PERIODICO della icsART N.10 - Ottobre ANNO 2020
icsART
In copertina: PAOLO TOMIO, OMAGGIO ALL'ARTE TIMBRICA, 2014
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icsART
sommario Ottobre 2020, Anno 9 - N.10
Editoriale
Philippe Daverio
pag. 4
Politica culturale
Il Governatur
pag. 5
Intervista a un artista
Aldo Pancheri e l'Arte Timbrica
Mercato dell’arte?
George Condo
pag. 20-21
Intrecci organici
Sbalzi argentei
pag. 22-23
Storia dell’arte
Spirit of Ecstasy
pag. 24-25
pag. 6-19
News dal mondo GEORGE CONDO
NUDES AND FORMS, 2014
pag. 28
GEORGE CONDO
SILVER AND YELLOW DOUBLE HEAD, 2016
pag. 29
GEORGE CONDO
DIAGONAL PORTRAIT, 2013
pag. 30
GEORGE CONDO
WASHINGTON SQUARE PARK, 2010
pag. 31
LA DONNA È MOBILE, 2020
pag. 32
Omaggio a GEORGE CONDO
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EDITORIALE
PHILIPPE DAVERIO Ho notato con piacere che sui social la scomparsa di Philippe Daverio è stata accolta con una diffusa tristezza e, spesso, con sincero dolore. La cosa mi ha stupito positivamente perché dimostra come le persone che fanno televisione possano svolgere un ruolo pubblico utilissimo. Daverio è stato il primo divulgatore di successo dell’arte in tv con il suo programma "Passpartout". A parte gli eccentrici look con gli incredibili accostamenti di colori estrosi ma stranamente eleganti delle giacche, camicie, panciotti e l'immancabile papillon che lui, nonostante l'improbabile physique du rôle, portava con la disinvoltura del dandy, Daverio non lo faceva per apparire. Non urlava, non offendeva, non imprecava, non sbraitava contro tutto e tutti, anzi, con quella sua vociona dallo spiccato accento milanese era sempre sorridente, educato, sobrio, ironico: un vero gentiluomo. Nato in una famiglia ebrea italo-alsaziano, parlava correntemente tedesco, francese, inglese, un uomo cosmopolita che si trovava a proprio agio in ogni cultura. Bibliofilo ed esperto di musica antica, sapeva parlare con il grande pensatore come con il semplice artigiano perché non par-
lava di arte, parlava della vita. Forse non era laureato ma la sua conoscenza delle arti nasceva da un rapporto diretto con le opere maturato da anni di professione di gallerista e raffinato intenditore. Non era il Professore che tiene la lezione ex cathedra per dimostrare quanto è colto e intelligente, ma una persona gradevolissima che amava confrontarsi con tutti e dialogare di arte raccontando la vita, la storia, la cultura degli artisti ma anche degli uomini comuni. Sicuramente ci sono studiosi accademicamente più preparati di Daverio, ma l'arte e la cultura che lui spiegava era viva, perché parlava sia di cultura e storia, sovrani, politica, economia, tecnologia, che di tanti piccoli fatti apparentemente secondari, libri, musica, vestiti, cibo, usi e costumi, era in grado di stabilire dei nessi che fanno capire come e perché le opere d'arte nascano in un certo momento e in quel dato modo. Una persona libera che, spinta dalla curiosità, viaggiava alla ricerca della bellezza nel lavoro degli uomini. E' morto prematuramente ma ha lasciato un'eredità importante: libri, trasmissioni, lezioni, riviste, che rimarranno come insegnamento di una cultura moderna da cui tutti dovrebbero imparare.. 4
POLITICA CULTURALE
IL GOVERNATUR Non si sa per quale misteriosa ragione i presidenti della regione (al contempo, presidenti anche della giunta regionale), e i presidenti delle giunte provinciali autonome, siano denominati "Governatori" sui giornali e in televisione. Non si sa governatori di cosa, visto che la figura del "governatore" non esiste in Italia, e che i governatori negli Stati Uniti, da cui è ripreso il titolo, governano uno stato, non una regione, o peggio ancora, una provincia. Non si capisce se questo assurdo vezzo sia nato dalla piaggeria dei giornalisti (oggi, infinita) o dalla furbizia dei politici che hanno voluto accreditarsi come dei capi di stato. Fatto sta che ormai molti personaggi, anche i più imbarazzanti, amano fregiarsi di un titolo inventato di sana pianta che però contribuisce a donare loro un'aura autorevole e internazionale. E' augurabile che si dimentichino questi presunti governatori di 21 microstati inesistenti e, più correttamente, si ritorni all'unico titolo previsto ufficialmente dalla norma, e cioè presidente della giunta (regionale o provinciale). Venendo al presidente della giunta, Maurizio Fugatti, il piacere del Potere esercitato durante
