Cinecorriere Natale 2012

Page 1

cinema & fiction 2,00 €

Un Natale “Spaccatutto” con Ralph e la magia Disney Il 22° Courmayeur Noir in Festival

9 7 71827 1 95002

CINECORRIERE - ISSN 1827-195 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma 20004

Anno 64 numero 7 dicembre 2012

Ieri, Oggi, Domani Prima Edizione del Contest L’immagine del suono



Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore Responsabile Renato MARENGO r.marengo@cinecorriere.it Direttore Editoriale Andrea SPLENDORE a.splendore@cinecorriere.it Vicedirettore Maria Grazia DI MARIO mg.dimario@cinecorriere.it Hanno collaborato Luigi AVERSA, Chiara CARNA’, Giancarlo PASSARELLA Editore CDA srl Redazione Viale Liegi,7 00198 Roma info@servizieditorialicda.it Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De Schiavi 355 00171 Roma Tel. 06 89015166 Fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa Arti Grafiche Celori www.grafichecelori.com © Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzione sono riservati. L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.

sommario

www.cinecorriere.it

7 dicembre 2012

editoriale Perché le sale sono vuote? Che succede al nostro cinema? parte la crisi che costringe molte famiglie a scegliere tra una spesa più sostanziosa al supermercato e una serata al cinema (a proposito, ma non sarebbe meglio un prezzo molto più basso al botteghino e le sale molto più piene, magari di giovani, che verrebbero stimolati ad alternare qualche andata al pub con qualche film?), un’analisi molto attenta di Luigi Aversa sulla qualità e sulla fruibilità delle più recenti opere italiane presentate ai grandi Festival, si può leggere nelle pagine 10 e 11 di questo numero. Nel servizio di Aversa traspare comunque una stanchezza nei temi, nelle sceneggiature, sia nel cinema più impegnato, d’autore, sia nei tentativi mancati di riproporre un nuovo corso di “commedia all’italiana”, in pratica i nostri autori sembrano trovare difficoltà nel trovare i giusti equilibri tra impegno e piacevolezza, cosa che sta riuscendo sempre meglio, per esempio, al nuovo cinema inglese, fatto di storie semplici, popolari ma molto ben racconta-

A

te e interpretate. E a proposito di Festival, quest’accavallamento, che poi diventa sempre più una vera e propria guerra tra Venezia, Roma e Torino, promuove maggiormente i nostri nuovi film o ne soffoca sempre più la visibilità? Il tema è ugualmente affrontato da Luigi Aversa. In questo numero inoltre una panoramica dei film natalizi, tra cinema di animazione, che attrae sempre di più anche il pubblico adulto grazie a una tecnologia sempre più

Renato Marengo

La redazione augura a tutti

Buone

Feste

Un Natale “Spaccatutto” con Ralph e la magia Disney di Daria Ciotti

avanzata e all’utilizzo di voci celebri per doppiare i nuovi eroi virtuali, quindi qualche immancabile panettone ma anche molti film di qualità. Non potevano mancare le notizie sui vincitori dei corti del Contest Cinevox L’Immagine del Suono che dà ampio spazio ai nuovi talenti, ed uno uno sguardo a un festival di grande qualità per gli appassionati di thriller e di noir, il Courmayeur Noir in Festival diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, le cui scelte accurate, che spaziano nella cinematografia internazionale oltre che di casa, lasciano ben sperare per le sale. Buone Feste ma soprattutto buon cinema a tutti, sperando che il cinema, col “ritorno della politica”, possa ritrovare l’attenzione del Governo per la sopravvivenza di chi lavora nel settore, per la sopravvivenza e il rilancio di un nostro patrimonio culturale che ha dato vita, per anni, a una delle maggiori aziende del Made in Italy più apprezzato nel mondo.

4

Da Venezia a Torino passando per Roma. Il difficile cammino del cinema italiano di qualità di Luigi Aversa 10 Il 22° Courmayeur Noir in Festival nel segno di Alfred Hitchcock e Don Winslow di L.A. 12

La musica di Ieri e i giovani talenti di Oggi per il cinema di Domani di L.A.

16

I protagonisti Renato Marengo Franco Bixio di Chiara Carnà

18

Carlo ed io Gabriella Campennì Bixio ricorda il marito Carlo di Maria Grazia Di Mario

22

Il corto dei corti Nostos: Ulisse dei giorni nostri

25

Premio Medaglie d’Oro un successo annunciato

28 3


Un Natale “Spaccatutto” con Ralph e la magia Disney Speciale Cannes

di Daria Ciotti

4

he Natale sarebbe senza un film animato della Disney? E’ ormai radicata nell’immaginario di grandi e piccini la tradizione della “gita al cinema” il pomeriggio di Natale, dedicato alla visione del nuovo cartone di turno. E se in passato si impazziva per capolavori come Biancaneve o Cenerentola, e più recentemente per storie tecno-romantiche come Walle, non poteva mancare la “contaminazione” da parte del videogame, il nuovo trend in voga tra i più piccoli. La Disney l’ha pensata davvero in grande quest’anno, portando nelle sale Ralph Spaccatutto. Un gigante forzuto e

C

muscoloso, dal volto stranamente somigliante a quello di Lou Ferrigno (L’incredibile Hulk televisivo, ve lo ricordate?), è il personaggio principale della storia. Protagonista (anzi, antagonista) in un videogioco, Felix Aggiustatutto, dove è costretto da copione a spaccare, letteralmente, tutto ciò che il protagonista Felix costruisce, Ralph è stufo di essere un cattivo e decide di scappare dal videogame in cui è intrappolato per cercare nuove avventure e dimostrare di essere in grado di fare qualcosa di buono. Nel suo viaggio fra generazioni di videogame, Ralph incontra una serie di personaggi tra cui il Sergente Calhoun in Hero’s Duty, e l’esuberante Vanellope von Schweetz alla corsa di macchine caramellate di Sugar Rush, con cui potrebbe stringere la sua prima vera amicizia. Naturalmente, arriva il cattivo di turno, che minaccia tutti i videogiochi, e chi se non Ralph può salvare la situazione e dimostrare di essere capace anche lui di essere un eroe? Il film d’animazione presentato in anteprima a Roma il 13 novembre, Fuori Concorso nel programma di “Alice nella città”, sezione autonoma e pa7 dicembre 2012


rallela della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, sarà nelle sale italiane dal 20 dicembre distribuito da The Walt Disney Company Italia. Diretto da Rich Moore (I Simpson, Futurama), il film vanta un cast di voci che comprende quella del regista Paolo Virzì e del rugbista nazionale azzurro Sergio Parisse. Se sul fronte cartoon l’innovazione la fa da padrona, Natale 2012 è anche, cinematograficamente parlando, quello dell’amarcord. Dopo aver riproposto Ritorno al futuro ed E.T., nelle prime settimane di dicembre, e dopo l’avvento del cinepanettone che continua ad anticipare (Colpi di fulmine, di Neri Parenti, è in sala dal 13 dicembre), ecco tornare un classico della comicità Anni Ottanta: Eccezzziunale... veramente. Diretto da Carlo Vanzina, il film a episodi che ha lasciato Diego Abatantuono torna prepotente nelle sale a partire da mercoledì 19 dicembre per far divertire il pubblico ancora legato alle risate d’altri tempi. Questo Natale c’è spazio anche per il cinema d’autore, ovviamente. Con registi che tornano nelle sale nel periodo notoriamente più “caldo” dell’anno, almeno in quanto a spettatori, come Ang Lee, Robert Redford, Susanne Bier, che regalano nuovi capolavori della loro inventiva e fantasia. 7 dicembre 2012

