzitutto, com'è nato il tuo nome d’arte?

Disegnare è sempre stata l’unica cosa che avrei voluto fare da grande; da piccola leggevo fumetti e guardavo un sacco di cartoni animati; inventavo storie e disegnavo creature strane e questa passione mi ha portato a frequentare dapprima l’Istituto d’Arte di Rovereto e poi l’Accademia di Belle Arti a Verona; Dunque mi sono avvicinata all’arte sui banchi di scuola e grazie ad artisti come Keith Haring e J.M. Basquiat ho iniziato a scoprire l’arte contemporanea.

Un fatto sconvolse la mia vita, all’età di sette anni; mentre correvo spensierata tra le montagne del Trentino, una macchina mi investì accidentalmente e schiacciò i miei piccoli piedini umani, che si tramutarono in piedi palmati, come quelli delle papere. Da quel fatidico momento iniziai a vedere cose che gli altri esseri umani non possono vedere. E nacque Laurina Paperina, uno dei miei tanti alterego.

Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato agli inizi? Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti al disegno e alla pittura?

Non c’è una corrente in particolare, ho sempre guardato ai singoli artisti o alle singole opere: Invader, Raymond Pettibon, Barry Mcgee, le

HITCHKOCK, 2014, tecnica mista su legno 20x20 cm

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DONALD TRUMP AND THE WALL, 2017, tecnica mista su legno, 20x20 cm

animazioni di David Lynch, il gruppo canadese dei Royal Art Lodge, i fumetti di Robert Crumb, le sculture di David Shrigley, per citarne solo alcuni. Un movimento culturale che mi ha sempre incuriosito e ispirato è stato quello dei Beautiful Losers, sviluppatosi negli anni novanta negli Stati Uniti dalle sottoculture graffitare, hip hop, punk, skater e surfer. Negli ultimi anni invece, sto riscoprendo pittori del passato come Bruegel o Hieronymus Bosch, che trovo decisamente attuali.

di spunti. Le nuove tecnologie e l’arte pubblica sono le cose che più mi attirano, pur essendo di base un’artista figurativa; Spesso ho la necessità di provare materiali e tecniche nuove, cercando di andare oltre al supporto bidimensionale, ma alla fine torno sempre ai pennarelli, è più forte di me.

Cosa ti interessa e c'è qualcosa che non ti piace dell’arte contemporanea?

Prima di approdare al tuo linguaggio hai frequentato anche altre forme di espressione, astratte o figurative?

Il mondo dell’arte contemporanea è strano e complesso, pieno di contraddizioni ma ricco

L’unica forma di espressione che mi ha sempre interessato è l’arte figurativa, in particolar

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modo il disegno è la parte fondamentale della mia ricerca. Sono nata come disegnatrice, e ancor oggi è il mezzo che preferisco: che siano installazioni o dipinti, tutto nasce da un disegno, su carta o in digitale; l’animazione è il processo successivo; da tempo infatti lavoro anche con il video animato, non tanto con l’idea di creare cartoni animati, ma più che altro con l’intento di dare vita ai personaggi che disegno.

on che poi inserisci nei tuoi dipinti? Dipende dai vari progetti, non ho un metodo in particolare. Può accadere che in alcune opere ci siano tematiche specifiche e in quel caso la ricerca di personaggi, cose o avvenimenti è indispensabile; a volte invece sono solo personaggi usa e getta che decontestualizzo ricreandone una storia che non ha un fine ben preciso se non quello dello spamming totale.

Come scegli i personaggi dei fumetti e dei cartoTHE LAST JUDGMENT, 2017/2018, tecnica mista su tela, 196x227 cm circa

Cosa ti interessa rappresentare nelle tue opere: concetti, emozioni, pura fantasia?