i mesi del Covid deve averlo convinto di poter legiferare anche in materia di orari dei negozi di competenza statale. Come la decisione di imporre la chiusura domenicale e festiva dei negozi e supermercati a Trento e Rovereto - poiché considerati Comuni non turistici - appare insensata e autolesionistica. Dichiarare Trento e Rovereto città non turistiche è antistorico e ancor più, illogico in questo momento, dopo una pandemia che ha innescato la peggiore crisi economica mai vista nel mondo. Le serrande abbassate nelle due città più grandi del Trentino nei giorni festivi hanno penalizzato tutti: negozianti, clienti, turisti e, probabilmente, anche i dipendenti più interessati che mai a mantenersi un posto di lavoro già in pericolo. Inoltre, far chiudere importanti attività imprenditoriali significa abituare i trentini a dipendere dai sussidi provinciali e a non contare sulle proprie forze. Cosa propone il "governatur" Fugatti? Visto che nei giorni festivi, con tutto chiuso, i centri storici deserti e la città morta: tutti ai laghi o a messa. Naturalmente la legge è stata bocciata dal Tar di Trento e ora i commercianti chiedono un indennizzo di qualche decina di milioni pubblici alla Provincia Autonoma. 5
Intervista ad ALDO PANCHERI e l'Arte Timbrica A fine 2013 l'amico Aldo Pancheri mi contattò per sottopormi una sua idea che prevedeva di coinvolgere una decina di amici pittori di differenti tendenze artistiche in una mostra collettiva invitandoli a presentare dei loro dipinti personalizzati con l'impronta impressa con un timbro inventato dall'autore. L'intuizione di Aldo mi sembrò stimolante ma non facile da portare a buon fine. Una cosa è immaginare un concetto innovativo, ben diverso è metterlo in pratica. Ma avevo sottovalutato le doti di tessitore di rapporti e organizzatore di Aldo il quale, convinto delle potenzialità creative insite in uno strumento "tecnico" pur modesto come un timbro, si è subito attivato ed è riuscito a costituire un gruppo molto eterogeneo di pittori e a far presentare le loro opere "timbrate" alla 'Prima esposizione internazionale “Arte timbrica” di opere su carta', tenutasi alla Biblioteca Civica di Rovereto nel maggio 2014. Ogni artista aveva optato per timbri di ogni tipo e forma, informali, figurativi, astratti, minimalisti, Jugendstil, coerenti con il proprio stile pittorico. Da parte mia, da sempre affascinato dalla qualità dei sigilli in giada usati dagli artisti giapponesi, avevo pensato a delle complesse figure curvilinee dotate di una forte autonomia formale e simbolica. Incredibile ma vero: sia nell'ideazione di un segno apparentemente secondario che nella sua rilevanza specifica all'interno della composizione generale del dipinto, si sono rispecchiate tutte le differenze tra artista e artista. Ognuno aveva percorso strade diverse dando luogo a risultati inaspettati ma suscettibili di infiniti sviluppi inventivi. Alla prima mostra del 2014, ne sono seguite altre in cui i partecipanti per ragioni organizzative erano limitati, culminate nell'esposizione "Arte Timbrica in progress" presso l'Auditorium Giuseppe Verdi di Milano a fine 2015 con le presentazioni critiche di Elena Pontiggia e Riccarda Turrina. E' proprio da quest'ultima mostra collettiva che sono tratte le immagini dei dipinti che illustrano questa intervista ad Aldo Pancheri in cui cercheremo di ripercorrere i sette anni di vita dell'Arte Timbrica e fare il punto sul futuro di un Movimento ancora in divenire. Paolo Tomio A sinistra: Copertina del catalogo "ARTE TIMBRICA in progress", Palazzo Regione Autonoma TrentinoAlto Adige, giugno 2015 e Auditorium dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi Milano, ottobre 2015
In basso: Timbri degli artisti partecipanti alla Prima
esposizione internazionale “ARTE TIMBRICA” di opere su carta - Biblioteca Civica e Archivi Storici, Rovereto, maggio 2014
Quando nasce l’Arte Timbrica?
critico «Aldo Pancheri (infrangiamo l’ordine alfabetico degli autori, non certo per dargli un’investitura di capogruppo, ma solo per accennare alla sua primogenitura in ciò che attiene all’arte timbrica) ci invia cartoline da paesi invisibili, e ovviamente inaccessibili, dove solo lui è stato.» Una delle motivazioni che mi hanno spinto a dare vita a questo movimento è stata la considerazione di Emiliana Giordano al momento segretaria dell’amministratore delegato alla Mondadori: «Caro Pancheri, lei lavora con coraggio, costanza e grande impegno ma è come fosse in un cono d’ombra. Non può combattere contro la propria epoca, deve avere un’idea come i tagli per Lucio Fontana o qualcosa di simile.» Quindi il mio ruolo è stato quello di iniziatore di un nuovo movimento artistico.
L’arte timbrica nasce ufficialmente con la prima esposizione alla Biblioteca Civica G. Tartarotti nel maggio del 2014. L’idea nasce dalla frequentazione a Milano di Attilio Rossi, inventore di Campo Grafico e soprattutto dalla frequentazione con molti artisti milanesi e non.
