icsART 2022 N.3 Robert Pan

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PERIODICO della icsART N.3 - Marzo 2022

icsART


In copertina: ROBERT PAN, LV 7,922 XU, 2017-18, resina, tecnica mista, 108,5 x 108,5m


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icsART

sommario Marzo 2022, Anno 11 - N.3

Editoriale

La Dama di Gran Croce e il Patriota

pag. 4

Politica culturale

Arriva il nucleare green?

pag. 5

Intervista a un artista

Robert Pan

Mercato dell’arte?

Robert Motherwell

pag. 20-21

Popular Art

The Wheels of Fortune

pag. 22-23

Storia dell’arte

Ricardo Bofill

pag. 24-25

pag. 6-19

News dal mondo ROBERT MOTHERWELL

FIVE IN THE AFTERNOON, 1971

pag. 28

ROBERT MOTHERWELL

ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC No.134, 1974

pag. 29

ROBERT MOTHERWELL

ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC No.122, 1972

pag. 30

ROBERT MOTHERWELL

JE T'AIME No.III WITH LOAF OF BREAD, 1955

pag. 31

L'UOMO A DUE DIMENSIONI, 2022

pag. 32

Omaggio a ROBERT MOTHERWELL

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


EDITORIALE

IL PATRIOTA E LA DAMA DI GRAN CROCE Della serie al peggio non c'è mai fine. Abbiamo assistito, tra l'inorridito e il depresso alla corsa di un gruppone di candidati improbabili e inguardabili. Al Festival di Sanremo? No, al Quirinale. Secondo la propaganda dei soliti opinionisti, il super favorito era Mario Draghi il quale ci sperava, avendo capito che la luna di miele tra lui e il Governo dei Migliori era finita. Invece ha preso 5 voti: i partiti hanno congelato tutto rimandando a un futuro di là da venire. La barzelletta è stata l'ennesima "discesa in campo" dell'autocandidato Silvio Berlusconi che ha ricominciato a comandare ai suoi alleati come

ai bei vecchi tempi. E loro a obbedirgli come se fosse più che normale proporre a Capo dello Stato un condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale. L'altra figura uscita silurata dalla baraonda elettorale è il Presidente del Senato, la Dama di Gran Croce di grazia del Sacro Militare Ordine CostantIniano, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Fedelissima di Berlusconi, ha sperato fino all'ultimo in una spallata vittoriosa del centro-destra, invece se ne dovuta tornare irritatissima con l'aereo blu (124 voli in 11 mesi: costo 1 milione di euro) nel suo palazzo a Padova (messo in sicurezza a spese dello Stato: costo 270 milioni di euro).

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POLITICA CULTURALE

ARRIVA IL NUCLEARE GREEN? C'hanno distrutto gli zebedei con i cambiamenti climatici, la crisi ambientale, con Greta, con la Green New Deal, con la New Green Generation, con il superamento dei motori endotermici imponendoci le automobili elettriche, a idrogeno ecc., e ora, dopo anni di studi e dibattiti, la Commissione Europea annuncia che gas e nucleare sono considerate fonti energetiche green utili alla transizione ecologica e perciò finanziabili dal Recovery Fund. Come dire, finora abbiamo scherzato! Il problema del reperimento delle fonti energetiche è e sarà uno dei temi fondamentali del mondo sviluppato e, come tale, al centro delle politiche di tutti i Paesi che si stanno preparando ai nuovi scenari. Un argomento complesso e difficile da comprendere a fondo quando non si posseggano gli strumenti e le conoscenze idonee ad avere un quadro approfondito di tutte le implicazioni economiche, geopolitiche, sociali... Ciò detto, però, questo improvviso dietrofront della UE di fronte alle centrali nucleari (e relativo innamoramento del ministro Cingolani) è alquanto sospetto e anche potenzialmente carico di incognite per i paesi

europei (dove però le centrali esistono già in altissimo numero), ma soprattutto per l'Italia che non ne possiede più sul suo territorio, avendo dismesso le quattro esistenti in seguito ai referendum del 1987 che si erano espressi contro il loro utilizzo con percentuali dell'80%. In Francia, oltre il 70% dell'elettricità è generato da 19 centrali nucleari ubicate un po' dovunque (alcune a 150 km dal confine italiano) e, finora non sono stati registrati incidenti 'gravi' ma, visti i disastri di Chernobil del 1986 e di Fukushima del 2011 e le tragiche conseguenze che hanno colpito le popolazioni coinvolte, è così irragionevole temere che si possano ripetere anche qui da noi? E delle scorie che rimangono radioattive per secoli che ne facciamo: le stocchiamo con le altre che non siamo riusciti a smaltire? Stante poi il fatto che sono necessari almeno 20-25 anni per costruire una nuova centrale nucleare, in attesa della loro entrata in funzione come sopravviveremo? L'Italia, per garantirsi l'energia di cui necessita, dipende dal gas russo, ed è evidente che - volente o nolente - dovrà mantenere a lungo i rapporti con Putin e soci. Alternative a breve, purtroppo, non ce ne sono. 5



