PERIODICO della icsART N.2 - Febbraio ANNO 2021
icsART
In copertina: GIUSEPPE MARCADENT, INDICAZIONE PREZIOSA 3, 2020, pannello grès alta temperatura 1280°c 33 x 33 cm
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icsART
sommario Febbraio 2021, Anno 10 - N.2
Editoriale
2021: Donald goes home
pag. 4
Politica culturale
2021: Jake Renzi is back
pag. 5
Intervista a un artista
Giuseppe Marcadent
Mercato dell’arte?
Carl Larsson
pag. 20-21
Incursioni nella Storia
Frammenti d'arte
pag. 22-23
Storia dell’arte
Lilla Hyttnäs - Karin e Carl Larsson
pag. 24-25
pag. 6-19
News dal mondo CARL LARSSON
SUZANNE E UN ALTRO, 1901
pag. 28
CARL LARSSON
RAGAZZA CHE CUCE, 1911
pag. 29
CARL LARSSON
TITT-UT, 1901
pag. 30
CARL LARSSON
SWEDISH HOLIDAY READING, 1916
pag. 31
IL PERGOLATO NEL GIARDINO, 2020
pag. 32
Omaggio a CARL LARSSON
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EDITORIALE 2021: DONALD GOES HOME Alla fine, dai e dai, anche Donald Trump si è tolto dai coglioni (scusate il francesismo). É stato il peggior Presidente degli Stati Uniti, un pericolo per il mondo e, come si è visto, anche per la sua "amata America" dove, nei quattro anni del suo mandato ha creato un clima di odio e di guerra civile che durerà ancora a lungo. Trump è riuscito ad andarsene nel peggiore dei modi svelando la sua vera faccia. Gli ultimi mesi sono stati un crescendo di provocazioni e menzogne: ha sempre negato i risultati ufficiali delle votazioni creando un vulnus istituzionale; ha aizzato una massa di terroristi suprematistinegazionisti-neo-nazisti contro il Congresso per impedire la proclamazione del vincitore, ha tentato di sovvertire la sovranità del Parlamento con un tentativo di colpo di stato. Fatti gravissimi non però imprevedibili. Già nell'agosto 2017 la rivista tedesca Stern pubblicava in copertina il Presidente Donald Trump ammantato dalla bandiera americana e il braccio teso nel saluto nazista. Per fugare ogni dubbio, il titolo era: "Sein Kampf (La sua battaglia) - Neonazismo, Ku-Klux-Klan, Razzismo - Come Trump alimenta l'odio in America". Più che un repubblicano di destra, un simpatizzante dell'estrema destra. Si potrà dire che l'hanno votato 74 milioni di americani ma ciò è tutt'altro che consolante: è un segnale della fragilità della democrazia americana e, non a caso, anche in Italia abbiamo visto tornare la richiesta di pieni poteri da parte di "Capitani" felpati e pescivendole esagitate. Anche dopo la sconfitta inoppugnabile, Trump ha minacciato di non lasciare la Casa Bianca e, l'ultimo giorno, non ha voluto presenziare alla nomina del nuovo Presidente. Ma quest'ultima, sicuramente, è la cosa migliore che questo losco figuro ha fatto durante il suo mandato. 4
POLITICA CULTURALE 2021: JAKE RENZI IS BACKI Avevamo appena finito di insolentire il suprematista italo-americano Jake Angeli per la sua invasione del Campidoglio e ci siamo ritrovati Jake Renzi, il suo alter ego autoctono all'assalto del Parlamento per abbattere il governo Conte e con lui le riforme invocate dagli italiani dopo un anno di pandemia mondiale. In passato erano i montanari leghisti calati dalle valli bresciane che si presentavano vestiti da barbari, ma oggi il testimone è in mano al Brenno toscano il quale, minacciando Vae victis!, ha gettato il 2,3% del suo gruppo di transfughi sul piatto dei pesi in modo da aumentare il valore del bottino richiesto ai "romani". Momento imbarazzante vedere e sentire il tronfio Demolition-Man (vedi stampa estera) pontificare con mille mossette e voci stridule da guitto, mentre svillaneggiava il governo a cui avevano partecipato le sue due ministre sedute impietrite al suo fianco come inutili soprammobili. Il 73% degli italiani - come l'Europa e il resto del mondo - guardava il nostro Paese non capendo cosa e - soprattutto perché - stesse succedendo quella sceneggiata fiorentina e non si capacitava di come, in un momento così drammatico, l'ex-tutto volesse tentare di abbattere il governo con argomenti senza capo né coda conditi solo dal rancore. Mai si era visto un politico così obnubilato dal proprio Super-Ego (a parte durante il Ventennio) e così disinteressato ai problemi del suo Pese. L'Italia e l'Europa sono in ginocchio e rischiano di tornare indietro di decenni a causa della più grossa crisi sanitaria, economica e sociale del dopoguerra (2,5milioni di contagi e 90mila decessi) e il Machiavelli narcisista di Rignano, aveva deciso che era finalmente giunto il momento di ricorrere alla sua specialità: ordire congiure per pugnalare alle
spalle amici e alleati. Purtroppo (per noi), lo spregiudicato avventuriero ha capito che finalmente poteva dare corpo ai suoi sogni di rivincita. Come il suo socio Matteo Salvini, il bullo si è presentato in Parlamento forte dei suoi 18 senatori per affossare gli equilibri della politica nazionale e diventare l'ago della bilancia. Alla maniera di Jake Angeli, lo sciamano di Q-Anon che crede a tutte le fakes di Trump, il rottamatore Jake Renzi ha invaso televisioni e giornali con le sue fakes per un mese, bloccando l'Italia e ricattando gli ex alleati con l'aut aut: o si fa quel che dico io, o cade il governo! Dopo aver ripetuto all'infinito che non era un problema di poltrone, Jake Renzi ne ha chieste il quadruplo e allora si è capito che non aveva alcuna intenzione di arrivare a un accordo ma voleva distruggere il governo e il Parlamento. Alla fine, la scelta obbligata di Mattarella, di fronte al completo sfacelo creato dallo Sciamano di Rignano, è stata quella di invocare come nostro salvatore un altro banchiere della UE per commissariare l'Italia. 5