Qual è stato il tuo ruolo nella nascita e sviluppo del movimento? Come dichiarava Elena Pontiggia in un testo SERGIO DANGELO: LA CHEVELURE DE TOYEN (en homage à celle qui voit), 1964-70-2015, smalto, tempera e oggetti su tela, 100 x 140 cm
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SERGIO DANGELO: AIMER L’INTERDIT, 1972-2015, smalto, tempera, oggetto e timbri su tela 40 x 60 cm
Quali sono i contenuti principali di questo movimento? Il contenuto principale è costituito dal dialogo fra gli artisti lavorando però ciascuno con il proprio stilema. Ogni artista ha un suo copyright del timbro che può utilizzare soltanto lui. Questo non esclude che si possa lavorare sullo stesso tema e anche sulla stessa superficie creando un dialogo anche fra i diversi segni timbrici.
il timbro nelle mie opere uso strumenti che si usano abitualmente per altri scopi servendomi di pasta acrilica. Il segno dello strumento rimane impresso come fosse un timbro tradizionale. In proposito Elena Pontiggia scriveva nel 2015 «In quei luoghi nascosti abitano frammenti di realtà felicemente smemorati, colori che hanno perso la loro primitiva collocazione (ma non la loro intensità), segni nomadi e smarriti.» A parere mio, il timbro è un imprevisto che a saperlo sfruttare ti porta sempre da qualche parte.
Puoi spiegare cosa si intende per “timbro”? Il timbro è uno strumento che si usa tutti i giorni, particolarmente alle poste. Per definizione, è un marchio di gomma (retto da un sostegno rigido) o di metallo che, inchiostrato oppure no, serve a imprimere un segno sulla carta o qualsiasi altra superficie. In arte si usano naturalmente colori indelebili ma si possono usare anche acrilici o altre sostanze coloranti. Reinterpretando
Che caratteristiche fisiche e concettuali deve possedere un timbro? Le caratteristiche fisiche sono determinate da una struttura indeformabile e concettualmen9
RUDOLF HAAS: SPLIERIGUE, 2015, tecnica mista e timbro su cartoncino, 32 x 20,8 cm
RUDOLF HAAS: ZUCCHERO, 2014, collage e timbro su cartoncino, 35,9 x 24,8 cm
te, il fatto che sia irripetibile in quanto è stampigliato manualmente. Per quanto una persona cerchi di riprodurre lo stesso segno in maniera uguale, una seconda volta è impossibile in quanto anche solo la pressione della mano sulla superficie determina inevitabilmente una variazione dell’immagine. Questo che sarebbe il limite, in realtà è anche un grande pregio perché ogni opera diventa un unicum non ripetibile.
come un tentativo di fondere le istanze rinnovatrici culturali, sociali e politiche in un unico fronte d'azione, l’Arte Timbrica si propone di creare nuovi mondi all’interno delle arti figurative e di tutto quanto concorre alla creazione di arte in diversi ambiti, quali il design, la moda, la ceramica e così via, senza proporsi di creare un unico fronte d’azione che comprenda ogni cosa come Fluxus.
In cosa si differenzia da altre correnti artistiche, come Fluxus?
Esistono delle caratteristiche che rendono riconoscibile l’Arte Timbrica?
Per quanto riguarda il Fluxus, che viene definito
La caratteristica è determinata da un’evidenza
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dell’Arte Timbrica?
di segno in cui, il più delle volte, sono inserite immagini non manualmente possibili da creare quali il cerchio, le assonometrie, e le immagini della geometria descrittiva.
Puoi spiegarci chi sono gli esponenti principali
Gli esponenti principali dell’arte timbrica a mio parere sembra siano Sergio Dangelo, Shuhei Matsuyama, Rudolf Haas, Paolo Tomio, Silvio Cattani e Walter Valentini. Di Sergio Dangelo sappiamo che con Enrico Baj ha fondato l’arte nucleare e esposto a livello internazionale. In questi anni con lui ha collaborato molto un artista trentino Lome. Shuhei Matsuyama, nato a Tokyo, vive a Milano da moltissimo tempo e collabora attivamente con “Il foglio” di Ivan Pengo nella creazione di incisioni con torchi calcografici e litografici. Rudolf Haas, nato a Vienna, risiede da moltissimi anni a Ginevra, fa parte nel nuovo realismo viennese di cui è caposcuola Arnulf Rainer. Paolo Tomio, noto come architetto, da molto tempo si dedica alla creazione di opere d’arte con tecniche diverse e con diversi periodi sti-
SHUHEI MATSUYAMA: SHIN-ON 15013, 2015 tecnica mista e timbri su carta Giappone, 70 x 70 cm
SHUHEI MATSUYAMA: SHIN-ON 15014, 2015 tecnica mista e timbri su carta Giappone, 70 x 70 cm
In che modi si è sviluppato e fatto conoscere ed è diventato un “movimento” vero e proprio? Per ora l’inizio è stato alla Biblioteca Civica Tartarotti nel complesso del Mart di Rovereto nel maggio del 2014. Attraverso i mass media, e ne hanno parlato in particolare Elena Pontiggia, Claudio Cerritelli. Arte timbrica si è sviluppata principalmente attraverso le amicizie di artisti milanesi o residenti a Milano in una continua esposizione di quelle che sono opere e mostre.
