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01.2] Ridurre il campo d’azione. Avvertenze sul cosa
01.2 Ridurre il campo d’azione. Avvertenze sul cosa
- FRAMMENTAZIONE. [...] Il più noto è il mito di Osiride, fatto a pezzi da Seth, che ne disperde il corpo. Iside, dopo aver vagato all’attenta ricerca di tutti i frammenti, riesce a rimetterli insieme, tutti a eccezione di uno 3 -
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Divagare, si è detto.
È pur sempre vero che, per iniziare un discorso intorno a qualcosa, quel qualcosa dev’esserci. Le motivazioni del perché proprio quel qualcosa possono essere infinite, o anche limitate e particolarmente stravaganti. Ma deve sussistere quel qualcosa, che di per sé è, in qualche modo, limitato. Circoscritto, anche se poco o in parte.
Ebbene, in questo caso si è voluto affrontare il grande tema della “morte e i suoi luoghi”: cosa ha significato nella storia, e cosa significa correntemente, relazionarsi con l’idea del morire? In che modo si sono concepiti, e si concepiscono all’oggi, i “luoghi della morte”? - che sono, in prima istanza, i cimiteri. Per mezzo di che metafore, simboli e forme ci interfacciamo, in senso lato, con il nostro essere mortali e, allo stesso tempo, con il nostro riflettere riguardo a tale mortalità? Cosa aspettarsi nel futuro prossimo?
Penso si sia intuito, dopo questa carrellata di domande al limite tra l’esistenziale e l’utopico - anche se nella realtà dei fatti sono tra le più concrete ed utili che possiamo porci -, il perché del divagare. Era impossibile resistere. Però, seppur divagando, un certo contegno è stato mantenuto, ed una riduzione del campo è stata fatta.
In primo luogo, il mio è stato un approfondimento soprattutto occidentale: come verrà specificato anche nel prossimo capitolo, la mia - come quella d’ognuno - rimane una posizione imparziale, che offre visione parziale delle cose. Si è quindi evitato di parlare di ciò che fuoriuscisse troppo dall’ambito europeo della faccenda, in quanto sarebbe stato a dir poco scomodo e, in misura ancora maggiore di quanto questo testo già non sia, impreciso.
In secondo luogo, l’approfondimento qui portato avanti è, per costi-
3 Tratto da Cirlot J.E., op. cit., p. 213.
01 - Avvertenze. Come e cosa 15
tuzione e per mia spontanea ammissione di colpa, frammentario - sia nel come ma anche nel cosa. Gli ambiti di provenienza dei discorsi che si sono cercati di intrecciare sono i più diversi tra loro. Penso però che questo non sia - solo - un difetto: il grande tema della “morte e i suoi luoghi” è, con tutta probabilità, irriducibile ad un’ordinata sintesi; forse, non ci resta altro da fare che saggiarne la consistenza in diversi suoi punti, pretendendo - un po’ supponentemente - di farcene un’idea, anche se vaga. Il riordino di frammenti, giustapposti a creare interessanti connessioni, come si diceva prima, già di per sé produce senso.
In terzo ed ultimo luogo, si sono fatte delle scelte in merito a cosa trattare nei vari capitoli e sottocapitoli: per ognuno di essi, soprattutto per quanto riguarda i capitoli più “cronologici” (ovvero il terzo ed il quinto) non si è ritenuto necessario farli scorrere esattamente paralleli. In ognuno dei loro sottocapitoli ci si è soffermati sulle cose interessanti e particolari di quel periodo, senza per forza dare continuità ai vari “fili rossi” che si possono rintracciare - e poi narrare - nella storia. Insomma, non si sono cercate di sciorinare ordinatamente, passo dopo passo, le evoluzioni di presunti macro-temi - relativi alla morte ed al funebre - nella storia, ma di illuminare puntualmente alcuni avvenimenti, usanze o trasformazioni storiche, del pensiero e della società umana.
Tutto ciò sperando che qualsiasi evidente omissione sia spunto per curiosità ulteriori, per nuovi stimoli e messe in discussione di questo che è solo, in conclusione, un breve discorso intorno a La morte e i suoi luoghi, redatto da quella che avremo modo di chiamare “l’odierna nostra Eusonia”.
Che in fin dei conti, quelle a seguire sono cronache da Eusonia.
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La morte e i suoi luoghi. Cronache da Eusonia
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La morte e i suoi luoghi. Cronache da Eusonia