cinema&fiction
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Anno 72 - numero 3/4 settembre 2019 - 2,00 €
SPECIALE
ITALIANI IN GARA Mario Martone, Pietro Marcello e Franco Maresco corrono per il Leone d’oro IN CONCORSO Grandi autori al Lido: da Polanski a Larrain, da Egoyan ad Assayas PREMI SPECIALI Leoni alla carriera a Julie Andrews e Pedro Almodovar
The Laundromat con Oldman e Banderas è uno dei tre film Netflix nella selezione Gli altri sono Marriage Story e The King
Venezia 76
Streaming in Laguna
Rivista illustrata di cinema e fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore editoriale Andrea SPLENDORE and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI s.salvatori1965@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia di Servizi Editoriali Piazza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Barbara Bianchi, Andrea Carli Eugenia Chierico, Francesco Ferri, Rodolfo Masi, Irene Sofi Editore MEMA SRLS Viale Parioli, 63 00197 Roma tel. 06 85353394 Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor De’ Schiavi, 355 00171 Roma tel. 06 89015166 fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa L’Istantanea srl Via Merulana, 213-214 00185 Roma © Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzione sono riservati. L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.
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editoriale
Mostra di Venezia 76
Solo grande cinema
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uando possiamo lo facciamo sempre il cartaceo di Cinecorriere: lascia traccia, ci piace toccarlo e farlo toccare ai nostri lettori, oltre che leggerlo, come ogni giorno, sul web. Lo facciamo in occasione di festival come Cannes, Roma, Venezia, dove lo distribuiamo al pubblico e agli addetti ai lavori. Eccoci dunque con questo numero speciale in occasione della 76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Che oltre alle maggiori novità e anteprime internazionali dedica uno spazio importante al cinema italiano, che quest’anno ospita tre attesi film in concorso, due ambientati a Napoli, città in continuo fermento e pure costantemente bisognosa di attenzione e voglia di cambiamento. Il primo titolo, Il sindaco del rione Sanità, è un adattamento di Mario Martone del suo spettacolo teatrale, dal celebre omonimo testo di Eduardo De Filippo. Il secondo, Martin Eden di Pietro Marcello, è affidato a un attore sempre più apprezzato da pubblico e critica, Luca Marinelli, per una storia liberamente adattata dal romanzo di Jack London e spostata a Napoli. Il terzo film italiano in concorso
sommario VENEZIA 76 La Selezione ufficiale di Eugenia Chierico
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Laura Delli Colli e il Soundtrack Stars di Renato Marengo 6 Gli italiani al Lido di Luigi Aversa
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Streaming in Laguna di Luigi Aversa
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Orizzonti di Rodolfo Masi
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Giornate degli Autori di Andrea Carli
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Settimana della Critica di Irene Sofi
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Classici e B-movies di Stefano Salvatori
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è di Franco Maresco, il grottesco La mafia non è più quella di una volta, con cui lo stravagante autore non smette mai di stupire affrontando sempre con critica sagace problemi endemici sulla vivibilità della nostra Italia, con scenari e racconti ai limiti del surreale. In questo numero, poi, c’è un’intervista a Laura Delli Colli, che a Venezia continua a valorizzare la musica per il cinema presiedendo la giuria di Soundtrack Stars, premio alla miglior colonna sonora tra i film in concorso. Il programma della Mostra prevede inoltre i film della Selezione ufficiale e i Leoni alla carriera (Pedro Almodovar, Julie Andrews) con tanti registi importanti presenti - Olivier Assayas, Noah Baumbach, Atom Egoyan, James Gray, Pablo Larrain, Roman Polanski, Steven Soderbergh - e tanti attori attesi sul red carpet: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Penelope Cruz, Scarlett Johansson, Brad Pitt, Johnny Depp, Gong Li, Joaquin Phoenix, Antonio Banderas, Meryl Streep, Gary Oldman, Sharon Stone. Quindi una riflessione sui film Netflix presenti, che quest’anno sono tre: The King, The Laundromat, Marriage Story.
Renato Marengo
I love Ischia Location da sogno di Luigi Aversa
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Italian Film Festival Cardiff Ora è anche un premio di Barbara Bianchi
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Indipendenti Fucilateli! Le testimonianze di Francesco Ferri
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Indipendenti Più de la vita di F.F.
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Festival VRE Il futuro dell’audiovisivo di F.F.
