Cinecorriere speciale Festival di Roma 2018

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cinema&fiction

Speciale

Anno 71 - numero 4 ottobre 2018 - 2,00 â‚Ź 80004

9 771827 195002

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Festa di Roma 18-28 ottobre

LAURA DELLI COLLI Intervista esclusiva con la vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma LA SELEZIONE Trentotto film e tre parole chiave: Donna, Memoria e Cinema del reale ALICE NELLA CITTĂ€ Nella sezione autonoma e parallela spazio ai film delle giovani generazioni PREMIO BIXIO Settima edizione del concorso dedicato ai nuovi talenti della scrittura

Cate Blanchett alla 13. Festa del Cinema con Il mistero della casa del tempo brilla agli Incontri ravvicinati

Roma ha fatto tredici



Rivista illustrata di cinema e fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore editoriale Andrea Splendore and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI s.salvatori1965@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia di Servizi Editoriali Piazza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Andrea Carli Francesco Ferri Irene Sofi Editore MEMA SRLS Viale Parioli, 63 00197 Roma tel. 06 85353394 Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De’ Schiavi, 355 00171 Roma tel. 06 89015166 fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa L’Istantanea srl Via Merulana, 213-214 00185 Roma

editoriale

La Festa di Roma

festeggia tredici anni di vita

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umero inevitabilmente e piacevol- Cate Blanchett, presente anche con il film mente dedicato alla 13. Festa del Il mistero della casa del tempo e c’è Martin Cinema di Roma. Apriamo con Scorsese, che parla dei nove film italiani da un’intervista che ho fatto con molto piacere lui più amati. a Laura Delli Colli, alla quale mi lega da Poi Retrospettive, Omaggi (tra gli altri, ci anni un’amicizia rafforzata dal fatto di aver sono quelli a Taviani, Olmi e Vanzina) e i visto Laura, giovanissima, debuttare e far- Film della nostra vita (quest’anno tutti noir, si strada nel nostro agguerrito mondo del perché la Festa è nel segno del genere noir). giornalismo di spettacolo, fino al suo “ineAlla Festa c’è anche uno spazio dedicato vitabile” ingresso nel settore di quel cinema a musica e cinema, con tre incontri sul tema a lei naturalmente familiare sin dalla nasci- Musica e Jazz, uno sull’Italia dei musicarelta, essendo il nome dei Delli Colli legato li (presente Shel Shapiro), che mi attrae paralla direzione della fotografia dei nostri più ticolarmente data la mia ben nota attenzione popolari registi del grande cinema italiano. alle problematiche legate al rapporto tra ImLaura Delli Colli, vicepresidente della Fon- magine e Suono, da sempre, con recensioni su dazione Cinema per Roma, ci fa da guida stampa musicale e fotografica di copertine di tra le novità e i protagonisti di questa edi- dischi e videoclip, ma anche relativa ai miei zione della Festa. corsi alla Griffith, al centro dei miei interessi Prendiamo quindi in esame culturali. i film della Selezione ufficiaPoi parliamo anche di Alice le, comprese le preaperture, tra nella città, rassegna dedicata ai le quali c’è il magnifico (e atgiovani, sui giovani, con autori tualissimo…) documentario di giovani. L’interesse per la musica Pietro Suber sulle leggi razda film di Laura Delli Colli c’era ziali intitolato 1938: quando stato anche a Venezia dove gli è scoprimmo di non essere più stata dedicata un’intera sezione. italiani. In coda, spazio al Premio Bixio, Quindi dedichiamo uno spaai film indipendenti (A.N.I.M.A. Roma ha fatto e altri) e al Premio Biella video. zio agli Incontri ravvicinati. tredici Renato Marengo Quest’anno c’è la magnifica Anno 71 - numero 4 ottobre 2018 - 2,00 € 80004

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Festa di Roma 18-28 ottobre

LAURA DELLI COLLI Intervista esclusiva con la vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma LA SELEZIONE Trentotto film e tre parole chiave: Donna, Memoria e Cinema del reale

Cate Blanchett alla 13. Festa del Cinema con Il mistero della casa del tempo brilla agli Incontri ravvicinati

ALICE NELLA CITTÀ Nella sezione autonoma e parallela spazio ai film delle giovani generazioni PREMIO BIXIO Settima edizione del concorso dedicato ai nuovi talenti della scrittura

sommario

© Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzione sono riservati.

13. Festa del Cinema di Roma Intervista a Laura Delli Colli di Renato Marengo

L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.

13. Festa del Cinema di Roma Le major scelgono la Capitale di Luigi Aversa

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13. Festa del Cinema di Roma Tutti ne parlano, eventi speciali di Irene Sofi 11 13. Festa del Cinema di Roma Incontri ravvicinati con le stelle di Stefano Salvatori 12 13. Festa del Cinema di Roma Retrospettive e omaggi di I.S.

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Alice nella città Cinema per giovani, dai giovani, con i giovani di Stefano Salvatori 14

Roma Web Fest Se butta?! in concorso di Luigi Aversa

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Torino Film Festival 36 Nanni Moretti presenta il suo ultimo lavoro, Santiago, Italia di Luigi Aversa 17 Romaeuropa festival Kirina ci porta in Africa di Luigi Aversa

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Indipendenti italiani A.N.I.M.A. e altri in viaggio di Francesco Ferri

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Biella Festival Music Video Suoni e immagini in rassegna di Francesco Ferri

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Premio Bixio Ecco i nuovi talenti della scrittura di Andrea Carli 22

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Laura Delli Colli Una vita per il cinema

La neo vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma, ripercorre la sua carriera nel giornalismo cinematografico di cui è da anni una delle massimi rappresentanti n n n di Renato Marengo In apertura: l’Auditorium Parco della Musica durante la Festa del Cinema di Roma. Qui a destra: Laura Delli Colli

