Cinecorriere - speciale giornate professionali del cinema di Sorrento

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cinema&fiction

Anno 72 - numero 7 dicembre 2019 - 2,00 â‚Ź

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SPECIALE

90007

9 771827 195002

42. Giornate Professionali (2-5 dicembre)

LELLO SAVONARDO Intervista al sociologo e artista che comunica con immagini e suoni TORINO FILM FESTIVAL Film di genere, drammi familiari, nostalgia ed emozioni al TFF 37 EXTRAVERGINE La regista Roberta Torre parla della serie. Con un intervento di Franco Bixio

Tutte le novitĂ della prossima stagione: da Cena con delitto con Daniel Craig a Un figlio di nome Erasmus con Luca e Paolo

Il cinema torna a Sorrento



Rivista illustrata di cinema e fiction fondata da Alberto Crucillà nel 1948 Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948 Direttore responsabile Renato MARENGO renatomarengo43@gmail.com Direttore editoriale Andrea SPLENDORE and.splendore@gmail.com Vicedirettore Luigi AVERSA aversaluigi@gmail.com Art Director Stefano SALVATORI s.salvatori1965@gmail.com Realizzazione Das Designer Agenzia di Servizi Editoriali Piazza Augusto Imperatore, 32 00186 Roma dasdesigner@gmail.com Hanno collaborato Giorgio Cavagnaro Eugenia Chierico Francesco Ferri Editore MEMA SRLS Viale Parioli, 63 00197 Roma tel. 06 85353394 Pubblicità settoriale A.P.S. Advertising s.r.l. Via Tor de’ Schiavi, 355 00171 Roma tel. 06 89015166 fax 06 89015167 info@apsadvertising.it www.apsadvertising.it Stampa L’Istantanea srl Via Merulana, 213-214 00185 Roma © Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzione sono riservati. L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.

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editoriale

Il cinema italiano si dà

appuntamento a Sorrento

L

e Giornate Professionali di Cinema anche all’interno della Film Commission Redi Sorrento prendono il via lunedì 2 gione Campania. Con lui abbiamo avuto una dicembre per concludersi giovedì 5. lunga conversazione intorno ai temi della coCinecorriere, come accaduto più volte in municazione, del cinema, della musica e della passato, mette in campo un numero specia- cultura nel Terzo millennio, perché, per dirla le per accompagnare l’evento, quest’anno con le parole del professore-artista, «la cultugiunto alla quarantaduesima edizione. Il ra genera economia e sviluppo, oltre che nunumero si apre con le pagine dedicate al- trire la coscienza critica». All’interno di quele quattro giornate della manifestazione, sto numero speciale della rivista presentiamo tradizionale luogo di incontro per distribu- anche un resoconto dell’Italian Film Festival tori, produttori, esercenti e altri addetti ai di Cardiff, con il dettaglio dei premi. Quindi lavori del mondo cinematografico, attori e un breve reportage dal Torino Film Festival registi inclusi, dove vengono presentati i li- 37, rassegna che continua, di anno in anno, a stini della prossima stagione con le antepri- regalare emozioni con un programma che spame di diverse pellicole, italiane e stranie- zia dal cinema di genere alle pellicole d’autore. Restando in Campania - terra in grande re, dalle opere sperimentali ai documentari. A fermento, dove solo negli ultimi due anni, questo proposito, occhio alle due nuove prosono state realizzate oltre duecento produ- poste della Emera Film, per altrettanti viaggi zioni, tra film, documentari, ficnel passato più o meno recente. tion, cortometraggi, videoclip e Abbiamo quindi un’intervista a altri prodotti audiovisivi - ma Roberta Torre sulla serie Extraspostandoci qualche chilometro vergine, e a Franco Bixio, che ha più a nord, a Napoli, abbiamo messo a disposizione della regista incontrato Lello Savonardo. il catalogo del suo gruppo editoProfessore universitario con riale. Infine, un assaggio di Che una cattedra presso l’ateneo Feanno è?, la rubrica di Giorgio derico II, sociologo e musicista, Cavagnaro sul rapporto tra film Savonardo è uno dei protagonie celebri musiche legate Il cinema famosi sti della scena culturale partenotorna a all’anno prescelto. Sorrento Renato Marengo pea contemporanea, impegnato cinema&fiction

Anno 72 - numero 7 dicembre 2019 - 2,00 €

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SPECIALE

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42. Giornate Professionali (2-5 dicembre)

LELLO SAVONARDO Intervista al sociologo e artista che comunica con immagini e suoni

Tutte le novità della prossima stagione: da Cena con delitto con Daniel Craig a Un figlio di nome Erasmus con Luca e Paolo

TORINO FILM FESTIVAL Film di genere, drammi familiari, nostalgia ed emozioni al TFF 37

EXTRAVERGINE La regista Roberta Torre parla della serie. Con un intervento di Franco Bixio

sommario Giornate Professionali Sorrento, terra di cinema di Luigi Aversa

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Lello Savonardo Fra cultura, suoni e immagini di Renato Marengo

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Italian Film Festival Cardiff I premiati della quinta edizione di Francesco Ferri 14 Torino Film Festival 37 Onde emotive sullo schermo di Luigi Aversa

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Extravergine Parlano Roberta Torre e Franco Bixio di Eugenia Chierico 18 Emera Film Storia, che passione! di Francesco Ferri

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Che anno è Il 1979 tra Manhattan e i Buggles di Giorgio Cavagnaro 22 3


Le quattro

Giornate di Sorrento Dal 2 al 5 dicembre nella perla del Golfo di Napoli si tiene l’annuale incontro dell’industria cinematografica italiana. Quella di quest’anno è l’edizione numero 42 n n n di Luigi Aversa In alto: Cena con delitto. Più sotto: Judy. Qui accanto: I Goonies

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state a Riccione, inverno a Sorrento. Questi, ormai da qualche anno - nove nel primo caso, quarantadue nel secondo - sono i due appuntamenti imprescindibili per l’industria del cinema italiano. In queste due occasioni, infatti, le aziende e gli operatori del settore illustrano tutte le novità dei prossimi mesi. La 42esima edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento - che quest’anno si svolge da lunedì 2 a giovedì 5 dicembre - è il principale mo-

mento d’incontro dell’industria cinematografica di casa nostra. La promuove l’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici), in collaborazione con l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Audiovisive). Nel corso della manifestazione vengono presentati i film di prossima uscita, attraverso singole convention in cui le case di distribuzione rivelano i loro listini, accompagnandoli con trailer e anticipazioni, ma soprattutto con


