Cinecorriere 2014 n3 4 hendrix

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cinema&fiction€ Anno 66 - numero 3/4 - giugno/agosto 2014 - 2,00

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SCHERMI D’ESTATE

Transformers 4 Planes 2 Apes Revolution 22 Jump Street Dragon Trainer 2 ITALIANI AL LAVORO

Tutti i set dall’Alto Adige alla Puglia NUOVE TENDENZE

Sempre più cinema per il web LE INTERVISTE

Anna Falchi Peter Greenaway Giorgio Pasotti Fabio Ferrari Ninì Salerno Paolo Logli Lello Savonardo

JIMI HENDRIX È VIVO Al Ciné di Riccione il film sul più grande chitarrista della storia del rock


Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore Responsabile Renato MARENGO r.marengo@cinecorriere.it Direttore Editoriale Andrea SPLENDORE a.splendore@cinecorriere.it Vicedirettore Luigi AVERSA l.aversa@cinecorriere.it Art Director Stefano SALVATORI dasdesigner@gmail.com Realizzazione Das Designer Grafici&Giornalisti Associati Largo dei Fiorentini, 1 00186 Roma Tel. 06 68308712 (*11) Hanno collaborato Silvia GAMBIRASI Massimiliano FERONE Alessandro LOGLI Editore CDA srl Viale Liegi,7 00198 Roma info@servizieditorialicda.it Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De Schiavi 355 00171 Roma Tel. 06 89015166 Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it

editoriale EPPUR SI MUOVE... iccolo e grande schermo, piccolo e grande cinema con più fatica e meno soldi, crisi o non crisi continuano a esistere, a resistere e sempre più spesso a vantaggio della qualità. Unica risorsa sanamente alternativa alla mancanza di investimenti, di politiche culturali, di maggiori risorse da parte dello Stato, di Rai e di altri grandi produttori. Non si tratta né di miracoli né di eroismi, è la nuova generazione con i suoi nuovi linguaggi e mezzi, la Bit Generation, come la chiama nel suo ultimo libro Lello Savonardo, cantautore, ma soprattutto docente di Comunicazione e Culture Giovanili alla Federico II di Napoli. La Bit Generation è la generazione del web, del 2.0, dell’Iphone, della scrittura abbreviata dei messaggini, delle riprese di tutto e tutti. Immagini, suoni, app di trucchi e programmi di montaggio consentono di riprendere ogni pezzo di realtà e di curiosità che capita a tiro, e pure di realizzare quasi per gioco, ma solo se si ha la preparazione e si possiede il talento, dei veri e propri film, spot, reportage, clip, cortometraggi. E la dimesti-

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chezza col mezzo, la fedeltà delle immagini, la possibilità di riprendere in ogni condizione di luce, unitamente al fatto che la crisi aguzza l’ingegno, consentono di realizzare con sempre maggior frequenza un vero e proprio “nuovo cinema”, quello appunto della Bit Generation. C’è soprattutto questa voglia di non arrendersi, di non darla vinta alle barriere economiche in questo nuovo e sempre più raro numero cartaceo di Cinecorriere, che però ogni giorno guizza in rete grazie alla passione e alla buona volontà dei suoi collaboratori, dal mio vice Luigi Aversa, a Silvia Gambirasi, ai giova-

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sommario

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Anteprima Ciné La chitarra di Jimi Hendrix suona ancora di Luigi Aversa

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Schermi d’estate Hollywood punta sui blockbuster Tra azione e risate di Alessandro Logli

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sono su cinecorrierenews.it

Scusate se esisto, la Cortellesi sotto una buona stella “Iniziate le riprese di Scusate se esisto. La Cortellesi ancora sotto una buona stella è diretta dal suo Riccardo. A Milani quando c’è la nebbia non si vede”.

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Italiani al lavoro Dall’Alto Adige alla Puglia la Penisola è un grande set di Luigi Aversa Anna Falchi «Io, vittima dei pregiudizi del cinema italiano» di Silvia Gambirasi Web Movies & Series La rivoluzione audiovisiva viaggia in rete di Massimiliano Ferone

Peter Greenaway «Non lasciamo fare il cinema solo ai narratori di storie» di Massimiliano Ferone

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Fabio Ferrari e Ninì Salerno Parlano le guest star di Low Budget di Luigi Aversa

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GLI AFORISMINI di Antonella Putignano

nissimi acquisti Alessandro Logli, Massimiliano Ferone, ad Antonella Putignano con i suoi sagaci aforismini cinematografici (sotto ne trovate un esempio). In questo numero non mancano le informazioni sui film in uscita questa estate e ovviamente anche una panoramica sul grande cinema, questa volta dedicata soprattutto a uno dei miti più venerati da quella Beat Generation degli anni ‘60-’70, Jimi Hendrix, che rivive sullo schermo con la sua musica, la sua chitarra e anche grazie all’incredibile somiglianza del protagonista dell’attesissima pellicola. Ospitiamo anche uno scritto su Hendrix di Paolo Logli, uno dei più noti sceneggiatori italiani. Ci sono dunque soprattutto articoli e informazioni sul cinema nel web e per il web, il cinema Low Budget e c’è anche un’interessante intervista a Peter Greenaway. Insomma, aspettando tempi migliori, i giovani creativi italiani dimostrano che la voglia di esprimersi inventa vie nuove. Per tenere in vita quella meravigliosa creatura che è il cinema, ragazzi! Renato Marengo

Giorgio Pasotti «La mia overdose da multischermo» di Silvia Gambirasi 18 8

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Paolo Logli Professione sceneggiatore di Massimiliano Ferone

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Cartoon Village Il festival della fantasia di L.A.

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Lello Savonardo Beat e Bit a confronto di Renato Marengo

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La chitarra di Hendrix suona ancora

Fra convention, mostre e premiazioni, al Ciné di Riccione spicca l’anteprima di Jimi: All Is by My Side, biopic sull’indimenticato artista di Seattle. In appendice un contributo di Paolo Logli che su di lui ha scritto anche un racconto di Luigi Aversa 3-4 giu/ago 2014

nche quest’anno, i professionisti del grande schermo si ritrovano a Riccione per la convention estiva dedicata al cinema che verrà. Un appuntamento che da un paio d’anni ha pure un suo nome, Ciné, anche per non confonderlo con le Giornate Professionali invernali di Sorrento. Un aggiornamento dei listini c’è anche qui in Riviera, ma il Ciné 2014 (30 giugno-3 luglio), non è solo questo. Come annunciato a Cannes, i lavori iniziano con i workshop professionali e un importante momento di confronto sull’industria cinematografica, dal titolo: Mercati a confronto: Italia, Francia

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e Spagna tra window, teniture, multiprogrammazione, festa del cinema, estate. Spazio poi alla web sentiment analysis, che mostra la possibilità dell’analisi del “sentiment” dei film in uscita e la relativa elaborazione dati. Novità assoluta e di grande rilievo sociale MediCinema: Quando il cinema diventa medicina. Un’idea che consiste nell’utilizzare il cinema in ospedale come terapia del sollievo per pazienti affetti da varie patologie. È prevista inoltre la premiazione de Il Protagonista, contest aperto ai giovani fino a 30 anni, tramite la proposta di un minicorto. 3


