PERIODICO della icsART N.1 - Gennaio ANNO 2021
icsART
In copertina: ARNOLD MARIO DALL'O - UNTITLED (SUBMISSION), 2019, pittura ad olio su lastra offset 236 x 212 cm
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icsART
sommario Gennaio 2021, Anno 10 - N.1
Editoriale
Ma che te lo dico a fare?
pag. 4
Politica culturale
Trento - 3° posto
pag. 5
Intervista a un artista
Arnold Mario Dall'O
Mercato dell’arte?
Alexej Jawlensky
pag. 20-21
The world of tomorrow
Mr and Mrs Woodman
pag. 22-23
Storia dell’arte
Streamline Moderne - parte 1
pag. 24-25
pag. 6-19
News dal mondo ALEXEJ von JAWLENSKY
SHOKKO, 1910
pag. 28
ALEXEJ von JAWLENSKY
FRAU MIT GRÜNEM FÄCHER, 1912
pag. 29
ALEXEJ von JAWLENSKY
MIT RUNDEM TISCH, 1910,
pag. 30
ALEXEJ von JAWLENSKY
MÄDCHEN MIT ROTER SCHLEIFE, 1911
pag. 31
IL BARONE SALVOTTI DE BINDIS, 2020
pag. 32
Omaggio ad ALEXEJ von JAWLENSKY
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EDITORIALE sponga di una manciata di voti necessari alla maggioranza, minacci di far cadere il governo qualora non siano accettate le sue richieste. Anche se conta come il due di picche, il boss ha scelto di ricattare i suoi concittadini proprio nel momento più difficile per il Paese immaginario. Un atto criminale indegno anche per il Padrino di Cosa Nostra. Immaginiamo che l'Agnello Sacrificale, impaurito, sia disposto ad accogliere tutte le pretese, ma che ogni volta lo Scorpione alzi la posta perché il suo vero intento è dimostrare di essere indispensabile per arrivare a gestire i miliardi che devono arrivare. Lo Scorpione, come tutti i giocatori di poker, ha imposto una scadenza al suo ricatto: o il governo accetta il suo ultimatum, oppure bloccherà tutto ciò che i cittadini stanno aspettando da mesi. E' un bluff da disperati perché, in caso di elezioni anticipate, il crollo dell'economia e la perdita degli aiuti economici esterni lo farebbe diventare il politico più odiato e meno votato del Paese Immaginario. Un ricatto, per spaventare l'avversario, deve essere credibile, deve cioè creare un danno alla vittima ma non al ricattatore, quindi, se minacci le elezioni anticipate, devi disporre di complici disposti a suicidarsi per te e a rinunciare allo stipendio parlamentare più alto del mondo sapendo che le probabilità di riavere le loro poltrone sono pari a ZERO, sia a causa della soglia minima richiesta che della riduzione del numero dei futuri parlamentari. Poiché gli aruspici pronosticano che, in caso di nuove elezioni, il Paese Immaginario finirebbe in mano agli avversari, lo Scorpione pensa veramente che i suoi tirapiedi lo seguirebbero in un harakiri collettivo per tornare a casa loro ad una vita senza indennità, privilegi e vitalizi? Stai sereno, Scorpione!
MA CHE TE LO DICO A FARE? Immaginiamo che il mondo sia stato colpito da una epidemia di peste che si diffonda rapidamente con esiti esiziali per milioni di persone e che esista un Paese che stia andando sempre peggio degli altri per l'altissimo numero di contagiati e morti. Immaginiamo che questo Paese, anche a causa dell'incapacità di governatori e di politici parolai, cinici, opportunisti e ladri, si trovi in un'emergenza sanitaria, economica e sociale mai vista prima con dei riflessi drammatici sul reddito, sul lavoro e sull'occupazione dei suoi abitanti. Immaginiamo, quindi, con che animo la popolazione impoverita e impaurita guardi al proprio futuro. Immaginiamo, però, che questo Paese abbia ottenuto da parte dei suoi alleati la promessa di ricevere un ingentissimo e insperato aiuto di centinaia di miliardi, molti dei quali a fondo perduto, ma che, per poter usufruire di questi capitali, il governo guidato dall'Agnello Sacrificale debba predisporre con la massima urgenza e in modo dettagliato un complesso Piano di Recupero. Immaginiamo che lo Scorpione, il boss di una banda di rubagalline alleati del governo, di4
POLITICA CULTURALE
TRENTO - 3° POSTO
trebbe migliorare, con particolare attenzione all'ultima che analizza lo stato della cultura e del tempo libero. Senza entrare nel merito delle ragioni specifiche si può vedere (vedi tabella in alto) che Trento si colloca al 9° posto nella categoria Ricchezza e Consumi, al 4° nell'Ambiente e Servizi, al 40° nella Giustizia e sicurezza, al 6° negli Affari e Lavoro e al 12° posto in Demografia e Società. Ognuna delle sei tematiche analizzate meriterebbe un approfondimento che vada al di là del mero numero che indica la posizione in graduatoria ma ci sembra più importante affrontare il settore della Cultura e Tempo libero il cui 97esimo posto è tutt'altro che entusiasmante. E' un risultato abbastanza inaspettato per una provincia che investe da sempre nel turismo e anche in grosse realtà culturali come i musei eppure, sembra che si dovrà ripensare il ruolo del pubblico e del privato per il futuro. Se da una parte Trento si trova in una ottima 11esima posizione nella classifica che riguarda la lettura dei quotidiani, alla 39esima per presenza di biblioteche, dall'altra raggiunge un 77° posto per gli abbonamenti a Internet veloce e l'82° per le librerie mentre crolla al 104esimo per fondi europei 2014-2020 per l'attrazione culturale, naturale e turistica. Modesti anche gli indicatori riguardanti i servizi con il 91° posto per i ristoranti, il 65° per le piscine e il 62° per spese per spettacoli; per quanto riguarda la presenza di bar si trova alla 48esima posizione e alla 41° per quella di cinema.