ART (POST IT), 2014, tecnica mista su post-it 80x150 cm

Il mio lavoro cerca di essere uno specchio del mondo in cui viviamo, è una critica ironica del nostro tempo. Fantasia e realtà si mescolano creando situazioni surreali ma allo stesso tempo che prendono spunto dal quotidiano. Sono un’appassionata di videogame, leggende metropolitane e alieni, sono figlia della televisione e sono cresciuta tra popcorn e film di serie b; sono una specie di Spongebob, ovvero una spugna che assorbe qualsiasi cosa e la rigetta sotto forma di disegno, dipinto, video o installazione.

un tema, un soggetto o ti muovi senza vincoli predeterminati? Nel corso degli anni la mia metodologia di lavoro è cambiata; Fino a qualche anno fa ero molto istintiva, più “grunge” se vogliamo, quello che mi passava per la mente la realizzavo al volo, senza perdite di tempo. Ora invece la mia ricerca ha preso una strada più riflessiva, dove il progetto è una parte importante dell’opera: i lavori sono più complessi e di conseguenza richiedono molto più tempo per essere realizzati.

Esistono delle differenze di età tra quelli che apprezzano i tuoi lavori? Più passa il tempo e più noto che non ci sono limiti di età. Ho avuto riscontri interessanti sia dai bambini che da persone molto mature e questa cosa è spaziale! Mi piace pensare che quello che faccio sia un “evergreen”, ma magari non c’ho capito nulla.

Qual è la tecnica artistica che utilizzi principalmente nella tua pittura? Sono spesso tecniche miste, smalti all’acqua, spray e markers.

Pagina seguente: THE BIG HEARTQUAKE, 2017 tecnica mista su tela, 195x290 cm

Quando inizi un nuovo lavoro hai già in mente

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Ti stai orientando verso opere di grandi dimensioni e piÚ complesse nei contenuti: è un segno di maturazione?

Questo non sta me giudicarlo, è stato un processo naturale; sicuramente sono cresciuta e il mio linguaggio con me; quello che so per certo


è che a un certo punto ho sentito la necessità di confrontarmi col grande formato, cosa che fino a qualche anno fa sarebbe stato abbastanza

impensabile; Sono sicura che questo sia dipeso principalmente dal luogo in cui lavoro, da qualche anno infatti ho uno studio grande che mi


Come definiresti il tuo stile? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile? Quella vena splatter che si mischia con l’ironia feroce e a tratti sadica, tipica dei b-movie anni novanta; Il mio stile è un miscuglio di tante cose, per esempio sono una fan delle zines autoprodotte, adoro tutti quei gadget come spillette, adesivi e toppe che si trovano nei negozi di dischi o nei mercatini, impazzisco per i poster e per tutto quell’immaginario che la cultura popolare produce e tutto questo penso lo si possa intravedere in tutta la mia produzione.

permette - oltre ad accumulare cose a caso - di dipingere grandi tele e realizzare installazioni.

Esiste, secondo te, una “pittura femminile” oppure l’arte non ha sesso? Assolutamente no, penso si debba parlare più che altro di sensibilità e non nello specifico di arte femminile o maschile.

Pensi che un giorno potresti non riconoscerti più psicologicamente nel tuo "immaginario" di oggi? Sinceramente non saprei darti una risposta. La vita è imprevedibile e il futuro incerto, chi vivrà vedrà.

Come ti sembra il panorama dei pittori trentini d’oggi? La cosa interessante è che non c’è una linea comune, parlo soprattutto tra gli artisti più giovani, ognuno ha un proprio linguaggio e uno stile ben riconoscibile. Noto invece che c’è un ritorno alla figurazione, che nel decennio scorso era stata un pò messa da parte a favore di altri linguaggi come la videoarte o le installazioni multimediali.

In alto: SMURF-DONUT, 2014, tecnica mista su legno 25x25 cm

A sinistra: IDENTICAL TWINS, 2014, tecnica mista su legno, 20x20 cm

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Segui la “politica culturale” trentina? Pensi che si possa fare di più o meglio per il settore artistico?

dispensabili per creare un dialogo tra artista e curatore) sono praticamente inesistenti.

