TRADING
Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita
e SHOW v i l
n. 01 • novembre 2010 •
Filosofia del trading di G. Lapidari Euro-dollaro di D. Manenti Risk Management di A. Peano
Made in Italy... o quasi di S. Agostini Soli contro tutti di S. Bagnoli La teoria dei volumi di A. Aldrovandi TRADING LIVE SHOW
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NUMERO VERDE
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di Andrea Renault
editoriale
S
iamo finalmente arrivati ai nastri di partenza.... prende vita e si concretizza un progetto nato quasi per scherzo ma che ha visto crescere di giorno in giorno l’entusiasmo , l’impegno e la determinazione nel volerlo portare a compimento......
L’obiettivo è quello di fornire contributi sempre più qualificati e a 360° volti a formare ed “ informare “ sia un pubblico di trader neofiti ma anche coloro che praticano il trading full time ... e che lo hanno fatto diventare... la propria filosofia di vita.... In questo primo numero siamo felici di poter contare sulla collaborazione da parte di trader che ormai rappresentano un punto di riferimento importante nel panorama del trading italiano, sia per quanto riguarda la formazione che per l’approccio operativo che hanno saputo crearsi, frutto di studi e di anni di esperienze sul campo; ciò costituisce sicuramente del valore aggiunto in un mercato nel quale da un pò di tempo a questa parte recitano un ruolo di primo piano le “High Frequency Trading” o Black Box che dir si voglia, ossia le famigerate “ macchinette “ che con i loro algoritmi seguono una logica non legata ad eventi socio politici e che specialmente nell’intraday , creano frequenti trappole ai trader fai da te con lo scopo evidente di sottrarre loro dei soldi.... la maggioranza di essi , infatti, seguono le classiche regole dell’analisi tecnica e posizionano gli stop su importanti livelli di supporto/resistenza , pivot, ecc e sono quindi facilmente individuati , colpiti e..affondati dalle stesse che poi altro non sono che “ trader automatici” dotati di grande velocità e precisione che riescono a raggiungere il loro obiettivo specialmente nelle fasi con scarsi volumi ... ormai si calcola che incidano nella formazione del prezzo e nelle dinamiche del mercato domestico per il 60% degli scambi giornalieri, ed è sempre più difficile adottare le contromisure se non si hanno le adeguate conoscenze.. ma tutto questo e non solo sarà approfondito quanto prima... rivolgo quindi un sentito ringraziamento per il lavoro svolto ad Alessandro Aldrovandi, Giovanni Lapidari, Sante Pellegrino, Gianrocco Mecca, Stefano Bagnoli, Giuseppe Cordua, Carlo Vallotto, Claudio Zanetti e in particolare a Gianpaolo Nodari di J. Lamarck Sim per la sua analisi sulle biotecnologie.. Da questo numero prenderanno inoltre vita due nuove rubriche che andranno ad arricchire i contenuti della rivista: il fashion che vedrà pubblicato un sarcastico commento della stilista Agostini sul “ made in Italy “ e una sezione immobiliare che si avvarrà della collaborazione dell’avv. Lucarini Manni al quale porgo un cordiale benvenuto.... Con la certezza di ritrovarvi sempre più numerosi nelle prossime occasioni ma anche più....scaltri e performanti.... vi auguro una buona lettura e un buon trading !!
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n. 01 - novembre 2010 supplemento de LO STRILLONE n. 11 Iscrizione Tribunale di Firenze n. 5633 del 08/02/2008
Editore PUBLIGEST SRL via G.B. Amici, 20 - Firenze Tel. 055 571359 Fax 055 582746 Direttore Responsabile Riccardo Caracciolo Progetto Grafico Tania Magnani Alexandra Barbieri Direzione Commerciale Simona Chiavacci Alessandro Masi Coordinatore progetto Andrea Renault Collaboratori Giovanni Lapidari, Francesco Cordolia, Gianpaolo Nodari, Alessandro Aldrovandi, Carlo Vallotto, Gianrocco Mecca, Alberto Peano, Sante Pellegrino, Stefano Bagnoli, Claudio Zanetti, Sandra Agostini, Avvocato Lucarini Manni Stampa Tipografia Il Bandino Per informazioni sugli abbonamenti
info@tradingliveshow.it
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Filosofia del Trading a cura di Giovanni Lapidari
Euro-dollaro: analisi e strategie
a cura di Francesco Cordolia
Pharma & Biotech Outlook a cura di Gianpaolo Nodari
La teoria dei volumi a cura di Alessandro Aldrovandi
Commodity a cura di Carlo Vallotto
Il titolo sotto la lente STM a cura di Gianrocco Mecca
Risk management a cura di Alberto Peano
w w w. t r a d i n g l i v e s h o w. i t TRADING LIVE SHOW
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live SHOW Una guida per chi ritiene il trading una propria filosofia di vita!
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Professione trader a cura di Sante Pellegrino
Soli contro tutti a cura di Stefano Bagnoli
LateralitĂ a zig zag a cura di Claudio Zanetti
Made in Italy... o quasi a cura di Sandra Agostini
Pronto Avvocato? a cura dell’Avvocato Lucarini Manni
Sommario S mma
TRADING
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a cura di GIOVANNI LAPIDARI
Filosofia del trading M
i sono accostato al trading circa quattro anni fa, nel gennaio 2003. In quel periodo ero manager responsabile di una rete di promotori finanziari di un importante gruppo bancario nazionale.
che da lì a qualche tempo avrei lasciato il mondo della promozione finanziaria per dedicarmi al trading. Avevo il forte desiderio di far diventare il trading la mia professione a tempo pieno, e oggi – dopo notti insonni passate a “capire” i mercati e a consumare libri a furia di sfogliarli - sono felice di aver raggiunto e consolidato questo traguardo, al di là degli inevitabili errori e, non lo nascondo, delle significative perdite iniziali.
Io e i miei colleghi venivamo da tre anni di sonore batoste sui mercati finanziari. La bolla internet, la guerra in Iraq e l’attentato alle Torri Gemelle avevano letteralmente tolto il sonno ai nostri clienti e purtroppo anche a noi In questo percorso sono stato aiutato “consulenti”. Continuavamo a ripe- dall’attitudine a ragionare in termini tere loro di stare tranquilli, recitando imprenditoriali, che da un lato mi ha il mantra imparato a memoria che il aiutato a gestire la mia emotività, e rendimento dei mercati doveva essere per altri versi mi ha permesso di vivere valutato nel lungo termine. Un giorno e accettare le difficoltà iniziali come un cliente, tra l’imbarazzato e un passaggio obbligato, il confidenziale, mi informò ripetendomi che prima ...potrei definirmi che un altro consulente gli fosse terminata la seun mini scalper, stava facendo guadagnare quela degli errori, pridal momento che un sacco di soldi da tre anni, ma avrei iniziato a guaadotto un criterio proprio con i mercati in perdagnare. E così è stato. guida, che potrei dita; e aggiunse che questo Aggiungo anche che ho chiamare signore aveva previsto il crollo una scala di valori par“la regola del delle quotazioni azionarie già ticolare per la mia vita, dieci/tre/dieci” da marzo del 2000. nella quale non vedo il Alla mia domanda su chi fosdenaro al primo posto se questo operatore, e come e/o come obiettivo da avesse fatto a realizzare il miracolo raggiungere, ma solo come premio ad di guadagnare quando tutto perdeva un lavoro fatto bene. Non premessa, valore, il cliente mi disse che questo quindi, ma conseguenza. consulente guardava i grafici di borsa Come trader ho iniziato con i futures, dalla mattina alla sera, e mi consigliò e tuttora continuo su questi mercati, amichevolmente di contattarlo per sa- sui quali utilizzo anche i cfd, con una perne di più. operatività basata sullo studio delle Sedici anni di promozione finanziaria correlazioni fra azioni, bond, valute e vanificati in cinque minuti. materie prime. Per ridurre i rischi, riOggi come oggi penso che non finirò tengo opportuno fare trading solo su mai di ringraziare quel cliente. La sua strumenti ben conosciuti, dei quali critica inconsapevole ha modificato in saper interpretare “al volo” comportamodo definitivo i miei percorsi lavora- menti ripetitivi, livelli di prezzo e pattivi e professionali, e a ben vedere la tern abituali. Probabilmente manco di mia stessa vita. duttilità, e quindi nel tempo ho cercaDopo qualche mese avevo comprato to di trasformare questo limite in un diversi libri sull’argomento e frequen- fattore positivo per la mia attività. tato un corso di formazione sul trading applicato ai fondi comuni (..?!). Alla La mia propensione al rischio non è fine di questo primo approccio, decisi elevata, e di conseguenza opero preTRADING LIVE SHOW
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valentemente in intraday, soprattutto nelle fasi di mercato laterali. In ultima analisi potrei definirmi un mini scalper, dal momento che adotto un criterio guida, che potrei chiamare “la regola del dieci/tre/dieci”. Questo metodo mi suggerisce di stringere lo stop, se non di chiudere l’operazione, quando il mio trade è in guadagno per un numero di punti uguale o superiore al 10% del range medio giornaliero dello strumento che sto lavorando. Come corollario, ho anche stabilito di prendermi una pausa dopo tre operazioni consecutive in guadagno o in perdita, e di considerare terminata la giornata di lavoro dopo dieci operazioni. Non facendo posizione, i miei obiettivi sono sia grafici ma soprattutto economici. Questo significa che ho sempre una chiara idea di quanto posso guadagnare, e riesco a capire in fretta quando è bene smettere di sperare. Gli stop sono quindi pochi e di piccolo importo: applico un rigido money management, e ogni giorno so, in base al time frame che sto seguendo e alla volatilità dello strumento, quale è la quantità di capitale che posso o meno permettermi di mettere sul mercato. Questo mi ha consentito, da tre anni a questa parte una soddisfacente regolarità di risultati,che è la cosa che mi interessa di più: guadagnare costantemente, preservando capitale psicologico ed economico. La mia giornata tipo è organizzata in modo molto metodico, forse anche un po’ maniacale. Finita la settimana cancello tutti gli oggetti dai grafici, resettando tutto per vedere se i mercati mi segnalano novità su : incroci di trend line e punti di svolta resistenze e supporti livelli orizzontali di prezzo nuovi minimi e massimi eventuali punti di breakout Alla chiusura giornaliera aggiorno il
mio database, per costruire proiezioni e zone di prezzo sensibili all’operatività del giorno dopo. Questo lavoro mi è utile su qualsiasi time frame (dal settimanale al 100 tick), per visualizzare i livelli e le aree di prezzo che seguirò in intraday con maggiore attenzione. Oltre a questo, ho costruito nel tempo un sistema di trading system che mi segnala cosa dovrei o potrei fare e a che prezzo mettermi long o short, e che mi dice anche dove sono le poszioni dei piccoli operatori e delle “mani fort”, ma in ogni caso le indicazioni sono sempre filtrate dal mio modo di vedere le cose in quel preciso momento e/o contesto di mercato: credo infatti che un’ eventuale operazione vada sempre vista all’interno di un contesto più ampio, e poi i future sono troppo sensibili ai dati macro per lavorare a casaccio.
Le mie tecniche sono costruite sull’osservazione congiunta di zone di prezzo e volume, e su un insieme di regole di analisi grafica. Attribuisco comunque piu’ importanza ai prezzi che ai volumi, per cercare precise sequenze di impulso e ritracciamento, sui quali utilizzo in modo abbastanza maniacale le proporzioni di Fibonacci. E’ un’ottica da swing trading, sia pure molto stretto come arco temporale.
Il metodo di lavoro si basa quindi su: 1.individuazione di aree di prezzo 2.verifica di esistenza di squilibrio fra domanda e offerta 3.divergenze prezzi/oscillatori 4.conferme da numeri e pivot point di Fibonacci/Elliott 5.analisi grafica e candlestick
Questa metodologia, solo in apparenza complicata, consente di interpretare e scorgere nel mercato una sorta di danza ritmica dei prezzi, che in determinate zone vibrano e creano movimenti forti e particolari. Per gli indicatori, uso un paio di cose di mia progettazione o, in alternativa, il Macd. Come esempio, vediamo un grafico di un trade eseguito e segnalato in tempo reale agli abbonati del mio sito www.lapidari.it Sul time frame orario del cambio eurogbp in data 9-9-2010 mattino si osserva una divergenza rialzista e con il 5 minuti si crea un entrata piu’ fine, in base alla rottura del canalino ribassista di ritracciamento; il target è sulle proiezioni di Fibonacci.