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Partner Isola del Cinema: chiude i battenti la XXV edizione di L.A. 22 3
Venezia
76 volte il meglio del cinema mondiale Da James Gray a Roman Polanski, da Hirokazu Kore’eda ad Haifaa Al-Mansour: in rassegna tutte le declinazioni della Settima arte In apertura: Joaquin Phoenix in Joker. Qui accanto: La vérité di Hirokazu Kore’eda
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l giorno più atteso dagli amanti del cinema è arrivato: mercoledì 28 agosto apre i battenti la 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dopo la notevole scorsa edizione, Venezia 76, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, ritorna con grandi ospiti e innumerevoli sorprese. Anche quest’anno la Mostra si propone di favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria e oltre al Concorso, la Selezione ufficiale comprende le sezioni Sconfini, Fuori Concorso, Orizzonti. Inoltre la Mostra organizza
n n n di Eugenia Chierico retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema. La rassegna si apre con La vérité di Hirokazu Kore’eda ed è la nostra Alessandra Mastronardi a presentare la cerimonia d’apertura e di chiusura della manifestazione, che avverrà sabato 7 settembre. La giuria del concorso è presieduta dalla cineasta argentina Lucrecia Martel. Il primo grande titolo di questa edizione è certamente Joker di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix nei panni del personaggio fumettistico della DC Comics. È una scelta innovativa il fatto che il prodotto Warner farà parte del
Leoni d’oro alla carriera
A Julie Andrews e Pedro Almodovar
Da sinistra, in senso orario: Brad Pitt in Ad Astra, Ema di Pablo Larrain, Penelope Cruz in Wasp Network. Qui sotto, da sinistra in senso orario: Bu San di Tsai Ming-Liang, Citizen K, J’accuse di Roman Polanski, Gloria Mundi
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ono due i Leoni alla carriera attribuiti quest’anno. Uno va al regista spagnolo Pedro Almodovar, l’altro all’attrice inglese Julie Andrews. A proposito del primo, Alberto Barbera ha dichiarato: «Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio». Riguardo al premio alla Andrews, interprete di alcuni dei classici più amati della storia del cinema, da Mary Poppins (1964) a Tutti insieme appassionatamente (1965), Barbera ha detto: «Il Leone d’oro è il riconoscimento doveroso di una carriera straordinaria che ha saputo conciliare il successo popolare e le ambizioni artistiche senza mai scendere a facili compromessi».
concorso Venezia 76 e concorrerà per il Leone: Barbera lo ha presentato come un’opera tutta da scoprire, che si rivelerà molto più di un semplice cinecomics. Un altro film da non perdere è Ad Astra di James Gray, che vede Brad Pitt protagonista. The Laundromat di Steven Soderbergh e J’accuse di Roman Polanski, insieme rappresentano i due titoli di spicco di quel filone di film controversi che raccontano fatti storici o di attualità. Tra le registe in corsa per il Leone ci sono Haifaa Al-Mansour con The Perfect Candidate e l’esordiente australiana Shannon Murphy con Babyteeth. Il Concorso ospita anche tre
film italiani: Martin Eden di Pietro Marcello, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco e Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone (v. pagg. 8/9). Ricchissima anche la selezione fuori concorso. Sul fronte italiano c’è grande trepidazione per le anteprime delle serie Zerozerozero di Stefano Sollima, da un’idea di Roberto Saviano, e la seconda stagione di The New Pope di Paolo Sorrentino. Dunque, non resta che gustarci questa nuova edizione, di affacciarci sul lungomare Marconi per farci ammaliare ancora una volta da una Mostra che, da 76 edizioni, fa la storia del cinema. n n n 5
Soundtrack Stars Laura Delli Colli premia le musiche da film di Venezia 76
La presidente del Sngci guida la giuria del premio alla miglior colonna sonora tra i film della selezione, giunto alla settima edizione. Fra i giurati, c’è anche la cantautrice Nina Zilli n n n di Renato Marengo Qui sopra: Laura Delli Colli, presidente della giuria del Soundtrack Stars Award. Fra i giurati anche il deejay Marco Maccarini (sotto, a sinistra) e la cantautrice Nina Zilli (a destra). In basso, al centro: Marco Dentici, autore del docufilm Riz Ortolani - Armonie e Dissonanze
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ina Zilli, cantautrice, legata al cinema soprattutto dalla canzone lanciata da Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, affianca quest’anno i giornalisti cinematografici in giuria al Lido per la settima edizione del Soundtrack Stars Award. Nella sala Tropicana dell’Excelsior, il 6 settembre viene consegnato il premio alla miglior colonna sonora di Venezia 76. Laura Delli Colli presiede la giuria dei giornalisti cinematografici ai quali si aggiungono anche artisti e critici musicali. «La presenza di Nina Zilli conferma una piacevole tradizione al fem-
minile - dichiara la Delli Colli - il ruolo, nelle precedenti edizioni, per due anni di seguito era stato affidato a Paola Turci». «Il Soundtrack Stars Award, che quest’anno assegna anche dei premi speciali - continua la neopresidente della Fondazione Cinema per Roma - è nato da un’idea dell’agenzia Free Event come evento collaterale alla Mostra. Nel corso di queste ultime edizioni è stato sempre più gradito alla direzione artistica, anche perché ha riempito uno spazio importante tra i premi, quello delle colonne sonore, oggi che la musica per il cinema diviene sem-