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n grande in bocca al lupo a Laura Delli Colli, la piccola Lauretta che ho conosciuto quando aveva 18 anni, per questa sua nuova avventura alla Festa del Cinema di Roma. È cresciuta Laura, ne ha fatta di strada. Un’amicizia, la nostra, che è continuata negli anni, intrecciandosi anche con simpatici avvenimenti che a Laura stessa piace raccontare oggi che mio figlio Davide è diventato un regista con numerose esperienze professionali alle spalle. Uno dei primi libri scritti per il cinema da Laura lo colpì particolarrnente. Anni dopo, quando la rivide in occasione di una nomination di un suo corto ai Nastri d’Argento, le confidò che, già appassionato di cinema, ebbe uno stimolo decisivo

a fare il regista, proprio leggendo un libro di Laura. È una sorta di missione quella di Laura, che ha caratterizzato tutta la sua carriera, il suo desiderio di aiutare i giovani a coltivare la passione per que-

sta grande arte delle immagini. Con la vicepresidenza della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli è arrivata ai vertici della cinematografia italiana. La sua carriera, dei cui esordi sono stato testimone, è un esempio per tanti giovani che vorrebbero cominciare ad affacciarsi in questo settore così pieno di fascino. E il suo è un esempio di come, facendo una vera gavetta sin da giovanissima e con costanza, dedizione, pazienza e tappe lunghe, spesso difficili ma senza mollare mai, si possa arrivare, senza sponsorizzazioni né tantomeno compromessi, a livelli professionali sempre più prestigiosi. Io ricordo una ragazzina poco più che diciottenne che incontravo alle conferenze stampa della


Qui sopra: i cugini Franco e Tonino Delli Colli, rispettivamente padre e zio di Laura. A destra: Delli Colli consegna il Nastro d’Argento internazionale 2016 a Kevin Costner

Rai, che iniziava a collaborare con l’Adnkronos nella redazione spettacoli e che spesso scriveva articoli su artisti che in quegli anni producevo, come Edoardo Bennato, Tony Esposito o la Nuova Compagnia di Canto Popolare. «E ricordi bene - interviene lei infatti non ho cominciato subito a scrivere di cinema, ho iniziato per caso e curiosità occupandomi, agli inizi genericamente, di spettacolo e tv. A 18 anni mi ero appena iscritta all’università, entrando a tempo pieno nel giornalismo. All’inizio, come molti di noi, da abusiva. Un inizio fatto di curiosità e passione immediata, non pagata o con qualche irrisorio rimborso, sempre pensando ovviamente, una volta inseritami, di riuscire a lavorare prima o poi nel cinema, essendo nata in una famiglia cinematografica, con mio padre Franco e mio zio Tonino, entrambi direttori della fotografia, noti e stimati professionisti, fondamentali collaboratori di tanti grandi registi».

Beh, appartengono alla storia del cinema, ricordiamolo che lavoravano con nomi come Fellini, Pasolini, Avati, con le più importanti case di produzione internazionali negli anni del boom di Cinecittà nel mondo. «Il mio incontro col giornalismo, lavoro che è stato alla base anche di tutta la mia attività futura nel mondo del cinema, è stato casuale. Qualcuno mi aiutò a entrare in un’area di volontariato e diventai collaboratrice professionale dell’Adnkronos. dal 1972 al 1980. Sono poi diventata professionista, proprio in quell’agenzia, nell’80, e contemporaneamente iniziai a collaborare con Repubblica sin dal numero zero. Ricordo con emozione il giorno in cui Tullio Kezich, mentre mi occupavo molto di Rai, abituato a vedermi passare ogni giorno nei locali delle conferenze stampa e delle anteprime, scrivendo anche di politica Rai oltre che di programmi, incuriosito da questa ragazzina sempre presente a ogni incontro o

anteprima, decise di propormi per un primo colloquio a Repubblica. Appena arrivata mi trovai faccia a faccia con Corrado Augias, ovviamente per me mitico, che mi dava del lei. Certamente intenerito di fronte a una collaboratrice così giovane, mi propose di cominciare a provare con una collaborazione quotidiana, un lavoro da supervisor. Risposi ingenuamente “Ma io faccio già il mio lavoro, per l’agenzia”, e Augias, carinamente, insistette dicendomi: “Ma proverebbe a scrivere anche per noi?”. Chiesi subito l‘autorizzazione all’Adnkronos, dove stavo facendo il praticantato. Mi dissero ok e cominciai con due inchieste di prova, una sul mondo dei cinegiornali e una sul doppiaggio. Ma avvenne una cosa che rischiò di bloccare la mia collaborazione sul nascere: quando tornai a Repubblica con i miei servizi faticosamente elaborati, letti e riletti, Augias proprio in quei giorni era stato fatto corrispondente negli Usa... A darmi la, per me tragica,

Qui sopra:tre immagini di Tonino Delli Colli, da sinistra, con Sophia Loren, con Anna Magnani e dietro alla macchina da presa