Intervista a GIUSEPPE MARCADENT Fra tutti i materiali che la natura mette a disposizione dell'uomo, forse il più magico è l'argilla. Informe quando è asciutta, l'argilla (chiamata dai greci kéramos, ceramica), se bagnata diventa malleabile e capace di assumere infinite forme a seconda dell'abilità di chi la modella. Sottoposta a cottura, diventa dura, assumendo di volta in volta i nomi di terracotta, maiolica, porcellana, vale a dire, gran parte dell'arte antica che ci è pervenuta da tutti i popoli del mondo. L'attività nel campo della ceramica artistica di Giuseppe Marcadent attiene tanto alla creazione di forme tridimensionali quanto alla decorazione superficiale delle stesse, collocandosi di conseguenza a metà strada tra la scultura e la pittura. Artista rigoroso e artigiano di grande talento, dopo una lunga esperienza nel campo dei prodotti utilitari, ha sentito l'esigenza di imboccare una strada più personale in cui poter mettere alla prova sia la profonda conoscenza del materiale sia le competenze tecniche maturate nella ricerca di nuovi spazi espressivi ed estetici. Seppur abile creatore di forme a tutto tondo complesse e di intensa qualità evocativa, Giuseppe ha indirizzato il suo interesse verso una sperimentazione estrema in cui coesistono sia le caratteristiche della ceramica d'arte bidimensionale, sia le potenzialità di quella plastica. Nei pannelli minimalisti dall'ordine rigorosamente geometrico che lo rendono così riconoscibile, recupera - superandolo - il tema del puro segno pittorico incidendo l'argilla morbida con i suoi "graffiti" con cui disegna suggestivi effetti grafici, scabri e materici tramite le sole ombre. Questo trattamento delle superfici è il punto d'arrivo della sua ricerca della perfezione per cui ogni riga e ogni cerchio è inciso a mano, uno ad uno, per raggiungere la massima preziosità e originalità. Così come le pitture gestuali e informali che personalizzano i suoi lavori, i cui colori si muovono all'interno di raffinate gamme ton sur ton di neri, bianchi, grigi, terre, spesso sottolineate da piccoli inserti in fusione d'oro. I pannelli di Marcadent non sono pezzi di piccole dimensioni, ma pezzi unici di piccole opere d'arte. Paolo Tomio A sinistra: ANNONA, 2007, scultura in argilla refrattaria, cottura Pit Fire a 1000°c, 20 x 33 h 42 cm
In basso: APERTURA E LUCE, 2017, pannello grès alta temperatura 1280°c, oro in fusione, 23 x 23 cm
AFRICA, 2010, trittico in grès alta temperatura 1280°c, 33 x 83 cm
delle stufe o al loro restauro. Questo impegnativo lavoro ha comportato una capacità esecutiva molto rigorosa, precisa e accurata, che mi ritrovo ora come solida base di partenza e caratteristica delle mie opere. Le richieste inoltre di piccole tirature artistiche per Natale, per matrimoni, eventi sportivi o più importanti commesse quale quella a suo tempo avuta per la fornitura di statuette decorative in tiratura limitata e numerata per Richard Ginori, all’epoca la più importante ed influente maison di ceramica in Italia, sono stati per me input significativi che mi hanno permesso di ampliare conoscenze ed esperienze, in particolare ad approfondire la tecnica del colaggio e la creazione in proprio dei complessi stampi in gesso occorrenti per realizzare le ceramiche stesse. Il mio laboratorio produttivo si è inoltre trasformato nel corso degli anni in una officina creativa, un punto d’incontro, di consulenza, di saperi con altri artisti, anche stranieri, che si volevano cimentare anche in quest’arte complessa. Scambiarsi idee, opinioni, tecniche mi ha allargato enormemente lo sguardo non solo sull’artigianato, ma sull’ arte espressa in tante forme e materiali. Tutt’ora ho relazioni di amicizia e di lavoro con molti artisti e questo mi dà felicità e soddisfazione!
Cosa si intende esattamente per ceramica? È il prodotto di un meraviglioso processo alchemico nel quale attraverso i quattro elementi primigeni, Acqua, Aria, Terra e Fuoco, un materiale duttile e malleabile come l’argilla si trasforma in un oggetto di forma piacevole e definitiva. L' argilla, un materiale diretto, espressivo e comunicativo, un “medium artistico” che ha sfidato e continua a sfidare secoli e millenni. La Terra che con l'Acqua prende forma, l'Aria che l'asciuga e il Fuoco che la cuoce. Per un ceramista, per un bambino, per chi lo voglia avvicinare questo mondo, questo materiale, permette di esprimere in modo sublime se stessi e la propria personalità!
Come ha inciso la tua esperienza nel settore delle stufe ad olle sulla tua formazione tecnica e artistica? Ho collaborato per molto anni in una ditta artigiana come socio responsabile di produzione, creando pezzi ceramici unici legati al mondo
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Poi l’Art Nouveau o come vuole la critica moderna, Modernismo, incontrata molte volte nei restauri di stufe antiche, seppure molto figurativa, è stata anch’essa fonte di ispirazione indiretta, utile a tracciare forme essenziali e correttamente collegate. Quando ho cominciato a studiare la corrente dell’Astrattismo di Kandinskij, Mondrian, Feininger che avevano la necessità non più di imitare ciò che si vede, ma di avvicinarsi all’anima, il creare una realtà profonda che si nasconde dietro l’inganno a volte dei sensi, ho percepito che quelle linee, quei colori, quel modo di comporre mi corrispondevano. Ed infine, sono costantemente attirato e stupito dall’Arte Informale di Franz Kline, Pierre Soulages, Hans Hartung, Eduardo Chillida, William Congdon, solo per citarne alcuni.
