Anno 1 numero zero

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La redazione della I G

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Reporter di III H

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II A

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LOGHI PER L’INTESTAZIONE DEL NUOVO GIORNALE

CONCORSO: “Crea un logo

anche tu “per il prossimo numero del giornalino.. Quello più originale sarà pubblicato!

T de Loghi ideati dalla Redazione delle classi II A e III A

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Reportage di un’intervista “speciale”: i giovani allievi di IF e IG incontrano la Dirigente, Prof.ssa Maria Carmen

Già alle 8:30, la redazione è operativa: tutti noi, giovani giornalisti, armati di penna e taccuino, siamo emozionati, perché di lì a poco incontreremo la nostra Dirigente, Professoressa Maria Carmen Greco, per un’intervista speciale…. Nell’Aula Magn a d el l ’ I st it u t o “Torre - de Mattia” i cameraman, Giuseppe De Vita, Dudu Bogdan Georgian e Giacomo Carrato fanno le riprese e tutti noi piccoli giornalisti, dotati di regolare tessera di riconoscimento, siamo pronti a porgere ognuno la sua domanda alla Dirigente. Emozionatissimi, chiediamo alla nostra Preside quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a scegliere questo lavoro di grande responsabilità, come si svolge la sua

giornata lavorativa, quali studi ha fatto, quali sono gli aspetti che le piacciono di più del suo lavoro. Non solo, la nostra Dirigente ci parla della sua adolescenza, soprattutto di quando, giovane studentessa come noi, studiava lontano dalla famiglia in un collegio in Toscana. Ci parla inoltre delle sue letture preferite, in particolare del suo libro del cuore Anna Karenina, il noto romanzo di Lev Tolstoj e persino di Vasco Rossi, il cantante che ama di più!!! Racconta inoltre di quando insegnava le lingue straniere, del suo percorso di studi e della sua carriera. Ci lascia infine con un augurio, perché il nuovo anno scolastico possa essere ricco di

impegno nello studio, di gioie ed emozioni!

“Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.” Albert Einstein

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Questa pagina è dedicata ai piccoli allievi delle Prime classi: le emozioni, le sensazioni e le paure del Primo giorno di Scuola rimarranno per sempre impresse nella loro mente e nei loro cuori, così come in queste pagine… L’amicizia è un dono della vita, che non va perduto … L’amicizia è una perla, un fiore che matura attraverso la crescita, lo sport… è un tesoro prezioso, che si deve saper mantenere con gli amici. Uno degli aspetti più belli e speciali dell’amicizia è poter confidare a chi ci sta vicino un segreto, un’avventura senza pentirsene … L’amicizia dovrebbe essere come una carezza di cui non si può fare a meno. L’amicizia è quando si sente nel cuore che qualche amico ti aiuta in ogni difficoltà, o se hai paura ti protegge e non ti fa soffrire. Se noi siamo veri amici non dobbiamo deludere chi ci vuole bene nel suo cuore, ma aiutare, proteggere gli amici che si trovano in difficoltà. Noi abitualmente consideriamo “amiche” due persone o più, che si conoscono senza avere un legame stretto, ma in realtà non è così. Si è amici quando fra due persone c’è un forte legame e soprattutto molta sincerità, che è la cosa più importante. L’amicizia tra ragazze poi è un sentimento davvero unico rispetto a quella tra ragazzi... Molte persone usciranno dalla nostra vita man mano che gli anni passano, invece i veri amici lasceranno le loro impronte nel nostro cuore! L’amicizia è paragonabile al sole, cioè alla luce che non si spegnerà mai. Non c’è deserto peggiore se nella vita non hai amici. Vera amicizia è dire tutto ciò che nasce dal cuore e non si dovrebbe provare neanche per un attimo invidia verso gli amici. L’amicizia è niente altro che un perfetto accordo nelle cose umane unite a un sentimento di affetto. L’amicizia è il filo conduttore della nostra vita che senza di essa rischierebbe di essere vuota e incolore. L’amicizia è qualcosa di profondo che va oltre ogni sentimento e che rompe ogni barriera dell’anima e allo stesso tempo qualcosa di molto raro. L’amicizia è come un tesoro che molti non trovano ma che altri scoprono senza alcuna mappa. L’amicizia è più forte dell’amore, perché l’amore può finire da un momento all’altro. Gli amici veri sono come le colombe, che dove arrivano portano pace. Questa è l’amicizia!!! Simona Barreca, Eliana Maria D’Amato, Assunta De Vita, Alba Lombardi I F

“L’amicizia è una perla, un fiore che matura attraverso la crescita”

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“FONDARE BIBLIOTECHE È COME COSTRUIRE ANCORA GRANAI PUBBLICI, AMMASSARE RISERVE CONTRO L’INVERNO DELLO SPIRITO CHE DA MOLTI INDIZI, MIO MALGRADO, VEDO VENIRE” M.Yorcenauer Quando abbiamo iniziato a leggere sin da piccole abbiamo scoperto un mondo incantato. Non riusciamo a capire quelle persone che considerano un libro un oggetto qualunque. I libri sono preziosi. Qui a Vallo non ci sono molte biblioteche e librerie e quelle che ci sono non sono molto belle: sono piccole, anguste, prive di colore e non adatte a bambini che amano leggere. La biblioteca della scuola non è da togliere il fiato, ma quando ci siamo andate insieme alla nostra classe è cambiato tutto. Se ci ricordiamo bene era un sabato mattina, pioveva, ma, con l'allegria e con la vivacità dei nostri compagni è sembrato un mondo in cui ognuno avesse una stanza dove divertirsi e leggere in pace e con allegria. Invitate dalla nostra professoressa a osservare la biblioteca, abbiamo notato che i libri sono divisi principalmente in tre categorie: storia, narrativa per ragazzi e letteratura. Tutti abbiamo fatto dei cartelloni che abbiamo lasciato lì come ricordo per quando noi lasceremo la scuola e andremo alle superiori. Sui cartelloni abbiamo scritto delle frasi che ricordano l'importanza dei libri e della biblioteca e di chi ci lavora. NON CE LO SCORDEREMO MAI! I libri sono come amici con cui possiamo parlare, sfogarci, sono delle vere e proprie persone che ti ascoltano e ti capiscono e rispondono alle nostre domande, ai nostri dubbi e alle nostre paure. La biblioteca è come un cesto pieno di sapere, una miscellanea di testi di vario genere, in cui puoi “assaporare tutti gli umori e i sapori della vita”! Nella nostra vita la lettura poi ha un ruolo molto importante: ci trasmette emozioni, ci fa sognare, ci fa divertire. È come se dopo aver letto ci svegliassimo da un lungo sogno. A noi piace molto leggere, anche ai nostri genitori piace, mentre ai nostri fratelli e alle nostre sorelle piace un po' di meno. Se potessimo avere subito dei libri sceglieremmo sicuramente la collezione completa di Geronimo Stilton e altri libri di avventura. Benedetta Agresta e Martina Piccirillo I G

Una lezione “speciale” in BIBLIOTECA! taliano.

Agli inizi del mese di Ottobre con la mia classe siamo andati in biblioteca con la Professoressa d’I-

È stata la mia prima volta che sono andato in una biblioteca: quando sono entrato ho visto tanti libri, abbiamo cominciato a contarli e pensate….nella nostra biblioteca d’istituto ci sono oltre duecento libri! La nostra insegnante ha fatto poi una lezione sulla catalogazione dei libri. Infine noi tutti su alcuni cartoncini colorati abbiamo scritto le Regole del lettore e frasi significative sull’importanza della lettura. Poi abbiamo appeso i cartoncini che abbiamo creato sugli scaffali della biblioteca! Nella biblioteca abbiamo trovato tanti generi di libri e tra questi ho trovato quelli di avventura, che sono tra le mie letture preferite. La nostra professoressa ci ha invitato a riflettere sull’importanza e l’utilità della lettura: infatti leggere ci aiuta a scrivere, a capire bene i testi e ad esprimerci meglio. È stata una bella esperienza e ora - quando posso - gioco meno con i videogiochi e leggo un pochino in più! Da questa esperienza ho anche imparato che in passato, quando non esistevano altri svaghi e altri modi per imparare, i libri erano il mezzo più importante per studiare e diventare così una persona più importante. Stio Stefano IF 7


VIAGGIO VIRTUALE IN UNA SPECIALE PINACOTECA La nostra scuola è piena d falsi d’autore, copie fedeli dei quadri tra i più famosi al mondo come il “Guernica” e “Tuttomondo” TUTTOMONDO “In questo murale ho disegnato tutto quello che riguarda l’umanità. Questo murale è fatto di simboli delle differenti attività umane. E’ una sintesi delle problematiche della vita di oggi. Non mi sono mai dedicato alla vita degli uomini, ma anche alla vita degli animali, ecco perché vedete delfini, scimmie e altro. È un affresco della vita in generale”,

LA DANZA Un altro quadro è “La danza” di Matisse dipinto nel 1910. In quest’opera i corpi hanno colori caldi per far risalCon queste parole Keith Ha- tare le figure rispetto allo sfondo, ring descriveva la sua opera fatto con colori freddi. “Tuttomondo”, murale realizzato sul- Le pennellate fluide danno un senso la parete esterna della chiesa di di movimento; il colore non è illuminato da nessuna fonte di luce esterSant'Antonio Abate a Pisa. Tuttomondo volle essere na, ma il quadro acquista lo stesso dunque una rappresentazione della luminosità perché tutti colori sono realtà a portata di tutti, un dipinto ugualmente esaltati.

che potesse far riflettere e reagire di Questo quadro è un falso d’autore, fronte al degrado e al malessere del dipinto da tutti noi allievi con le tempere e formato da vari pannelli monmondo intero. Penetrare nella coscienza collettiva: tati insieme. questo fu lo spirito che animò Haring E’ difficile guardarlo, senza provare e che lo ha reso nel tempo una delle l’impulso a sciogliere i nostri stessi figure più significative dell’arte ame- arti. ricana contemporanea.

AZZURRO CIELO Un altro quadro è “Azzurro cielo” ed è stato dipinto da Kandinskij nel 1940. Con questo quadro l’autore vuole riempire il vuoto che è nell’universo con figure di sua invenzione e vuole rappresentare lo stretto legame tra arte e natura.

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BRODWAY BOOGIE-WOOGIE Un altro quadro che andiamo a descrivere è di Piet Mondrain intitolato “ Brodway boogie – woogie “ ed è stato realizzato intorno al 1942. In realtà si tratta di un vero e proprio”falso d’autore” perché riproduce la tecnica e le misure reali del quadro reale (ovvero cm. 127 x127 ). L’autore realizza questo quadro con lo scopo di cercare di interpretare, attraverso il suo rigoroso linguaggio, i ritmi frenetici della metropoli americana. Qui le figure fatte a rettangolo che si staccano dallo sfondo bianco in toni blu, giallo, rosso e grigio. Non vengono specificate nei dettagli ma suggeriscono l’idea di un movimento anche se un po’ meccanico, di avanti -indietro, come nelle luci intermittenze delle insegne luminose di Brodway.

LA TRISTEZZA DEL RE Altro quadro presente nella scuola è “La tristezza del re”, realizzato da Henry Matisse, esponente di un gruppo di contestazione chiamato “fauves”, ossia “belve”, per l’aggressività nell’uso dei colori. Nella composizione si individuano tre figure umane, appena riconoscibili, grazie alla presenza di teste e mani. L’osservatore è coinvolto da gioiosi contrasti, dall’esplosione di colori intensi e puri. Il colore, liberato da ogni vincolo, assume nel quadro un valore autonomo e costituisce il mezzo principale per esprimere la sconfinata gioia di vivere dell’artista.

IMMAGINI DEL CANTICO DELLE CREATURE Prendendo spunto dal “Cantico delle creature” di S. Francesco abbiamo realizzato un ciclo di 10 tele che rappresentano in ordine dalla prima all’ultima la lode verso il sole, le stelle , il vento, il mare, il fuoco, la terra, il perdono, la pace, e la morte corporale, per poi arrivare alla salvezza eterna e visione del Signore. Il quadro che si trova alla fine della prima rampa di scale si chiama I tre musicisti di Pablo Ricasso: il quadro risale al cubismo sintetico e per l’irregolarità delle pareti su cui è stato disposto, la scena ricorda proprio un teatrino e i tre musicisti appaiono più monumentali. Federica Citro, Agnese Cobellis, Antonella Del Forno, Sara Maiuri, Antonio Sansone III G

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L’ ARTE PRENDE FORMA A SCUOLA FIORI, ALBERI,ANIMALI,PAESAGGI E MANIFESTI TURISTICI DEL CILENTO Nel primo periodo dell’anno scolastico il discorso interdisciplinare sulla 1° macroarea “Ambiente e territorio” ha visto gli alunni delle sezioni A, D e E impegnati a rappresentare, nella disciplina di arte e immagine, l’ambiente naturale e quello trasformato dall’uomo. Osservando il proprio territorio, gli alunni del III anno, dopo una ricerca sugli animali, gli alberi e i fiori del Cilento li hanno interpretati in modo personale. A tale proposito ringraziamo la professoressa Ciaramella che ci ha fornito molte immagini dei fiori del Cilento. I ragazzi del I anno, dopo aver acquisito vari metodi di rappresentazione dei fiori e delle foglie, hanno modellato, nel laboratorio di ceramica, le foglie con il DAS. Dopo la colorazione, le foglie sono state disposte su un pannello decorativo. Come si può notare dalle foto , alcune sono sistemate su un supporto che fa pensare alla corteccia di un albero ed altre sul suolo , come le foglie vere che cadono dagli alberi. I ragazzi del III anno hanno rappresentato vari paesaggi del Cilento ed un manifesto turistico del proprio paese. Tutti gli elaborati sono stati esposti nel corridoio della scuola; gli alunni hanno potuto così valorizzare il loro lavoro e allo stesso tempo, osservando il lavoro dei compagni, arricchire la propria creatività.