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notizia fu Orazio Gavioli, responsabile degli spettacoli, che però, vista la mia delusione, si mostrò molto comprensivo e visto che, anche se ero ancora molto giovane, già lavoravo per l’agenzia, mi propose di continuare a frequentare la redazione. Ho cominciato così a lavorare con Gavioli, che sarà quindi il mio capo redattore agli spettacoli per tutti gli anni che sono stata a Repubblica. Ricordo con tenerezza quando uscii dall’Adnkronos, dove mi ero formata e maturata e mi trovai in meno di un anno a lavorare al quarto piano del palazzo dove poi avrei abitato per un bel periodo. Agli inizi scrivevo ancora molto di Rai e di politica aziendale, lavorando anche genericamente negli spettacoli, ma poi, inevitabilmente, il sangue cinematografico di famiglia venne fuori. Avevo vissuto in una famiglia dove si mangiava pane e cinema e cominciai a occuparmi di politica cinematografica. Fui ovviamente agevolata dal fatto di conoscere personalmente, ripeto per “motivi di famiglia”, tanti protagonisti di quel settore - registi, produttori, attori, musicisti, scenografi, sceneggiatori - e questa familiarizzazione mi aiutò certamente, facendomi entrare sempre meglio nel settore cinematografico e questo fatto ovviamente mi agevolò molto nella 6

mia carriera a Repubblica». Poi che è successo? Il quotidiano ti “è stato stretto”? Come mai sei passata a Panorama? «Ma sai, dopo anni di agenzia e di quotidiano ti si presenta l’opportunità di passare al settimanale. Beh, si tratta certamente di un miglioramento, sia nella possibilità di essere più selettivi e di poter approfondire, che di lavorare con meno ansie e con la possibilità di avere un po’ di tempo in più a disposizione per gli approfondimenti, ma anche per potermi dedicare a un’altra mia vocazione: lavorare per il Sindacato Giornalisti Cinematografici». Raccontaci del sindacato. «Aveva appena lasciato la presidenza Ernesto Baldo, c’erano poi Mario Di Francesco, Ettore Nuara, io entrai in quel gruppo di colleghi più attivi e mi candidai a svolgere qualche attività organizzativa. All’inizio entrai come tesoriere collaborando a riorganizzare il sindacato, poi mi son data da fare. Con passione e assoluta dedizione, da tesoriere sono arrivata alla carica di presidente, e quindi trovandomi alla guida dei Nastri d’Argento. Premio di cui in casa, sin da piccola, sentivo parlare come di un vero e proprio Oscar italiano. Ricordo ancora con emozione e terrore la prima volta che ebbi tra le mani il premio da consegnare in diretta in

tv. Fu quasi per caso. C’era, come ogni anno, la serata finale a Taormina. Aspettavamo Vincenzo Mollica, che era il tradizionale presentatore del premio su Raiuno, ma lo avevano presentato anche Pippo Baudo e simili grossi calibri. Alle cinque del pomeriggio, Vincenzo Mollica mi chiamò da Roma dicendomi che non ce l’avrebbe fatta a venire a Taormina per un impegno con il Tg1 e mi disse: “Non è un problema così grave: la premiazione la puoi tranquillamente condurre tu”». Da allora il volto dei Nastri, ma anche un po’ quello del giornalismo cinematografico nelle manifestazioni ufficiali, è quello di Laura Delli Colli che, oltre alla vicepresidenza della Festa del Cinema è a capo del premio per la Migliore Colonna sonora a Venezia. Insomma Nastri, Venezia, Roma: quella piccola, tenace collaboratrice agli spettacoli ha raggiunto le vette più alte nel mondo della cinematografia italiana. Quale segno lascerà quest’anno Laura Delli Colli alla Festa di Roma? «Ho seguito, ovviamente, le linee tracciate da Piera Detassis. Di mio ci ho messo una attenzione sempre maggiore per il cinema italiano e per i giovani. Sarà una Festa del Cinema “elegante, raffinata e insieme pop e, soprattutto, ricca di qualità”». nnn

Sopra: il Teatro Greco di Taormina, sul palcoscenico del quale ogni anno si tiene la cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento. Più a sinistra: Tonino Delli Colli con Federico Fellini sul set del film Intervista. Nel tondo in alto: Corrado Augias. A centro pagina: Vincenzo Mollica



Le major scelgono Roma n n n di Luigi Aversa

All’Auditorium Parco della Musica si riaccendono gli schermi per la 13. edizione della Festa del Cinema In apertura: un’immagine suggestiva del film 7 sconosciuti a El Royale con Chris Hemsworth. Qui accanto: il direttore artistico Antonio Monda

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a tredicesima Festa del Cinema di Roma, che si svolge sin dal primo anno all’Auditorium Parco della Musica, è guidata ancora una volta da Antonio Monda. «È il primo anno del mio secondo mandato», ha specificato il direttore artistico in occasione della presentazione di questa nuova edizione, in programma da giovedì 18 a domenica 28 ottobre. Sempre nel corso dell’incontro con la stampa, Monda ha voluto sottolineare che «a Roma in questi anni sono passati film la cui qualità è stata riconosciuta dalla stampa di tutto il mondo. Cito soltanto tre titoli, uno per ogni anno della mia direzione: 2015, Lo chiamavano Jeeg

Robot; 2016, Moonlight; 2017, I, Tonya. Si tratta solo di esempi: avrei potuto aggiungerne altri film, a cominciare da Manchester by the Sea e Detroit». «Perché - ha continuato - gli Studios scelgono Roma!». Ogni riferimento a Venezia è puramente casuale... Non è mancata, infatti, una risposta ad Alberto Barbera, direttore della Mostra d’Arte Cinematografica, il quale aveva definito “locale” la Festa di Roma. «Una scivolata di cattivo gusto, soprattutto per la città - ha risposto Monda - è quello che vorrebbe noi fossimo, non quello che siamo». Ma veniamo ai numeri della Festa, il cui budget è al di sotto dei 3.5 milioni di euro. La Sele-