Ang Lee, versatile e visionario, capace di spaziare dal film drammatico a quello sui supereroi fino ai film per ragazzi, si cimenta in un film tridimensionale intitolato Vita di Pi. Ambientato in quel di Pondicherry, in India, racconta della decisione del padre del protagonista Pi, proprietario di un giardino zoologico, di trasferire la sua attività in Canada e di portare con sé tutta la famiglia, sia quella umana che quella animale. Sfortunatamente, la nave dove viaggiano tutti insieme naufraga e Pi si trova, unico sopravvissuto della tragedia, su una scialuppa di salvataggio con una tigre del Bengala, decisamente non ammaestrata, con la quale deve “convivere” e riuscire a sopravvivere per toccare

5


la terra ferma. Tratto dal romanzo di Yann Martel, il film sarà nelle sale italiane a partire dal 20 dicembre diretto da Ang Lee e distribuito dalla 20th Century Fox. Robert Redford confeziona invece in un thriller, uno dei generi che meglio gli riescono da regista: si tratta di The Company You Keep - La regola del silenzio. Il regista attore (Redford compare nella pellicola) ha voluto al suo fianco Shia LaBeouf, ormai a tutti gli effetti una star consacrata di Hollywood, Julie Christie, Sam Elliott e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo di Neil Gordon, sceneggiato da Lem Dobbs e diretto appunto da Redford, il film racconta la storia della fuga di un padre single, costretto a lasciare la sua vita e la sua figlioletta, a causa di un giornalista che lo riconosce come ex attivista di Weather Underground ricercato per una rapina in banca finita male. Innocente, l’uomo entra in latitanza per dimostrare di non essere colpevole e deve viaggiare attraver-

6

so tutto il Paese per trovare le prove e scagionarsi. In sala dal 20 dicembre il film è targato 01 Distribution. La regista premio Oscar Susanne Bier si cimenta con la commedia romantica Love Is All You Need, ambientato tra la Danimarca e l’Italia (coprodotto dalla Lumière di Lionello Cerri). Protagonista il versatile Pierce Brosnan, il film si divide fra Copenhagen e la splendida Sorrento e vede protagoniste due famiglie, riunite per un matrimonio proprio nella cittadina italiana. La Bier si diverte ad esplorare l’universo che si nasconde dietro a due persone, il padre dello sposo e la madre della sposa, che si innamorano proprio in occasione dell’unione dei rispettivi figli. Entrambi liberi (lei ha appena scoperto che il marito la tradisce, lui è vedovo), vittime di una antipatia a prima vista, i due scoprono pian piano che forse rappresentato l’uno una seconda opportunità per l’altra di vivere una vita più bella e piena di amore e passione. Anche il film della Bier fa parte delle uscite del 20 dicembre ed è distribuito in Italia da Teodora Film. Patrice Leconte firma l’unica uscita dell’ultimo weekend dell’anno, il film d’animazione decisamente sopra le righe La bottega dei suicidi. Una comicità che solo i francesi possono avere nel realizzare un cartone animato (tratto dall’omonimo racconto di Jean Teulé) i cui protagonisti sono una coppia di coniugi che gestisce una bottega zeppa di “strumenti da suicidio”. Fedeli alla loro

missione, i due hanno chiamato i loro tre figli con i nomi di altrettanti personaggi famosi morti suicidi: Vincent (van Gogh), Marilyn (Monroe) e Alan (Mathison Turing). Sfortunatamente per loro, il terzo figlio sdirazza: è allegro, gioioso, tutto il contrario dei genitori e dei fratelli, tanto da mettere a dura prova la pazienza dei genitori e da causare loro una serie di avventure/disavventure decisamente esilaranti per lo spettatore. Inizio d’anno col botto con il nuovo film di Giuseppe Tornatore, che dal 1° gennaio arriva in sala con un film sull’amore e sull’arte dal titolo La migliore offerta. Protagonista il premio Oscar Geoffrey Rush (Shine), nei panni di un esperto d’arte geniale e conosciuto a livello mondiale, la cui vita sentimentale, fino a quel momento praticamente nulla, viene sconvolta da una donna misteriosa, che lo invita nella sua casa per una valutazione. Nel cast anche l’icona del cinema mondiale Donald Sutherland e il giovane Jim Sturgess, uno dei protagonisti di L’altra donna del re, sulla vita 7 dicembre 2012


di Anna Bolena. Prodotto in Italia, il film è distribuito dalla Warner Bros. E c’è ancora posto per Carlo Vanzina, stavolta in un inedito, in sala dal 3 gennaio con Mai stati uniti, la commedia realizzata con un cast che vanta Vincenzo Salemme, Ricky Memphis, Maurizio Mattioli, Ambra Angiolini e Anna Foglietta, sulla vita di cinque personaggi che all’improvviso scoprono di essere figli dello stesso padre. Costretti dallo sconosciuto e defunto genitore a viaggiare tutti insieme negli Usa per riportarne le ceneri in Arizona, i cinque personaggi troveranno il modo, nel loro strampalato viaggio, di conoscerti e apprezzarsi. Le avventure di Fiocco di Neve è la tenera avventura animata che vede protagonista un gorilla speciale, completamente bianco, l’unico al mondo, la cui vita è in pericolo quando decide di uscire dallo zoo in cui vive. E ancora si ride con Asterix e Obelix al servizio di Sua Maestà, diretto da Laurent Tirard e con Dany Boon, Gérard Depardieu e Catherine Deneuve nel cast. Stavolta Asterix e i suoi devono difendere un villaggio di Britanni dalle legioni di Giulio Cesare, che si ostina a voler conquistare la Britannia. Kathryn Bigelow, premio Oscar per The Hurt Locker, torna in sala con il racconto della caccia e della cattura di Osama Bin Laden fino alla 7 dicembre 2012

sua uccisione il 1° maggio 2011. Un progetto ambizioso dal titolo provvisorio Operazione Zero Dark Thirty in cui lavora anche Jessica Chastain. E sarà in sala anche il nuovo film americano di Gabriele Muccino che, dopo La ricerca della felicità, dirige Quello che so sull’amore, con Gerard Butler, Jessica Biel, Dennis Quaid, Catherine ZetaJones e Uma Thurman in una commedia romantica con un ex calciatore per protagonista che cerca in tutti i modi di ricostruire il rappor-

to col figlio. Decide allora di allenarne la squadra di calcio ma deve fare i conti con le mamme dei suoi compagni che tentano di sedurlo. Ed infine, arriva nelle sale il nuovo progetto di Tim Burton, Frankenweenie, una storia in stop motion ispirata alla “favola” di Frankenstein, che il regista sognava di mettere in scena da tempo. Per la prima volta dopo tanto tempo, non saranno Johnny Depp ed Helena Bonham-Carter i protagonisti ma Wynona Ryder e Martin Landau. nnn

7




Da Venezia a Torino passando per Roma di Luigi Aversa

Dai tre più importanti festival cinematografici della Penisola, tra una polemica e l’altra, escono diversi film di casa nostra. Ma che siano prodotti più o meno buoni conta relativamente. Tutti, quasi invariabilmente, in sala resistono poco e incassano meno