Giovanni Lapidari
Giovanni Lapidari - Opera come trader a tempo pieno dall’aprile 2004 dopo aver maturato esperienze presso Istituti di credito e come promotore finanziario. Lavora quasi esclusivamente in intraday sui Futures, mercati Eurex e Cme, valute forex e sul mercato azionario domestico, con operatività in quest’ultimo caso di posizione in ottica di medio periodo. Utilizza principalmente l’analisi grafica alla ricerca di movimenti di swing e di inversione, confermati da pattern di ingresso in divergenza prezzi/indicatori. La sue tecniche combinano lo studio dei grafici con l’attenta osservazione del rapporto prezzi/volumi, per meglio individuare le zone di supporto/resistenza/target dei prezzi. La sua operatività giornaliera è supportata da metodologie statistiche e trading system di propria realizzazione. Svolge inoltre attività di formazione per trader. Negli ultimi due anni ha partecipato alle più importanti manifestazioni nazionali e convegni sul trading, e viene spesso intervistato sul canale satellitare tematico ClassCnbc. E’ on line con il suo sito internet lapidari.it. TRADING LIVE SHOW
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a cura di FRANCESCO CORDUA
Euro-dollaro analisi e strategie
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l mercato forex è diventato ormai il terreno privilegiato per l’implementazione di strategie politicoeconomiche, di matrice istituzionale, e speculative, condotte da operatori specializzati. Se da un lato gli squilibri e le pronunciate fluttuazioni valutarie vengono additate come possibile causa di una prossima guerra valutaria, l’elemento positivo di secondo ordine è la formazione di trend ben definiti tra i vari cross, potenzialmente molto profittevoli. Tra i vari pair, in questo valzer valutario, l’euro/dollaro guadagna a buon ragione una posizione dominante. Soffermando l’attenzione sul quadro grafico di medio periodo risulta ben chiaro come l’andamento del pair sia particolarmente correlato all’andamento dell’equity. Il cambio, dopo un lungo periodo di rafforzamento, raggiunge il suo massimo storico a metà luglio 2008, quando l’imminente crisi
sembrava ancora un miraggio. La crisi finanziaria, di lì a poco, lo espone ad una discesa ordinata, intervallata solo dal picco di dicembre 2008 (tassi zero Usa), prontamente assorbito. Dai minimi di marzo 2009 il pair accompagna il recupero dei mercati segnando un massimo a fine 2009 a quota 1,5145. I timori sulla ripresa economica, prima, e la crisi dei cosiddetti PIIGS, poi, inducono il cambio ad una rapida discesa con bottom 1,1875. (vedi GRAFICO 1) Da tale quota parte prima un recupero farraginoso e poco convincente; improvvisamente, in concomitanza dell’annuncio di nuove misure di allentamento monetario da parte della Fed, si apre una nuova fase in cui la debolezza del biglietto verde prende il netto sopravvento su quella della moneta unica. Di punto in bianco, sforbiciate ai rating, allargamento de-
gli spread, revisione al ribasso del Pil e dati macroeconomici area euro sotto le attese perdono appeal a scapito del nuovo round di quantitave easing promesso e ancora non concesso dalla generosa Fed. La mossa della Fed di ricorrere alla svalutazione monetaria, ultimo tentativo di stimolo a d un’economia stagnante, non ha trovato per il momento ostacoli rilevanti dalla Bce, piegatasi alle logiche di forza maggiore. Ancor prima dell’annuncio ufficiale, scontando le indiscrezioni contenute nelle minute Fed, la grande “mano invisibile” esaudisce il volere istituzionale e riporta il pair a quota 1,40, provocando stupore nei meno informati sui fatti. Reduce da un violento rally il cambio galleggia da qualche seduta sopra quota 1,39 non mostrando nè la forza necessaria per scardinare la prima resistenza 1,403 nè palesi segnali d’inversione.
Quale futuro attende ora il pair? Dato per scontato un intervento di quantitative easing, molto dipenderà dalle decisioni che verranno prese nell’incontro del prossimo 3 novembre.
GRAFICO 1 TRADING LIVE SHOW
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Quali saranno ammontare e tempistica d’intervento? Come reagirà il pair all’annuncio? In questo contesto così disturbato l’analisi tecnica non può decifrare ed anticipare un quadro così complesso. Questa, può però fungere da supporto ad un’analisi prettamente fondamentale che tenga conto delle scelte in termini di politica monetaria
e di ribilanciamento dei portafogli degli istituzionali. Gli elementi da tenere in considerazione sono molteplici. Innanzitutto, la volontà da parte della Fed di stimolare l’economia favorendo la produttività e le esportazioni ricorrendo alla scorciatoia della svalutazione monetaria e l’intento, più o meno palesato, delle autorità europee di sopportare un livello di cambio pari o poco superiore all’attuale ma non spropositato (vedi 1,60). Riflesso della creazione di nuovi dollari potrebbe essere la conversione degli investimenti in asset class denominati in altre valute al fine di ottenere rendimenti più elevati, a ulteriore indebolimento del biglietto verde. Possibile anche una coda del bilanciamento dei portafogli delle istituzioni asiatiche, le quali, poco esposte all’area euro per via della fuga di massa durante l’apice della crisi dei paesi sovrani, dovrebbero colmare il gap rimasto ancora aperto. Questi elementi fanno propendere per un livello di cambio ben lontano dai minimi di giugno e presumibilmente prossimo ai valori attuali. Tuttavia, lo stato di salute delle economie dei paesi europei rimane un nervo scoperto, una dejavù che potrebbe riproporsi nel tempo, anche con maggiore incidenza. Tecnicamente, prendendo a riferimento il massimo/minimo 1,5145/1,1875, il pair ha superato di slancio sia quota 50% che 61,8% di ritracciamento di Fibonacci, corrispondenti rispettivamente a 1,3511 e 1,3897. Nel suo inarrestabile incedere il pair ha trovato un primo ostacolo solo in area 1,403 (massimo del 3 febbraio 2010). Valutando l’andamento storico si scorgono molte analogie tra i movimenti ribassisti 1,5145-1,1875 (dicembre 2009-giugno 2010) e 1,6038-1,233 (luglio-ottobte 2008). In quest’ultimo caso la proiezione rialzista ebbe proprio target 1,5145, pari ad un valore
prossimo al 76% di ritracciamento dal massimo assoluto. Proiettando tale livello sul movimento in corso si giunge ad un valore di 1,4358, quota molto significativa corrispondente a delle vecchie aree di resistenza nonché molto prossima al valore di inizio anno 1,4341. Nel breve, le quotazioni potrebbero rimanere ben sostenute, magari all’interno del range 1,435-1,35, e, comunque, al di sotto della trend-line ribassista di lungo periodo. Da valutare, pertanto, ingressi sulla forza oltre quota 1,403 per target prudentemente limitati (1,42?). In caso di infrazione al rialzo del livello significativo 1,436, le quotazioni potrebbero spingersi ver-
so la resistenza maggiore 1,458, quota dove sarebbe presumibile il corposo ritorno dei venditori. Al ribasso, data la straordinaria forza relativa, non si scorgono al momento input significativi tali da indurre a impostare strategie lungimiranti. Meglio attendere il test delle resistenze menzionate, in alternativa segnali di debolezza confermati sotto 1,35 per target primario 1,3125.
Francesco Cordua
GRAFICO 2
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a cura di GIANPAOLO NODARI
PHARMA AND BIOTECH
OUTLOOK Il 2009 ha visto il settore delle biotecnologie a livello globale, non solo resistere molto bene alle turbolenze dei mercati finanziari globali, ma ottenere una solida performance finanziaria, con i principali “cluster” biotech mondiali che per la prima volta sono divenuti profittevoli.
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centri biotecnologici più importanti di USA, Canada e Australia hanno chiuso il 2009 con un utile aggregato pari a 3,7 miliardi di dollari, che evidenzia come, per la prima volta il settore abbia raggiunto la profittabilità aggregata. A ciò si aggiunge un altro importante segnale: il balzo del 49% nella raccolta di capitali avvenuto durante la più grossa crisi finanziaria del dopoguerra.
Uno studio di J. Lamarck SIM, intermediario finanziario specializzato nella consulenza finanziaria nel settore biotech per grandi patrimoni, individua alcune considerazioni chiave alla base di questo successo: ➥ Crisi dell’industria farmaceutica ed aumento dell’attività di M&A. L’industria farmaceutica tradizionale come viene comunemente intesa, costituita da grossi conglomerati che basano il loro successo sulle vendite di farmaci “blockbuster” sta sperimentando negli ultimi anni significativi cambiamenti innescati da diminuzioni nelle prescrizioni, competizione dei generici, scarne pipeline, scadenze brevettuali per miliardi di dollari e, da ultimo, dalla riforma sanitaria voluta dal presidente Obama. Per anni, la farmaceutica tradizionale ha evitato la biotecnologia, essendo poco propensa a scommettere su tecnologie non ancora sperimentate. Certo, non è stato d’aiuto il fatto che i primi tentativi in ambito biotecnologico abbiano incontrato diversi imprevisti negli anni ’80 e ’90. Oggi, però, le Big Pharma stanno pagando molto caro questo atteggiamento di avversità al rischio: TRADING LIVE SHOW
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tech, già nel mirino di Biogen Idec sono poche le società che oggi hanno che nei mesi precedenti per ben tre farmaci promettenti in fase di svilupvolte aveva cercato di accaparrarsi la po e molte sono bloccate da una strasocietà con offerte partite da $14,5 tegia commerciale fortemente legata ed arrivate a $16,5 senza ai farmaci blockbuster (i tuttavia ottenere il benestracui brevetti stanno sca...tutti re del management. dendo) anziché concengli ingredienti Nel frattempo, Novartis ha trarsi sullo sviluppo di per la “rivoluspostato la sede organizfarmaci “personalizzati”. zativa di ricerca mondiale Ora le Big Pharma stanno zione biotech” dalla Svizzera a Cambridcorrendo ai ripari, divensono intatti e ge, Mass., sperando, così, tando partner di società pronti per di poter operare come una biotech, acquistandole generare un società biotecnologica meno cercando di emulare il nuovo boom tre a inizio luglio i vertici di loro successo addossaneconomico. Sanofi-Aventis hanno andosi parte delle spese da nunciato la disponibilità di dedicare alla R&S. Ci atUS$ 20 miliardi per accapartendiamo quindi un’intenrarsi un’importante società biofarmasificazione delle attività di M&A nel ceutica americana (rumors indicano corso del 2010. Nei primi tre mesi in Biogen Idec o Genzyme i candidati dell’anno sono già state portate a terprincipali). mine importanti operazioni di takeover. Nel mese di febbraio, Cephalon ➥ Pipeline ed Investimenti in R&S. ha esercitato la sua opzione d’acquiSecondo l’ultimo report di Pharmasto di Ception Therapeutics, del valoceutical Research and Manufacturers re di USD 250 milioni, in seguito ai of America [PhRMA], vi sono attualrisultati positivi di fase 2 di un farmamente 633 farmaci biotech in speco contro l’asma. Nel gennaio 2009 rimentazione, di cui 254 contro il Cephalon pagò circa USD 100 milioni cancro, 162 per il trattamento delle per assicurarsi tale diritto. infezioni, 59 contro patologie autoimIl 1° marzo, Astellas Pharma, società muni, 34 contro HIV/AIDS, 25 per il farmaceutica giapponese, ha lanciato trattamento di malattie cardiovascolauna OPA ostile nei confronti di OSI ri e 19 contro diabete e patologie ad Pharmaceuticals offrendo 52 dollari esso associate. L’ammontare degli inper azione per la società (pari a ca vestimenti in R&S hanno raggiunto la 3,5 miliardi di dollari). L’offerta, pur cifra record di 50,3 miliardi di dollari rappresentando un premio del 40% nel 2008, il triplo rispetto agli inverispetto al valore di chiusura delle stimenti sostenuti nel 1995. contrattazioni del giorno precedente è stata rifiutata ed il colosso nipponi➥ Approvazioni di nuovi farmaci. co è stato costretto ad alzare l’offerta Nel corso del 2009 la Food and Drug fino a 57,5 dollari. Administration (FDA) ha approvaIl 10 marzo, Abbott Laboratories ha to 25 nuove molecole terapeutiche offerto 722 milioni di dollari ($27 biotecnologiche, il più alto numero per azione) per acquisire Facet Bio-
di approvazioni dal 2004. Anche se tale numero è inferiore al record di approvazioni (56) avvenute nel 1996, consideriamo questo dato di assoluta rilevanza, soprattutto in considerazione delle nuove norme che dal 2008 hanno introdotto vincoli più stringenti e strategie volte alla minimizzazione dei rischi e degli effetti collaterali dei nuovi farmaci costringendo la FDA ad allungare i tempi dell’iter autorizzativo. Recentemente però la FDA è stata dotata di maggiori risorse, sia umane che finanziarie, e questo dovrebbe
tradursi in una maggior efficienza dell’agenzia nel futuro. Anche se nei mercati finanziari continuerà a prevalere incertezza e turbolenza, i fondamentali del settore biotech, in termini di numero di prodotti in fase clinica (pipeline), nuove approvazioni, utili aziendali e attività di M&A, rimangono molto favorevoli. Come evidenziato nel grafico sotto riportato, negli ultimi 10-11 anni, il settore delle biotecnologie ha fatto registrare una crescita impressionante, risultando in assoluto il miglior setto-
re e staccando nettamente la performance di altri settori fra i quali quello bancario, delle materie prime e dei semiconduttori. Visto che ormai più del 60% dei nuovi medicinali traggono origine dalla biotecnologia, non è irrealistico pensare che anche in termini di fatturato globale il settore possa arrivare, nei prossimi anni, a valere il 30-35% del fatturato farmaceutico mondiale, oggi valutato intorno ai USD 500 miliardi. Combinando questi fattori con i benefici derivanti dalla decodificazione del genoma umano, con un miglioramento della situazione finanziaria internazionale, tecnologie sempre più innovative e maggiori risorse per la FDA si può concludere che tutti gli ingredienti per la “rivoluzione biotech” sono intatti e pronti per generare un nuovo boom economico.