Quando e perché hai cominciato a dedicarti alla ceramica artistica? Credo sia proprio da questo scambio di idee ed opinioni che ho cominciato ad allargare i miei orizzonti, a concepire la ceramica come un materiale con possibilità molto più ampie di espressione che sfidavano le mie capacità tecniche. Forme, colori, emozioni, ricerche a volte misteriose e imprevedibili, nuovi obiettivi hanno cominciato a prevalere sul solo aspetto tecnico e utilitaristico. I tantissimi anni di lavoro assiduo e impegno costante per raggiungere una perfezione tecnica, le innumerevoli prove di laboratorio, gli esperimenti, gli errori e le arrabbiature colossali, le prostrazioni emotive, mi dicevano che potevo andare più in là, dar vita a qualcosa di tutto mio, con una solida base esperienziale per realizzare le mie opere, e in completa libertà mentale nel dare a loro significato e bellezza.
IL CUSTODE, 2009, scultura in grès e porcellana, 1280°c, 15 x 15 h 34 cm
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato? Gli studi scolastici tecnici e i molti anni di produzione delle olle per le stufe hanno influito chiaramente sulla mia sensibilità artistica. Sono affascinato quando osservo un quadro o una statua che mostra minuziosamente il corpo umano o un paesaggio dettagliato e particolareggiato ma inevitabilmente guardando ciò che è intorno a me il mio sguardo cade su una linea o l’incontro di linee, un’area colorata circoscritta o una particolare forma pulita. Una chiesa Romanica mi colpisce per il suo rosone circolare e la facciata dove le linee sono punti d’incontro di forze che si concentrano in modo strutturale e armonico in una semplicità di spazi. Questa propensione all’essenzialità delle linee e degli spazi si ripropone, inconsapevolmente, nello spazio pulito, quasi severo, delle mie opere. 9
DITTICO 2, 2015, pannelli in grès a 1280°c 40 x 60 cm
La ceramica tridimensionale occupa un volume che interagisce con lo spazio e con le persone che ha attorno. Essendo a tutto tondo ha molti modi di interpretazione. Una ceramica bidimensionale invece deve esprimere subito a mio parere una forte personalità per poter attirare l’osservatore, e interagisce in modo molto più indiretto con l’ambiente dove è posta. Quello della tridimensionalità infatti non è un concetto assente nelle mie opere, anche se apparentemente esse appaiono bidimensionali. Entrano in gioco linee, segni, texture e cromatismi che devono essere precisi e chiari, dove il volume è impercettibile ma presente. Il segno grafico e l'incisione della superficie sono essi stessi tridimensionalità. La cromaticità poi e l'utilizzo di lustri come l'oro o il platino creano un'ulteriore profondità. Gli acquirenti delle mie opere vogliono sempre toccare la superficie dei pannelli: non si accontentano del risultato estetico, ma sentono il
Cosa ti interessa dell’arte contemporanea? Tendo a rifiutare il seguire provocazioni pilotate o trend del momento quando si cerca solo lo stupore dello spettatore. Certo, non mi spaventa una seria magari dura provocazione, che però apre a domande ineludibili e nascoste, e mi attrae una scultura dalle linee sinuose e pulite dove poter essere incantati per quello che si osserva visivamente, sapendo che è solo l’inizio di un dialogo con l’opera molto più articolato. Credo che un’opera d’arte contemporanea sia importante se, anche inconsciamente, ci porta a porci domande esistenziali vere e tenta un giudizio sulla realtà.
Che differenza vedi tra la ceramica tridimensionale e quella bidimensionale dei tuoi pannelli?
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desiderio di scivolare sulle increspature, di seguire con le dita le incisioni, di sfiorare l’oro o il platino fuso in piccoli avvallamenti, di toccare le righe che traccio a mano libera, quasi per raccogliere suoni o sensazioni come per uno strumento musicale. E’ la ricerca di una sensazione tattile che non può esserci in un’opera bidimensionale come la pittura.
Nel corso della tua carriera hai attraversato periodi espressivi diversi? Più che periodi espressivi diversi, preferirei dire di aver avuto un’evoluzione costante del mio linguaggio artistico. Conservo in una mia collezione personale, opere degli inizi e man mano altre che ritengo più significative o espressivamente uniche che mi ricordano questo cammino. Il primo grande cambiamento è stato quello di uscire da una perfezione stilistica e tecnica soffocante. La rigidità assoluta, retaggio dei miei anni trascorsi a produrre moduli uguali e perfetti per le stufe, con la quale trasmettevo e comunicavo il me stesso tecnico, non bastava più, e volevo comunicare anche l’anima che c’era dietro tutto ciò, qualcosa di più astratto, filosofico ed interiore. Un passaggio importan-
te è stato quando ho cominciato, non senza ripensamenti e difficoltà, ad accettare “l’errore” che si può presentare quando le opere escono dal forno dopo una o più cotture. Inizialmente era per me quasi un tabù lasciare un segno di lavorazione o una screziatura superficiale in un mio oggetto. Poi molta sperimentazione ceramica, nuovi processi produttivi a volte misteriosi e sorprendenti, la ripresa degli studi a 44 anni, l'approfondimento dell'Arte informale e dell'Astrattismo ed esperienze lavorative nell’ambito della formazione, hanno rafforzato le mie prospettive e la mia creatività, dandomi maggior libertà di espressione ed accettazione del risultato, sempre in un’ottica di ricerca e sperimentazione.
Come nasce il tuo interesse per il linguaggio astratto geometrico? Proprio da quando ho cominciato ad avere il desiderio di rinnovarmi in nuove forme, emozioni, espressioni, il mio linguaggio ceramico è andato verso il pensiero puro, il minimalismo e l’astrazione. Un taglio di Fontana va ben oltre la semplice DUBLE, 2016, pannello in grès a 1280°c oro in fusione, 24 x 40 cm
LOWRENCE DESERT 1, 2014, pannello in grès alta temperatura 1280°c, 33 x 33 cm
KARAK, 2014, pannello in grès alta temperatura 1280°c, 33 x 33 cm
ramici cotti ad alta temperatura, ci sono voluti quasi due anni di tentativi, sperimentazioni e ricerche, percorrendo possibili strade e creando nuovi strumenti di lavoro. Alcuni metodi di lavoro e alcune tecniche li ho raggiunti studiando e osservando antichi manufatti ceramici, ed è stata una bella sorpresa!
tela e gesto! Esige in chi lo osserva un lavoro personale non indifferente per accettare, capire, immedesimarsi ed essere sorpresi emotivamente da quell’opera! Nelle mie creazioni cerco sempre il “non detto, ma visibile” per dialogare con chi le osserva, in una forma essenziale, senza elementi inutili che distraggano l’occhio e la mente.