10

Orso d’Oro vinto a Berlino da Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani e il Grand Prix Speciale della Giuria che Reality di Matteo Garrone si è aggiudicato a Cannes avevano fatto sperare in una rinascita del cinema italiano. Invece, il botteghino non certo esaltante per la tragedia shakespeariana dei Taviani (candidata per l’Italia all’Oscar come miglior film straniero) e il box office appena più soddisfacente del nuovo lavoro del regista di Gomorra, hanno smorzato gli entusiasmi. Se la produzione è aumentata, la qualità è ancora lontana dai fasti del dopoguerra (Rossellini, De Sica, Visconti, Fellini), dalla stagione dei grandi autori degli Anni ’60 (Antonioni, Rosi, Pasolini) e anche dai maestri della commedia all’italiana (Comencini, Risi, Monicelli). All’estero, oltre agli intramontabili Bellocchio e Bertolucci (e i Taviani), i registi “da esportazione” sono solo tre: Moretti, Sorrentino e il già citato Garrone. Eppure i festival di cinema non mancano. Peccato che però il lavoro dei curatori sia inquinato da polemiche che si rinnovano di anno in anno. Il battibecco fra Venezia e Roma per la vicinanza delle date ha fatto sì che la chiusura del settimo Festival del Film che si è tenuto nella Capitale dal 9 al 17 novembre sia avvenuta appena una settimana prima dell’inizio del Torino Film Festival (23 novembre). Venezia 69 invece è partita il 29 agosto per concludersi l’8 settembre. Scongiurato quindi in partenza il pericolo che le grandi produzioni internazionali disertassero la Mostra preferendole le date romane. Il risultato che si è ottenuto però è stato lo schiacciamento di Roma su Torino. Il pubblico, però, in flessione a Roma, non ha tradito Tori-

L’

no, che ha registrato incassi soddisfacenti. Al di là delle polemiche e delle rivalità, ben vengano più festival. Per la salute del cinema. Molti film faticano a trovare canali distributivi e la vetrina di un festival può indurre i compratori a puntare su queste produzioni. A patto che ci sia un film market, naturalmente. I critici, dal canto loro, sostengono che il livello qualitativo scende perché ci si accontenta di pellicole mediocri per riempire le caselle vuote. L’affermazione non è priva di fondamento. Semmai, però, il problema è un altro. Di capolavori, non solo italiani, ormai è difficile vederne. Le uniche novità vanno ricercate nelle cinematografie ai margini. Per quanto riguarda il cinema italiano, non si può dire che questo non sia vivo ma il dominio culturale della tv ne ha influenzato le scelte e i contenuti. Di commedie corali, più o meno brillanti e sentimentali, ne esce una a settimana e soltanto qualcuna di queste si eleva sulle altre. Ma senza mai toccare vette emozionali importanti. Sintomatico è anche il materiale uscito dalle tre più importanti rassegne cine-

Da sinistra La bella addormentata di Marco Bellocchio; Reality di Matteo Garrone; Cosimo e Nicole di Francesco Amato

7 dicembre 2012


Cesare deve morire; Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi; Acciaio di Stefano Mordini; Il volto di un’altra di Pappi Corsicato

matografiche tricolori di cui sopra. A Venezia 69 in concorso c’erano tre film italiani e tranne per uno, È stato il figlio di Daniele Ciprì, che ha preso qualche premio minore, riconoscimenti importanti non sono arrivati. E il botteghino non ha brillato. Marco Bellocchio con il suo controverso e intenso Bella addormentata ha perso tra le polemiche e soltanto alla prima uscita nelle sale, forse sull’onda del clamore suscitato alla kermesse veneziana, ha avuto un discreto riscontro di pubblico. Poi, il film è finito nel dimenticatoio assieme anche al terzo film in concorso sulla Laguna, Un giorno speciale di Francesca Comencini. Erano interessanti, invece, nelle sezioni parallele Acciaio di Stefano Mordini (Giornate degli Autori) e Gli equilibristi di Ivano De Matteo (Orizzonti). Entrambi non hanno avuto comunque miglior fortuna in sala. Controcampo italiano, cancellato dal neodirettore della Mostra di Venezia Alberto Barbera, è ricomparso, col nome di Prospettive Italia, al Festival di Roma diretto da Marco Mueller. Cosimo e

Nicole di Francesco Amato, La scoperta dell’alba di Susanna Nicchiarelli, L’isola dell’angelo caduto di Carlo Lucarelli e Razza bastarda di Alessandro Gassmann i titoli più interessanti proiettati in questo spazio. Nessuno però sembra destinato a un grande futuro in sala. Ma è dal concorso che a Roma sono uscite le indicazioni più chiare circa il rapporto tra festival e impatto nelle sale. Avrebbe potuto giovare a E la chiamano estate il gran parlare che si è fatto intorno allo scandalo suscitato dalla pellicola. Invece, nonostante il premio alla regia per Paolo Franchi e quello alla migliore attrice per Isabella Ferrari e nonostante lo sbandierato erotismo di cui doveva trasudare il film, il risultato al botteghino è stato insufficiente. In concorso a Roma c’erano anche Il volto di un’altra di Pappi Corsicato e Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi. Mentre il primo è un esercizio di stile che conferma il gusto grottesco dell’autore, il secondo, Premio Speciale della Giuria, è un film vero, con attori veri. Tra furtarelli, risse,

amori negati, conflitti religiosi ed etnici racconta la settimana più importante della vita di Nader, sedicenne egiziano nato a Ostia. Una pellicola che merita assolutamente la visione, ma che purtroppo nelle sale è già sulla via della scomparsa. Anche a Torino, festival che si è appena concluso, il cinema italiano era presente in concorso con tre lungometraggi: Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo, Smettere di fumare fumando di Gipi e Su re di Giovanni Columbu. Titoli più sperimentali di quelli di Venezia e Roma, ma la rassegna del capoluogo piemontese è riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera. Difficile pensare che da qui provengano prodotti destinati al grande pubblico. Se la qualità non manca, quella che difetta in caso è proprio la fruibilità. Va sottolineato però che gli spettatori che affollano le sale della manifestazione torinese sono molto competenti, più motivati di quelli di altre rassegne e in costante crescita. Il pubblico giovanile evidentemente non ha paura dei nnn nuovi linguaggi.

il difficile cammino del cinema italiano di qualità 7 dicembre 2012

11


Il 22° Courmayeur Noir in Festival nel segno di Alfred Hitchcock e Don Winslow gli anni scorsi al Noir in Festival sono passati film come Il cuore nero di Paris Trout di Stephen Gyllenhaal e Triplo gioco di Peter Medak, Piccoli omicidi tra amici di Danny Boyle e Insoliti criminali di Kevin Spacey. Non certo titoli di cassetta, ma nemmeno prodotti di nicchia destinati solo ai cinefili. A differenza di altre rassegne cinematografiche, infatti, il Courmayeur Noir in Festival, la cui 22esima edizione quest’anno è in programma dal 10 al 16 dicembre, è una vetrina del meglio della produzione internazionale di genere noir e giallo. Tracce di cinema d’autore non mancano, ma lo spirito della manifestazione è divulgativo. L’obiettivo infatti, come ricordano i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, è quello di «proporre film e scrittori da far scoprire al pubblico». In questa edizione, spiccano due nomi. Il primo è quello di Alfred Hitchcock. Il film di Sacha Gervasi sulla “vita, le ossessioni, le donne di Hitchcock al tempo di Psycho”, con un Anthony Hopkins straordinariamente somigliante al maestro del brivido, ha il compito di aprire la rassegna. Il secondo nome, Don Winslow, cui va il Raymond Chandler Award, dà lustro a una sezione letteraria che già vanta importanti giallisti: da Lisa Ballantyne a Massimo Carlotto, da John Katzenbach a Massimo Lugli. Winslow è l’autore noir del momento negli Usa. Incensato da maestri come James Ellroy, è assiduamente corteggiato da Hollywood che già ha tratto il film Le belve dal suo romanzo omonimo e che a breve metterà su pellicola il capolavoro dello scrittore, L’inverno di Frankie Machine, i cui diritti sono stati acquistati da Bob De Niro.