J. Lamarck & Advisors in Biotechnology
TRADING LIVE SHOW
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a cura di ALESSANDRO ALDROVANDI
La teoria dei volumi
Secondo le teorie tradizionali dell’analisi tecnica, i volumi corrispondono alla quantità numerica di titoli (azioni o contratti future) che vengono scambiati durante la seduta di Borsa e sono solitamente visualizzati nella parte bassa del grafico con una successione di istogrammi verticali suddivisi in base al timeframe prescelto.
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l loro studio è fondamentale ai fini ta di giovedì 19 agosto u.s. (FIGURA 1), di una corretta interpretazione è possibile osservare che sulla barra che dell’andamento delle quotazioni va dalle 12 alle 12:15 i prezzi hanno oscilperché consente di trovare conferme lato tra i valori 20.505 e 20.660, e che ci sugli eventuali movimenti direzionali sono stati complessivamente 1.761 condel mercato, in base alla teoria di Dow: tratti eseguiti, ma non riusciremo mai a quando i volumi di scambio sono elevati capire quali sono stati i singoli prezzi più o in crescita, generalmente confermano eseguiti, ossia esattamente quei “valori” la forza del trend primario in corso, che hanno indotto gli operatori a prenrialzista o ribassista che sia; al contrario, dere posizioni importanti, accentuando quantità negoziate scarse o in evidente la realizzazione del movimento rialzista diminuzione dovrebbero indicare una (la barra, infatti, alla fine risulterà posifase di incertezza, che a volte può es- tiva). In pratica, non abbiamo il dettaglsere solo una momentanea correzione io di quanti contratti sono stati scamdel trend principale, talvolta una sua biati esattamente al prezzo di 20.505, definitiva inversione. quanti al prezzo 20.510, quanti al Gli analisti tecnici che si sono prezzo 20.515, quanti al prezzo ...una lotta dedicati nel corso degli neutrale tra rial- 20.520, e così via fino a 20.660, anni allo studio approfonper quei 15 minuti. zisti e ribassisti, dito dei volumi hanno fatto ma man mano notare che le rappresenIn pratica, stiamo cercando che... tazioni grafiche tradizionali, i cosiddetti volumi per livelindipendentemente dal timelo di prezzo (VOLUME PROFILE), frame utilizzato, forniscono inforun’informazione che non è possibile mazioni interessanti se gli istogrammi ricavare dai grafici tradizionali, ma che vengono analizzati nella loro succes- richiede una particolare rielaborazione sione temporale (e confrontati con lo quantitativa con la conseguente necessviluppo grafico dei prezzi) ma non ri- sità di dover scegliere una più specifica escono a mostrare dettagliatamente ciò rappresentazione grafica. Questo indiche sta avvenendo nell’unità di tempo catore viene proposto dai software di scelta mentre si stanno formando. Se analisi tecnica con nomi diversi, come consideriamo, ad esempio, il grafico a 15 “Price/Volume” (eSignal e Ninja Trader), minuti del Future FTSE/MIB nella giorna- “Tick Distribution” (T-Cube e ProRealTi-
FIGURA 1 – Grafico a barre del Future FTSE/MIB nella seduta del 19/8/2010 con indicazione dei volumi tradizionali (timeframe a 15 minuti) TRADING LIVE SHOW
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FIGURA 2 – Grafico a istogrammi del Future FTSE/ MIB nella seduta del 19/8/2010 con l’indicatore VOLUME PROFILE (timeframe a 15 minuti)
me), “Price Distribution” (PowerDesk2), “Linee Blu” (VisualTrader5), ecc., e consiste nella rappresentazione dei volumi come istogrammi orizzontali a fianco delle consuete barre/candele dei prezzi, allo scopo di spiegare come proprio questi prezzi si distribuiscano statisticamente all’interno del range della seduta di Borsa (FIGURA 2). ✓ L’indicatore VOLUME PROFILE La caratteristica principale dell’indicatore VOLUME PROFILE è quella di creare delle particolari configurazioni grafiche a forma di “campana” ruotata di 90 gradi in senso antiorario, quasi sempre ben individuabili ad occhio nudo, con alcuni riferimenti statistici alla curva di Distribuzione Normale (o Gaussiana). La definizione di queste “campane” corrisponde ad una fase di accumulo dei volumi per livello concentrati in una certa area di prezzi. Ovviamente, con il VOLUME PROFILE siamo in grado di vedere quali sono i prezzi che vengono scambiati con maggiore frequenza o con notevoli volumi ma non riusciamo a capire se il mercato sarà rialzista o ribassista: nel momento in cui ogni azione o future viene negoziato, infatti, c’è sempre un compratore e contemporaneamente un venditore che si stanno scambiando quel titolo. Solo osservando successiva-
FIGURA 3 – Grafico a istogrammi del Future FTSE/MIB nella seduta del 19/8/2010 con l’individuazione delle “campane” del VOLUME PROFILE
mente l’andamento del mercato, potre- nella stessa direzione dei trader vincenti Durante una seduta di Borsa, infatti, si mo capire se l’azione di maggior forza è nel momento in cui quelli perdenti de- possono formare fino a 6/7 configurastata quella dei compratori o dei vencidono di uscire dal mercato. Per zioni di questo tipo. ditori nel loro complesso, e quindi chiudere le posizioni perdenti, potremo decidere di seguire gli infatti, questi ultimi devono ✓ Regole operative di base ..direzione operatori vincenti del mercato effettuare una operazione “al Dal punto di vista operativo, quindi, il segiusta sta (FIGURA3). meglio” di segno opposto a tup di ingresso per aprire una posizione cominciando a quella originariamente sba- è molto semplice: innanzitutto è necesguadagnare.. Osservando nel dettaglio ciagliata, e di conseguenza fini- sario aver preventivamente individuato scuna “campana” , possiamo osranno per agevolare ulterior- i livelli estremi della “campana”, sia quelservare che nella sua parte centramente le quotazioni dei trader lo superiore che quello inferiore. Poi, si le, ossia quella con il maggior numero vincenti. Ad esempio, per chiudere tratta di aspettare che le quotazioni ragdi volumi per livello (punta della campa- una posizione short in perdita, biso- giungano uno dei due estremi: se viene na), c’è quasi sempre una lotta neutrale gnerà comperare “al meglio” la stessa toccato il livello superiore bisognerà tra rialzisti e ribassisti, ma man mano quantità di titoli, e molto probabilmen- immediatamente entrare in posizione che le quotazioni si spostano aleatoria- te si sarà costretti a fare acquisti a prezzi LONG al miglior prezzo possibile, menmente verso una delle estremità della sempre più alti, finendo per agevolare tre se venisse eseguito quello inferiore stessa “campana”, ossia dove i volumi chi è già long e vede i prezzi salire senza sarà conveniente aprire una posizione per livello cominciano ad assottigliarsi, fare nulla. Solitamente, queste decisioni SHORT sempre con altrettanta rapidità è evidente che chi ha aperto posizioni vengono prese in corrispondenza con proprio a quel livello. Nella FIGURA 6 è nella direzione giusta sta cominciando gli estremi (superiore o inferiore) delle riassunto un caso pratico di trading con a guadagnare e resta in attesa (trader “campane”, che costituiscono dei veri e questa strategia. Come si vedrà, l’opevincente), mentre chi ha posizioni aper- propri livelli di resistenza e supporto da rativià intraday non è particolarmente te nella direzione opposta sta realizzan- monitorare in un’ottica di breakout, e il frenetica (al massimo 6/7 operazioni al do una perdita potenziale e comincia a movimento che segue dovrebbe essere giorno) e i trades possono essere temmonitorare il proprio livello di stop loss esplosivo e fortemente direzionale (FI- poralmente anche lunghi, con obiettivi (trader perdente). Con il passare del GURA 5).. ambiziosi. tempo, la casualità dei movimenti del mercato può mantenere invariate que- Come si evince dalla FIGURA 5, ogni vol- Quanto scritto finora è solo l’approccio ste situazioni ma può anche ribaltarle, ta che i prezzi superano una deliniziale ad una delle possibili strategie trasformando il trader vincente in uno le estremità della campana di trading realizzabili attraverso il perdente e viceversa, e senza che nessu- si realizzano delle improvVOLUME PROFILE. ... il setup di no degli operatori chiuda le proprie po- vise accelerazioni rialziste ingresso per sizioni iniziali. Questa altalena, anche di o ribassiste dei prezzi. Le Nei prossimi numeri della preaprire una posiemozioni, termina nel momento in cui esplosioni rialziste, ripesente rivista entreremo maggiorzione è molto il trader perdente non riesce più a so- tiamo, non sono generate mente nel dettaglio della tecnica, semplice... stenere la posizione assunta in origine, dalla volontà dei compratori illustrando come devono essere a causa del mercato che prosegue nella ma, paradossalmente, solo dalconfigurate le “campane” per essere direzione opposta, e decide di chiudere la chiusura in perdita delle posizioni considerate valide ai fini del breakout, definitivamente l’operazione incassan- ribassiste. E così vale anche per i violenti dove devono essere fissati i target e gli do la perdita e ritornando flat (FIGURA movimenti ribassisti, che invece sono stop loss delle posizioni aperte, come 4). causati dalla chiusura al meglio delle individuare le inversioni del trend, come operazioni long in perdita. Aggiungia- comportarsi durante il rilascio dei dati I presupposti della nostra strategia di mo, inoltre, che questo meccanismo macroeconomici, perché osservare la trading consistono nell’osservare la bat- comportamentale è ben osservabile correlazione con i mercati internazionataglia che si svolge fra rialzisti e ribassisti più volte nel corso di una giornata e, più li, ecc… finchè i prezzi si mantengono all’interno precisamente, ogniqualvolta di riesca di ciascuna “campana”, ma di intervenire ad individuare una “campana” di volumi.
Buon Trading!
FIGURA 4 – Modello comportamentale dei trader all’interno della “campana” del VOLUME PROFILE
FIGURA 5 - Grafico a istogrammi del Future FTSE/ MIB nella seduta del 19/8/2010 con l’indicazione dei vari movimenti esplosivi dei prezzi (frecce bianche), sia al rialzo che al ribasso, oltre le estremità delle “campane”
FIGURA 6 – Esempio di una seduta di trading sul Future Dax: nella giornata sono state effettuate solo 2 operazioni per un totale di 46 punti (1.150 euro al lordo di commissioni e tassazione fiscale) TRADING LIVE SHOW
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a ccura ur di ura di CA CARLO RL VA RLO VALLO VALLOTTO LLOTTO LLO
Commodity Un settore del mercato forse poco conosciuto ai più, ma di fondamentale importanza è quello delle materie prime, le così dette commodity. Termine, questo di origine inglese, entrato oramai nel gergo commerciale ed economico, derivante dal francese “commodité”, tradotto quindi proprio col significato di “ottenibile comodamente”, quindi estremamente pratico.
