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01.1] “Ordine!”. Avvertenze sul come
Avvertenze. Come e cosa 01
Un’immagine, in parte inconsueta, per parlare della società attuale, penso potrebbe essere quella del foglietto illustrativo [01]: non chiedetevi troppo il perché, lo si capirà nel mentre del discorso, tra le righe. Accettate quest’immagine, per ora, come un dato di fatto, una premessa, che in chiusura al testo, se in disaccordo, potrete tranquillamente accartocciare e gettare - proprio come si fa con la gran parte dei bugiardini.
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Ecco che questo capitolo iniziale ha l’esatto compito di tale oggetto: fornire delle avvertenze. Nella fattispecie, avvertenze sul come e sul cosa si è in questa sede trattato. Andiamo per ordine.1
01.1 “Ordine!”. Avvertenze sul come
- TESSUTO. L’espressione «trama della vita» è eloquente riguardo al simbolismo del tessuto. Non si tratta solo dell’idea di connettere e accrescere mediante l’intreccio di due elementi (trama e ordito, passivo e attivo), né dell’equivalenza fra tessere e creare, ma del fatto che [...] il mondo fenomenico appare come una tela che nasconde la visione di ciò che è vero e profondo. [...] Per i taoisti [...] l’alternanza di vita e morte, condensazione e dissoluzione, predominio dello yang o dello yin, sono come «l’andirivieni della spola sul telaio cosmico» 2 -
1 Liberi da qualsiasi costrizione, penso sia sempre giusto tentare di rendere parte di uno scritto l’affastellarsi - anche confuso - delle idee che si hanno nel comporlo. Queste Avvertenze sono un tentato omaggio a Peter Handke che, con Il peso del mondo (1979), mi ha dato lo stimolo per provare ad inserirle.
2 Tratto da Cirlot J.E., Dizionario dei simboli, Adelphi, Milano, 2021 (1969), p. 457.
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Questo capitolo è il primo. Questo capitolo è stato scritto quasi per ultimo. Questo penso sia l’ordine che conviene alle cose. Prima le ultime - sì, ma non proprio le ultime, quelle nascono e rimangono alla fine -, perché se sono nate dopo servono forse a spiegar meglio le prime, dato che di esse sono figlie. È pur sempre questo un ordine - “ordine del discorso”, questo discorso. Così è nato questo elaborato.
Testo significa originariamente “tessuto”; comporlo vuol dire tessere. Per parti, accavallamenti, cambi di trama e di colore: la citazione null’altro è che un altrui brandello di tessuto ripreso e cucito sul proprio, per unirlo, dargli un significato o abbellirlo.
Mi è sempre stato detto di scegliere una sol cosa e farla bene: ebbene, per ora penso di non esserci mai riuscito. Di sicuro, infatti, non sono ancora riuscito a scegliere una cosa sola.
In questi mesi mi sono reso conto che il mio scrivere è molto legato al mio modo di parlare, ovvero che gli è molto vicino. E come quando si parla, ecco che si viene interrotti e si divaga. E chi non divaga nell’argomento lo fa tra diversi argomenti: ché altrimenti non sta parlando, ma solo spiegando qualcosa a qualcuno (e non vuol essere questo il caso). Ecco, - sì forse è questo - ho cercato di parlare, p-a-r-l-a-r-e intorno all’argomento (e a breve lo introdurrò). E molti autori con i quali ho interloquito mi hanno interrotto, più e più volte. Si è divagato, tastando l’estesa superficie di un argomento di fondo che forse è troppo vasto e vario da ridurre e poi aprire, dis-piegare. Ma d’altronde credo anche fermamente che il divagante distrarsi sia parte costituente essenziale della curiosità: ecco, questo testo è distratto, e raccoglie e narra frammenti, non cerca verità incontestabili: di queste credo ce ne siano ben poche, anche se fondamentali.
Questo elaborato è forse poco di tesi, La - nel senso singolare: come impugnarne una tra le tante? Poiché quando si divaga si è indecisi -, ma di tesi, Le - nel senso plurale: messe insieme sono forse interessanti -, la complessità delle quali fa qualcosa, produce senso.
Senso, poi, che non si può propriamente produrre: le connessioni tra più cose fanno, loro, un senso - ed ho qui cercato di puntare a queste.
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La morte e i suoi luoghi. Cronache da Eusonia