Intervista a ROBERT PAN Le opere di Robert Pan ci conducono in quel mondo magico dell’astrazione geometrica e lirica che noi già inconsciamente conosciamo poiché appartiene al nostro DNA. La felice definizione di ‘alchimista’ a cui Pan è stato accostato, rivela solo una parte del suo lavoro dato che egli si considera prima di tutto uno scultore poiché lavora sia apportando materia (resina e pigmenti), sia asportandola al fine di portare alla luce le mille texture cromatiche sottostanti. I suoi quadri sono il punto d’arrivo di una sua personalissima 'metodologia creativa' complessa e laboriosa che coniuga tecnologia e manualità e prevede successivi strati di resina miscelata a pigmenti, poi pazientemente levigata per svelare sotto le lucide superfici una fitta tessitura di forme corpuscolari distribuite secondo le leggi del caos. Pan entra nella profondità della massa magmatica, dura e trasparente come pasta vetrosa svelando strato dopo strato la sinfonia di colori e di luci mutevoli e dinamiche delle metamorfiche trame interne. Le superfici così ottenute risultano simili ad aggregazioni di organismi unicellulari o lamine geologiche multicolori: immagini caleidoscopiche, polimorfe, cangianti e talmente incredibili quando guardate da vicino da destare un istintivo senso di meraviglia nell'osservatore. Secondo Aristotele «Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia», un sentimento che le opere di Robert Pan sanno "naturalmente" suscitare assolvendo pienamente a quello che dovrebbe essere lo scopo più vero e profondo dell'arte. Nelle sue “opere aperte" si condensano lo spirituale di Kandinsky e di Klee, i mosaici dorati di Klimt, le griglie ordinatrici della Bauhaus, le visioni oniriche dei surrealisti, la libertà irrazionale dell'informale, i colori della Pop art, i paesaggi psichedelici, il viaggio di Odissea nello spazio, le costellazioni del Big Bang e... tutto ciò che ognuno vi veda... Come durante l’ascolto della musica non serve ricercare significati o concetti, così di fronte alle iridescenti opere di Robert si vive un'esperienza - per il solo tramite della vista e del tatto - nell'infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo: basta solo lasciarsi trasportare dal fascino delle sue composizioni in cui tutto scorre ed è in divenire, abbandonandosi al potere e al piacere della fantasia. Paolo Tomio a sinistra: ST8,954 SK, 2017-2018, resina, tecnica mista, 161 x 140 cm

in basso: TE 9,111 HP, 2013-15, resina, tecnica mista, 91 x 180,5 cm


Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti alla pittura? Nei primi anni ottanta cominciai a comprare riviste d’arte semplicemente perché’ mi piacevano le immagini riprodotte, non sapevo ancora la differenza tra moderno e contemporaneo ma ne ero profondamente attratto. In seguito ebbi poi occasione di seguire corsi di affresco con Robert Scherer, di pittura con Gotthard Bonell e incisione con Markus Vallazza.

GD 7,616 WS, 2018-19, resina, tecnica mista 120,5 x 100,5 cm

Poi col avanzare del tempo le discipline artistiche mi affascinarono a tal punto che ne divenni dipendente e sviluppai la mia propria tecnica.

Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato? Credo sia stata tutta la storia dell’arte a influenzarmi, non vorrei soffermarmi sulle singoli epoche e correnti artistiche che mi sembrerebbe scontato elencare. Sicuramente artisti che più che influenzato mi hanno affascinato sono stati


FR 9,019 PR, 2017-18, resina, tecnica mista 120,5 x 100,5 cm

Jean Foquet, Medardo Rosso e Mark Rothko.

L’astrazione è cresciuta con il passare del tempo, credo come la maggior parte degli artisti, di rado ho sentito o conosco esempi contrari. Ho seguito un percorso classico. Prima la maturità al liceo artistico e poi L’Accademia di Belle Arti di Urbino

Cosa ti interessa dell’arte contemporanea? Viverla e farne parte. In fondo se si guarda tutta l’arte del passato a sua volta era contemporanea prima di diventare storia, basti pensare a un Caravaggio che sicuramente nel ‘600 era contemporaneo.

Quando e perché sono nati il tuoi primi lavori con la resina? Hai iniziato con l’astrazione o prima hai seguito percorsi più tradizionali?

Tra il 1991 e il 1994 lavoravo con le paraffine

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MD 6,235 LD, 2017-2018, resina, tecnica mista 108,5 x 108,5 cm

re, ma prima di arrivare a questi processi sono sempre stato affascinato dalla reazione chimica dei materiali trattati con solventi, fuoco e acidi.

e le resine, entrambi prodotti petroliferi. Allora anche per motivi di costo la resina la usavo solo per inserti nei quadri fatti a strati di cere. Cosi nacquero i miei lavori del periodo Newyorkese.

Perché ritieni che la tua ricerca creativa sia più vicina al fare scultura che non alla pittura?

Sei stato definito un "alchimista": in cosa consiste esattamente il tuo lavorare con la resina?

Io creo la mia materia e in un secondo tempo la elimino, mi spiego meglio: Nella scultura o si aggiunge o si toglie. Io costruisco a strati la mia materia e poi sottraendola vado indietro nel tempo. Nella Pittura

Colare, levigare, lucidare, spalmare, riscalda-

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MA 9,090, 2015-16, resina, tecnica mista 180,5 x 180,5 cm

nel passato lontano non vi era alcun dubbio, era aggiungere il colore sul supporto, per questo mi sento più uno scultore.

quadri è proprio la gamma quasi infinita di variazioni cromatiche? Più che la gamma dei colori credo che la caratteristica dei miei lavori sia la riconoscibilità e la profondità.