Nella pagina di apertura: André 3000 in Jimi: All Is by My Side. Qua sopra, dall’alto: Clint Eastwood (Il Buono), Eli Wallach (Il Brutto) e Lee Van Cleef (Il Cattivo). Accanto: Leona Lewis e Hannah Arterton in Walking on Sunshine

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La fase di invio dei video si è conclusa ad aprile e il vincitore, scelto dalla giuria presieduta da Daniele Vicari, avrà l’opportunità di un’esperienza formativa di 3 settimane presso lo YouTube Space di Londra. Numerose aziende, poi, anche nel 2014 danno vita al Trade Show. Presenti produttori e distributori di attrezzature per il cinema digitale e una sezione software house. Una delle novità dell’edizione 2014 è il San Marino International Film Festival con la direzione artistica di Maurizio Zaccaro. Come sempre, c’è spazio anche per il pubblico, attraverso un programma di proiezioni e la mostra Bellezze al Bagno di Angelo Frontoni, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Tra le foto in mostra, una giovanissima Raffaella Carrà, un’angelica Virna Lisi in costume intero nero, le Kessler in bikini e Catherine Spaak con il suo cappello di paglia rosa. Poi Claudia Cardinale, Edwige Fenech, Stefania Sandrelli e molte altre. Quest’anno ad arricchire le Giornate arrivano a Riccione numerosi protagonisti del cinema e dello spettacolo: da Dino Abbrescia a Fabio De Luigi, da Silvio Muccino a Vincenzo Salemme, fino a Fabio Troiano e Belen Rodriguez. Le proiezioni delle anteprime si tengono presso il Palariccione. Tra i film in programma c’è Barbecue di Eric Lavaine (Academy Two). Grande successo in Francia, è la storia di un cinquantenne che dopo un attacco di cuore decide di cambiare vita, finendo con il rivoluzionare quella degli altri. Walking on Sunshine (Eagle Pictures) racconta una festa di matrimonio con fantastica musica anni ‘80: da Girls Just Wanna Have Fun di Cyndi Lauper a Wake Me up Be-

fore You Go Go degli Wham. Nel cast, con Hannah Arterton e Leona Lewis, anche il nostro Giulio Berruti. Sempre in anteprima viene proiettato Per colpa delle stelle, regia di Josh Boone, dal best seller di John Green, che esplora il lato bello e tragico della vita attraverso la love story di due ragazzi conosciutisi all’interno di un gruppo di supporto per malati di cancro. Proiettato per gentile concessione di 20th Century Fox, il film è però riservato solo agli esercenti. È aperta a tutti, invece, la proiezione di Il Buono, il Brutto, il Cattivo di Sergio Leone, con una copia restaurata della Cineteca di Bologna. Fra i titoli più attesi, però, ce n’è soprattutto uno: Jimi: All Is by My Side, biopic sul grande Jimi Hendrix (I Wonder Pictures) diretto da John Ridley (Oscar per la sceneggiatura di 12 anni schiavo). Nei panni di quello che, secondo Rolling Stone, è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi, c’è il cantante e attore André 3000, del duo hip-hop degli OutKast. nnn 3-4 giu/ago 2014


A proposito di Jimi

Pubblichiamo un contributo di Paolo Logli (v. intervista a pag. 20), che su di lui ha scritto un racconto. “Certo, dire la propria su Jimi Hendrix è un bell’esercizio di umiltà. Sì, perché non riesco a immaginare un altro modo di avvicinarmi a qualcuno che ha schiantato le regole della musica e ha mostrato che esisteva un’altra strada. Eppure Jimi lo ha fatto restando ancorato alle radici nere del blues, al mantra ipnotico delle dodici battute, alla sua storia. L’occasione per parlarne è l’uscita di Jimi: All Is by My Side, e mi sento autorizzato a parlarne prima di tutto per averne scritto nel mio volume Tenco e gli altri - la cui prefazione è stata curata proprio dal direttore di Cinecorriere, Renato Marengo - in cui ho immaginato, nel racconto Una stanza piena di specchi, l’ultima notte del più grande mancino del rock, all’Hotel Samarcanda di Londra. Eccone uno stralcio: «...Ora ascoltate qui: io credo nelle dodici battute. La maggiore re maggiore mi settima, la maggiore mi maggiore, re maggiore la maggiore. Credo nel blues e che il resto si vada a fare fottere e si sbricioli in milioni di briciole. E quegli stronzi di cane possono fischiare quanto cazzo gli pare, se ne hanno voglia, tanto non li sentirò più. Perché magari non ci sarà più una via di uscita. Nessun’altra, via d’uscita. E invece il blues me l’ha promesso, che sarebbe stato la mia via d’uscita, quella

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notte che ho aperto il baule di mia nonna, ed era pieno di dischi e su quei dischi erano incisi suoni da negri e avevano, scritti sull’etichetta, nomi da negri e portavano stampate, sulla copertina, le facce di negri. E quelle lettere B, L, U, E, S, si sono guardate riflesse su centinaia di specchi e improvvisamente sono diventate milioni, e milioni di milioni di lettere riflesse in miliardi di specchi in una stanza piena di specchi... giurato su suo Figlio, che il Blues mi avrebbe salvato la vita...» Ho riprodotto uno passaggio di quel racconto scritto un paio d’anni fa come lasciapassare. Ma avrei voluto parlare comunque di Hendrix, per dire una cosa banale ma evidente: se ci troviamo, dopo 4 decine di anni, a parlare di lui e dei suoi suoni, e di tutti coloro che costruirono quella irripetibile, ahimé, stagione della musica, è perché quella musica era fondata sul pensiero, sulla cultura musicale, sul senso. Suonare, per lui, e per molti altri di quel periodo, non era solo vendere dischi. Anche, per carità. Era pure mercato, ma dopo. Prima, era l’urgenza di comunicare una speranza per il futuro del mondo, e vestirla di suoni. Così è nato Jimi Hendrix, e molti altri ai quali dopo 40 anni guardiamo con la stessa ammirazione. Può sembrare un’osservazione terra terra, ma, dovendo essere sintetico, scelgo di puntare su questa. A volte, le cose semplici sono le prime che vengono dimenticate. E intanto ci domandiamo perché la musica muore”. nnn

Dall’alto, in senso orario: Ansel Elgort e Shailene Woodley in Colpa delle stelle; Belen Rodriguez, ospite di Ciné, come Fabio De Luigi; una scena di Barbecue e, accanto, Lambert Wilson, protagonista del medesimo film diretto da Eric Lavaine