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ALDO PANCHERI: DESTINI INCROCIATI, 2015, digital fine art e timbri su tela, 60 x 60 cm
Cosa hanno in comune artisti così diversi? In comune credo abbiano la passione per l’arte e la maggior parte vive solo della propria attività artistica, avendo però la collaborazione di Gallerie d’Arte e di Fondazioni che evidenziano la loro attività artistica e conseguentemente il mercato senza il quale l’artista non potrebbe esistere.
listici, ma sempre estremamente riconoscibili. Silvio Cattani, con una propria connotazione precisa dell’arte astratta, è con Tomio uno degli iniziatori del movimento Arte Timbrica. Walter Valentini, infine, è un pittore, incisore e scultore italiano, riconosciuto a livello internazionale nel campo della grafica e dell'incisione, è maestro di tecniche quali l'acquaforte, l'acquatinta, la puntasecca e la litografia a più colori.
Come sono stati selezionati gli artisti che partecipano al Movimento Arte Timbrica?
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Una selezione vera e propria non c’è mai stata. Chi ha aderito ed ha continuato la collaborazione fa anche parte del nucleo iniziale di artisti. Chi poi si è disamorato di questo progetto artistico ha continuato a produrre per la propria strada con reciproca stima.
Le principali tappe in questi sette anni di esistenza le possiamo riassumere nei testi critici, nei cataloghi delle numerose esposizioni colettive e personali svolte anche a livello internazionale. Ricordiamo la Prima esposizione internazionale “Arte timbrica” di opere su carta, inaugurata nel maggio 2014 alla Biblioteca Civica e Archivi Storici
Quali sono state le principali tappe in questi sette anni di esistenza?
ALDO PANCHERI: LA TERZA STELLA, 2015, digital fine art e timbri su tela, 80 x 60 cm
PAOLO TOMIO: DISCESA NEGLI ABISSI, 2015 fine art e timbri su tela, 100 x 70 cm
PAOLO TOMIO: LA FIAMMA INTERIORE, 2015 fine art e timbri su tela, 100 x 70 cm
presso il Mart di Rovereto (vedi copertina del catalo-
catalogo a pag. 6) presso il Palazzo della Regio-
go a pag. 17) con la partecipazione di dodici ar-
ne Autonoma Trentino-Alto Adige a Trento che comprendeva 30 opere su tela di sette artisti (Sergio Dangelo, Rudolf Haas, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Paolo Tomio, Walter Valentini e Paola Zimmitti). vedi le immagini che illustrano l'intervista. L'esposizione è stata poi ripetuta all’Auditorium dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi a Milano nell'ottobre 2015. Io personalmente, nel 2018 ho esposto Arte Timbrica all’Istituto Italiano di Cultura di Osaka che fa parte del consolato stesso.
tisti (Silvio Cattani, Sergio Dangelo, Annamaria Gelmi, Rudolf Haas, Lome, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Lucia Pescador, Paolo Tomio, Silvia Turri, Walter Valentini, e Paola Zimmitti vedi i timbri a pag.7). La mostra è stata quindi esposta nel giugno dello stesso anno nella sala Thun di Torre Mirana a Trento. La seconda tappa è consistita nell'organizzazione nel giugno 2015 di una mostra collettiva "Arte Timbrica in progress" (vedi copertina del
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Da chi sono state presentate le quattro esposizioni fin qui svolte dall’Arte Timbrica?
Alcuni artisti hanno partecipato con continuità, altri per precedenti impegni non sono stati presenti in alcune esposizioni.
Tutte quattro le esposizioni, sono corredate dai cataloghi di cui ho parlato in precedenza, che riportano testi critici particolarmente pregnanti tra cui quelli di Elena Pontiggia, Claudio Cerritelli, Riccarda Turrina, Annalisa D’Amelio ed altri, fra cui me stesso.
Come è organizzato il MAT, Movimento Arte Timbrica? Il movimento è organizzato da alcuni artisti, Aldo Pancheri in qualità di presidente, Paolo Tomio vicepresidente ed altri collaboratori. Sil-
Gli artisti presenti alle mostre sono cambiati nel corso del tempo?
WALTER VALENTINI: CIELO 2, 2015 tecnica mista e timbri su tavola, 50 x 50 cm
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In alto: WALTER VALENTINI: OMAGGIO A VENEZIA, 2015, tecnica mista e timbri su tavola, 50 x 100 cm
A destra: Copertina del catalogo "ARTE TIMBRICA" Biblioteca Civica e Archivi Storici Rovereto, maggio 2014 e Torre Mirana sala Thun Trento, giugno 2014
vio Cattani per la valutazione di sedi espositive all’estero, particolarmente in Cina, Russia e Stati Uniti.
possono essere egualmente qualificati di quelli di altre parti del mondo.
Quali sono i programmi per il futuro? Possiamo dire che è un movimento internazionale che nasce in Trentino?
Quest'anno, per ovvie ragioni, non si è potuto organizzare nulla. Nei programmi futuri naturalmente c'è l’Istituto Italiano di Cultura di New York e gallerie private e, perché no, musei. Poiché gli artisti del MAT che operano anche individualmente in questo tipo di esposizioni rappresentano tutto il movimento, non è certo necessaria la presenza di tutti i partecipanti al Movimento Arte Timbrica.