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aterie prime, appunto, usate quotidianamente da tutti, persone, industrie e quant’altro, in ogni parte del mondo, materie prime che il mercato richiede in ogni caso, poiché sono legate alla sopravvivenza di tutti e di tutto. È proprio questo che conferisce loro un’internazionalità assoluta. Possono essere preziose come l’oro, il platino, l’argento, il petrolio, l’uranio, i diamanti, semplici come l’acqua, il caffè, lo zucchero, il cotone, i cereali, ma tutte ci danno una garanzia di infallibilità, ed è proprio questa la caratteristica principale che rende molto interessante questo settore del mercato. Esse sono fondamentali, innanzitutto, in quanto permettono una seria, quanto semplice ma importante, diversificazione degli investimenti garantendoci che il loro valore non potrà mai scendere ad un livello infimo; al contrario delle azioni legate indissolubilmente ad aziende che possono comunque fallire e quindi far scendere le loro azioni a livello zero, le materie prime, ad esempio un lingotto d’oro, sarà un po’ improbabile che perda del tutto valore, così come un diamante o un qualsiasi altro metallo prezioso e non. L’elevata diversificazione che caratterizza una commodity ne consente l’agevole negoziazione sui mercati internazionali, ed inoltre esse possono rappresentare un’attività sottostante per vari tipi di strumenti derivati, in particolar modo per i “future”. Dando uno sguardo alle materie prime più commercializzate, in primo luogo troveremo l’Oro, metallo nobile per eccellenza, “bene rifugio” preferito dagli investitori di tutto il mondo sempre, e soprattutto nei periodi di grande incertezza economica come l’attuale. È, infatti, ormai pratica consolidata che quando il dollaro comincia a perdere valore, di rimando comincia la corsa agli investimenti in Oro. L’oro è sicuramente il metallo più malleabile e duttile in asTRADING LIVE SHOW
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soluto. È il miglior conduttore di calore ed elettricità esistente al mondo, e a differenza di altri materiali è notevolmente resistente all’ossidazione, cosa questa, che lo rende uno dei metalli tra i più indispensabili che si trovino in natura. Infatti, oltre ai classici usi che tutti conosciamo nel settore della gioielleria, l’oro è anche, e soprattutto usato nel settore industriale. Le sue applicazioni in tale settore sono molteplici ed in continuo aumento, ricordiamo tra le più importanti, che l’oro può essere utilizzato come catalizzatore, nell’industria dell’elettronica, nelle nanotecnologie, nelle applicazioni dentali e biomedicali. L’oro, in ogni caso, non può essere considerato una semplice materia prima, esso è un qualcosa di più e di diverso da una semplice commodity. Infatti, in tutta la storia dell’umanità, sin dai tempi più antichi, l’oro ha da sempre rappresentato la maniera più semplice, sicura e conveniente di conservare la ricchezza acquisita dagli essere umani. L’oro in sostanza, altro non è che denaro. A sua volta anche il Platino è un metallo tanto prezioso quanto utile: è un metallo difficilmente reperibile, malleabile e molto duttile, viene solitamente usato in gioielleria e nelle industrie di elettronica ed aerospaziali grazie alla sua altissima resistenza al calore. È anche un ottimo catalizzatore nel campo automobilistico, la sua caratteristica principale è quella di non essere ossidabile, non viene attaccato dagli acidi ed è perciò utilizzato per la preparazione di leghe particolarmente resistenti. Oggi, l’impiego più importante è, sicuramente, l’ utilizzo nel settore farmaceutico dopo la scoperta della sua efficacia nel neutralizzare diverse neoplasie, cosa questa che farà sicuramente, in un futuro breve, lievitare notevolmente la domanda, quindi conseguentemente il prezzo.
Altro metallo prezioso, utile e molto raro è il Palladio, utilizzato nell’industria automobilistica per la fabbricazione degli impianti catalitici, soprattutto nei veicoli diesel. È proprio l’utilizzo nel settore ecologicoautomobilistico che fa sì che la domanda rimanga sempre alta ed inoltre, proprio per tale motivo rispetto all’oro rimane più slegato dal dollaro. L’Argento oltre al settore della gioielleria, ha avuto, da sempre, un largo impiego nell’industria farmaceutica, chimica ed elettronica essendo tra i principali conduttori al mondo di elettricità. Inoltre per quel che riguarda l’utilizzo dell’argento ci sono continue scoperte, tra cui uno degli impieghi più interessanti e promettenti per quel che riguarda il futuro, ad esempio, è quella del suo utilizzo come battericida, cosa che farà si che venga utilizzato nei filtri per purificare l’acqua delle piscine al posto del cloro. L’argento, inoltre è da sempre utilizzato nelle applicazioni medicali, negli specchi, nelle decorazioni, nella produzione di energia solare. Va infine ricordato che le contrattazioni delle commodity avvengono in dollari e che è sicuramente preferibile affidarsi ad un broker esperto per effettuare acquisti o vendite. Carlo Vallotto
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a cura di Gianrocco Mecca
Il titolo sotto la lente ➥ PROFILO SOCIETARIO STMicroelectronics è tra le società leader a livello globale nel settore semiconduttori. Nata dalla fusione tra l’italiana SGS Microelettronica e la francese Thomson Semiconducteurs oggi la società annovera circa 50.000 dipendenti, 16 centri di ricerca e sviluppo avanzati, 39 centri di progettazione, 15 siti produttivi principali e 78 uffici vendita in 36 Paesi. ➥ MERCATO DI RIFERIMENTO Il settore è contraddistinto da un’elevata sensibilità al ciclo economico, tendendo ad anticipare e amplificare il movimento dei mercati nei periodi espansivi dell’economia e a sottoperformarlo durante le fasi di rallentamento e recessione. Il settore semiconduttori nell’ultimo trimestre dell’anno, sulla scia del rallentamento dell’economia mon-
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diale, ha assistito ad un calo della domanda, registrando un incremento delle scorte. Le principali società del settore hanno rivisto al ribasso le stime sul fatturato e sui profitti relativi al prossimo trimestre. Il 2010 rimane comunque un anno molto positivo per il settore, che secondo le stime di ISuppli registrerà una variazione positiva del 32% rispetto allo scorso anno. ➥ DATI ECONOMICO-FINANZIARI L’anno 2009 è stato molto difficile per Stm, che ha registrato nel periodo di riferimento una perdita di 1,13 miliardi di dollari, in netto peggioramento rispetto ai 786 milioni di dollari dell’anno precedente. In contrazione anche i ricavi, che si attestano a 8,51 miliardi di dollari contro i precedenti 9,84 miliardi di dollari. Dal quarto trimestre dello scorso anno in poi, la società ha
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registrato decisi progressi. I primi due trimestri del 2010 sono stati chiusi in attivo, con un incremento complessivo dei ricavi del 32% nel semestre. In miglioramento anche la marginalità e i profitti.
di 10 milioni di euro per ogni trimestre. Questo perché la società fattura in dollari ed ha la maggior parte dei costi in euro, avendo la produzione in Europa.
➥ PROSPETTIVE Per il terzo trimestre la società si attende un incremento dei ricavi tra il 2% ed il 7%, con un incremento di marginalità del 38,8% rispetto al 38% della prima parte dell’anno. La società inoltre prevede una maggiore utilizzazione degli impianti, e destinerà parte dei propri proventi al rafforzamento di alcune strutture produttive. Per il numero uno della società Carlo Bozotti “l’impegno speso per il rafforzamento del portafoglio di prodotti consentirà di crescere in modo organico e di avere un ruolo in nuovi mercati”. Il programma di ristrutturazione in corso, invece, “avrà l’effetto di migliorare ulteriormente e in misura significativa la struttura di costi e la competitività”. Per l’anno in corso stimiamo il ritorno all’utile, che manca da ben tre anni nei bilanci della società.
➥ COMPARABLE E FAIR VALUE La tedesca Infineon e la statunitense Arm Holding sono i comparables ideali per Stm, in quanto operano nel medesimo business con dimensioni similari. L’analisi viene effettuata sulla base della relativa redditività, livello di indebitamento e multipli di mercato.
➥ CENTRALITA’ DI NOKIA E DOLLARO Lo stato di salute e la redditività del gruppo finlandese e le fluttuazioni dell’euro/dollaro sono fattori cruciali per i bilanci di Stm. Nokia è il principale cliente di Stm, che rappresenta tra il 15% ed il 20% del fatturato. Altra partnership importante è la joint venture siglata con St Ericsson, le cui perdite hanno pesato negativamente sui conti degli ultimi trimestri. Molto importante anche il discorso cambio, Bozotti stima che una flessione di un punto dell’euro sul dollaro, comporta un guadagno a conto economico,
Dall’analisi emerge lo stato di sottovalutazione di Stm, che presenta una maggior redditività stimata e multipli a sconto rispetto ai comparables. Il titolo è stato eccessivamente penalizzato dall’indebolimento del dollaro che potrebbe tuttavia continuare nelle prossime settimane per via del nuovo quantitative easing della Fed. Nel medio periodo stimiamo un recupero dell’euro, che potrebbe rasentare il livello di cambio naturale che stimiamo a 1.20-1.25. Ad incidere positivamente sulla società potrebbe contribuire la ritrovata competitività di Nokia, pronta a lanciare nuovi prodotti sui mercati che potrebbero registrare un appeal interessante. Sul ciclo economico siamo moderatamente positivi, il rallentamento in atto dovrebbe esser contrastato con efficacia dal nuovo quantitative easing, sostenendo le dinamiche del settore. Il fair value stimato di medio periodo sul titolo, sulla base dei flussi di cassa attesi e dell’analisi rispetto ai comparables è di 7,20 euro.
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a cura di ALBERTO PEANO
Alcune nozioni base: •Bisogna conoscere perfettamente se stessi e le proprie attitudini nei confronti dell’investimento •Quindi usare un approccio al trading che calzi a pennello con i propri comportamenti individuali •Creare una strategia di trading “su misura” •Preparare un “piano di trading” per non essere presi in contropiede dai mercati •I migliori traders sono quelli che hanno congiunto un’ “intuitività” naturale sui mercati ad una spietata pianificazione strategica dell’investimento. •L’assunto principale del TRADING MANAGEMENT si basa sull’assieme che per prima cosa bisogna proteggere il capitale TRADING MANAGEMENT è composto da: 1. RISK MANAGEMENT: gestione della POSIZIONE (es. Stop Loss con il quale definisco quale rischio voglio correre ogni volta che apro una posizione) Primo: non prenderle ! 2. MONEY MANAGEMENT: scelta della percentuale di K (capitale da impiegare) in un trade (quanto). detto anche POSITION SIZING
Risk 1. Ad esempio ho 10,000 euro e decido che posso perdere 1,000 euro (10%). 2. Adesso decido il RISCHIO, quanto sono disposto a PERDERE ogni volta che apro una posizione. Se ad esempio rischio 100 euro ogni volta che apro una posizione, se ho 10 operazioni negative di fila (e può accadere) devo smettere di operare. 3. Stabilita la MAX perdita accettabile la divido per l’ampiezza del set up (nel caso di trade iniziato su un setup grafico tipo “hummer” o altro) e moltiplico x 100. Il risultato, arrotondato per difetto indica il n°di azioni da utilizzare per il trade. 4. Quanto capitale (K)?: a parità di rischio si sceglie l’operazione in cui si impiega meno capitale e per MENO TEMPO.
GESTIONE DELLA POSIZIONE o RISK MANAGEMENT Nel trading, più che in altri campi, una pianificazione attenta può servire a vincere la strenua competizione con mercati altamente efficienti e ad alta volatilità (FOREX) Mettendo in atto un strategia si evita di perdere tempo nell’analisi dei mercati su cui non si prende posizione e di essere trascinati in una posizione inconsciamente non voluta. Nel breve molti, forse, hanno ragione a non pianificare, ma nel lungo periodo sono inevitabilmente perdenti contro le leggi della statistica. La base di ogni investimento dovrebbe essere la stesura (mentale E scritta) di un piano di trading. Tale piano fornisce le ragioni per entrare e uscire da una posizione. L’entrata è UNICA, mentre le possibilità di uscita sono molteplici: perdita, profitto, dopo un periodo di tempo.
APERTURA DELLA POSIZIONE E’ la fase più semplice dell’intero trading. Psicologicamente: motivazione massima, la perdita si subisce eventualmente solo alla chiusura della posizione. Ottimismo. TRADING LIVE SHOW
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Management Approccio FONDAMENTALE al mercato: compro sui supporti e vendo sulle resistenze che corrisponde a: “vendi quando tutti comprano e compra quando tutti vendono” (bisogna distinguere tra supporti e resistenze di breve o lungo periodo). Può essere completato naturalmente da altre regole. POTENZIALITA’ di questo approccio: se il supporto che “comperiamo” viene rotto, lo Stop Loss piazzato nelle vicinanze può costituire un valido segnale per aprire una posizione “short” in modo che profitti e perdite si possano equilibrare. L’entrata è UNICA, mentre le possibilità di uscita sono molteplici: perdita, profitto, dopo un periodo di tempo.