Di tanto in tanto, non spesso, leggiamo delle notizie che migliorano uno stato d'animo non dei migliori stante il bombardamento quotidiano di ogni tipo di emergenza immaginabile. La buona nuova riguarda la provincia di Trento che anche quest'anno riesce mantenere le posizioni di eccellenza raggiunte in passato. La 31esima indagine sulla Qualità della vita e benessere nelle province italiane che il Sole 24 Ore conduce annualmente, ha stabilito la seguente classifica generale: 1° Bologna (che guadagna 13 posizioni), 2° Bolzano e 3° Trento. Un risultato ottimo che colloca sul podio le due Provincie Autonome le quali hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benché siano ora attese alla prova di un inverno difficile per il turismo montano. I dati dovranno essere analizzati dalla nuova amministrazione trentina che eredita dei risultati molto positivi ma deve fare i conti con una congiuntura tutt'altro che felice. L’indagine sulla Qualità della vita è suddivisa in sei macro-categorie tematiche: 1. Ricchezza e consumi; 2. Affari e lavoro; 3. Ambiente e servizi; 4. Demografia e salute; 5. Giustizia e sicurezza;6. Cultura e tempo libero. Per ognuna sono presi in esame 15 indicatori per un totale di 90 indicatori che consentono di misurare in dettaglio quelli che vengono considerati gli aspetti più importanti del benessere. Vediamo come si posiziona Trento in ognuna di queste grandi categorie per capire cosa po5
Intervista ad ARNOLD MARIO DALL'O «Come in qualsiasi professione, è utile alzarsi la mattina e andare a lavorare. L’etica per il proprio fare, die “Haltung” per le proprie decisioni sono la base di tutto». Arnold Mario Dall'O ci parla del proprio mestiere di artista in termini sia pratici che etici spiegando come l'impegno quotidiano e la coscienza della propria responsabilità in ciò che si fa, siano altrettanto importanti. Tanto è laconico Dall'O quando scrive, così è prolifico, laborioso e curioso di ciò che lo circonda, quando è nel suo vasto atelier. Alla sua formazione ha contribuito l'esperienza giovanile vissuta in tipografia, un insieme di tecniche, pratiche e sapiente manualità da cui ha appreso l'ordine imposto dalla composizione della pagina, la magia degli inchiostri, il senso del colore e delle tonalità dei neri e grigi nella stampa, insegnamenti che si avvertono tuttora nei suoi lavori. Ma, al rigore innato della tecnica tipografica, Dall'O coniuga una vena a volte inventiva fantastica, ricca, barocca come le sculture dorate e gli arredi sacri delle chiese altoatesine, altre volte inquietante, drammatica, intrisa di pessimismo espressionistico nordico, come nel caso dell'iconografia delle persone morte. Essenzialmente pittore, ama però spaziare anche in molte altre discipline artistiche e sperimentare tecniche e tecnologie innovative che stimolino e amplino le sue potenzialità creative. Arnold si è affrancato dall'influenza del maestro Vedova seguendo una propria visione figurativa in cui tradizione, modernità e vissuto personale coesistono con cultura Pop, fotografia, grafica, in una sintesi rivisitata e reinterpretata in chiave poetica e surreale. Esiste sempre un fil rouge nei suoi lavori, spesso inaspettati e spiazzanti poiché la sua copiosa e corposa produzione non è inquadrabile in una categoria facilmente definibile; egli, infatti, sembra praticare un nomadismo culturale alla scoperta di stimoli, idee e immagini che risveglino in lui sensazioni forti come la meraviglia, la sorpresa o anche l'orrore. Tutta la sua produzione, i monumentali dipinti ad olio, le intriganti xilografie, la grafica pregna di misteriosi significati, le sculture provocatorie, si muove nell'alveo di un'unica grande ricerca - concettuale e allo stesso tempo influenzata dall'inconscio - animata dalla visione di un artista che percepisce le cose del mondo attraverso il filtro di una sensibilità assolutamente peculiare. Paolo Tomio A sinistra: UNTITLED (mystic A. kuda box performance at the wentworth hotel), 2020, pittura ad olio su carta su pannello di legno,180 x 124 cm
in basso: TWINS, 2008, materiali vari, in nickel galvanizzato, 88 x 44 x 33 cm ciascuno
Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti alla pittura? A 14 anni espressi ai miei genitori la volontà di diventare o cuoco o artista. Prima frequentai una scuola commerciale e poi seguì un apprendistato in tipografia. E solo dopo, a ventun anni, decisi di intraprendere gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato?