FAVOLE E FIABE Le favole e le fiabe studiate dagli alunni del I anno nelle sezioni A,D,E, con i docenti di italiano, sono state rielaborate nella disciplina di arte e immagine, trasformandole in fumetti. Ogni alunno ha scelto una favola tra le tante proposte ed ha realizzato il fumetto, secondo la propria fantasia.

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PRESEPE MUSICALE Il presepe realizzato dagli alunni del III anno, sez. A,D,E, vuole essere il simbolo della nostra scuola a indirizzo musicale. Infatti non è un presepe tradizionale perché i personaggi sono musicisti che, in una piccola scenografia teatrale, suonano una ninna nanna per Gesù Bambino, che si trova al centro della scena. Nel presepe è stato predisposto l’inserimento di un lettore CD, per ascoltare le sinfonie che la nostra orchestra suona, nel periodo natalizio.

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DANNATO SILENZIO “LA VIOLENZA SULLE DONNE ORA VA DI MODA” Se non fossimo nel 2013, potremmo dire che è un problema di inciviltà. Ma nel Medioevo e nel Rinascimento la donna era considerata un angelo, una "figura celestiale", cantata e raffigurata da molti artisti e poeti. Allora a cosa è dovuto questo eccesso di maschilismo, questa brutale violenza nei confronti del gentil sesso? Da molto tempo, il disgregarsi della famiglia e della società, la perdita dei veri valori hanno modificato i rapporti uomo-donna; l' affermarsi della società tutta materiale in cui viviamo sta arrecando gravi danni irreversibili a carico della donna. Una donna "debole", uccisa perché donna. Riteniamo di vivere in una società evoluta, eppure la violenza è all'ordine del giorno; il femminicidio non è più solo un fenomeno, ma una malattia sociale. Ben 127 episodi nel 2012, già 36 dall'inizio dell'anno. Via web o per telefonino; ma anche in modo tradizionale, lo stalker sceglie e tormenta la sua preda: una donna. La vittima è assediata, inseguita, stordita, fino al colpo finale. È come se la società maschile avesse riscoperto il delitto d’onore. Donne ammazzate o sfigurate. È l'uomo che non vuole perdere la faccia davanti alla collettività e crede che attraverso la violenza la sua posizione sociale possa essere ristabilita. È un problema che affonda le sue radici in una società dove il più forte domina sul più debole, che non può e non deve reagire. Proprio per questo la reazione di tutti deve essere forte: abbiamo il dovere di fare sentire la nostra voce, ma soprattutto dobbiamo imparare a cogliere i segnali della sofferenza e del disagio purtroppo presenti nella nostra piccola, grande quotidianità. Il termine femminicidio è una traduzione del termine inglese femicide. Attualmente questa dizione è utilizzata per indicare l'omicidio della donna proprio perché donna. Analizziamo ora le forme di femminicidio all'interno di una relazione di coppia, attualmente esistente o terminata. Spesso, sia pure con toni più sfumati e con caratteristiche differenti, la relazione si basa, sin dall'inizio, su una dinamica "vittima-carnefice", in cui il più forte sovrasta la più debole fino alla soppressione della sua vita. Esistono tre tipi di violenza: quella psicologica, con minacce verbali, svalutazione; quella fisica che si verifica passando a un atto di violenza; quella sessuale che nasce attraverso ricatti, minacce e/o costrizioni. Il maltrattamento, spesso la fase finale, costringe la vittima a fare quello che vuole il carnefice. Anche quando la persona decide di ricorrere alla polizia, all'A.G. o ai servizi sociali l'intervento rischia di essere talora tardivo e inefficace. Sono presenti casi di "falsi allarmi" dovuti a un'eccessiva, ma immotivata, preoccupazione per l'atteggiamento del partner. Molte volte, invece, sono le denunce a essere ritenute le "solite denunce infondate", o quanto meno "esasperate"e ciò può produrre la mancata attenzione e di conseguenza la mancata attivazione di quell'allarme e di quella vigilanza, strumenti necessari per stroncare al nascere la realizzazione dello stupro sulla vittima. Possiamo concludere citando le parole della scrittrice Cinzia Tani, autrice del libro sul femminicidio “Mia per sempre”: "Il dato statistico dell'aumento delle donne uccise per mano di un uomo è assolutamente reale. Negarlo sarebbe come sminuire la tragedia che si sta consumando davanti agli occhi di tutti. Casi come quelli che racconto nel mio libro" Mia per sempre" non ci sono sempre stati. Si tratta di un fenomeno nuovissimo e in preoccupante ascesa, come dimostrano le testimonianze raccapriccianti di associazioni tra cui Telefono Rosa. I giornali e la televisione non gonfiano il problema ma amplificano l'attenzione, e questo è solo un bene." (Cinzia Tani, Mia per sempre, Mondadori 2013). Mariagabriella Leo III A

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Pagine di cronaca dedicate a Lampedusa Cronaca di Lampedusa 3 ottobre 2013, il mare gelido colpisce con la sua forza un barcone con 518 emigranti a bordo distruggendo sogni e speranze di 70 persone. 518 persone si sono imbarcate con la speranza di avere un futuro migliore, di creare una famiglia lontana da una stupida guerra che sembra non cessare mai. Per alcune persone quei sogni sono stati sommersi da un’ acqua pulita, ma troppo fredda per sopravvivere! I soccorsi sono arrivati troppo tardi e il tragitto dal loro paese all’ Italia ha segnato per alcuni la fine della loro vita... Tutti noi italiani vogliamo ricordarli come eroi, come ragazzi che hanno desiderato la libertà cercandola di trovare in Italia. A bordo del barcone c’erano anche genitori con dei bimbi; questi desideravano soltanto non far vivere la guerra ai loro figli. La responsabilità di questa strage è dovuta non solo alla guerra ma anche, alla gente che per soldi ha venduto dei biglietti a questi emigranti, facendoli viaggiare in condizioni pessime. I familiari delle vittime sono venute a Lampedusa per sapere dove verranno seppelliti i loro cari. Maura Palumbo Michele Fragale III H

La notte nera di Lampedusa, ma anche di tutti noi Durante la notte tra mercoledì 2 ottobre e giovedì 3 ottobre un barcone con a bordo circa cinquecento migranti è naufragato al largo dell'isola di Lampedusa a causa di un incendio; i morti ritrovati senza vita solo oltre trecento. Lampedusa per i migranti è come l'orizzonte, la si vede o la si immagina, ma , purtroppo, spesso, non si riesce mai a raggiungere. In questi giorni abbiamo visto immagini strazianti di donne, uomini e bambini che, partiti da una terra non troppo lontana, sono stati inghiottiti dal mare; non sappiamo bene da dove venivano, ma abbiamo visto naufragare i loro sogni e le loro speranze. Speranze e sogni che non hanno bisogno di un’appartenenza territoriale e di un confine, speranze e sogni che non sono mai clandestini; e riguardando le immagini dei corpi galleggianti o adagiati su quel lembo di terra in mezzo al mare, anche la condizione realizzata di clandestino è un sogno: significa raggiungere la terra, significa almeno essere vivi e non diventare cibo per pesci.

“Lampedusa per i migranti è come l'orizzonte, lo si vede o lo si immagina”

E le notizie del naufragio sono diventate algebra, numeri freddi che devono farci riflettere molto a fondo; mi piace pensare a queste persone come a dei fratelli che stavano attraversando il mondo, cercavano il confine legale di un'altra terra che i loro corpi privi di vita ha cancellato nel mare. Un lunga linea nera tracciata con un gessetto che deve scavare nelle nostre coscienze e obbligarci ad impegnarci perché tutti abbiano il diritto di vivere e sognare; e non importa che lingua parliamo o il colore della pelle o cosa mangiamo e quale Dio preghiamo, siamo tutti fratelli e come tali dobbiamo avere la possibilità e il diritto di diventare cittadini del mondo e non speranza di clandestinità. li.

Abbiamo un obbligo morale di difendere e indignarci, e di gridare forte il nostro dolore e piangere per i nostri fratel-

L'ultima strage di Lampedusa deve anche farci riflettere ed obbligarci ad impegnarci a cambiare le ragioni profonde e le cause che impediscono a milioni di persone di poter costruire la loro vita senza la necessità di metterla a rischio. Finché i popoli ricchi ed industrializzati continueranno a sfruttare gli uomini e le risorse naturali dell'Africa e delle cosiddette zone del sottosviluppo non potrà mai esserci la pace e la possibilità che ognuno possa avere un futuro nella propria terra.

Giulia Marino, Vittorio Marsicano, Alessandro Quisisano, III H

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Le “colonne d’Ercole” sono oggi a Lampedusa L’ennesimo naufragio nel canale di Sicilia: al largo dell’isola di Lampedusa si è consumata una strage di disperati in cerca di libertà, lavoro e di una vita più dignitosa che tutti meritano. Erano partiti dalle coste libiche Eritrei, Somali, Cingalesi che percorrono migliaia di chilometri per raggiungere la Libia e dopo aver pagato dai 1000 1500 dollari si sono imbarcati. Dopo alcune ora di navigazione al largo di Lampedusa per farsi notare ed avere aiuto, hanno acceso un fuoco sul ponte dell’imbarcazione che si è incendiata: in poco tempo le fiamme hanno invaso la barca e il panico ha avuto la meglio. L’imbarcazione si è capovolta tirando giù tutti i suoi occupanti, uomini,donne e bambini che sono morti. I pochi che si sono salvati che sapevano nuotare hanno potuto raccontare l’accaduto: tanti sono i bambini su quella “barca della morte” che dovranno essere sulla coscienza di chi ha colpa di questi episodi. I superstiti raccontano che vi erano altre 500 persone su quella barca e che solo 130 sono riuscite a salvarsi. Sono stati recuperati quasi tutti i corpi, ma tanti rimarranno senza un nome su quella bara con soltanto un numero. Ciò nonostante in questi giorni atri barconi partano poveri migranti e il flusso migratorio non si arresta, perché nel loro paese dittatori, carestie e guerre decennali non cessano di finire. Sara Gorga III H

“Nell’antichi tà, per tutto il Medioevo si credeva che il mondo finisse nello Stretto di Gibilterra, le Colonne d’Ercole, oggi per t a n t i emigranti finisce a Lampedusa.

La strage del mare a Lampedusa, l’isola dei profughi Il 3 ottobre nel Mar Mediterraneo, vicino alle coste di Lampedusa, si è consumata una tragedia che ha provocato la morte di emigranti libici. Questa tragedia ha causato circa 370 morti ed è stata la più grande catastrofe marittima del Mediterraneo dall’inizio del XXI sec. Il peschereccio lungo 20 metri è salpato dal porto libico di Misurata l’1 ottobre 2013. A bordo erano stipati migranti di origine africana provenienti dall’Eritrea, dal Gana , dalla Somalia, dall’ Etiopia e dalla Tunisia. Sull’ imbarcazioni c’ erano circa 545 naufraghi. Il comandante è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. E anche i superstiti sono stati accusati del reato di clandestinità. Anche Papa Francesco ha commentato questa tragedia, esortando a pregare Dio per l’anima delle vittime del naufragio. Enrico Letta e Giorgio Napolitano hanno proclamato lutto nazionale per le vittime. A Lampedusa è stato assegnato il Premio Nobel per la pace. Tutta la popolazione di Lampedusa ha accolto questi superstiti sempre in modo esemplare e con grandissima umanità.

Giacomo Carrato, Giuseppe De Vita, Rocco Rossi, Michele Giuseppe Scarpa, Mario Serra I G

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Il Mediterraneo, da culla della civiltà a cimitero Lampedusa, tragedia Venerdì, 18 Ottobre 2013 L’imbarcazione si è rovesciata a 60 miglia a sud di Lampedusa, ai confini con le acque libiche. Le persone a bordo, per farsi notare da un velivolo militare maltese, hanno fatto sbilanciare il mezzo che si è rovesciato. Sono tre i naufragi registrati venerdì: un’altra imbarcazione si è rovesciata al largo di Alessandria, in Egitto, provocando la morte di tredici persone, mentre le unità italiane hanno soccorso un gommone a sud est di Lampedusa.Sono 339 i morti accertati del naufragio del 3 ottobre.

Le bare saranno trasferite nelle prossime ore a Porto Empedocle in provincia di Agrigento. Quello che fu il Mare Nostrum oggi è un cimitero dove in quattro anni circa 4000 persone hanno perso la vita. Profughi oggi, emigranti allora. Quanti dei nostri avi sono andati, anche tornati, sulle rotte di New York o dell’America latina per lavori massacranti in piena umiliazione. Si emigrava, si emigra e si continuerà ad emigrare ovunque nel mondo. Quanta discriminazione hanno subito queste persone mondo. Quanta discriminazione hanno subito queste persone.