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Schermi d’estate

Hollywood punta sui blockbuster

Tra azione e risate

in un solo giorno all’anno di totale impunità. In Transformers 4: L'era dell'estinzione, il ritrovamento di Optimus Prime da parte di un meccanico segna il ritorno sul nostro pianeta delle mitiche creature robotiche. Un altro colpo da botteghino è Hercules – Il Guerriero, con Dwayne Johnson nelle vesti del leggendario semidio dalla forza ultraterrena, ma dalle sofe sale cinematografiche d’estate ferenze umane. tradizionalmente si svuotano, di Ai vari titoli Universal, rispondono titoli e di pubblico (non neces- puntualmente le concorrenti. sariamente in quest’ordine), ma ormai La Warner Bros presenta Il Parada qualche anno, a luglio e agosto, c’è diso per davvero, una toccante storia un’inversione di tendenza. che indaga il tema della fede tramite il Il cinema nostrano è rappresentato racconto di ciò che ha visto un bamda un solo titolo, L’estate sta finendo, bino durante il coma al quale è sopravma fatta eccezione per quest’unica sor- vissuto. La casa cinematografica di tita (gli italiani in questo periodo gi- Burbank non commuove soltanto, ma rano, vedi articolo a pag. 8), sono le fa divertire con 22 Jump Street, che ci grandi produzioni statunitensi a farla mette sulle tracce degli agenti Schmidt da padrone anche nella bella stagione. e Jenko infiltrati all’interno di una conLa Universal Pictures distribuisce fraternita di studenti. Anarchia – La notte del giudizio, seNon è da meno degli altri studios la quel di The Purge, che profetizza, in 20th Century Fox, il cui cavallo di un futuro non molto lontano, una so- battaglia è senza dubbio Apes Revolucietà in cui tutti i crimini sono relegati tion - Il pianeta delle scimmie, sequel

Come avviene ormai da qualche anno le sale non chiudono per la bella stagione e in arrivo c’è un’infornata di titoli di richiamo. di Alessandro Logli Con gli Usa a farla da padroni

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Nella pagina accanto: Transformers 4. In basso: Planes 2

de L’alba del pianeta delle scimmie del 2011 e delle tante pellicole di successo ispirate al romanzo di Pierre Boulle. In questo nuovo capitolo, la pace raggiunta tra gli evoluti primati e i pochi superstiti umani è compromessa da una guerra che dovrà individuare la razza dominante. Gran parte delle pellicole che caratterizzano questa estate 2014 è poi all’insegna della risata. A partire da Premature, dove un adolescente è costretto a rivivere ogni giorno la perdita della sua verginità, fino ad arrivare a Una notte in giallo, in cui la protagonista Elizabeth Banks si concede una vera e propria “notte da leonessa”, risvegliandosi senza più averi nell’appartamento di uno sconosciuto. Senza dimenticare poi Mai così vicini, in cui Michael Douglas è un uomo d’affari burbero che rivela un cuore tenero grazie alla nipotina; mentre in Cattivi vicini troviamo Zac Efron nei panni di un ragazzo il cui arrivo stravolgerà la vita di un tranquillo quartiere. In Provetta d’amore, poi, Olivia Munn interpreta una donna che 3-4 giu/ago 2014

non riesce a restare incinta per via del marito sterile. L’attrice e modella statunitense non timbra un unico cartellino nel periodo estivo, però: è presente infatti anche nell’horror Liberaci dal male, dove aleggiano gli spettri di crimini inspiegabili, possessioni demoniache ed esorcismi. In mezzo a tanto cinema che spazia dal serio al faceto e dall’azione al sentimento, gli ultimi titoli cantano fuori dal coro tra effetti speciali e musica. Si vola in entrambi i film d’animazione di agosto: assieme al vichingo Hiccup a bordo del drago Sdentato in Dragon Trainer 2, oppure sopra gli aereoplanini di Planes 2 – Missione antincendio. Infine il fantascientifico 2047 – Sights of Death ci trasporta in una Terra governata da una confederazione mondiale contro la quale Stephen Baldwin organizza una ribellione, mentre nel musical Step Up All In una gara di ballo a Las Vegas diventa l’occasione di riscatto per il protagonista, dopo lo scioglimento della sua crew. nnn

Qui sopra, dall’alto in senso orario: Dwayne Johnson in Hercules - Il Guerriero, Olivia Munn in Provetta d’amore, Elizabeth Banks in Una notte in giallo, Jonah Hill e Channing Tatum in 22 Jump Street, Jason Clarke in Apes Revolution

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Italiani al lavoro

Dall’Alto Adige alla Puglia

la Penisola è un grande set entre le sale si affollano di pellicole provenienti dagli Usa, il cinema italiano è al lavoro, sparpagliato per la Penisola. Sono tanti i set aperti, che vanno ad aggiungersi ai lavori già in post-produzione. Oltre a Roma, sono la Puglia e il Trentino Alto Adige le regioni in cui si battono più ciak, grazie all’apporto delle locali Commission. La prima luce di Vincenzo Marra, con Riccardo Scamarcio e Daniela Ramirez, per esempio, si sta girando tra Bari e Santiago del Cile. Sempre in Puglia, dopo due settimane nel Lazio, si svolgono le riprese di Zio Gaetano è morto, di Luigi Aversa esordio di Antonio Manzini con Libero De Rienzo e Pietro Sermonti. Tra la Puglia e Roma, c’è anche Latin Lover, il nuovo film di Cristina Comencini. Con un cast importante: Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Virna Lisi, Neri Marcorè e gli almodovariani Marisa Paredes, Candela Pena, Jordi Mollà. È Bisceglie la location del film di Michele Placido, La scelta, con

Da Aldo, Giovanni e Giacomo alla Comencini, da Placido a Miniero, da Milani a De Matteo: il cinema nostrano si prepara per la prossima stagione. Più ricca e trasversale del solito

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Raoul Bova e Ambra Angiolini nei panni di una coppia di fronte a una decisione dolorosa. Solo Roma invece per il film degli autori di Boris, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, dal titolo Ogni maledetto Natale. Una commedia sentimentalsatirica con Valerio Mastandrea, Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Francesco Pannofino, Laura Morante, Caterina Guzzanti e Alessandra Mastronardi. Sempre la Capitale è il set di La felicità è un sistema complesso, il nuovo film di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea protagonista. Le riprese continuano in Toscana, a Trento e a Riva del Garda. È toscana anche l’ambientazione di di La scuola più bella del mondo, una commedia degli equivoci di Luca Miniero con la coppia inedita: Christian De Sica-Rocco Papaleo. Ci spostiamo in Abruzzo con Storie sospese di Stefano Chiantini. Un dramma d’alta montagna con Marco Giallini e Maya Sansa. 3-4 giu/ago 2014


Pagina accanto: Aldo, Giovanni e Giacomo. Sotto: Alba Rohrwacher, Marco Giallini. Qui sopra: il cast de I nostri ragazzi. Più a destra: Riccardo Scamarcio e Daniela Ramirez