Qui sopra: Last Christmas. A destra, in alto: Il meglio deve ancora venire. Qui accanto: il cast di Alessandra, un grande amore e niente più

Da sinistra: Un figlio di nome Erasmus, Lontano lontano, Café de Flore. Qui sotto: La volta buona. In basso: L’immortale

anteprime alle quali partecipano anche registi, autori e attori. Quest’anno sono i programma diverse proiezioni. Tra i film italiani: Alessandra, un grande amore e niente più di Pasquale Falcone, con Sergio Muniz, Sara Zanier, Pietro De Silva, alla presenza del regista, di Peppino Di Capri, autore delle musiche, e di parte del cast; Un figlio di nome Erasmus di Alberto Ferrari, con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Daniele Liotti e Carol Alt; Sette ore per farti innamorare, esordio registico nel lungometraggio di Giampaolo Morelli dal suo omonimo romanzo, con Serena Rossi e Diana Del Bufalo; La volta buona di Vincenzo Marra con Massimo Ghini, Max Tortora, Francesco Montanari, Gioia Spaziani, Massimo Wertmuller; Per il tuo bene di Rolando Ravello con Marco Giallini, Isabella Ferrari, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Vincenzo Salemme, Valentina Lodo-

vini, Matilde Gioli; L’immortale di e con Marco D’Amore. Tra le produzioni internazionali presentate, ci sono: Un sogno per papà di Julien Rappeneau con François Damiens, Maleaume Paquin, André Dussollier, Ludivine Sagnier; Il meglio deve ancora venire di Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Fabrice Luchini, Zineb Triki; Judy di Rupert Go-

old con Renée Zellweger, Jessie Buckley, Rufus Sewell, Michael Gambon. Ma le Giornate coinvolgono anche la città in questa festa annuale del cinema che prende il via già da domenica 1 dicembre con l’anteprima che apre la manifestazione, Cena con delitto, un giallo alla Agatha Christie diretto da Rian Johnson e interpretato da un super cast, composto, fra

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Sopra: La famosa invasione degli orsi in Sicilia. A destra: La scelta

Qui sopra, da sinistra: Mai per sempre, il cast di Per il tuo bene, Qualcosa di meraviglioso. In basso: Un sogno per papà

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gli altri, da Daniel Craig, Chris Evans, Toni Collette, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Ana de Armas, Don Johnson, Christopher Plummer. Il giorno dopo, in Piazza Tasso, alle 17.00 c’è la tradizionale Festa di accensione dell’Albero di Natale con il film Last Christmas di Paul Feig. Gli altri film proposti in anteprima al pubblico della città di Sorrento sono: I Goonies di Richard Donner in edizione rimasterizzata in 4K; il cortometraggio La scelta di Giuseppe Alessio Nuzzo con Cristina Donadio; La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti dal romanzo di Dino Buzzati, proiettato per le scuole; Lontano lontano di Gianni Di Gregorio, ultimo film interpretato da Ennio Fantastichini. La festa cittadina del cinema poi prosegue anche venerdì 6 dicembre con Café de Flore di Jean-Marc Vallée, protagonista Vanessa Paradis, e sabato 7 dicembre con Qualcosa di meravi-

glioso di Pierre-François MartinLaval, con Gérard Depardieu; e Mai per sempre di Fabio Massa con Yuliya Mayarchuk, Massimiliano Rossi, Cristina Donadio, Gianni Ferreri, Massimo Bonetti, Benedetta Valanzano, film di chiusura proiettato alla presenza del regista e di parte del cast. Durante le quattro giornate dell’evento, poi, come da tradizione ha luogo l’annuale premiazione dei Biglietti d’oro e delle

Chiavi d’oro, i riconoscimenti ai film campioni d’incasso e alle aziende, alle sale e agli artisti che hanno ottenuto i maggiori successi durante la stagione. Infine, le Giornate di Sorrento, oltre a permettere un confronto professionale tra gli addetti ai lavori, sono anche un’occasione per le aziende di presentare, nella sezione espositiva Magis, nuovi prodotti, tecnologie e servizi per le sale cinematografiche. n n n


Il programma Lunedì 2 dicembre HILTON SORRENTO PALACE Centro Congressi Ore 14.00 APERTURA SEGRETERIA ACCREDITI Ore 15.00 INAUGURAZIONE MAGIS Apertura aree espositive e incontro con gli espositori HILTON SORRENTO PALACE Sala Sirene Ore 17.00 PEPPINO DI CAPRI Live Per il film “ALESSANDRA – UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÙ” Ore 17.00 Festa di accensione dell’Albero di Natale a tema con il film LAST CHRISTMAS a cura di UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY Ore 17.30 Saluto dei Presidenti Ore 17.45 Convention THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA / 20th CENTURY FOX ITALY Ore 19.15 Convention NOTORIOUS PICTURES PIAZZA TASSO CINEMA TEATRO TASSO (Piazza S. Antonino, 25) A partire dalle ore 20.00 LOUNGE SONY 4K Aperitivo per gli accreditati Ore 21,30 Anteprima (proiezione aperta alla Città di Sorrento) ALESSANDRA, UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÙ di Pasquale Falcone con Sergio Muniz, Sara Zanier, Pietro De Silva Alla presenza del regista, di Peppino Di Capri e di parte del cast STADIO DI SORRENTO Ore 21.00 INCONTRO DI CALCIO Esercenti Distributori Martedì 3 dicembre HILTON SORRENTO PALACE – Centro Congressi Ore 9.30 – 18.30 MAGIS HILTON SORRENTO PALACE