Si è in presenza di una perdita addirittura doppia: - attuale investimento - investimento che NON possiamo effettuare a causa del capitale immobilizzato Vi sono poi alcuni punti nel mercato che se superati segnalano una continuazione nella tendenza. La fissazione degli Stop è quindi opportuna se si crede nel trend che non abbiamo interpretato in maniera corretta Lo Stop Loss può costituire un segnale per fare un reverse sulla posizione (posizione contraria)
CHIUSURA CON PROFITTO
CHIUSURA DELLA POSIZIONE 1. Stop Loss 2. Chiusura con Profitto 1.STOP LOSS Il concetto base è quello secondo il quale ogni investitore deve avere una propensione alla liquidità: una posizione immobilizzata in perdita costituisce un mancato investimento su qualche altra attività finanziaria.
Il principio fondamentale è che, una volta aperta una posizione, questa deve dare il massimo profitto. La maggior parte degli operatori tende a “far correre le perdite e tagliare i profitti sul nascere”. La statistica dice: il trader di successo subisce perdite dal 60 - 65% delle posizioni che apre e profitto solo dal 35 - 40%: egli riesce però a riconoscere i trends e a ricavare il massimo da essi. Esempio: trader in perdita per diversi mesi su eurodollaro in un mercato laterale, ma pareggiate e di gran lunga superate dal profitto realizzato “catturando” il trend. Sistema utilizzato: TRAILING STOP o STOP PROFIT. Si segue il trend ponendo il segnale di chiusura (vendita nel caso di un mercato al rialzo) sempre sotto al mercato e alzando il livello a seconda del mercato in ascesa. TRADING LIVE SHOW
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a cura di ALBERTO PEANO
Il trader che crede nella salita del mercato continua ad aggiungere posizioni rialziste
Lo Stop Loss deve essere fissato ad un livello che inequivocabilmente costituisca un segnale di inversione del trend corrente e mai in prossimità del mercato. Il rischio è quello di liberarci di una posizione che, dopo una piccola correzione, continua il trend corrente.
Strategie per la gestione del Prezzo di Carico Durante una posizione aperta, il trader opera per ricavare il massimo profitto da un trend favorevole o per uscire indenne dalla posizione errata. Vi sono diverse strategie per mediare i prezzi di carico di posizioni aperte: 1. Strategia neutrale 2. Martingala 3. Anti martingala o piramide rovesciata 4. Piramide 5.Piramide su perdita 1. STRATEGIA NEUTRALE Il trader opera con un numero costante di contratti, senza fare distinguo tra posizioni in perdita o in profitto 2. MARTINGALA Strategia più conosciuta. Si comincia con una unità di trading, raddoppiando tale unità ogni volta che si subisce una perdita potenziale e che il mercato raggiunge un livello ritenuto importante. (se il mkt va nel senso previsto si recupera la perdita e si ottiene profitto). E’ l’antitesi dello Stop Loss. Conduce, inevitabilmente, alla rovina (in base alle leggi statistiche sulle serie di eventi sfavorevoli).
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ANTIMARTINGALA o PIRAMIDE ROVESCIATA Quanto visto nella strategia martingala (punto 2) viene applicato ad una posizione in profitto, raddoppiando quindi la posizione e seguendo il mercato (al ribasso). La possibilità dei profitti è molto alta, ma richiede estrema velocità nel chiudere la posizione alla fine del trend (il prezzo di carico è molto vicino al mercato). 4. PIRAMIDE Si apre una posizione con una unità, aggiungendo a determinati livelli in cui siamo in profitto la metà dell’unità di trading originaria, per diverse volte. Si chiama “piramide” perchè il numero di contratti aggiunti alla posizione originaria non deve essere mai più largo della base e diventa proporzionalmente più basso via via che il mercato muove in nostro favore. E’ la strategia MIGLIORE applicabile al trading avendo il vantaggio di farci avere un prezzo di carico di tutti i nostri “contratti” (ad esempio futures) ad un livello ben al di sotto del mercato attuale. Se il mercato muove contro, non saremo danneggiati seriamente ed abbiamo tutto il tempo per chiudere ed eventualmente invertire la posizione. SVANTAGGIO: richiede un attentissimo studio sui livelli Richiesta una NOTEVOLE CAPACITA’ PREVISIONALE
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a cura di SANTE PELLEGRINO
Mi presento sono Sante Pellegrino,
professione trader... ... quando Andrea mi ha chiesto di scrivere , per il suo periodico di trading, ho subito accettato, devo essere sincero, ho impiegato un po’ di tempo a scriverlo, e spero Andrea non me ne voglia, ma sono convinto che una sintesi del trading così non sia stata ancora pubblicata. Tutti vogliono conoscere qualche segreto nell’ascoltare una lezione di trading ,… segreti in questo mestiere non c’è ne sono! Può sembrar strano eppure è così, le tecniche le si conoscono tutte, ma quello che ogni buon trader deve imparare è la gestione emotiva. Questo è il segreto vero, l’essenza del trading. Pratico trading da ormai 10 anni e di guadagni ne ho visti, ma mai nulla mi hanno insegnato, quando invece ho accumulato perdite, quelle sì che mi hanno insegnato molto … e dopo 10 anni sono di nuovo pronto a ricominciare e ad accettare le sfide quotidiane che i mercati offrono costantemente e quotidianamente. Quasi sempre alcuni non riescono a superare “lo stress test”, è solo l’inizio di una lunga strada e di una crescita personale che non ha paragoni. Ecco perche propongo l’esperienza scritta del mio ultimo stagista, Vito Turitto. Ho chiesto io di scrivere la prima esperienza del suo vissuto da trader, benché ancor breve come esperienza, sono convinto che è questa la vera lezione che un trader deve affrontare, perle di saggezza, ovviamente per chi col trading ci vive, il resto è solo fantasia buona lettura e a presto …. Sto parlando ininterrottamente da ormai 15 minuti e son seduto qui da circa 40.Sono un po’ emozionato ma non troppo, ormai sono abituato allo stress.Il professore mi fa un cenno col capo:puo’ bastare!! Finalmente,e’ finita.Mi sono laureato. D’un colpo tutti i problemi relativi ad esami,libri,colloqui con i professori,appunti e lezioni sembrano lontani anni luce.Passeggiando per il corridoio dell’universita’ incrocio gli TRADING LIVE SHOW
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sguardi di chi e’ ancora affannato con i problemi di sempre e lo guardo quasi fossi un giocatore a fine carriera che ha vinto tutto e sta per essere sostituito a 2 minuti dalla fine per ricevere la standing ovation finale.La mia espressione e’ palese. E’ di chi non ha piu’ niente da vincere perche’ ha gia’ vinto tutto. I miei occhi trasmettono un solo messaggio al malcapitato seduto sulla panca che incrocia il mio sguardo, e sembrano dirgli:caro pivellino devi ancora farne di strada per arrivare al mio livello !!! Adesso il problema e’ molto piu’ grande del superare un esame. Devo trovare un lavoro. Ma non uno qualsiasi, Il mio. Ho studiato Finanza a Londra e durante il periodo di studi ho sempre sognato un lavoro emozionante, remunerativo e che mi desse un’elevata liberta’ finanziaria. Ho trovato:voglio fare il Trader !!!. Incomincio a cercare su internet e mando il mio cv a tutte le banche d’affari e fondi d’investimento che riesco a trovare, ma nulla. Contatto un paio di agenzie interinali specializzate e spero nel miracolo ma purtroppo ancora niente. Stanco ed afflitto vado a dormire. Il giorno dopo mi alzo,faccio il caffe’ ed accendo il computer. Controllo le email e c’e’ ne una che sembra diversa dalle altre. La apro. E’ una richiesta di colloquio. Passo dall’assonnato a ultra ricettivo in pochi secondi e subito rispondo all’email confermando la mia disponibilita’ per il giorno previsto. Ho circa 2 giorni per prepararmi.Non sono molti ma sicuramente qualcosa riusciro’ a ripassare. Arrivo al colloquio con circa 20 minuti d’anticipo.Sono ben vesito,preparato e determinato. E’ l’unica occasione che ho e devo sfruttarla appieno. Mi sento un po’ come Grosso nel momento in cui ha tirato il rigore finale ai mondiali del 2006: campioni del mondo o eterni beffati !!! Entro in azienda e la segretaria mi fa subito accomodare in un ufficio dicendomi che il direttore sara’ li a minuti. Non so perche’ ma non mi sento nervoso. Si apre la porta ed il mio potenziale boss fa il suo ingresso. E’ piu’ giovane di quel che mi aspettassi.Viene verso di
me e mi porge la mano che io stringo con fermezza.Inizia “l’interrogatorio”. Mi chiede praticamente di tutto ed esco provato dal suo ufficio dopo circa un’ora di domande e risposte: Campioni del mondo!!! Ho di nuovo il sorriso beffardo di chi si sente arrivato anche se e’ solo uno stage e pergiunta non pagato; ma non importa:adesso sono un trader. Odio il primo giorno di lavoro perche’ non si sa ancora dove metter le mani e percio’ cerco di prender piu’ appunti possibili e memorizzare il da farsi in modo tale da accorciare i tempi. Vengo affiancato ad un trader che opera principalmente sul mercato dei futures sull’indice italiano e non appena seduto incomincio a rendermi utile proponendo proiezioni di mercato che sono frutto di calcoli econometrici. Sembra stia andando abbastanza bene. Il mio “collega” e’ socievole e sembra non aver problemi a condividere i suoi pensieri e metodologie di trading ed io subito cerco di carpire i suoi segreti, le sue tecniche ed il suo modo d’interpretare i movimenti di prezzo. Avere un feeling per il mercato e’ estremamente importante per un trader ma spesso lo si acquisisce con anni di pratica e percio’ ascoltare un professionista affermato e’ probabilmente il miglior modo per ovviare alla mia mancanza d’esperienza. Mi fanno operare sin da subito ed incomincio a piazzare i primi ordini secondo le analisi e le strategie che ho concordato con il mio supervisor. La mia prima transazione e’ in short. Vendo un mini futures sull’ indice Italiano. La transazione sembrerebbe in linea con le analisi tecniche dei grafici e con i risultati dei mie calcoli statistici ma dopo un accenno ribassista il mercato incomincia a muoversi lateralmente. E’strano,quando si pensa al trading il luogo comune porta la mente ad immaginare transazioni che vadano in gain nel giro di pochi secondi e non ci si rapporta mai con un mercato sideways. Sono passati 30 minuti ormai ed io sono in piedi difronte a 8 schermi sperando che qualcosa o qualcuno desse il colpo finale al prezzo e lo facesse
precipitare di qualche punto.Gioco nervosamente con una pallina antistress che il mio capo mi fornisce non appena comprende il mio stato d’animo.Mi suggerisce di stare calmo e mi ricorda che le perdite sono parte del gioco: lui ha la scorza dura ormai ed io sono un po’ come il nuovo marinaio che va in fibrillazione al primo alito di maestrale. Il mercato e’ una linea orizzontale che non da segni di vita ed io incomincio allora a cambiare indicatori tecnici sul grafico in cerca di conferme e devil cross ma sembra che tutti abbiano deciso di rimanere flat.Scorro le notizie del giorno e cerco di scorgere qualche nuvola carica di pioggia all’orizzonte ma niente: cielo sereno con probabilita’ di rovesci temporaleschi. Ormai son passato dall’ansia alla rassegnazione.Ho lasciato l’antistress che nervosamente comprimevo tra le mie mani e che ora giace “malconcio” sul bordo della scrivania. Le news non aiutano di certo visto che anche gli altri mercati sembrano in fase di stallo: il bund tedesco sembra un serpente mentre sia l’Eurostoxx che il mini-S&P danno encefalogramma piatto. Ormai e’ passata quasi un’ora ed incomincio un po’ a seccarmi perche’ le cose non sembrano affatto cambiare.Nel frattempo il mio capo mi ha portato un caffe’ e mentre lo sorseggio incomincio a notare qualche movimento del prezzo piu’ deciso.Mi metto in allerta e cerco di capire cosa stia succedendo.Sembra che stiano vendendo.Il prezzo continua a scendere ma ancora troppo lentamente.C’e’ finalmente una candela ribassista un po’ decisa ma non sufficiente a raggiungere il mio take profit ed io sono ancora li sperando che ci sia qualche altro seller che spinga il mercato quel tanto che basta per rendere il mio primo giorno da trader un successo. La candela successiva a quella al ribasso sembra bloccata, non si muove. NOOO !!! Sono stato stoppato.Uno swing rialzista di oltre 90 punti ha completamente bruciato la mia posizione ed ha buttato al vento circa un’ora ed un quarto di sofferenze ed analisi.Il mio capo mi fa una domanda:cosa hai imparato? Non so davvero cosa rispondergli e gli dico la prima cosa che mi viene in mente: ”ho sbagliato l’analisi iniziale, non sarei dovuto entrare short a quel prezzo”. Lui mi fa di no con la testa e mi dice: ”se non avessi messo lo stop loss
adesso avresti perso il doppio”. Lezione imparata: una buona strategia di risk management e’fondamentale per aver successo in questo lavoro. Il trading reale e’ alquanto diverso dalle analisi accademiche che ero abituato a fare all’universita’.Quando sei nel mercato l’adrenalina sale e si prova quello che io chiamo “stress da stop loss” ovvero il rischio che il mercato ti si rivolti contro e ti spazzi via la posizione.Quando sei “dentro” e’ diverso, quando sei “dentro” hai mille pensieri che ti corron per la testa: analisi,calcoli,grafici.Quando sei “dentro” il resto non conta. Il fascino del trading consta nel fatto che si tratta di probabilita’ ed astuzia.Non ci sono raccomandazioni.Il figlio di Tizio,il nipote di Caio ed il cognato di Sempronio non contano nulla.Se vali vai avanti altrimenti resti indietro.Un vecchio adagio inglese recita: uno stupido viene presto separato dai suoi soldi.Nel trading piu’ che un detto popolare e’ una verita’ assoluta. Il mercato e’ molto strano in questo periodo poiche’ mantiene un movimento laterale ma ha violenti swing al ribasso o al rialzo a seconda delle notizie che vengono rilasciate di volta in volta.I prezzi si muovono lateralmente da un bel po’ ma sembra che gli investitori aspettino qualcosa,una conferma. E’ molto difficile fare trading in queste condizioni ma forse e’ anche il periodo migliore per imparare.Se si impara a navigare durante la tempesta la navigazione in condizioni normali diventa piu’ agevole . Sinceramente preferisco la tempesta alla bonaccia.I mercati piu’ volatili sono quelli che mi attraggono maggiormente. La mia esperienza e’ sicuramente ancora ad uno stadio iniziale ma son sicuro di aver fatto la scelta giusta. Quello del trader e’ certamente un lavoro difficile ove le emozioni devono esser tenute a bada,dove la calma ed il sangue freddo determinano la differenza tra successo e sconfitta,tra vincitori e vinti,tra il paradiso e l’inferno. D’altronde, come disse Gordon Gekko nel film Wall Street: e’ solo una questione di soldi,tutto il resto e’ conversazione.