Nella nostra regione abbiamo istituzioni importanti che nel resto d’Italia ci invidiano, quali il Mart a Rovereto, la galleria Civica di Arte Contemporanea a Trento, il Museion a Bolzano, la Kunst Merano Arte a Merano; per non parlare di festival ed eventi, gallerie d’arte che danno sempre una bella energia culturale. Però questo non basta ed è un peccato perchè le basi ci sono, artisti che lavorano in modo serio e professionale anche, basterebbe crederci un pò di più. Io penso che ci vorrebbe un maggior sforzo economico e politico per supportare chi fa arte in regione, essenzialmente mancano le opportunità per gli artisti, gli studio visit, (in-

Cosa manca al Trentino per poter essere più presente sul mercato esterno? Il nostro territorio ha delle potenzialità incredibili, in primis per la sua ubicazione che permette di portare turismo anche dall’estero. Ricordo il periodo in cui si fece Manifesta, nel 2008, quando la nostra regione era letteralmente invasa da eventi culturali, mostre e festival di arte contemporanea. Quell’evento portò un grosso flusso di turismo, interessato non solo al trekking o al folclore, ma anche e soprattutto

THE OLD SPICE GIRLS, 2018, tecnica mista su legno 30x30 cm


In alto: THE CONGA SUPER-DANCE, 2016 tecnica mista su carta, 26,5x36,5 cm

A destra: MARS, 2017, tecnica mista su tela 140x100 cm

all’arte e alla cultura; In quel periodo il Trentino era visto come una delle regioni più interessanti d’Italia dal punto di vista culturale, ma purtroppo chiusi i battenti di Manifesta, tutto tornò come prima.

Chi è l’artista?

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori?

E, per finire, cosa è per te l’arte?

Un essere umano che ha la necessità di esprimersi e di raccontare la propria visione del mondo tramite la propria arte.

L’arte è uno strumento di comunicazione, uno specchio sul mondo, che a volte si prende troppo sul serio.

La bellezza è tutto e niente, c’è chi dice che sia un valore assoluto ma non ne sono convinta; Nella mia ricerca non è indispensabile, anzi per anni non me ne sono mai curata e il “disegno fatto male” era una mia peculiarità. Attualmente quello che a me interessa principalmente è l’aspetto comunicativo di un’opera, quello che riesce a trasmettere allo spettatore. 16



e centri d’arte degli Stati Uniti. Nel 2018, la sua opera video “How to kill the Artists” è stata inserita nella collezione del Bass Museum of Art di Miami (Usa) ed è stata selezionata per la Nordic Artists’ Centre Dale, una delle residenze d’artista più importanti in Europa, nel Fjaler, Norvegia. MOSTRE PERSONALI 2017 Welcome to Duckland, Fouladi Projects, San Francisco, CA, Usa; Laurina Paperina, Aqua Art Miami, Miami Beach, FL, Usa 2016 Doomsday, Studio d’Arte Raffaelli, Trento, Italy From outer space, Fusion Art Gallery, Torino, Italy; Funtastic, Mazel Galerie, Brussels, Belgium; MixTape, Martina’s Gallery, Seregno, Italy 2015 Ducks on the Rocks, a project for Operadelocalizzata, Museo Internazionale delle Ceramiche + Museo Carlo Zauli + Leone Conti + Malmerendi + Museo Civico di Scienze Naturali, Faenza, Italy; Laurina Paperina / Da un’opera ritrovata, Forte Strino, Vermiglio, Italy 2014 Proud to be a hero, Fouladi Projects, San Francisco, Usa; 2013 Spaceballs, Galeria Ferran Cano, Palma de Mallorca, Spain; 2012 Bad Smell, Fouladi Projects, San Francisco, Usa Bad Wall, Nothing Else Contemporary Art, Napoli, Italy; New Pollution, Studio d’Arte Raffaelli, Trento; 2011 Hello Hell!, Lab_Comacina, Lugano, Switzerland How to kill the artists, NKV extra - Nassauischer Kunstverein, Wiesbaden, Germany; The Volta Show, New York, NY, Usa; Laurina Paperina / Video Project, Studio Trisorio, Roma, Italy; 2010 Neither use nor ornament, Perugia artecontemporanea Gallery, Padova, Italy; Laurina Paperina, Bund 18, Shanghai, China; 2009 Things, AB23, Vicenza, Italy; Bad!, Rubicon Gallery, Dublin, Ireland; Ridiculous Things, Lincart Gallery, San Francisco, Usa; 2008 Freak Show, Travesia Cuatro Gallery, Madrid, Spain; One Foot in the Grave, Galerie Magda Danysz, Paris, France; Würsteland, Siemens ArtLab - Galerie Ernst Hilger, Wien, Austria; 2007 BrainDead, Perugi artecontemporanea Gallery, Padova, Italy; RO(T)FL, Freight + Volume Gallery, New York City, NY, Usa; 2006 Hot Drawings, Erdmann Contemporary Gallery, Cape Town, South Africa; 2005 The Amazing Pape, Perugi artecontemporanea Gallery, Padova, Italy; Che fine ha fatto Mr Stripes?,