Sala Sirene Ore 9.15 Anteprima EAGLE PICTURES UN FIGLIO DI NOME ERASMUS di Alberto Ferrari con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Daniele Liotti, Carol Alt (106’) Ore 11.15 Convention KOCH MEDIA Ore 11.45 Presentazione listino FANDANGO Ore 11.55 Convention 01 DISTRIBUTION / RAI CINEMA Ore 12.55 Presentazione listino SUN FILM GROUP Ore 13.10 PRANZO HILTON SORRENTO PALACE Sala Ulisse Ore 14.15 Seminario ANEC – La normativa per il cinema HILTON SORRENTO PALACE Sala Sirene Ore 15.30 Convention EAGLE PICTURES Ore 16.30 Presentazione listino ADLER ENTERTAINMENT Ore 16.45 Convention MEDUSA FILM Ore 17.45 Anteprima VISION DISTRIBUTION SETTE ORE PER FARTI INNAMORARE di Giampaolo Morelli con Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Diana Del Bufalo, Massimiliano Gallo, Antonia Truppo, Fabio Balsamo (90’) PIAZZA TASSO A partire dalle ore 20.00 LOUNGE SONY 4K Aperitivo per gli accreditati CINEMA TEATRO TASSO Ore 19 Anteprima (proiezione aperta alla Città di Sorrento) LA VOLTA BUONA di Vincenzo Marra con Massimo Ghini, Max Tortora, Ramiro Garcia, Francesco Montanari, Gioia Spaziani, Massimo Wertmuller (Altre Storie, 90’) Alla presenza del regista

Ore 21.30 Anteprima (proiezione aperta alla Città di Sorrento) UN SOGNO PER PAPÀ di Julien Rappeneau con François Damiens, Maleaume Paquin, André Dussollier, Ludivine Sagnier (M2 Pictures, 105’) IL FAUNO CLUB (Piazza Tasso) Ore 23.00 Festa 01 DISTRIBUTION / RAI CINEMA Mercoledì 4 dicembre HILTON SORRENTO PALACE Centro Congressi Ore 9.30 – 18.30 MAGIS HILTON SORRENTO PALACE Sala Sirene Ore 9.15 Anteprima LUCKY RED IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE di Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Fabrice Luchini, Zineb Triki (117’) HILTON SORRENTO PALACE Sala Tritone Ore 10.00 Conferenza stampa Calabria Film Commission Ore 11.30 Convention LUCKY RED Ore 12.15 Presentazione listino I WONDER PICTURES Ore 12.30 Presentazione listino EUROPICTURES Ore 12.45 Convention BIM DISTRIBUZIONE Ore 13.15 PRANZO HILTON SORRENTO PALACE Sala Ulisse Ore 14.30 Seminario ANEC – Moviement: ricerca GFK e attività 2020 HILTON SORRENTO PALACE Sala Sirene Ore 16.00 Convention UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY Ore 17.00 Convention VISION DISTRIBUTION

Ore 17.45 Anteprima MEDUSA FILM PER IL TUO BENE di Rolando Ravello con Marco Giallini, Isabella Ferrari, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Vincenzo Salemme, Valentina Lodovini, Matilde Gioli (96’) Ore 20.30 (evento aperto alla Città di Sorrento) BIGLIETTI D’ORO – I Premi ANEC 2019 Conduce Gioia Marzocchi A seguire Anteprima VISION DISTRIBUTION (aperta alla Città di Sorrento) L’IMMORTALE di e con Marco D’Amore alla presenza del regista e protagonista del film A seguire i Biglietti d’Oro HILTON SORRENTO PALACE Sala S. Antonio CENA IN ONORE DEI PREMIATI in collaborazione con Calabria Film Commission con esibizione live de IL KLAN (colonne sonore in chiave rock) PIAZZA TASSO A partire dalle ore 20.00 LOUNGE SONY 4K Aperitivo per gli accreditati Giovedì 5 dicembre HILTON SORRENTO PALACE – Centro Congressi Ore 9.30 – 12.30 MAGIS HILTON SORRENTO PALACE Sala Sirene Ore 9.00 Anteprima NOTORIOUS PICTURES JUDY di Rupert Goold con Renée Zellweger, Finn Wittrock, Jessie Buckley, Rufus Sewell, Michael Gambon (118’) Ore 11.15 Convention M2 PICTURES Ore 11.45 Presentazione listino ALTRE STORIE Trailer Ore 12.00 Convention WARNER BROS ENTERTAINMENT ITALIA

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NAPOLI

Il Potere del cinema e della musica nella comunicazione A tu per tu con il professor Lello Savonardo, docente universitario, sociologo e artista che parla, insegna e interagisce attraverso le immagini e i suoni n n n di Renato Marengo In apertura: Lello Savonardo con il direttore di Cinecorriere Renato Marengo. Qui a destra: il professor Savonardo nel suo studio radiofonico con Edoardo Bennato

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apoli è sempre più partecipe alla vita del nostro cinema, anche grazie alla Film Commission Regione Campania, che consente a registi e sceneggiatori di realizzare i loro film pensati e ambientati in città. A Sorrento, proprio in questi giorni, si svolgono le Giornate Professionali del Cinema alle quali partecipano, da ogni parte d’Italia, produttori, esercenti e gli addetti ai lavori del mondo cinematografico. Vengono presentati i listini della prossima stagione con anteprime di alcune pellicole italiane e straniere. Pochi chilometri più a nord, a Napoli, nel mondo accademico e della comunicazione opera Lello Savonardo, docente universitario, musicista, scrittore, esperto e

critico di cinema e musica, settori che fanno parte integrante del suo metodo di insegnamento e delle molteplici forme di comunicazione da lui utilizzate. Savonardo, di cui sono amico personale e col quale condivido spesso pub-

blicazioni, interventi in trasmissioni, convegni ed eventi, come me ama le sinergie, che mette in campo grazie ai prestigiosi ruoli che occupa. Lello rappresenta una nuova figura di docente universitario capace di dare un im-


Fra arte e scienze sociali

Savonardo, il profeta della Bit Generation Qui sopra: Lello Savonardo con Luciano Ligabue. Sotto: il docente dell’università Federico II di Napoli assieme a Mogol