e’ solo una questione di soldi, tutto il resto e’ conversazione.
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a cura di STEFANO BAGNOLI
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Soli contro tutti
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La consapevolezza necessaria per guadagnare in borsa. Per operare in borsa servono metodo, disciplina, conoscenza tecnica del sistema ed esperienza.
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l metodo è un insieme di regole operative, già testate con esito positivo, che riguardano cosa fare e cosa non fare al verificarsi di un certo input. Per essere efficiente il metodo deve contenere una gamma di opzioni che copra tutte le possibilità, cioè deve saperci guidare qualunque cosa accada. La disciplina è l’applicazione rigorosa del metodo. Se si pensa una cosa, si deve fare necessariamente quella cosa: non si deve mai operare al di fuori del metodo. La conoscenza tecnica del sistema consiste nella comprensione filosofica, cioè secondo il principio di causa-effetto, del funzionamento del sistema; ciò consente di capire le dinamiche economiche, gli sviluppi del quadro economico e dei mercati finanziari, e di prevedere con un certo
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grado di probabilità cosa succederà al verificarsi di ogni evento. Il quadro economico cambia continuamente, in ogni instante, per effetto di ogni cosa economicamente rilevante che avvenga nel sistema pianeta. Ogni modificazione del quadro economico si sviluppa in almeno una sua parte, con effetti a cascata su tutte le altre parti e sull’intero sistema; ciò produce continue, a volte rapide, modificazioni dei prezzi nei mercati finanziari e specificamente in quelli azionari. I prezzi cercano infatti con il loro continuo movimento un equilibrio fra tutti i rendimenti, tenuto conto della diversa percezione del rischio di ogni singolo strumento di investimento. Il quarto ingrediente necessario per fare un trader di successo è l’esperienza, cioè quell’insieme di cono-
scenze, sviluppate nel corso del tempo, che permette di capire gli sviluppi logici e gli sviluppi non logici di un certo input: in particolare se gli sviluppi dei prezzi azionari o di altri segmenti del mercato sono in linea con quanto ci si poteva ragionevolmente aspettare considerando la natura degli input introdotti. Regola di base è che i movimenti illogici tendono ad essere riassorbiti. Tuttavia bisogna dire che la borsa non è il luogo delle favole. Non esistono guadagni facili, e chi cerca guadagni facili spesso si ritrova a perdere, a volte anche cifre rilevanti, a volte anche in breve tempo. Il mercato in realtà non è un libero mercato, dove tutto è allineato a dinamiche economico-finanziarie razionali e dunque studiabili e prevedibili. Esistono delle controparti che pos-
Si deve prendere atto che la borsa è un meccanismo perverso dove è impossibile guadagnare?
Non è così!
sono incidere pesantemente sugli sviluppi del mercato anche in modo illogico, spesso illegale, e che operano con grossi capitali, in pratica muovendo i prezzi secondo il loro interesse. Essi non solo controllano gli sviluppi del mercato, ma addirittura spesso influenzano quelli del quadro economico. La figura del market maker nasce con l’inizio delle contrattazioni telematiche, ispirata dall’idea che per un corretto funzionamento dei mercati fosse necessaria la presenza di un operatore qualificato, che garantisse liquidità sul book. In realtà, ben presto (e negli ultimi anni sempre di più) lo scopo del market maker è diventato guadagnare ai danni dei trader e dei piccoli investitori. Essi sono in pratica i padroni incontrastati del book, dove possono far scendere o salire tutti i prezzi. I market maker agiscono di concerto con altri soggetti molto potenti, che controllano l’informazione e spingono la loro influenza sino ai luoghi del potere (e qui mi fermo). I condizionamenti possono essere di vario tipo e natura: esistono condizionamenti economici, condizionamenti sull’analisi tecnica e condizionamenti sui prezzi. I condizionamenti economici possono essere condizionamenti economici veri e propri e condizionamenti extra-economici. I condizionamenti economici veri e propri sono quelli relativi ai dati economici e/o aziendali periodicamente diffusi, che a volte non sono veritieri, cioè non rappresentano fedelmente
una realtà macroeconomica o aziendale. Ciò è fatto per condizionare e distorcere la percezione dei piccoli operatori, al fine di indurli in errore, ed è funzionale a produrre movimenti sul mercato tali da poter trarre guadagno dall’operatività errata dei piccoli investitori e dei trader. La manipolazione è sistematica, ma a volte i dati sono coerenti con la realtà, in modo da mantenere una parvenza di legittimità. Tutto questo è ovviamente illecito, ma non esiste oggi la possibilità di controllare sistematicamente questi meccanismi, né tanto meno di sanzionarli, se non occasionalmente e per singoli episodi. Certe volte i condizionamenti assumono una natura extra-economica: parliamo di stragi, guerre o anche solo la notizia (non vera, o eccessivamente gonfiata) di una guerra1; questi eventi, con un’adeguata enfasi sui media, sono in grado di condizionare fortemente il mercato. Per quanto riguarda l’analisi tecnica si deve fare una premessa. L’analisi tecnica è lo studio grafico dei movimenti dei prezzi e rispecchia la psicologia dei partecipanti al mercato. In condizioni normali l’analisi tecnica avrebbe un valore assoluto, occupandosi del movimento dei prezzi da un punto di vista statistico-matematico. Il problema è che se prendiamo atto dell’esistenza di operatori che agiscono al di fuori delle regole, con il deliberato scopo di ingannare piccoli investitori e trader, diventa ovvio che questi soggetti possono agire anche sul’analisi
tecnica, facendo assumere ai prezzi determinate conformazioni, e quindi generando sui grafici falsi segnali. Questi falsi segnali vengono seguiti dai trader che iniziano operazioni in una direzione che, apparentemente logica, a volte si rivelerà terribilmente diversa dalle loro aspettative. Il terzo tipo di condizionamenti, ancora più pericoloso, è il condizionamento diretto sui prezzi. Da sempre i market maker operano sui prezzi, che fanno scendere e salire a seconda (in teoria) delle modificazioni del quadro economico o aziendale, oppure (in pratica) considerando il loro specifico interesse di quel momento. Esistono due tipologie di investitori: i grandi speculatori e i piccoli operatori (trader e investitori privati); i trader fanno numerose operazioni di piccolo importo, cercando di catturare i piccoli movimenti del mercato, ma inevitabilmente sono condannati ad agire contro-trend, comprando a prezzi alti e vendendo a prezzi bassi: questo perché essi subiscono i condizionamenti posti in essere appositamente per ingannarli. I grandi speculatori invece sono sempre dalla parte giusta, dato che sono principalmente loro a muovere il mercato. Da qualche tempo, circa due anni, il condizionamento sui prezzi viene esercitato in un modo ancora più subdolo, perché effettuato con un formidabile ausilio tecnologico: gli High Frequency Trading System, ovvero le famigerate “macchinette”. Si tratta di software molto potenti che in pratica controllano i mercati finanziari, individuano tutti gli orTRADING LIVE SHOW
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dini immessi ma anche e soprattutto eseguiti dai trader, e generano ordini o addirittura movimenti del prezzo dalla parte opposta della maggioranza dei trader (ma anche solo uno se la sua operazione è rilevante) per metterli in perdita. Vi sarà capitato spesso di comprare e poi immediatamente il prezzo scende, o viceversa di shortare e immediatamente il prezzo sale; appena chiudete l’operazione il prezzo torna nella direzione principale, e voi pensate di essere stati sfortunati o sprovveduti, avendo chiuso l’operazione al momento sbagliato: in realtà non avete sbagliato, perché il mercato si è mosso esattamente per farvi perdere. Allora non si deve operare? Si deve prendere atto che la borsa è un meccanismo perverso dove è impossibile guadagnare? Non è così. Investire i propri risparmi è un diritto teoricamente garantito dalla costituzione. E’ chiaro che si deve prendere atto della realtà: se siamo in strada e veniamo aggrediti, immediatamente qualcuno ci darà soccorso, e arriverà la polizia che ci aiuterà, perché esiste una legge che ci tutela e il colpevole verrà identificato, arrestato e sanzionato (o almeno così dovrebbe essere). Nei mercati finanziari questo non avviene. Dobbiamo prendere atto che in borsa non esiste il concetto di reato e non esiste nessuno in grado di far rispettare regole che peraltro non esistono, o sono volutamente confuse, incongruenti o facilmente aggirabili. Bisogna quindi diventare abilissimi conoscitori di questo sistema. Uno degli studi che insegno ai miei corsi è l’analisi dei livelli di denaro e di lettera nelle fasi di accumulazione e distribuzione. In certe fasi sembra che i prezzi vogliano salire, i livelli di lettera sono deboli e quelli di denaro sono molto forti, magari c’è attesa per qualche evento o dato positivo: in realtà in quei momenti si sta distribuendo. I retail comprano e le mani forti vendono (cioè distribuiscono). Ad un certo segnale convenuto (che spesso coincide con la notizia positiva) i prezzi inizieranno irreversibilmente, spesso rapidamente, a scendere. I trader che avranno comprato si troveranno subito in perdita. Lo stesso avviene nelle fasi contrarie, e questo è solo uno dei tanti esempi. TRADING LIVE SHOW
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1 E’ il caso ad esempio della guerra fra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Questa guerra, formalmente, non è mai finita. Eppure la notizia del conflitto viene tirata fuori (in modo a volte anche ridicolo) ogni volta che si vuole “guidare” una discesa dei mercati. Ma la situazione più usata è certamente quella di Israele, dove a volte i fatti vengono addirittura realmente posti in essere per questo fine. Di tutte le stragi che (guardacaso) sono coperte dal segreto di stato e dell’11 settembre in particolare parlerò a tempo debito, nelle sedi e nei modi opportuni. Esiste peraltro già una sterminata letteratura che spiega quali sono stati gli effettivi mandanti e quali collusioni hanno interessato livelli politici altissimi, non solo americani. Esistono molti strumenti che consentono di capire con un certo anticipo e secondo una logica cosa succede sul mercato. Uno di questi è il mio studio sulla distribuzione dei flussi con l’indicatore QEV che ne deriva2. Esso offre indicazioni sempre molto precise sulla percezione del quadro economico da parte degli investitori (soprattutto istituzionali). Ma anche altri studi come certi aspetti dell’analisi tecnica, indicatori e oscillatori, la tick distribution, la Teoria delle Onde di Elliott, lo studio del trend, il COT, i dati dell’insider dealing sono molto utili per operare con profitto. Bisogna sempre capire perché, chiedersi il motivo di cosa sta succedendo, entrare nelle dinamiche di causa-effetto senza mai fermarsi all’apparenza, usare in modo disciplinato un metodo efficiente con grande conoscenza del sistema e grande esperienza. Ciò consente di assumere le redini del gioco, senza rimanere vittime di meccanismi più grandi di noi che ci porteranno inevitabilmente a perdere. La borsa non è il luogo delle favole, come abbiamo già detto, ma con grande applicazione, studio ed umiltà è possibile imparare a guadagnare (e soprattutto a non perdere). Stefano Bagnoli (riproduzione riservata) 2 Cfr. Stefano Bagnoli, La psicologia del sistema economico-finanziario, Seneca Edizioni, Torino, 2009.