Tutto milanese il set di Aldo, Giovanni e Giacomo, impegnati nella loro nuova avventura comica dal titolo Il ricco, il povero e il maggiordomo. Col trio, dietro la macchina da presa, c’è Morgan Bertacca. Di tutt’altro tenore è Fango e Gloria – La Grande Guerra, il film di Leonardo Tiberi che racconta luoghi, storie e voci del conflitto bellico sul fronte italiano. Riprese tra Rivoli Veronese, Verona, Villafranca e Siena. A maggio, tra Bolzano e Merano, sono iniziate le riprese di Alaska di Claudio Cupellini che vede nel cast Elio Germano e Alba Rohrwacher. Ciak in Alto Adige anche per Vergine Giurata, opera prima di Laura Bispuri sempre con Rohrwacher. Hanno già finito di girare da tempo Riccardo Milani per Scusate se esisto! con Paola Cortellesi e Raoul Bova; e Giulio Manfredonia per Mani in terra, storia di uno strano piano antimafia, fatto piantando pomodori, con Stefano Accorsi e Maria Rosaria Russo. Ivano De Matteo è al montaggio de 3-4 giu/ago 2014

I nostri ragazzi. Il film, ispirato al romanzo La Cena di Herman Koch, è interpretato da Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbora Bobulova. Anche Riccardo Rossi è in postproduzione con il suo esordio registico La prima volta di mia figlia, una commedia con Benedetta Gargari e Anna Foglietta. È già pronto Mirafiori Lunapark di Stefano Di Polito, con Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio Colangeli, nei panni di tre pensionati che trasformano la loro vecchia fabbrica abbandonata in un Lunapark per realizzare il sogno di riavvicinare i nipotini al quartiere. Non è una commedia, invece, Torneranno i prati di Ermanno Olmi con Claudio Santamaria. Sul fronte Nord-Est, nel 1917, la pace della montagna diventa un luogo dove si muore... Questi e altri i film in lavorazione per una stagione che si preannuncia particolarmente ricca e trasversale. Anche più del solito. nnn

A fianco: Paola Cortellesi e Raoul Bova. Sopra, da sinistra: Valerio Mastandrea, Claudio Santamaria e Maria Rosaria Russo Sotto: Riccardo Rossi

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«Io, vittima dei pregiudizi

In alto e qua sotto: Anna Falchi, il cui vero nome è Anna Kristiina Palomäki

del cinema italiano» Il suo sex appeal le ha aperto la strada per il successo, ma l’ha relegata all’eterno ruolo di “bellona”. Ora Anna Falchi chiede di essere valutata in altro modo. E chissà che qualcuno di Silvia Gambirasi non si accorga di lei ionda, occhi azzurri, fisico statuario. Una bellezza indiscutibile e vistosa quella di Anna Falchi, che le ha aperto la strada per il successo, ma nello stesso tempo l’ha relegata, nel cinema, all’eterno ruolo di “bellona”. «Devo molto al mio aspetto - dice ma la mia presenza ingombrante mi ha complicato la vita nel cinema. In America non sarebbe andata così, invece qui i registi hanno un pregiudizio, lì avrei potuto seguire il percorso di una Cameron Diaz. Mi dicevano: intanto fai la parte della bella, poi vedremo... È anche vero che qui in Italia di partner alla mia “altezza”, nel senso di statura (ride, ndr), non ce ne sono molti. Mi piacerebbe che qualcuno prima o poi mi valutasse in altro modo» . Anna, non si vorrà lamentare... Ma no, figuriamoci. Per me il cinema deve vendere bellezza, far sognare. Tornando agli States, la strega cattiva lì la fanno Julia Roberts o Angelina Jolie, e se non sono belle loro… Comunque adesso mi sento piena di voglia di sperimentare. Cosa la rende ansiosa? Le responsabilità di madre e lavoratrice precaria, già, perché al di là di quel che pensa la gente, la nostra professione non ha certezze, a meno

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che non hai santi in paradiso, ma non è il mio caso. Pentita della chirurgia estetica? Ho solo rifatto il seno a 19 anni, e di quello, sì, sono pentita, a mia figlia non lo consiglierei, ma quando si è giovani si agisce d’istinto. Da un po’ non la vediamo recitare. Se non mi vengono offerte occasioni che devo fare? Anche come produttrice (gestisce una produzione con il fratello Sauro, ndr), c’è poco spazio per i progetti indipendenti. Ma ci sono casi, come Spaghetti Story, che sono andati bene. Sì, ma quanto incassano? Siamo pieni di prodotti esteri e il prodotto italiano lo smontano, certi film andrebbero programmati anche d’estate. Mi piacerebbe riaprire le arene. Appena sbarcata a Roma, agli esordi, mi guardavo tre film a sera! Che ne pensa dell’Oscar a La Grande Bellezza? Bella soddisfazione per Sorrentino e per l’Italia, ma non lo trovo il suo film più bello. Secondo me l’hanno premiato perché agli americani piace vederci così. È soddisfatta della sua carriera? Sì, la considero abbastanza completa, ho fatto di tutto, perché l’importante è sempre stato lavorare. E adesso con la nostra A Movie Pro-

ductions siamo diventati talent scout: dai registi Luca Miniero e Paolo Genovese all’attrice Isabella Ragonese, penso di avere istinto a scovare i talenti. Quanto a me, non ho perso la speranza di realizzare i miei sogni. L’importante è crederci sempre, e chissà che un certo cinema prima o poi non si accorga di me... nnn

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di Massimiliano Ferone

Web Movies & Series La rivoluzione audiovisiva è in rete entre lo spazio economico nel “mondo reale” diminuisce in relazione all’aumento dell’indice demografico, quello nel “mondo virtuale” rimane infinito. Già, perché oltre la nuova frontiera digitale non ci sono confini ma, al contrario, innumerevoli opportunità. Questa vera e propria rivoluzione dell’industria audiovisiva, seppur silenziosa, ha già cominciato a estendersi su larga scala; una “terra nuova”, per intenderci, dove i cybernauti, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta, possono trovare soluzioni efficaci e a basso costo per promuovere una buona idea. Ogni giorno, le nuove generazioni di artisti possono sintonizzarsi sul loro personale canale in rete e promuovere autonomamente gli ultimi progetti immaginati. E

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In alto: le attrici di Una mamma imperfetta (Alessia Barela, Vanessa Compagnucci, Lucia Mascino e Anna Ferzetti). Qui sopra: Lost in Google. Sotto: Travel Companions. Più a destra: la locandina di El Cosmonauta di Nicolas Alcalà

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così, al via la controtendenza. Il mercato multimediale è nelle mani di tutti, e se è vero che il gruppo di produttori di contenuti o che gestisce i grandi eventi da trasmettere resta piuttosto ristretto, un ruolo determinante lo giocheranno sempre di più i broadcaster televisivi e cinematografici, alla quotidiana ricerca di prodotti interessanti nella vasta “prateria” del web. In effetti, il boom delle web series risuona già da qualche anno in rete, tanto da istituire premi come l’International Academy of Web Television, che premia con gli Streamy Awards quelle serie che si sono distinte nel campo della web Tv o dell’intrattenimento digitale. Anche l’Italia ha saputo cavalcare l’onda immediatamente, rappresentata dalle indimenticabili comedy series come Freaks!, Lost in Google, Una mamma imperfetta, Saint Seiya Rebirth e Travel Companions, la prima serie italiana premiata al Los Angeles Web Series Festival. E se il sostegno non dovesse arrivare dai rappresentati dello show business? Beh, con il crowdfounding, sistema di micro-finanzia-

mento collettivo online, i filmaker non dovranno più gettare la spugna. Nicolas Alcalà, promettente regista spagnolo, tempo fa riuscì a racimolare con questo sistema direttamente dal web, la somma di 400.000 euro, che gli permise di sostenere le spese di El Cosmonauta; una pellicola di fantascienza destinata a ristabilire le regole dell’economia della Settima arte. “L’unione fa lo spettacolo”, insomma. nnn