pre più paritetica con le immagini della moderna cinematografia». Oltre a Nina Zilli, fanno parte della giuria Antonella Nesi, Marina Sanna, Stefania Ulivi, Alessandra Vitali, Giuseppe Fantasia. Con loro due tra le voci più amate di Radio Italia: Manola Moslehi e Marco Maccarini. Nell’ambito di questo spazio per la musica per il cinema, Laura Delli Colli presenta anche il teaser del docufilm di Marco Dentici Riz Ortolani - Armonie e Dissonanze, dedicato a uno dei nostri più prestigiosi compositori di colonne sonore, autore delle musiche di oltre 300 film. nnn
Venezia 76 Voci dal Sud
n n n di Luigi Aversa
I tre film italiani in concorso, Il sindaco del rione Sanità, Martin Eden e La mafia non è più quella di una volta, sono ambientati tra Napoli e la Sicilia. Il cinema tricolore ha l’accento meridionale
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nche in questa 76a edizione della Mostra, come nel , i film italiani in concorso sono tre. L’anno scorso i titoli erano Suspiria di Luca Guadagnino, Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini e Capri-Revolution di Mario Martone. A parte qualche premio minore, nessun riconoscimento importante per loro. Mario Martone ci riprova quest’anno con Il sindaco del rione Sanità, trasposizione cinemato rafica dello spettacolo ispirato all’omonima commedia di Eduardo De Filippo, portato in scena nel 2017, con successo, dallo stesso regista napoletano. La storia del carismatico uomo d’onore Antonio Barracano, interpretato da Francesco Di Leva, 8
Qui sopra: Gallo e Di Leva ne Il sindaco del rione Sanità
“Sindaco” del popolare quartiere partenopeo, che interviene col suo personale senso di giustizia a dirimere un’aspra lite tra padre e fi lio, è il racconto dell eterna lotta tra il bene e il male. Addolcito, però, dalla proverbiale ironia del testo eduardiano, egregiamente trasposto da Martone e dal suo straordinario cast, in cui, oltre al protagonista Di Leva, spiccano Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco. Il sindaco del rione Sanità è un film di forte attualit che ci porta in una apoli al di fuori del tempo, come lo è quella in cui Pietro Marcello ha voluto ambientare il suo Martin Eden, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Jack London. La Oakland del libro quindi diventa Napoli nel
In apertura: una scena di Martin Eden. Qui sopra: la locandina del premio La Pellicola d’Oro assegnato ai mestieri e artigiani del cinema italiano Sopra: La mafia non è più quella di una volta. Qui a sinistra, Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, e a destra, Vivere di Francesca Archibugi, entrambi fuori concorso
film, e il prota onista, i tre volte portato sullo schermo da Lawrence Peyton, Glenn Ford e Christopher Connelly, qui ha il volto di uno dei nostri attori oggi più rappresentativi, Luca Marinelli. Nella Napoli dei primi del Novecento, il giovane marinaio Martin Eden, proletario individualista in un’epoca attraversata dai movimenti politici di massa, sogna di diventare scrittore. Quando s’innamora di Elena, ragazza dell’alta borghesia, tenta di elevarsi al suo livello, costruendosi un bagaglio culturale da autodidatta. In cuor suo, però, sente di tradire le sue origini. «Il film racconta la storia di chi si è formato attraverso la cultura incontrata per la strada spiegano Pietro Marcello e Maurizio Braucci, autori della sceneggiatura -. Abbiamo immaginato il nostro Martin in una trasposizione trasognata del ‘900, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città
portuale (non solo) d’Italia». Dalla Campania, ci spostiamo in Sicilia con il terzo titolo italiano di Venezia 76, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, un film a cui il re ista ha pensato i dal ,a anni dalle stragi di Capaci e via melio er farlo, ha trovato impulso in un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, la foto rafa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre
di mafia, definita dal New York Times una delle “undici donne che hanno segnato il nostro tempo”. A Letizia, Maresco sente il biso no di affiancare una fi ura proveniente dall’altra parte della barricata: Ciccio Mira, i protagonista nel 2014 di Belluscone. Una storia siciliana. Visitando le celebrazioni dei martiri dell’antimafia, il disincanto di Franco aresco si confronta con la passione di Letizia Battaglia. nnn
Qui sopra: The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, film di chiusura, fuori competizione, di Venezia 76
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Netflix al Lido Tre film della piattaforma televisiva a
pagamento nella selezione ufficiale The Laundromat e Marriage Story in competizione, The King fuori concorso: Alberto Barbera anche quest’anno non rinuncia alle novità provenienti dal mondo streaming n n n di Luigi Aversa Qui sopra: Scarlett Johansson e Adam Driver in Marriage Story. Sotto, da sinistra: Meryl Sreep in The Laundromat, Timothée Chalamet in The King
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etflix, il più grande servizio di intrattenimento via internet del mondo, con oltre 151 milioni di abbonati in oltre 190 Paesi, anche quest’anno ha la sua vetrina al Lido. Contrariamente ai suoi colleghi di Cannes che li hanno messi al bando, il direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, infatti, anche quest’anno non ha voluto rinunciare ai film prodotti dalla piattaforma streaming. Due di questi, Marriage Story e The Laundromat, corrono anche per il Leone d’Oro, mentre The King, è nella selezione ufficiale, ma fuori concorso.