Stefano Bagnoli nasce a Modena il 30 ottobre 1965. Studia filosofia all’università di Bologna. Studia anche le filosofie orientali, teologia e psicologia. Svolge per otto anni l’attività di amministratore immobiliare. La sua formazione economicofinanziaria si affina nel tempo sui migliori testi, e frequentando alcuni tra i più noti studiosi e operatori del mercato. Opera in borsa dal 1991, ottenendo nel tempo elevate e stabili performance, e vari risultati di prestigio nelle gare di trading: nel 2005 è primo nella Top Trader Cup, categoria Mini (Campionato Internazionale Top Trader di Borsa con Denaro Reale); nel 2008 è secondo nella Top Trader Cup, categoria Forex; nel 2009 è secondo nella Top Trader Cup, categoria Azioni, con una performance del 99,72% netto in 70 giorni; il 21 maggio 2009 vince la finale “Top of the Top” presso l’ITForum di Rimini, con una performance del 6,78% netto in un’unica seduta. Dal 1998 il trading è la sua unica attività.
LA PSICOLOGIA DEL SISTEMA ECONOMICO-FINANZIARIO - Si tratta di un libro che spiega argomenti complessi in modo semplice. Uno dei suoi punti di forza è l’esposizione chiara e sempre motivata. Ogni affermazione contiene implicitamente la domanda: perché è così? e ne sviluppa la risposta. E’ un libro per tutti. Interessante per gli addetti ai lavori, che trovano nuove teorie economiche e un efficace riepilogo di ciò che serve ogni giorno per operare. Indispensabile per tutti quelli che più o meno spesso investono in borsa e vogliono migliorare i risultati. Un libro molto utile per chi vuole semplicemente capire. Primo classificato Top Trader Cup 2009 Per informazioni: stefanobagnoli.netsons.org
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a cura di CLAUDIO ZANETTI
LATERALITA’ A ZIG ZAG
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l top di martedì 07 marzo 2000 sul valore di 51335 di derivato domestico e il massimo di 43905 di lunedì 21 maggio 2007 ha sancito di fatto la conclusione del bull market generazionale partito con il bottom del 22 dicembre 1977 al prezzo di 54,90 di Indice Comit, reso manifesto tra il 30 settembre e il 06 ottobre 2008 con la rottura della trend-line che sosteneva le quotazioni dal minimo storico assoluto dell’ex Mibtel di 7401 - oggi FTSE ITALIA ALL SHARE INDEX - segnato nella giornata del 16 settembre 1992 a seguito della svalutazione della lira italiana. Infatti il top del 2007 avviene a 90 mesi dal top del marzo 2000, a 180 mesi dal bottom del 1992 e a 360 mesi dal bottom del 1977, oltre al fatto che il Dow Jones Industrial Average segna il suo massimo storico di 14198,10 a 900 mesi dal bottom dell’07 luglio 1932 al prezzo di 40,56 minimo formatosi in seguito alla crisi della Grande Depressione. Il successivo ribasso fino al minimo di lunedì 09 marzo 2009 sul livello di 12340 ha di fatto chiuso una parte del bear trend vista la similitudine con il ribasso del 2000/2003 a seguito della bolla della New Economy, intercettando il minimo storico precedente del derivato domestico di 12905 del 23 ottobre 1995 e per il fatto che la sezione di ribasso presentava gli stessi punti della precedente ossia 31565 adesso contro i 30785 di inizio millennio. Il successivo rimbalzo andava ad intercettare una reazione del 38,2% di tutta la discesa e il top del bear market rally - ovvero rimbalzo in una tendenza ribassista - si fermava sul valore di 24495 di future perpetual. A quel punto il prezzo si è sviluppato in un grande movimento laterale di 3000 punti prima da 24000 a 21000 circa escludendo gli estremi e di 3000 punti successivi da 18000 a 21000 dopo il movimento veloce di TRADING LIVE SHOW
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ribasso avvenuto tra fine aprile e inizio maggio. Il mese di settembre 2010 si presenta molto importante sia per il setup mensile in scadenza sia per il fatto che cade a 9 anni esatti di distanza dal minimo del settembre del 2001 che a sua volta arrivava dopo 9 anni dal minimo del settembre del 1992. Infatti i 9 anni sono anche quelli che intervallano dal top assoluto del marzo 2000 al minimo del marzo del 2009 e il prezzo si trova tutt’ora imbrigliato tra i due angoli della vita o 1×1 che scendono dal top di 43905 del
SABATO 6 E DOMENICA 7 NOVEMBRE 2010
CORSO SULLE TECNICHE DI W.D. GANN presso l’Hotel Russott di Mestre (Venezia) a cura di Claudio Zanetti per informazioni più dettagliate scrivere a consiglidiborsa@gmail.com.
2007 e passante a 21950 nella parte alta e a 18725 nella parte bassa, essendo l’ultimo baluardo in grado di non far sprofondare il prezzo. Trattasi dell’angolo “0” o 1×1 che viene tracciato dal quadrato del massimo storico, e ricordo che il bear trend 2000/2003 si fermò a 20550 proprio perchè intercettò tale livello angolare. Date importanti martedì 07 settembre, venerdì 10 settembre, e giovedì 16. Il mese di ottobre presenta una particolare scadenza numerologica legata ai numeri di Fibonacci, 1,1,2,3,5,8,13,21 visto che a ottobre del 2009 abbiamo avuto il massimo, a ottobre del 2008 abbiamo avuto il crollo, a ottobre del 2007 c’è stato il massimo storico assoluto sul Dow Jones Industrial Average, a ottobre del 2005 minimo importante e ripartenza al rialzo, a ottobre del 2002 minimo e fine del bear market 2000/2003, a ottobre del 1997 crollo di -12% sul mercato italiano in un solo giorno e a ottobre del 1989 ribasso importante sui mercati americani. Avrete notato come negli anni la distanza è data dai numeri di Fibonacci, ricordando che il Fattore Tempo del ribasso iniziato nel 2007 termina il 18 novembre del 2010 al prezzo di 20550. Claudio Zanetti
a cura di SANDRA AGOSTINI
Made in Italy ... o quasi!!! La favola che tutti vorremmo... a lieto fine. “MADE IN ITALY” ... sì, il marchio di garanzia. Garanzia di prodotto italiano o, come recita la tanto decantata “proposta di legge” del 18 luglio 2006, è prodotto “Made in Italy” se è stato realizzato in Italia almeno per il 70%, il restante 30% può essere realizzato in qualunque parte del pianeta. Beh, a parole non sarebbe malvagia come legge, in realtà sta diventando una barzelletta il tanto agognato e stimato in tutto il mondo marchio “Made in Italy”. Nessuno, e sottolineo nessuno, crede più che i prodotti marchiati “Made in Italy” siano davvero prodotti italiani. E’ invece opinione comune che questa legge possa solo favorire “i soliti noti”, cioè coloro che guidano il
mercato, “LE FIRME”, ma a poco a poco anche i piccoli artigiani, tanto rinomati per la loro bravura si stanno adattando allo stile dei “grandi”, vale a dire: fregare l’acquirente che in buona fede spende fior di euro per portarsi a casa una... cineseria. Inutile che alcuni pellettieri o aziende del tessile si lamentino poi tanto della “crisi”, quando, anche alcuni di loro ne sono compici. Anche perché fino a quando hanno straguadagnato andava tutto bene, poi, quando sono stati mollati per la manodopera EXTRACOMUNITARIA, hanno pensato bene di seguire la scia, così molti “furbi” danno il lavoro in sub-appalto ai cinesi spacciandolo per “produzione propria”. La cosa che mi fa più rabbia, in tutto questo, è che ci sono ancora tante
piccole aziende che hanno esperienze ventennali, trentennali, e a volte anche di più, che non si abbassano a questa nefandezza e pur di tenere aperto il loro laboratorio fanno i salti mortali. Certo, le signore banche non aiutano, ne tantomeno i vari enti locali, regione provincia ecc... ma di questo ne parleremo in un’altra occasione. Signori, stiamo annacquando il “Made in Italy” e qualcuno ha ancora il coraggio di dire facciamo qualcosa per salvarlo?!? Con quale legge? Se questo Decreto alla fine, serve solo ad autorizzare i “furbi” a fare semplicemente i propri giochetti. Con quali aziende, se tutti pensano solo al guadagno immediato, ignorando lo sfacelo che stanno attuan-
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do, distruggendo anni e anni di lavoro qualitativamente eccellente, spesso tramandato da padre in figlio... A farsi un buon nome ci vuole una vita, a rovinarselo, basta una parola! E il “Made in Italy”, per la felicità delle multinazionali sta diventando una barzelletta. Ci stiamo ridicolizzando con le nostre mani, con la nostra mania di fare soldi con facilità e, non ultimo, con la mancanza di coraggio di tirarsi indietro di fronte alle richieste prepotenti delle grandi firme arroganti, che esigono tutto a comodo loro e, al prezzo che vogliono loro! Tutto questo probabilmente non succederebbe se non avessero l’alternativa di fare produrre i loro articoli in Cina,in India ecc… ma non dovrebbero neppure avere l’opportunità di farli fare in Italia da ditte che non sono in regola con le norme vigenti, che fanno lavorare clandestini sottopagati e sfruttati in tutto e per tutto, perché solo così possono lavorare a certi prezzi.
Ma a proposito di “grandi firme”; a chi vogliamo imputare il merito di questo strapotere? Per caso, non sarà tutto merito di quelli che... se non c’è il marchio sopra, stampato a caratteri cubitali non è fashion? Quelli che... comprano un prodotto solo perché l’hanno visto in TV o sul giornale? Quelli che... comprano solo un prodotto perché è strapubblicizzato?... Ignorando una “regola non scritta” che, chi spende tanto in pubblicità ti frega in qualità! Già... se poi, una borsa “grandi firme” la si paga 30 euro... è ancora più da furbi! Ma la crisi si sa... Mica possiamo permetterci di spendere 400 euro per una borsa! Invece 200 euro al mese di cellulare si?... Quelli sono spesi benone! TRADING LIVE SHOW
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Oppure sono spesi benone i 300 euro di giocatine ai videopoker, gratta e vinci, sigarette e chi più ne ha più ne metta. Bene signori compratori, non avrete neppure i soldi ma è giusto che sappiate che le vostre scelte si ripercuotono sul lavoro delle aziende italiane, e favoriscono i lavoro sommerso di persone che vengono sfruttate e tenute in schiavitù.
Forse è meglio acquistare due borse all’anno, ma di buona qualità, veramente “Made in Italy” che, dopo Coca-Cola e VISA è il marchio più conosciuto al mondo, e le schifezze lasciarle a chi le produce. Non me ne vogliano i commercianti, ma credo che anche per loro sia più facile guadagnare su una borsa che costa 100 euro, su una che ne costa 20. Un discorso a parte andrebbe fatto a quei commercianti, se così vogliamo definirli, che acquistano a 200 euro e rivendono a 3.000. No, non ho scritto male, ho scritto TREMILA euro una borsa “grandi firme” che il “produttore cinese” consegna a 20 euro alla “casa”, e che il commerciante paga 200.(la paga 750/800....) Con tutta la buona volontà non riesco a capire il perché di questo misterioso ricarico.