Quando inizi una nuova opera, hai già in mente un tema compiuto o cambi in corso d'opera?
Ami sperimentare materiali innovativi e tecnologie avanzate?
Conservo molti appunti, foto, schizzi, disegni, parole ed emozioni che annoto e poi ripercorro e utilizzo quando voglio cimentarmi in nuovi percorsi. Parto perciò da una prima sensazione, che può essere una foto, una visita a una città o un dialogo tra persone. Da lì inizia ad apparire mentalmente un’idea che schizzo su un foglio con precise indicazioni tecniche su materiale, dimensione, textures, colori e lavorazioni particolari. Segue poi la lavorazione in laboratorio che mi permette visivamente di aggiustare e migliorare il processo creativo. Accade talvolta di dover ri-
Per natura sono molto curioso e fortemente attratto dalle dinamiche di causa/effetto. Penso che nel mondo ceramico non ci sia il bisogno di andar fuori dal materiale perché esso ti dà già mille stimoli e modi di sperimentare ed è già di per sé un materiale fortemente innovativo. Sono però sempre alla ricerca di nuove soluzioni e strumenti tecnologicamente sofisticati in quanto la sperimentazione è intrinseca nella realizzazione ed evoluzione delle mie opere. Per arrivare al sottile spessore dei pannelli ce-
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durre alcuni spazi che avevo immaginato come adeguati. Anni fa utilizzavo l’oro su superfici più grandi, scoprendo ad opera terminata, che esso diventava non più elemento di unione con il resto, ma elemento troppo dominante nell' opera. Le textures delle mie opere sono tracciate completamente a mano e legate quindi alla mia fisicità, alla mia postura, alla luce naturale che entra nel mio studio, al mio stato emotivo che esige solitudine e concentrazione. Pertanto in genere le mie opere hanno dietro un pensiero e una finalità che poi cerco di rendere al meglio attraverso i materiali e le tecniche, ma difficilmente improvviso.
tezze. Tutti ci sentiamo bene in questa zona, ma diventa la nostra prigione se non la integriamo continuamente di nuovi elementi e la allarghiamo. Questa cosa mi colpì e durante il viaggio di ritorno, iniziai a fare qualche schizzo. Così al cerchio, che nella mia opera è pieno di solchi, avvallamenti, macchie e altri piccoli cerchi a simboleggiare la vita con le sue esperienze e certezze, la nostra comfort zone, appunto, affiancai, appena fuori, un altro piccolo cerchio così vicino che sembra voler entrare nell’altro. Un cerchio dorato per indicare quello che ci può accadere nella vita che sta fuori dalla zona tranquilla, che è imprevisto ma è prezioso come l’oro se lo accettiamo e vagliandolo correttamente lo facciamo entrare nel grande cerchio.
Ritieni di comunicare nelle tue opere concetti o emozioni? Credo di sì, sia per il riscontro avuto da chi le osserva, sia perché io mi sento artisticamente soddisfatto quando riesco a comunicare attraverso i segni grafici e cromatici, sentimenti, idee o valori per me importanti. La mia opera “Comfort Zone” ne è un chiaro esempio (vedi pag.14). Due anni fa fui invitato dal caro amico Gianluca Bucci, Professional Coach, ad un incontro sulla comunicazione. Nel terzo giorno di studi si parlava della nostra zona di comfort, cioè visivamente di un cerchio dove sono racchiuse tutte le nostre sicurezze e cer-
Quanto incidono sulla qualità del risultato questi fattori: manualità, tecnologia, creatività? La manualità per me è fondamentale nel creare un oggetto d’arte. Anche il segno grafico più naturale, istintivo, sincero, è frutto di una lunga preparazione manuale che si ha in anni di lavoro, altrimenti tale segno è goffo, incerto non equilibrato con il tutto. Ancora di più la manualità è decisiva se voglio in una mia opera creare volutamente un segno che dia forza alla GOLD LINE ON THE HORIZON, 2013, trittico in grès alta temperatura 1280°c, oro in fusione, 35 x 85 cm
materia. A volte un imprevisto o una distrazione durante il lavoro creano un gesto artistico imprevedibile e unico, ma accade raramente. La tecnologia in ceramica passa necessariamente per il forno e per dei materiali a volte molto sofisticati. Avere una grande padronanza di ciò aiuta a comunicare più precisamente e profondamente quello che si vuole dire. Invece la creatività è come l’humus sul quale nasce la pianta. Il mio progetto artistico, il mio sogno ha bisogno di un “surplus immaginativo” di una creatività su cui prendere forma.
C’è una differenza tra artigianato e arte? Credo che, come dice una nota frase “Chi lavora con le mani è un artigiano, chi lavora con le mani e con la mente è un bravo artigiano, chi lavora con le mani, con la mente e con il cuore è un artista “, nell'arte il cuore sia la dimensione dominante rispetto all’amore, alla manualità e alla tradizione dell'artigianato. Cuore che sintetizza le urgenze che mettono in moto l’uomo, esigenze di felicità, di giustizia, di COMFORT ZONE, 2018,pannello in grès alta temperatura 1280°c, oro in fusione, 24 x 40 cm
amore, dell’essere soddisfatti nel senso tenero e totale del termine.