L’arte popolare, sia quella americana sia quella presente nel mio territorio. Mi hanno sempre affascinato le rappresentazioni nelle chiese, l’iconografia sacra e profana, le storie, sia vere che inventate, che aprano sempre nuovi mondi immaginari. Quandi vissi a Vienna mi affascinarono i disegni di Egon Schiele. Fondamentale per la mia emancipazione artistica erano i lavori di Robert Rauschenberg e di Simar Polke. La Pop-art nel senso di arte popolare, in cui elementi profani e religiosi si fondono in un grande circo di storia umana.
HELLCOME WELCOME, 2008, materiali vari, galvanizzato in argento, 66 x 44 x 55 cm
Cosa ti interessa dell’arte contemporanea e c'è qualcosa che non ti piace? Mi interessa tutto ciò che apre la mente, contemporaneo o antico. Per il resto sono fuori dai grandi circuiti della critica o della stampa di settore. Non mi interessa. Il circo dell’arte (contemporanea), distrae dal lavoro. Scelgo di lavorare e trascorrere meno tempo possibile a ripercorrere eventi o altri spettacoli. Seguo le mostre dopo le vernissage.
Nel corso della tua carriera hai attraversato pe-
riodi espressivi diversi? Ho studiato a Venezia nel corso di Emilio Vedova, una formazione con una fortissima impronta di arte informale. Le mie prime opere riflettono questo anche se erano presenti sempre tracce figurative. Quando mi trasferii a Vienna e per la prima volta mi trovai da solo in uno studio, cercai di trovare una mia strada personale nell’espressione: mi ricollegai allora a quella che era la mia passione, l’arte popolare fatta di segni e significati, di citazioni e doppi sensi, di decorazione e racconto.
HELLCOME WELCOME, 2008, dettaglio, materiali vari, galvanizzato in argento, 66 x 44 x 55 cm
UNTITLED (LUSTER BLUE), 2020, pittura ad olio su lastra offset, 236 x 212 cm
Come ha inciso l’esperienza in tipografia sulla tua formazione artistica?
zionarlo e stamparlo su un foglio bianco. Penso che questa esperienza lavorativa giovanile mi abbia portato a capire gli elementi base della grafica, della composizione, della tipografia e stampa. Dopo lo studio a Venezia, mi trasferii a Vienna e per la prima volta mi trovai solo in uno studio. Nelle prime opere da “libero artista” apparvero traccie di lettere tipografiche o collages di stampe ritrovate sui mercatini. La formazione, anche quella non direttamente attinente all’arte si riflette nelle opere. Questo vale per qualsiasi “deviazione” nella formazione o nella vita lavorativa.
Dopo le scuole medie e dopo un’esperienza in una scuola commerciale in cui venni bocciato due volte, mi trovai per strada e dovetti cercare un lavoro. Lo trovai in modo casuale presso una tipografia a Merano, un laboratorio con macchinari vecchissimi, buio e rumoroso, ma un mondo che mi affascinò fin dal primo giorno. Imparai la composizione tipografica con i caratteri in piombo, mi sembrava come di giocare con il Lego, comporre singole lettere in una frase, in un paragrafo, infine capire come posi10
O.T. (LUSTER TRIPOLIS), 2017, pittura ad olio su lastra offset, 236 x 214 cm
Qual è la tua posizione tra linguaggio figurativo e linguaggio astratto?