Marriage Story, con Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda e Ray Liotta è il ritratto intenso della fine di un matrimonio e di una famiglia diretto dal regista candidato all’Oscar Noah Baumbach. The Laundromat, regia di Steven Soderbergh, è la storia di una vedova (Meryl Streep) che indaga su una frode assicurativa inseguendo a Panama City due soci in affari (Gary Oldman, Antonio Banderas), che influenzano con le loro azioni di disturbo il sistema finanziario mondiale. The King, infine, regia di David Michôd, vede Hal (Timothée
Chalamet), ribelle erede al trono britannico, che non ama la vita di corte e vive tra il popolo. Ma quando il suo tirannico genitore muore, Hal diventa re Enrico V ed è costretto ad abbracciare la vita alla quale aveva tentato di sfuggire. Ora il giovane sovrano deve affrontare il caos e la guerra che suo padre si è lasciato dietro, e anche il suo passato, incluso il rapporto con il suo amico più intimo, il cavaliere decaduto John Falstaff (Joel Edgerton). Nel cast anche Sean Harris, Robert Pattinson e Lily-Rose Depp. Tutti i titoli saranno disponibili su Netflix entro il 2019. n n n
Orizzonti più vicini Largo alle nuove tendenze estetiche del cinema mondiale
In rassegna esordienti, autori emergenti, cinematografie minori e meno conosciute. C’è anche l’Italia n n n di Rodolfo Masi
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ulgaria, Germania, Spagna, Tunisia, Francia, Libano, Qatar, Cile, Sudafrica, Regno Unito, Afghanistan, Irlanda, Georgia, Russia, Stati Uniti, Cina, Filippine, Iran, India, Polonia, Ucraina, Giordania, Svezia, Australia, Bangladesh, Corea del Sud, Canada, Pakistan, Repubblica Ceca, Slovacchia, Portogallo, Ungheria. Non è l’elenco delle nazioni partecipanti ai Giochi olimpici, ma la lista dei Paesi che firmano le produzioni presenti quest’anno nella sezione Orizzonti di Venezia 76. Un panorama variegato che tocca tutti i continenti, come del resto è nella mission di questa sezione parallela della Mostra, “dedicata”, come recita il sito della Biennale, “a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive del
In alto: Madre, coproduzione franco-spagnola diretta da Rodrigo Sorogoyen. Qui a sinistra: Nevia di Nunzia De Stefano. Sopra: Sole di Carlo Sironi
cinema mondiale, con particolare riguardo per le cinematografie minori e meno conosciute”. Non mancano gli italiani, naturalmente, e quelli del concorso lungometraggi sono due: Nevia di Nunzia De Stefano e Sole di Carlo Sironi. Il primo è il racconto autobiografico di una ragazzina cresciuta in un container di Ponticelli, dopo il terremoto dell’Irpinia. Il secondo è la storia della maturazione di Ermanno, un ragazzo che passa i suoi giorni fra slot machine e furtarelli. Quando in Italia arriva Lena per vendere la bambina che porta in grembo, Ermanno inizia a prendersi cura di lei e della nascitura come fosse il vero padre. Due vicende di vite ai margini, ma ricche di amore, determinazione e dignità. n n n 11
Giornate degli autori Una selezione per “moderni
corsari alla ricerca del tesoro” «Ciò che abbiamo disegnato con i film di quest’anno - spiega il direttore Gosetti - è uno sguardo sul mondo assediato, un mare in tempesta che abbiamo voluto attraversare» n n n di Andrea Carli Qui sopra: un irriconoscibile Toni Servillo in 5 è il numero perfetto di Igort. Sotto, da sinistra: Mio fratello rincorre i dinosauri, Scherza con i fanti, Sufficiente e Cold Case Hammarskjöld
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e giornate degli ultimi corsari”: così il direttore Giorgio Gosetti presenta l’edizione numero 16 delle Giornate degli Autori di Venezia, rassegna di film che dal 2004 viaggia in contemporanea e in parallelo con la Mostra. «Ciò che abbiamo disegnato con i film, i protagonisti, le iniziative di quest’anno - spiega Gosetti - è uno sguardo sul mondo assediato da crudeli memorie, fantasmi inquietanti, deserti fisici e ideali. Questo mare in tempesta abbiamo voluto attraversare come moderni corsari alla ricerca del tesoro». Per la prima volta, le Giornate sono presiedute da An-
drea Purgatori. «L’impegno che le associazioni degli autori italiani mettono nell’organizzazione scrive Purgatori - è ripagato ogni anno dal successo della selezione e dal dibattito che ruota attorno alle Giornate». In questa edizione i film in concorso sono 11, gli eventi speciali 8 - compresi i Miu Miu Women’s Tales e il film di chiusura Les chevaux voyageurs dedicato al “Re dei cavalli” Bartabas - 7 le Notti Veneziane, cui si aggiungono gli incontri, gli omaggi, i progetti speciali. Nella selezione ci sono anche alcuni italiani. C’è per esempio il