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«Il cinema è troppo importante per lasciarlo fare ai narratori di storie» di Massimiliano Ferone

A tu per tu con Peter Greenaway, ospite d’onore della terza edizione del MashRome Film Fest. Una lectio magistralis in due pagine

ella giornata conclusiva del MashRome Film Fest - il festival dedicato al mash up, quella forma artistica che si basa sul riutilizzo di materiali filmici, figurativi e sonori preesistenti per realizzare nuove opere l’Auditorio dell’Ara Pacis di Roma ha ospitato la lectio magistralis del maestro britannico del cinema sperimentale, Peter Greenaway. È stata una preziosa occasione per ascoltare dalla viva voce di uno dei registi più interessanti del dopoguerra una testimonianza sul cinema di ieri, di oggi e di domani.

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Dal momento che questa intervista è parte di una serie di dibattiti sulla cultura visiva, e la sua specifica arte di “Imagineering” - per usare un termine coniato da Kodwo Eshun - comporta la frammentazione e stratificazione del processo narrativo sequenziale, vorremmo cominciare con l’esplorazione del passaggio dalla narrazione alla sequenze di immagini che è così caratteristico nei suoi film. Il cinema è un’arte molto povera e lo sa. Infatti va sempre a prendere in prestito le storie dai libri. La narrativa

può essere affascinante in letteratura ma non credo lo sia altrettanto nel cinema. Se ti chiedo di raccontarmi la storia di Casablanca mi darai una sintesi generale ma non sarai in grado di ricordare i dettagli della trama o dei personaggi. Li avrai dimenticati perché non sono importanti. Nel cinema si cerca la performance, lo stile, l’atmosfera, vedi un successo come Blade Runner. Ora il cinema è povero e narrativo. Io minimizzo la narrazione e cerco di strutturare i miei film con modalità che prendono spunto dall’arte e dalla scienza contemporanea, 3-4 giu/ago 2014


In apertura e qui a destra: Peter Greenaway. Nella pagina accanto, sotto al titolo: una scena de Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, la locandina di Le valigie di Tulse Luper A sinistra e sotto: due immagini dai film presentati al MashRome Film Fest 2014

ad esempio Rauschenberg o John Cage, Mondrian. Per ogni film cerco strutture diverse. Per Tulse Luper ho utilizzato i numeri, in modo che chiunque comprendesse questo linguaggio, fino in Cina. Ne Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante ho usato una codifica basata sui colori dell’arcobaleno, cioè lo spettro in cui la fisica divide la luce. Ogni arte è un’esperienza educativa; i miei film sono difficili, ma fanno parte di un processo d’apprendimento che incoraggia le persone a pensare visivamente. Ricerco strutture non narrative correlate alla pittura; la pittura è estremamente importante, l’occhio del pittore è lo strumento attraverso cui vediamo il mondo. Il numero 92, ad esempio, è stato scelto perché è il numero atomico dell’uranio. La bomba atomica è il fenomeno più influente del 3-4 giu/ago 2014

Ventesimo secolo. La storia degli ultimi sessant’anni, che coincide con la mia vita, è caratterizzata dall’importanza dell’uranio. Abbiamo strutturato il film con 92 valigie, che contengono tutta la conoscenza umana, 92 personaggi, che rappresentano archetipi presenti nel teatro, nel cinema, nella televisione e 92 tra i maggiori eventi del periodo. Le 92 valigie di Tulse Luper sono un tentativo di mettere tutta la conoscenza del mondo in un solo luogo. Vi abbiamo infilato tutto e sfido il pubblico a dimostrare che abbiamo lasciato fuori qualcosa. Questa è l’enciclopedia definitiva dell’era dell’informazione. In un recente incontro con il pubblico in Italia, lei ha dichiarato che dopo l'avvento delle nuove tecnologie il cinema è morto definitivamente. Non trova piut-

tosto che l’universo cinematico stia subendo una metamorfosi multimediale? Precisamente. Il cinema è intrattenimento per il pubblico in una situazione socialmente condivisa. Dunque, più che il cinema, è questo preciso fenomeno a essere morto. L’Italia ne è l’esempio supremo. Fra il 1959 e il 1975 ha prodotto un incredibile numero di opere d’arte per la cinematografia europea. È tutto finito. Ma anche i Paesi dell’Est Europa sono collassati. Rimane la Francia, dove il cinema è sovvenzionato in modo massiccio, ma molte produzioni sono spazzatura. Anche in Europa stiamo andando nella direzionae degli Stati Uniti. Una statistica di Hollywood ci dice che il 70% degli americani vede la tv, il 20% compra dvd e solo il 5% va a vedere i film al cinema. Il giorno in cui il telecomando è stato introdotto

nei salotti si è sancita la supremazia della tv, dando la possibilità di scelta. Lo schermo non svanirà mai, anzi, noi siamo nell’era dello schermo, ci sono schermi anche nelle tasche grazie ai cellulari, ed è questo il motivo per cui siamo concentrati sull’immagine. Cosa la spinge a considerare lo spazio filmico la sfera prediletta dove concentrare la sua visione artistica? Perché sono affascinato dal suo linguaggio. Credo sia straordinario, ma sprecato per il cinema, che oggi è patetico e propone storie della buonanotte per adulti. I maggiori fenomeni degli ultimi anni sono stati Il Signore degli Anelli e Harry Potter. Non si tratta di film, ma di libri illustrati! Il cinema è troppo importante per lasciarlo fare ai narratori nnn di storie. 15


Cinema Low Budget GENETICAMENTE MODIFICATO Fabio Ferrari e Ninì Salerno, guest star degli ultimi episodi della serie Tv di Studio Universal, raccontano l’incontro con i quattro giovani “aspiranti attori e sceneggiatori” Pisu, Tolardo, La Mantia, Cardano - e dicono la loro su recitazione, web e palcoscenico

di Luigi Aversa 16

empre attento a ciò che si muove nell’universo giovanile, il canale Studio Universal (Mediaset Premium DTT) ha proposto un pirotecnico finale di stagione con gli ultimi episodi di Low Budget, serie con protagonisti quattro ragazzi, aspiranti attori e sceneggiatori, che si arrangiano per sollevarsi dall’eterna condizione di disoccupati cronici. Patiti di cinema americano, Antonio Pisu, Federico Tolardo, Francesco La Mantia e Piero Cardano hanno dato vita a un prodotto curioso e interessante, nel quale utilizzano i personaggi e le battute dei film hollywoodiani giocando con le citazioni e gli stereotipi per dare vita a una storia originale. Ogni loro idea si materializza e ne nasce un cinema geneticamente modificato: Low Budget, storie improvvisate, senza impegno, a basso costo. Con la regia di Matteo Giancaspro, è nata la serie Tv articolata in 12 episodi. A giugno, i quattro hanno finito le loro involontarie lezioni di cinema con il contributo di Fabio Ferrari (I ragazzi della III C), nel ruolo