Qualsiasi attività si rispecchia nel lavoro artistico. Nel mio caso, la grafica è più affine all’arte, anche se è sempre un lavoro al servizio di una committenza, fatto sì con creatività, però lontano dall’arte che è autonoma, libera, in cui la parola “compromesso” non esiste.
Sono una persona affascinata dal racconto, sia letterale, sia figurativo. Ho poche affinità con l’arte astratta o informale. Forse ho preso troppo alla lettera ciò che Vedova predicava: bisogna uccidere i padri (artistici) per trovare la propria strada.
Spesso i tuoi lavori partono da un’immagine fotografica che poi rielabori in vari modi?
L’attività di grafico che svolgi nel mondo editoriale ha dei riflessi sul tuo linguaggio più artistico?
La tecnica è al servizio del concetto artistico che sto seguendo. Nel mio caso, la tecnica di evidenziare e ridipingere i singoli punti della grana 11
UNTITLED (UNKNOW 5), 2017, pittura ad olio su lastra offset, 77 x 59,5 cm, cornice in Corian
fotografica, non è una soluzione di gusto, bensì una scelta concettuale. Ogni volta che incomincio cicli di lavoro mi chiedo quali soluzioni tecniche siano indicate per tradurre il concetto che voglio trasmettere. Lo “stile” non è questione di gusto o scelta formale, ma è scelta responsabile e conscia. Negli ultimi lavori la scelta formale è nata man mano che il risultato finalizzato si è focalizzato. L’uomo non è perfetto e questa ca-
ratteristica viene trasmessa - punto per punto - dalla mano all’opera. Non mi interessa ciò che è perfetto, bensì l’errore, l’imperfezione.
Hai sempre usato e usi con grande libertà le tecniche artistiche più varie? Penso che questo derivi dalla mia formazione
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UNTITLED (UNKNOW 1), 2016, pittura ad olio su lastra offset, 77 x 59,5 cm, cornice in Corian
professionale. Da tipografo a grafico ad artista. E spesso confondo tra loro le discipline e i generi. Ma in fondo, stiamo vivendo in un mondo di contaminazioni in cui, però, è comunque necessario saper scegliere, essere critico. La contaminazione di generi apre possbilità infinite, però proprio per questo la necessità di saper scegliere, dividere, eliminare o aggiungere diventa lavoro necessario e fondamentale non solo per
gli aspetti formali, ma concettuali ed etici.
Ami anche cercare e sperimentare materiali innovativi e tecnologie avanzate? Essere aperto verso tecnologie significa anche dare ossigeno alla mente. Recentemente ho visitato una ditta che speri-
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UNTITLED (UNKNOW 2), 2017, pittura ad olio su lastra offset, 77 x 59,5 cm, cornice in Corian6
menta la stampa in 3d con il cemento in grandi dimensioni. Soluzioni tecnologiche possono essere d’aiuto nel trasformare idee in progetti concreti.
zione, è sempre inaspettata, fatta di rotture e idee trasversali. Il contrario di come viene programmato un computer.
Quando inizi una nuova opera, hai già in mente un tema compiuto o cambi in corso d'opera?
Non ti poni il problema della perdita della manualità “artistica” a favore delle macchine?
Vedova vedeva l’atelier come palestra. La mia palestra, il mio atelier è attrezzato in modo che
Non vedo questo problema. L’arte non è perfe14
io possa allenare la mente, sperimantare, provare, concludere o buttare. La palestra ideale per mè è un luogo chiuso, silenzioso, simile a una cella di convento, in cui io possa concentrarmi sull’essenziale. Le opere migliori sono quelle che cambiano nel corso del lavoro. Quelle che, appese, riescono a stupirmi. Quelle che non riesco a cogliere fino in fondo.
Per te è sempre un'opera in divenire di cui non sai mai come diventerà e il risultato può essere molto diverso da come l’avevi immaginato? L’opera in divenire come proiezione è impressa
nel cervello. Poi mi lascio stupire quando si materializza.
Perché hai iniziato a realizzare anche scultureinstallazioni? Spesso ho delle collaborazioni con architetti o ricevo commissioni private: è sempre la curiosità che mi spinge. Spazi diversi, committenti con opinioni diverse dalle mie, tutto ciò non mi limita ma mi fa crescere. Questo vale anche per i giovani che vengono a fare il tirocinio da me. Confrontarsi con mondi diversi, altri modi di pensare, aiuta a vedere in modo critico il
FRAME, 2010, materiali vari, galvanizzato in oro puro, 30 x 22 x 5 cm
proprio lavoro. E spinge a intraprendere strade nuovo o inconsuete.