LAURINA PAPERINA Nata a Rovereto nel 1980. Vive e lavora tra Rovereto e Duckland, un piccolo villaggio nell’Universo. Ha studiato presso l’Istituto d’Arte di Rovereto e si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Verona. Ha partecipato a numerose mostre collettive presso musei e sedi istituzionali internazionali, tra cui: Triennale e Palazzo della Permanente di Milano, MART di Rovereto, MADRE di Napoli, Kunst Arte di Merano, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, École Supérieure des Beaux-Arts di Nimes, FRAC Languedoc Roussillon di Montpellier, IAC Villeurbanne Rhone-Alpes, Biennale de Lyon, Kunsthaus di Essen, Schaufler Foundation di Sindelfingen, Stadtgalerie Kiel, NKV di Wiesbaden, The Royal Standard, Liverpool Biennial, Janco Dada Museum di Haifa, Elisabeth Foundation for the Arts di New York, J.M. Kohler Art Center di Sheboygan, The Pacific Design Center di Los Angeles. Sue recenti mostre personali si sono tenute presso: Galeria Ferran Cano di Palma di Maiorca (2013), Fouladi Projects di San Francisco (2014); Museo Carlo Zauli e Museo Civico di Scienze Naturali, Faenza (2015), Martina’s Gallery di Seregno (2016), Mazel Galerie di Bruxelles (2016), Studio d’Arte Raffaelli di Trento (2016) e Fouladi Projects di San Francisco (2017). Nel 2013 è stata selezionata tra i finalisti del 14° Premio Cairo e nel 2014 è stata selezionata per la VI° edizione del Premio Fondazione VAF. Nel 2015 è stata invitata ad un incontro pubblico presso il College for Creative Studies di Detroit (Usa) per parlare della sua ricerca artista e nel 2016 ha realizzato “Wall Of Fame”, installazione per Pitti Uomo in collaborazione con Rolling Stone Magazine; Sempre nello stesso anno è chiamata a customizzare le livree dello Sky Racing Team VR46 per il Moto Gp di Misano e parteciperà a “My Hero! Contemporary Art & Superhero Action", mostra itinerante in musei