L pulso innovativo alla didattica, facendo incontrare teorie e pratica, linguaggi creativi e visioni del futuro, mettendosi personalmente in gioco. Ci conosciamo da quando eri agli inizi della carriera universitaria, alternando lo studio alla sala di registrazione nel tuo ruolo di musicista e cantautore. Ora che l’università e le istituzioni ti affidano incarichi con sempre maggiore frequenza, quanto spazio è rimasto dell’artista che non rinuncia a questa sua passione parallela? «Non è semplice rispondere a questa domanda, considerate le mie diverse anime. Insegno varie discipline della comunicazione presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, tra i diversi altri impegni istituzionali, e sono autore di numerosi saggi sull’universo giovanile e i linguaggi musicali, tra cui Sociologia della Musica. La costruzione sociale del suono, dalle tribù al digitale (Utet, 2010) che, nel

2014, è stato pubblicato in lingua francese e distribuito in tutto il mondo francofono dalla casa editrice Academia/L’Harmattan. I miei interessi scientifici sposano da sempre la mia passione per la musica. Di recente, il mio ritorno alla musica “attiva”, in qualità di cantautore, ha rappresentato una sfida, oltre che un progetto culturale di suoni, parole, ritmi ed emozioni. Ma è molto più difficile scrivere canzoni, esprimere se stessi, denudarsi, esporsi attraverso le emozioni di una canzone, che scrivere saggi di sociologia, in cui devi necessariamente tendere all’oggettività. Il mio ultimo disco, Bit Generation, pubblicato dalla storica e prestigiosa casa editrice “La Canzonetta”, è un progetto cross-mediale che apre un ponte tra generazioni e che comprende diversi ambiti di approfondimento. Prende spunto dal mio libro Bit Generation. Culture giovanili, creatività e social media (Franco Angeli, 2013)

ello Savonardo insegna Teorie e Tecniche della comunicazione e Comunicazione e Culture giovanili presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Coordina l’Osservatorio Territoriale Giovani dell’università, F2 RadioLab, web radio dell’ateneo e il laboratorio Creative Lab Napoli. È membro del Comitato scientifico della Film Commission Regione Campania. È stato Segretario Generale dell’Associazione Italiana di Sociologia, referente di ateneo e coordinatore scientifico dei progetti Contamination Lab Napoli e Startup Music Lab ed è stato consigliere per la comunicazione del Ministro dell’Ambiente. Ha pubblicato saggi e articoli scientifici sulla comunicazione, le culture digitali, i social media, i linguaggi giovanili, anche in collaborazione con Derrick de Kerckhove, Franco Crespi e Domenico De Masi. Tra le sue principali pubblicazioni: Pop music, media e culture giovanili. Dalla Beat Revolution alla Bit Generation (Milano, 2017); Sociologie de la musique. Construction sociale du son des tribus au numérique (Belgique, 2015); Bit Generation. Culture giovanili, creatività e social media (Milano 2013).

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Qui sopra: il sociologocantautore con il chitarrista blues Gennaro Porcelli.

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che contiene i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Università di Napoli Federico II sul rapporto tra universo giovanile e tecnologie digitali. Il disco racconta il mutamento culturale, sociale e tecnologico, con particolare riferimento allo spaesamento dell’uomo contemporaneo e ai nuovi linguaggi espressi dalle nuove generazioni». Oltre che dalla cattedra, i tuoi insegnamenti li divulghi attraverso F2 Radio Lab, da te stesso progettata, sei presente spesso in tv, in programmi di cinema, nei Tg, e fai una sorta di didattica interattiva col grande pubblico sul cinema e sulla musica. A parlare è sempre il professore o il critico, l’artista o il sociologo? Sono ruoli sempre compatibili? Sperimenti un nuovo modo, certamente più accattivante, di fare lezione, per comunicare con gli allievi. «Direi che il sociologo, l’artista, il critico e il professore universitario convivono quasi sempre secondo modalità inedite. Come hai sottolineato, sono spesso ospite, in qualità di esperto, in trasmissioni tv, per parlare di cinema, libri, musica, di giovani, cercando sempre di contribuire ad alimentare il dibattito culturale e

scientifico. Ho sempre cercato di sperimentare nuovi linguaggi anche nella didattica, promuovendo convegni universitari con diversi artisti italiani, come Jovanotti, Ligabue, Edoardo Bennato, Alex Britti, Mogol, Rocco Hunt, solo per fare qualche esempio. Artisti che alla Federico II, nell’ambito del ciclo di seminari I linguaggi della creatività o del Digital Music Forum, si sono confrontati con me e con gli studenti sulle culture giovanili, in qualità di testimoni privilegiati dei mutamenti culturali. I linguaggi giovanili sono al centro delle trasmissioni di F2 Radio Lab, la web radio dell’ateneo Federico II che ho ideato nel 2005 e di cui sono coordinatore artistico, come del progetto Contamination Lab che ha favorito la nascita di start up innovative, dando vita anche a pubblicazioni sul tema, come il recente volume (curato con Annalisa Buffardi) Culture digitali, innovazione e startup. Il modello Contamination Lab (Milano 2019). che apre una riflessione sull’innovazione e le università del futuro». Cos’è la Bit Generation? «Con l’espressione Bit Generation mi riferisco, in modo non certamente esaustivo, a quel mondo giovanile che si nutre e si espri-

me tendenzialmente attraverso la software culture che caratterizza l’esperienza digitale. Tale espressione richiama esplicitamente la Beat Generation, il movimento artistico letterario e musicale che si è sviluppato tra gli anni ‘50 e ‘60 negli Usa. Un movimento che ha contribuito a determinare forme espressive, culturali, sociali e politiche caratterizzanti l’universo giovanile di quegli anni, influenzando in modo significativo le generazioni successive. Beat era ribellione, battito, ritmo e la Beat Generation si esprimeva attraverso i media tradizionali e, anche grazie a essi, è riuscita a diffondere le proprie produzioni artistiche e culturali, la visione del mondo e le istanze politiche e sociali di cui è stata portatrice. Oggi Bit è connessione, condivisione, partecipazione e la Bit Generation si esprime, sempre di più, attraverso i media digitali. I giovani del Terzo millennio sono tra i principali fruitori delle nuove tecnologie. Navigano, creano, comunicano, si esprimono, danno vita a produzioni artistiche inedite. Le nuove generazioni interpretano i segnali del mutamento, creando nuovi linguaggi e anticipando il futuro». Le culture giovanili a Napoli,