Dal tuo punto di vista, riscontri delle differenze tra il mondo artistico altoatesino e quello trentino?
Che diversità vedi tra due tipi di espressione artistica come la pittura e la scultura?
Questo sarebbe un bel tema per una tesi universitaria: come incidono due culture sul lavoro artistico, come questa realtà si rifletta su due provincie così vicine e contemporaneamente così lontane?
Non c’è diversità. Semmai risposte formali diverse per ambienti/spazi diversi.
Forse la diversità sta nel fatto che un dipinto è bidimensionale mentre la scultura è a tutto tondo e tecnicamente più difficile da eseguire?
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori? La bellezza forse sta nell’imperfezione. Forse nel silenzio. Forse davanti a quelle opere che non necessitano di parole.
Non sono scultore. Parto con l’idea, la parte formale la realizzo in collaborazione con professionisti artigiani.
Chi è l’artista? Ritieni di rappresentare nei tuoi lavori concetti o emozioni? Sei interessato a un “messaggio” nell’opera?
Non so chi sia artista e chi no. Come in qualsiasi professione è utile alzarsi la mattina e andare a lavorare. L’etica per il proprio fare, die “Haltung” per le proprie decisioni sono la base di tutto.
L’arte, quella che io ammiro, non ha UN messaggio. Forse colpisce lo stomaco o il cuore, forse fa piangere o ridere. Va sempre oltre ciò che la parola possa esprimere.
E, per finire, cosa è per te l’arte? Come definiresti il tuo stile personale? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile?
L’arte è quella cosa che non serve a nessuno. Che però è ovunque e che pochi vedono. È quella cosa che, proprio in Italia, ci accompagna passo per passo, nelle strade, nelle chiese e nelle piazze. Quella cosa che, appesa al muro non ci dà risposte ma una scossa al cuore.
Essere presente nel mondo, in questo mondo. Quando i miei studenti, che come età potrebbero essere i miei nipoti, sentono un’affinità con il lavoro che faccio, mi sento tuttora ancorato all’oggi. L’inaspettato, ciò che si guarda ma non si vede. Piccole o grandi deviazioni dal consueto. Indagare sul presente senza cadere nel patetico o in un formalismo di moda.
A destra: UNTITLED (mystic B. kuda box performance at the wentworth hotel), 2020, pittura ad olio su carta su pannello di legno,180 x 124 cm
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ARNOLD MARIO DALL'O nato nel 1960 a Lana (Bz). Dopo aver raggiunto il diploma di maturità si inscrive alla Accademia di Belle Arti di Venezia nel corso di Emilio Vedova. Grazie alla Borsa di Studio del Bundesministerium für Kultur si trasferisce a Vienna dove vive per 6 anni. Dagli anni ’80 espone in gallerie private ed enti pubblici, di cui: Galleria Goethe, Bolzano (I); Galerie Albert Baumgarten, Freiburg (D); Galerie Thaddaeus Ropac, Salzburg (A), Galleria Paolo Maria Deanesi, Rovereto (I); Galleria Lipanjepuntin, Trieste (I), Galleria Sergio Tossi, Firenze (I), Galerie Epikur, Wuppertal (D), Galerie Museum, Bozen (I), MUSEION, Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano (I); MART, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Rovereto (I); MAG, Museo Alto Garda, Riva (I), MAC, Museo di Arte Contemporanea, Lissone (I); Galleria di Arte Contemporanea, Roma (I); Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Palazzo Trentini, Trento (I); Manifesta 7, Parallelevent, Rovereto (I); Museumsquartier, Vienna (A), Merano Arte/Kunst Meran (I), Österreichische Galerie im Belvedere, Wien (A), Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento (I).