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dell’Ispettore Vito Mancusi, e di Ninì Salerno (I Gatti di Vicolo Miracoli), in quello del produttore. Le due guest star hanno risposto alle domande di Cinecorriere. Come siete stati coinvolti nel progetto Low Budget? Fabio Ferrari: Con Antonio Pisu abbiamo diviso un paio di stagioni teatrali, avevo sentito parlare della cosa, poi quando si è realizzata mi ha fatto piacere farne parte. Ninì Salerno: Anch’io ho conosciuto Pisu durante la tournée di uno spettacolo che abbiamo fatto insieme e anche con Raffaele, suo papà (una persona strepitosa!) e quindi siamo diventati amici. Ma soprattutto perché, ed è questo che poi ha fatto scattare la molla riguardo al progetto, abbiamo lo stesso tipo di umorismo. Trovate che sia più facile oggi accedere ai mestieri del cinema? F.F.: Oggi il problema lavoro va ben oltre i mestieri del cinema, dunque direi che come negli altri ambienti anche il nostro paga la situazione di emergenza nella quale 3-4 giu/ago 2014


diatamente e questa è una vera chance... Nel mio caso, e nel nostro caso se si fa riferimento al mio passato di componente di un gruppo, non sarebbe stato facile per noi, perché eravamo molto immediati, ma anche molto pigri. Oggi occuparsi del web è anche un grosso impegno, diciamolo, bisogna applicarsi. Lo vediamo ci sono delle cose che vengono messe sul web e che esplodono, per cui vuol dire che il mezzo può anche funzionare, ben venga se è un qualcosa in più. Seguite i nuovi fenomeni che proliferano in rete? si trova il Paese. F.F.: Mica tanto. sone che hanno fatto solo cinema e N.S.: Assolutamente più difficile, sono andate benissimo. Lo stesso si N.S.: In rete… rete da pesca? Perché perché il cinema oggi è molto asfit- può dire del teatro. Certo, special- mi piace molto il pesce e seguo molto tico, ci sono meno opportunità, oltre a mente quello brillante è importante i fenomeni della pesca d’altura in queun minor numero di film prodotti ogni perché ti dà una carta in più da gio- sto momento… anno: negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 ne pro- care, ma non è detto che uno bravo in Descriveteci i personaggi che inducevano cinque volte di più! Per cui teatro sia bravo al cinema e vice- terpretate in Low Budget. F.F.: Un poliziotto un po’ cinico che la cerchia si è ristretta e in più devo versa. Il contatto con il pubblico è dire che oggi parlando del cinema sempre qualcosa di singolare. Nel mio giudica i ragazzi d’oggi dei deficienti. N.S.: Interpreto un produttore piutbrillante questo è diventato veramente caso, nel caso dei comici, il contatto poco interessante, è sempre legato a con il pubblico è fondamentale! Per tosto arrogante che cerca di mettere commediole molto limitate, con la cui, devo dire che quasi tutti, almeno sotto questi poveri ragazzi, in maniera stessa cerchia di attori… Per cui en- in Italia, sono passati dal teatro prima spero… molto divertente… Diciamo trare in questo meccanismo non è per di arrivare al cinema. Insomma, di- che è un cattivello simpatico! I prossimi impegni dove vi porteniente facile. ciamo che il teatro aiuta. La formazione dei quattro di Low Con le possibilità offerte dal web, ranno? Tv, cinema o teatro? Budget è cinematografica. Una vi piacerebbe essere ora a inizio F.F.: Tra poco esce il film di Pupi volta, invece, si passava quasi carriera? Avati Un ragazzo d’oro e per il teasempre prima per il palcoscenico. F.F.: Mi piacerebbe perché sarei tro la prossima stagione fimerò È importante per voi farsi le ossa tanto più giovane, ma agli inizi della un'altra regia... a teatro? mia carriera ero talmente pigro e sciN.S.: Teatro, teatro, teatro, sempre F.F.: Mah, dal neorealismo in poi roccato che non so se avrei saputo teatro per mesi. Al momento sono questo passaggio non è stato più così sfruttare le possibilità offerte dal web. impegnato in due spettacoli, uno obbligato, certo credo che per un atN.S.: Mi viene da ridere perché io il nuovo in maggio e poi quello che ho tore l’esperienza del palcoscenico sia web non so neanche cosa sia. Però per fatto con Antonio Pisu che si importante. sentito dire… sì, teoricamente si! Nel chiama Taxi a due piazze e che riN.S.: No, non esattamente, nel senso senso che oggi puoi sparare dentro al prenderò più avanti, da luglio fino a che ci sono migliaia di esempi di per- web delle cose proprio subito, imme- maggio dell’anno prossimo. nnn 3-4 giu/ago 2014

In apertura: i quattro autori e attori di Low Budget - Antonio Pisu, Federico Tolardo, Francesco La Mantia, Piero Cardano mascherati da Groucho Marx. In alto: il quartetto al naturale. Qui sopra: Fabio Ferrari in una scena. A sinistra: Ninì Salerno sul set della serie Tv

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«La mia overdose da piccolo e grande schermo» di Silvia Gambirasi

Solo negli ultimi tempi, 4 film e 2 fiction. Per Giorgio Pasotti tanti ruoli intensi... e molto diversi tra loro. Come quello dell’eroico carabiniere di A testa alta

ella passione per le arti marziali, che pratica da quando aveva sei anni, gli è rimasto il fisico asciutto e atletico, che, unito alla faccia un po’ beffarda, un po’ da eterno adolescente, crea un bel mix di fascino, simpatia e sensualità. Se c’è una cosa che a Giorgio Pasotti riesce bene è quella di calarsi anima e corpo nei personaggi che interpreta al cinema e in tv. E dire che negli ultimi tempi l’attore bergamasco, classe 1973, definitivamente lanciato nel 2000 da L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, ha rischiato un’overdose da “multischermo”. Già, perché recentemente il giova-

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notto ha frequentato parecchio le sale: lo abbiamo visto custode dei tesori artistici romani ne La Grande Bellezza, il film premio Oscar di Paolo Sorrentino; militare gay nella commedia corale dei fratelli Vanzina Un matrimonio da favola; pittore quarantenne che ha difficoltà a rapportarsi con le donne in Diario di un maniaco perbene di Michele Picchi; e ancora poliziotto politicamente scorretto e padre di famiglia latitante in Nottetempo, road movie del campano Francesco Prisco. Giorgio Pasotti, quanti ruoli, e così diversi! E spesso distanti da me, del resto

è proprio questo il bello per un attore: calarsi nei panni di personaggi estremi, per mettersi alla prova. Pensate, per essere più credibile nei panni del poliziotto cattivo in Nottetempo ho dovuto rinunciare a un po’ di chioma... Super lavoro anche in tv: dopo aver fatto il maestro di sci Lino Zani amico di Papa Wojtyla in Non avere paura, ha indossato ancora la divisa in A testa alta. Già, la mia ultima fatica televisiva, nonché una fiction alla quale ho tenuto particolarmente. Come mai? Perché vedendola molti italiani

In apertura: Giorgio Pasotti con, da sinistra, Marco Cocci, Andrea Bosca e Giovanni Scifoni in A testa alta. Qui sopra: Pasotti in Nottetempo.