maestro della graphic novel Igort con 5 è il numero perfetto, interpretato da Toni Servillo, Carlo Buccirosso e Valeria Golino, e Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani dal romanzo di Giacomo Mazzariol. Tra gli eventi speciali: la cantata di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna Scherza con i fanti dedicata a Gregoretti, il provocatorio viaggio di Mario Sesti nel Mondo Sexy del cinema erotico italiano anni ‘60, il corto di Federico Olivetti Il prigioniero e la piccola chicca Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco. nnn
Il cinema dell’oggi alla 34 edizione della Settimana a
Internazionale della Critica
«Una rassegna in grado di pensare il presente per immaginare il futuro»: parola del delegato Giona A. Nazzaro n n n di Irene Sofi
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lla Settimana Internazionale della Critica lavoriamo per un cinema che abbia il coraggio dell’essere ancorato al presente. Così come ci ha insegnato Roberto Rossellini. Un cinema che ripudi la nostalgia. In grado di pensare il presente per immaginare il futuro». Così Giona A. Nazzaro, Delegato Generale del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, traccia le linee della| 34a Settimana Internazionale della Critica. E continua: «I film scelti sono opere libere. Lavori in grado di mettere in discussione lo stato delle cose. Vengono da luoghi specifici per andare incontro al mondo: India, Iraq, Libano, Lituania, Messico, Cile, Regno Unito, Danimarca, Italia. Una selezione che si affaccia sul fantastico, ibridandosi col thriller, il fantasy, l’animazione. Opere attraversate tutte dal piacere del racconto senza mai dimenticare la sfida della forma. Una selezione nel segno del femminile e dell’esplorazione dei corpi». La SIC è una sezione autonoma e parallela della Mostra composta da una selezione di 7 opere prime in concorso e 2 eventi speciali,
tutti in anteprima mondiale. Questi i titoli in concorso: Jeedar El Sot di Ahmad Ghossein (Libano, Francia, Qatar), Partenonas di Mantas Kvedaravičius (Lituania, Ucraina, Francia), El Principe di Sebastian Muñoz (Cile, Argentina, Belgio), Psykosia di Marie Grahtø (Danimarca, Finlandia), Rare Beasts di
Billie Piper (Regno Unito), Sayidat Al Bahr di Shahad Ameen (Emirati Arabi Uniti, Iraq, Arabia Saudita), Tony Driver di Ascanio Petrini (Italia, Messico). Eventi speciali: Bombay Rose di Gitanjali Rao (Regno Unito, India, Francia) e Sanctorum di Joshua Gil (Messico, Qatar, Repubblica Dominicana). n n n
Sopra, da sinistra, in senso orario: la locandina della 34a SIC, Rare Beasts, Jeedar El Sot. In basso, da sinistra: Bombay Rose, Sanctorum, Psykosia
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Venezia Classici I premi ai film restaurati e ai documentari sul cinema
Per l’ottava edizione una giuria di studenti assegna i due importanti riconoscimenti. Quest’anno la presiede la regista e sceneggiatrice Costanza Quatriglio n n n di Stefano Salvatori Qui sopra: Estasi (1932) di Gustav Machaty. Sotto, da sinistra: Life as a B-Movie: Piero Vivarelli di Fabrizio Laurenti e Niccolò Vivarelli, Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini, Estasi di un delitto (1995) di Luis Bunuel
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ome ogni anno, anche in questa 76a edizione della Mostra di Venezia grande spazio è dedicato ai Classici. La speciale sezione ospita in prima mondiale una selezione dei migliori restauri di film che hanno fatto la storia del cinema. Una vetrina del prezioso lavoro realizzato nel corso dell’ultimo anno dalle cineteche, dalle istituzioni culturali e dalle produzioni di tutto il mondo, impegnate nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico della Settima arte. Quest’opera di recupero di pellicole che altrimenti rischierebbe-
ro di andar perse a causa del deterioramento consente di riscoprire film del passato trascurati, dimenticati o superficialmente sottovalutati. La sezione, oltre ai restauri, presenta anche documentari sul cinema e su singoli autori di ieri e di oggi, in grado di offrire innovativi elementi di valutazione storico-critica. A questo proposito, in programma da non perdere c’è Life As a B-Movie: Piero Vivarelli, scritto e diretto da Fabrizio Laurenti e Niccolò Vivarelli, che racconta la vita irrequieta e la filmografia caleidoscopica di Vivarelli, regista di B-Movies italiani di tutti i ge-
neri, amato da Quentin Tarantino. Fra i restauri, invece, si segnala il film-scandalo della Mostra del Cinema di Venezia del 1934, Estasi (1932) scritto e diretto da Gustav Machatý, con Hedy Kiesler, poi a Hollywood ribattezzata Hedy Lamarr. Estasi è il film scelto per la pre-apertura di martedì 27 agosto di Venezia 76. A presiedere la giuria di studenti di cinema che per l’ottavo anno assegna i Premi Venezia Classici per i rispettivi concorsi, Miglior Film Restaurato e Miglior Documentario sul Cinema, è la regista e sceneggiatrice Costanza Quatriglio. nnn
IL’Isola love Ischia Verde terra di premi, festival e set internazionali