A destra: FLYCATCHER, 2010, materiali vari, galvanizzato in rame, 110 x 15 x 15 cm
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ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2021 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:
www.icsart.it icsART N.1 2021 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
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MERCATO DELL’ARTE ? dall'esercito con il grado di capitano e una piccola pensione e, assieme a Marianne che riceve una ricca eredità alla morte del padre, inizia un lungo periodo di viaggi studio per l'Europa che si concludono con il trasferimento a Monaco di Baviera alla scuola di Anton Azbé. Qui conosce Wassily Kandinsky e tra i due artisti, entrambi russi, nasce un'amicizia e un sodalizio che durerà tutta la vita. Marianne smette di dipingere per dedicarsi alla valorizzazione di Alexei che considera il suo protetto. Nel 1902 il pittore ha un figlio da Helene Nesnakomoff, la sedicenne cameriera di Marianne, con cui vivono un singolare ménage-à-trois che durerà più di venti anni. Nel 1905 Jawlensky fa il suo primo viaggio in Francia: trova grande ispirazione nelle opere di Gauguin, di Vincent van Gogh e Cézanne; incontra Matisse ed è influenzato dai lavori dei pittori Fauve con i quali espone al Salon d'Automne di quell'anno. Centrale nella sua ricerca diventa la riduzione all'essenziale, una "sintesi" fra la semplifica-
ALEXEI von JAWLENSKY (1864-1941), SCHOKKO, 1910, olio su tela fissata su tavola, 75 x 65 cm, venduto da Sotheby's London 2008 a GBP 9.428.500 (€ 10.400.000) (vedi a pag.28). Amico di Kandinskij, Paul Klee e Franz Marc, Jawlensky è tra i massimi pionieri della pittura moderna. Nato a Torshok (Impero russo) in una famiglia appartenente alla nobiltà ereditaria, anche se attratto dall'arte, intraprende come i suoi fratelli la carriera militare entrando a 17 anni nel Corpo dei Cadetti di Mosca. La morte prematura del padre e la situazione finanziaria peggiorata della famiglia, lo spinge a proseguire al Collegio Militare e raggiungere il grado di tenente presso il Settimo Reggimento Granatieri. Nel 1890 si trasferisce da Mosca a San Pietroburgo per studiare all'Accademia d'Arte sotto la guida del maestro Ilja Repin. Qui conosce Marianne von Werefkin, figlia del comandante della Fortezza della città, già nota come pittrice realista e quattro anni più vecchia di lui, che sarà la sua amante, compagna, complice e mecenate nel corso dei decenni successivi. Nel 1896, diplomatosi all'Accademia, si congeda
ODALYSKE, 1983, olio su tavola, 67,8 x 100 cm Christie's New York 2009 a $ 5.122.500 (€ 4.214.000)
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ALEXEJ von JAWLENSKY zione della realtà di Gauguin e la suggestione dell'amato Van Gogh da cui nasce uno stile pittorico espressivo inconfondibile caratterizzato da un uso personalissimo del colore steso a campiture larghe e piatte con colori luminosi e contorni neri che incorniciano le figure: «Ho capito che non dovevo dipingere quello che vedevo, nemmeno quello che sentivo, ma solo quello che viveva dentro di me, nella mia anima». Nel 1909 fonda assieme alla von Werefkin la NKVM, Neue Künstlervereinigung München; Kandinsky, teorico di un'arte totalmente astratta fonda nel 1911 Der Blaue Reiter, il nuovo gruppo espressionista a cui aderirà qualche anno dopo anche lo stesso Jawlensky. Allo scoppio della 1° guerra mondiale, l'artista e la von Werefkin, in quanto stranieri, sono espulsi dalla Germania ed emigrano in Svizzera ad Ascona sul Lago Maggiore. Nel 1917 scoppia la rivoluzione in Russia, l'artista riduce le dimensioni dei quadri e accentua l’intensità e la luminosità dei colori, tendendo a una dimensione marcatamente spirituale. Inizia a dipingere la serie delle "Teste mistiche" a cui seguono