Come definiresti il tuo stile personale? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile? Molti lo definiscono minimale, ed è un termine che non mi dispiace affatto. In questi anni, dalle mie opere sto continuamente togliendo ciò che è superfluo. È un continuo cercare l’essenza, l'indispensabile, invece che aggiungere, che credo sarebbe più facile. L'attenzione ai segni che eseguo sulla superficie, al solco che deve arrivare in un punto preciso e non oltre, la ricerca tecnica incessante per poter dar modo di osservare, ricercare nelle righe sottili che traccio, una vibrazione, una musica che piace, un pensiero buono. E quell’oro messo in un piccolo solco mi piace rappresenti un’indicazione, una porta per andare oltre, un segno di prezioso e infinito! Le mie opere, innanzitutto nell'ambito ceramico, si distinguono perché sono opere da parete più che da appoggio. Hanno forme elementari, semplici, geometriche, rettangoli o quadrati.
HORIZON, 2016, trittico in grès alta temperatura 1280°c, oro in fusione, 33 x 83 cm
Dentro c’è molta musicalità: tracce come righe di un pentagramma, pattern di battuta, variazioni, il bianco e nero come i tasti di un pianoforte. Anche questo credo trasmetta involontariamente la mia grande passione per la musica.
un approfondimento sull’Iperrealismo in ceramica. Seppur inizialmente non fossi attratto da questo movimento, è stato invece molto importante il respiro internazionale sull’arte in generale. Sono spesso presente in Svizzera, Germania, Austria, Francia e nel 2016, collegato ad un progetto di formazione, ho esposto a LaPaz, Bolivia. A novembre 2020 dovevo poi essere presente insieme ad altri 25 artisti italiani selezionati, al Philadelphia Museum of Art -Stati Uniti-, ma è stato tutto posticipato per quest’anno.
Tu esponi in molte fiere internazionali: è importante essere più presenti sul mercato estero? Parlo specificatamente della mia arte, la ceramica.All’estero è riconosciuto, apprezzato e perché no giustamente corrisposto il suo valore, in particolare quello della ceramica contemporanea.Noi italiani siamo ancora legati alla ceramica tradizionale e d’uso comune, e per questo non le diamo il giusto peso artistico e la consideriamo più che un’arte, una forma di artigianato. Andare all’estero con le proprie opere, pur con molte difficoltà logistiche e burocratiche, ci apre certamente la mente e ispira la nostra creatività. Nel 2010 sono stato in Spagna, invitato a condividere insieme ad altri artisti internazionali
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori? Credo che la Bellezza nel senso ultimo del termine sia tale, perché mostra misteriosamente qualcosa, anche attraverso delle opere artistiche, nel quale ognuno può presagire per se stesso un significato profondo, un'attrazione, un’armonia, un fascino rispetto alla propria ri15
In alto: CIRCULAR ACTION, 2013, scultura in porcellana 1280°c, oro centrale in fusione, D. 33 cm
A destra: INFINITO 1, 2010, pannello in grès alta temperatura 1280°c, oro in fusione, 23 x 18 cm
cerca di felicità e di senso completo della vita.
E, per finire, cosa è per te l’arte? Ritorno alla prima domanda. Il miglior modo, in una perenne scoperta, di esprimere chiaramente me stesso e la mia personalità!
Chi è l’artista? Un irriducibile lottatore, che desidera lasciare tracce buone del suo passaggio terreno! E nel fare questo acquisisce sempre più uno sguardo capace di stare in modo attento davanti al reale mettendo nella propria opera ciò che vede e non ciò che sa! 16
Germania - "36 Kölner Keramikermarkt" - COLONIA Germania - "Tőpfermarkt Überlingen" - Überlingen, Germania - "ARGILLA” – AUBAGNE , Francia 2018: -„ Tőpfermarkt Iznang „ - IZNANG Germania - "ARGILLA’ 2018” – FAENZA - "Keramik Porzellan im Augarten" - VIENNA, Austria 2017: -“Fuorisalone, Able To - Design+Art"– MILANO 2016: - “ Les Tupiniers du Vieux Lyon” – LIONE Francia 2015: - Galleria “Gulliver” – Isola D’Elba - “Foodish ceramics” -12 maestri dell’arte ceramica ROMA - “Texturas en Ceramica”- LaPaz , Bolivia - “Clay 2 Day” – OLANDA - “Design Circus” – Milano - “T’able” Design – Fiera Milano
GIUSEPPE MARCADENT Via Riccardo Zandonai, 5 - MORI (Trento) (+39) 333 1801616 marc.ceramicadesign@gmail.com Nato nel 1961 a Belluno, vive e lavora a Mori (Trento). Diplomato all’Istituto D’Arte “Corradini” di Este (Pd) in Arte Applicata in Ceramica, successivamente ottiene il diploma di “Maestro Artigiano di ceramica e decorazione ceramica” a Bolzano. Inizia 38 anni fa la sua attività di ceramista con la progettazione e fabbricazione di stufe in maiolica alla quale ha poi affiancato la creazione di oggetti d’arredamento, in particolare la decorazione murale in ceramica. Dopo un periodo di lavorazioni Raku (Coppermatt, Naked Raku, Pit-fire), la sua attenzione è da alcuni anni rivolta alla ceramica ad alta temperatura (1280°C) in grès e porcellana. Le tecniche che usa maggiormente sono a lastra o a colaggio, ed esclusivamente manuali. Svolge attività di formazione nell’ambito didattico (scuole, musei e corsi personali) e sociale in Italia e nel mondo (Tanzania, Spagna, Bolivia). Le sue opere sono in collezioni private di molti paesi esteri: Francia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada e Bolivia. ESPOSIZIONI (selezione): 2020: - Galleria “Fondazion L’Estrée”, Svizzera 2019: "80 potiers dans les tulipes“ – MORGES, Svizzera - "Frechener Tőpfermarkt" - FRECHEN , Germania - "Alpe-Adria Keramikmarkt Villach“ – VILLACH, Austria - "Internationale Keramiktage" - OLDENBURG