Sotto: Savonardo con il sociologo e giornalista belga naturalizzato canadese Derrick de Kerckhove. Qui a destra: il professore intervista Jovanotti

la tua città, hanno, da sempre, determinato processi di innovazione e influenzato i linguaggi della scena culturale, artistica e musicale italiana. Un tema che ritorna spesso nelle tue riflessioni e pubblicazioni. «A Napoli, le contaminazioni culturali, i linguaggi della tradizione e dell’innovazione hanno da sempre contribuito a nutrire quel panorama musicale inedito riconducibile a una stessa matrice di natura ‘vulcanica’ e ‘magmatica’, in cui la canzone fonde varie esperienze culturali e musicali, adottandole e rielaborandole liberamente. Le culture giovanili sono centrali nei processi di innovazione. Il Napule’s Power che tu hai ideato, promosso e continui a diffondere, è espressione di un movimento culturale, artistico e musicale, costantemente “in movimento”. Anche oggi, a Napoli, i nuovi poeti urbani, i rapper di ultima generazione si nutrono della contaminazione tra i diversi linguaggi artistici, dando vita e voce alla Bit Generation, che si esprime, comunica, socializza, generando, anche attraverso i social, un’inedita narrazione sonora della realtà urbana e sociale. Partendo proprio dagli artisti che hanno caratterizzato il Napule’s

Power, da Pino Daniele e James Senese a Edoardo Bennato, passando per i 99 Posse e gli Almamegretta, fino ad arrivare a Rocco Hunt, Clementino, Liberato e alla nuova scena musicale partenopea. Quella stessa scena musicale che io e te abbiamo presentato al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, nell’ambito dell’evento Dal Napule’s Power alla Bit Generation, insieme all’artista Francesca Fariello, espressione del contesto musicale rock emergente, ma anche protagonista del progetto universitario “Sirena digitale”, in cui contribuisce a ridefinire il repertorio sonoro tradizionale, attraverso la tecnologia degli ologrammi e interpretazioni in diverse lingue. Napule’s Power, movimento in movimento è anche il titolo della relazione presentata il 4 novembre scorso con il mio dottorando dell’Università di Marsiglia, Giuliano Scala, nell’ambito della conferenza Banlieue Sud - contre-archive minoritaires, formes populaires et cultures subalternes, organizzata dal Centro di Studi Iberici e Ibero Americani e dal Département de Langues Étrangères dell’Università di Tolosa. Una relazione che sarà parte integrante della tesi di dottorato

di Giuliano su Pino Daniele e sul Napule’s Power, presso l’Università di Marsiglia». Pino Daniele, in una mia intervista, definì le sue esplorazioni sonore sulle coste francesi - popolate da ragazzi migrati dall’Africa - “Rock Aràbe”. Napoli aperta da sempre ai contatti e alle contaminazioni è epicentro di questa nuova cultura, nella musica e nel cinema. «Come per la musica, Napoli esprime, da sempre, fermenti artistici e culturali in diversi settori. In ambito cinematografico, in Campania sono state realizzate produzioni eccellenti che, anche negli ultimi anni, stanno ricevendo premi e riconoscimenti internazionali, con film che vanno da Gatta Cenerentola al Sindaco del Rione Sanità, solo per fare qualche esempio recente. In questi ultimi due anni, sono state realizzate oltre 200 produzioni, tra film, documentari, fiction, cortometraggi, videoclip e altri prodotti audiovisivi. Uno scenario che, anche grazie al mio impegno in Film Commission Regione Campania, oltre che come studioso, sto seguendo con grande interesse. La cultura genera economia e sviluppo, oltre che nutrire la coscienza critica». nnn 11




Cardiff 2019

I vincitori dell’IFFC

n n n di Francesco Ferri

Per quattro giorni nella capitale gallese la lingua più parlata è stata l’italiano. Di scena la quinta edizione del festival - la prima nella veste di premio - dedicata al cinema tricolore In alto: lo staff del festival assieme ad alcuni ospiti. Qui accanto, da sinistra: un’immagine di Cardiff, una scena del film Dafne, la locandina di Madre nostra

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ltima puntata dell’Italian Film Festival Cardiff. Sono stati aggiudicati i premi di questo appuntamento dedicato al cinema italiano, l’unico nel Regno Unito. L’Awen Award come miglior film e la menzione speciale per la miglior sceneggiatura sono andati a Bangla e alla sua sceneggiatrice Vanessa Picciarelli; miglior regia a Simone Catania per Drive Me Home; migliore attrice a Carolina Raspanti per Dafne; miglior attore Kallil

Kone per Fiore gemello. La miglior colonna sonora ad Andrea Guerra per L’uomo che comprò la luna. Infine Canfod Award, il premio al miglior documentario, a Bassil’ora di Rebecca Basso. In sala a fine festival c’erano anche Aldo Baglio, Jacky Ido e il regista Enrico Lando, venuti a presentare, fuori concorso, Scappo a casa. Erano presenti anche Francesca Oliviero, regista di Arbëria; Laura Luchetti, regista di Fiore gemello; Rebecca Bas-


Sopra: Vinicio Marchioni e Marco D’Amore in Drive Me Home. A destra: Carlotta Antonelli e Phaim Bhuyan in Bangla, pellicola vincitrice dell’IFFC 2019

Qui accanto, da sinistra: una scena di Fiore gemello, Aldo Baglio in Scappo a casa. Sotto: il manifesto della quinta edizione, la prima con premi, della rassegna

so, regista di Bassil’ora) e Vanessa Picciarelli. Fra gli altri ospiti della quattro giorni, Luca Miniero, regista di Sono tornato; Paolo Zucca, regista di L’uomo che comprò la luna; e Marco Testoni, autore della colonna sonora del trailer dell’IFFC. Patron del festival e anima poetica di questo appuntamento, Ivor Davies, grande artista figurativo e attivista per la difesa della lingua e della cultura gallesi. Ogni proiezione è stata introdotta da un momento poetico, vero e proprio ponte emozionale tra il festival e il suo pubblico. Davies ha letto con alcuni ospiti poesie in varie lingue e di tradizioni differenti. Ciascuna proiezione, inoltre, era aperta da Niente Ninna per l’uomo Ne’, il videoclip firmato Giuseppe Bilotti che accompagna il singolo da Sottomondi, il nuovo album de Il Parto delle Nuvole Pesanti e