Significa che ti senti più attratto dal problema della forma piuttosto che da quello del colore? Direi piuttosto da entrambi, soltanto che il colore è il risultato del mio processo lavorativo.

Quando inizi una nuova opera hai già in mente cosa vuoi ottenere, oppure in corso d'opera ti fai guidare dal caso, l’intuito, l’ispirazione?

Eppure, la caratteristica più evidente dei tuoi

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Non inizio mai un’opera singola, il mio modus operandi già da sempre è lavorare in contemporanea su diverse opere per vari motivi. Uno di questi motivi è la tempistica, le resine devono catalizzare, asciugare per poi passare al processo di levigazione, perciò parlerei più di un processo seriale. L’intuito è fondamentale nella vita, ma nel mio caso quando lavoro devo sapere i tempi di reazione dei materiali che uso, cosi per il caso e le ispirazioni in questi momenti ne rimane ben poco

Come capisci quando devi fermarti mentre stai togliendo i diversi strati di colore?

STERNENSTAUB, 2012, Milano

In questo caso sì che l’intuito e l’istinto sono parte integrante del processo, molto simile allo scultore che scolpisce, se toglie troppa materia non si può più rimpiazzare, quando io vado oltre le reti che costituiscono lo scheletro del mio supporto vado oltre il passato della materia che ho creato. In sostanza se salta via una scheggia si può cercare di recuperarla, altrimenti meglio buttare via tutto e ricominciare.

C’è qualcosa in comune tra la casualità e l’imprevedibilità delle tue texture e il dripping di Pollock, oppure la filosofia è diversa? Non penso che il mio lavoro sia associabile all’action painting di Pollock anche e se i suoi dripping painting sono tecnicamente delle co-


CONSTELLATION, 2010, Museion, Bolzano

lature e sgocciolature. Nel mio caso più che un azione impulsiva è mirata.

Operare con la resina, oltre che laborioso e fisicamente impegnativo, comporta anche dei rischi?

Le tue forme cambiano mano a mano che ci si avvicina, sono come organismi viventi al microscopio o costellazioni al telescopio?

Le micro polveri, i solventi e le esalazioni chimiche sicuramente non fanno bene al nostro apparato respiratorio ma contro di queste ci si può proteggere con speciali protezioni. In effetti, su qualche foto sembro L’Omino Michelin vestito con scafandro e respiratore.

Vedere un opera da lontano da una sensazione, dipende dalla grandezza di quest’ultima. Il Micro e Macro cosmo fanno parte dell’universo e della natura terreste. La profondità delle mie opere si percepisce man mano che ci si avvicina come in un ingrandimento tele o microscopico.

C’è qualche affinità tra l’effetto translucido e lu-

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minoso della resina e quello dei lavori in vetro? Si, la trasparenza è sicuramente un sinonimo del vetro. L’esperienza che ho fatto nelle fonderie di Murano, più esattamente nelle Fucine Adriano Berengo dove ho realizzato diverse opere mi ha portato alla consapevolezza che senza un maestro vetraio non si va da nessuna parte, l’idea può essere realizzata ma solamente attraverso queste eccellenze che hanno l’esperienza e tradizione secolare. Io voglio creare con le mie mani.

I sistemi che usi richiedono anche una costante ricerca di materiali e tecnologie nuove?

TRAME RIFLESSE, 2011, Venezia

Oggi attraverso internet la ricerca è più facile, comunque io sono sempre stato del parere che si debbano toccare con mano i diversi materiali per averne una sensazione fisica.

Come definiresti il tuo linguaggio personale? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile? Le caratteristiche che mi rendono riconoscibile le lascio decidere agli altri. Per quanto riguarda il mio linguaggio personale, ritengo di essere riuscito a creare una scrittura comprensibile oltre i confini linguistici.

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è


GE 3,799 SH, 2010-11, resina, tecnica mista 300 x 300 cm

subordinato ad altri valori? te occasioni, non solo nell’arte. Il concetto di bellezza è relativo, nell’arte io lo abbino a un equilibrio tra colore, forma e armonia. Non la ricerco, ma ne sono attratto. Di cose brutte in questo mondo ce ne sono già abbastanza. Inoltre la bellezza la si trova in tan-

Chi è l’artista? Un arricchimento per la civiltà. 15


in alto: GD 7,616 WS, 2018-19, vedi a pag. 8 DETTAGLIO

a destra: CV 7,089 PL, 2019-20, resina, tecnica mista, 125 x 110,5 cm

Una persona che si dedica una vita intera alla ricerca di se stesso per lasciare un’eredità ai posteri.

Come per la bellezza, la domanda è molto soggettiva. Per me arte è tutto ciò che nasce da un pensiero sincero, è l’espressione umana più profonda che si fa visibile nelle forme più diverse.