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Qui accanto: Pasotti con Claudia Pandolfi in Non avere paura. Sotto: l’attore con Sabrina Ferilli e Toni Servillo ne La Grande Bellezza. In basso: con Luca Angeletti in Un matrimonio da favola

hanno potuto conoscere la storia di questi eroici carabinieri che hanno contribuito col loro sacrificio a sconfiggere il nazifascismo. Quanto sapeva di quel doloroso capitolo di storia? Il periodo lo conoscevo bene, non l’episodio. Mi sono documentato, anche se è un fatto ancora controverso di cui è difficile reperire materiale, ma siamo stati aiutati dall’Arma. Il loro sacrificio ha contribuito a liberare la città e a dare il colpo di grazia a nazisti e fascisti. Secondo lei oggigiorno c'è ancora bisogno di questi eroi reali, di fronte a un dilagare di supereroi all’americana, anche nei fumetti? Se lo chiedesse a un attore americano risponderebbe di sì, noi italiani invece ce li abbiamo in carne e ossa... e a bizzeffe. Questi tre ragazzi che hanno dato la loro vita di ventenni per liberare dieci civili credo valgano molto di più delle acrobazie di un qualsiasi supereroe. Comunque, certo che c’è bisogno di eroi e di esempi, soprattutto da una classe politica che un po’ latitante 3-4 giu/ago 2014

negli ultimi vent’anni. Polemico? No, è solo che sono uno dei tanti cittadini che vorrebbe vedere un giorno le istituzioni governare in maniera esemplare. Aveva dei pregiudizi nei confronti delle forze dell’ordine prima di indossare la divisa? Ho sempre guardato ai rappresentanti delle forze dell’ordine come a persone che lavorano in condizioni difficili e rischiano la vita per pochi soldi, oggigiorno persino a una partita di calcio... Non si può non volergli bene. Ma questo periodo di super lavoro per lei è un caso? Un po’ è perché prima mi sono preso un annetto per stare accanto a mia figlia Maria (avuta dalla compagna Nicoletta Romanoff, ndr), che volevo veder crescere, poi però è un caso che da gennaio a oggi sono usciti tutti questi lavori. Comunque, meglio così! E adesso? Vacanze in famiglia e poi altri due film: chi si ferma è perduto! nnn 19


Scrivere A testa alta di Massimiliano Ferone

Lezione di scrittura per lo schermo a cura di Paolo Logli, autore, con Alessandro Pondi, di alcune delle fiction Rai più amate. Tra queste L’oro di Scampia, premiata dal Moige, e il film tv sugli eroici carabinieri di Fiesole

Professione sceneggiatore In alto: Paolo Logli, al microfono, con Alessandro Pondi. Accanto al titolo, qua sotto e in basso: immagini di A testa alta

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a da poco ritirato il premio alla Camera dei Deputati per L’oro di Scampia, la miniserie scritta con Alessandro Pondi. Assieme a quest’ultimo, Paolo Logli ha sceneggiato diverse fiction Rai, tra cui A testa alta di Maurizio Zaccaro, trasmessa nell’ambito delle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Il film tv rievoca una vicenda realmente accaduta: la storia di tre carabinieri che a Fiesole nel 1944 formarono una staffetta partigiana e sacrificarono la loro vita per salvare alcuni civili in mano ai nazisti. Paolo Logli, come si affronta la scrittura di un soggetto ispirato a un fatto storico? È necessario entrare nella testa e nel cuore dei personaggi, e individuare quelle che pote-

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vano essere le logiche che li spingevano ad agire in difesa dei loro ideali. È un lungo e preciso lavoro di ricerca. Senza una buona documentazione non si può ordinare una storia simile. La guerra segna sulla pelle chi la vive: i sentimenti dei giovani protagonisti sono in grado di toccare il cuore delle nuove generazioni? Dimentichiamo spesso che quegli uomini erano ragazzi che obbedivano solo a un sentimento d’amore per il Paese. Maturati all’interno di un conflitto mastodontico, e senza più nessun punto di riferimento, difendevano la terra, raccoglievano il grano e aiutavano le donne durante i travagli, ma sempre con la dedizione e l’incoscienza di un giovane cresciuto in fretta. Credo che la retorica di oggi respinga i giovani da un immaginario in cui potrebbero riconoscersi. Ancora una volta firma un lavoro con Alessandro Pondi: come nasce la complicità tra sceneggiatori? Dalla diversità profonda, nonostante i valori rimangano gli stessi, cambia lo sguardo sul mondo. In ef-

fetti, solo leggendo la realtà da due angolazioni diverse ci si può scontrare e permettersi di trovare un punto d’incontro. Come il giorno e la notte, due sceneggiatori devono contraddirsi continuamente, per poi ricongiungersi in un’estasi di bellezza e sentimento, generando così una verità immanente nel cuore del racconto. A parte quest’ultima collaborazione, qual è il ricordo professionale che ha dei registi con cui ha lavorato? Ho avuto la fortuna di lavorare con Marco Pontecorvo, Lodovico Gasparini e Robert Dornhelm. Ognuno sa interfacciarsi con gli sceneggiatori, ascoltare i loro punti di vista e farsi trasmettere gli stimoli per costruire una visione comune. A testa alta è un omaggio al nostro Paese; cos’è per lei l’amor di patria? Credo si manifesti attraverso il sacrificio per il futuro. Quello di uomini di ogni età spinti da ideali di libertà e giustizia, che combattano quotidianamente, spesso pagando il prezzo della loro vita, per non far perdere la speranza alla gente comune. nnn 3-4 giu/ago 2014


Mondo cartoon Il festival della fantasia Per tre giorni un paese toscano si trasforma in un villaggio di fumetti in carne e ossa. In programma spettacoli, laboratori e incontri

Nei tre giorni di Cartoon Village le strade di Manciano si popolano di eroi e supereroi umani e di cartone 3-4 giu/ago 2014

a fantasia, con i suoi eroi di cartone, di celluloide e digitali, sta per materializzarsi. Per la gioia dei più piccini, ma anche degli adulti che non vogliono smettere di sognare, da venerdì 11 e fino a domenica 13 luglio, a Manciano, borgo grossetano nel cuore della Maremma toscana, torna Cartoon Village, un’esperienza unica dedicata al mondo dei cartoni animati, dei fumetti e della creatività. Per tre giorni un intero paese si anima con i protagonisti della fantasia, trasformandosi in un set a cielo aperto. Come ogni anno, Cartoon Village ospita spettacoli, laboratori e incontri con alcuni tra i migliori disegnatori, doppiatori e musicisti nazionali, anteprime editoriali e cinematografiche, talk show, parate musicali, “cosplay”, mostre di fumetti, vignette satiriche, mercatino comics&manga, karaoke cartoon, proiezioni, area games, giochi interattivi e concerti. Numerose le novità di quest’anno. A cominciare dal Fan-Made Video Contest, il concorso che permette a