Le razze non esistono perché siamo tutti esseri umani, ovvero persone con dignità e diritto di essere rispettati. "Perché accadono tutte queste ingiustizie? Tutte queste tragedie? Perché?” Questo mi chiedo. In fondo siamo tutti uguali, siamo fratelli. Non si possono giudicare delle persone soltanto per il colore di pelle, per la religione differente o per qualunque cosa sia. Siamo diversi, è vero, ognuno ha le proprie abitudini, le proprie passioni magari, ma ci rende uguali soltanto la libertà, che ognuno di noi deve avere. Dobbiamo chinare il capo e restare muti di fronte a queste tragedie. Restare muti perché il cuore possa battere di fronte all’inquietudine di tante ingiustizie. Tutti noi dobbiamo quindi riflettere, dobbiamo immedesimarci in queste persone che ogni giorno subiscono tutto ciò e provare almeno ad evitare queste tragedie. Noi siamo la nuova generazione, coloro che un giorno dovranno cambiare questo mondo. Naike Adesso III H

Ai Lampedusani andrebbe consegnato il premio Nobel per la pace…… In questi giorni fra gli abitanti prevale la rabbia per essere costretta a vivere impotenti la grande tragedia di Sicilia. Cos’è successo realmente la notte tra il 2 e il 3 ottobre? Perché quella barca di quasi 20 metri non è stata intercettata prima di giungere in piena notte a soli 500 metri della costa? “Dobbiamo chinare il Sono domande a cui ancora nessuno sa rispondere. Il primo quesito da risolvere è se il barcone naufragato sia stato subito segnalato dai radar della marina militare e dalla guardia costiera. Il barcone stipato con 518 migranti sarebbe rimasto davanti alla costa, facendo anche segnali acustici con la sirena. Alle 6:20 del mattino per segnalare la posizione,qualche passeggero ha dato fuoco a una coperta provocando panico tra le persone, che sono state poi scaraventate a mare per il panico. Secondo le informazioni fornite dai militari il primo intervento di soccorso è stato effettuato alle prime luci dell’alba con un elicotteropartito dalla motovedetta Vega in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia. Per rafforzare il sistema di soccorso i militari la sera del 3 ottobre hanno inviato dalla base di Augusta la Covente Chimera per incrementare il dispositivo di sorveglianza. A differenza di quanto avviene di solito, a largo di Lampedusa c’era un solo pattugliatore militare. Un altro quesito che non è passato inosservato riguarda le seguenti informazioni: secondo quanto testimoniato da un gruppo di pescatori di Lampedusa, nessuno avrebbe avvertito la guardia di finanza che sul posto dispone di due motovedette con il personale a bordo.

capo e restare muti di fronte a queste tragedie. Restare muti perché il cuore possa battere di fronte all’inquietudine di tante ingiustizie. Tutti noi dobbiamo quindi riflettere, dobbiamo immedesimarci in queste persone che ogni giorno subiscono tutto ciò e provare almeno ad evitare queste tragedie. Noi siamo la nuova generazione, coloro che un giorno dovranno cambiare questo mondo. “

Le fiamme gialle sarebbero potute intervenire in pochi minuti, se fossero stati allertate alle prime luci dell’alba! Secondo noi premiare Lampedusa con il Premio Nobel per la pace significherebbe offrire un piccola, ma intensa luce di speranza a chi è costretto ad abbandonare la sua terra e a cercare a casa altrui ciò che non avrà mai a casa propria. Vorrebbe dire che qualcuno nel mondo sta pensando anche a loro, ai dannati della terra,ai morti del mare. Annarita Marotta, Andrea Mainenti III H

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LAMPEDUSA, un’isola che segna il confine tra noi e l’Africa Il Mediterraneo, una mare di sangue e di disperazione Il Mediterraneo ormai è diventato un mare di sangue e di disperazione. All'alba del 3 ottobre al largo di Lampedusa nei pressi dell'isola dei Conigli, un barcone con a bordo 500 migranti ha preso fuoco e si è rovesciato. Davanti ai corpi distesi lì per terra c’è la disperazione dei parenti e l’impotenza di tutti. Questa volta il viaggio della speranza era partito 12 ore prima, dalla Libia. I cadaveri recuperati dai sommozzatori sono più di 300. Il drammatico episodio sarebbe scaturito da fiamme auto-prodotte a bordo dell'imbarcazione: per farsi notare da un peschereccio poco distante, gli extracomunitari hanno dato fuoco a una coperta. A bordo le fiamme si sono propagate molto in fretta. Molti si sono gettati in mare, ma pochi anche tra loro sopravvissuti. Secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbe stata la miccia che ha trasformato il mezzo in un rogo infernale. Il fuoco si sarebbe propagato al barcone, incendiandolo, a causa di una perdita di carburante.

Sul fondo del mare stanno lavorando i sommozzatori per cercare di recuperare altre vittime: sarebbero decine i corpi rimasti imprigionati nello scafo affondato a cinquanta metri di profondità, sono ancora circa 200 i dispersi. I migranti sono stati tratti in salvo dalle motovedette e da alcune barche di diporto che stanno partecipando ai soccorsi.

Penso che la tragedia si ripeterà. Penso che il buonsenso dovrebbe frenare le emozioni e rendere più semplici i rimpatri con un rafforzamento della Bossi-Fini così da evitare di illudere altre migliaia di immigrati a mettersi in viaggio verso il nostro “paese dei balocchi”.

L'allarme del naufragio è stato dato dall'equipaggio di due pescherecci che transitavano nella zona. 500 disperati, raccontano i sopravvissuti: tutti alla ricerca di un futuro. La gran parte di loro ha trovato una morte orribile.

Pasquale Di Spirito e Iolanda Sansone III H

Sul luogo due motovedette, una della guardia costiera e una della guardia di finanza. Elicotteri e mezzi aerei stanno sorvolando sulla zona del naufragio. Tra le persone che hanno perso la vita ci sono molte donne (una incinta al settimo mese) e bambini . Gli investigatori hanno già fermato il presunto responsabile di questa tragedia, un tunisino di 35 anni indicato come lo scafista del 'barcone della morte', che deve rispondere di omicidio plurimo e favoreggiamento. Sarebbe stato riconosciuto da un gruppo di migranti. Penso che i nostri connazionali a Lampedusa siano degli eroi.

Il barcone della morte Vicino Lampedusa, il 3 ottobre, c’è stata un’altra strage. Centinaia di immigrati sono naufragati; a bordo della barca c’erano oltre cinquecento persone. Il barcone si è inabissato ed è stato individuato sul fondale, a 37 metri di profondità, intorno a mezzogiorno; in mare sono stati trovati giubbotti salvagente, pezzi di legno e macchie di olio. Il barcone trasportava anche una trentina di bambini, di cui uno di due mesi. Il naufragio sarebbe stato causato da un incendio a bordo causato da un cortocircuito. Alcuni pescatori, due o tre, sono passati e sono andati avanti senza aiutarli. Tantissimi corpi sono ancora in mare, .

tra cui molte donne (anche incinte) e bambini, e soccorritori sono disperati. Hanno persino arrestato uno scafista. I naufraghi sono stati soccorsi dai pescatori, che stanno ancora collaborando con la Guardia costiera e la Guardia di finanza alle operazioni di salvataggio. I corpi recuperati fino all’alba sono 94, solo 151 sono i superstiti della tragedia. Mancano 250 persone “all’appello”. Sono arrivati sull’isola il ministro Angelino Alfano, il capo della polizia Alessandro Pansa e la Presidente della Camera Laura Boldrini. Per questa strage senza precedenti è stato proclamato il lutto internazionale il 4 ottobre.

Nicoletta Ascione Giusy Ricco III H

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Mentre il parlamento approva nuovi aerei per salvare i profughi a porto Empedocle si contano i morti che arrivano a 363 Il nuovo bilancio dice che in mattinata sono stati trovati altri corpi. È giunto dopo pochi minuti il pattugliatore della Marina, salvando 235 migranti che erano su un vecchio barcone. Lampedusa per i profughi è come una terra sacra: quando arrivano qui possono vedere la loro libertà. A porto Empedocle sono arrivate 150 bare per i primi morti e nei prossimi giorni ne dovrebbero arrivare altre 120. Nel secondo naufragio costato 188 morti molti superstiti, dicono che sul barcone affondato in mare fossero più di 400 persone. La commissione europea ha anche promosso Lampedusa al Nobel per la pace perché si sa che chi vince questo nobel dà i soldi ricavati a persone o ambienti più sfortunati di lui. I molti profughi morti sono solo tanti numeri ormai scomparsi e i loro parenti vogliono sapere quale numero sono per mettere almeno dei fiori sulle loro bare. Bruno di Sevo, Pompeo Splendore III H

Sardegna: la natura si vendica “Dio perdona sempre, l’uomo qualche volta, la natura mai”: questo è l’amaro commento del Papa sul disastro provocato dall’alluvione in Sardegna. I 400 millilitri di pioggia caduta in 24 ore, il 18 novembre, hanno messo in ginocchio la Sardegna. In quella sera, in 2 ore è caduta la pioggia equivalente alle precipitazioni di sei mesi. I terreni, quindi, non hanno potuto assorbire quest’acqua che è defluita con violenza tra le abitazioni di Olbia. A peggiorare la situazione è stata la tracimazione di una diga, per la quale erano stati previsti lavori di contenimento non ancora realizzati. Inoltre l’allerta meteo lanciata 12 ore prima era stata inviata a tutti i comuni, ma non era stata presa in considerazione. Se l’avviso fosse stato considerato non si sarebbe potuto comunque evitare il disastro per mancanza di prevenzione. Solo ora, infatti, i mass media stanno mettendo in evidenzia i veri responsabili di questa tragedia. Sono le persone che hanno permesso la costruzione di case ai margini dei fiumi incanalati in condotte forzate. Sarebbe invece buona norma evitare di costruire abitazioni in prossimità di fiumi e quindi di permettere a essi la libera esondazione, senza creare grossi danni. Il maltrattamento continuo della natura da parte dell’uomo ha fatto sì che essa si ribellasse. La cosa più strana è che gli egiziani seppero beneficiare delle esondazioni del fiume Nilo, usufruendo del limo lasciato dalle piene per fertilizzare il terreno; mentre noi, a distanza di 3000 anni, rimaniamo ancora inermi di fronte a queste catastrofi. Elena De Luca III D

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La guerra in Siria vista da una 12enne “Nel 2013 la situazione della guerra è peggiorata: ancora una volta sono i bambini a pagare, uccisi da armi e bombe. I dati diffusi dall’Unicef sul numero dei bambini profughi danno la misura del dramma.”

Il sovrano attuale della Siria è Bashar Hafiz al-Asad (figlio di Hafiz al-Asad) che divenne re il 17 luglio 2000. La guerra civile siriana è un conflitto che vede forze militari contrapposte a quelle governative. Questo conflitto iniziò il 15 marzo 2011 e si è sviluppato su scala mondiale. Nella primavera 2011 il governo siriano ha schierato le forze armate per opprimere le rivolte. Molte città sono state assediate ed è stato ordinato di aprire il fuoco. Più di 100 mila vittime sono state uccise ingiustamente. Nel 2013 la situazione della guerra è peggiorata: ancora una volta sono i bambini a pagare, uccisi da armi e bombe. I dati diffusi dall’Unicef sul numero dei bambini profughi danno la misura del dramma. Ogni giorno mille e più bambini e donne scappano per paura di armi chimiche e bombe che potrebbero esplodere da un momento all’altro, ma purtroppo scappano verso una possibilità di serenità che molto spesso si rivela anch’essa drammatica a causa dei continui naufragi di cui spesso sentiamo parlare. Anche noi spesso sentiamo queste notizie tragiche nei telegiornali e molte volte mi sono chiesta come mai,nonostante i grandi passi che l’uomo ha compiuto nel progresso tecnologico, economico e sociale , si continui a parlare di guerra; come mai nonostante ci siano tante associazioni che sono nate a favore della Pace - pace che sembra essere così facile da raggiungere attraverso il dialogo di cui spesso ci parla anche il Papa - è invece così lontana. Il continuo costruire armi da parte degli Stati ci fa capire che non si ha neppure la volontà di allontanare questa piaga che affligge non solo chi vive in quei paesi, ma anche chi è spettatore vivendo indirettamente tutte quelle scene drammatiche senza poter portare un piccolo sollievo. Cleonice Ruocco II A

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11 settembre 2001 un evento ormai “storico” che ha scioccato il mondo e ci ha segnato nella memoria

Il mattino dell' 11 Settembre 2001 diciannove terroristi dirottano quattro aerei di linea con passeggeri in viaggio verso la California, dall’ aeroporto Logan di Boston e dall’aeroporto Washington di Dallas. I dirottatori entrati in cabina prendono possesso di due aeroplani, modello Boeing 767 (volo American Airlines 11 e volo United Airlines 77 ) e si schiantano contro le torri gemelle, le Twin Towers e contro il Pentagono. Invece un quarto volo, lo United Airlines 93, col quale i terroristi intendono colpire il Campidoglio o la Casabianca a Washington, precipita al suolo nei pressi di Shanksille in Pennsylvania. Durante il dirottamento molti passeggeri e membri dell'equipaggio effettuano chiamate con cellulari e comunicano che i terroristi hanno preso il comando dei voli e che sia il comandante sia membri dell’equipaggio sono stati uccisi. In particolare, sul volo Airlines 93 l'equipaggio e i passeggeri tentano di sottrarre il controllo ai dirottatori, ma ciò nonostante non riescono nell’eroica impresa. Nel cuore di New York, tre edifici del com- “Vista con gli plesso del World Trade Center collassano per occhi di un gli ingenti danni strutturali provocati dallo ragazzo di anni, schianto dell’aereo nella parte superiore. Ecco dodici allora i particolari di una tragedia che resta questa impressa nella nostra memoria con fotogram- tragedia dell'11 settembre ha mi terribili: la torre meridionale (denominata cambiato la WTC2) crolla verso le 9:59, dopo un incendio di 56 minuti causato dall'impatto del volo storia non solo United Airlines 175. Mentre la torre settentrionale collassa alle 10:28, dopo un incendio dell'America, di circa 102 minuti. La caduta di WTC1 produce inoltre detriti che portano al crollo della ma anche del mondo intero”. Penthause alle 17;20 ora locale di quello stesso giorno. Le vittime degli attentati sono 2974 , esclusi i diciannove dirottatori e 246 passeggeri sui quattro aereoplani. Un disastro questo dell’11 Settembre che ha segnato la storia, un’ ulteriore frattura tra Occidente e mondo Mussulmano, con il conseguente aumento della xenofobia e l’aumento dei controlli negli aeroporti. Vista con gli occhi di un ragazzo di dodici anni, questa tragedia dell'11 settembre ha cambiato la storia non solo dell'America, ma anche del mondo intero. Perché la politica, l'economia e le relazioni internazionali resteranno per sempre segnate da questa frattura tra Occidente e Oriente. Allora dovremo in futuro tutti impegnarci a ricucire questa ferita e a curarla. Ma Con quali mezzi ? Innanzitutto cercando di rispettarci a vicenda, cristiani , cattolici , musulmani e non solo . Cercando di studiare le culture, le religioni e le tradizioni. Solo così potremo conoscerci e rispettarci reciprocamente.