I film della nostra vita

Pupe, baci e pistole il noir in sette pellicole

Sopra: una scena de Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis. Qui sotto, a sinistra: American Animals. A destra: Timothée Chalamet in Beautiful Boy

zione Ufficiale ospita 38 film; 4 sono quelli di Tutti ne parlano; 6 gli Eventi speciali; ben 7 le Preaperture, tra cui quella di Pietro Suber sulle leggi razziali, 1938 - Quando scoprimmo di non essere più italiani. Inoltre, come sempre, fiore all’occhiello della manifestazione sono gli Incontri ravvicinati, quest’anno 14. Ci sono anche 13 Omaggi e 2 Retrospettive, mentre sono 12 i film di Riflessi e 7 i Film della nostra vita (v. box accanto). Il tutto proveniente da 31 Paesi differenti. Il film di apertura è il noir - genere che attraversa tutta la rassegna come parola chiave - 7 sconosciuti a El Royale di Drew Goddard, con un cast di grandi nomi: Jeff Bridges, Dakota Johnson, Chris Hemsworth, Jon Hamm. Anche quest’anno la qualità è nel complesso molto alta. Una grande major hollywoodiana ha scelto la Festa per lanciare in prima mondiale Millennium: Quello che non uccide, uno dei film a

cui lo studio attribuisce maggiore importanza in tutto l’anno. Anche Canal + invia a Roma un suo pezzo forte, Mia et le Lion Blanc. Barry Jenkins, apertura due anni fa con Moonlight, film di nicchia che poi trionfò agli Oscar, torna alla Festa con Se la strada potesse parlare, la sua nuova, bellissima opera, tratta da un romanzo di James Baldwin. Sono tanti e tutti da vedere i film provenienti dagli Stati Uniti, che siano produzioni hollywoodiane o indipendenti. Tra queste, si segnalano American Animals di Bart Layton, e Beautiful Boy di Felix Van Groeningen con Steve Carell e Timothée Chalamet. C’è anche Michael Moore con la sua nuova pellicola di denuncia, ironica e provocatoria, Fahrenheit 11/9, data che fa riferimeno a quel 9 novembre in cui Donald Trump è stato eletto 45° Presidente degli Stati Uniti. Peter Farrelly porta alla Festa il suo Green Book, con Viggo Mortensen e

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nche quest’anno, i selezionatori della Festa, a cominciare dal direttore Monda, hanno scelto i loro Film della vita. Sia questi, che le sigle che precedono la proiezione delle pellicole, sono dedicati al noir. Mario Sesti, coordinatore artistico, Richard Peña, Giovanna Fulvi, Alberto Crespi, Francesco Zippel e Valerio Carocci condividono con il pubblico la rassegna di film che hanno segnato la loro passione per il noir. Il film di Monda è Chinatown (1974) di Roman Polanski, con Jack Nicholson (foto sotto). Giovanna Fulvi ha scelto Ju Dou (1990) di Zhang Yimou, con Gong Li. Il noir di Richard Peña è Un bacio e una pistola (1955) di Robert Aldrich. La pellicola prescelta da Francesco Zippel è Il diritto di uccidere (1950) di Nicholas Ray, con Humphrey Bogart e Gloria Grahame (sopra). Alberto Crespi ha selezionato Frank Costello faccia d’angelo (1967) di Jean-Pierre Melville, con Alain Delon. Mario Sesti ama Piombo rovente (1957) di Alexander Mackendrick. Infine, per Valerio Carocci il noir più amato è Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988) di Bob Zemeckis.

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Qui sopra: Il mistero della casa del tempo con Cate Blanchett e Jack Black. A destra: Mia e il leone bianco di Gilles de Maistre. Sotto, da sinistra: Rosamund Pike in A Private War, Sangre Blanca e The Little Drummer Girl

Qui accanto, da sinistra: Viggo Mortensen e Mahershala Ali in Green Book; John C. Reilly e Steve Coogan in Stan & Ollie

Mahershala Ali, premio Oscar come miglior attore protagonista proprio per Moonlight. L’ennesimo sequel di Halloween, diretto da David Gordon Green, con Jamie Lee Curtis; The Hate U Give di George Tillman Jr.; The House with a Clock in Its Walls di Eli Roth con Jack Black e Cate Blanchett (protagonista anche di uno degli Incontri ravvicinati); Monsters and Men di Reinaldo Marcus Green; The Old Man & the Gun di David Lowery, ultima interpretazione di Robert Redford, come comunicato da 10

lui stesso; A Private War di Matthew Heineman; Three Identical Strangers e la serie Watergate completano il quadro delle produzioni d’oltreoceano. Diario di tonnara, documentario di Giovanni Zoppeddu, e Il vizio della speranza, l’attesissimo nuovo lavoro di Edoardo De Angelis, già regista di Mozzarella Stories, Perez. e Indivisibili, sono gli unici due titoli italiani presenti nella Selezione ufficiale. Ce ne sono diversi, invece, nelle preaperture, dal già citato 1938... a La razzia, 16 ottobre 1943 di Rugge-

ro Gabbai, sempre sul tema della memoria. Così come L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, Questo è mio fratello di Cristiano Delogu e In viaggio con Adele di Alessandro Capitani. Occhio anche ai film storici Jan Palach di Robert Sedlacek (Rep. Ceca/Slovacchia) e Kursk di Thomas Vinterberg (Belfgio/ Lussemburgo). Infine, da non perdere Stan & Ollie di John S. Baird, pellicola britannica con Steve Coogan e John C. Reilly, nei panni di Stanlio e Ollio. nnn


Tutti ne parlano Eventi, novità, oggetti di culto tante sorprese dall’Italia e dall’estero

Accanto a quattro chicche da non perdere, c’è anche l’ultima fatica di Paolo Virzì, Notti magiche, film di chiusura della Festa