E, per finire, cosa è per te l’arte

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si indurisce e non è più possibile lavorarla. ”Nell’“universo Pan-teistico” c’è un equilibrio tra la trasformazione materica attraverso procedure chimico-fisiche e gli interventi artistici. Nel trascendere la materia da parte di Pan riecheggia la visione alchimistica di Goethe dell’opera d’arte come natura elevata, dell’unione tra l’individuale e l’universale. I suoi quadri sono fatti di materiali del tutto terreni, ma aspirano a essere non di questa terra. Robert Pan è l’uomo della terra con la testa nel cosmo. Trasforma la resina – un prodotto ricavato dalla sostanza terrena petrolio – in quadri che si stendono verso il cielo stellato. Non verso il firmamento sopra di noi, ma invece verso il suo proprio cosmo. Mostre personali (selezione) 2019 Robert Pan, Sobering gallery, Parigi (F) The Way of Seeing, Alien Art Centre, Taiwan (TW) 2018 Sans Souci, Gall.Alessandro Casciaro, Bolzano Cosmic Latte, Lorenzelli Arte, Milano (IT) Robert Pan, Bermel von Luxburg, Berlino (D) 2017 Italian Contemporary, con Aron Demtz, Gallery Sun, Taipei (TW) Artstage, Gallery Sun, Singapur (MAL) 2016 Universi paralleli, Robert Pan con Eduard Habicher, Centro arte contemporanea, Cavalese (IT) Autark con Aron Demetz, Gall. Doris Ghetta, Ortisei Rudolph Budja Gallerie, Miami (US) Mark Peet Vissar Gallery, Hertogenbosch (NL) 2015 MAHADI, Galleria Giovanni Bonelli, Milano (IT) L'interno/Esterno, con Aron Demetz, Casa d'Arte Artribu, Roma (IT) 2014 Eden, Galleria Goethe, Bolzano (IT) 2012 Quasar, Marco Rossi Artecontemporanea, Verona (IT) e a Pietrasanta, Lucca (IT) 2011 Geometrie dell’Infinito, Galleria Goethe, Bolzano (IT) Sternenstaub, eventinove artecontemporanea, Torino (IT) Scope, Bonelli artecontemporanea, New York (US) 2010 Tektorn, Il Segno, Roma (IT) Sternenstaub, MarcoRossi artecontemporanea, Milano (IT) Viennafair, one man show, Internationale Messe für Zeitgenössische Kunst, Wien (A) Constellations, Museion, Museo d’arte moderna e contemporanea, Bolzano (IT) 2009 Mappe, MarcoRossi artecontemporanea, Monza (IT) 2008 Il tempio del colore, Galleria Goethe, Bolzano Zenit, Spiralearte artecontemporanea, Verona (IT) 2007 Zenit, Rossso20sette, Roma (IT) Lîlâ, Spiralearte artecontemporanea, Pietrasanta, Lucca (IT) 2006 Lîlâ, Spiralearte artecontemporanea, Milano Dharma, Galleria Goethe, Bolzano (IT) 2005 Rita, Carloni Spazio Arte, Frankfurt (D) 2004 Akasha, Galleria Goethe, Bolzano (IT) 2001 Galerie L’isola,Trento (IT) Illusion, Galerie Parade, Amsterdam (NL) Mostre collettive (selezione) 2022 Seoul meets Berlin, CHOI & CHOI Gallery, Seoul Berlin meets Seoul, Bermel von Luxburg Gallery, Berlin (D) 2021 Genesis, Bermel von Luxburg Gallery, Berlin (D 2020 Equilibrium, Bermel von Luxburg Gallery) Lockout, Forte di Fortezza , Franzenfeste (I) Materia, Bermel von Luxburg Gallery, Berlin (D) 2019 Im Licht. Dialogue, Cassa Risparmio Bolzano (I) 2017 BAG 7°Edizione, Università Bocconi, Milano Zwischen Himmel Und Erde, Galerie Ghetta, Galerie Tanit, Monaco (D) Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano (IT)

ROBERT PAN è nato a Bolzano nel 1969 Già da molti anni Robert Pan impiega la resina come materia prima del suo lavoro. La sua ricerca-sperimentazione è stata talmente intensa, che al riguardo ha indubbiamente raggiunto una perfezione tecnica che non è paragonabile a nessun altro. Se nei suoi primi lavori la ricerca fungeva solamente da mezzo stilistico, nei suoi quadri-oggetto essa diventa detentrice del messaggio e del contenuto. I lavori di Pan trovano la propria forma espressiva nella luce, nella trasparenza e soprattutto nel colore. Le opere di Pan nascono da un complesso procedimento di addizioni. I quadri si compongono di vari strati di resina, nei quali vengono immessi diversi pigmenti di colore, che poi attraverso un lavoro di attenta rifinitura si fondono in un insieme cromatico. Mentre i primi lavori erano contraddistinti da un’evidente simbologia religiosa e un’inclinazione verso un misticismo sontuoso, ora le emozioni dei quadri sono suscitate principalmente dal colore. Colore e luce si intrecciano in un profondo legame e innescano sensazioni differenti nel fruitore... Gli strati di colore sempre nuovi danno luogo ad un tutto splendente, a quadri di enorme intensità, fuochi d’artificio visivi. Queste opere si muovono senza gravità in mondi di immagini intrisi di colore, nell'immaginazione del colore, nella profondità spaziale del colore. La luce è la metafora principale della sua arte. Il colore viene immesso nella resina e portato nel quadro, affinché si crei un quadro di colore. Così nascono i suoi quadri onirici con forme astratte o anche paesaggi surreali: la magia dell'ignoto. Heinrich Schwazer, 2018: Per Goethe l’arte era l’erede segreta dell’alchimia. Nell’opera d’arte la pietra filosofale dell’alchimista si trasforma in pietra estetica dell’arte. Nella bellezza dell’opera d’arte le “leggi segrete della natura”, le leggi della metamorfosi, si manifestano in modo più puro che non nella natura stessa. La creazione artistica di Robert Pan ha molto in comune con i processi alchimistici. Costruisce le sue opere cangianti tra quadro e scultura murale in un processo di stratificazione di resine sintetiche, sovrapponendo fino a 40 strati, per riestrarre in una seconda fase di lavoro, levigando e scavando, i colori dalla materia. Ignora i materiali convenzionali, è un creatore di quadri senza pennello. Tela e tubetti di colore. I suoi materiali sono resine e catalizzatori, mischiati da lui stesso. Un laboratorio chimico che richiede tanta esperienza e mosse veloci: “Prima di creare una mistura devo sapere ciò che voglio. Mi resta soltanto mezz’ora, dopodiché la resina