N

Dal 10 al 16 dicembre la cittadina della Val d’Aosta ospita il tradizionale appuntamento con il cinema, la letteratura e la tv di genere noir e giallo. L’omaggio al maestro del brivido e l’incontro con lo scrittore de Le Belve sono due degli appuntamenti più attesi dell’intera manifestazione 12

di L.A.

Per quanto riguarda il piccolo schermo, grazie alla collaborazione con FoxCrime, nella sezione Tv Noir vengono presentate alcune fra le serie più amate e originali come Awake, Profiling, Criminal Minds e Dexter. Da non perdere l’appuntamento con Noi[r] & le Mafie, incontro condotto dal giornalista e scrittore Gaetano Savatteri che si svolge il 13 e 14 dicembre. In occasione del ventennale dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, due giornate vengono dedicate all’analisi del fenomeno mafioso. Tra i partecipanti all’incontro il Procuratore della direzione Antimafia, Pietro Grasso; il Vice-presidente di Confindustria Ivanhoe Lo Bello; lo sceneggiatore Andrea Purgatori; gli scrittori Marcello Fois e Patrick Fogli; il giornalista Maurizio Torrealta. Nella sezione principale del festival, il Concorso, sono stati selezionati 10 film. Questi si contendono il Leone Nero 2012, giudicati da una giuria composta dalle attrici Francesca Neri e Franziska Petri, dai registi Santiago Amigorena, Pippo Delbono e Jennifer Lynch. Tre film sono italiani. Breve storia di lunghi tradimenti di Davide Marengo è tratto dall’omonimo romanzo di Tullio Avoledo con un cast composto, fra gli altri, da Guido Caprino, Carolina Crescentini, Maya Sansa e Philippe Leroy. Marengo è un giovane cineasta che frequenta sovente i territori del noir. Fra i suoi precedenti lavori ci sono la commedia gialla Notturno Bus, i film tv Lit7 dicembre 2012


Dieci i film in concorso, di cui tre italiani: Breve storia di lunghi tradimenti di Davide Marengo, Tulpa di Federico Zampaglione e L’innocenza di Clara di Toni D’Angelo. Il 13 e il 14 dicembre appuntamento con il convegno Noi(r) e le Mafie tle Dream, tratto dall’omonimo racconto di Massimo Carlotto, e Neve sporca, dal racconto di Giancarlo De Cataldo, presentato due anni fa sempre qui a Courmayeur. Tre opere dalla forte impronta personale, caratterizzate da una sottile vena ironica che del resto si ritrova anche nella popolare serie tv poliziesca Il commissario Manara, fra le fiction italiane più vendute all’estero, di cui Marengo è autore per Raiuno. Pende più sul versante dell’horror che del noir il secondo film italiano in concorso. Si tratta dell’atteso Tulpa di Federico Zampaglione. Già passato con successo al FrightFest di Londra, è il terzo film del cantante dei Tiromancino dopo l’interessante Nero bifamiliare e il mediocre Shadow. All’estero hanno gridato al capolavoro. Incuriosisce anche la terza pellicola tricolore, L’innocenza di Clara di Toni D’Angelo. Interpretata da Chiara Conti, Alberto Gimignani e Luca Lionello, è una storia noir ambientata nel mondo delle cave di marmo nei pressi di Carrara, un universo chiuso e maschilista in cui la presenza di una donna giovane e seducente può diventare esplosiva. D’Angelo è atteso alla prova di questo secondo film dopo l’esordio 7 dicembre 2012

interessante con il road movie Una notte. Tra gli altri film in concorso, c’è il francese 38 témoins di Lucas Belvaux, giallo psicologico che racconta il colpevole e misterioso silenzio che avvolge un crimine, al quale hanno assistito 38 persone senza fare nulla per impedirlo. C’è poi The Hypnotist, l’ultimo lavoro dello svedese Lasse Hallstrom, tornato a girare in patria dopo le esperienze hollywoodiane e per la prima volta alle prese con un noir. Al centro della vicenda c’è un adolescente la cui famiglia è stata sterminata. Il ragazzo, vivo per miracolo, non può essere interrogato in maniera convenzionale. Viene allora chiamato un ipnotista che riesce ad addentrarsi negli angoli più oscuri del subconscio del giovane. Sarà un’esperienza difficile da dimenticare. Berberian Sound Studio del britannico Peter Strickland; La traversée, pellicola franco-belga-lussemburghese di Jérome Cournuau; l’argentino Los salvajes di Alejandro Fadel, l’inglese Turisti di Ben Wheatley e Unit 7 dello spagnolo Alberto Rodriguez completano il quadro del concorso. Nella sezione parallela Doc Noir Concorso, dedicata ai documentari di genere

noir, cinque film in rassegna di cui soltanto uno non italiano, lo statunitense The Man Nobody Knew di Carl Colby. Fuori Concorso, invece, oltre al già citato Hitchcock, da segnalare Cose cattive di Simone Gandolfo e soprattutto La regola del silenzio (The Company You Keep) di e con Robert Redford, singolare thriller nel quale un ex attivista radicale, oggi tranquillo avvocato nonché padre single, si vede crollare il mondo addosso quando un giovane cronista scopre che su di lui pende un’accusa di omicidio risalente a trent’anni prima. Infine, una sorpresa: Roman Polanski presenta A Therapy, cortometraggio d’autore sulla duplicità dell’animo nnn umano.

13




La musica di Ieri e i giovani talenti di Oggi

per il cinema di Domani

Una serata da incorniciare quella del 21 novembre alla Casa del Cinema di Roma. In una sala gremitissima sono stati consegnati i premi della Prima edizione del Contest L’immagine del Suono 16

di Luigi Aversa on la serata di gala di mercoledì 21 novembre, intitolata Ieri, Oggi, Domani, si è chiusa la Prima Edizione del Contest L’immagine del suono. Bilancio finale: un grande successo, sotto tutti i punti di vista. A cominciare proprio dalla fine. La Casa del Cinema di Roma si è rivelata infatti troppo piccola per contenere la folla che si è presentata all’appuntamento.