Possiamo dire che è un movimento nato in Trentino ma che vuole giungere a una connotazione internazionale.
Cosa pensi della “politica culturale” trentina? Pensi che potrebbe fare di più per il settore artistico? La politica culturale trentina ha una buona valenza nell’insieme, ma potrebbe a mio parere ricordare il detto nemo propheta in patria e porre l’accento anche sugli artisti trentini che 16
SERGIO DANGELO Nato a Milano il 19 aprile 1932. Ha studiato a Parigi, Bruxelles e Ginevra. A 16 anni, a Zandvliet, ha fatto atto di “surrealismo assoluto”. Con Enrico Baj e Joe Cesare Colombo è stato l’animatore del “Man” (movimento arte nucleare). Dal 1953 ha partecipato al “terzo convoglio surrealista”. La sua bibliografia (in cinque lingue), allinea in cifra 170 pubblicazioni conosciute. Ha allestito 509 personali e partecipato a 1570 collettive nel mondo. Ha esposto alla Biennale di San Paolo, Biennale di Parigi, Quadriennale di Roma, Biennale di Venezia con sala personale, Triennale di Milano.57 sue opere sono in 43 musei dei cinque continenti. RUDOLF HAAS Nato nel 1938 a Vienna dove trascorre la sua giovinezza. È pittore, scultore, disegnatore, grafico. Da più di 30 anni vive e lavora a Ginevra e Parigi e sue opere si trovano in musei in Svizzera, Francia, Austria, Italia, Egitto, Arabia Saudita, Svezia. Presso il Museo Vevey di Losanna è attiva dal 2000 la Fondazione Monique e Rudolf Haas. Ha esposto in Svizzera, Francia, Austria, Italia, Germania. Storicamente le opere di Haas rientrano a buona ragione nel Nuovo Realismo austriaco di cui Arnulf Reiner è considerato l’iniziatore.
SHUHEI MATSUYAMA Nato a Tokyo nel 1955, si è trasferito in Italia nel 1976, vive e lavora a Milano. Le sue opere sono state presentate in più di 100 mostre personali e 200 mostre collettive in Italia, Giappone e Stati Uniti. Ha tenuto mostre personali in Italia nel PAC di Palazzo Massari, nelle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e nel Museo Bargello a Firenze, negli Stati Uniti al Chelsea Museum. Opere pubbliche: la scultura colonnare alta 5m a Hakata, la fontana in mosaico a Rieti e il murale all’Ospedale di Vimercate (MI). www.shuheimatsuyama.com
PAOLO TOMIO Nato nel 1947 a Trento, vive e lavora a Trento. Si laurea nel 1974 alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Collabora come industrial designer nel settore dello styling automobilistico. Dal 1974 esercita l’attività libero professionale a Trento. Parallelamente, coltiva l’interesse per l'area artistica interessandosi alle potenzialità delle nuove tecnologie. Ha fondato nel 2012 la rivista digitale mensile online “icsART” che tratta di arte locale e internazionale, cultura e società, arrivata nel 2020 al 100esimo numero. www.tomiopaolo.com - www.icsART.it
WALTER VALENTINI Nato a Pergola (Pesaro-Urbino) nel 1928. Intensa l’attività espositiva in gallerie e musei italiani, europei e stranieri. Nel 1984 vince il Grand Prix alla Biennale Internazionale di Cracovia; nel 1996 ottiene il “Prix Gabriel Ollivier” a Montecarlo. Ha partecipato alla XLVII edizione della Biennale di Venezia; alla Quadriennale di Roma. Nel 2001 la mostra antologica a Palazzo Magnani di Reggio Emilia. Nel 2008, alla Mole Vanvitelliana la mostra "E' una notte stellata. Ecco il progetto” le opere dal 1973 al 2008. Nel 2013 vince il XXVIII° Premio Internazionale di Grafica “Do Forni” della Fondazione Musei Civici di Venezia.
ics
ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2020 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:
www.icsart.it
ALDO PAANCHERI Nasce a Trento nel 1940. Nel maggio del 1954 il poeta Alfonso Gatto lo presenta in un’esposizione personale. Si diploma nel 1962 all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella scuola di Virgilio Guidi. Pancheri consegue il primo premio Diomira nella X edizione e due secondi premi al San Fedele, a Milano. Dal 1961 al 1969, mentre insegna disegno architettonico ed ornamentale a Trento, alla galleria L’Argentario conosce il pittore Aldo Schmid e per circa un anno condivide l’atelier con lo stesso. Con Schmid e Luigi Senesi affronta per la prima volta un’esposizione in una sede pubblica al Museo Civico di Palazzo Sturm a Bassano del Grappa. Negli anni ’70 si trasferisce definitivamente a Milano. Entra in amicizia con l’architetto Luciano Baldessari, artista di fama internazionale. Nel 1983 espone in una personale alla galleria “Il Traghetto” di Venezia, di Gianni De Marco che diviene il “suo” gallerista. Dal 1980 collabora con lo stampatore Giorgio Upiglio in tecniche sperimentali con composti plastici di propria invenzione. Dal 1983 partecipa ad “Avventure visive“ (gruppo artistico iniziato con Giorgio Azzaroni, Giancarlo Marchese, Renato Pancheri e Franco Ricci ). Nell’ambito delle attività culturali promosse dall’Unesco, ha partecipato quale uno dei rappresentanti per l’Italia dell’Insea, a un soggiorno di studi a Coventry nel 1970, alla Künstlerhaus di Salisburgo nel 1986 e a Glorenza nel 1987. Aldo Pancheri ha fondato “Arte Timbrica” nel 2014 quale risultato di molti anni di espressività nell’ambito della pittura segnica e da allora la promuove con il Movimento Arte Timbrica.