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2016 Premio Lissone 91, Museo d'Arte Contemporanea, Lissone (IT) Cortesie per gli ospiti, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto (IT) Giardini/Garten, 70 Jahre Südtiroler Künstlerbund, Museo Arcivescovile, Bressanone (IT) L'arca dell'arte, Rocca Ulbadinesca, Sassocorvaro, Della luce, del colore e della visione, Alba Aerea Gallery, Brescia (IT) 2015 Behemoth- The Deep Surface, Galleria Giovanni Bonelli, Milano (IT) Generation XY, Rudolph Budja Galleries, Miami (US) Paint, Galleria Guidi and Schoen, Genova (IT) In Abstracto-Percorsi non oggettivi intorno alla pittura, Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano (IT) Impressioni astratte, Museion, Museo d'Arte Contemporanea, Bolzano (IT) 2014 1964–2014 Storia di una galleria, Gall. Goethe, Bolzano Born in the Dolomites, Künstlerhaus, Klagenfurt (D) Kunststation: Zwischen Himmel und Erde, 99. Deutscher Katholikentag, Chiesa Domenicana, Regensburg (D) Born in the Dolomites, Messner Mountain Museum Ripa, Castello di Brunico, Brunico (IT) New Space, Galleria Doris Ghetta, Ortisei (IT) 2013 Merano.Murano.Il vetro e l’arte contemporanea, Kunst Merano Arte, Merano (IT) Borderline, Santa Maria della Pietà, Cremona (IT) (P). (P)arerga e (P)aralipomena della (P)ittura, Bonelli LAB, Canneto Sull’Olio (IT) 2012 Biennale Italia-Cina, Reggia di Monza (IT) Voorjaarstentoonstelling, Galerie mark Peet Visser’s, Hertogenbosch (NL) Tra nord e sud, Galleria Civica, Brunico (IT) Storyboard, Trenta autori per un diario e alcuni corpi estranei, Bonelli arte contemporanea, Canneto sull’Oglio, Mantova (IT) Universi paralleli, Mirco Marchelli, Robert Pan, Paolo Serra, Galleria Ghetta, Ortisei, Bolzano (IT) Example – zweiter Teil, Esempi di pittura e scultura contemporanea, Contract, BonelliLAB, Crema (IT) 2011 Lo stato dell’Arte Regioni d’Italia, 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (IT) Trame riflesse, Davide Nido e Robert Pan, Palazzo dei Mercanti, complesso Madonna Dell’Orto, Venezia (IT) Born in the Dolomites, Haus der Kunst, Wien (A) 2010 Istanbul calling, Istanbul (TR) Extraextralarge, TemporaryArt, Superstudio, Tortona, Milano Paesaggi, Musei civici, Pinacoteca Civica, Follonica (IT) 2009 Artifici contemporanei e difformità Barocche, ARCOS Museo d’Arte Contemporana del Sannio / Benevento (IT) Imago, Galleria Eventinove Artecontemporanea, Borgomanero, Novara (IT) Das kleine Format 2, Galerie Klemens Thimme, Karlsruhe (D) Plenitudini, Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea, San Marino (RSM) Italian Calling / Future Star, Bonelli Arte Contemporanea, Mantova (IT) 2007 acht Positionen, RLB Kunstbrücke, Innsbruck (A) 2004 40x40, Galleria Goethe, Bolzano (IT) Trasferimento di chiamata, Galleria EOS Fabbrica, Milano (IT) 2003 Panorama03, Vecchia Posta Ferroviaria, Bolzano 2002 Das absurde Bekannte, Phoenix Art – Sammlung Falckenberg, Hamburg (D) 2000 Art London, Stephen Lacey Gallery, London (GB) The eye of the storm, La Mandria – Villa dei Laghi, Torino

ics

ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2022 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it icsART N.3 2022 Periodico di arte e c2ultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio

PERIODICO della icsART N.2 - Febbraio 2022

icsART

Ritratto Robert Pan : Credits Sara Salute

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MERCATO DELL’ARTE ?