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tutti gli appassionati di cimentarsi con le produzioni video. Verranno presentate alcune anteprime cinematografiche e tv. Inoltre verrà proiettata in esclusiva una serie animata interamente scritta, disegnata, doppiata e sonorizzata dai bambini delle scuole delle province di Arezzo (Bibbiena), Siena (Abbadia San Salvatore) e Grosseto (Manciano, Marsiliana, Saturnia). Le opere sono state realizzate all’interno del laboratorio Cartoon School. Non mancheranno i momenti istituzionali del festival come Gente di Cartoonia (lo show dei cartoni animati), Vignette sul Ring (il contestspettacolo di disegno umoristico), l’elezione di un “Sindaco a Cartoni” o il Cartoonia Music Festival, il concertone delle sigle tv con gli interpreti originali di sigle mitiche e nnn senza tempo. 21


Beat e Bit a confronto Un nuovo movimento di Renato Marengo

Da ribellione e ritmo, a connessione e condivisione: il libro di Lello Savonardo evidenzia le differenze tra le due generazioni. Con nuove opportunità creative... anche nel cinema opo Napoli, anche Roma ha ospitato la presentazione del libro di Lello Savonardo, Bit Generation. Alla serata sono intervenuti, oltre all’autore - docente di Teorie e Tecniche della Comunicazione all’Università Federico II - e al sottoscritto, che ha introdotto l’incontro; Vittorio Nocenzi, del Banco del Mutuo Soccorso; Paolo Logli, sceneggiatore Rai; Luca Marengo, direttore di Le Cool Roma; Giacomo Bevilacqua, illustratore; e Ciccio Merolla, musicista, che ha improvvisato un rap freestyle e si è esibito allo hang. Il libro di Savonardo, che gioca con l’assonanza fra beat e bit, offre uno sguardo sul mondo giovanile, in relazione allo sviluppo delle tecnolo-

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In alto, da sinistra: Paolo Logli, Vittorio Nocenzi, Renato Marengo e Lello Savonardo. Sopra: Savonardo. Qui sotto: Ciccio Merolla allo hang

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gie digitali, del web e dei social media. Che influenzano la nostra vita quotidiana, offrendo d’altra parte pure delle opportunità creative, anche nel cinema! Lello Savonardo, quali sono le differenze tra i giovani della ribellione e quelli della connessione? Il titolo del libro fa riferimento alle nuove generazioni che si esprimono attraverso la software culture, caratterizzata dai linguaggi dell’informatica e del digitale. L’espressione è stata scelta anche per il richiamo alla Beat Generation, movimento nato tra gli anni ‘50 e ‘60 negli Usa che ha contribuito a determinare forme espressive, culturali, sociali. Beat era ribellione, battito, ritmo. Oggi, Bit è connessione, condivisione, partecipazione. Sono giovani più partecipi e informati di quelli di ieri? Le tecnologie determinano differenze culturali? In Bit Generation, libro collettivo che ho curato col contributo di esperti e colleghi, non ci siamo chiesti, parafrasando due saggi che hanno caratterizzato il recente dibattito, “se Internet ci rende stupidi” (Carr

2010) o “perché la Rete ci rende intelligenti” (Rheingold 2012), ma quali siano le “influenze” del digitale sulla comunicazione. Le potenzialità che queste esprimono sono connesse a vari fattori. Le origini culturali e sociali, ma anche le differenze generazionali, hanno un peso rilevante nella diffusione dei new media. Tali differenze, intergenerazionali e intragenerazionali, comportano differenti livelli di partecipazione nella Rete. Comunicazione orale, scritta, visiva, parole, suoni sempre più veloci e sintetici, abbreviazioni, come evolve questo nuovo rapporto di scambi ? Le nuove tecnologie possono rappresentare rilevanti opportunità per la circolazione dei saperi, ma è necessario che le istituzioni culturali si adeguino. Le nuove modalità di comunicazione inducono a un uso della lingua affidato più di frequente alla scrittura. Un ritorno che si esprime attraverso forme inedite e che assume caratteristiche tipiche dell’oralità, dando vita a un uso della lingua “scritto-parlato”, che sembra caratterizzare l’era digitale. nnn 3-4 giu/ago 2014


MEDUSA FILM LISTINO 2014-2015 Viale Aventino 26 – 00184 Roma

regia di

PAOLO RUFFINI con

www.medusa.it

SOAP OPERA

IL MIO AMICO NANUK

regia di

regia di

ALESSANDRO GENOVESI con

BRANDO QUILICI e ROGER SPOTTISWOODE

@medusa_film

ANDIAMO A QUEL PAESE di e con

FICARRA & PICONE

Paolo Ruffini, Frank Matano, Gianluca Fubelli, Chiara Francini, Nina Senicar e con Angelo Pintus

Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Chiara Francini, Ale & Franz, Caterina Guzzanti, Elisa Sednaoui

Dakota Goyo, Marie Josée Croze

COMMEDIA

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FAMILY / AVVENTURA

COMMEDIA

PEREZ.

IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO

Pietro Valsecchi

LA SOLITA COMMEDIA - INFERNO -

regia di

EDOARDO DE ANGELIS con

Luca Zingaretti, Marco D’Amore, Simona Tabasco

con

ALDO, GIOVANNI e GIACOMO regia di

con

presenta

CHIAMAMI FRANCESCO regia di

con

DANIELE LUCHETTI

FRANCESCO MANDELLI e FABRIZIO BIGGIO

Aldo, Giovanni, Giacomo e Morgan Bertacca

DRAMA

COMMEDIA

BIOPIC

COMICO

MA CHE BELLA SORPRESA

LE LEGGI DEL DESIDERIO

ITALIANO MEDIO

LA GIOVINEZZA

regia di

di e con

ALESSANDRO GENOVESI

SILVIO MUCCINO

con

Claudio Bisio, Frank Matano

regia di

regia di

MACCIO CAPATONDA

PAOLO SORRENTINO

con

con

Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Ivo Avido

Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda

COMMEDIA

COMMEDIA

COMMEDIA

DRAMA

L’AMICO DI SCORTA

L’ATTESA

UN FILM DI

UN FILM DI

regia di

FAUSTO BRIZZI

PAOLO GENOVESE

COMMEDIA

COMMEDIA

regia di

GENNARO NUNZIANTE

COMMEDIA

PIERO MESSINA con

Juliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli

DRAMA

CREDITI NON CONTRATTUALI

TUTTO MOLTO BELLO

/medusafilm



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