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nche quest’anno la Festa del Cinema propone vari eventi speciali. Su tutti spicca il film di chiusura, Notti magiche di Paolo Virzì. Il film è ambientato durante Italia ‘90, nella notte in cui la Nazionale venne eliminata ai rigori dall’Argentina. Un noto produttore cinematografico viene trovato morto nel Tevere. I principali sospettati sono tre giovani aspiranti sceneggiatori... Oltre agli eventi, la Festa, ormai da tradizione, dedica uno spazio denominato Tutti ne parlano a quei titoli che arrivano all’Auditorium dopo un sorprendente esordio internazionale. Uno di questi è La diseducazione di Cameron Post, di Desiree Akhavan, con Chloë Grace Moretz. Ambientato in Montana, ha per protagonista la giovane Camero, la quale, sorpresa a scambiarsi effusioni con un’altra ragazza, viene spedita in un centro religioso per essere “guarita” dall’omosessualità. Ma Cameron non ci sta e con altri ragazzi crea una comunità capace di riaffermare la propria identità. Parla di “cura” dell’omosessualità anche Boy Erased di Joel Edgerton, con Lucas Hedges e Ni-

n n n di Irene Sofi

cole Kidman. Jared, figlio di un pastore battista, dopo aver rivelato ai genitori di essere gay, viene invitato a sottoporsi a una terapia di rieducazione sessuale. Lui, nonostante i dubbi, accetta. Il film è ispirato a una storia vera. An Elephant Sitting Still del cinese Hu Bo è la storia del viaggio di uno strano trio, un sessantenne e due adolescenti, attraverso la Cina

per raggiungere un mitico elefante che passa il tempo seduto. Morto tra una settimana… o ti ridiamo i soldi, con Tom Wilkinson, infine, racconta la storia di un giovane scrittore che dopo aver ingaggiato un killer per farsi ammazzare vorrebbe rescindere il contratto: ma è troppo tardi, il sicario vuole comunque portare a termine il suo lavoro. nnn

Sopra: una scena di Notti magiche. Qui accanto, da sinistra: Morto tra una settimana... o ti ridiamo i soldi e La diseducazione d Cameron Post

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Dopo aver presieduto il Festival di Cannes, Cate Blanchett è a Roma per presentare il suo ultimo film, Il mistero della casa del tempo, e per un attesissimo incontro ravvicinato n n n di Stefano Salvatori

Le stelle del cinema mondiale

brillano nel cielo di Roma F In alto: Cate Blanchett. Sotto, da sinistra: Alice Rohrwacher, Giuseppe Tornatore, Sigourney Weaver, Martin Scorsese, Alba Rorhwacher, Jonathan Safran Foer

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iore all’occhiello della manifestazione, soprattutto da quando il direttore artistico è Antonio Monda, gli Incontri ravvicinati sono l’anima della Festa di Roma, quelli che più di ogni altra cosa riescono a muovere masse di fan e di appassionati. Una delle star più attese in questo contesto è senza dubbio Cate Blanchett, interprete intensa e raffinata, due volte premio Oscar per i suoi ruoli in Blue Jasmine di Woody Allen e The Aviator di Martin Scorsese. A proposito di quest’ultimo, sarà protagonista di un incontro, durante il quale riceverà, dalle

mani di Paolo Taviani, il Premio alla carriera assegnato quest’anno dalla Festa del Cinema. Il regista newyorkese ripercorrerà la sua carriera cinquantennale e mostrerà alcune sequenze dei nove film italiani da lui più amati. Un altro Premio alla carriera è stato assegnato quest’anno ed è quello a Isabelle Huppert per il suo talento e la sua versatilità. L’attrice parigina, che sarà anche protagonista di un incontro ravvicinato con il pubblico, riceverà il riconoscimento alla carriera dalle mani di Toni Servillo. Con le sue magnifiche interpretazioni Sigourney Weaver ha sa-

puto affermarsi attraverso un’immagine di donna determinata e risoluta, in grado di costruire personaggi caratterizzati da un’energia e una freschezza insolite nel panorama hollywoodiano. Dotata di un’indubbia presenza scenica, notevole carisma ed elevata dose di fascino, l’attrice sarà protagonista di un incontro ravvicinato, durante il quale ripercorrerà la sua brillante carriera. Le due sorelle Alba e Alice Rohrwacher, la prima attrice, la seconda regista e sceneggiatrice, infine, saranno protagoniste dell’incontro nella giornata di chiusura della Festa. nnn


Fra retrospettive riflessi, restauri e omaggi

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ue le retrospettive, curate da Mario Sesti, di questa edizione della Festa, che celebra un grande maestro troppo trascurato come Maurice Pialat, a un genio comico (e non solo) come Peter Sellers, al quale è dedicato anche il poster ufficiale. Sono tanti poi gli omaggi, in alcuni casi dedicati ad artisti in attività, come Adriana Asti e Flavio Bucci, in altri a coloro che purtroppo ci hanno lasciato. Da poco, come Carlo Vanzina, Nelson Pereira Dos Santos, Claude Lanzmann, Milos Forman, Ermanno Olmi e Vittorio Taviani. Da tempo, come Vittorio Gassmann e Marcello Mastroianni. I restauri sono diversi, di film più o meno datati. L’amore molesto di Mario Martone, Italiani brava gente di Giuseppe De Santis, San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani e Il tempo si è fermato di Ermanno Olmi sono i titoli in rassegna. Lo spazio Riflessi, infine, è occupato da una dozzina di medio e lungometraggi, dei quali solo uno è di finzione, Tre quartine e un addio di Fariborz Kamkari. Gli altri sono tutti documentari incentrati su argomenti vari. Tra gli autori presenti Gianfrancesco Lazotti, Giovanna Gagliardo e Silvio Soldini. nnn

Da Hollywood Party con Peters Sellers a 8 1/2 con Marcello Mastroianni, passando per Il sorpasso con Vittorio Gassman i classici non deludono mai n n n di I.S.

Dall’alto, da sinistra: 8 1/2, Hollywood Party, Il sorpasso. Qui sotto: Flavio Bucci

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n n n di Stefano Salvatori

Alice nella città

Film per giovani adulti Da sempre attenta all’universo che ruota intorno alle nuove generazioni, la sezione parallela della Festa di Roma presenta un programma di anteprime assolute

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ndici film in concorso Young Adult, 10 in Alice Panorama, film Panorama Italia e cortometraggi, film fuori concorso, eventi speciali e serie questi i numeri di Alice nella Città, rassegna giunta alla sedicesima edizione realizzata dalle giovani generazioni e a queste rivolta. Sezione autonoma e parallela della Festa di Roma, diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale la To n Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del Mi act, del Comune di Roma. noltre, all’evento collaborano Timvision, che qui porta anche dei suoi lavori v. bo e la Roma azio Film Commission.