Ma fortunatamente non tutti i commercianti sono uguali, soprattutto quelli nei paesi che fanno una grande fatica a portare prodotti giusti nel negozio e ad un prezzo il meno scandaloso possibile, rosicchiando o spesso sul loro guadagno . Quindi, non basterebbe una nuova legge che imponga il 100% di produzione in Italia, come non basta il controllo severo sulle aziende che usufruiscono di tale marchio, non basta nemmeno che le nostre aziende producano esse stesse il 100% italiano ma,
anche il consumatore deve essere “educato” all’acquisto ed essere informato che ha il diritto di chiedere la provenienza (legge Ronchi N° 166 del 20 Novembre 2009 ). Sicuramente non si può tornare indietro, mai, ma ho un bel ricordo della mia adolescenza, parlo dei mitici anni ‘80, quando noi ragazzine mettevamo da parte i soldi per acquistare un bel paio di scarpe tanto desiderate; magari poi non ci riuscivamo, e si finiva per arrivare ai saldi e magari era rimasto proprio quel bel paio di scarpe di vernice... E lo si pagava realmente meno Mi ricordo che con quello che avevo risparmiato, mi portai a casa anche un secondo paio, da tennis... avevo fatto un affare! Già, quello era un affare, un’occasione. I pezzi realmente a saldo, oppure i piccoli difetti spesso impercettibili che comunque deprezzavano il capo, oppure la mancanza di assortimento di taglie di numeri o anche di colori. Bastava solo essere attenti e ti portavi a casa un buon prodotto ad un buon prezzo, oggi ti porti a casa sempre delle schifezze piene di difetti a prezzi che neppure sempre sono così accattivanti basti pensare algli outlet che vendono oggetti di marca prodotti espressamente per quel tipo di vendita e che hanno solo la qualità bassa e il ricarico normale !! .
La cosa più triste è che siamo proprio noi acquirenti che autorizziamo tutto questo malaffare. Si, non esagero, malaffare; sembra che tutti vogliano mungere una mucca a strisce tricolore, ma prima o poi la signora mucca
margherita adorisio CINEMA E TV: Casello Km 6, regia M. Camillucci • Separati in casa, regia R. Pazzaglia •• Il bello delle donne (MEDIASET) regia Maurizio Ponzi • Bel ami (RAI) regia Massimo Spano • L’isola,di G. Serafini • La guerra è finita, (RAI) regia Lodovico Gasparini • Delitti imperfetti RIS 5 regia F Tagliavia. • Distretto di polizia 9 Regia A. Ferrari
ci presenta il conto e ci dice che non c’è più nulla da mungere, per nessuno. Vorrei provare a tirare le conclusioni ma non ci riesco, ho il tempo per fare ancora un paio di complimenti: alla Guardia di Finanza e gli Uffici delle Dogane, che vigilano, ma dovrebbero a mio avviso concentrarsi un po’ di più sui laboratori pieni zeppi di clandestini, e su cosa viene sbarcato; un complimento al “Comitato per la difesa del Made in Italy”, fondato nel 2004 da Maurizio Bonas, che sta combattendo con tenacia e informando su quanto sta accadendo. Prossimamente chiederemo di aggiornarci su quanto sta accadendo riguardo la nuova proposta di legge chiamata “legge Reguzzoni Versace Celearo”a seguito del parere negativo giunto dall’Unione Europea, e visti i tempi stretti per trovare una soluzione, il Ministero dello Sviluppo Economico ha optato per un congelamento della entrata in vigore. L’entrata in vigore della legge n. 55/10 attinente l’etichettatura Made in Italy, prevista per i primi di Ottobre, ha subito un congelamento da parte del Ministero allo Sviluppo Economico. La decisione è stata presa dal viceministro, Adolfo Urso, a seguito della recente lettera inviata dall’Unione Europea alle autorità competenti italiane, nella quale erano state sollevate perplessità sulla nuo-
va normativa italiana. In particolare era stato evidenziato come la nuova legge genera il problema della libera circolazione delle merci sul territorio europeo. Considerato il parere negativo dell’Unione Europea, il viceministro ha deciso di correre ai ripari, rimandando il tutto al prossimo consiglio dei ministri, durante il quale sarà proposto con un emendamento di slittare la data di entrata in vigore della legge sul made in Italy, attualmente prevista per il primo ottobre. In questo modo si eviterà il rischio di incorrere in possibili sanzioni dalla UE. Il vice ministro, ha precisato che, nonostante “le norme dell’etichettatura obbligatoria sono fondamentali per il nostro export, esse non rispettano i binari dell’Unione. Sarà quindi necessario congelare per qualche mese la legge approvata dal nostro Parlamento e nel frattempo muovere le pedine europee». Il vice ministro si riferisce in particolare alla proposta di regolamento sull’etichettatura obbligatoria per le merci extra Ue che sarà discussa a settembre dal Parlamento Europeo. Infine, Urso ha ammesso che «la strada maestra sia quella dell’Unione Europea anche perchè in questo modo avremmo la garanzia che in tutto il mercato interno valgono le stesse regole di trasparenza, riconoscibilità del prodotto
e, quindi, di etichettatura sul paese d’origine. Ultimo complimento e soprattutto una raccomandazione vorrei farla al Sig. Luca Cordero di Montezemolo, nominato ambasciatore nel mondo del “Made in Italy”: se non fa qualcosa Lei a chi dovremmo poi rivolgerci, a Sua Santità in persona? (anche se l’esempio delle magliette Ferrari fatte in Cina non depone certo a suo favore...) Bene, non so se ho detto tutto, di sicuro no ma, credo di avere detto molto, penso di avere nominato tutti. Aziende piccole e grandi, acquirenti ricchi e poveri, commercianti piccoli e grandi, istituzioni comprese; devo solo puntualizzare una cosa: non sono razzista ed ho una grande stima della popolazione cinese. Sono grandi ed instancabili lavoratori, ma se vogliono lavorare in Italia devono adeguarsi alle nostre leggi, e sono certa che in un grande Paese come il nostro ci sarebbe spazio anche per la loro preziosa manodopera. Molto presto torneremo sull’argomento, potete esserne certi. Abbiamo parlato di moda ma il made in italy riguarda anche tanti altri settori , non ultimo quello alimentare…….
Siamo tutti complici del fallimento del “ Made in Italy”... SVEGLIAMOCI!!! Sandra Agostini
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a cura di AVV. LUCARINI MANNI
PRONTO, AVVOCATO? Da questo numero iniziamo una collaborazione con l’Avvocato Roberto Lucarini Manni, titolare del noto Studio fiorentino sulle rive dell’Arno, che si occupa di varie branche del diritto civile, amministrativo e penale. “I nostri collaboratori, tutti di livello eccelso, seguono le cause penali e amministrative, mentre io personalmente mi occupo delle varie problematiche civilistiche. Il nostro motto è quello di soddisfare il cliente in ogni sua esigenza, tutelandolo in qualsiasi situazione esso si trovi; nell’ambito del diritto civile si spazia dalle problematiche successorie, alle separazioni e divorzi, alla contrattualistica in genere e al societario. Personalmente mi occupo anche da svariati lustri di diritto immobiliare, assistendo il cliente – sia italiano che straniero – che voglia acquistare un immobile in Italia. Perlopiù trattasi di immobili di prestigio, ma seguiamo anche chi si accinga ad acquistare un normale appartamento. Siamo in grado di reperire l’immobile secondo le esigenze prospettateci, fornendo tutta l’assistenza contrattualistica e tecnica, nonchè – se il cliente ce lo richiede – ci occupiamo anche della ristrutturazione, fornendo in pratica l’immobile “chiavi in mano”; parimenti assistiamo i venditori che si rivolgono al nostro Studio per essere certi di trovare un acquirente serio, che non dia poi problemi futuri. Tutto questo fuori dai canali standard di Agenzie o mediatori, ma unicamente grazie alla fitta rete di relazioni maturate negli anni di lavoro. Fino ad oggi abbiamo notato un particolare apprezzamento per questo tipo di assistenza e vedo che ogni anno sempre più persone si rivolgono a noi.” Avvocato, Lei cosa consiglia a chi si rivolge al suo Studio per essere assistito in una controversia? “Per prima cosa inquadro i termini della questione e poi in base alle risultanze sondo la disponibilità del cliente a giungere ad una eventuale trattativa con la controparte, prima di affrontare lunghi e costosi anni di causa. Se il cliente è d’accordo, troviamo sempre una soluzione che possa essergli confacente, se viceversa è deciso ad andare in causa, procediamo in questa direzione, non senza avergli prima prospettato i tempi e i costi del procedimento. Non sarebbe infatti corretto presentare notule alla fine del procedimento, senza che il cliente abbia prima potuto valutare la convenienza di ciò. Molto spesso ad esempio nell’ambito delle separazioni riusciamo a trovare il modo di trasformare le giudiziali in consensuali, con evidenti vantaggi sia per gli ex coniugi che per i figli.” Le capitano molte separazioni? “Sì, devo dire che è uno dei campi in cui operiamo maggiormente. Molto spesso vi sono dei
ca, iniziata nel 1976 dall’Avvocato dal quale successivamente iniziai a fare pratica legale, arrivata in Appello e chiusa da me stragiudizialmente nel 1994, quasi vent’anni dopo, con soddisfazione per entrambe le parti, riuscendo a salvare un prestigioso compendio immobiliare che rischiava di essere smembrato.
casi che presentano dei risvolti familiari assai penosi, specie per i figli e nostro compito è quello di tutelarli. Per far ciò dobbiamo far capire ad entrambi i genitori che la famiglia che si vuol sciogliere è composta dai genitori e dai figli e che questi ultimi – che non hanno colpa alcuna - hanno il diritto di essere protetti. Molto spesso riesco a far recepire questo concetto alle persone ed allora tutto poi è più semplice. Ci sono però anche casi di separazioni veramente “dure” ed allora nostro dovere è tutelare il cliente fino in fondo. Avvocato è vero quello che si dice e cioè che la figura del legale è simile a quella dello psicologo o addirittura del confessore? “Assolutamente sì, senza peraltro voler fare alcun parallelo con il confessore. Mi è capitato più volte di stare ad ascoltare un cliente per ore e ore, anche di cose che lì per lì parevano non entrare molto con la materia del contendere, ma poi si è sempre rivelato utile; il cliente si sente maggiormente a proprio agio ed io riesco entrare nella sua psicologia, riuscendo quindi a preparare una linea difensiva perfettamente corrispondente alle sue richieste. L’Avvocato deve saper ascoltare e la sua abilità sta anche nel capire la persona che ha davanti e quali siano le sue esigenze; compito di un buon legale è anche quello di riportare alla “ragione” il cliente che manifesti evidenti storture, consigliandolo per il meglio.” Le è mai capitato di definire “annose vertenze” con un accordo a tavolino? Mi viene in mente una causa di divisione ereditaria di una importante famiglia, peraltro ami-
Avvocato, Lei che segue il diritto immobiliare, non le sembra anomalo collaborare con una rivista che si occupa prevalentemente di investimenti finanziari cosiddetti mobiliari? Per niente; in primis perché seguiamo la clientela anche nelle eventuali problematiche che da ciò potrebbero derivargli. Ci sono stati vari casi nel passato che hanno avuto bisogno del nostro intervento, quali ad esempio gli investimenti in Cirio, Argentina, ecc., oppure casi di promotori che non abbiano operato nelle perfette regole, con evidenti gravi danni consequenziali. Generalmente siamo riusciti ad ottenere dei validi risultati. Abbiamo peraltro assistito vari clienti, sia privati che società, in cause contro gli istituti di credito per il recupero degli interessi anatocistici indebitamente pagati negli anni, riuscendo a far recuperare somme assai ingenti. Ritengo poi che gli investimenti mobiliari e quelli immobiliari non siano in contrapposizione: si pensi ad esempio a chi voglia acquistare un determinato immobile; nell’attesa di trovare quello che più si confà oppure nell’attesa di riuscire a mettere insieme l’intero ammontare necessario, gli importi di denaro destinati all’acquisto devono essere investiti; ecco quindi una perfetta simbiosi tra le due situazioni. Parimenti un venditore che realizza una certa somma di denaro dall’alienazione ha necessità di investirla e quindi anche in questo caso vi è una correlazione tra i due aspetti. Terminiamo questa intervista con alcuni cenni sul condominio, altra materia sempre più attuale, che Lei segue da anni e che svilupperà in questa rivista, dando preziosi consigli ai lettori. E’ vero, da anni collaboro con alcune testate giornalistiche pubblicando articoli in materia condominiale e dando risposte a quesiti posti da lettori. Iniziai ad occuparmene una ventina di anni fa e da allora ho sempre seguito il settore. A partire da questo numero inizierò a fornire risposte alle domande poste dai lettori, ritenendo che anche su una rivista di trading questa rubrica possa essere di interesse comune.
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