che parla di migrazioni, fra i temi portanti, assieme al multilinguismo, di questo festival. Questi tutti i titoli finalisti: Vivere di Francesca Archibugi, Effetto domino di Alessandro Rossetto, Momenti di trascurabile felicità di Daniele Luchetti, Simple Women di Chiara Malta, Arbëria di Francesca Oliviero, L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, Dafne di Federico Bondi, Drive Me Home di Simone Catania, Sono tornato di Luca Miniero, Il primo re di Matteo Rovere, Fiore gemello di Laura Luchetti, Bangla di Phaim Bhuyan. Fuori Concorso Scappo a casa di Enrico Lando. Per i premi, in omaggio alla ricchissima cultura artistica del Galles, sono stati scelti nomi locali scelti appositamente tra vocaboli di suggestione e ispirazione artistica. Il Premio al grande cinema italiano dell’ultima stagione ha preso così il nome di Awen, una

parola che rimanda alle muse della creatività e che solo sommariamente può essere tradotta come ‘ispirazione artistica’. Il premio alla documentaristica ha preso invece il titolo di Canfod, che in gallese significa ‘scoprire’, ‘trovare’, ‘vedere’. In giuria c’erano: Clara Caleo Green (Presidente di giuria e direttrice di Cinema Italia UK), Roberta Licurgo (Fondatrice e Managing Director di Cult Films), Tim Beddows (Managing Director di Network Distributing), Karl Francis (regista e sceneggiatore gallese). nnn 15


Le onde emotive del Torino Film Festival

n n n di Luigi Aversa

Tra film di genere e drammi familiari, la trentasettesima edizione della rassegna cinematografica piemontese ha regalato nostalgia ed emozioni In alto: La Gomera. Qui accanto, da sinistra: Le choc du future, Algunas bestias

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a varietà non manca al Torino Film Festival. Anche questa edizione numero 37, all’interno della sua ricca selezione composta di ben 197 titoli, fra lungo e cortometraggi, ha presentato prodotti di varia natura e provenienza. Noir con ambientazioni insolite (La Gomera, Dreamland), pellicole storico-biografiche (Mientras dure la guerra), nostalgico-musicali (Le choc du futur), fantascienza comico-distopica

(Greener Grass), action movie adrenalinici (Guns Akimbo), comedy thriller (L’inganno perfetto) sono solo alcuni dei generi presenti nella programmazione, attraversata da una linea narrativa, nemmeno troppo sottile, quella dei rapporti familiari. Che siano malati (Algunas bestias), bizzarri (Alelì), sofferti (Litigante), luttuosi (Ms. White Light), controversi (The Last Porno Show), soffocanti (God Exists, Her Name Is Petrunya)


Sopra: God Exists, Her Name Is Petrunya. Accanto, da sinistra in senso orario: Litigante, Ms. White Light, Dreamland. Qui sotto: Il sogno di Noura A sinistra: The Last Porno Show. Sotto, da sinistra in senso orario: Mientres dure la guerra, L’inganno perfetto, Greener Grass

o tormentati (Le reve de Noura), questi sono lo specchio di un mondo smarrito, in cerca di un senso, di un equilibrio, di una direzione. Capace però di regalarci ancora emozioni. Come quelle contrastanti di Noura, la protagonista del film tunisino in concorso, Il sogno di Noura, opera seconda, applauditissima, di Hinde Boujemaa. Madre di tre figli e moglie di un carcerato, Noura vive sentimenti combattuti. Innamorata perdutamente di un altro uomo, vuole divorziare dal marito di cui teme la reazione violenta e imprevedibile, anche perché la severa legge tunisina punisce gli adulteri con cinque anni di prigione. Ma quando il consorte galeotto viene graziato e scarcerato in anticipo, il sogno di libertà della donna e la sua emancipazione si allontanano drammaticamente. Sono scioccanti e inaspettate, invece, le emozioni di Algunas

bestias, una delle pellicole migliori viste al festival, anche questa in competizione. Un tranquillo weekend familiare su una splendida isola al largo delle coste cilene si trasforma in un regolamento di conti nel quale emergono debolezze, odio, insoddisfazione e meschinità. La nonna che non accetta l’incalzare degli anni, il nonno incestuoso e pedofilo, la figlia incapace di prendere decisioni, il genero rabbioso e frustrato, i nipoti annoiati e infelici sono il bestiario umano messo in scena da Jorge

Riquelme Serrano. Un film che rimane nelle viscere, grazie anche ad attori superlativi come Paulina Garcia (la nonna) e Alfredo Castro (il nonno). n n n 17


Extravergine

Tra realismo e sogno Richiami e reinterpretazioni: l’evocativo mondo musicale della serie tv di Roberta Torre raccontato dalla stessa regista e dall’editore Franco Bixio n n n di Eugenia Chierico

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In alto: Lodovica Comello in Extravergine. Qui sopra: Franco Bixio, editore musicale, che ha messo a disposizione di Roberta Torre il proprio catalogo per le musiche della serie

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’artista non può essere il lacchè della cronaca”, disse Picasso quando dipinse Guernica, quindi io prenderei in prestito questa frase per descrivere ciò che è per me il cinema». Ancora una volta, col suo debutto nel mondo delle serie tv con Extravergine, comedy prodotta da Fox Networks Group Italy con Publispei di Verdiana Bixio, Roberta Torre è riuscita ad ammaliare il pubblico. La regista di Tano da morire, Sud Side Stori, Riccardo va all’inferno racconta la sua prima esperienza in una serie, regalandoci il suo sguardo surreale sul cinema e sul mondo circostante. In Extravergine la regia è protagonista nella narrazione della storia e nella caratterizzazione dei personaggi., tra

musiche avvolgenti, caleidoscopi, bolle di sapone e colori caldi, il tutto ambientato in una Milano vintage, vista attraverso gli occhi della protagonista Dafne Amoroso (Lodovica Comello). «Una Alice nel Paese delle Meraviglie del 2020», dice la Torre. Dafne è una giornalista nerd con una rubrica sui libri che, alla soglia dei trent’anni, è ancora vergine. Il suo destino cambia quando, per un malinteso, viene nominata sex columnist del giornale. La filmografia di Roberta Torre ruota intorno a tematiche d’impegno - seppur filtrate da un linguaggio immaginifico e musicale - con dialoghi e riverberi frutto di una costante ricerca che ogni volta cambia punto di vista e contesto. Ogni suo lungometraggio è