L'ARTE DI CONCEPIRE LA CERAMICA di Carlo Adolfo FIA ...Li chiamavano "maestri muratori". Sapevano come entrare nella consistenza delle pietre, come tagliarle e squadrarle, come dar loro forma ed eleganza. Tanto che le pietre diventavano elementi vivi per definire spazi ed armonie. Le pietre come le note che da un pentagramma esplodevano maestose dalle canne dell'organo diventavano elementi vivi delle costruzioni che caratterizzano ancora oggi il paesaggio romanico e gotico con l'incanto delle cattedrali, il loro ergersi maestoso nel vibrare e vitalizzarsi dello spazio con un carattere sacro e solenne, nella normalità degli altri edificati della città. Questo mi è venuto in mente quando sono entrato nella stanza in cui Giuseppe Marcadent ha raccolto le sue opere di particolare originalità e finezza. Nulla in esse è casuale. Dal lavorio della mente in costante fervore nascono forme semplici che si comprendono l'un l'altra, si compendiano, si sviluppano e producono nuove essenze formali. Il nero e l'oro, il quadrato nel quadrato, le bande rudemente plasmate e collocate tra loro in posizione ortogonale, l'avventura del fuoco ad elevate temperature e lo scroscio dell'acqua che forma un effetto plastico, ed altre forme fantastiche. Il nero, è
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un mistero denso di infinite cose. Ha in sé la sostanza dei colori fondamentali. Ha profondità abissali, e la capacità di sostenere grandi eventi. Come un grembo capace di dar vita. L'attraversamento del periglioso nero da una banda oro suscita una grande emozione: pensi ad una marcia gloriosa e trionfale. II quadrato, diversamente dal cerchio che ha infinite partenze ed altrettanti arrivi, è una superficie armonica con lati uguali e angoli retti la cui somma equivale ad un angolo giro. come l'estroversione dei cerchio. A volte la sostanza del nero è rigata da fili pure neri ed equidistanti, come le corde di uno strumento musicale. Su questa musicalità vengono composti altri elementi astratti con molta libertà di segno e di invenzione. L'oro ha luminosità calde e senza confine. La sua sostanza ha profondità abissali come il nero. Quando il nero nella sua astrazione e sostanzialità è invaso da un campo d'oro (che è massiccio e incommensurabile) si origina una dialettica che allarga all'infinito le dimensioni del tutto. Gli spessori sono sempre brevissimi come brevissimi sono i tratti creativi, eppure da essi insorgono gli "argomenti" che costituiscono l'essere del quadro. Gli "argomenti" nello stesso tempo sono protagonisti ed antagonisti, quasi contrapposti tra loro, o inseriti l'uno nell'alto. Il quadrato ocra/marron, a diverse intensità, ospitato nel quadrato nero, partecipa dei filamenti neri e paralleli che partono da un estremo nero attraversano - e vanno all'altro estremo. Come se venissero da un infinito e fossero destinati ad un altro infinito. I colori si combinano con gli elementi costitutivi in modo da essere essi stessi forma pregnante. Vi è nel tutto una grande quiete che è come il respirare o il traspirare di ogni elemento. Tutti questi segni, questi spessori, questi movimenti sanno superare la loro astrattezza diventando quasi una nuova antropologia. Sono come mosse o voci umane. Quasi vedi lì, chino su di loro, l'uomo che le ha create. Nello studio in cui lui solo, il "Bepi", sa orientarsi, sono parti eminenti tre forni responsabili di tanti prodigi. Trovarsi in un campo d'azione simile per lavorare è un'avventura affascinante ed invidiabile.
ics
ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2021 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:
www.icsart.it icsART N.2 2021 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
PERIODICO della icsART N.2 - Febbraio ANNO 2021
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MERCATO DELL’ARTE ? Arts che frequenterà dal 1866 al '76. Nel frattempo il giovane lavora come caricaturista per il giornale umoristico Kasper e come illustratore per un quotidiano ricevendo una paga che gli consente di aiutare i genitori. Dopo aver lavorato diversi anni come illustratore di libri, riviste e giornali, nel 1877 si trasferisce a Parigi per dedicarsi completamente alla pittura vivendo in miseria ma senza ottenere il successo sperato. Le difficoltà economiche lo portano a vivere a Grez sur-Loing presso una colonia di artisti scandinavi dove conosce la bella (e abbiente) artista svedese Karin Bergöö che sposerà nel 1883. É il punto di svolta nella carriera di Larsson che abbandona la pittura ad olio per gli acquerelli e comincia a dipingere en plein air opere più IMMAGINE ALLO SPECCHIO CON BRITA, 1895 acquerello su carta, 46 x 32 cm , venduto da Sotheby's London 2009 a 421.250 GBP
CARL OLOF LARSSON (1853 - 1919), "SUZANNE E UN ALTRO", 1901, acquerello su carta, 94 x 62,5 cm, venduto da Sotheby's New York 2011 a $ 11.282.500 (€ 9.281.000) (vedi a pag.28).