Location di decine di film dal 1937 a oggi - l’ultimo dei quali è il blockbuster Men in Black: International Ischia ospita ogni anno rassegne di cinema ed eventi vari n n n di Luigi Aversa Sopra: Chris Hemsworth in motoscafo a Ischia per Men in Black: International. Sotto, da sinistra: il cast di A casa tutti bene, film di Gabriele Muccino girato sull’Isola Verde; Marco Bottiglieri, tra i promotori del premio I love Ischia, Maria Giovanna Elmi, il patron Franco Cavallaro e Luisanna Tuti; uno scorcio dell’isola
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ede di un paio di kermesse cinematografiche, l’Ischia Film Festival e l’Ischia Global Fest, Ischia è da sempre una location amata dai cineasti. Qui Robert Siodmak nel 1952 ha girato Il corsaro dell’isola verde, con Burt Lancaster, e sette anni più tardi René Clement vi ha ambientato Delitto in pieno sole, con Alain Delon, film poi rifatto nel 1999 da Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley, con Matt Damon). L’anno scorso Gabriele Muccino ha portato sull’isola i suoi attori per A casa tutti bene, Nastro d’Argento 2018 per lo straordinario cast. E quest’anno
Chris Hemsworth qui è stato protagonista di alcune scene di Men in Black: International. Insomma, Ischia è terra di cinema e meta di migliaia di turisti. Di lei in tanti si sono innamorati: poeti e scrittori come Neruda, Pasolini e Truman Capote, che l’ha definita “l’isola senza tempo”. E anche giornalisti e personalità della scienza e della cultura che ogni anno vengono insigniti del premio I love Ischia - organizzato dal giornalista Franco Cavallaro, vulcanico patron dell’evento con la collaborazione di Luisanna Tuti - riconoscimento conferito a coloro che durante
l’anno hanno saputo divulgare l’immagine dell’isola. L’XI edizione, presentata dalla frizzante Maria Giovanna Elmi, ha premiato: Virginia Volpe, Tg1; Ilaria Capitani, Tg2; Carlo Fontana, Tg Lazio; Chiara Del Gaudio, UnoMattina; Marco Bonito, ginecologo ospedale S. Pietro (Roma); Mario Placidini, Tv2000; Antonella Maffei, Tg Campania; Antonio De Vico, urologo ospedale S. Giovanni (Roma); Lorenzo Capezzuoli Ranchi, Leggo; Lorenzo Crea, Retenews 24; Monica Di Leandro, Retenews 2.0; Silvio Smeraglia, chirurgo plastico università Vanvitelli (Napoli). n n n
Cardiff L’Italian Film
Festival diventa un premio
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al 14 al 17 novembre 2019: sono queste le date della quinta edizione dell’Italian Film Festival di Cardiff che, a partire da quest’anno diventa l’unico festival dedicato al cinema italiano nel Regno Unito che non sia una semplice rassegna, esprimendo invece un riconoscimento internazionale. Due le sezioni: il focus tradizionale è quello dedicato a mostrare e a premiare il meglio del cinema italiano dell’ultimo anno, si apre invece un nuovo spazio dedicato alla documentaristica, di cui il cinema italiano è sempre più ricco. I premi, in omaggio alla ricca cultura del Galles, hanno nomi locali scelti appositamente tra vocaboli gallesi di suggestione e ispirazione artistica. Così il Premio al grande Cinema italiano dell’ultima stagione si chiama Awen, parola che rimanda alle Muse della creatività e che può essere tradotta come ‘ispirazione artistica’. Il
Una suggestiva immagine di un tramonto sulla costa del Galles. In basso: un disegno raffigurante le tavole rotonde e l’attività frenetica per l’organizzazione della manifestazione
n n n di Barbara Bianchi
La quinta edizione della kermesse dedicata al cinema italiano nel Regno Unito si terrà dal 14 al 17 novembre. Aperte fino all’8 settembre le iscrizioni on line alla sezione documentari premio alla documentaristica è Canfod, che in gallese significa ‘scoprire’, ‘trovare’, ‘vedere’. «Aprendo al concetto del premio - spiegano i direttori artistici Luisa Pèrcopo e Luca Paci abbiamo voluto sottolineare con maggior vigore il nostro impegno di sempre: quello di diventare un ponte per l’ampia produttività italiana, con un’attenzione speciale al cinema indipendente. Già da questa edizione, poi, stiamo aprendo le porte di alcune sale locali al cinema italiano: una preziosa occasione per le produzioni per gettare i presupposti per accedere ai fondi per l’internazionalizzazione». Le iscrizioni alla sezione documentari sono on line fino all’8 settembre. Per informazioni e iscrizioni: info@iffc.wales. n n n 17
Fucilateli! Nessuna discussione, nessuna prova
Il documentario di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon arriva nelle sale. Ecco alcune testimonianze ritrovate n n n di Francesco Ferri
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rano tre giorni che si camminava senza mangiare e riposare. Gli austriaci falciavano con le mitragliatrici. Solo quattro tornarono. Ma per morire. Il comandante, appena li vide, li condusse sotto un castagno e ordinò di scavare una buca. I quattro vennero legati e il comandante stesso li fucilò. Nessun interrogatorio, nessuna prova”.