ROBERT MOTHERWELL (1915-1991) FIVE IN THE AFTERNOON, 1971, acrilico su tela, 228,6 x 305 cm, venduto da Phillips New York 2018 a $ 12.690.000 (€ 11.176.700). (vedi a pag.28). Eminente pittore, incisore e collagista, Robert Motherwell è stato uno dei più giovani della New York School (espressione da lui coniata) ma anche apprezzato autore di saggi sull'arte e l'estetica. Alla sua morte il famoso critico Clement Greenberg commentò: «sebbene oggi sia sottovalutato, secondo me era uno dei migliori OPEN No.153: IN SCARLET WITH WHITE LINE, 1970 olio su tela 220 x 356 cm, venduto da Phillips New York 2018.a $ 2.295.000 (€ 2.019.600)

pittori espressionisti astratti». Sicuramente, tra questi egli era il più cosmopolita e con l’educazione formale più solida e ampia che spaziava dall’arte, alla letteratura, alla filosofia. Nato nel 1915 ad Aberdeen (Washington), cresce a San Francisco dove il padre è presidente di una banca ma, a causa dei suoi problemi di asma, trascorre la maggior parte dei suoi anni scolastici in California dove sviluppa l'amore per gli spazi ampi e i colori accesi come il blu oltremare del cielo che poi appaiono come caratteristiche essenziali dei suoi dipinti astratti. Studia brevemente pittura alla School of Fine Arts di San Francisco prima di laurearsi in filosofia alla Stanford University nel 1937 dove nasce la sua passione per la letteratura simbolista, quindi consegue alla Harvard University il dottorato di ricerca su Eugène Delacroix che lo impegnerà per un anno a Parigi. Nel '38 Motherwell compie un viaggio formativo in Europa e al suo ritorno si trasferisce a New York per studiare storia dell'arte alla Columbia University sotto la guida di Meyer Schapiro che lo incoraggia a dedicarsi alla pittura e lo presenta ai surrealisti europei in esilio Max Ernst, Duchamp e Masson. Durante un viaggio in Messico il pittore Sebastian Matta introduce Motherwell al concetto di puro automatismo psichico usato dai surrea-


ROBERT MOTHERWELL chi, il suo tributo alla guerra civile spagnola avvenuta quando Robert ha ventun anni e lascia un'impronta indelebile su di lui e che egli spiega così: «Non un commento, una partecipazione politica, ma il mio privato insistere sulla morte che accade, e non può essere dimenticata». I grandi ovali neri che si dispongono in sequenza orizzontale sul bianco del fondo delle sue tele monumentali, come nati l'uno dall'altro e separati da fasce verticali. Il loro ritmo ottuso, certo e invincibile che si distende e s'allarga muovendosi lentamente sulla tela, possiede la solennità pesante e suggestiva del ritmo di un'elegia o di un canto per i morti. Dal'54 al '58, durante lo scioglimento del suo secondo matrimonio, Motherwell lavora a una piccola serie di dipinti che esprimono i suoi sentimenti più intimi e privati e incorporano le parole "Je t'aime" (vedi a pag.31). Nel '58 si sposa per la terza volta con Helen Frankenthaler, la giovane pittrice presente nel gruppo degli espressionisti astratti oggi molto valutata. Nel 1967 inizia a lavorare alla sua serie "Open" (vedi pagg.20 e 21) che lo occupa per quasi due decenni e nel '72 si sposa per la quarta volta con l'artista-fotografa Renate Ponsold. Robert Motherwell muore nel 1991 a Cape Cod, nel Massachusetts a 76 anni.

OPEN No.23: IN BLUE WITH VARIATIONS OF ULTRAMARINE, 1968, acrilico e carboncino su tela 206 x 288 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 2.405.000 (€ 2.116.300)

listi per attingere al loro inconscio. Un metodo di ideazione artistica in cui l'artista sopprime il controllo cosciente sul processo di creazione consentendo alla mente inconscia il libero movimento dei pennelli sulla superficie della tela, che affascina Motherwell il quale lo utilizzerà costantemente nella sua pittura. L'artista lo sperimenta a lungo anche in altre forme espressive usando ampiamente la tecnica del collage in cui utilizza carte, oggetti dello studio e pacchetti di sigarette Gauloises che diventano una sorta di registrazioni della sua vita quotidiana. La sua prima mostra personale alla Art of This Century gallery di Peggy Guggenheim nel 1944 e il MoMA acquista una sua opera. Diventato dalla metà degli anni '40 il principale portavoce dell'arte d'avanguardia negli USA collabora anche con il noto critico d'arte Harold Rosenberg. A partire dal 1949, e per i successivi trent'anni, Motherwell lavora alla sua iconica e immediatamente riconoscibile serie "Elegy to the Spanish Republic" di cui dipinge più di 150 varianti composte da grandi forme nere su sfondi bian-

ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC (BASQUE ELEGY) 1967, olio su tela, 209 x 350 cm, venduto Christie's New York 2008 a $ 2.658.500 (€ 2.342.700)