C

I premiati In tanti volevano assistere alla cerimonia, presentata da Franco Bixio e Renato Marengo, presidente e direttore artistico del Contest, con la collaborazione di Giancarlo Passarella, vicepresidente della giuria, iniziata per questo motivo con un po’ di ritardo, ma anche per il protrarsi dei lavori dei 31 componenti della giuria di esperti presieduta da Italo Moscati, fino all’ultimo impegnati nel discutere i dettagli dell’assegnazione dei riconoscimenti. Solo per quanto riguarda il primo premio il giudizio è stato quasi unanime, molto più circostanziata invece la discussione sugli altri. Alla fine a trionfare è stato La Marcia degli accattoni di Loreto Valente e Mauro Zinghini, premiato come miglior film e per il gruppo degli attori. A Full Moon di Valentina Dalmonte sono invece andati il premio per la miglior regia e quello per la fotografia e le immagini. Menzione speciale per quest’ultima categoria anche ad Aspetto ancora un giorno di Silvia Maione. Per la migliore sceneggiatura, infine, è stato designato Il peso dell’abuso di Alberto Barone, Diego Gallon e Gaia Barison. A questi trofei si sono aggiunti poi diversi altri contributi, offerti da alcuni 7 dicembre 2012


dei partner del concorso. Così, gli autori del corto vincitore hanno ritirato alla presenza di Filippo Ungaro di Save The Children, un assegno di tremila euro, offerti da Cinevox Record, per realizzare un video per una delle campagne dell’associazione. Inoltre, i vincitori hanno ricevuto il premio Una settimana sul set, offerto dalla Lotus Production, che prevede uno stage di regia in un film in produzione e una targa speciale offerta dal Golfo dei Poeti Film Festival. La Scuola Magma Lab di Teo Bellia, infine, ha premiato il cast artistico del corto offrendo un corso di doppiaggio e recitazione. Anche per Full Moon sono arrivati altri riconoscimenti. L’Accademia Griffith di Roma ha offerto un corso di perfezionamento Regia tra immagine e suono, mentre Vania Traxler Protti ha assegnato al film il premio Un corto per il cinema: Full Moon sarà quindi proiettato nelle sale cinematografiche, in associazione a un film della Archibald. Il corto di Valentina Dalmonte ha anche vinto il Premio Backstage della Publispei. Quest’ultima, poi, ha voluto assegnare un premio speciale backstage a Silvia Maione di Aspetto ancora un giorno. Infine, i vincitori del premio per la migliore sceneggiatura (Il peso dell’abuso) hanno ottenuto la possibilità di frequentare gli stage di sceneggiatura curati da Paolo Logli e Alessandro Pondi presso le Officine Farneto. Un altro partner del Contest, CinemadaMare, ha offerto a tutti i finalisti un corso di perfezionamento nell’ambito della sua manifestazione itinerante per l’edizione 2012/13, oltre alla possibilità di proiettare i corti finalisti de L’Immagine del Suono nello spazio che CinemadaMare allestirà a Venezia nel corso della Mostra 2013. Una concreta opportunità di promozione per questi giovani registi viene anche offerta da Rai Uno, che trasmetterà il corto vincitore all’interno di Sabato Club, e da Rai News 24 e Coming Soon che, oltre a mettere in onda sui loro canali i video premiati, dedicheranno appositi servizi al Contest e ai suoi protagonisti. Obiettivo raggiunto e promesse mantenute A conclusione di questa prima edizione, Bixio e Marengo non possono che dirsi soddisfatti. Il Contest, nato da una loro felice intuizione, è cresciuto giorno dopo giorno. La promessa di aprire le 7 dicembre 2012

porte del cinema ai cineasti in erba dotati di idee ed energie creative ma privi di occasioni è stata mantenuta due volte. La prima nel corso della giornata-evento tenutasi presso le Officine Farneto durante la quale i partecipanti hanno avuto la possibilità di incontrare “face to face” professionisti di ogni settore cinematografico. La seconda in occasione della serata finale, con la cascata di premi e di opportunità di perfezionamento professionale offerta ai vincitori. Ieri, Oggi, Domani La serata di gala, presentata dal trio Marengo-Bixio-Passarella, è stata anche l’occasione di raccontare passato, presente e futuro dell’etichetta Cinevox. Futuro rappresentato dai giovani del concorso e dai nuovi progetti della Cinevox, per i quali i musicisti e i responsabili delle varie produzioni hanno ricevuto uno speciale Cd d’oro Cinevox. Questo è stato assegnato al musicista Maxi Trusso, al regista Umberto Carteni e al produttore Beppe Caschetto per il film Studio illegale; al regista Giampiero Caira e al musicista Vito Lo Re per il film Lacrime di San Lorenzo; a Verdiana Bixio, Car-

17


I protag i questa avventura porto nel cuore le emozioni e soddisfazioni di cui soprattutto i più giovani hanno fatto un meritato bottino. Mi riferisco in particolare al cortometraggio in gara Full Moon, che mi ha molto divertito; ha fatto incetta di premi... Il merito di questo, di certo, va in parte all’ironia vincente con cui i giovani autori hanno giocato, scegliendo di puntare sulla sdrammatizzazione dei ‘mostri’ sulle note da brivido dei Goblin. Un’idea brillante sostenuta da un bel lavoro di squadra ad opera degli allievi della Scuola Romana di Cinema. L’opera vincitrice, La marcia degli accattoni, ha invece coronato l’impegno di un gruppo di persone cariche di entusiasmo, riuscite a realizzare un breve film simpatico, gradevole e arguto, con un tema, quale la circolazione della moneta, molto attuale. Il corto si è aggiudicato anche il premio per il miglior attore e attrice, dunque la Scuola di doppiaggio di Teo Bellia ha concesso un corso di recitazione non, come previsto, a un singolo interprete, ma all’intero cast! Sono soddisfatto e sorpreso anche della grande adesione alla Serata di Gala conclusiva del Contest, di importanti nomi del mondo dello spettacolo. Ringrazio Christian De Sica, Pippo Baudo, Paolo Conticini, Milena Vukotic, Gabriele Cirilli, Emanuela Grimalda e tutti gli altri personaggi che sono intervenuti. È per me un ulteriore motivo di orgoglio che i partecipanti al Contest “L’immagine del Suono” abbiano potuto godere della presenza di questi esponenti del grande e piccolo schermo a conferma che, nonostante la crisi, per i giovani artisti del cinema un futuro è ancora possibile. È alla luce di questo che Franco Bixio, io e tutto lo staff del Contest ci siamo attivati. Ascoltare le colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema in primis e anche della Cinevox Record in un contesto differente da quello di origine, e abbinate ad immagini così diverse da quelle per cui quelle note sono state composte e consacrate, ha dimostrato che la musica, se dotata di autonomia e composta in maniera sentita e da musicisti in gamba, può sottolineare e valorizzare qualsiasi tipo d’immagine. Ma il vero successo dell’iniziativa è l’intelligente uso di questa in una situazione come quella creata da “L’immagine del Suono”. Al di là dei premi ufficiali assegnati stasera, il vero vincitore del Contest è nnn il futuro».

«D lo

In alto. Consegna della targa Premio Backstage “menzione speciale” a Silvia Maione, autrice del corto Aspetto ancora un giorno, assegnata dalla Publispei

Principini, Gabriella Bixio, Benedetta Fabbri per la fiction Un medico in famiglia e ad Andrea Guerra, per la colonna sonora e a Giulia Luzi, Emiliano Palmieri e Anna Muscionico per la sigla della stessa (in sala erano presenti anche alcuni esponenti del cast della serie: Milena Vukotic, Gabriele Cirilli, Paolo Conticini, Emanuela Grimalda). Il Cd d’oro è andato anche al regista Davide Marengo, al musicista Massimo Nunzi e al produttore Sandro Silvestri per il film Breve storia di lunghi tradimenti; al compositore Stelvio Cipriani, agli sceneggiatori Paolo Logli, Alessandro Pondi, Peter Exacoustos, al regista Lodovico Gasparini, al produttore Guido Lombardo e alla responsabile di Rai Fiction Paola Masini per la serie tv Trilussa. Infine sono stati premiati anche il responsabile della distribuzione per Cinevox Record Pasquale Izzo e Leopoldo Lombardi, Presidente A.F.I. All’evento poi hanno presenziato altri personaggi del mondo dello spettacolo, professionisti della tv e giornalisti: da Christian De Sica a Pippo Baudo, dal compositore Vince Tempera al capostruttura di Rai Uno Fiction Ivan Carlei a Gina Nieri, Vice Presidente RTI. Arrivederci alla seconda edizione A fine serata, Marengo e Bixio hanno annunciato la seconda edizione de L’immagine del suono, con una novità, Risate sonore, sezione dedicata a minicortometraggi senza parole. Naturalmente, i giovani partecipanti potranno sempre contare sull’ausilio delle musiche Cinevox. Arrivederci, quindi, a febbraio 2013 nnn per il lancio del nuovo contest.