collegato da un filo rosso, ma in che modo s’inserisce in questo percorso Extravergine? «Ho sempre lavorato su soggetti miei. In questo caso è stato un lavoro su commissione. All’inizio ho avuto delle perplessità, ma il soggetto mi è piaciuto molto, mi è sembrata una bella opportunità lavorare sulla storia di questa ragazza vergine catapultata in un mondo che presuppone una conoscenza assoluta delle dinamiche del sesso e invece si ritrova con un corpo e soprattutto uno sguardo da vergine. Ho cercato di far mio questo progetto, sebbene ci siano indicazioni che partono dalla rete: in questo senso non potrei definirla una serie di Roberta Torre, è una serie con la regia di Roberta Torre».


Qui sopra: Audrey Tautou in una scena de Il mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet, regista amato da Roberta Torre, come Michel Gondry (qui sotto Jim Carrey nella serie diretta dal regista francese Kidding)

I personaggi si muovono all’interno di questo mondo onirico e surreale, in una Milano filtrata dagli occhi della protagonista. Quanto Dafne ha condizionato il suo modo di vedere la città e viceversa? «Certamente molto, ho il ricordo della Milano della mia giovinezza. È la città dove sono nata ma che ho lasciato da tempo. Nelle sue trasformazioni recenti l’ho vista cambiata in positivo e dunque anche visivamente mi piaceva molto lavorare su questo binomio antico-moderno. Milano è una città che si apre all’Europa in maniera evidente: mi piaceva lavorare in una direzione che non fosse classica. Però è sempre un po’ lo sguardo di Dafne che ho cercato di mantenere per parlare della città, che si muove e colora attraverso i suoi occhi». Nei suoi precedenti film è molto forte il realismo dei personaggi. Qui la protagonista è anacronistica, vive all’interno di un proprio microcosmo.

«Sono sì sempre partita da personaggi realistici, però rileggendoli con una lente straniante. A Dafne ho dato la forma di personaggio fumettistico. Quello che potevo fare per andare nella direzione che la scrittura mi indicava era quello di lavorare su questa bidimensionalità visiva. Invece di farne un difetto ho cercato di renderlo un genere». Primissimi piani, sguardi in macchina, filtri e sovrapposizioni, colori e montaggio che ricordano il cinema di Meliés, Jeunet o Gondry. Che relazione c’è con questo cinema? «Gondry è uno dei miei autori preferiti. E anche Jacques Tati . I video di Björk sono dei riferimenti forti per me, dove la musica non è sempre spalmata nelle scene ma diventa corpo stesso della scena». I suoi lavori sono frutto di un’attenta osservazione del mondo, il racconto dal particolare va all’universale. Dove si dirige il cinema del futuro?

«Credo che in Italia ci sia una sorta di equivoco sul realismo. Noi, figli del neorealismo, sembra che abbiamo necessità di protrarre a oltranza l’etichetta, che non sempre aiuta l’immaginario, diventando un modo di raccontare che spesso si appiattisce. Detto questo, abbiamo visto Joker che traduce con un linguaggio artistico lo smarrimento». Extravergine è una serie al femminile: si può parlare di differenza di genere nel cinema? «Sicuramente è una commedia dove è molto presente l’elemento femminile. In Italia sta diventando più comune la figura femminile nel cinema, si stanno aprendo sguardi che non sono solo maschili perché è un mondo che ha bisogno di occhi femminili. In generale, e credo che il cinema ne abbia più che mai bisogno, ci tengo che arrivi questo momento. Io da tempo ne sono all’interno e credo le giovani registe abbiano delle strade un po’ più semplici rispetto al passato».

In alto, a destra: una scena di Extravergine. Qui sopra: la regista Roberta Torre

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Qui sopra: Jacques Tati in Playtime, uno degli artisti di riferimento della regista di Extravergine Roberta Torre

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La musica nei suoi lavori, ha un ruolo fondamentale: i toni onirici sono sottolineati dai suoni di Federico Novelli e dai brani messi a disposizione dalla Cinevox Record. In che modo sono state scelte le musiche? «È vero: la musica per me è un altro piano narrativo Abbiamo scelto musiche che non fossero complementari, ma che in qualche modo narrassero: la musica accompagna le giornate di Dafne. E abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione il catalogo del Gruppo Editoriale Bixio, che ha tanti brani dei principali compositori, italiani e stranieri. Io ero affascinata soprattutto dagli italiani, che conoscevo attraverso i film. La qualità dei suoni ci ha permesso di creare questo mondo in cui la musica diventa punteggiatura drammaturgica. Assieme alla montatrice Cristina Sardo e ai responsabili dell’archivio Bixio abbiamo fatto un grande lavoro di selezione, scegliendo musiche che evocano un immaginario italiano».

Dunque la musica in Extravergine si fa voce narrante. E Franco Bixio, presidente dell’omonimo gruppo editoriale - una delle più importanti case editrici musicali italiane che vanta nel proprio catalogo diecimila titoli ci spiega il lavoro che c’è dietro alla scelta delle colonne sonore, rivelandoci quali elementi sono stati privilegiati nella scelta dei brani per Extravergine. «Per prima cosa va tenuto conto delle richieste di mood fatte dal regista. In questo caso, grazie alla sensibilità di Roberta Torre, il lavoro di ricerca è stato semplificato. È anche importante avere la possibilità di fare scelte che a volte possono sembrare azzardate. Questo si può fare quando la ricerca viene fatta da consulenti, oltre che esperti, anche giovani che sanno quindi scegliere brani che possano essere graditi allo spettatore giovane, come in Extravergine. E noi questi consulenti giovani ed esperti li abbiamo» Per la scelta dei brani, è stato privilegiato l’aspetto evocativo.