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POPULAR ART La storia della città di Frisco, Texas, e della crescita della sua popolazione è unica nel panorama americano: nel 1930 contava 618 abitanti, nel '60 1.184, nel '70 3.499, nell''80 3.420, nel '90 6138, nel 2000 33.714, nel 2010 116.989 e nel 2020 207.748, quella prevista entro il 2035 è di 350.000. Frisco è stata la città in più rapida crescita degli USA nel 2017 e dal 2000 al 2009. Dal punto di vista culturale la città non brilla, conta diversi musei tra cui il Museum of the American Railroad (Museo delle Ferrovie Americane), il Frisco Heritage Museum (Museo del Patrimonio culturale), il National Videogame Museum (Museo Nazionale del Videogioco) e anche la Frisco Art Gallery che ospita mostre di artisti locali, regionali. La pinacoteca accoglie una vasta gamma di stili artistici ma, sia per la sua storia che per il suo presente di centro texano, il museo d'arte e le poche gallerie sono per lo più interessate all'arte tradizionale legata al mito della Frontiera

È invece interessante per ciò che Frisco ha fatto a partire dal 2004: ha stanziato 4 milioni di ollari per mettere in atto un programma di arte pubblica da inserire nei luoghi centrali, piazze, parchi che si poneva lo scopo di promuovere la vitalità culturale, estetica ed economica della città e integrare il lavoro degli artisti nei luoghi pubblici, nelle infrastrutture civiche e nello sviluppo della comunità. La funzione di queste opere è integrare il lavoro di progettazione degli artisti nello sviluppo dei miglioramenti delle infrastrutture per commemorare la ricca diversità culturale ed etnica della città L'idea dei musei cittadini per coinvolgere in un unico evento le persone di ogni età e cultura è stata quella di invitare un certo numero di pittori contemporanei delle più diverse tendenze a "decorare" con le loro opere una serie di ruote delle fortuna fornite loro dal museo. Le antiche ruote della fortuna o ruote di gioco di carnevale, erano regolarmente usate sia nelle fiere

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WHEELS OF FORTUNE

per il gioco d'azzardo sia come svago innocente nelle riunioni di organizzazioni comunitarie. Le ruote della fortuna in stile casinò dei primi decenni del '900, in legno dipinto attorno a un mozzo centrale in zinco fuso, numeri dipinti a mano, sulla parete originale staffa con portaticker in alto, hanno generalmente un diametro di 70-80 cm, e se in buone condizioni, sono oggetti relativamente economici ricercati dai collezionisti del vintage. La proposta è stata apprezzata perché coniuga elementi estetici tra loro diversi e dissonanti. Le ruote di carnevale sono gradevoli e allegre con le loro decorazioni popolari, datate ma allo stesso tempo ancora modernissime nelle loro geometrie minimaliste ma coloratissime o nella ripetizione di simboli e numeri che le avvicinano all'arte concettuale, oppure vi si ritrovano memorie di immagini degli anni della Pop art. Ad ogni artista invitato è stata fornita una ruota di suo gradimento ed ognuno ha predisposto la propria proposta sia secondo il tipo di sollecitazione ricevuta sia sul-

la base del proprio stile personale. L'intervento artistico è stato applicato sul retro delle forme circolari in modo da risultare coperto dai quattro raggi che collegano il mozzo centrale alla corona circolare perimetrale e lasciare parzialmente visibili dalle finestre a petalo che si aprono nelle ruote. In questo modo i due linguaggi, vecchia arte popolare e arte moderna, dialogano strettamente tra loro spingendo i visitatori ad osservare entrambe con attenzione e curiosità per comprenderne le relazioni. Accostare l'arte di oggi ad un oggetto che fa parte della storia di quei territori, permette anche di coinvolgere le persone più anziane a cui spesso richiamano dei ricordi lontani. Le ruote, dopo un tour di mostre programmate nei maggiori centri texani, entreranno a far parte della collezione permanente del National Videogame Museum a fianco dei videogiochi elettronici amati dai giovanissimi che probabilmente saranno stupiti di come si divertissero i loro bisnonni con giochi così elementari. 23


RICARDO BOFILL sa della sua partecipazione del Partito Socialista Unificato clandestino della Catalogna, viene arrestato in una manifestazione antifranchista ed espulso dall'università e dalla Spagna. A 19 anni Ricardo si trasferisce in Svizzera dove completa la sua formazione in architettura presso l'Haute École d'art et de design Genève prima di ritornare a Barcellona dove fonda nel 1963, il Ricardo Bofill Taller de Arquitectura (RBTA). Fin dall'inizio il Laboratorio di architettura riunisce un team multidisciplinare di architetti, ingegneri, sociologi, scrittori, cineasti, filosofi, interessati a generare idee sociali e politiche originali. Nel corso dei decenni iniziali della sua carriera i progetti di Bofill si guadagnano un posto d’onore nell’architettura postmoderna, soprattutto grazie al loro approccio radicale nell'uso dei colori e i materiali diventando famosi in particolare per il loro stile unico e innovativo riconosciuto come esempio di regionalismo critico che nasceva come reazione sia contro il modernismo sia contro la dittatura franchista. Nei primi progetti di architettura di Bofill, forse i più interessanti e affascinanti, basati sull'uso di forme geometriche derivate dal costruttivismoe e che fanno riferimento all'architettura mediterranea e araba, il suo uso audace del colore (che ricorda il messicano Luís Barragán), ha un ruolo centrale. Uno dei progetti più noti di RBTA è La Muralla Roja del 1973 (vedi immagini), un complesso di 50 appartamenti costruito in cima a una scogliera a picco sul Mar Mediterraneo il cui design richiama gli spazi labirintici delle kasba nordafricane. La caratteristica più affascinante è l'illusione ottica la magia e l'utopia surreale che rendono unico l'edificio ottenuto nell'uso di varie tonalità di colore incredibili. Le facciate sono dipinte con varie tonalità di rosso per accentuare il contrasto con il