18

Renato Marengo

7 dicembre 2012


gonisti di Chiara Carnà

Il vincitore LA MARCIA DEGLI ACCATTONI Cast Mariangela Coppola e Brian Polia «La nostra indimenticabile, imprevedibile e meravigliosa avventura con il Contest è cominciata mesi fa. È stato un bellissimo lavoro d’insieme. Ne La marcia degli accattoni interpretiamo Mary, la prostituta, e il suo cliente Tony, il barista. Entrambi recitiamo da molto tempo, siamo amici di quasi tutto il resto del gruppo e siamo una coppia anche dietro le quinte!».

I registi Loreto Valente e Mauro Zinghini

racciando un bilancio di questa meravigliosa esperienza, appena conclusa, mi soddisfa molto il pensiero di avere iniziato, e portato fino in fondo insieme a Renato Marengo, questo progetto con successo. L’idea innovativa che c’era alla base - mettere a disposizione di giovani filmmaker le più famose colonne sonore per i loro cortometraggi - ha ribaltato la procedura tradizionale del cinema per quanto concerne la sfera musicale. Di solito, la colonna sonora viene composta appositamente per un film mentre il procedimento inverso, motore del Contest “L’immagine del Suono”, è decisamente più raro. Tuttavia, l’effetto è stato più che positivo; ascoltare quelle celebri note in un ambito così originale sanciva che la nostra è stata un’intuizione vincente. Vincitrice ‘morale’ del Contest è senza dubbio la creatività; lo sforzo per ideare un proprio lavoro su una traccia audio pre-impostata, per creare un racconto che ben si adattasse alla musica, è stato a dir poco notevole. Sono rimasto piuttosto sorpreso dal successo della serata finale del Contest; sono intervenuti personaggi di spicco - mi riferisco al buon numero di attori presenti in sala - che hanno arricchito il momento dedicato ai vincitori. Emozionante, per me, è stato ritrovarmi inaspettatamente a co-condurre lo spettacolo! Non sono esattamente incline a questo genere di attività, però è stato, al tempo stesso, insolito e piacevole. Mi dispiace sul serio, infine, per chi non è riuscito a entrare in sala... ma davvero, non ci saremmo mai aspettati una tale affluenza. Noi organizzatori per primi ci siamo trovati in difficoltà. È stato importante e significativo, per me, anche il sostegno di numerose personalità del mondo dello spettacolo, che mi hanno spronato a continuare e a insistere a puntare sui giovani aspiranti artigiani della settima arte. Replicheremo senz’altro l’esperimento in futuro, sperando di poter offrire sempre maggiori premi, prospettive e opportunità, ai ragazzi talentuosi». nnn

«T

Franco Bixio

7 dicembre 2012

Loreto «La marcia degli accattoni non è la nostra prima esperienza alla regia, né la prima volta che ci capitava di lavorare insieme. Ci siamo conosciuti sul lavoro, ho visto per caso un corto di Mauro e subito gli ho detto: “Alla prima occasione, dobbiamo girare qualcosa!”. È nato così un sodalizio, proficuo e stimolante, che va avanti già da qualche anno. Il lavoro per il Contest è partito dalla scelta dalla musica del grande Maestro Ennio Morricone. Abbiamo pensato a lungo e cercato l’ispirazione per una storia che si sposasse con quelle note, trovandola per casu su internet». Mauro «Tutti gli interpreti sono attori professionisti che umilmente ci hanno donato la loro bravura, il resto della troupe è stato rintracciato tramite amicizie e casting. Con la stessa squadra abbiamo partecipato per tre anni di fila al “48 Hours Film Project” perciò, quando si è trattato di girare La marcia degli accattoni, eravamo già un gruppo affiatato. E poi, si sa, squadra che vince non si cambia! Abbiamo girato il corto in circa 48 ore; siamo abituati a lavorare in questo modo e il nostro budget non ci consentiva di fare diversamente». Loreto «Dalle tempistiche serrate sono derivate le principali difficoltà incontrate nel corso delle riprese. Ad essere sinceri, ci aspettavamo qualche premio, forse la miglior sceneggiatura, ma di certo non quello principale! Non credevamo che avremmo ottenuto i fondi per realizzare il corto di Save the children!».

19




Carlo ed io

di Maria Grazia Di Mario

Gabriella Campennì Bixio ricorda il marito Carlo e la loro meravigliosa avventura durata 31 anni

i siamo conosciuti come in una favola: lui mi ha preso sottobraccio, io non sapevo chi fosse, lui non sapeva chi fossi, eravamo nella hall del Teatro Ariston di Sanremo, mi disse ‘andiamo a comprarci dei dolcini qui davanti’. Chissà, forse qualcuno gli aveva confidato che ero golosa, ma io scoprii che lui lo era più di me. Non sapevamo neppu-

«C

re i nostri nomi, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo iniziato il viaggio della nostra vita, insieme». Gabriella Campennì Bixio non riesce a nascondere l’emozione, il ricordo di Carlo Bixio, suo marito, il dolore per la scomparsa, sono ancora vivi. «Era il 1980 e io - racconta - ero una giornalista giovane e carina tanto che ‘volevano facessi tv’ ma ciò che io volevo era affermarmi solo per le mie capacità, amavo quello che facevo, scrivere e andare in radio, non mi interessava ‘apparire’. Sono sempre stata un po’ schiva, infatti seguivo i dietro le quinte del festival di Sanremo come programmista regista. Chissà, fu forse grazie anche a questo mio carattere che piacqui a Carlo. Lui invece un ciclone, ha travolto la mia vita: è stato un amore assoluto: insieme all’amore è iniziata anche l’avventura lavorativa nella società di produzione nella quale è entrato per poi diventarne l’anima. Il suo è stato un lavoro impegnativo ed io ben presto scelsi di abbandonare il giornalismo: per andare avanti uno dei due doveva fare dei passi indietro, ma ho avuto il suo amore che mi ha riempito la vita...».