Carl Larsson è senza dubbio il pittore e illustratore svedese più popolare di tutti i tempi, in particolare nell'acquerello, un mezzo di cui era un maestro e che ha contribuito a renderlo amato dal pubblico di tutto il mondo. Nato a Stoccolma, cresce nei quartieri bassi i più poveri e malfamati del centro storico, il padre beve e lavora come operaio occasionale, la madre figlia di un pittore, è lavandaia. Scriverà nella sua autobiografia: «Era l’inferno in terra! La fame era l’ultimo dei nostri problemi: con il tempo ci si abituava a sopravvivere con poco… di regola non avevamo nulla… si viveva in mezzo alla prostituzione, assassini e ladri dichiarati». Carl studia in una scuola per bambini poveri poi, all'età di tredici anni è ammesso grazie al talento innato alla Royal Swedish Academy of 20
CARL OLOF LARSSON
ADESSO È DI NUOVO NATALE, 1907, acquerello su carta, 58 x 147 cm, venduto da Bukowskis Stockholm 2019 a 5.300.000 SEK (€ 524 000)
personali e moderne di paesaggi grazie ai quali vincerà numerosi premi in Francia. Quando la coppia ritorna in Svezia, Larsson ottiene numerose commesse pubbliche di importanti murali da eseguire ad affresco o ad olio, per il Teatro dell'Opera e il Museo Nazionale di Stoccolma che lo impegneranno a lungo rendendolo famoso in patria ma creandogli anche dispiaceri a causa dei giudizi dei critici. La famiglia si trasferisce a Sundborn per realizzare il sogno di vivere in piena libertà nella campagna, stabilendosi a "Lilla Hyttnäs", la casetta decorata e arredata rispecchiando il loro gusto artistico che diventerà uno degli edifici più ammirati e conosciuti della Svezia (vedi approfondimento a pag.24-25). Da allora la storia della vita del pittore è interamente raffigurata nei suoi album di acquerelli, una sorta di diario visivo in cui Larsson annota con cura e costantemente gli eventi quotidiani della sua famiglia e della comunità rurale in cui aveva scelto di vivere, diventando «illustratore della propria vita». Sviluppa uno stile personale e seducente che combina una linea grafica fluida, precisa e con un forte senso della decorazione, acquerellata
con i colori freschi e luminosi in cui i protagonisti sono sempre la moglie e i sette figli (uno era morto a due mesi e il primogenito a 10 anni). Lavora come illustratore anche con il celebre August Strindberg, ma quando questi lo attacca duramente in pubblico per le sue idee politiche conservatrici, demoralizzato interrompe bruscamente la loro vecchia amicizia. Anche se Larsson ritiene artisticamente più importanti le sue monumentali opere murali, nella propria autobiografia riconoscerà che i dipinti della sua famiglia sono la parte più immediata e durevole del suo lavoro perché "espressione genuina della mia personalità, dei miei sentimenti più profondi e di tutto il mio amore per la moglie e i figli". Sono proprio questi acquerelli intimi e delicati che racccontano le storie di tutti i giorni della sua famiglia i più apprezzati dai suoi ammiratori, anche delle nuove generazioni, poiché ripropongono quegli ideali di vita libera e in un ambiente naturale sempre più sentiti nelle società avanzate. 21
INCURSIONI NELLA STORIA trasformata in un nuovo approccio compositivo. Invece di limitarsi alle consuete e collaudate analisi storiche e stilistiche dell'opera e ripetere banalmente ciò che vedeva, Blimele ha indirizzato l'attenzione a quelle peculiarità espressive uniche che ogni artista privilegia nelle proprie tele e che, in genere, sono considerate secondarie da parte di una critica oggi poco interessata alla tecnica pittorica. L'espediente elaborato dalla pittrice per estrapolare le caratteristiche che concorrono a definire la personalità e le atmosfere dei dipinti degli artisti studiati, è stato quello di sottoporli a un'operazione di decostruzione che ne sconvolga la composizione originaria in favore di un collage-puzzle ottenuto ricostituendo un nuovo quadro con le forme regolari così ricavate. Quando dipinge le sue griglie regolari composte da pezzi liberamente assemblati e accostati per creare un nuovo dipinto, alla "Blimezki" interessa che non sia immediato poter risalire
"FRAMMENTI D'ARTE - Incursioni nella Storia" è il titolo dell'esposizione virtuale, causa Coronavirus - realizzata dalla pittrice cecoslovacca "Blimezki", al secolo Blimele Hezký, nel castello rinascimentale di Telč, il bellissimo borgo Patrimonio dell’UNESCO nella Repubblica Ceca. Discendente da un'antica famiglia ebraica, dopo essersi diplomata in pittura all'Academy of Arts, Architecture, and Design (AAAD) di Praga, la giovane artista ha viaggiato per due anni frequentando gallerie e musei copiando dal vero centinaia di dipinti di Maestri del Novecento. In questo modo, man mano che aumentava l'approfondimento di tanti particolari della loro pittura individuabili ad occhio nudo solo da breve distanza, la sua iniziale passione si è 22
FRAMMENTI D'ARTE alla paternità dell'autore. Ognuno dei frammenti ottenuti è già semanticamente autonomo ma viene a sua volta sottoposto a delle rielaborazioni che ne riducano la riconoscibilità sia mediante la sfumatura dei contorni delle figure sia dei colori virati in chiavi cromatiche antinaturalistiche. In questo modo, ognuno dei suoi Raids non possiede più alcuna relazione diretta con le opere storiche sia nel soggetto raffigurato, sia nella tecnica pittorica che nelle dimensioni e formato finale. La pittrice si è convinta delle potenzialità insite nel suo sistema dopo aver lavorato a fianco di tanti pittori impegnati nella copia dal vero, un'operazione, a suo modo di vedere, fondata sulla prassi superata di acquisire e apprendere la tecnica pittorica e compositiva dai capolavori, in quanto oramai inadatto a rappresentare i nostri tempi. Tempi in cui il visitatore "medio" di un museo trascorre meno di 30 secondi davanti a un’opera d’arte. La metodologia messa a punto dalla Blimezki, al contrario, possiede in sé forti valenze inventive e la capacità di acuire sia la propria creatività sia quella dei visitatori i quali sono stimolati e coinvolti dal piacere di risalire agli originali da lei utilizzati. L'idea di fondo che muove la giovane è di rendere più complessa la lettura di qualsiasi opera solleticando la curiosità dell'osservatore per coinvolgerlo in un'esperienza nuova di fruizione estetica ma, al contempo colta e ludica, alla ricerca del codice di decifrazione di quell'alfa-
Raid - LA CAMICETTA RUMENA di Henry Matisse, 2019, acrilico su tela, 240 x 240 cm
beto segnico misterioso. Questo procedimento di scomposizione e riassemblaggio di "frammenti" di capolavori è stato definito dall'artista slovacca "Raids" (incursioni, irruzione, ma anche razzia), una prassi finalizzata alla comprensione delle radici dell'arte moderna attraverso la rapina e successiva citazione-reinvenzione. Attraverso questa operazione di decostruzione delle opere pittoriche del passato, le tele di tanti maestri possono essere riproposte in una modalità che le trasforma totalmente rendendole difficili da decodificare a causa del loro passaggio da un linguaggio figurativo a uno che si presenta al primo impatto come pura astrazione. Solo dopo un'analisi più attenta, libera da preconcetti e anche intuitiva, dei singoli frammenti che formano i "Raids", gli osservatori più avveduti e smaliziati sono in grado di riconoscere il dipinto originario.