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Solo poche battute di una delle feroci testimonianze rinvenute. “Quando un reggimento doveva sostituire l’altro, c’era malcontento. Allora informai il comando. Intanto i soldati si erano calmati e partirono. Ma fui chiamato dal capo di stato maggiore, che esclamò: Incendiate tutte le baracche! Fucilate! Assicurai che si stava ristabilendo l’ordine,
ma insistette: Fate così!”. Così il capitano Alfredo Caloro, davanti alla Commissione d’inchiesta, dipinge le vicende che portarono alla decimazione della Brigata Ravenna del 21-22 marzo 1917. Di questi uomini racconta Fucilateli!, il documentario di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellona. In sala in Veneto a settembre e in tutta Italia a novembre. n n n
Sopra e qui sotto: immagini varie del documentario di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon
Più de la vita
L’arte racconta l’arte Un documentario di Raffaella Rivi su Michele Sambin, pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore n n n di Francesco Ferri Immagini dell’artista Michele Sambin, dal film di Raffaella Rivi
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escolare documentario e cinema: questo è il lavoro di Raffaella Rivi in Più de la vita, film dedicato a un grande artista contemporaneo, Michele Sambin. Pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore, la sua impresa artistica incrocia e sperimenta le diverse tecnologie: dal video analogico alla pittura digitale, dagli strumenti tradizionali alla musica elettronica. Sambin esplora le arti visive nelle sue varie forme: si è immerso nella musica, ha attraversato il teatro, ha disegnato il volto della videoarte. Raffaella Rivi ha scelto il linguaggio del cinema per raccontare l’uomo e l’artista in un lavoro che è a sua volta un’opera d’arte,
disegnato con una sensibilità creativa tipicamente femminile. Il film si propone di portare allo spettatore uno sguardo diretto sul lavoro di Sambin, sulla mutevole arte che attraversa tempo e spazio, adattandosi a essi, ma anche adattandoli alle proprie esigenze. Il rapporto col suono è centrale in Sambin, jazzista al clarinetto e al sax, dove il suono racconta le immagini e viceversa.
Fra le conquiste e gli strumenti espressivi al centro di questo viaggio, il loop: un concetto tecnico-poetico capace di mescolare passato e presente e al centro delle opere video realizzate nel suo percorso pionieristico negli anni ‘70. Alla base del loop c’è un diverso rapporto col tempo: un procedere compositivo per cerchi e spirali, per salti temporali con strutture che tornano in periodi diversi, arricchite di nuovi contenuti esperienziali. Lontano dalla didascalia del documentario, Più de la vita riesce a sintetizzare l’ampia e articolata storia umana e artistica di Sambin per regalarci l’emozione del suo profondo gesto artistico, in un viaggio che rimane dentro e scava un solco di senso. n n n 19
Virtual Reality Il futuro è adesso
A Roma, dal 5 al 9 novembre, arriva VRE - Virtual Reality Experience, un festival e un osservatorio per raccontare come le tecnologie immersive ci stiano mostrando nuovi orizzonti n n n di F.F.
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asce a Roma VRE - Virtual Reality Experience, un festival, ma soprattutto un osservatorio per raccontare come le tecnologie immersive stiano cambiando il nostro futuro e in che direzione. Un evento a 360 gradi con la strepitosa presunzione di diventare punto di raccordo, di racconto, di riflessione sulla tecnologia che sta rivoluzionando il nostro presente e il nostro futuro: dalla scienza all’arte. Dalla virtual reality con i suoi visori, alla realtà aumentata. Un territorio magico in cui l’immaginazione la fa da protagonista per scoprire un nuovo mondo e nuovi orizzonti. Ideato e prodotto da Iconialab, sotto la direzione artistica di Mariangela Matarozzo - che già avevamo conosciuto come ideatrice del futuristico Mashrome Film Fest - questo appuntamento invaderà una sezione dei padiglioni dell’ex Caserma Guido Reni per animare dal 5 al 9 no20
vembre la fitta programmazione di Videocittà: speech, workshop, incontri, esperienze virtuali. Ma anche nuove opere, performance. Racconti da tutto il mondo che vanno dalle scienze al teatro, dalle arti audiovisive al marketing, dal gaming alla gamification. «Siamo alla prima edizione spiega Mariangela Matarozzo - e non abbiamo la presunzione di esaurire il racconto della VR oggi. Sicuramente vogliamo far capire come, lungi dall’essere appannaggio del puro intrattenimento, stia diventando una preziosa risorsa per la comunicazione in generale: oramai esistono aziende che declinano in VR i propri cataloghi. La VR sta diventando una risorsa preziosissima in campo medicale, così come è uno strumento universalmente riconosciuto per la formazione professionale e numerosi test di situazioni di stress. Ma, proprio per il suo potente aggancio con
la dimensione dell’immaginazione, grazie alla VR possiamo immergere il nostro pubblico in preziose ricostruzioni, per esempio, della Roma antica. E potremmo immaginare, che ne so, di permettere così l’accesso ai grandi siti archeologici a persone con disabilità motoria. Senza contare che questo mondo, quello della VR così come quello della Realtà Aumentata, stanno scuotendo l’arte dal profondo: come è possibile pensare a un fare arte nel futuro che sappia conciliare lo sperimentalismo con la dimensione anche ludica, la centralità del suo autore con l’interazione del pubblico». Questa e molte altre domande al centro di un fitto programma che accoglierà nomi più noti e nuove opere. (Sono aperte più call: per le opere video, per le performance e per coloro che vogliono esserci con uno speech. Per info www.vrefest.com). nnn