C’è un proverbio che dice che dietro un grande uomo c’è una grande donna, è un esempio calzante per voi! Lei lo ha sempre affiancato dunque, anche nella professione. «Sì, ci sono stata sempre! La nostra è stata una meravigliosa avventura durata 31 anni, ci siamo voluti bene ogni giorno di più, siamo sempre andati d’accordo, tutte le nostre scelte sono state condivise. La conferma di questa unione co-

22

7 dicembre 2012


sì completa l’ho avuta quando, costretta dagli eventi a prendere il famoso timone in mano (con la gioia di proseguire ciò cui Carlo teneva), ho notato che i collaboratori erano stupiti nel capire che ero informata su tutto. Questa sua confidenza, fiducia, mi ha permesso di portare avanti i suoi progetti insieme alla nostra squadra. In questo anno e mezzo c’è stato molto lavoro da fare, mi ha sostenuto anche l’affetto dei nostri più cari amici, come Pippo Baudo. L’amicizia è una grandissima risorsa ed io mi sento molto fortunata. Del resto Carlo, oltre ad essere stato un grande produttore, era anche un gentiluomo, dunque so di essere circondata da amici sinceri e da tante persone che continuano a testimoniarmi la loro stima». Ed è proprio dalla stima e dall’affetto che nasce il Premio Carlo Bixio? «Certamente! E’ promosso da APT (Associazione Produttori televisivi), Rai e Mediaset ma l’idea è stata inizialmente del vicedirettore generale della Rai Antonio Marano, al quale sono molto riconoscente. Antonio è stato la prima persona a chiamarmi per dirmi ‘facciamo qualcosa per ricordare Carlo!’. Ringrazio anche il direttore della Fiction Mediaset Giancarlo Scheri il quale, venuto a conoscenza dell’iniziativa, mi ha detto ‘ci dobbiamo essere assolutamente anche noi di Mediaset!’. Non è stato facile, è ovvio, riuscire a creare un bando di concorso equilibrato: la soluzione scelta è che il Premio viene assegnato un anno dalla Rai e un anno da Mediaset. Abbiamo anche ottenuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Ministro Riccardi, Dipartimento della Gioventù, proprio perché puntiamo sui giovani, patrocini grazie ai quali, peraltro, ci è stato possibile ospitare i finalisti, venuti a Roma per la premiazione, veramente da tutta Italia. Ne sono onorata, ma di fatto sto raccogliendo il frutto di ciò che mio marito ha seminato». Anche il Premio Carlo Bixio punta sui giovani. «La scelta di puntare sui giovani è evidente e costante nella storia di mio marito (troppo lungo l’elenco dei giovani artisti ed attori che ha lanciato), così come quella di premiare le sceneggiature. In ufficio abbiamo sempre avuto stanze de7 dicembre 2012

dicate agli autori, una per il Medico in famiglia e una per i Cesaroni, amiamo far nascere queste sceneggiature, che in fondo consideriamo ‘figli’, dentro la nostra sede... in tanti sono nati, cresciuti e pasciuti con noi”. La sceneggiatura in Italia è spesso sottovalutata… «Invece per noi è fondamentale. Il Premio va proprio in questa direzione, vuole dare a dei giovani sceneggiatori sconosciuti delle reali possibilità, la certezza di partecipare ad un concorso serio. La giuria da me presieduta, e composta da grandi professionisti, come il neo direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, gli sceneggiatori Ivan Cotroneo e Sandro Petraglia, i registi Riccardo Milani e Francesco Vicario, e il Capo area di Fiction Mediaset Francesca Galiani, ha letto i lavori arrivati senza sapere nulla dei candidati, salvo che l’età era compresa tra i 18 e i 40 anni. Quest’anno il vincitore ha ricevuto un compenso di 15mila euro dalla Rai ed una opzione di otto mesi per la realizzazione della sceneggiatura di una lunga serie, proprio come quelle care a Carlo e che hanno caratterizzato la sua attività». I requisiti: ho letto che è fondamentale il valore artistico e culturale… «Intanto va detto che non ci aspettavamo di ricevere in così breve tempo oltre 70 lavori, i 5 arrivati in finale erano tutti molto buoni. Il requisito fondamen-

tale di selezione è stato quello dell’innovazione, ma anche il saper parlare ai sentimenti e la freschezza nel cogliere e descrivere la realtà in cui viviamo, e questo in onore di mio marito, della sua filosofia. Hanno vinto Davide Aicardi e Marco Renzi con Vlad e lo scudo elfico (My first life). La storia narra di un gruppo di adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ciascuno con le proprie difficoltà e problemi di relazione, e di un gioco virtuale online che rappresenta per ognuno di loro la possibilità di vivere una vita parallela. Il gioco si intreccia con la realtà di questi ragazzi, che dovranno poi capire qual’ è la vita vera».

foto di Studio Maggi, Andrea Veneri

Il momento più emozionante... «Quando, davanti all’Auditorium Parco della Musica, prima della cerimonia di premiazione, i ‘diversamente giovani’ (come dice Petraglia) cioè noi sette della giuria più i tre del comitato promotore (Chiara Sbarigia per l’APT, Bianca Pontillo per la Rai e Giancarlo Scheri per Mediaset) hanno incontrato i dieci finalisti. Abbiamo vissuto attraverso i loro occhi la gioia, l’emozione, la speranza per il futuro». L’APT ha avuto un ruolo fondamentale? «Direi di sì, Carlo ne è stato da sempre il vicepresidente, di fatto il grande animatore, portando avanti come una bandiera sia l’Associazione che il Roma Fiction Fest. Il suo sforzo è stato quello di favorire e sostenere la fiction e la pro-

23


I finalisti UN ANNO PASSA IN FRETTA di Alida Musumeci ASPETTARE PRIMA DI ANDARE A DORMIRE di Giancarlo Germino e Valentina Macaluso BOTTE BOTTE, STELLE STELLE di Dario Dellino e Valentina Silvestri IL VELO DI MAYA di Monica Elia, Davide Orsini e Vincenzo Sangiorgio VLAD E LO SCUDO ELFICO (MY FIRST LIFE) di Davide Aicardi e Marco Renzi

duzione indipendente, ci sono tanti festival del cinema ma una cosa bella, importante, che addirittura può cambiare il costume, è proprio la fiction».

Il vincitore VLAD E LO SCUDO ELFICO (MY FIRST LIFE) di Davide Aicardi e Marco Renzi

Un gruppo di adolescenti tra i 15 e i 19 anni, ciascuno con le proprie difficoltà e i propri problemi di relazione. Un gioco virtuale online che rappresenta per ognuno di loro la possibilità di vivere una seconda vita. In un incastro di rimandi fra realtà e finzione, My first life costruisce un ritratto convincente dei giovani d’oggi, con un impianto originale, sostenuto da dialoghi credibili e personaggi reali e sinceri.

Come nasce Publispei? «Mio marito all’inizio degli Anni Ottanta entrò in Publispei al 50% con Gianni Ravera, iniziò così il sodalizio tra questo ‘grande vecchio’ dello spettacolo e Carlo, uno dei giovani più lungimiranti di allora. Con mio marito, come le dicevo, ci siamo conosciuti nel febbraio dell’80, io collaboravo con la Rai, lui, già discografico ed editore affermato, muoveva i primi passi nella produzione e organizzazione di spettacoli, musicali e non. In qualsiasi ambito lavorativo in cui

Davide Aicardi e Marco Renzi vincitori della prima edizione con Vlad e lo scudo elfico