È scomparso il 14 gennaio all'età di 82 anni dopo aver contratto il Covid, l'architetto e urbanista spagnolo della Catalogna Ricardo Bofill, considerato tra i principali rappresentanti del movimento postmoderno. Nato nel 1939 a Barcellona, cresce in una famiglia benestante, il padre architetto e costruttore con profonde radici catalane e la madre Maria Levi, una veneziana di origine ebraica. Viaggia molto sviluppando una passione per l'architettura vernacolare; si iscrive all'Escola Tècnica Superior d'Arquitectura de Barcelona dove, a cau-

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STORIA DELL’ARTE paesaggio naturale circostante vanno dal rosso al rosa, al viola e ciclamino, patii e scale, invece, sono le zone trattate con toni di dal celeste all’ indaco e violetto per fondersi con il cielo e il mare. L'edificio è progettato come una fortezza con alte pareti rosse che schermano una serie di cortili regolari interni collegati da scale, ponti e percorsi di circolazione che ricordano i disegni di Escher. L’intensità dei colori è correlata alla luce naturale e cambia nel corso della giornata creando una illusione di spazio. Il progetto che ha fatto conoscere Bofill a livello internazionale è Walden 7 del 1975, una gigantesca opera di edilizia sovvenzionata alla periferia di Barcellona, alta 14 piani e contenente 450 appartamenti disposti intorno a cortili e collegati da passerelle, descritto come un condominio «selvaggiamente espressionista, in parte Gaudí, in parte Archigram». Anche in Walden 7 il colore gioca un ruolo importante sebbene le tonalità siano più sobrie: facciate dipinte color rosso terracotta, interni in blu, viola e giallo. Sempre del 1975 è La Fábrica, una industria di cemento ristrutturata per ospitare la sede della RBTA e la casa della famiglia di Bofill mantenendo integralmente il carattere industriale dei volumi in cemento a vista, ma con tetti e terrazze arredati con giardini lussureggianti. Nel 1971 Bofill forma un nuovo studio in Francia per far fronte alla richiesta di progetti per le villes nouvelles dove, a partire dall'82, realizzerà una lunga serie di quartieri abitativi utopistici caratterizzati da uno stile molto teatrale improntato a un esasperato monumentalismo storicista. Il primo è Les Arcades du Lac del 1982, un insieme di fabbricati scenografici ornati da colonnati dorici, facciate, frontoni e circondati da giardini e un lago con l'obiettivo di creare una città giardino, di cui il più singolare

è l'edificio sull'acqua, Le Viaduct, che ricorda i castelli su ponti della Valle della Loira. Nel 1982 prosegue con Les Espaces d'Abraxas un complesso monumentale a Noisy-le-Grand composto da tre edifici per appartamenti che presentano facciate prefabbricate in cemento rosa in stile barocco. L’edificio principale del quartiere è il Palacio, soprannominato "Alcatraz" o "Gotham city" (la città di Batman) a causa del degrado crescente. Ricardo Bofill, che si definiva un 'nomade', ha continuato a progettare in tutto il mondo fino alla fine.

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Marzo 2022, Anno 11 - N.3

News dal mondo ROBERT MOTHERWELL

FIVE IN THE AFTERNOON, 1971

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ROBERT MOTHERWELL

ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC No.134, 1974

pag. 29

ROBERT MOTHERWELL

ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC No.122, 1972

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ROBERT MOTHERWELL

JE T'AIME No.III WITH LOAF OF BREAD, 1955

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L'UOMO A DUE DIMENSIONI, 2022

pag. 32

Omaggio a ROBERT MOTHERWELL

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ROBERT MOTHERWELL, FIVE IN THE AFTERNOON, 1971 acrilico su tela, 228,6 x 305 cm, venduto da Phillips New York 2018 a $ 12.690.000 (€ 11.176.700).

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MOTHERWELL, ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC No.134 1974, acrilico e carboncino su tela, 244,5 x 305,4 cm, venduto da Sotheby's New York 2019 a $ 10.287.200 (€ 9.063.250).


MOTHERWELL, ELEGY TO THE SPANISH REPUBLIC, No.122, 1972 olio, carboncino e grafite su tela, 142 x 193 cm, venduto da Sotheby's New York 2012 a $ 3.666.500 (€ 3.226.700).

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ROBERT MOTHERWELL, JE T'AIME No. III WITH LOAF OF BREAD, 1955, olio e carboncino su tela,183 x 137 cm, venduto da Christie's New York 2017 a $ 2.652.500 (€ 2.338.000).



PAOLO TOMIO: Omaggio a ROBERT MOTHERWELL "L'UOMO A DUE DIMENSIONI", 2022, acrilico su telo in PVC, 270 x 190 cm


ics

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