La VR sta entrando prepotentemente nella nostra vita di tutti i giorni
Cavalieri nel vento A Urbino il set della pellicola biografica su Ivan Graziani
Un progetto di Svim - Società di Sviluppo Marche per ricordare il grande e compianto cantautore, marchigiano d’adozione
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avalieri nel vento è il titolo del film biografico su Ivan Graziani che si girerà a Urbino nel 2020. Si tratta di un’iniziativa di Svim - Società di Sviluppo Marche, nella persona di Gianluca Carrabs, amministratore unico, che ha messo insieme un gruppo di professionisti con esperienza decennale nel mondo del cinema, della musica e dello spettacolo, con la collaborazione e il sostegno di Anna e Filippo Graziani, moglie e figlio del mai dimenticato artista, marchigiano d’adozione. Il progetto è costituito da tre attività connesse e focalizzate su un modello virtuoso di promozione dell’economia territoriale delle Marche. In particolare si prevede: la produzione di un lungometraggio e un lavoro di conservazione e valorizzazione, dei beni culturali presenti nei luoghi delle riprese. Il film, prodotto dalla VR Worlds, si avvale di professionisti del settore: Gian Luca Rizzo, produttore esecutivo; Massimo Di Rollo, associato; Paolo Logli, sceneggiatore; Francesco De Santis, delegato di produzione. Le riprese dureranno otto settimane, di cui sei a Urbino e le
rimanenti sul Gran Sasso, luogo caro a Graziani. Le comparse verranno cercate sul posto, così come i fornitori di attività legate al film. Alcune scene saranno realizzate in animazione con tecniche digitali e saranno utilizzate proprio le tavole di Ivan, grande disegnatore. Alla fine, questo e altro materiale sarà donato alla regione Marche per poter essere utilizzato ai fini promozionali e divulgativi. Il titolo del film nasce da una
canzone di Ivan, che fa subito pensare all’eternità di certi versi, delle sue canzoni, che hanno scandito la sua esistenza di ribelle dolce, rocker innamorato della sua provincia. Cavalieri nel vento, dunque, racconta questa breve cavalcata di Ivan Graziani - troppo breve e finita troppo presto sulle ali del rock and roll, della poesia e dell’ironia. “Perché noi, cavalieri nel vento, non moriremo mai”. n n n
La conferenza di presentazione di Cavalieri nel vento. Da sinistra: Francesco De Santis, Massimo Di Rollo, Gianluca Carrabs, Anna Bischi Graziani, Paolo Logli. In basso a sinistra: Ivan Graziani
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Domenica 1 settembre si conclude la XXV edizione della kermesse estiva capitolina. Ottanta serate, decine di pellicole, di ospiti, di artisti e migliaia di visitatori
Sull’Isola del Cinema
Sotto le stelle In apertura: l’Isola Tiberina mentre è in corso l’Isola del Cinema. Sotto, da sinistra: il regista australiano Bruce Beresford; un’immagine del film Antropocene - L’epoca umana; Carolina Rey, Marco Giallini, Simone Spada e Anna Ferzetti alla serata di premiazione Opera Prima e Seconda
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ala il sipario sulla XXV edizione de L’Isola del Cinema, uno degli eventi culturali estivi più importanti di Roma, che si tiene ogni anno nello splendido scenario naturale e artistico dell’Isola Tiberina. Partito il 13 giugno, il festival ideato e diretto da Giorgio Ginori, chiude i battenti domenica 1 settembre. Nel corso delle ottanta serate complessive della manifestazione, le cinque sale - Arena, Cinelab, Tevere, Assunta, VR & Gaming - hanno ospitato decine di pellicole, distribuite in diverse sezioni.
n n n di L.A. Il nuovo cinema italiano era presente per il Premio Opera Prima e Seconda. Sei i titoli in concorso - In viaggio con Adele, Sulla mia pelle, Ride, Domani è un altro giorno, Croce e delizia, Euforia - tutti insigniti di qualche riconoscimento. Nel corso del mese di luglio , poi, sono stati presentati, i film della quarta edizione di European Women Filmaker. L’ormai classico appuntamento con Isola Mondo, quest’anno ha proposto film provenienti da nove Paesi: Australia (ospite il regista Bruce Beresford), Israele, Giappone, Malesia, Romania, India,
Filippine, Cuba e Canada. Proprio da quest’ultima nazione proveniva uno degli eventi di questa edizione dell’Isola del Cinema: Antropocene - L’epoca umana, documentario diretto da Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky, Nicholas de Pencier e narrato da Alicia Vikander, che esplora l’impatto dell’uomo sulla Terra. Altri dodici documentari, tutti firmati da autori italiani, componevano invece la sezione Fuoco sul Reale. Infine, spazio all’arte raccontata dal cinema. Proiettato Michelangelo Infinito, dedicato a Michelangelo Buonarroti. n n n
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Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione
Le Aziende del Cinema, della TV, della Comunicazione
Migliaia di nomi che contano nel “Chi è” del Cinema e della TV
Tutte le e-mail ed i siti I film italiani dal 1930 Le sale e le multisale italiane
I premiati del Cinema Italiano: Oscar, David di Donatello, Medaglie d’Oro - Una Vita per il Cinema, Nastri d’Argento, Venezia
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MartinEden Cinecorriere Pagina indd 1
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