24

si sia cimentato Carlo ha ottenuto successo, all’inizio occupandosi di colonne sonore, per poi passare all’organizzazione di tante belle edizioni del Festival di Sanremo e di tanti programmi indimenticabili. Dopo la morte di Ravera proseguì l’attività con i figli, e proseguirono anche i successi fino ad arrivare agli Anni Novanta, alla fiction. C’è stato un periodo nel quale scelse di trasferirsi all’estero. In Spagna e Portogallo ha lavorato per la tv con dei format Publispei, in Portogallo ha avuto talmente audience che lo volevano trattenere...». In Spagna ha acquistato il format del Medico in famiglia? «Il Medico andava in onda sulla rete spagnola Telecinco. La sua abilità è stata sempre quella di ‘annusare’ le novità. Acquistò questo format quando nessuno ci credeva, lui invece ha investito, rischiando, da bravo imprenditore. La prima proposta fu fatta a Mediaset ma lo respinse, poi finalmente arrivò Sergio Silva, all’epoca direttore di Rai Fiction, che fu lungimirante e lo volle in prima serata». Dal Medico in poi la Publispei ha sterzato sulle fiction.. «Direi di sì, per una specie di nemesi sono arrivati i Cesaroni, serie che Carlo credeva di produrre per la Rai e che fu preferita da Mediaset, io ho avuto l’onore di produrre quella che sta andando in onda. Ho anche firmato il contratto per l’ottava edizione del Medico, che si sta girando ora, e che vede il ritorno di Banfi ed altre sorprese. Poi c’è stato il successo di Tutti pazzi per amore, che è l’innovazione nell’innovazione. Non dimentichiamo tante altre cose prodotte da Carlo, miniserie meravigliose, una per tutte Sissi, co-produzione internazionale nnn e campione di ascolti 2010». 7 dicembre 2012


Il corto dei corti

Nostos: Ulisse dei giorni nostri l corto dei corti, il più premiato della stagione, opera prima di Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis, ha avuto uno spazio importante anche all’interno del Contest L’Immagine del Suono perché vincitore del Festival Golfo dei Poeti gemellato con il Contest diretto dallo sceneggiatore Paolo Logli e organizzato da Emanuele Marini e Liana Ferrari, è stato tra i protagonisti del Face to Face, proiettato alle Officine Farneto, come autorevole esempio di professionalità ed originalità. Nostos di fatto è il viaggio di un moderno Ulisse verso la conquista di una propria rinascita come essere umano, individuo e parte di una comunità disgregata dalla guerra. Il corto ambientato durante l’8 settembre 1943 racconta in maniera originale, fondendo lato umano e vicende storiche, la storia di un soldato che il Governo ha mandato a combattere nel Nord Italia, ma che decide di abbandonare la guerra.

I

7 dicembre 5/6 ott.dic. 2012 2012

Durante il viaggio (una sorta di catarsi) incontrerà anche l’orrore che lui stesso ha provocato, ma potrà anche recuperare il lato vitale e sano dell’uomo. Dopo la vittoria come miglior corto assoluto (sia per la regia che per la sceneggiatura) al Golfo dei Poeti Film Festival, decretata da una giuria composta da personaggi come Roberto Danese, docente dell’Università di Urbino e critico cinematografico, Annamaria Monteverdi, docente accademia di Brera ed esperta di digital performance, Roberto Bocchi, attore, Renato Marengo, giornalista e produttore discografico, e Paolo Logli, sceneggiatore, dopo il Face to Face nelle Officine Farneto, il pluripremiato cortometraggio si è aggiudicato anche il Primo New Horizon international film festival di Teheran, organizzato dal governo Iraniano. Una soddisfazione per i giovani registi che vedono riconosciuto il loro lavoro anche all’estero. Un cortometraggio che gli esperti del settore giudicano «realizzato davvero bene, storico ma anche umano, valido simbolo del fatto che il cinema indipendente italiano non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni e anzi, a volte riesce a regalarci prodotti di maggiore spessore e profondità di quelli che si tronnn vano nelle sale ufficiali».

25




Premio Medaglie

d’Oro un successo annunciato Paolo e Alessio Collalunga: “Lavoriamo per il successo” n successo senza precedenti, diciamo pure un successo annunciato, quello che APS Advertising e l’Associazione Una Vita per il Cinema hanno messo a segno ancora una volta quest’anno, organizzando in modo impeccabile la trentatreesima edizione del Premio Medaglie d’Oro Una Vita per il Cinema che si è svolto il 19 ottobre nei saloni di Spazio Novecento a Roma. Ideato nel 1951 dal giornalista Alessandro Ferraù e raccolto dopo la sua scomparsa dalla figlia Elettra e dai nipoti Emanuele ed Alessandro Masini del Centro Studi di Cultura Promozione e Diffusione del Cinema, il Premio è stato affidato all’esperienza e alle grandi ca-

U

28

pacità organizzative di Paolo e Alessio Collalunga, rispettivamente Direttore Commerciale di APS Advertising e Presidente dell’Associazione Una Vita per il Cinema nonché CEO di APS Advertising. I due manager hanno messo insieme un team efficientissimo, coordinandone ogni singolo elemento e scegliendo via via gli strumenti più efficaci e idonei a costruire una manifestazione senza precedenti. A cominciare dalla location, individuata nel 2010 nella struttura Spazio Novecento che ha aperto la stagione con questo evento; poi, le accurate selezioni per i servizi di food & beverage, per l’allestimento delle sale, per la comunicazione articolata e a 360 gradi curata dalla VIC Communication. Ed ancora: la 7 dicembre 2012


Nelle foto Pino Insegno con la moglie, Simona Cavallari, Giuliano Montaldo e Vera Pescarolo Montaldo, Lina Wertmüller, Rocco Papaleo e Piera Degli Esposti

scelta dei trofei che accompagnano le storiche Medaglie d’Oro destinate alle maestranze. Le pregiate statuette Vittoria di Samotracia, le raffinate Penne d’Oro e d’Argento per i professionisti dell’informazione e delle pubbliche relazioni,le Targhe Speciali dell’Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi. Ogni oggetto è stato selezionato con gustoe con la massima attenzione. Il Premio 2012 ha visto un parterre di assoluta eccellenza nei saloni di Spazio Novecento: dal tre volte Premio Oscar Dante Ferretti ai grandi registi Giuliano Montaldo e Lina Wertmuller, attrici amate dal pubblico come Piera Degli Esposti, Simona Cavallari, Euridice Axen, Angela Melillo, Cristina Sebastianelli, Antonella Ponziani, Giulia Valentini, Miriam Cescon, attori importanti quali Pino Insegno, Rocco Papaleo, Orso Maria Guerrini, Andrea Roncato, Sergio Assisi, i Produttori 7 dicembre 2012

Maurizio Totti e Maurizio Amati, i Maestri Stelvio Cipriani e Umberto Scipione, la grande cantante ed oggi apprezzata attrice Katia Ricciarelli, il King of Paparazzi Rino Barillari, la famosa PR Tiziana Rocca, il mitico Enrico Lucherini, la cantante Noemi, per il K2 di Raiuno il produttore Mario Rossini e gli sceneggiatori Paolo Logli, Alessandro Pondi, Mauro Graiani, Riccardo Irrera, e le belle debuttanti Giulia Pasetto e Nayomi Andibuduge. Tutti personaggi contattati personalmente da Paolo e Alessio Collalunga, compito non facile dati gli innumerevoli impegni di cui ciascuno di loro è oberato. Assenti “giustificati” Carlo Verdone, che ha mandato uno splendido messaggio video, ed Ezio Greggio, al quale è stata assegnata una Vittoria di Samotracia presentata entusiasticamente durante la puntata di Striscia la Notizia di domeninnn ca 21 ottobre.

Pagina precedente. Rocco Papaleo e Euridice Axen

Riflettori puntati su Gabriella Barbuti Gabriella Barbuti, dopo gli ultimi importanti lavori come Una Buona Stagione di Fabio Jepchott, Rossella 2 di Carmine Elia, Un Matrimonio di Pupi Avati e Cesare Mori, il Prefetto di ferro di Giovanni Lepre, fiction in cui interpreta un ruolo molto drammatico, tornerà sul set per un nuovo interessantissimo progetto con una produzione internazionale.

29





Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.