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legami di sangue sono uno dei temi che attraversano la selezione . il caso di The Elephant and the Butterfly, secondo lungometraggio della regista Amélie van Elmbt, prodotto dai fratelli Dardenne con la produzione esecutiva di Martin Scorsese. l film mette in scena con grande delicatezza tutte le sfumature di tre giornate durante le quali una bambina si ricongiunge con il padre sconosciuto. Mentre il rapporto con l’assenza e con la morte, l’idea che muove Behold my Heart, opera seconda di Joshua Leonard prodotta e interpretata da Marisa Tomei. na discesa nell’inconscio di Marcus, interpretato dal talento assoluto di Charlie Plummer. n Ben Is Back, Peter Hedges


Eventi speciali

Ad Alice nella Città ritornano le serie tv

D In apertura: un dettaglio del manifesto della 16. edizione. Più in basso: Behold My Heart. Qui sopra, dall’alto in senso orario: Ben Is Back, Butterfly, Friday’s Child (Alice Panorama)

racconta le tensioni distruttive di un figlio legato alla dipendenza dalle droghe. Con suo figlio Lucas Hedges, uno dei talenti più limpidi del cinema internazionale e la straordinaria Julia Roberts, che ci regala una delle sue più convincenti interpretazioni. tto anni dopo Oranges and Sunshine, Jim Loach torna ad Alice con Measure of a Man, un coinvolgente film di formazione. temi del disagio familiare scorrono in Jellyfish, del regista James Gardner, mentre da sraele arriva Broken Mirrors di Imri Matalon e Aviad Givon, racconto di ribellione sulla crescita di un’adolescente, interpretata dalla sorprendente Shira Haas. For a Happy Life l’esordio di Salima Glamine e Dimitri Linder. Segue la storia d’amore clandestina di Amel, diciassettenne di origini algerine, con Mashir, anni, di origini pa istane. Costretti a nascondersi per potersi amare, scopriranno che la famiglia e la casa, possono esse-

re un luogo felice dove crescere e fare esperienza di felicità, ma da un momento all’altro possono diventare una gabbia. n tema che si collega all’analisi della natura umana che Jessica Barden, protagonista di The New Romantic ci svela nel film di Carly Stone. In Your Hands di Ludovic Bernard ci restituisce un classico racconto di formazione in cui la musica rappresenta l’unica vera alternativa a una realtà altrimenti insostenibile. l cinema italiano rappresentato in concorso da due film intensi, di qualità e caratterizzati da una grande libertà narrativa Fiore gemello di Laura Luchetti, sull’amicizia e sull’innocenza perduta e Butterfly di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, che ci propone la storia autentica di una vera famiglia, la cui più giovane figlia, a soli anni, la prima pugile donna italiana della storia a qualificarsi alle limpiadi. on resta che tuffarsi in sala. uona visione nnn

opo il successo della passata edizione, Alice conferma il suo sguardo sul racconto seriale legato alle nuove generazioni. Un genere ormai dotato di una dignità comparabile a quella cinematografica. Kidding è la nuova serie Showtime, presto in Italia su Sky Atlantic, in cui Jim Carrey (foto sopra), diretto ancora una volta da Michel Gondry, interpreta una star della televisione per bambini colpito da una grave tragedia familiare. Quando la sua famiglia – composta da moglie, due figli maschi, padre e sorella – comincia a implodere, Jeff “Mr. Pickles” perde lentamente la sua sanità mentale, in modo esilarante quanto commovente. Fra le tre produzioni Timvision presenti ad Alice spicca la seconda stagione di Skam Italia (foto sotto) la rivoluzionaria serie attesissima dai ragazzi. Dialogheranno con il pubblico il regista Ludovico Bessegato e alcuni attori del cast e verranno inoltre proiettate alcune clip in anteprima esclusiva. Il protagonista della seconda stagione è Martino che troverà il coraggio di vivere la propria omosessualità attraverso una romantica storia d’amore con un ragazzo conosciuto a scuola.

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Se butta?! Riflessioni in bilico su un cornicione

Una scenografia essenziale e un’inquadratura fissa per raccontare la confusione esistenziale di un uomo. Una serie originale in concorso al Roma Web Fest 2018 n n n di Luigi Aversa Sopra: Alessandro Franco Smeraldi, il protagonista, sul cornicione, con Luigina Smerilli e Arnaldo Firmani, i genitori. Sotto: altre tre immagini della web serie

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olo dopo essere andati in stampa conosceremo i finalisti del Roma Web Fest 2018, manifestazione diretta da Janet De Nardis, giunta alla sesta edizione. Fra i titoli che si sono presentati per essere selezionati, ci ha colpito uno in particolare, Se butta?!, una web serie comica in bianco e nero scritta da Enrico Ippoliti, Aldo Tota e Sergio Suozzi e diretta da quest’ultimo. È la storia del trentenne Paolo che un bel mattino d’estate, di punto in bianco e chissà per quale motivo, decide di scavalcare il davanzale della finestra della casa

in cui vive con la madre, il padre e il fratello minore e di salire sul cornicione del palazzo. Cosa ha spinto Paolo a compiere questo folle gesto, che potrebbe pericolosamente trasformarsi in “insano gesto”? Gli è morto il gatto? Chissà. Lo ha lasciato la fidanzata Ilenia? Sì, ma è successo tanto tempo prima. Ha perso il lavoro? Forse non ne ha mai avuto uno… Ha litigato con i genitori per il possesso del telecomando? Può darsi, vista la smodata passione che il padre nutre per l’oggetto. Oppure Paolo forse è semplicemente stufo di fare il bravo ragazzo, ruolo che gli è stato cucito ad-

dosso sin da piccolo, e con questa botta da matto intende urlare al mondo il suo senso d’inadeguatezza. Per convincerlo a rientrare in casa, in tanti, con sempre meno convinzione e senza successo, fanno capolino dalla finestra. Nel corso delle varie puntate della serie, che dallo scorso febbraio ha debuttato in rete, su youtube e sulle varie piattaforme social, diverse altre domande sorgono spontanee, alle quali solo vedendo la serie fino in fondo si avranno, forse, delle risposte. Una su tutte: Chi è Brian? E soprattutto, chi va a prenderlo in aeroporto? nnn