l'anno successivo le "Teste astratte" che combinano note fauve ed espressioniste con la tradizione e la spiritualità dell'arte russa. Nel '21 Jawlensky e la Werefkin si separano definitivamente; il pittore costantemente in difficoltà per la mancanza di denaro torna a vivere in Germania dove sposa Helene, la madre di suo figlio. Negli ultimi dodici anni della sua vita, a causa di una dolorosa artrite reumatoide che gli paralizza le dita e le mani, dipinge con difficoltà raffigurando in uno stile schematico volti umani con gli occhi chiusi che sono paragonati alle icone della chiesa ortodossa russa. Uomo devoto, Jawlensky scrive: «Mi è bastato immergermi in me stesso, pregare e preparare la mia anima a raggiungere uno stato religioso». Definisce "Meditazioni" il gruppo di opere eseguite tra il '34 e il '38, anno in cui smette definitivamente di dipingere. I suoi quadri sono inclusi nella "Mostra d'arte degenerata" organizzata dai nazisti nel 1937. Alexei von Jawlensky muore nel 1941 all'età di 76 anni. ODALYSKE, 1983, olio su tavola, 67,8 x 100 cm Christie's New York 2009 a $ 5.122.500 (€ 4.214.000)
Mr AND Mrs WOODMAN
"The World of tomorrow" è il titolo dell'istallazione realizzata alla Auckland Art Gallery in Nuova Zelanda dalla coppia di artisti che si nasconde dietro lo pseudonimo Mr and Mrs Woodman. Evidentemente, Banksy ha fatto scuola e oggi paga presentarsi solo con un nome d'arte visto che i mass-media e il pubblico sono attirati dall'alone di mistero che circonda questo tipo di interventi e così l'artista si ritrova la promozione eseguita gratuitamente. Pur partecipando alla cultura alternativa della street art da cui originariamente derivano, i due artisti hanno fatto un salto di qualità abbandonando le immagini dipinte con lo spry sui muri della città per esplorare le problematiche più insidiose della scultura, dell'installazione e della performance. In questo caso, i due artisti non operano di notte clandestinamente come gli street artists ma fanno ricorso a una tecnica decisamente più sofisticata poiché realizzano su invito le loro installazioni, complesse opere tri-
dimensionali che comprendono media, oggetti e forme espressive di qualsiasi tipo. La necessità di mantenere l'anonimato li obbliga a non apparire mai personalmente ma a utilizzare una equipe di collaboratori che si limita semplicemente a montare nel luogo prescelto l'installazione progettata in precedenza in studio. La coppia, infatti, ricostruisce nel suo laboratorio un modello perfettamente uguale all'ambiente in cui vuole collocare l'opera, in modo da poter studiare dal vero l'istallazione fin nei minimi particolari sperimentando e risolvendo in anticipo tutte le soluzioni tecniche e formali che potrebbero presentarsi nella realtà. Le installazioni Mr and Mrs Woodman si fondano sul dialogo tra forme espressive contrapposte: l'una tradizionale in cui viene utilizzato un vasto repertorio di oggetti vecchi e l'altra moderna che introduce le forme, i colori, le tecnologie e i materiali della contemporaneità reinventati in funzione del messaggio e dei di22
THE WORLD OF TOMORROW versi allestimenti scenici. Ai fini della loro pratica artistica risultano fondamentali sia i grandi volumi geometrici luminosi che caratterizzano ogni intervento, sia i manichini di legno recuperati in un deposito teatrale dismesso, di cui si avvalgono per simulare le diverse situazioni concettuali che vogliono rappresentare. l temi affrontati sono finalizzati alla presa di coscienza nei visitatori tramite una critica radicale all'attuale società di massa e ai conseguenti problemi legati a uno sviluppo senza controllo guidato dal solo interesse economico a scapito delle libertà individuali. Al centro dei loro eventi ritornano spesso problematiche come la depressione, l'angoscia, l'incomunicabilità caratteristiche dell'uomo contemporaneo, rappresentate tramite degli allestimenti teatrali in cui i manichini in legno instaurano dei rapporti
tra di loro e con il contesto architettonico. Le caratteristiche forme geometriche luminescenti svolgono la funzione di mascherare le apparecchiature scenotecniche e il sofisticato impianto di illuminazione che consentono loro di creare inspiegabili giochi di ombre. I solidi prismatici luminosi che occupano la scena, costruiti in materiale sintetici luminescenti dai colori fluorescenti, nelle tonalità più artificiali e schocking, sono la cifra distintiva di Mr and Mrs Woodman e simboleggiano l'ambiente artificiale che si contrappone alla natura distruggendo l'equilibrio che si è mantenuto per millenni. Per i due artisti neozelandesi, quello della salvaguardia e difesa dell'ambiente da un pericolo che minaccia la vita stessa del pianeta in nome di un ritorno a una crescita sostenibile, sembra ormai essere l'impegno più sentito.