Daniel Panzariello II A 19


La Camorra non ci uccide con le armi ma ci avvelena

La locuzione "La terra dei fuochi" individua una vasta area situata nell'Italia meridionale, tra le provincie di Napoli e di Caserta , ed è caratterizzata dalla presenza “Le autorità di roghi di rifiuti, perciò l'appellativo. Essa venne utilizzata per la prima volta nel non prendono 2003 nel rapporto Ecomafie curato da Legambiente, successivamente venne uti- abbastanza lizzata da Roberto Saviano nel suo romanzo-inchiesta Gomorra , come titolo provvedimenti dell'XI ed ultimo capitolo. L'area territoriale è compresa all' incirca tra i comuni di per arginarlo e Qualiano , Giugliano in Campania , Orta di Atella , Caivano , Acerra , Nola , Mar- ogni anno si per cianise , Frattamaggiore , Frattaminore , Castelvolturno e Melito di Napoli . Si ca- muore tumori . ratterizza per lo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici da parte della camor- Dobbiamo ra e , in particolare dal clan dei Casalesi. In molti casi i cumuli di rifiuti illegalmen- migliorare e te riversati nelle campagne, o ai margini delle strade , vengono incendiati dando combattere luogo a roghi i cui fumi diffondono nell'atmosfera e nelle terre circostanti sostanze per il nostro futuro , tossiche, tra cui diossina . Da molti decenni nelle campagne campane sono stati facendo effettuati sversamenti di rifiuti industriali e di rifiuti tossici e nucleari provenienti dal rispettare le nord Italia e dal nord Europa. In particolare, nelle zone di Caivano, Acerra e Giu- regole e gliano in Campania si sono verificati roghi responsabili di tumori che hanno colpi- combattere a to donne e bambini al seno e alla tiroide. I roghi appiccati ai cumuli di immondizia fondo contro sono aumentati, durante la crisi dei rifiuti in Campania tra il 2007 e 2008. Furono la camorra e i vari clan che incendiati 30.000 kg. di rifiuti in terreni agricoli con un ricavo di oltre 113.000 euro non ci da parte della camorra. La dichiarazione del pentito di mafia Carmine Schiavone uccidono con ha evidenziato come la Campania fosse destinata a diventare una discarica a cie- le armi ma ci lo aperto, soprattutto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiali avvelenano.“ acidi, che hanno inquinato le falde acquifere Campane e le coste di mare dal basso Lazio fino ad arrivare a Castelvolturno. Tutti devono sapere e nessuno deve giustificare ciò che accade. La Terra Dei Fuochi è un dramma sanitario, ambientale ed economico e sembra che questa società non ha più nulla di civile. Vista con gli occhi di un ragazzo di dodici anni questo problema è gravissimo. Le autorità non prendono abbastanza provvedimenti per arginarlo e ogni anno si muore per tumori. Dobbiamo migliorare e combattere per il nostro futuro, facendo rispettare le regole e combattere a fondo contro la camorra e i vari clan che non ci uccidono con le armi ma ci avvelenano.

Daniel Panzariello II A

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Il web può essere anche una minaccia per gli adolescenti? Le nuove generazioni usano internet come compagno di giochi o come un libro di testo. Addirittura internet sostituisce il vecchio cortile, perché è diventato ormai il posto dove i giovani si incontrano virtualmente per tessere le loro relazioni sociali. Per un genitore è difficile trovare il giusto compromesso tra la necessità di lasciare liberi i propri figli di sperimentare le enormi potenzialità della rete e quella di tutelarli da eventuali situazioni sgradevoli. C’è il rischio di trovarsi dipendenti dal web. In effetti, gli adolescenti che navigano su internet per più di tre ore al giorno leggono di meno, praticano meno sport e hanno un rendimento scolastico inferiore alla media. I genitori sembrano essere al corrente del rischio, imponendo spesso un limite di durata alla navigazione. Ad esempio, facebook (sito web molto conosciuto) può portare problemi molto gravi: immagini scandalose possono restare impresse nella mente dei ragazzi, ma anche le chat possono portare persino a conoscere persone malfidate. Perciò occhio ragazzi TAKE CARE!!!!!! Gaia D’Angiolillo, Angelina Romualdi, Marzia Scarpa II A

Il bullismo nei banchi della scuola e il “cyber-bullismo” Il bullismo è un comportamento violento, attuato tramite l'impiego di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di se stessi o nei confronti dei pari. Letteralmente il termine significherebbe "prepotente", "bullo", tuttavia la prepotenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare, è solo una componente del bullismo, che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale. Un fenomeno molto diffuso è il “cyber-bullismo” , con i bulli che minacciano il web. In realtà ognuno di noi per stare sul web, quindi su facebook, libero- mail, messenger e molti altri, dovrebbe seguire delle determinate regole: non pubblicare foto particolari, non dare informazioni personali e così via. Se pubblichi foto personali o rispondi ad una richiesta di amicizia ad una persona che non conosci e in più gli dici i tuoi dati personali, ricorda che puoi FARE BRUTTI INCONTRI SUL WEB! Gaia D’Angiolillo, Angelina Romualdi, Marzia Scarpa II A

Riflessioni sul cyberbullismo: consigli per difendersi da due giovani ragazzi della classe Prima Lo psicologo Nicola Iannaccone consiglia di non dare foto agli estranei e se riceviamo una minaccia più volte, dobbiamo parlare con i genitori, professori o amici di cui ci fidiamo. I cyber bulli usano internet e telefonini per coinvolgere nelle loro prepotenze molte persone, ma facendo così possono rimanere tracce e possono essere beccati. Cyber bulli: No grazie!!! Pierpaolo Palladino IF Lo psicologo Nicola Iannaccone dice che per difendersi bisogna prevenire. Non si devono dare foto e video a persone estranee, perché è difficilissimo cancellarle sulla rete. Se vieni colpito da un messaggio o una chiamata è meglio far vedere tutto a una persona fidata, ma, se gli attacchi continuano, parlane con un amico, un genitore o con un prof. I prepotenti non partecipano direttamente alla violenza altrimenti diventano complici. Se uno è testimone di un incidente deve fermarsi e aiutare e aiutare la vittima. Se non si aiuta la vittima significa che dai una mano al cyber-bullo! Salvatore Federico I F 21


La voce della bellezza La forza dell'Italia migliore L'Italia ha un tesoro di inestimabile valore e bellezza. Ed è un tesoro diffuso, ma gli italiani non sanno di averlo e lo sciupano. C'è un tesoro nascosto o comunque ignorato anche nei nostri Paesi come la Badia di Pattano, le Chiese cilentane e ne possiamo conoscere l'importanza storica solo se c'è qualcuno che ci informa. Noi Italiani sappiamo che esistono i Fori Imperiali, la Torre di Pisa, i Templi di Agrigento ma, purtroppo, non ne conosciamo realmente il loro valore. In Italia ci sono 48 siti riconosciuti dall'UNESCO, ma in realtà tutto il nostro territorio è punteggiato da tesori storici, artistici e paesistici e noi ci camminiamo sopra ogni giorno per lo più senza sapere dove posiamo i piedi. Ci chiediamo quanto ne sappia lo Stato di queste bellezze italiane e se abbia la capacità di riconoscerlo. Se manca la tutela, se i cornicioni e le case di Pompei ci cadono addosso, avremo ben poco da valorizzare. Difatti la “Schola Armaturarum” nel novembre 2010 dopo essere crollata è diventata l'emblema di un fallimento Nazionale. Dopo tre anni il 29 giugno 2013 l'UNESCO ha dato un ultimatum: o si provvede a un minimo di manutenzione o verrà cancellato il sito dai Patrimoni dell'Umanità. In Italia la spesa destinata alla cultura e ai beni artistici è minima, non si fa nulla per limitare i danni, anzi le leggi ne riconoscono il valore ma non la valorizzazione. Siamo incapaci di valorizzare il nostro Patrimonio culturale ed artistico e non sfruttiamo la ricchezza che potrebbe darci. Secondo noi ragazzi lo Stato Italiano dovrebbe rispettare per primo questi capolavori del passato e impegnarsi di più nella tutela e nella salvaguardia del nostro Belpaese. Noi per primi dobbiamo impegnarci a rispettare il nostro territorio, a salvaguardarlo a partire da i nostri piccoli ma importanti patrimoni! Gaia Lombardi, Daniel Panzariello, Rebecca Tambasco II A

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La fame nel mondo e il ”world food summit” Nel nostro pianeta ci sono milioni di persone denutrite a causa della povertà e dell’aridità del terreno. È stato dimostrato che più di un miliardo di persone vivono con meno di un dollaro al giorno in condizioni di povertà estrema e circa seicento milioni sono bambini. L’estrema povertà equivale a fame. Oltre novecento milioni di persone soffrono oggi di denutrizione mentre oltre due miliardi sono malnutrite, hanno cioè diete insufficienti, carenti di ferro, vitamine, sali minerali e proteine. Per queste conseguenze muoiono ogni anno più di sei milioni di persone in gran parte bambini e il 95% delle persone si concentrano nelle regioni meno sviluppate, prive di terre, d’acqua,di strumenti per coltivare e naturalmente di denaro per acquistare alimenti. Nei paesi meno sviluppati, anche in quelli colpiti dalla malnutrizione, grandi estensioni di terra fertile sono impegnate non per la soddisfazione dei bisogni alimentari locali, ma per monocolture varie, dal cotone all’ananas, riversate all’ esportazione, ovvero per produrre foraggio destinato all’allevamento del bestiame a sostegno dei consumi di carne nei Paesi più sviluppati. Nel 1996 a Roma in occasione del ”world food summit” si erano riuniti centoottantacinque capi di Stato e di Governo e avevano promesso che entro il 2015 il numero di chi non aveva da mangiare sarebbe stato dimezzato.

Ogni anno si sarebbe ridotto il numero di trentunomilioni fino ad arrivare a quattrocentodue milioni di malnutriti, avevano giurato. Ma il rapporto pubblicato dalla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dell’alimentazione, dice che la promessa non è stata mantenuta, e che, anzi, ogni anno quattro milioni di infelici si aggiunge all’elenco. Muioiono migliaia di bambini per fame ogni settimana, afferma l’Omg, un’organizzazione indipendente che si occupa di assistenza sanitaria, tutela dei diritti umani, istruzione delle popolazioni analfabete, promozione sociale delle donne e progetti per lo sfruttamento delle risorse in zone arretrate. E ogni giorno lo sventurato continente deve pagare trentacinquemilioni di dollari all’Occidente per far fronte ai debiti contratti da dittatori corrotti e incapaci. Se il “trend”, cioè questo andamento complessivo, dovesse rimanere lo stesso, nel 2015 ci saranno ancora cinquecentottantadue milioni di affamati, invece dei quattrocentododici che il “giuramento di Roma” prevedeva.

Io sono pienamente d’accordo con l’opinione di Jacques Diouf, il direttore generale della Fao, il quale sostiene che non c’è nessun progresso, se continuano a morire di fame tanti bambini. Il mondo di oggi è più ricco di quello di dieci anni fa e le risorse alimentari sono più abbondanti, ma la causa della fame nel mondo è la mancanza e la volontà politica di mobilitare queste risorse in favore degli affamati. La Fao non ha soluzioni miracolose da offrire al mondo, ma ripete da anni che per ridurre il numero delle persone denutrite bisogna aumentare gli investimenti nelle zone rurali per aumentare il rendimento agricolo. Anche io condivido l’opinione della Fao. In Brasile un gruppo di contadini senza terra si batte per far sì che ridistribuiscano la terra dei grandi o grandissimi proprietari ai contadini. Se potessi sosterrei questa associazione, perché ritengo che la loro idea possa essere utile per il loro futuro: riottenendo la “In Brasile un terra potrebgruppo di contadini bero produrre senza terra si batte gli alimenti per far sì che autonomaridistribuiscano la mente . Queterra dei grandi o sto può contri- grandissimi proprietari ai buire senza Se dubbio a dimi- contadini. potessi sosterrei nuire la fame in quel Paese. questa associazione...”

Francesca Papa III A

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AUGURI di Buon Compleanno a Papa Francesco:il Papa di tutti Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires. È una figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus.

Ecco in breve la sua biografia. Papa Francesco, quarto di cinque figli, nasce il 17 dicembre 1973 nella capitale dell'Argentina. Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione in Spagna, e il 22 aprile 1973 inizia la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a San Miguel, diventa professore presso la facoltà di Teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio. Il 31 luglio 1973 viene eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Sei anni dopo riprende il lavoro nel campo universitario e diventa nuovo rettore del collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel.

«La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato di essere misericordiosi, di avere coraggio e di accogliere sempre la gente. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini.