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Sala Celio, Rovigo, Italy; MOSTRE COLLETTIVE A partire dal 2002 con Gemine Muse al Museo Storico di Trento, Italy a cui è seguita nel 2003 l'87ma Mostra Collettiva alla Bevilacqua La Masa Foundation a Venezia, Italy, sono innumerevoli le mostre collettive nazionali e internazionali; PROGETTI SPECIALI E VIDEO FESTIVAL 2018 Pop Up Town, Cartoon Network Store, Milano, The Last Judgement, Giorgio Chinea Art Cabinet, Galleria Cappellato Pedrocchi, Padova, Italy 2017 FFS / For Film’s Sake, Sydney’s CBD, Sydney, Australia; Notte delle arti / Inaudita, Fusion Art Gallery, Torino, Italy; Nonostantetutto..., in collaborazione con “inspiteofeverything” di Roberto de Pol, Pozzale, Pieve di cadore (BL), Italy; 2016 Faster Than Light, liveries customized for Sky Racing Team VR46, in collaboration with Sky Arte, Moto GP, Misano, Italy; Wall of fame, in collaboration with Rolling Stone Italia, Pitti Immagine Uomo, Firenze, Italy; Hinds Project, House of Vans, Brooklyn NY, Usa EDUCAZIONE, RESIDENZE E WORKSHOPS 2018 NKD, A.I.R, Nordic Artists’ Centre Dale, Norway 2017 Lupi in Città, A.I.R, Muse - Museo delle Scienze, Trento, Italy; Dynamo Camp, A.I.R, Limestre, Pistoia, Italy; PorteRosseHandMade, Rovereto, Tn, Italy; Characters in Art: personaggi e dissacrazioni nell’arte contemporanea, FFF Future Film Festival, Bologna, Italy; 2015 Making Sense, A.I.R, Palazzo Pretorio, Cittadella, Italy; CCS Woodward Lecture Series: Five Artists of “Making Mischief”, Wendell W. Anderson Jr. Auditorium, College for Creative Studies, Usa; 2013 DNA Artist’s Residency, A.I.R, DNA Gallery, Provincetown, Ma, Usa; 2009 Museion Summer Lab, Museion - Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano, Italy; Some Politics of Appropriation, Laznia Centre for Contemporary Art, Gdañsk, Poland; 2007 A Scuola con gli Artisti, promoted by Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, Spazio Foyeur, Trento, Italy; Nuove ricerche e nuovi ruoli dell’arte contemporanea, Faculty of Humanities and Philosophy, Trento, Italy; 2005 Laureata in Pittura, Accademia di Belle Arti, Verona, Italy; 1999 Diploma in Arti Grafiche e Fotografia, Istituto d’arte, Rovereto, Italy;

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ART E' possibile sfogliare o scaricare tutti i numeri degli anni 2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018 della rivista icsART (ex FIDAart) dal sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it icsART N.8 2018 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio

PERIODICO della icsART N.8 - Agosto ANNO 2018

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MERCATO DELL’ARTE ? un atteggiamento più soft rispetto alle posizioni di questa corrente seguendo tenacemente le proprie convinzioni al punto di aver detto di sè: «Sono davvero un pittore tradizionale, non all'avanguardia, ho voluto seguire una tradizione ed estenderla». La sua stessa storia personale e professionale si differenzia dagli eccessi di altri protagonisti perché basata su una vita del tutto normale e tranquilla, impegnata a tempo pieno nell'insegnamento e nella ricerca di una pittura dai tenui e delicati colori pastello capace di esprimere un piacevole senso di calma e armonia. Trasferito a San Francisco quando ha due anni, dopo gli studi regolari decide di seguire la sua inclinazione per l'arte iscrivendosi alla Stanford University in California dove consegue la laurea in lettere liberali. Quando i suoi corsi si fermano a causa dell'attacco a Pearl Harbor, nel '43 si sposa con la compagna (con cui vivrà fino alla morte) ed è arruolato nel corpo dei marines a Quantico in Virginia. Da qui può visitare i musei di New York e Washington per studiare i dipinti dell'amato Matisse dai quali assorbe molte lezioni, sia per quanto riguarda l'uso del colore che nell'organizzazione dello spazio prospettico in piani. Nel 1945 è inviato dall'esercito alle Hawaii a lavorare come cartografo insieme agli animatori addestrati da Walt Disney: è grazie ai voli compiuti in aereo sopra quei paesaggi infiniti che sviluppa la capacità di raffigurare il paesaggio in un disegno bidimensionale. Nel dopoguerra sfrutta i benefici per i veterani per iscriversi alla California School of Fine Arts dove conosce Clifford Still e Mark Rothko. Nel 1947, promosso membro della facoltà, si trasfe-