A sinistra alto: Raid - PORTRAIT [PRÉMONITOIRE] DE GUILLAUME APOLLINAIRE di Giorgio de Chirico, 2018, acrilico su tela, 270 x 220 cm A sinistra basso: Raid - BILDNIS DER JOURNALISTIN SYLVIA VON HARDEN di Otto Dix 2018, acrilico su tela, 215 x 175 cm
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LILLA HYTTNÄS - KARIN E CARL LARSSON Nel 1895, i due artisti Carl Larsson e sua moglie Karin Bergöö, ricevono in dono dal padre di lei "Lilla Hyttnäs", un cottage nel villaggio di Sundborn, a 220 km da Stoccolma dove i Larsson vogliono riscoprire i legami che li uniscono alla tradizione svedese e alle antiche origini legate alla terra. Nel 1901 la famiglia si stabilisce definitivamente nella casetta che subirà continue modifiche e ampliamenti fino al 1912 quando verrà creato il nuovo studio di Carl e che è oggi considerata una delle case di artisti più famose della Scandinavia. Gli interni audaci, i tessuti moderni, i mobili rustici, la maggior parte progettati da Karin, propongono uno stile ispirato alle teorie del movimento "Arts and Crafts" creato a fine '800 in Gran Bretagna da William Morris. La sua è una personalissima sintesi dell'arte popolare svedese, dello stile Art Nouveau e dell'arte giapponese. Nei due decenni successivi Carl produce una serie di acquerelli perfettamente dettagliati - «un documento familiare da trasmettere ai futuri capi famiglia» - che raffigurano gli interni decorati e arredati con i loro mobili leggeri e colorati e il giardino fiorito con il laghetto in un inno alla gioia della vita naturale. Grazie alla diffusione della riproduzione a colori, i numerosi libri dei suoi acquerelli raggiungeranno un pubblico sempre più ampio: nel 1899 esce il libro illustrato con 24 acquerelli col titolo "Una casa" il cui scopo è di servire da modello per decorare la propria casa «credo possa servire da modello. Un modello chiaro, tipicamente scandinavo, l’opposto della standardizzazione tetra e senza stile...del XIX secolo». Le soluzioni ideate dalla coppia appaiono ancor più all'avanguardia se confrontate con lo "stile germanico" nell'arredamento allora diffuso in Svezia che consisteva in tappezzerie scure, tende pesanti, 24
STORIA DELL’ARTE sedie e divani in legno massiccio ricoperti in velluto. All'interno del loro sodalizio artistico Karin indirizza il suo talento nei tessuti, tende, tovaglie, tappeti e arazzi eseguiti a telaio, nel design di mobili e nei vestiti molto originali e moderni che realizza lei stessa per tutta la famiglia. Ama esplorare le tecniche tradizionali ma anche sperimentarne di nuove anticipando l'imminente arte tessile astratta in audaci composizioni realizzate con colori forti e ricami stilizzati oppure reinterpretando su lino motivi giapponesi bianchi e neri. Anche i colori degli interni sono scelti insieme: agli eleganti e delicati decori floreali di stile classico che coprono le pareti, si alternano coraggiosi connubi con inserti lignei di colore rosso o verde carico che portano negli ambienti un'incredibile nota di vivacità e modernità che contribuisce a fare crescere la notorietà della loro casa. La popolarità dei libri di Larsson aumenta ulteriormente con il migliorare della tecnica della stampa a colori: nel 1909 l'editore tedesco Langewiesche pubblica una sua raccolta di acquerelli e disegni intitolata "Das Haus in der Sonne" che venderà 40.000 copie in tre mesi. Ancor oggi, dopo 120 anni, Lilla Hyttnäs è una residenza vivibilissima e a misura di chi l'abita, calda e luminosa, perfettamente inserita nella natura, la cui personalità esprime la ricerca di un'armonia umanistica tra vita e arte. Le loro idee hanno influenzato il design degli ambienti domestici fino ai giorni nostri per cui i Larsson sono spesso menzionati come i "creatori dello stile svedese". Lilla Hyttnäs, che negli anni '40 è diventata museo privato con il nome di "Carl Larssongården", è visitata ogni anno da 60mila persone alla ricerca di quelle atmosfere magiche che hanno ammirato negli incantevoli acquerelli di Carl Larsson. 25
Febbraio 2021, Anno 10 - N.2
News dal mondo CARL LARSSON
SUZANNE E UN ALTRO, 1901
pag. 28
CARL LARSSON
RAGAZZA CHE CUCE, 1911
pag. 29
CARL LARSSON
TITT-UT, 1901
pag. 30
CARL LARSSON
SWEDISH HOLIDAY READING, 1916
pag. 31
IL PERGOLATO NEL GIARDINO, 2020
pag. 32
Omaggio a CARL LARSSON
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CARL LARSSON, SUZANNE E UN ALTRO, 1901 acquerello su carta, 94 x 62,5 cm, venduto da Sotheby's New York 2011 a $ 11.282.500 (€ 9.281.000)
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CARL LARSSON, RAGAZZA CHE CUCE, 1911, acquerello su carta, 66 x 99 cm, venduto da Bukowkis Stockholm 2020 a 10.200.000 SEK (€ 1.006.000)
CARL LARSSON, TITT-UT, 1901, acquerello su carta 55 x 38 cm, venduto da Bukowkis Stockholm 2017 a SEK 4.600.000 (€ 454.000)
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CARL LARSSON, SWEDISH HOLIDAY READING, 1916 acquerello e tempera su matita su carta,69,5 x 99,5 cm venduto Sotheby's London 2014 a GBP 434.500 (€ 490.000)
PAOLO TOMIO: Omaggio a CARL LARSSON IL PERGOLATO NEL GIARDINO, 2020, tecnica mista, pastello e acquerello su carta, 70 x 50 cm
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