È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. Noi cattolici abbiamo vissuto tutti gli intensi ed emozionanti momenti della sua ultima storia: sei mesi fa veniva eletto Papa Francesco. Sei mesi intensi, segnati da decisioni forti, prima tra tutte lo spostamento della

residenza pontificia dal Palazzo apostolico a Santa Marta, da dove quotidianamente ci giungono i commenti del Papa sulla Messa del giorno. E poi il progetto di Riforma della Curia Romana e – sulla scia di Benedetto XVI – l’opera di trasparenza finanziaria delle attività economiche vaticane. Ma quali sono le principali novità di questo pontificato? Il nome di Francesco, ha dato la spiegazione il Papa stesso, allude ai “poveri, alla pace del Creato”. E abbiamo già visto – almeno sui poveri e la pace – come veramente siano tratti fondamentali di questo Pontificato, anche di estrema attualità, come nelle ultime settimane questo impegno estremamente coraggioso per la pace sia ancora più forte nel Medio Oriente. Papa Francesco parla molto di una Chiesa non autoreferenziale, di una Chiesa in missione, di una Chiesa che guarda al di fuori di sé e a tutto il mondo. A me è tornata in mente la bellissima Lettera di Giovanni Paolo II alla fine del Giu- «La mia gente bileo, Duc in al- è povera e io tum, prendi il lar- sono uno di go – rivolto alla loro», ha detto Chiesa del terzo per spiegare millennio. Ecco, la scelta di mi sembra che abitare in un effettivamente, appartamento con Papa France- e di prepararsi sco, la barca della la cena da Chiesa stia viag- solo.” giando con decisione verso il largo, senza paura, anzi, con gioia per poter incontrare il mistero di Dio in orizzonti nuovi. Sara Romanelli Emanuela Forte II A

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L’innocenza del bambino sulla scranno papale: il segno di una rinascita ? Domenica, durante l’incontro con il Papa, con 200mila persone alla Basilica di San Pietro. Il bambino eludendo il controllo di tutti con il suo passo leggero, si è avvicinato a Papa Francesco, ha baciato il crocifisso che il Pontefice porta al collo ,ha ascoltato per un po’ la sua omelia. Gli ha poi aggiustato il microfono, ma quando si è stancato, si è seduto sullo “scranno papale”. E il Papa? Per nulla infastidito, ha continuato parlare ai fedeli,ma non si è trattenuto dal sorridergli,quando ha abbracciato teneramente la veste bianca. Serra Mario I G con un approfondimento da «Focus Storia»

L’infanzia negata

In questi giorni guardando la Tv o ascoltando la radio, ci accorgiamo che si parla sempre più spesso di bambini a cui viene negata l’infanzia. Anche Papa Francesco ha evidenziato questo problema, auspicando l’istituzione di un osservatorio per i diritti del fanciullo. Per questo la nostra insegnante di lettere, per sensibilizzarci al problema, ci ha proposto di elaborare un tema in merito. “Spesso noi crediamo che l’infanzia negata riguardi esclusivament e l'Africa, ma non è così”

Spesso noi crediamo che l’infanzia negata riguardi esclusivamente l'Africa, ma non è così. In Africa, certamente, la condizione è la più tragica, ma l'infanzia è negata a milioni di bambini in ogni parte del mondo, come: l'Asia, l'Europa dell'Est e anche i ricchissimi Stati Uniti o in Europa. Un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e moltissimi bambini vengono abbandonati senza casa e senza istruzione. Molti sono lasciati morire, spesso proprio chi dovrebbe crescerli e proteggerli ne abusa fisicamente e sessualmente e li sottopone ad altri trattamenti crudeli.

Bisogna, perciò, riflettere molto su questi problemi e cercare al contempo di sostenere le associazioni che si battono da anni per arginare i problemi dei bambini. Per esempio ricordiamo l’UNICEF e SAVE THE CHILDREN. L’Unicef è un'agenzia delle Nazioni Unite che fu fondata l'11 dicembre 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale. Ha la sede centrale a New York ed è presente in 158 paesi. Si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo, principalmente nei paesi in via di sviluppo. Questa organizzazione ha diversi scopi: ad esempio, ha ricevuto dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il mandato alla difesa dei diritti dei bambini ed è guidata dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1989. Si adopera per assicurare protezione ai bambini colpiti da guerra, disastri naturali e da ogni forma di violenza e sfruttamento. Attraverso i suoi programmi nazionali cerca di ottenere uguali diritti per donne e bambine e di sostenere la loro completa partecipazione nella vita sociale, politica ed economica dei paesi in cui vivono. L’altra organizzazione che si occupa dei diritti dell’infanzia è Save the Children che cerca di sviluppare attività per sensibilizzare le istituzioni europee, nazionali, locali e internazionali alla tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo. L’obiettivo di Save the Children si evince chiaramente nelle parole della sua fondatrice Eglantyne Jebb :

“Credo che dovremmo reclamare diritti imprescindibili per i bambini e lottare per il loro riconoscimento universale in modo che non solo gli operatori del settore degli aiuti umanitari e dell'infanzia, ma chiunque sia, in un modo o nell'altro, in contatto con i bambini - quindi la stragrande maggioranza degli esseri umani - sia nella posizione di portare avanti il nostro movimento". Benedetta Pilerci I F

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PAGINE IN MEMORIA di Nelson Mandela

NELSON MANDELA, la biografia di un eroe contemporaneo Nelson Mandela nacque in Sudafrica il 18 Luglio 1918 da una umile famiglia. Da giovane frequentò un collegio coloniale Britannico e in questo luogo l’ insegnante gli diede il nome di Nelson. Quando Mandela frequentava l’Università di Fort Hare venne espulso per aver guidato una manifestazione studentesca contro la diseguaglianza di razza che regnava nel Paese. Nel 1944, mosso dall’umiliazione e dalle sofferenze della sua gente, e offeso dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili, unitamente ad altri suoi compagni costituì la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress), e in pochi anni ne divenne presidente. Mandela si dedicò anima e corpo a condurre una campagna non violenta di disobbedienza civile, aiutando ad organizzare scioperi, marce di protesta e manifestazioni, incoraggiando la gente a rifiutarsi di obbedire alle leggi discriminatorie. Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952 e nel 1964, a seguito di un ennesimo processo cui fu sottoposto, fu giudicato colpevole di sabotaggio e alto tradimento e fu condannato con i suoi compagni all’ ergastolo. A metà degli anni 80, dopo 27 anni di carcere ed all’età di 71 anni fu liberato. Nel 1993 ricevette il premio Nobel per la Pace e nel 1994 fu eletto Presidente dello Stato Sudafricano. Nel 1999 si è ritirato dalla vita politica, non dopo aver completamente cambiato le leggi in Sudafrica in modo tale da evitare che vi fossero diseguaglianze tra razze. Nelson Mandela muore il 05.12.2013 nella sua casa di Johannesburg all’età di 95 anni. Mariavincenza

Ricotta

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Nelson Mandela, un gigante della giustizia to. Sono esperienze che lo segnano ed inevitabilmente influenzano la sua vita

Nelson Mandela nacque il 18 luglio del 1918. Sua madre lo partorì lungo la riva del fiume. Sarà chiamato Nelson solo quando inizierà il collegio britannico di Healdtown, invece Mandela sarà ispirato all' ammiraglio britannico Lord Nelson.

Al termine dei suoi 27 anni di prigionia sua madre ed i suoi fratelli sono morti, la moglie lo ha lasciato ed i suoi figli sono cresciuti. Ciò nonostante il suo ideale è sempre lì,f isso nella mente e nel cuore, un ideale per cui vive e per il quale è pronto a morire.

Gli anni 30 sono stati un periodo difficile del Sudafrica, con deportazioni, leggi restrittive per la gente di colore.

Il mondo si è accorto di lui e gli attribuisce nel 1993 il Premio Nobel per la Pace .

Tornando al suo villaggio, quando scoprì che il suo capotribù aveva deciso che era giunta l' ora di sposarsi Mandela decise di scappare a Johannesburg.

Le battaglie per un mondo diverso e per la democrazia in cui ha sempre creduto iniziano così finalmente a produrre frutti .

La politica cominciò ad avere un ruolo importante nella sua vita. Nel 1994 Nelson Mandela, Walter Sisulu e Oliver Tambo costruirono ANC (Africa National Congress) e in pochi anni divento presidente dal 1994 al 1999.

Nel 1997 si tengono le prime elezioni democratiche e lui viene eletto presidente del Sudafrica.

Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952. Fu assolto, ma seguirono successive vessazioni, arresti e detenzioni, culminati nell' infame processo di Treason del 1958. Nello stesso anno, sposò Winnie.

Allo scadere del suo primo mandato si ritira dalla vita pubblica, e quindi politica, nel 1999 lascia al suo vice, Thabo Mbeki, il compito di continuare sulla strada tracciata dalla sua presidenza. Mandela muore a Johannesburg il 5 dicembre 2013.

Fu incarcerato per 23-24 anni: in carcere lesse molti testi e sopravisse alla prigionia grazie a una poesia inglese.

In questi giorni capi di stato e gente comune si è stretta per salutarlo in con una partecipazione straordinaria.

È il 18 luglio del 1918 quando nella famiglia reale dei Thembù,nasce Rholihalla che nella lingua della sua tribù significa “attaccabrighe”.

Lo hanno definito un gigante di giustizia, un uomo politico dei tempi moderni, ma l’essenza delle sue imprese si trova semplicemente nelle sue parole:

Al college di Headtown, ritenendo il suo nome impronunciabile, un’insegnante gli assegna il nome di Nelson: Nelson Mandela. Gli anni del college sono anni difficili, perché i provvedimenti restrittivi e di segregazione diventano sempre più evidenti. La reazione di Nelson rispetto a questi avvenimenti ed alle condizioni in cui la sua gente è costretta a vivere è dapprima pacifica. Nelson è convinto che con pace e determinazione si possano superare tutte le diversità.

OGGI ANCORA MOLTE PERSONE SUBISCONO INGIUSTIZIE: LA BATTAGLIA DI MANDELA DEVE CONTINUARE

“Esseri liberi non significa semplicemente rompere le catene ma vivere in modo tale da rispettare e accentuare la libertà altrui” Ancora, la libertà bisogna costruirla e tutelarla sin da quando si è piccoli:; “Io credo che i bambini nel mondo debbano essere liberi di crescere e diventare adulti, in salute, pace e dignità.” Giulia Schiavo I F

Con il miglior amico del college inizia a prestare i suoi servizi legali in favore dei perseguitati e discriminati, fondando la ONC, di cui presto diventa presidente. Ben presto la realtà si mostra ben diversa e la lotta armata sembra essere l’unica strada. Iniziano lunghi periodi di prigionia con accuse ingiuste ed infondate come quella di sabotaggio ed alto tradimen27


ADDIO MADIBA…… Nelson Mandela naque il 18 Luglio 1918 nella famiglia reale dei Thembu, una tribù di etnia Xhosa che viveva in una fertile valle del Capo Orientale (Sudafrica), in un villaggio di capanne bianche. Sua madre lo partorì lungo la riva di un fiume. Il suo nome in lingua Xhosa, Rolihlahla, ha un significato profetico: “attaccabrighe”. Sarà chiamato Nelson solo quando inizierà a frequentare il collegio coloniale britannico di Healdtown. Un nome affibbiato dall’insegnante, che sceglieva nomi inglesi a caso per i ragazzini sudafricani, al posto degli impronunciabili appellativi tribali. Forse il nome di Mandela è ispirato all’ammiraglio britannico Lord Nelson. Gli anni ’30 sono stati un periodo difficile per il Sudafrica, con deportazioni, leggi restrittive per gli spostamenti interni e altri provvedimenti di segregazione. Mandela frequentava l’Università di Fort Hare quando emerse la sua forza di volontà e la sua indignazione per l’ingiustizia: fu espulso dall’università nel 1940 per aver guidato una manifestazione studentesca insieme a Oliver Tambo. Era già chiaro che nessuno era in grado di dire a questo giovane come doveva comportarsi. Tornando al suo villaggio, quando scoprì che il suo capotribù aveva deciso che era giunto per lui il tempo di sposare una ragazza del suo rango e che era già stata pagata la dote, Nelson Mandela scappò a Johannesburg. A 22 anni trovò lavoro come guardiano alle Miniere della Corona di Johannesburg, con fischietto e manganello. In contrasto con le sue nobili aspettative, gli uffici della miniera erano baracche di lamiera arrugginita in un’area brutta e spoglia, con lo stridulo rumore dei montacarichi, delle trivelle, e i remoti boati della dinamite. Il contrasto rispetto alla sua tranquilla vita di campagna deve essere stato scioccante, e Mandela verificò rapidamente la realtà della miseria opprimente e dello sfruttamento disumano dei suoi compagni lavoratori. La politica cominciò a giocare un ruolo molto significativo nella sua vita. Mossi dall’umiliazione e dalle sofferenze della loro gente, e offesi dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili, nel 1944, Nelson Mandela, Walter Sisulu e Oliver Tambo fondarono insieme ad altri costituirono la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress), e in pochi anni Mandela ne divenne presidente. Con ambizione e determinazione,

completò i suoi studi di legge all’Università del Witwatersrand, e con Tambo avviò il primo studio legale per assistere le persone di colore. Così cominciò la pericolosa e appassionata vita totalmente dedicata alla lotta contro i mali dell’apartheid. Mandela si dedicò anima e corpo a condurre una campagna non violenta di disobbedienza civile, aiutando ad organizzare scioperi, marce di protesta e manifestazioni, incoraggiando la gente a rifiutarsi di obbedire alle leggi discriminatorie. La rabbia della gente cresceva e si scatenava la repressione. Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952. Fu assolto, ma seguirono successive vessazioni, arresti e detenzioni, culminati nell’infame Processo di Treason del 1958. Nello stesso anno, Mandela sposò Winnie. Ben quattro anni dopo l’inizio del processo, dette la sua appassionata e articolata testimonianza; fu giudicato non colpevole e venne scarcerato. Fino ad allora, aveva cercato di mantenere la pratica legalitaria, ma dopo il processo, di fronte alle crescenti repressioni e la messa a bando dell’ANC, la lotta armata diventò l’unica soluzione. Fu così che Mandela sacrificò la sua vita privata e la sua pratica legale e si dedicò all’insurrezione armata. Nel 1962 Mandela fu arrestato di nuovo per alto tradimento e fu condannato a cinque anni di carcere. Li scontò sapendo di non essere colpevole di alcun crimine: era divenuto un criminale per la legge, non per ciò che aveva fatto ma per quello in cui credeva. Mentre scontava la condanna, fu di nuovo accusato di sabotaggio al processo di Rivonia. La sua eloquente e appassionante arringa, durata 4 ore, finì con le famose parole: “Ho nutrito l’ideale di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia… Questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario, è un’ideale per il quale sono pronto a morire”. Nel 1964 Nelson Mandela fu giudicato colpevole di sabotaggio e alto tradimento e fu condannato con i suoi compagni alla punizione suprema: ergastolo a Robben Island, quell’isolotto piatto in mezzo alle onde dell’oceano Atlantico (di fronte a Città del Capo), che rappresenta in maniera più completa di qualsiasi altro pezzo di terra sudafricana l’aspetto detestabile degli ultimi tre secoli di storia del Sudafrica. Là, in una cupa giornata nuvolosa, sferzato

dal freddo vento invernale, Mandela si trovò di fronte due severe guardie armate, che gli ordinarono di spogliarsi e di rimanere nudo in piedi fuori dalla vecchia prigione di pietra, e poi gli fecero indossare la semplice uniforme kaki del carcere di massima sicurezza. I precetti dell’apartheid si estendevano anche all’abbigliamento: al fine di ricordare ai prigionieri neri che erano dei “ragazzini”, venivano costretti ad indossare pantaloni corti, una maglietta, una casacca di tela e scarpe senza calzini. I compagni di prigionia indiani avevano invece pantaloni lunghi e calzini. All’età di 46 anni, Nelson Mandela entrò per la prima volta nella piccola, angusta cella nella Sezione B, che sarebbe stata la sua casa per molti anni a venire. C’erano una piccola finestra con le sbarre e una porta spessa di legno coperta da una inferriata di metallo. La cella era così piccola che il prigioniero poteva percorrerne la lunghezza in tre passi, e quando si coricava non aveva spazio per distendersi completamente. Nel 1990 l’ANC ha sospeso la lotta armata dopo circa 30 anni, e l’anno successivo Mandela ne è diventato Presidente, e si è unito al governo e agli altri partiti politici nei negoziati per il futuro del Sudafrica postapartheid. Nelson Mandela si è ritirato ufficialmente dalla vita pubblica nel 1999, ma non ha mai interrotto la sua misericordiosa azione umanitaria, portando la sua instancabile battaglia per la pace e la comprensione umana oltre i confini del Sudafrica. Mandela muore Il 5 Dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg. Stefano Marsella I F

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Nelson Mandela, eroe dei nostri tempi Nelson Mandela era nato il 18 luglio 1918, è stato il primo politico sud-africano di colore, nonché presidente del Sud-Africa .