icsART N.10 2020 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
PERIODICO della icsART N.10 - Ottobre ANNO 2020
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MERCATO DELL’ARTE ? anni '70, quando suona in una band chiamata "The Girls", conosce l'artista Jean-Michel Basquiat che lo convince a trasferirsi a New York. Qui, all'inizio degli anni '80, all'età di 23 anni Condo trascorre anche un breve periodo di lavoro nella Factory di Andy Warhol diventa una figura emergente nella scena artistica dell'East Village poiché, insieme a Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e altri artisti, contribuisce a far rivivere la tecnica della pittura. Nel 1985 per approfondire la sua conoscenza dell'arte si trasferisce a Colonia e poi a Parigi dove rimane per quasi un decennio, vivendo e lavorando principalmente in camere d'albergo e monolocali in affitto tra le città di Parigi e New York ed esponendo sia negli Stati Uniti che in Europa. Il suo lavoro sfida rigorosamente i limiti del ritratto in un modo che fa il verso a Pablo Picasso e a Francis Bacon e solo in tempi più recenti ha raggiunto il vero successo commerciale quando in asta è stato battuto a delle cifre abbastanza incredibili vista la modestia dei suoi lavori. Grazie agli studi accademici e alle sue esperienze newyorkesi, Condo mantiene un costante interesse per stili pittorici storici da cui trae gran parte della sua ispirazione. L'artista segue un percorso diverso nelle sue composizioni cubiste contemporanee e nell'uso gioioso della pittura diventando famoso per le sue composizioni postmoderne in bilico tra kitsch e fantasia grottesca, che attirano lo sguardo trasportando l'osservatore in un mondo altamente immaginario. Per descrivere il proprio lavoro l'artista ha coniato i termini "realismo artificiale" e "cubismo psicologico" sostenendo che, sebbene i suoi ri-
GEORGE CONDO (1957), NUDES AND FORMS, 2014, olio su tela, 203 x 183 cm, venduto da Christie's New York 2018 a $ 6.162.500 (€ 5.177.700)
(vedi a pag.28). Nato a Concord, New Hampshire, Condo ha studiato storia dell'arte e teoria musicale all'University Lowell of Massachusetts. Alla fine degli
A sinistra: ANTIPODAL REUNION, 2005, olio su tela, 208,6 x 183,5 cm Sotheby's London 2020 a GBP 1.035.000 (€ 1.122.000)
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GEORGE CONDO tratti non siano realistici in senso tradizionale, presentino un realismo psicologico che è ancora più pregnante. Egli cerca di raggiungere questa intensità psicologica attraverso la distorsione dei lineamenti del viso dei suoi modelli, facendo ricorso a esagerazioni grottesche, enfatizzazioni, immagini aggressive e volti fratturati con una tecnica cubista. Condo, infatti, cita sempre Picasso come un'influenza predominante: «Picasso ha dipinto un violino da quattro diverse prospettive in un momento. Io faccio lo stesso con gli stati psicologici: quattro di loro possono verificarsi contemporaneamente». Tradizionale e modernità si fondono nel suo lavoro in cui propone una nuova interpretazione del genere classico della ritrattistica la quale, piuttosto che rappresentare semplicemente il l'aspetto fisico del soggetto, mira tramite una chiave psicologica a "rappresentare simultaneamente la serie di pensieri di un personaggio isteria, gioia, tristezza, disperazione". Attingendo a pratiche pittoriche molto diverse nel corso della storia e incorporando riferimenti alla cultura Pop come i cartoni animati e i fumetti, Condo sviluppa un lessico visivo particolare che è abbastanza inconfondibile. La risposta emotiva dello spettatore di fronte alle sue immagini è molto diversificata: umorismo, simpatia, ma anche repulsione da parte di chi non ama le sue deformazioni o il taglio fumettistico eccessivamente e troppo esplicito. Nel bene o nel male, George Condo dimostra il potenziale del ritratto contemporaneo nell'esprimere e nell'indurre una vasta gamma di sentimenti e sensazioni contrapposti che convivono.