Torino Film Festival Anteprima della rassegna in programma a novembre

La trentaseiesima edizione della manifestazione cinematografica torinese in programma dal 23 novembre al 1° dicembre è dedicata a una delle grandi dive del ventesimo secolo, Rita Hayworth, il cui centenario della nascita ricorre il 17 ottobre n n n di Luigi Aversa

Sopra: l’immagine del 36° TFF con Rita Hayworth. In basso, da sinistra: Ermanno Olmi, Scarpette rosse di Powell & Pressburger, Nanni Moretti

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re mesi dopo Venezia e un mese dopo Roma apre i battenti il Torino Film Festival, la terza rassegna cinematografica internazionale, in ordine di tempo, che si tiene in territorio italiano. In programma dal 23 novembre al 1° dicembre, la manifestazione, giunta alla tren-

taseiesima edizione, quest’anno si presenta con l’immagine di una delle grandi dive del XX secolo: Rita Hayworth, il cui centenario ricorre a ottobre. L’immagine è tratta da Non sei mai stata così bella, suo secondo film. “Rita più che Gilda; la ballerina vitale e agilissima che danzò con Fred Astaire e con Gene Kelly, più che la sirena sinuosa e pericolosa, simbolo della dark lady nell’immaginario collettivo”, dichiara Emanuela Martini, direttore del TFF. “Senza dimenticare Gilda, è soprattutto a questa Rita che il festival rende omaggio”. Riguardo al programma, è con-

fermato che in chiusura ci sarà Santiago, Italia di Nanni Moretti, regista molto legato al TFF, di cui è stato direttore una decina d’anni fa. Il film, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali d’epoca, racconta i mesi successivi al golpe dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo Allende e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime di Pinochet. A Powell & Pressburger e Jean Eustache sono dedicate le retrospettive e ci sarà un omaggio al regista Ermanno Olmi. n n n

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L’energico e coinvolgente Kirina ha aperto il 36° Romaeuropa festival. Fino al 25 novembre in rassegna nella Capitale il meglio delle performance teatrali e musicali internazionali

n n n di Luigi Aversa

L’Africa in scena In apertura: Kirina. Qui accanto: Angelique Kidjo. Sotto: Tango Glaciale Reloaded di Mario Martone

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on solo Festa di Roma. A ottobre e fino al 25 novembre, i teatri della Capitale ospitano il Romaeuropa festival, rassegna di teatro, musica e danza che propone il meglio della scena internazionale. L’apertura della manifestazione del 19 settembre scorso è stata potente ed entusiasmante. Sul palcoscenico del Teatro Argentina ha fatto irruzione l’energia di un intero continente. Kirina - opera africana firmata dal coreografo del Burkina Faso Serge-Aimé Coulibaly, con la collaborazione alle musiche della cantante del Mali Rokia Traoré e ai testi dello scrittore senegalese Felwine Sarr - è uno spettacolo che porta in scena l’essenza dell’Africa.

Fra mito, storia, leggenda e suggestioni contemporanee e attraverso l’armonica fusione di musica, danza e poesia, racconta la nascita dell’Impero Mandingo. Il titolo dello spettacolo si rifà proprio al nome della località dove si è svolta l’ultima battaglia da cui ha avuto origine l’impero e l’inizio di una storia africana radicata nel rispetto della dignità umana e caratterizzata da un lungo periodo di pace e prosperità. Da non perdere, nelle prossime settimane, Tango Glaciale Reloaded di Mario Martone e i concerti finali di Ryoji Ikeda e di Angelique Kidjo, con quest’ultima che rivisita alla sua maniera l’album dei Talking Heads Remain in Light. nnn



Cinema italiano Il viaggio in sala e nei festival delle produzioni indipendenti

Le nuove produzioni tricolori a basso budget - da A.N.I.M.A. a La sabbia negli occhi, da Caina a Pane dal cielo - volano ai festival, in sala e perfino sulle piattaforme streaming n n n di Francesco Ferri Qui sopra: una scena di A.N.I.M.A.. In basso, da sinistra: Caina, Pane dal cielo, La sabbia negli occhi

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entre il cinema nazionale e internazionale cerca di farsi notare combattendo le molteplici battaglie di questa nostra nuova e complessa era, anche quello indipendente compie i suoi passi, animato da una bella energia e da un certo coraggio. Raccogliamo qua e là notizie e spigolature: piccoli grandi segni di un mondo in fermento. Notizie innanzi tutto da A.N.I.M.A. di Pino Ammendola e Rosario Montesanti - film con due brani della PFM e le musiche del compositore e pianista internazionale Alberto Pizzo, di cui abbiamo parlato diffusamente nel numero di settembre - che è pronto a decollare per le Giornate Professionali di Cinema di