Nel 1961 divenne il comandante dell'ala armata dell'ANC, della quale fu co-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l'esercito, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all'apartheid. Nell'agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, e fu imprigionato per cinque anni con l'accusa di viaggi illegali all'estero e incitamento allo sciopero. Durante la sua prigionia, l'11 luglio Mandela fu considerato fra i responsabili, e insieme ad altri fu accusato di sabotaggio. Tutti furono ritenuti colpevoli e condannati all'ergastolo. Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell'opposizione all'apartheid, e lo slogan "Nelson Mandela Libero"

divenne l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del Mondo. Mentre era in prigione, Mandela riuscì a spedire un manifesto all'ANC, pubblicato il 15 giugno 1980. Rifiutando un'offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata Mandela rimase in prigione fino al febbraio del 1990. Le crescenti proteste dell'ANC e le pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l'11 febbraio 1990, e alla fine dell'illegalità per l'ANC. Mandela ottenne il Premio Nobel per la pace nel 1993. Durante la sua detenzione, durata appunto 26-27 anni, Mandela lesse molti testi, poemi, poesie, liriche, libri in lingua olandese e inglese. In particolare come spiegò il presidente dopo l'elezione come capo-guida della Repubblica del Sud Africa, del 1875, dal nome Invictus, dal latino "invitto", o "invincibile" .

nazionale. Tale transizione fu portata avanti Questi devono tramite l'istituessere i zione, da parte nostri esempi, dello stesso e noi giovani Mandela. dobbiamo Dopo aver abIMITARLI! bandonato la carica di presidente nel 1999, Mandela ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sostegno per le organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani. A testimonianza della sua fama va ricordata la visita del 1998 in Canada. Nel giugno 2004, all'età di ottantacinque anni, Mandela ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica, ma il suo messaggio contro ogni forma di razzismo rimarrà anche dopo la sua dipartita. Benedetta Agresta, Francesca Mandarano, Martina Piccirillo I G

Divenuto libero cittadino e Presidente dell'ANC Mandela concorse per la nuova carica di presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di stato di colore. Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull'apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e inter-

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L’esemplare biografia di Nelson Mandela Gli anni giovanili

Nelson Mandela a 19 anni. Nelson Mandela mosse i primissimi passi verso la conquista della libertà degli uomini nel 1941, all'età di ventidue anni, quando insieme al cugino Justice fu messo di fronte all'obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo Thembu Dalindyebo. Questa imposizione di matrimonio combinato era una condizione che né Mandela né il cugino volevano tollerare. La scelta era molto delicata: o si sposava e andava contro il suo massimo principio, cioè la libertà, oppure non si sposava mancando così di rispetto alla sua tribù e alla famiglia. Così decise di scappare insieme al cugino, in direzione della città di Johannesburg. Da giovane studente di legge, Mandela fu coinvolto nell'opposizione al minoritario regime sudafricano, che negava i diritti politici, sociali, civili alla maggioranza nera sudafricana. Unitosi all'African National Congress (ANC) nel 1942, due anni dopo fondò l'associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri. Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, autore di una politica pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza del 1952 organizzata dall'ANC, ed ebbe un ruolo importante nell'assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid. Durante questo periodo Mandela e il suo compagno avvocato Oliver Tambo fondarono l'ufficio legale Mandela e Tambo, fornendo assistenza gratuita o a basso costo a molta gente di colore che sarebbe rimasta altrimenti senza rappresentanza legale. Inizialmente coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ad altre 150 persone il 5 dicembre 1956 e accusato di tradimento. Seguì un aggressivo processo, durato dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti. Mandela e i suoi colleghi appoggiarono la lotta armata dopo l'uccisione di manifestanti disarmati a Sharpeville, nel marzo del 1960, e la successiva interdizione dell'ANC e di altri gruppi anti-apartheid. Alessio Adesso, Giacomo Carrato, Graziano Flora, Massimino Mainenti I G

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DALL' 800” AD OGGI GIUSEPPE VERDI

Festeggiamo giustamente il duecentesimo genetliaco di Giuseppe Verdi, ricordando che fu un uomo refrattario a celebrazioni e ricorrenze, soprattutto pubbliche: da Vegliardo si ebbe premura di non ricordargli il compleanno con inopportuni auguri. Verdi ben sapeva quanto era stato duro il cammino per arrivare alla sua meritata e alta reputazione.Si guadagnò così fama di orso e lui stesso si definiva un cane alla catena, legato al governo delle sue vaste proprietà, estese intorno alla villa di S. Agata, nell'agro piacentino, ad un tiro di schioppo da Cremona, con buona pace dei suoi non molto amati concittadini. Infatti, ad «aquila di Busseto» Verdi preferiva «contadino delle Roncole». Figlio di contadini, non dimenticò mai la dignità delle sue umili origini, dedicandosi con caparbietà alla cura della terra e alle condizioni di chi la lavorava. Non era una posa, ma un intimo sentire. Uno dei sommi colleghi dei suo tempo, Johannes Brahms, allora depositario della sublime tradizione sinfonica e cameristica austrotedesca, sceso da Vienna ad ammirare i capolavori del Correggio a Parma, volle vedere dove viveva il celebre musicista italiano. Ebbe il pudore e la delicatezza di rimanere incognito, ma raccolse con sincera ammirazione informazioni sul parco stile di vita del Maestro e sulle sue infallibili competenze di agronomo ed esperto zootecnico. Verdi si imbronciava con chiunque mettesse in discussione non le sue opere musicali, ma quelle pratiche, definendosi con il termine dialettaledi

magütt, termine milanese che si può tradurre con il poco pittoresco «manovale». Nel corso degli anni il magütt che sfornava capolavori che raccoglievano entusiasmo nei dotti paesi tedeschi (soprattutto a partire dalla Messa da Requiem), detestò vie più qualunque manifestazione esteriore. Le sue parole, invece, come la sua musica, corrono vivide e dritte, come nei celebri Copialettere - una silloge epistolare che Verdi stesso conservò e che si legge come un'autobiografia. Chi voglia approfondire la vita quotidiana di Verdi non perda i carteggi pubblicati dall'Istituto di Studi Verdiani di Parma. Se preferisce una scelta, si raccomandano le Lettere edite nei prestigiosi «Millenni» Einaudi e annotate per curatela di uno dei più raffinati conoscitori verdiani, Eduardo Rescigno. In tutte rifulge la grandezza omerica dell'uomo Verdi. Lucido anche in politica. Patriota ardente, poi disilluso dall'Italia umbertina, Verdi deplorava l'oblio dei sacrifici del Risorgimento. Ad un'amica che aveva perso il fratello, milanese morto per la Repubblica Romana, scriveva: «Crede Ella ancora alla riconoscenza?!!! La riconoscenza è un peso anche per gli individui: s'immagini se possono sentirla gli uomini di governo e meno ancora la folla di affaristi che popolano Montecitorio». Verdi ebbe sempre fama di carattere difficile. Lui stesso disse una volta che «la fodera è diventata abito», non vi è verso di sbarazzarsene. Riconosceva di non essere mai stato vanitoso, solo orgoglioso. In vecchiaia spazzò via tutto: «Non ne vale la pena».

Detrattori tra i cosiddetti «sapienti» non manca“Verdi ebbe rono. Da giosempre fama di vane gli rimcarattere proveravano difficile” di non essere Rossini. Carlo Dossi nelle Note azzurre riporta un'opinione che allora faceva testo, quella dello scrittore Giuseppe Rovani. Pur lodando alcune melodie diceva: «se ghe sent semper dent la vanga» (si sente sempre dentro la vanga) e faceva «l'atto col piede, di vangare». Il Verdi «villano» non piacque nemmeno agli adepti dell'Arte dell'avvenire, che gli rimproveravano di non essere Wagner. A mettere le cose a posto si dovette attendere il secolo Ventesimo, le esecuzioni esemplari di Arturo Toscanini che mostrò come l'ultimo Verdi fosse degno delle stesse cure rivolte a Wagner. La Germania espressionista si interessò per prima alle sue virili opere giovanili (I masnadieri, Macbeth, Luisa Miller) mentre iniziava l'azione critica di valorosi studiosi (Carlo Gatti, Gino Roncaglia, Massimo Mila) e vedeva la luce l'antesignano romanzo di Franz Werfel (Verdi, 1924).

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Per il Bicentenario di GIUSEPPE VERDI Giuseppe Verdi nacque a Le Roncole, vicino Busseto (Parma) il 10 ottobre 1831, durante gli ultimi anni del dominio napoleonico. Il suo certificato di nascita originale è stato infatti stilato in francese. Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, riesce tuttavia a seguire la propria vocazione di compositore e a frequentare il mondo della Scala grazie all’aiuto di Barezzi, amante della musica e presidente della locale Filarmonica. Gli inizi della carriera Nel 1836 rientra a Busseto da vincitore del concorso per Maestro di musica del Comune, lo stesso anno sposa la figlia del suo benefattore, Margherita Barezzi, da cui ha due figli: Virginia e Icilio. Il lavoro sicuro e lo stipendio fisso si rivelano però d'intralcio al sogno milanese tanto che Verdi decide di lasciare tutto e di tornare a Milano, questa volta con la famiglia. Del 1839 è la rappresentazione al Teatro alla Scala della sua prima opera, Oberto Conte di San Bonifacio, che riscuote un discreto successo, offuscato irrimediabilmente dalla morte dei figli e poi di Margherita, a cui Verdi era legato da un profondo affetto. Ma è con il Nabucco che Verdi ottiene un vero trionfo (1842). Il coro del Nabucco ha un successo popolare strepitoso tanto che il coro patriottico “Va pensiero” viene cantato e suonato perfino per le strade. Sempre in quel 1842 Verdi conosce una donna importantissima nella sua vita: la soprano e pianista Giuseppina Strepponi, che sarebbe diventata sua compagna e poi sua seconda moglie. Dal 1842 al 1848 compone a ritmi serratissimi. I Lombardi alla Prima Crociata (1843) che diventerà presto un altro successo. E poi, Ernani (1844), I due foscari (1844), Macbeth (1847). Dopo Giovanna d’Arco (1845), Verdi si

allontana dalla Scala e da Milano e si stabilisce a Parigi. La trilogia popolare: un successo nato in Emilia Solo nel 1849 torna a Busseto insieme a Giuseppina e la sposa nel 1859. Nel 1851 è finalmente pronta la villa di Sant’Agata, a Villanova d’Arda, dove Verdi e Giuseppina si trasferiscono. In questi anni, nella calma della pianura padana, Verdi scrive la trilogia popolare: Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), e La Traviata (1853). Ottiene un successo clamoroso. Gli anni dell’impegno politico e sociale Nel 1861 Verdi si sente chiamato all'impegno politico, sollecitato da Cavour. Viene eletto deputato del primo Parlamento italiano e nel 1874 è nominato senatore. Verdi trova anche il modo e il tempo di dedicarsi agli altri, di pensare a chi ha più bisogno: nel 1888 inaugura un ospedale da lui interamente finanziato e nel 1880 compra il terreno per costruire quella che ancora oggi è la Casa di Riposo per musicisti, la sua "opera più bella", dirà, terminata nel 1899 ma chiusa finché Verdi, che non desidera essere ringraziato da nessuno, è in vita. L’addio al teatro Verdi accetta anche di comporre un’opera per l’inaugurazione del nuovo teatro al Cairo voluto dal Viceré d’Egitto: nel dicembre del 1871 finalmente si poté assistere alla prima di Aida. L’8 febbraio dell’anno seguente la prima europea di Aida venne invece eseguita al Teatro alla Scala.