In alto: DAY OF IDOL, 2011, acrilico, carboncino e pastello su lino, 172,7 x 167,6 cm, Sotheby's New York 2018 a $ 2.775.000 (€ 2.338.000)
A destra: THE YOUNG SAILOR , 2012, olio su lino, 102 x 81,5 cm, Sotheby's Hong Kong 2019 a UKD 12.175.000 (€ 1.324.000)
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INTRECCI ORGANICI mato "Nakai Tsosi" (messicano magro) il quale ha insegnato loro come lavorare l'argento. Fin da allora gli argentieri Navajo creano gioielli fatti a mano tra cui fiaschi di tabacco, collane e braccialetti; successivamente, hanno aggiunto orecchini d'argento, fibbie, ornamenti per capelli e spille sia per uso tribale interno che da mettere in vendita come un modo per integrare il loro reddito. I disegni molto decorativi dei gioielli in argento fanno riferimento a forme naturali come i caratteristici "fiori di zucca" apparsi per la prima volta negli anni 1880, oppure il melograno con le perle a forma di bocciolo e anche agli animali che appartengono alla tradizione indiana come aquile, bufali, lupi ecc.. Inoltre, esistono delle composizioni geometriche etniche anche complesse ma rigidamente codificate che vengono ripetute con modeste variazioni. In questi lavori a sbalzo su metallo vengono riprodotte anche forme organiche che si richiamano a forme vegetali più libere con funzioni prettamente decorative di oggetti cerimoniali. Da diversi decenni gli studenti di tribù navajo
I nativi americani, noti anche come indiani o indigeni americani, che vivono negli Stati Uniti, sono organizzati in 574 tribù riconosciute a livello federale, quasi la metà delle quali risiedono nelle riserve indiane. Una delle forme di sussistenza dei membri di queste tribù è data dalla produzione artigianale di oggetti artistici da vendere ai turisti che includono dipinti, ceramiche, tessuti, sculture, vimini, intagli e, soprattutto, gioielli. L'argenteria, infatti, è un'importante forma d'arte tra i Navajo fin dal 1880 quando vi è stata portata da un messicano chia-
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SBALZI ARGENTEI studiano arte presso l'Haskell Indian Nations University venendo in contatto con idee provenienti da culture meno autoreferenziali e apprendendo una libertà creativa che li affranca dalla ripetizione acritica di immagini etniche. Tra le nuove speranze dell'arte navajo spiccano alcuni giovani, i Cody Bears, i quali, pur riconoscendosi pienamente nella cultura della loro nazione, hanno sentito il bisogno di emanciparsi da moduli eccessivamente consolidati tentando nuove strade espressive. Nel campo della lavorazione dell'argento hanno introdotto una figurazione naturalistica svincolata dagli stereotipi tramandati dal passato e adottato tecniche più aggiornate e moderne. In particolare, hanno abbandonato gli stilemi navajo tradizionali e sperimentato complicati lavori a sbalzo su grandi lastre piane d'argento cercando ispirazione nelle forme curvilinee e intricate della gioielleria liberty del '900. La spiritualità navajo si basa sul mantenimento di una relazione armoniosa con il mondo degli spiriti ottenuta attraverso atti cerimoniali che incorporano anche la pittura con la sab-
bia (sempre citata come fonte di ispirazione del "dripping" di Pollock), la quale non è solo un'immagine rappresentativa ma un'entità spirituale con una vita propria che aiuta l'individuo a ristabilire una connessione con la forza vitale. I Cody Bears coniugano nelle loro proteiformi composizioni la libertà del gesto teorizzata dagli espressionisti astratti con la sofisticata ricerca figurativa dell'Art Nouveau proprio per esplorare le potenzialità del materiale e, tramite questa esperienza creativa incontrollata, ricongiungersi con la spiritualità dei loro antenati.
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SPIRIT OF ECSTASY così da poter rabboccare con facilità l'acqua che serviva da raffreddamento del motore. Lord John Scott Montagu, appassionato di auto ed editore dal 1902 della rivista specializzata "The Car Illustrated, ebbe l'idea di chiedere al suo amico scultore, Charles Robinson Sykes, di creare una figura artistica da porre sul radiatore della propria Rolls Royce Silver Ghost. La statuina plasmata da Sykes raffigurava una giovane donna in abiti svolazzanti con un indice sulle labbra e per questa ragione battezzata "The Whisper" (Il sussurro). La modella dello scultore era l'affascinante Eleanor Velasco Thornton, segretaria e amante di Lord Montagu. Poiché, nel frattempo, altri proprietari avevano iniziato a imitare la nuova moda applicando sui radiatori soggetti banali o discutibili, la Rolls-Royce chiese a Sykes di proporre una figura degna del marchio già leggendario con cui adornare tutti i suoi modelli. Nel 1911 l'artista presentò il suo "Spirit of Ecstasy", una variazione facilmente riconoscibile di "The Whisper" in cui la somiglianza tra le due mascotte era ancor più evidente per la ragione che la modella per entrambi era stata Miss Thornton. La piccola scultura rappresentava un'elegante e flessibile giovinetta con il capo spinto in avanti, la lunga veste fino ai piedi e le braccia piegate all'indietro con le maniche che si gonfiavano nel vento come due ali, pronte al volo nella corrente creata dalla velocità. Pur ricordando la Nike di Samotracia, la donna rappresentata era dinamica, moderna, sensuale e incarnava lo stile e, appunto, lo spirito dell'epoca. "Spirit of Ecstasy" è probabilmente la mascotte automobilistica più conosciuta nel mondo poiché ha adornato le calandre delle mitiche Rolls-Royce dal 1911 ad oggi. Inizialmente la statuina era placcata in argento ma la finitura