STREAMLINE MODERNE - parte 1 L'Art Déco, è la corrente artistica nata a Parigi intorno al 1910 come risposta alla devastazione del continente in seguito alla Grande Guerra. Anche se con le sue forme spigolose ma organiche certamente si presentava come il "nuovo", era però uno stile non del tutto privo dei motivi ornamentali del passato che privilegiava l'artigianato limitandosi a un design di lusso ed esclusivo riservato a una clientela delle fasce economiche e culturali più elevate. Nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale, nel pieno della Grande Depressione degli anni '30, è emerso negli Stati Uniti lo "Streamline Moderne", uno stile moderno, dinamico, libero dagli orpelli e le decorazioni del passato che si proponeva di rappresentare gli ideali del nuovo secolo. Questo stile adottava un'immagine aerodinamica che prendeva spunto dalla vita frenetica contemporanea ed era influenzato dal movimento, dalla velocità, dalle macchine e infrastrutture di trasporto. Contribuiva a favorire quel processo di messa a punto degli elementi che definiscono il “design aerodinamico” come stile del futuro - linee pulite e arrotondate che esprimessero elegante semplicità e facilità d'uso per la casa
moderna - anche la disponibilità diffusa di nuovi articoli e prodotti destinati all'uso quotidiano da parte di settori sempre più ampi di consumatori americani. I progettisti erano alla ricerca di un design che esprimesse onestamente la modernità tecnologica dei nuovi modelli della vita e fosse attraente per il gusto medio dei consumatori. Salito alla ribalta a livello internazionale, lo Streamline Moderne viene, infatti, inconfondibilmente identificato con quel “gusto americano" le cui caratteristiche peculiari rimandano a una serie di oggetti industriali, automobili, aerei, locomotive, elettrodomestici e oggetti d'uso ecc. ma anche edifici e arredamenti, entrati a far parte dell'immaginario collettivo. Esso ha preso un indirizzo in cui si è sviluppata e consolidata una visione estetica e ideologica del design radicalmente opposta rispetto alla scuola di pensiero funzionalista europea che mirava alla riduzione dei costi di produzione dei prodotti per renderli accessibili alle classi lavoratrici. E’ evidente che, con le loro forme ingenuamente e commercialmente aerodinamiche, questi articoli esteticamente e simbolicamente esuberanti e sfavillanti di cromature, si ponevano in nome di
STORIA DELL’ARTE
un ottimismo consumistico come alternativi al rigore puritano del design europeo. Negli anni '30 compaiono negli Stati Uniti elettrodomestici di recente o nuova invenzione come televisioni, ferri da stiro, tostapane, radio, lavatrici ecc. che invaderanno nei decenni successivi le case di tutti gli americani. Le incredibili forme bombate, lucide e luccicanti dello stile aerodinamico appaiono oggi, allo stesso tempo, ridicole e commoventi perché esprimono bene la fede nello sviluppo inarrestabile di un Paese in cui era in atto una rivoluzione industriale che lo avrebbe reso il più ricco e potente della Terra. Oggi, a distanza di 90 anni, l'ideologia di una società in cui la felicità degli individui si fonda
sull'acquisto e il possesso delle merci, è ormai vincente nella cultura di massa simboleggiata dalla televisione e dalla struttura ideologica al suo servizio, la pubblicità. Lo Streamline Moderne si è diffuso progressivamente anche nell' architettura internazionale diventando con le sue forme curvilinee, le lunghe linee orizzontali, le decorazioni geometriche, i materiali artificiali e le nuove tecnologie e gli elementi simbolici di matrice nautica lo stile d'avanguardia. Così come gli oggetti hanno acquistato una piacevolezza glamour, quasi sensuale, anche gli edifici si sono distinti per l'immagine accattivante che rappresentava l'dea di modernità del loro tempo. Fine parte 1
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Gennaio 2021, Anno 10 - N.1
News dal mondo ALEXEJ von JAWLENSKY
SHOKKO, 1910
pag. 28
ALEXEJ von JAWLENSKY
FRAU MIT GRÜNEM FÄCHER, 1912
pag. 29
ALEXEJ von JAWLENSKY
MIT RUNDEM TISCH, 1910,
pag. 30
ALEXEJ von JAWLENSKY
MÄDCHEN MIT ROTER SCHLEIFE, 1911
pag. 31
IL BARONE SALVOTTI DE BINDIS, 2020
pag. 32
Omaggio ad ALEXEJ von JAWLENSKY
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ALEXEJ von JAWLENSKY, SCHOKKO, 1910, olio su tela fissata su tavola, 75 x 65 cm, venduto da Sotheby's London 2008 a GBP 9.428.500 (€ 10.400.000)
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ALEXEJ von JAWLENSKY, FRAU MIT GRÜNEM FÄCHER, 1912 olio su tavola, 65 x 54 cm, venduto da Sotheby's New York 2011 a $ 11.282.500 (€ 9.281.000)
ALEXEJ von JAWLENSKY, MIT RUNDEM TISCH, 1910, olio su tavola, 55,8 x 50,8 cm, venduto da Christie's New York 2018 a $ 3.852.500 (€ 3.169 000)
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ALEXEJ von JAWLENSKY, MÄDCHEN MIT ROTER SCHLEIFE, 1911, olio su tavola, 71,5 x 50 cm, venduto da Christie's London 2008 a GBP 2.932.500 (€ 3.239.260)
PAOLO TOMIO: Omaggio ad ALEXEJ JAWLENSKY IL BARONE SALVOTTI DE BINDIS, 2020 olio su tela, 45 x 31,5 cm
ics
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