Verdi, il “cigno” di Busseto (soprannome attribuitogli per l’eleganza e la delicatezza del suo stile musicale), ci lascia il 27 gennaio 1901. Colto da malore spira dopo sei giorni di agonia, giorni in cui le strade di Milano sono state cosparse di paglia perché il rumore degli zoccoli dei cavalli non disturbi gli ultimi giorni del Maestro. Fra le diverse iniziative in programma per celebrare degnamente il celebre compositore è nato l'appuntamento con il Vapensieroday che si celebra il 9 marzo 2013. L’evento internet Vapensieroday, ha rappresentato un’enorme “piazza virtuale” in cui persone anche di nazionalità diversa si sono “incontrate” per ricordare e celebrare Giuseppe Verdi. La data del 9 marzo è significativa nella vita del Maestro: era appunto il 9 marzo 1842, quando al Teatro alla Scala fu presentato il Nabucodonosor, opera che fece registrare il primo grande successo di Giuseppe Verdi e lo fece conoscere come grande artista dal pubblico nazionale ed internazionale.

Al giorno d’oggi quest’opera rappresenta indubbiamente il più grande successo di Verdi e viene allestita ogni autunno alle Piramidi di Giza a Il Cairo, così come ogni estate all’Arena di Verona. Nel 1887, all'età di ottanta anni, scrive Otello, confrontandosi ancora una volta con Shakespeare. Nel 1893 dà l’addio al teatro con la sua unica opera comica, il Falstaff. Quattro anni dopo muore Giuseppina Strepponi.

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200 anni di buona musica Giuseppe,il secolo d’oro dell’opera italiana Un grande rappresentante della lirica italiana è sicuramente Giuseppe Verdi, di cui quest'anno ricorre il Bicentenario. Nato nel 1813, il grande operista italiano ha reso il secolo in cui è vissuto un secolo d’oro, grazie alle sue opere che sono diventate una pietra miliare della nostra tradizione musicale. Le sue più grandi opere sono : La Traviata, il Rigoletto, il Nabucco, il Trovatore, l’Aida. Alla sua musica si lega una leggenda per cui, nel coro del Nabucco, rappresentato al Teatro alla Scala nel 1842, il tema dell’oppressione degli ebrei dovesse essere letto come una metafora della resistenza antisabauda. Le note di Va' pensiero accesero gli animi degli italiani nel Risorgimento (si gridava viva V.E.R.D.I. per dire viva Vittorio Emanuele Re D'Italia). Per noi Giuseppe Verdi è stato uno dei più bravi compositori del mondo. Ha composto una delle più belle opere liriche che ancora oggi lo ricordano in tutto il mondo: l’ opera più significativache ha composto è Va' pensiero. Giuseppe De Vita, Giacomo Carrato, Rocco Rossi, Michele Giuseppe Scar-

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Cronaca sportiva Correre per la vita Cronaca di una manifestazione sportiva scolastica La manifestazione sportiva “Correre per la vita” è stata istituita nel 2008 da un gruppo di amanti della corsa, che hanno preso spunto dai giochi olimpionici che si svolgono in Grecia ogni quattro anni. Ogni anno, a maggio, i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado “Torre de Mattia” partecipano a questa gara. La manifestazione è organizzata dall'ASD Podistica Cilento e dalla due scuole medie. Il raduno ha il patrocinio del Comune di Vallo della Lucania e dell'Ente Parco del Cilento e del Vallo di Diano. I ragazzi delle due scuole medie si esibiscono in corse non agonistiche lungo il centro storico di Vallo della Lucania (piazza Vittorio Emanuele II) e, come tutti gli anni, danno vita ad una sana e chiassosa giornata di amicizia e di sport. Anche i Latini, nostri progenitori e “maestri”, curavano molto la loro salute e dicevano sempre “mens sana in corpore sano” che significa “mente sana in corpo sano”. Molti ragazzi della nostra scuola e della nostra classe praticano sport, tra i maschi è più frequente il calcio mentre tra le ragazze la pallavolo. Alcuni allievi della nostra scuola praticano la corsa campestre, per poi partecipare alle gare regionali e a quelle nazionali. L’anno scorso, ad esempio, un ragazzo che frequentava la terza media, Vincenzo Botti ha partecipato alle regionali che si svolgevano a Paestum conquistando il primo posto, per poi partecipare alle gare nazionali. Per noi ragazzi lo sport deve essere un impegno, ma nello stesso tempo un divertimento da coltivare almeno due volte a settimana. Assunta Rambaldo, Gaia Lombardi, Rebecca Tambasco II A

RAGIONERIA K.O. DOPO LA VITTORIA GRANDIOSA DELLA NOSTRA SCUOLA: Cronaca di un grande derby Il giorno 14 Dicembre 2013, all’impianto sportivo Calcinali, si è disputata una manifestazione sportiva di calcio. Si sono scontrati in una gara spettacolare l’Istituto Cenni e la Scuola Martiri - de Mattia. Questi i protagonisti del match guidati da un coach d’eccezione, Professor Maurizio Scarano: Antonio Pifferi, Vittorio Marsicano, Mattia Scarano, Lorenzo Del Forno, Pantaleone Palladino, Giuseppe Maiese, Bruno Di Sevo, Alessio Palladino, Pasquale Tangredi, Ennio Giordano, Giuseppe Luongo, Antonio Oricchio. La Torre – de Mattia è andata a segno con un tris di Pifferi e un uguale serie di goal di Scarano. La nostra scuola è uscita trionfante con il risultato di 7a 3. Vittorio Marsicano III H 34


Prove di EVACUAZIONE a scuola! Il giorno 16 Dicembre, coordinati dal Professor Aniello Labruna, responsabile della sicurezza della nostra scuola, un gruppo di ingegneri ha organizzato le prove di evacuazione. Come ha relazionato l’ingegnere Eugenio Liguori, che fa parte del gruppo della Protezione Civile di Vallo della Lucania, si tratta

di una prova di evacuazione prevista per tutte le scuole di Vallo con cadenza periodica. In effetti i giovani studenti sono preventivamente addestrati dai docenti, che spiegano loro come comportarsi in caso di terremoto o incendio, spiegano come gestire il panico e soprattutto come uscire dall’aula e dall’edificio (assegnando il ruolo di apri- e chiudi-fila a due studenti). Gli ingegneri, guidati dal Professor Labruna, assistono alle simulazioni e coordinano il tutto, e poi mediante riunioni con la Dirigente pianificano le prove. Il gruppo della Protezione civile, che si è impegnato a scuola il 16 dicembre, è confederato con il gruppo lucano, associazione che abbraccia 5 regioni con oltre 4000 iscritti, tutti volontari. Per Natale è prevista una manifestazione per reperire fondi in Piazza Vittorio Emanuele a Vallo della Lucania. ADERITE TUTTI!

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«BIOGRAFIE DI UOMINI ILLUSTRI» ESEMPI CHE NOI GIOVANI STUDENTI DOBBIAMO SEGUIRE! ANGELO VASSALLO ATTIVITÀ POLITICA ANGELO VASSALLO ERA IL SINDACO DI POLLICA, SOPRANNOMINATO “IL SINDACO PESCATORE”. QUANDO FU ELETTO SINDACO DI POLLICA, SEPPE GOVERNARE LA CITTÀ SOPRATTUTTO ADOTTANDO UNA POLITICA AMBIENTALISTA. HA ASSUNTO UN ATTEGGIAMENTO CRITICO NEI CONFRONTI DEI VERTICI LOCALI DEL PD; ED HA ELOGIATO LA LEGA NORD, PER LA CAPACITÀ DI ESSERE VICINO AI CITTADINI ITALIANI INDIVIDUANDONE LE ESIGENZE REALI. ANGELO VASSALLO SI ERA FATTO PROMOTORE NEL 2009 DELLA NOSTRA DIETA CILENTANA E ITALIANA, DA ALLORA CONOSCIUTA IN TUTTO IL MONDO. LA PROPOSTA È STATA ACCETTATA DALL’UNESCO IL 16 OTTOBRE 2010 E LA DIETA MEDITERRANEA È STATA INSERITA TRA I PATRIMONI ORALI E IMMATERIALI DELL’UMANITÀ PROPRIO PER OPERA SUA. HANNO SPENTO UN EROE

IL 7 SETTEMBRE SI È SPENTO UN EROE, ANGELO VASSALLO, UN UOMO CHE COME LA STELLA POLARE HA INDICATO LA STRADA DEL MIGLIORAMENTO PRIMA A POLLICA, POI ANCHE ALLA CAMPANIA, AL CILENTO E AL SUD INTERO.

UOMO DELL’ ANNO NEL 2010 ANGELO VASSALLO E’ STATO NOMINATO DALLA REDAZIONE DI RAINEWS24 “UOMO DELL’ANNO”. LA REDAZIONE HA DECISO DI RICORDARE COSÌ IL SINDACO DI POLLICA, ESALTANDO IL SUO AMORE ED IL SUO IMPEGNO PER LA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO, CULTURALE E NATURALE DEL CILENTO. NELLO SCORSO ANNO 2012 È STATO RICORDATO NELLA MANIFESTAZIONE “FESTAMBIENTE LEGALITÀ” PROMOSSA DA LEGAMBIENTE E DAL COMUNE DI POLLICA CONTROLE ECOMAFIE. III A 37


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Biografie di eroi moderni, esempi e guida per noi ragazzi LUCA PARMITANO Luca Parmitano nasce a Paternò il 2 settembre 1976, è un astronauta e un militare. Parmitano si diploma al Liceo Scientifico "Galileo Galilei" e in seguito, grazie a una borsa di studio, entra a far parte del gruppo di aeronautica militare di Pozzuoli. Consegue la laurea in Scienze Politiche all'Università di Napoli "Federico II" nel 1999. Durante un corso in Belgio, Parmitano impatta con il suo AMX l'11 maggio 2005 contro un grosso volatile mentre volava su La Manica. Pur con il veicolo in gravi condizioni, riesce comunque a riportare il velivolo a terra, rinunciando a eiettarsi e colpendo con la sua impresa la comunità militare. Per l'episodio viene decorato con la Medaglia d'argento al Valore Aeronautico. Nel 2007 viene assegnato al Reparto sperimentale di volo e selezionato dall'aeronautica militare per diventare pilota collaudatore sperimentatore. Si diploma come Experimental Test Pilot alla EPNER, la scuola di piloti sperimentatori francese a Istres. Viene selezionato come astronauta ESA nel maggio 2009. Viene incluso nell'equipaggio di riserva della missione Expedition 34, e infine selezionato come ingegnere di volo per le missioni Expedition 36 ed Expedition 37. Il 28 maggio 2013 parte con la Sojuz TMA09M dal cosdromo di Baikour Kazakistan, in direzione della stazione spaziale internazionale. È il suo primo viaggio nello spazio ed è rimasto fino a novembre dello stesso anno. La missione prevedeva la partecipazione di Parmitano ad almeno due passeggiate spaziali, la prima delle quali ha avuto luogo il 9 luglio 2013 ed ha avuto una durata di 6 ore e 7 minuti: Parmitano è diventato così il primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari. La seconda attività extraveicolare ha avuto luogo il 16 luglio 2013, ma si è interrotta anzitempo a causa di un problema tecnico.

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PARMITANO è un eroe moderno, un eroe semplice e umile, che ha studiato e ha allenato il suo corpo con grande disciplina, severità e serietà. IMITIAMOLO!!!!!!!!!

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EXPRESSIONI, testi di scrittura creativa RECENSIONI E SCRITTURA CREATIVA

ll libro che mi appassiona di più …

Angelo Petrosino, Valentina un’amicizia speciale, Piemme Junior, 2012

Quest’ estate ho letto molti libri, tra cui “Valentina giornalista” “Alice attraverso lo specchio”, “Le avventure di Tom Sawyer” e “Valentina un’amicizia speciale”. Ogni sera, leggo un capitolo di un libro; ora sto leggendo “Le cronache di Spiderwick”, un libro che mi appassiona molto. Il libro che ho letto e che mi è piaciuto di più è stato “Valentina un’ amicizia speciale”. È’ il mio romanzo preferito, perché è l’unico che esprime i veri bisogni di alcune persone meno fortunate di noi. La protagonista si chiama Valentina ed è una ragazza che dopo aver lasciato le elementari sente la mancanza dei suoi vecchi compagni, ma in particolare di un ragazzo di nome Samuel. Samuel è un ragazzo con alcuni problemi, non può parlare, camminare, muoversi, ma ha la capacità di pensare e si incuriosisce per tutto. Valentina ricorda tutti i bei momenti passati insieme a lui. Lei era l’unica che riusciva a comprendere ciò che Samuel non poteva dire e anche l’unica ad aiutarlo quando ce n’era bisogno. Insieme a lei lo aiutava il migliore amico di Samuel, che lo portava al parco, al mare, anche in biblioteca. Samuel frequentava la terza elementare, ogni tanto Valentina lo andava a trovare sia a casa che a scuola. Ogni volta che andava gli portava una scatola di cioccolatini, gli piacevano moltissimo. A Samuel piacevano molto anche le coccole della gatta di Valentina, Alice. Io consiglierei questo libro a tutti i miei amici, perché dà un vero valore all’amicizia e rappresenta un po’ tutti noi.