RICHARD DIEBENKORN (1922-1993) Ocean Park # 126, 1984, olio su tela, 236x206 cm, considerato la più grande tela mai eseguita dal pittore e venduto da Christie's New York 2018 a $ 23.937.500 (€ 20.536.340). vedi a pag. 28. Diebenkorn è un pittore statunitense il quale, pur avendo aderito inizialmente al movimento dell'Espressionismo astratto, per formazione culturale e caratteriale, ha mantenuto sempre

Berkley # 5, 1953, olio su tela, 135x135 cm, venduto Christie's New York 2007 a $ 6.760.000 (€ 4.968.600)

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RICHARD DIEBENKORN risce con la famiglia a Sausalito iniziando il ciclo delle opere omonime. Durante questo periodo fino alla serie di "Berkeley" dipinta tra il 53 e il 55, l'artista produce un numero notevole di opere in uno stile espressionista astratto seppur già chiaramente influenzate dall'ambiente californiano grazie alla sua sensibilità alla particolare luce del luogo. Ed è proprio il fatto di vivere sulla West Coast che gli permetterà di non farsi condizionare dalle tendenze di un mercato rigido e competitivo come quello di New York e perseguire un proprio stile personale. Nel 1955, convinto che ormai l'astrazione abbia perso molto della sua carica iniziale e la serie di 'Berkeley' sia arrivata alla sua naturale conclusione, decide di passare a una modalità strettamente figurativa partecipando a quello che sarà definito della Bay Area Movement. Nel '66 Diebenkorn riceve una cattedra all'Università in California, si trasferisce a Santa Monica e altrettanto improvvisamente abbandona del tutto la figura iniziando il nuovo ciclo dell'"Ocean Park", i dipinti che segnano la rottura definitiva con gli stili precedenti e che sono diventati i più celebri della sua carriera. Nelle precedenti serie di 'Albuquerque', 'Urbana' e 'Berkeley', l'artista usa il paesaggio come ispirazione per il suo linguaggio riduttivo della pittura ma quando realizza i dipinti a grandi stesure piatte nel suo studio di Ocean Park, sente di aver intrapreso qualcosa di molto più spirituale e contemplativo e, allo stesso tempo, assolutamente riconoscibile. Si tratta di opere di grande formato in cui con il virtuosismo acquisito negli stili precedenti crea dei personalissimi accordi di colore (molto simili alle tre note di un piano) che gli permettono

Ocean Park # 46, 1971, olio su tela, 206x206 cm venduto da Sotheby's New York 2013 a $ 11.085.000 (€ 8.523.250)

di eseguire opere estremamente luminose dotate di un equilibrio unico tra delicata geometria ed elegante astrazione. Diebenkorn raggiunge la notorietà e oggi è celebrato proprio per queste sue pitture paesaggistiche astratte perché, anche nella fase più astratta, le sue pitture appaiono costantemente radicate nel mondo reale grazie alla capacità dell'artista di catturarlo sulla tela senza però raffigurarlo letteralmente.