La storia dell'iconica sculturina che ha reso famose nel mondo le Rolls-Royce (e, viceversa), è intrigante perché racconta di amori romantici, nobiltà anglosassone, segreti industriali, ricchezze e tragedie di un secolo il quale è stato funestato da ben due guerre mondiali che hanno sconvolto la vita di intere generazioni. Il nome storicamente corretto della "mascotte" (è questo il termine tecnico di questi ornamenti) che connota l'automobile dei VIP, è "Spirit of Ecstasy", ma è molto più diffuso "Flying Lady" o anche il soprannome "Emily". Le "mascotte" sono nate al tempo in cui le prime vetture avevano il tappo del radiatore posizionato all'esterno del cofano, sopra la calandra, 24
STORIA DELL’ARTE venne abbandonata nel 1914 a causa dei frequenti furti. Pagando un sovrapprezzo, erano e sono tuttora disponibili, le versioni placcate in oro. Le decorazione normali posizionate sul radiatore di tutte le Rolls-Royce, comprese quelle della gamma attuale, invece, sono realizzate in lega di nichel altamente lucidato. Ognuna è stata eseguita utilizzando l'antica tecnica della cera persa che, per estrarre la fusione, comporta la distruzione dello stampo, il che spiega perché non esistano due "Spirit of Ecstasy" perfettamente uguali. Sykes rimase responsabile per la produzione dello "Spirit of Ecstasy" per molti anni e ciascuna delle sculture portava sulla base la firma "Charles Sykes, febbraio 1911" o, talvolta, "6 febbraio 1911", o anche "6.2.11". Quando, nel 1948, la Rolls-Royce subentrò nella produzione delle mascotte, la firma di Charles Sykes scomparve dopo tre anni. Nel corso degli anni sono state apportate varie modifiche allo "Spirit of Ecstasy": verso la fine degli anni '20, poiché le nuove linee sportive avevano ridotto l'altezza delle carrozzerie, a Sykes fu chiesto di pensare a una variante più ridotta della statuina per consentire al guidatore una visione chiara anche con la nuova posizione di guida ribassata. Lo scultore creò una nuova versione in cui la ragazza è inginocchiata che è rimasta dopo la seconda guerra mondiale solo per i nuovi Silver Wraith e Dawn mentre i modelli successivi sono ritornati all'originale in piedi, però notevolmente ridotto di dimensioni. Come successo anche alle mascotte delle altre marche, le nuove norme stradali hanno ritenuto troppo pericolosi in caso di incidente gli spigoli metallici dello "Spirit of Ecstasy" obbligando la casa a eliminarlo dal cofano così che i proprietari hanno dovuto rinunciare al blasone che, però, è stato loro consegnato nel portaoggetti
della vettura. La Rolls-Royce è riuscita a risolvere il problema introducendo nei nuovi modelli un meccanismo che consenta alla nuova "Flying Lady" di dimensioni più contenute, di rientrare al minimo impatto all'ìnterno del cofano. Purtroppo, la storia dell'amore segreto tra il ricco Lord e la bella ma povera Eleanor si concluse tragicamente nel 1915, prima che lei potesse apprezzare il successo ottenuto dalla sua effigie. Il piroscafo su cui viaggiava con Lord Montagu, silurato da un sottomarino tedesco, affondò nel mare Egeo: il suo amante si salvò e lei morì annegata. Tuttavia, mentre il Lord è oggi ormai un emerito sconosciuto, la sua segretaria è entrata nel Gotha mondiale delle mascotte... 25
Ottobre 2020, Anno 9 - N.10
News dal mondo GEORGE CONDO
NUDES AND FORMS, 2014
pag. 28
GEORGE CONDO
SILVER AND YELLOW DOUBLE HEAD, 2016
pag. 29
GEORGE CONDO
DIAGONAL PORTRAIT, 2013
pag. 30
GEORGE CONDO
WASHINGTON SQUARE PARK, 2010
pag. 31
LA DONNA È MOBILE, 2020
pag. 32
Omaggio a GEORGE CONDO
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GEORGE CONDO, NUDES AND FORMS, 2014, olio su tela 203,2 x 183 cm, venduto da Christie's New York 2018 a $ 6.162.500 (€ 5.177.700)
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SILVER AND YELLOW DOUBLE HEAD COMPOSITION, 2016 acrilico, vernice e pigmento su lino, 229 x 356 cm, venduto da Christie's New York 2019 a $ 3.495.000 (€ 166 )
GEORGE CONDO, DIAGONAL PORTRAIT, 2013, acrilico, carboncino e pastello su tela, 157 x 146 cm, venduto da Christie's London 2019 a GBP 1.991.250 (€ 000)
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GEORGE CONDO, WASHINGTON SQUARE PARK, 2010, acrilico, carboncino e pastello su lino, 198 x 274,5 cm, venduto da Christie's New York 2018 a $ 4.812.500 (€ .900)
PAOLO TOMIO: Omaggio a GEORGE CONDO LA DONNA È MOBILE, 2020 pastello su carta, 29,7 x 21 cm
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