«Ci si è mossi in ambito jazz che ha insito il senso dell’immaginario. Altro elemento interessante è stata la vicinanza con le musiche di Novelli che hanno fatto da contraltare realistico alle altre musiche e accompagnato la scelta “colorata” della fiction». Nella selezione la produzione si è avvalsa del lavoro di digitalizzazione del Gruppo Bixio. Cosa si augura per il futuro della musica per le immagini? «Negli anni scorsi è stato fatto un lavoro certosino su tutto il catalogo. Il passaggio al digitale ha imposto e facilitato processi innovativi per una catalogazione molto definita dei brani attraverso nuovi algoritmi. Oltre a questo l’intervento umano ci ha permesso di raffinare le indicazioni su ogni brano. Abbiamo affidato a una musicista l’ascolto per catalogazioni particolari, considerando in anticipo il possibile utilizzo. Questo ha permesso di interrogare la piattaforma non solo per mood, organici, tempo, ma anche per contesti o sensazioni». nnn


Emera Film

Storia, che passione! La casa di distribuzione veneta, dopo Più de la vita e Fucilateli, porta sullo schermo due nuovi documentari: Bassil’ora e Il cercatore di infinito

n n n di Francesco Ferri

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In alto, accanto al titolo: un’immagine di Bassil’ora. Più sotto: Giuseppe Bassi nello stesso Bassil’ora. Qui sopra: Il cercatore di infinito

opo l’esordio nel cinema di fiction, la veneta Emera Film si tuffa con passione nel mondo del documentario d’autore e firma la distribuzione di una serie di progetti fra l’arte contemporanea e la storia. Arte contemporanea con Più de la vita di Raffaella Rivi su Michele Sambin, eclettico precursore della videoarte. E storia con Fucilateli - Commissione d’Inchiesta su Caporetto 191819, di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato, sulle fucilazioni sommarie della Grande Guerra. Da dicembre è in sala anche Bassil’ora, miglior documentario (Canfod Award) all’Italian Film Festival Cardiff: intenso racconto della Campagna di Russia, per la regia di Rebecca Basso, raccolto dalla viva voce di uno dei suoi oramai rarissimi superstiti, il centenario Giuseppe Bassi. Tra foto di repertorio, disegni, animazioni e l’incontro con l’attrice Karina Arutyunyan, discendente ideale e reale di quel popolo che fu coprotagonista di questa cupa

vicenda, una testimonianza tanto dura e intensa, quanto tenera e profonda, di una storia lontana ma ancora presente. Su tutto domina il sorriso e l’occhio luminoso del suo protagonista, Giuseppe Bassi. A breve in sala anche Il cercatore di infinito, documentario di

Andrea Azzetti e Federico Massa, dedicato alla mitica figura di Armando Aste: grandissimo scalatore, poeta della montagna, uomo di pensiero e anima che ha fatto dell’alpinismo un’occasione di riflessione umana ed etica, ponendosi come esempio per le nnn nuove generazioni.

Il Sistema Sanità Le pietre scartate

È

prossimo all’uscita Il Sistema Sanità - Le pietre scartate: il documentario - prodotto da Upside per Apulia Film Commission e Fondazione Con il Sud (nell’ambito del Social Film Fund) - diretto da Andrea De Rosa e Mario Pistolese. Racconta la fiaba reale e concreta di tutte quelle associazioni culturali che, capitanate da Don Antonio Loffredo, parroco coraggioso quanto lungimirante, stanno operando un miracolo di rigenerazione urbana e culturale che, partendo proprio dalle “pietre scartate diventate testate d’angolo”, hanno trasformato il volto e il cuore del rione napoletano: un sistema che ha l’ambizione concreta di diventare modello di sviluppo replicabile. (F.F.) 21


Che anno è? Rubrica di cinema e musica

di Giorgio Cavagnaro Un estratto dei brevi racconti pubblicati su cinecorriere.it arriva sulla carta stampata. Sotto i riflettori il 1979 con Manhattan e Video Killed the Radio Stars n n n di Giorgio Cavagnaro In apertura e in basso a sinistra: due scene di Manhattan. Sotto, a destra: i Buggles

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N

el mio personale podio, fra tutti i capolavori che il genio di Woody Allen ci ha regalato, Manhattan è sul gradino più alto. Gli anni ‘70 se ne andavano con un’opera perfetta, dall’incipit declinato sulle note di Gershwin al finale amaro ma non tragico, che sembra avvertirci dell’arrivo di un decennio nuovo, in cui le nostre illusioni saranno messe a dura prova. Le grandi città sono fatte per essere amate e odiate. Cresciute per far dire al poeta che ne vuole inseguire l’essenza intima, dopo averla scrutata, squadernata, irrisa, amata, “New York (Parigi, Roma, Londra) era la sua città. E lo sarebbe sempre stata.” Questo scrive, il nevrotico Isaac/Woody della New

York in bianco e nero dove si arrabatta vivendo storie che a noi, nel 1979, sembravano di ordinaria esagerazione. La moglie lo lascia per un’altra donna, lui oscilla tra la compagna del suo migliore amico, la radical chic Diane Keaton, e l’incantevole diciassettenne Tracy/Mariel Hemingway, cioè i temuti anni ‘80 che incombono all’orizzonte. Detta così, Isaac sembra un mascalzone, in realtà è solo un quarantenne confuso con la maschera occhialuta di sua maestà Woody. Alla fine, dopo la memorabile elencazione delle cose per cui vale la pena vivere, noi spettatori lo spingiamo quasi fisicamente nella sua corsa disperata verso l’aeroporto, dove Tracy sta per partire alla volta del

suo futuro londinese. La raggiungiamo, noi e Isaac, ma solo per vedere il decennio migliore della nostra vita che ci saluta. Qual è il trait d’union che ci porta a Video Killed the Radio Star, melodia che persiste in radio e ovunque a distanza di quarant’anni. I Buggles, chi erano costoro? Non certo sprovveduti, lo dimostra la frequentazione con gente come gli Yes o i King Crimson. Ed ecco perché Video Killed the Radio Star ci ammalia ancora oggi, è roba di qualità, pop di assoluto valore. È quello che la Tracy di Manhattan troverà, probabilmente, sbarcando all’aeroporto di Londra: gli anni ‘80 che, piaccia o non piaccia, le danno uno spietato benvenuto. n n n




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