Cityscape # 3, 1963, olio su tela, 119x127 cm, Christie's New York 2018 a $ 5.262.500 (€ 4.505.000)

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SEGNI E SEGNALI E' prassi diffusa in certo minimalismo artistico ridurre all'estremo forma e contenuti e poi inserire nell'opera frasi o parole dotate di valore simbolico o poetico. E' il caso delle appariscenti e gigantesche tele studiate per essere visibili a grandi distanze, dipinte dall'artista statunitense cinese di terza generazione, Allan Zhou. La peculiarità di questo pittore è di avere indirizzato negli ultimi venti anni la sua ricerca estetica verso un tipo di segni visivi tra i più diffusi e misconosciuti di tutto il mondo moderno. Questi segni, più correttamente, segnali, appartengono a un universo simbolico del tutto particolare perché, pur essendo iconici e utilizzando un linguaggio universale che si serve di segni standardizzati e brevi parole, simboli astratti e parole, possiedono anche dei significati precisi e decodificabili da parte di chiunque. Questi segnali sono quotidianamente davanti agli occhi di tutti, e anche se oramai fanno parte del panorama cittadino ed extraurbano, risultano praticamente invisibili agli occhi dei passanti. Ad esempio, i pittogrammi sono simboli grafici che devono essere compresi immediatamente e internazionalmente. La loro forma grafica deve visualizzare il significato che esprimono senza bisogno di conoscenze preliminari per rispondere alla necessità di comunicare attraverso un linguaggio svincolato da legami di tipo linguistico o culturale. Si tratta dei segnali stradali i quali, pur assolvendo funzioni fondamentali nella vita quotidiana di ognuno di noi, automobilisti o pedoni, non vengono mai osservati per le loro qualità formali, spesso particolarmente interessanti. Fin da bambino il piccolo Zhou era colpito dalla potenza comunicativa oltre che dalle dimensioni spettacolari di questi semplicissimi tabelloni che sovrastano le autostrade o collocati lungo 22


POP ART ON THE ROADS tutte le principali vie di comunicazioni. Durante i corsi di graphic design e semiologia presso l'ArtCenter College of Design di Pasadena, Allan ha avuto poi modo di apprezzarne le caratteristiche e studiarli in relazione ai vari contesti. L'occasione per verificare la validità della sua intuizione avviene nel 2004 quando alla sua personale da lui intitolata "Pop Art on the roads" presso il Pasadena Museum of California Art (PMCA), presenta per la prima volta i suoi quadri realizzati ad acrilico su tela nello stesso formato degli originali stradali, il che significa tele lunghe fino a 12 metri e alte anche 6 metri. Le sue opere monumentali sono state subito apprezzate sia dal pubblico, e ciò è abbastanza comprensibile stante la storica attrazione degli americani per le grandi strade interstatali, che notate dalla critica, positivamente impressionata dal forte impatto visivo dei dipinti e dalla loro impostazione lucidamente minimalista. Il pittore, infatti, si è sempre limitato a copiare fedelmente la segnaletica originale coerentemente con la volontà di non esprimere nulla di personale. A partire da allora Zhou ha prodotto più cicli di dipinti comprendenti una gamma estremamente ricca di varianti semantiche, cromatiche e dimensionali, arrivando anche a introdurre delle piccole modifiche nei simboli e nei testi "ufficiali" in modo da forzarne o stravolgerne il senso in chiave provocatoria. Poiché le sue pitture si prestano perfettamente a qualsiasi tipo di riproduzione meccanica, Allan Zhou ha messo in commercio anche una propria linea composta da formati stampati su vari materiali, ivi compresa la lamiera, cosicché, in ultima analisi, l'unica sua differenza rispetto ai segnali stradali originali, risiede nella firma che l'artista appone sulla "sua" opera d'arte. E, naturalmente, nel prezzo. 23