Eliana Maria D’Amato IF

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IL LIBRO PIU' EMOZIONANTE TWILIGHT SAGA Recensione: Stephanie Meyer, Twilight saga, Fazi Editore 2005 The Twilight Saga è composta da quattro volumi: Twilight, New moon, Eclipse e Breaking down. Al centro della storia c'è l'amore tra Bella (umana) e Edward (vampiro), i tentativi dei Volturi di separarli e il mal d'amore di Jacob, licantropo del nostro tempo la cui trasformazione viene causata dalla rabbia o dal dolore. Bella ed Edward si conoscono, lui capisce da subito che lei è l'amore della sua vita ma, per non farle del male, cerca di starle il più lontano possibile. Bella, però, già innamorata di lui, soffre e allora chiede spiegazioni a Jacob che le racconta la verità. Edward alla fine capisce che l'amore per Bella completa la sua vita e così cerca di trasformare il pericolo che lei potrebbe correre per un ulteriore protezione nei suoi confronti. (Twilight) Alice, la sorella di Edward, ha delle visioni negative su quello che potrebbe essere il futuro di Bella, informa il fratello che, temendo per l'amata la lascia e scappa lontano da lei. Inevitabilmente Bella sconvolta per la perdita dell'amato cerca di uccidersi o di farsi seriamente del male ma, al primo tentativo, sente la voce di Edward che la implora a non farlo. Essa pur di sentire la voce dell'amato cerca di buttarsi da una scogliera, scivola e cade in acqua ma non muore. Alice riceve una visione improvvisa riguardante il presunto funerale di Bella, ed Edward sentendosi responsabile va dai Volturi con la richiesta di morte, ma Bella all'ultimo momento riesce ad arrivare a Volterra per salvare il vampiro. (New moon) Un'alleata dei Volturi dà la caccia a Bella. Ha un conto in sospeso con Edward che aveva ucciso la persona più importante per lei e voleva vendicarsi uccidendo la persona più cara per lui: Bella (Eclipse) Bella ed Edward si sono sposati. Ma durante la loro luna di miele Bella scopre di essere incinta. Il loro bambino essendo figlio di un vampiro e di un'umana si nutre con il sangue della madre, mettendone in pericolo la vita. Questo capitolo della saga è il più intenso, perché Stephenie Meyer è riuscita con le parole a spiegare quanto sia forte l'amore che una madre vuole al proprio figlio, così forte che è disposta a rinunciare alla propria vita per salvare quella della figlia. (Breaking down): "Non ho mai pensato a come morirò. Ma morire per qualcuno che amo mi sembra un buon modo per andarmene". Già famosa per la saga The Host, con la saga di Twilight Stefanie Meyer raggiunge fama mondiale conquistando il pubblico degli adolescenti. Il coraggio, la passione e le mille sfumature dell'amore sono gli ingredienti fondamentali per un mondo in cui vorresti entrare. Il suo stile narrativo è come la Nutella:quando l'assaggi non riesci più a smettere. Consiglio vivamente questo libro ai miei compagni, perché è coinvolgente e appassionante. Giulia Schiavo IF

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Questa canzone è stata scritta da Giacomo Leopardi, nel 1828, un autore appartenente alla corrente letteraria del Romanticismo. Leopardi è nato a Recanati nel 1798, paesino allo stesso tempo, da lui, amato e odiato perché piccolo; è morto a Napoli nel 1837 confortato e assistito unicamente dal suo amico Antonio Ranieri. La lirica è dedicata ad una fanciulla, Silvia, che simboleggia i sogni e le illusioni giovanili; probabilmente si tratta di Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta di tisi prematuramente. Il poeta descrive Silvia come una ragazza dal carattere dolce, bella, con molti sogni e gli occhi spensierati. Racconta delle giornate, in cui la fanciulla sedeva al telaio, si dedicava alle opere femminili e immaginava felice il suo futuro; dai balconi della casa paterna, Leopardi si affacciava, udendo contento la sua voce e osservandola. Ripensando a quei dolci mo“Era il maggio odoroso: e tu solevi menti, sentimenti e sogni, Leopardi, viene afflitto da un dolore interno Così menare il giorno. inconsolabile. Chiede alla natura , secondo le sue idee, unica responsabile Io gli studi leggiadri delle sofferenze umane, perché nell’età matura non mantiene le promes- Talor lasciando e le sudate carte, Ove il tempo mio primo se fatte durante la gioventù. Successivamente si rivolge a Silvia, ramma- E di me si spendea la miglior parte, ricato dalla sua malattia e della morte, dice che non ha mai potuto vivere D'in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce, intensamente la vita , non ha mai ragionato con le sue compagne degli Ed alla man veloce amori giovanili. Di lì a poco verranno meno anche le voglie di vivere, le Che percorrea la faticosa tela. speranze di felicità del poeta. Si rivolge dunque alla speranza, dichiaran- Mirava il ciel sereno, dola passata, lui non ne ha più. Chiede se nei periodi da lui attraversati Le vie dorate e gli orti, siano presenti i piaceri, le attività riservate all’uomo, gli amori in cui tut- E quinci il mar da lungi, e quindi il monte. “ ti speravano tanto. All’apparire dell’amara verità, la speranza è svanita, da lontano indica, a detta del poeta, il gelo della morte e la tomba disadorna e Lingua mortal non dice dimenticata della povera e dolce fanciulla. Il linguaggio usato è per lo più ricerQuel ch'io sentiva in seno. cato e letterario, usa termini ed espressioni lontani dalla nostra lingua attuale. Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia! Lo schema metrico è: canzone, ovvero la “Quando sovviemmi di cotanta speme, Quale allor ci apparia forma più illustre della lirica italiana, di Un affetto mi preme La vita umana e il fato! dei strofe libere; versi alternati tra enAcerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura. decasillabi e settenari. O natura, o natura, Leopardi, con questa poesia, intende comunicare e confermare le sue idee riPerchè non rendi poi Quel che prometti allor? perchè di tanto spetto alla natura. Inganni i figli tuoi? Questa canzone, anche se caratterizzata da un tema piuttosto triste, mi è piaTu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, ciuta molto. Credo che sia molto significativa, leggendola ho anche io riflettuto Perivi, o tenerella. E non vedevi su ciò quanto affermato dal poeta. Il mio animo si rattrista nel pensare alle per- Il fior degli anni tuoi; sone la cui la morte ha stroncato la vita, prima ancora di fargli conoscere la vera Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, felicità. Or degli sguardi innamorati e schivi; Con questa canzone mi sono resa conto di non condividere i pensieri di chi dice Nè teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore. che Leopardi sia un pessimista, secondo me lui racconta la vita e il destino di Anche peria fra poco ogni uomo, perché, si sa, tutti hanno avuto dei dispiaceri, dolori intensi e inconLa speranza mia dolce: agli anni miei Anche negaro i fati solabili nel proprio percorso. “Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi.

Federica Citro

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La giovanezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell'età mia nova, Mia lacrimata speme! Questo è quel mondo? questi I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte dell'umane genti? All'apparir del vero Tu, misera, cadesti: e con la mano La fredda morte ed una tomba ignuda Mostravi di lontano. “

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Ma cosa c’è aldilà delle nuvole? Non ve lo siete mai chiesto? Non avete mai pensato che,”aldilà delle nuvole”, possa esistere un mondo diverso, migliore? Io credo che lì,lontano, ognuno immagini, veda ciò che più ama, che più desidera. Io, ad esempio, immagino un mondo diverso, nuovo ed incredibilmente “mio”, che mi assomigli più di chiunque altro. Vedo amore, gioia e pace. Vedo una libreria enorme, con persone come me, gente che scrive, che scrive per passione. Che ha qualcosa di strano, non fuori,ma dentro. Che,come me, non sente di avere mai l’anima in pace. Vedo libertà,tanta libertà. Libertà di fare e scegliere ciò che vogliamo, senza giudizi. E sarà strano, ma non sogno ballerini o cantanti,l a mia mente è troppo piena di scrittori che banchettano con i personaggi del loro libri. Voglio felicità, tanta felicità; calore, sorrisi e abbracci. Vedo tante persone che si tengono per mano, senza litigare, senza parole piene d’odio. In questo mio mondo “oltre le nuvole” vedo tante cose, cose mie, cose che mi piacciono davvero. Tanta musica, magari classica. Vedo i miei sogni, i nostri sogni, gli obbiettivi di tutti, quel qualcosa di speciale che c’attende oltre le nuvole, perché sì, andiamo, tutti abbiamo almeno un sogno ad attenderci laggiù, lontano, dove forse non arriveremo mai, nemmeno io probabilmente. Forse però c’è un “aereo”, un aereo tutto nostro,che ci prenderà,così,senza preavviso e ci porterà aldilà delle nuvole. Una persona,un oggetto,qualunque cosa…ma ne sono certa, arriverà. Agnese Cobellis III G

Se ci fosse più sensibilità… In tutto il mondo,ogni giorno muoiono migliaia di bambini poveri perché disidratati,malati;sottovalutiamo i barboni che non hanno una casa e l’unico riparo dal freddo e dalla pioggia sono degli stracci ed un cartone… ma perché? Perché passano spesso inosservati questi fatti devastanti? Beh,l a risposta è chiara:non c’è abbastanza sensibilità. Quest’ultima si scuote soprattutto nelle persone che non possono permettersi di aiutarli economicamente,invece,dove sono i benestanti? Loro sono così egoisti da non pensare alle condizioni miserevoli di uomini che arrivano a stento a fine mese, di coloro che rinunciano ai beni primari. Forse il denaro li ha accecati. Esiste però, purtroppo, un altro tipo di povertà, quella affettiva. Quanti omicidi, quanti anziani abbandonati in case di riposo dai propri figli. Vorrei tanto poter dare loro un po’ di quello che la vita mi ha regalato:una famiglia che mi ama,degli amici che saggiamente mi consigliano. Se ci fosse più sensibilità, i ricchi aiuterebbero i poveri, creando dei luoghi di ritrovo in cui possono dare loro acqua,cibo,una casa e degli amici. Se ci fosse più sensibilità, i politici ridurrebbero le tasse, quantomeno sul cibo, per non portare le persone in condizioni miserevoli. Se ci fosse più sensibilità,non ci sarebbero così tanti casi di omicidi. Se ci fosse più sensibilità,il mondo sarebbe migliore. Aida Troccoli III D 44


NATALE Il Natale alle porte. La maggior parte delle persone pensa che il “Natale” sia la festa che secondo la tradizione religiosa cristiana si celebra il 25 dicembre e commemora la nascita di Gesù Cristo. Pochi sanno che, circa la data di quest'evento, gli storici non hanno mai saputo fornire elementi certi. L' Enciclopedia Italiana Treccani (1949, Sansoni) documenta che i Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo. La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione Cristiana. La festa pagana del solstizio d' inverno era una ricorrenza importante per gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Durante queste feste, che andavano dal 17 al 21 dicembre, la festa vera e propria del sole invincibile cadeva il giorno 25, in cui il culto era stato introdotto dall’ imperatore Aureliano. In questa cleelbrazione si usavano i simboli dell'eterna giovinezza di Dioniso: il mirto, il lauro, l’edera..... Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste. Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in Oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre. Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell'amicizia e dell'ordine cosmico, nato dalla pietra e portatore della nuova luce , definito per questo: “Genitor luminus”. In quella sera i fedeli a questo dio accendevano dei fuochi per aiutare il sole a salire più in alto sopra l'orizzonte. La chiesa cristiana scelse la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo. E così l'imperatore Costantino riunì il culto del sole, di cui era il figlio protetto, e il culto del dio Mithra con il cristianesimo. E' sotto il suo regno che appare la festa del NATALE. Si menziona per la prima volta tale festa cristiana al 25 dicembre in un calendario liturgico romano del 354. Tuttavia la celebrazione del Natale è già attestata a Roma intorno al 336, dopo che la festa più antica dell'Epifania era stata trapiantata dall'Oriente in Occidente. Da Roma il Natale si diffonde in quasi tutto il globo. Giovanni Crisostomo ne attesta la celebrazione ad Antiochia come festa separata dall'Epifania. Ma è solo sotto l'imperatore Giustiniano che il Natale viene riconosciuto come festa legale per l'Occidente. A tale tradizione quindi la celebrazione del Natale ha voluto collegarsi per indicare l'avvento della luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. E' il bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita e porta la Luce a tutti gli uomini. Questa è la storia del Natale, che, arricchita negli anni successivi da numerose leggende, rappresenta il cuore, il significato vero e autentico di una festa bellissima. ANTHONY VITERALE

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PENSIERI SUL NATALE

Per me Natale non è solo uno scambio di regali come per molti bambini... ...Natale è....gioia, amore e unione. ALUNNI II F

È Natale ogni volta che fai una buona azione. Natale non è solo ricevere regali ma anche avere fede in Cristo. Natale non è solo una vacanza dalla scuola, ma è anche andare in Chiesa ed essere cristiano. Natale non è solo ''festeggiare'', ma è stare bene insieme agli amici e alla famiglia. Teresamaria Iacovazzo II B

Per me Natale non significa solo festeggiare una festività o ricevere e scambiarsi regali, significa anche stare insieme alla tua famiglia e ai tuoi parenti. Per me questo è Natale! Gaia Lombardi II A

…. A Natale tutti i sogni possono diventare realtà …. AUGURONI !!!! Buon Natale e tanta felicità , che duri da qui all’eternità! Auguri di Buon Natale!!! C’è una festa che risveglia lo spirito, che esalta la speranza e diffonde ciò che ogni cuore nasconde: la propria luce. Il Natale sia la tua festa!!! Auguri di Buon Natale.

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Con la slitta tra le stelle, Babbo Natale porta cose belle, poi scende dal camino e ti consegna un regalino. Guarda bene, è speciale, sono i miei auguri di Buon Natale !!!! Lania Elisabetta

Lania II B

Buon Natale a te che mi sei stato vicino, Buon Natale a te che mi hai fatto sentire speciale. Buon Natale a tutti voi. Alessia Amendola II D

Buon Natale a te, Buon Natale a me, Buon Natale a chi ancora non ho incontrato. Silvana II D

Buon Natale a te che mi sostieni e mi consoli quando sono triste. Buon Natale a te che appena mi vedi mi corri incontro sorridendo. Grazie per esistere <3 T V U M D B Laura II D Buon Natale, beh le intenzioni sono quelle! Ma io ti voglio dire che tu sei una persona che se ne trovano poche perché tu sei speciale a modo tuo, ed è quello il bello !!!!! T.V.B. Buon Natale. Vincenza Ruocco II D

Perché la Pace del Signore sia sempre nei vostri cuori, a Natale, e per sempre!!!! Daria Nicoletti II D

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Letter for cristhmas Xmas is a special day . Every year there is a party for xmas. I prepare the xmas tree and I decorate my house with many stars, lights and tinsels . In the villages, towns and cities the bells ring, because it is the birth of Jesus. This is Xmas for me.

Serena Nicoliello

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