Sorrento (21- 26 novembre). Incontri e anteprime per costruire il volo in sala di questo film distopico che racconta le conseguenze del non fare, male tanto e troppo diffuso della politica italiana. Novembre è anche il mese del Festival del Cinema italiano di Cardiff (dal 16 al 18), focus sui lavori più particolari, meno scontati del made in Italy. Tra i film in programma ci sarà Caina, opera prima cinematografica di un regista tutt’altro che esordiente, Stefano Amatucci, già noto al grande pubblico per aver firmato la regia di Un posto al sole. Dirige la sorella Luisa in un film terribile in cui immagina un mondo buio dove la protagonista di mestiere fa la trovacadaveri e in cui

i morti spiaggiati come balene sui nostri litorali sono ingrediente prezioso per il calcestruzzo. Streaming mon amour: Emera Film ha stretto un accordo con Cinemaf, grazie al quale approderà nel vasto universo dello streaming anche La sabbia negli occhi, il film di Alessandro Zizzo con Valentina Corti e Adelmo Togliani che racconta il dramma della Sindrome di Sjogren. Sarà poi sempre Emera Film a distribuire un altro film di forte significato sociale: Pane dal cielo, opera prima di Giovanni Bedeschi. Una fiaba densa di tenerezza che, nel raccontare la dolorosa condizione degli homeless, scrive il racconto di una particolarissima Buona Novella. nnn


Passione videoclip E noi lo vogliamo nei cinema! Nell’ambito del Biella Festival si è tenuto il Biella Festival Music Video dedicato ai prodotti audiovisivi che veicolano ormai da decenni i brani musicali. Ha vinto Simone Frulio con Battito di mano n n n di Francesco Ferri Qui sopra: Manuela Tamietti in un momento della premiazione. A sinistra, uno dei giurati, Marco Testoni. Sotto: altre immagini della cerimonia

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l videoclip: sarà questo il futuro della canzone d’autore? Ne è convinto Giorgio Pezzana, direttore artistico del Biella Festival che ha dato vita da tre anni al Biella Festival Music Video, costola della ventennale manifestazione dedicata a questo prodotto dell’audiovisuale. «Da tempo - come spesso ricorda Pezzana - siamo convinti che il futuro della canzone sia in rapporto con l’audiovideo: i dischi di oggi e di domani viaggiano sempre più su Youtube. E su questo rapporto vorremmo costruire un restyling dell’intero festival a partire ovviamente dalle edizioni future».

Videoclip che vive per tradizione sul web, ma che il Biella Festival vuole portare nelle sale cinematografiche. I video dei primi due classificati, infatti, saranno programmati nelle sale di Piemonte Cinema. E già sono aperte trattative per estendere la rete. A vincere questo appuntamento dedicato al magico incontro fra canzone e immagini è stato Simone Frulio con Battito di mano. Secondo classificato Adolfo Durante con Stella. Il premio Un’altra musica, assegnato dall’omonima rivista per l’originalità, è invece andato a Eloisa Atti, con la sua bellissima voce e

con il video d’animazione di Blue eyes blue. Menzione speciale, per la tenerezza e il valore sociale a Vita ad occhi aperti di Walter Piva. I finalisti erano otto. Oltre ai nomi già citati, c’erano: SupErba con Anestesia, Magar con Gratitudine, Southern System con Farewell, Torchio e Riservato con La perla nascosta, Nicole Stella con La bugia. In giuria, come tradizione, nomi di spicco del mondo della musica e dell’audiovideo: Maurizia Vaglio, Marco Testoni, Lucilla Corioni, Simone Zani, Erika Maya, Daniele Massimi. n n n

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Premio Carlo Bixio Giovani autori crescono n n n di Andrea Carli

La settima edizione del riconoscimento intitolato al compianto produttore è giunta all’ultimo atto. I tre i finalisti sono stati scelti da una giuria di esperti presieduta da Gabriella Campennì Bixio In apertura: immagini della manifestazione, il logo del Premio e una foto di Carlo Bixio. Sopra: Gabriella Campennì Bixio. Qui accanto: la presidente della giuria con Pippo Baudo nel 2016. Sotto: la stessa ancora con Baudo sul palco della premiazione 2016

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l Premio Carlo Bixio, promosso da Apt, Rai e Rti, nel 2018 giunge alla sua settima edizione, e anche quest’anno riceve il prestigioso riconoscimento della Medaglia del Presidente della Repubblica quale suo segno di rappresentanza. Il bando, varato l’11 maggio scorso, ha dato ai giovani autori (18/30 anni) quattro mesi per cimentarsi nella scrittura di un progetto di serialità senza limiti di genere, con qualità di internazionalizzazione, presentando la sceneggiatura pilota, il soggetto e il concept della serie. È la Rai, alternandosi di anno in anno con Mediaset, a mettere questa volta in palio i due premi: per la migliore sceneggiatura la possibilità di sottoscrivere un contratto di licenza della durata di 12 mesi a fronte di un corrispettivo di diecimila euro, e per il miglior concept la possibilità di sottoscrivere il contratto a fronte di cinquemila euro. A questi, come ormai da tradizione, si aggiunge

la targa Siae - Idea d’Autore, con il relativo premio di tremila euro, che verrà assegnata al progetto editoriale che più si sarà distinto per l’originalità dell’idea iniziale. Molti i lavori arrivati alla Segreteria del Premio e inoltrati alla Giuria, presieduta da Gabriella Campennì Bixio e composta da Leonardo Ferrara (Rai Fiction), Francesca Galiani (Fiction Mediaset), Ivan Cotroneo, Graziano Diana, Monica Rametta e Francesco Vicario. Dopo una prima fase di lettura individuale, la giuria si è riunita il 15 ottobre per emettere il verdetto che decreta come migliori i lavori: Bordello Chiaia di Laura Grimaldi e Pietro Seghetti; L’oro di Achille di Giuseppe Maria Martino, Elio Penna e Armando Francesco Serrano; Redemption di Matteo Ferri. Solo durante la premiazione, ospitata dal MIA il 20 ottobre, verranno svelati i premi assegnati a ciascun progetto. nnn


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