VENDERE CARA LA PELLE sempre alla spasmodica ed eccitante ricerca dell'ultima novità pur di apparire à la page. Purtroppo, molte donne, per storia, cultura o indole, sono particolarmente sensibili a questi meccanismi culturali ed economici e si fanno abbagliare da questi specchietti per le allodole che hanno a che fare con il lusso e tutto quanto gli gira intorno. L'esigenza di creare oggetti di lusso riservati a una clientela così capricciosa ed esigente ha raggiunto il parossismo quando le proposte delle case di alta moda hanno puntato su materiali sempre più pregiati come le pelli degli animali esotici e rari: tutti i tipi di felini, tutti i generi di serpenti e rettili: anaconda, pitoni, vipere ma anche coccodrilli, alligatori, iguana giù giù fino a lucertoloni come il tejus o il lizard per non parlare degli animali più comuni come lo struzzo. Tutte le grandi maison mondiali, per rispondere alle esigenze delle loro clienti di prodotti unici e distintivi, hanno sempre utilizzato e utilizzano ancor oggi ogni tipo di pellame esistente come materia prima per la realizzazione di eccentrici manufatti sotto forma di borse, valige e oggettistica varia caratterizzate dalle soluzioni di fi-

La moda, per sua natura è obbligata a proporre sempre nuove soluzioni, ricercare e reinterpretare per trovare forme e materiali sempre diversi, al fine di creare nuovi bisogni con cui stimolare i desideri consci e inconsci degli acquirenti. Questo assunto è tanto più cogente nel caso della 'haute couture' riservata alla clientela facoltosa e particolarmente viziata,

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STORIA DELL’ARTE nitura e colorazione sempre più ricercate. Ecco allora le borsa e scarpe in pitone tinto e lavorato "fantasia" oppure la borsetta in pelliccia di leopardo coordinata con le scarpe. Le signore dell'alta società, forse memori di quando le 'donne sapiens' loro antenate si coprivano con le pelli degli animali selvaggi, continuano a immedesimarsi nel ruolo di fiere 'mangiauomini' e fanno a gara a chi indossa la belva più pericolosa e rara, meglio ancora se in via di estinzione. Però, la caccia con arco e frecce dei nostri progenitori, si è "evoluta" nella caccia con carta di credito al modello firmato dal grande stilista come un'opera d'arte. In effetti, è difficile capire chi siano le vere "bestie", se gli animali annientati per diventare abbigliamento, pelletteria, calzature e accessori chic, oppure le gentili e raffinate "Crudelie de Mon", mandanti della carneficina. Mai come in questo caso, Eros (femminile) e Thanatos (animale) sono indissolubilmente legati. Non è lontano il giorno in cui molti di questi animali trasformati in demenziale status symbol della griffe del lusso saranno definitivamente scomparsi dalla Terra e, forse solo allora gli

uomini proveranno raccapriccio e vergogna di fronte a questa presunta bellezza responsabile dell'uccisione della vera Bellezza. Il filosofo inglese Jeremy Bentham, aveva scritto già due secoli e mezzo fa che, al momento di decidere sui diritti di un essere vivente, la domanda non è " Possono ragionare?" né "Possono parlare?" ma, "Possono soffrire?".

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Agosto 2018, Anno 8 - N.7

News dal mondo RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 126, 1984

pag. 28

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 48, 1971

pag. 29

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 20, 1969

pag. 30

RICHARD DIEBENKORN

Ocean Park # 89, 1975

pag. 31

Orizzonti naturali, 2017

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Omaggio a RICHARD DIEBENKORN

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RICHARD DIEBENKORN, Ocean Park # 126, 1984, olio su tela, 236x206 cm, venduto da Christie's New York 2018 a $ 23.937.500 (€ 20.536.340)

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RICHARD DIEBENKORN, Ocean Park # 48, 1971, olio su tela, 29

274x208 cm, venduto Christie's New York 2012 a $ 13.522.500 (€ 10.248.700)


RICHARD DIEBENKORN, Ocean Park # 20, 1969, olio su tela 236x203 cm, venduto da Sotheby's 2014, $ 10.245.000 (€ 7.522.900)

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RICHARD DIEBENKORN, Ocean Park # 89, 1975, olio su tela, 206x206 cm, venduto da Sotheby's 2014 New York a 9.685.000 $ (€ 7.775.000)



PAOLO TOMIO: Omaggio a RICHARD DIEBENKORN MEDITERRANEO # 10, 2016 acrilico su cartoncino, 300x210 mm


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